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Citazione:
In fretta mi alzai e mi infilai la giacca di Guisgard, che aveva lasciato abbandonata sul basso sofà... “Maraiel... lui è salito sul ponte... ma tu non devi aver paura, sai?” dissi dolcemente, raggiungendola ed inginocchiandomi, in modo da essere alla sua stessa altezza “E’ stato soltanto un sogno... un brutto sogno! E niente più! E’ passato!” La osservai per qualche momento... tremava... “Sai...” le sussurrai allora “Sai che anche io, quando ero piccola, facevo talvolta dei brutti sogni? E ne ero molto spaventata! E allora, quando accadeva, sai che cosa mi diceva mio nonno?” le sorrisi “Beh... lui diceva che l’unico modo per scacciare la paura e la tristezza era dedicarmi ad una cosa che mi piaceva molto... un gioco, ad esempio... o la creazione di qualche cosa...” Mi guardai intorno per appena un istante, valutando quella cabina piena di ricchi oggetti, gioielli e stoffe pregiate... “Sai cosa penso?” le dissi poi, tornando a guardarla “Penso che, se vuoi, potremmo cucire un bell’abito per la tua bambola... che cosa ne dici? Potrai scegliere la stoffa che più ti piace e poi io ti aiuterò a confezionare un abitino degno della più bella delle principesse... e così, quando Guisgard tornerà potrai mostrargliela ed insieme troverete quel nome che ti ha promesso... vuoi?” La osservai, sorridendo, ancora per un momento... non tremava più, ora... ed i suoi occhi mi parevano più tranquilli e vagamente incuriositi... “Coraggio...” la incoraggiai con un sorriso, alzandomi “Scegli la stoffa che più ti piace...” |
Maraiel fissò Talia per qualche istante, poi, con una luce che pian piano rasserenò i suoi occhi, cominciò a sorridere.
Annuì, strinse ancor più a sé la sua bambola e iniziò poi a girare nella stanza, tra quelle stoffe tinte di vari colori e impreziosite da rara perfezione. E ad un tratto si fermò davanti ad una raffinata stoffa arabescata da sottilissimi fili d'argento, di un colore che sembrava la perfetta fusione tra il blu del mare e il perlato rosa che tinge le nuvole all'albeggiare. “Questa.” Disse la bambina a Talia, indicando quella stoffa. “Voglio che il vestito sia fatto con questa.” Ma proprio in quel momento si udì la vedetta che avvistava terra. “Minisclosa in vista!” Gridava. “Minisclosa in vista!” Poco dopo, qualcuno bussò alla porta della cabina. |
Si hai indovinato sono la nuova serva di questo pazzo, mi chiamo Cheyenne.
Ma hai parlato di un segreto, un segreto terribile...di che si tratta? Puoi fidarti di me non lo svelerò a nessuno... |
Con il sorriso sulle labbra, osservai Maraiel aggirarsi per la cabina con aria seria... osservava ogni stoffa, le sfiorava con le manine come a testarne il valore...
I miei occhi la seguirono per qualche momento... poi, vedendola ora tranquilla, presi il mio abito e mi ritirai dietro il paravento all’angolo, dove lo indossai in fretta. Poi, sistemando con cura la camicia che Guisgard mi aveva donato in un baule, tornai a guardare la bimba... stringeva la sua bambola e si aggirava per la cabina, ed assomigliava tanto ad una piccola dama nella bottega di un mercante... La osservai divertita ed in silenzio... infine la vidi fermarsi davanti ad un alto mobile che ospitava un ricco vaso d’oro ed alcune stoffe... Citazione:
“Questa?” mormorai, sfiorando a mia volta quel prezioso materiale con la punta delle dita “Ti faccio i miei complimenti, Maraiel... sai, questa è probabilmente una delle più belle stoffe che io abbia mai visto... è meravigliosa!” La presi, dunque, e la poggiai sull’ampio tavolo dall’altra parte della cabina... qui rovistai un po’ e trovai un paio di forbici, che usai per tagliarne una piccola striscia da una delle estremità. Lanciai uno sguardo a Maraiel... e mi rallegrai nel vedere l’attenzione e la serietà con cui seguiva quei miei movimenti... Ed all’improvviso mi venne in mente mia madre... mia madre, che tanto amava le stoffe ricche e gli abiti preziosi, sarebbe inorridita se mi avesse vista sprecare anche un solo scampolo di una simile meraviglia per confezionare un abito per una bambola... sorrisi a quel pensiero. Chiesi, dunque, a Maraiel di tenere la bambola e, prese le misure, iniziai a tagliare la gonna, poi il corpetto e la maniche... Citazione:
Sollevai gli occhi verso la porta quando bussarono... “Avanti!” dissi. |
Guardai Storm come se fosse la prima volta....." Voi non avete compreso, non intendo farmi vedere da miopadre, perche' a quanto pare mio padre non e' qui per cercare me.......e se non cerca me , figuriamoci Ingrid, quindi se questo non e' per voi un problema.......almeno finche' siamo qui dentro sarete voi ad esporvi e se riusciste a sentire di che parlano sarebbe magnifico.......ma forse e' chiedervi troppo..."...Allungai la mi mano sulla sua....era l'unico modo per dirgli grazie
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"Avete ragione, non avrei dovuto mettervi in difficoltà.." sorrisi alla serva che mi stava aiutando ad indossare l'abito che avevo scelto: "dovete perdonarmi.. sono solo preoccupata..".
Dopo aver sistemato anche i capelli uscii dalla stanza, dove ad aspettarmi c'era un impaziente Musan. Camminammo lungo un androne, finchè non mi trovai davanti l'ammiraglio. Citazione:
"..devo dire che la tempesta è stata mia alleata, dato che mi ha permesso di incontrarvi tanto presto." sorrisi "in effetti siete esattamente l'uomo per cui ho attraversato il mare.." Mi fermai, e sorrisi, dolcemente, nel vedere lo sguardo interrogativo dei due. "Sono qui per due motivi. Il primo è ringraziarvi.. perchè sono certa che senza il vostro permesso il capitano Guerenaiz non sarebbe mai partito per salvarmi dal Gufo Nero." lo guardai negli occhi, vagamente divertita "anche se devo dire che l'idea del mercantile piena di soldati non era esattamente un granchè, Giuff non l'ha bevuta nemmeno per un istante." Guardai per un momento fuori dalla finestra, e sospirai, cercando di non pensare a Guerenaiz, ancora su quella nave. "Ma nessuno fa niente per niente.. Giusto?" ammiccai "Dunque, il secondo motivo per cui volevo vedervi è aiutarvi a catturare il Gufo Nero. La prima parte del piano, come potete vedere voi stesso, si è conclusa." mi avvicinai a lui di un passo " Ma ora entra in gioco la parte più importante, la parte principale.. che cos'è una semplice ragazza davanti al peggior pirata delle Flegee?" Ora il mio sorriso era chiaro, calcolatore. "Guerenaiz è ancora a bordo, Giuff lo crede uno della ciurma, sarà un ottimo aiuto. Io, conosco la rotta che sta seguendo, conosco il suo equipaggio.. so chi è importante e chi no, chi è forte e chi è debole, ma conosco anche la nave, so dove si trovano le armi, dove le provviste, dove il tesoro.. In più, Giuff mi crede morta.. quando mi vedrà, penserà che sia un fantasma.. " Strizzai l'occhio. Certo, avevo sicuramente esagerato sulla mia conoscenza dell'Antigua Maria, ma loro non potevano saperlo. Infondo, sapevo davvero muovermi all'interno di quella nave. "Armate una fregata.. ma anche di più se vi è possibile.. Comandate, anche solo alla nave di Guerenaiz, di gettarsi all'inseguimento di quel maledetto pirata...Con le mie conoscenze e l'aiuto che Guerenaiz ci garantisce dall'interno abbiamo un vantaggio netto su di lui.. Stavolta non vi sfuggirà.. ". Mi fermai, avevo detto la pura verità, magari esagerando, ma mi sentivo terribilmente rilassata. "Ah, dimenticavo.. " ripresi all'improvviso "..volete dirmi che ne è stato del Guardiamarina che era con me? E' anche grazie a lui se sono salva... ha eseguito i vostri ordini e quelli del capitano Guerenaiz alla perfezione..." Mi inchinai nuovamente ".. avete davvero a disposizione degli ottimi uomini, ammiraglio.. i miei complimenti.." |
Rimasi....molto infastidito dall'atteggiamento del soldato.......se avessi potuto gli avrei' tagliato la lingua.
Paragonarmi ad un lestofante.......mi alzai' dal letto e in posizione austera e ligia risposi: "Se fossi in te......non parlerei' in questo modo ad un tuo superiore.....il mio nome è Parsifal, ufficiale in seconda dell'ammiraglio Guidaux e fidato amico del capitano Gurenaiz, comandante della Flegee olandese cui servite.....". Gli mostrai' la pettorina e con sguardo duro, attesi..... |
Il soldato restò inizialmente stupito da quelle parole di Parsifal, ma un attimo dopo era già sugli attenti.
“Io...” disse “... io non potevo sapere... tuttavia credo sia meglio che facciate visita all'ammiraglio... si, credo sia il caso...” si voltò allora verso il medico. “In verità” mormorò questi “gli farebbe bene un altro po' di riposo... ma anche io penso che debba incontrare subito l'ammiraglio.” Il soldato annuì. “I vostri abiti erano praticamente in brandelli dopo il vostro salvataggio...” disse la suora “... vi porterò allora un'altra divisa...” Fu così data a Parsifal una divisa da Guardiamarina. “Indossatela” fece il soldato “ed io vi condurrò dall'ammiraglio Guidaux.” |
Guidaux ascoltò con attenzione ogni parola di Clio.
“E così...” disse infine sorpreso “... voi siete la ragazza...” osservò Clio con vivo interesse “... ora comprendo l'impazienza del capitano nel venirvi a salvare.” Sorrise. “E dunque dobbiamo alla vostra bellezza il motivo che ha indotto il nostro capitano a confondersi e a sottovalutare il Gufo Nero.” Si voltò verso Musan, che aveva smesso di giocherellare col suo pugnale e si era invece messo a fissare il mare dalla finestra. “Caro Musan... vi presento la promessa sposa del Capitano Gurenaiz.” “Le donne” mormorò lo spagnolo senza voltarsi “possono forse ammaliare quando parlano d'amore, ma non certo quando descrivono navi ed equipaggi pirata... siete forse un marinaio o un soldato, milady?” Chiese alla ragazza. “E' per questo dunque che vi siete proposta come asso nella manica per un'eventuale caccia ai pirati? O è solamente l'amore per il vostro capitano ad avervi trasformata in una novella ed improbabile regina Teuta?” |
Storm fissò Elisabeth senza dire nulla.
Prese allora uno dei due bicchieri di rum che il locandiere aveva portato loro e lo buttò giù tutto d'un fiato. Si alzò per poi avviarsi verso il tavolo del padre di Elisabeth. “Salute a voi, signori.” Disse sorridendo. “Cosa cercate?” Chiese uno degli uomini che erano col padre di Elisabeth. “In verità” sorridendo Storm “vi ho visti appena sono entrato e subito ho capito di trovarmi davanti a dei gentiluomini.” “E possiamo dire lo stesso di voi, nonostante i vostri abiti?” “Oh, ma io sono un gentiluomo almeno quanto voi, miei signori.” Rispose Storm. “Un gentiluomo purtroppo vittima della sfortuna. Ero appunto imbarcato su una nave diretta a Giamaica, quando un ammutinamento ha causato la morte del capitano e fatto saltare il viaggio. Naturalmente io non ho avuto parte in quella rivolta, tuttavia la sorte non ha affatto premiato la mia onestà. Ora sono senza lavoro e...” “Cercate dunque un impiego?” Domandò il padre di Elisabeth. “Per l'appunto, signore.” “Siete fidato?” “Anche a discapito dei miei interessi.” Annuì Storm. “Altrimenti ora sarei chissà dove con i miei compagnia ammutinati.” “Allora forse stasera la fortuna vuol darvi la possibilità di rifarvi...” “Interessante.” Sorridendo Storm. “Sono venuto qui” fece il padre di Elisabeth “per ritrovare e riportare in patria mia figlia.” Storm restò sorpreso. Elisabeth infatti riteneva suo padre interessato ad altro. “E sono disposto a pagare profumatamente chiunque vorrà aiutarmi.” Continuò il padre di lei. “Quanto profumatamente?” Chiese il contrabbandiere. “Fate voi il prezzo.” Restarono a discutere ancora un pò, mentre Elisabeth, distante da loro, ignorava totalmente quella discussione. Alla fine Storm lasciò quel tavolo e tornò da lei. “Ah, ho una gran fame!” Esclamò sedendosi. “Allora, cosa ordiniamo?” Domandò ad Elisabeth. |
La ragazza guardò Cheyenne negli occhi.
“E'...” disse tremando “... è un segreto terribile... quell'uomo è pazzo... pazzo...” chiuse gli occhi come a voler riprendere fiato “... acquista o fa rapire continuamente delle ragazze per farne poi sue serve... e quando si accorge della loro infelicità presso di lui, allora le fa rinchiudere per poi ucciderle... il giardino di questa villa è diventato un vero e proprio cimitero... e presto so che toccherà anche a me...” Ad un tratto si udirono dei passi. “Stanno venendo...” fece la ragazza “... stanno venendo a prendermi... presto, torna nella tua stanza, non devono trovarti qui... presto!” |
Mi irrigidii. Sapevo che sarebbero arrivate quelle parole. Era tutta la vita che combattevo con quella spiacevole situazione.
"Non un marinaio, ammiraglio..." Risposi fissandolo negli occhi ".. Ma un soldato, questo sì.. Sono stata educata come tale fin da quando ero poco più che bambina..." Restai ferma, incrollabile ".. Se dubitate del mio valore, vi capisco certo.. Non ve ne ho dato prova.. Nel tal caso.." Sorrisi beffarda "... Buona fortuna.. Cercate pure capitan Giuff in lungo e in largo.. Non lo troverete... Io troverò il modo per salvare Guerenaiz, con o senza il vostro aiuto.. Ho un debito d'onore con lui, e intendo pagarlo... E per quanto Giuff sia stato un gentiluomo con me.. voglio la sua testa, voglio vedere queste acque liberate dal flagello dei pirati..." Ripresi fiato, e sorrisi "Le informazioni che possiedo d'altronde, farebbero gola.. Che so.. Agli inglesi? Già, sono sicura che loro non sarebbero così stupidi da farsi sfuggire dalle mani il Gufo Nero solo perché reputano le donne brave solo a recitare poesie d'amore!" I miei occhi brillavano di rabbia. Ogni minuto che passava era prezioso. E loro se ne stavano lì a discutere se io fossi o meno qualificata. Sbuffai. "..comunque.. Se deciderete di mettermi alla prova sono a vostra disposizione, Milord.." Conclusi con una riverenza ben riuscita. Ma poi decisi che non avevo voglia di aspettare. Ero stanca di vedere uomini come lui sottovalutarmi. Mi avvicinai di un passo a Musan che mi guadava con uno sguardo ironico e cinico che mi irritava ancora di più. Sorrisi, docile e tranquilla. Fui rapida e fulminea. Gli afferrai il polso sinistro e con una mossa veloce e inaspettata lo immobilizzai, con la mano destra gli sfilai il pugnale, un attimo dopo era puntato alla sua gola. Sorrisi, perfida. "..finché c'è un uomo armato accanto a me, io non sono mai disarmata.." E gli feci l'occhiolino ".. Ora, avete intenzione di insultarmi ancora, Messer Musan?" Lo scrutai dritto negli occhi "..l'ultima volta che ho risparmiato un uomo me ne sono pentita amaramente..." Soggiunsi tra i denti. "Tuttavia combattiamo la stessa guerra.." Dissi togliendo il pugnale dalla gola di Musan. "Bel pugnale.. " Dissi poi rigirandolo tra le mani. Mi voltai poi verso l'ammiraglio: "..dunque, di che cosa stavamo discutendo?" Con un sorriso. |
Davanti a quella scena, Guidaux sorrise.
“Dovete convincere il nostro luogotenente, milady, non me.” Disse a Clio per poi fissare Musan. “Io non so se sia una sirena o la leggendaria regina Teuta rediviva, ma vedo che ha saputo cogliervi di sorpresa.” Musan chiuse gli occhi e sorrise. “Signore, la nostra damigella è abile e sveglia...” mormorò lo spagnolo “... forse anche troppo... sfortunatamente per lei, lo sono anche io... al punto da affidare la mia sicurezza a compagni fidatissimi...” In quel momento Clio sentì qualcosa sfiorare il suo collo. Guidaux, accorgendosi di qualcosa mostrò un'espressione contratta. Sul collo di Clio stava infatti muovendosi una tarantola. “Non viaggio mai senza uno dei miei angeli custodi, milady...” disse Musan alla ragazza “... vi siete avvicinata troppo e loro non amano gli sconosciuti... ah, vi consiglio di non muovervi, perchè il suo veleno agisce in meno di un minuto...” “Per la barba del demonio!” Esclamò l'ammiraglio. http://www.italia-cuba.speleo.it/ap_05.jpg |
Maraiel seguiva con lo sguardo Talia mentre lavorava a quella stoffa.
La bambina teneva ferma la bambola, entusiasta e divertita, osservando con attenzione la ragazza e la cura con cui procedeva in quel suo lavoro. “La mia bambola è una principessa.” Disse. “Anche tu lo sei?” Chiese a Talia. “Questa è la stanza di una principessa, vero?” Tornando a guardarsi intorno. “Anche io sono una principessa... il mio papà dice sempre che da grande sposerò un principe.” Maraiel aveva la pelle molto chiara, i capelli di un castano pallido e gli occhi limpidi come le acque di un lago. Guisgard le aveva fatto indossare, al posto dell'abitino strappato con cui era salita a bordo, un costume di vari colori, che aveva predato su una nave diretta verso il Mar della Cina e probabilmente destinato a qualche bambino dell'aristocrazia imperiale. Poi la porta bussò e Talia disse di entrare. “Milady...” rispose uno dell'equipaggio senza però aprire la porta “... perdonate si vi importuno... siamo quasi a Minisclosa e messer Blind vuole salutarvi prima di abbandonare la nave. Vi attende qui nel corridoio per salutarvi appena sarete pronta.” |
Vidi Storm, alzarsi come un gatto felice di acciuffare la sua preda, i suoi movimenti erano morbidi tra i tavoli, sino a quando non arrivo' a quello che era di mio padre.....era di spalle e non potei leggere sulle sue labbra.....la conversazione mi sembrava tranquilla, niente strani movimenti.....mio padre era composto cosi' come lo erano i suoi amici, nessuno diloro sembrava essersi allarmato alla sua vista......incominciai ad essere nervosa e a muovermi sulla sedia come in preda a spilli puntati sul mio grazioso fondoschiena...finche' torno' al tavolo.......incominciai a guardarlo con attenzione, portando i miei capelli oltremodo sul viso...il mio abito sporco e malandato non dava all'occhio....." ditemi Storm posso chiedere prelibatezze o cose da poco conto, sapete le nostre risorse finanziarie sono rimaste alla locanda.....Avete avuto una bella discussione con quei bei Signori.......vi ha fatto tornare sorridente e quasi euforico, ditemi Storm... ci sono novita' su Ingrid ?.....ma prima perdonate la mia ineducazione mi avete fatto una domanda e io ancora non ho risposto e prima che io vi consenta tutta la mia attenzione.....ordiniamo pollo e salsa di mele...con pane croccante...amo ascoltare le buone notizie con la dolcezza delle cose buone in bocca......e perdonatemi ancora, mio caro sara' piu' saggio che chiamate voi..il locandiere ...sono ancora in incognito in questa sala...."........Ero cosi' ansiosa che mi sarei voluta mettere a d urlare....ma la calma era la virtu' dei forti...e io dovevo essere forte, per me e per Ingrid.....lei era tutto per me....speravo in cuor mio che Storm fosse la persona che diceva di essere....mi fidavo di lui....e lo avrei voluto fare sino alla fine...
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Certo amico mio ci penserò io alla bambina lo notato che è una vera peste ma cercherò di farmi fidare di lei vedremo cosa succederà inseguito
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"Siete un uomo sleale, dunque... Bene a sapersi.." Sorrisi ".. Non siete un soldato, siete un sicario.. Mi chiedevo in effetti che ci facesse uno spagnolo al servizio dell'ammiraglio olandese.." Guardai prima Musan poi Guideaux, con aria divertita : "e adesso che vi aspettare che faccia, sentiamo.. Che mi metta a strillare come una donnetta? E perché mai? Morire in un minuto è un offerta generosa... Molto più di quanto mi avrebbe concesso Giuff.." Mi morsi le labbra per reprimere una risata che mi avrebbe scossa "..o il generale Von Rattel se fosse riuscito ad acciuffarmi..." Sorrisi "..poco male.. Guerenaiz è in gamba e se la caverà.. E voi non troverete mai Giuff.."
Portai il mio sguardo lontano, verso il mare che si intravedeva dalla finestra. John.. Amore mio Perdonami.. Sai che non avrei mai potuto essere diversa.. Sai che non sono capace di stare buona e quieta.. È la mia natura.. So che mi amavi per quella che sono.... Oh, Guerenaiz... Buona fortuna... Ce la farai.. Io..Avrei voluto incontrati in un'altra vita... Versatemi da bere, fratelli miei.. Vi raggiungerò presto.. "Eppure, signori.." Dissi giocherellando con il pugnale di Musan, lentamente "Amo essere padrona del mio destino..." Con una mossa fulminea perforai la tarantola, ferendomi leggermente il collo. Il pugnale di Musan l'aveva trapassata da parte a parte, e ora il suo corpo era infilzata sulla sua lama, che tenevo ben lontano dal mio viso. Con la mano sinistra premetti ai lati della ferita, perché uscisse abbastanza sangue. Infondo, pensai, poteva avermi punto prima di morire. "Forza.. Cominciate a contare..." Dissi rivolta ai due uomini. Mi asciugai la ferita con il fazzoletto che tenevo nella manica. In cuor mio ringraziai la serva che aveva insistito perché ne portassi uno con me. Poggiai l'indice sulla ferita, e mi portai il dito insanguinato alle labbra. Il mio sangue era caldo e metallico, nessuna traccia del veleno. Sospirai di sollievo, senza darlo a vedere. "..No, temo che non sia così semplice liberarsi di me..." Dissi guardando Musan con un sorriso "..questo era un vostro amico fidato? Non dovete essere un tipo molto socievole, Milord.." Strizzando l'occhio. "Non sono una sirena, e nemmeno Teuta rediviva.. Non so nulla di mare.. Sono un semplice soldato..." Schioccai le dita della mano sinistra, e guardai il pugnale "Cosa diceva quel poema italiano che mio padre mi leggeva sempre? Costei gl’ingegni feminili e gli usi tutti sprezzò sin da l’età più acerba: a i lavori d’Aracne, a l’ago, a i fusi chinar non degnò la man superba" sorrisi ".. Già.. Clorinda è sempre stata la mia preferita.. " Respirai forte. "Bene, Messer Musan.. ora che cosa mi aspetta? Uno sciame di pipistrelli?" Sorrisi, ironica. "Vogliamo sprecare altro tempo, o iniziare a parlare di cose serie? Non sono una che si arrende facilmente..." Dissi osservando l'ammiraglio : "ma ancor meno una che supplica.. quindi se non volete il mio aiuto, è affar vostro.. Ma io non ho intenzione di perdere un minuto di più..." Sostenni il suo sguardo, ferma e decisa. |
Tornai di fretta nella mia stanza e da li udii i passi dei servi che trascinavano la giovane.
Che incubo è mai questo.....dove sono finita.....quell'uomo è davvero un pazzo...basta, non posso restare qui ancora a lungo...devo,devo scappare...ma come?? Forse potrei tentare di trovare un appiggio interno, con qualche aiuto da un servo della casa...Magari tentare di contattare il colonnello e sperare in un suo intervento..o quello di Fhael...e se trovassi un'imbarcazione con cui allontanarmi...o se fuggissi via correndo finché non mi ritrovo al sicuro..... Tutti questi pensieri mi invadevano la testa, sentivo battere forte le tempie.... |
Guidaux restò sorpreso da quella scena e dal coraggio, o forse solo incoscienza, messo in mostra da Clio.
Musan invece restò a fissare la ragazza senza tradire, almeno apparentemente, emozioni. Poi i suoi occhi si scossero leggermente ed un sorriso prese forma sul suo volto. “Si, era un mio amico” disse lo spagnolo fissando la tarantola spaccata in due da quella lama “ma probabilmente poco fidato, visto che non è riuscito a proteggermi.” Chiuse per un momento gli occhi e tornò a fissare il mare. “Clorinda...” mormorò “... beh, vi siete decisamente meritata di seguirmi in questa caccia ai pirati...” si voltò a guardarla “... siete un buon soldato? E sia... ma rammentate che il comandante sarò io e voi non muoverete neanche un dito senza un mio ordine... intesi?” |
Storm allora chiamò il locandiere per ordinare la loro cena.
Ma non c'erano mele. E neanche pollo. Alla fine il locandiere consigliò loro del coniglio cucinato con salsa di verdure. “Non sempre le cose vanno come si vuole nella vita.” Disse Storm ad Elisabeth. “Vuol dire che ci contenteremo del coniglio.” Sorrise. “Strano uomo vostro padre, sapete? Nasconde benissimo le sue emozioni, senza però preoccuparsi mai di fare altrettanto con il suo denaro. E in un posto come questo non è consigliabile mettere in mostra le proprie ricchezze.” Prese un altro bicchiere di rum. Finalmente tornò il locandiere con la loro cena. “Ora mangiate, milady...” fece Storm “... così, quando saremo a stomaco pieno, come voi stessa avete detto, ascolterete meglio le notizie che ho raccolto a quel tavolo.” Altra gente entrò in quel momento nella locanda, rendendo ancora più caotico quell'ambiente. E in quello stesso istante il padre di Elisabeth e gli uomini che erano con lui abbandonarono Puerto Baias. |
Sorrisi : "già.. Mai fidarsi degli amici..."
Poi, ridivenni seria e guadai Musan "Bene, e sia.. Ma badate, sarò ai vostri ordini solo durante la campagna contro il Gufo Nero.. Non provate a ingannarmi... " dissi fissandolo in quegli occhi impenetrabili che tanto somigliavano a quelli di Giuff. "Ma sappiate anche che la mia lealtà ha un limite.. " continuai senza staccare gli occhi dai suoi ".. Provate anche solo a sfiorarmi, e vi ucciderò.. Anche a costo di morire con voi, grazie ai vostri amichetti pelosi. .." Il mio volto si allargò in un sorriso glaciale ".. Questo vale per voi e per qualunque altro uomo del vostro equipaggio..." Alzai le spalle "... Una fanciulla deve pur difendere il proprio onore.." Con un sorriso. "Ebbene, Milord, quali sono i vostri ordini?" |
Tra inquietudini, preoccupazioni e timori, Cheyenne vide scendere la sera e poi calare la notte.
Nessun servo era giunto a portarle cibo e acqua, segno che il padrone era ancora in collera. Alla fine la ragazza cadde addormentata. Quello specchio di lago in cui si rifletteva la villa del colonnello scintillava di mille e più bagliori, frutto delle nuvole che, leggere, attraversavano col proprio candore il luminoso Sole di Mezzogiorno. Cheyenne era con l'anziano militare su una barchetta che si lasciava accarezzare dal lieve e musicale fruscio delle acque. Ad un tratto la ragazza si ritrovò sull'altra sponda del lago, circondata da fiori dall'intenso profumo e salici di un verde luccicante. Il colonnello era a pochi passi da lei, in piedi a fissare la villa e alcuni servi conducevano da Cheyenne il fido Gulltopr. Ad un tratto la ragazza vide Fhael. “Incontrarvi l'altra settimana alla festa” disse lei al portoghese “è stata per me una vera sorpresa. Ma ora molte cose mi appaiono chiare... siete giunto qui per continuare a prendervi cura di me, vero?” “Si, ma poi sono rimasto ferito in quell'incidente di caccia.” Annuendo Fhael. “Ora però mi sento meglio. Il dottore ha detto che posso anche cavalcare.” Sorrise. “Così ho subito chiesto al colonnello il permesso di condurvi fuori per una cavalcata. Naturalmente se a voi piace l'idea.” In quel momento Cheyenne aprì gli occhi. Era mattino e quel sogno era svanito. Un attimo dopo si accorse però di uno dei servitori del padrone immobile davanti al letto. “Preparati, il padrone ti attende.” Mormorò il servo. “Deve parlarti.” |
Scena XIII: Il ritorno di Sumond
“Ma quell'uomo non uscirà vivo di qui, - ripigliò l'indiano con gioia feroce. - Folle, ei voleva sfidare noi potenti, noi che facciamo tremare l'Inghilterra. Il serpente entrò nella tana del leone e il leone lo sbranerà.” (Emilio Salgari, I misteri della Jungla Nera) “Naturale...” disse sorridendo Musan a quelle parole di Clio “... ma trovo del tutto inutili queste vostre raccomandazioni, milady... da quanto ho appreso siete la promessa sposa di un capitano e quindi nessuno oserà toccarvi... dico bene, signore?” Fissando poi Guidaux. “Oh, il nostro capitano Gurenaiz teneva molto a lei...” fece l'ammiraglio. “Teneva?” Ripeté Musan. “Già, vero...” fingendo di correggersi Guidaux “... mi sono lasciato suggestionare da ciò che si racconta sulle punizioni e sulle torture che il Gufo Nero infligge a traditori e spie... ma sono certo che voi giungerete presto a liberare il nostro valente capitano.” “Naturalmente, signore...” con un sorriso enigmatico Musan “... non vorrei mai lasciare la nostra Clorinda senza il suo Tancredi...” tornò a fissare nuovamente il mare dalla finestra “... anche se, in verità, non ho mai letto tutto quel poema... come finiscono i due amanti? Spero bene... io mi avvilisco quando non c'è un lieto fine...” Ma proprio in quel momento nella stanza entrò il governatore. Aveva un'espressione divertita e modi fanciulleschi. “Straordinaria!” Esclamò. “Magnifica! Titanica! Colossale! Anzi, ciclopica!” “Cosa accade?” Incuriosito Giudaux da tanto entusiasmo. “Affacciatevi dalla finestra e guardate voi stesso!” Rispose ridacchiando il governatore. L'ammiraglio allora guardò giù dalla finestra. “Nel porto!” Con espressione d'ebete il governatore. “Guardate nel porto!” Stava infatti ferma davanti al porto una gigantesca nave da guerra. Era armata da almeno quaranta cannoni per lato e batteva bandiera inglese. E recava il nome impresso sulla fiancata sinistra: Queen of the east. “Una nave inglese!” Gridò Guidaux. “Si!” Annuì ridendo il governatore. “Ha annunciato il suo arrivo sparando un paio di cannonate in aria! E una lancia è scesa da essa, pronta a raggiungere il molo!” “Ma cosa vorranno?” Inquieto l'ammiraglio. “Ah, non ne ho idea!” Scuotendo il capo il governatore. “So solo che è bellissima e che la voglio presto nella mia collezione di modellini!” E finalmente in quel momento si accorse di Clio. “Oh... che splendore di ragazza... i miei omaggi, milady... permettete che mi presenti... sono il governatore di Las Baias. E voi?” E i suoi occhi erano ormai fissi sulla bella Clio. http://pic.pimg.tw/kuriko1984/54c013...f49d71f44f.jpg |
Guisgard sorrise ed annuì a quelle parole di Cavaliere25.
“Forse dovresti cercare di fartela amica.” Disse il pirata al suo fedele. “Magari potresti, quando risalirà in coperta, farle fare un bel giretto sul ponte, facendole così vedere la nostra nave.” Gli diede una pacca sulla spalla. “Ora però pensiamo a raggiungere l'Isola del Fungo, dove ci attendono il Gufo Nero e i suoi bucanieri. Va tu in vedetta e avvisaci quando avvisterai quell'isola.” |
Spostai appena gli occhi su Maraiel, mentre cucivo, e sorrisi...
una principessa, diceva... ed era vero... adesso mi sentivo davvero felice come una principessa... felice, più di quanto avessi mai sognato di poter essere. Poi tornò a parlare di suo padre e di nuovo tornò a farsi strada in me quella sensazione che già avevo avuto... la sensazione che ci fosse qualche cosa che mi sfuggiva... qualcosa che non riuscivo a ricordare... la osservai ancora per qualche momento, in silenzio, cercando di spingere la mia memoria là dove sembrava non riuscire ad giungere... Citazione:
Tornai a guardare Maraiel e a sorriderle... “Ecco...” le dissi, porgendole la gonna ed il corpetto ormai pronti “Perché non provi a vedere come le stanno, mentre io esco a salutare questa persone? Poi, quando rientrerò, le acconceremo i capelli... che cosa ne dici?” Le lasciai gli abitini per la sua bambola tra le mani, osservandola armeggiare con quelli vecchi per qualche momento, poi, sfiorandole affettuosamente la testa con la mano, mi alzai ed uscii nel corridoio. E lì trovai Blind. Se ne stava in piedi, con le mani dietro la schiena e quel suo imperituro vago sorriso sul volto... “Avvocato!” gli sorrisi, richiudendomi la porta della cabina alle spalle ed avvicinandomi a lui “E così, infine, qui le nostre strade si separano...” |
Giusto.. Guerenaiz.. Riesci a proteggermi anche da lontano, eh?
Sembrava proprio che la mia piccola bugia non fosse stata una brutta idea. Sorrisi : "Già, naturalmente.. ma non sono solita affidare ad un altro la mia sicurezza.." Mi voltai di scatto verso Guideaux, mentre ricordava ciò che avrebbe subito Guerenaiz, se Giuff l'avesse smascherato. Come se non lo sapessi... come se non fosse già abbastanza difficile saperlo su quella nave... Guardai Musan ".. quella storia finisce come deve finire. In modo da insegnare a chi combatte quanto l'amore sia pericoloso e fiaccante.. " E io lo sapevo bene. Troppo a lungo avevo dimenticato quell'insegnamento. E la mia debolezza, accecata com'ero dalla ricerca di John, mi aveva ribaltato continuamente dalla padella alla brace, da quando ero sbarcata su quelle isole. Nemmeno ora, infatti, mi sentivo al sicuro. ".. Ma non voglio certo rovinarvi il finale, Messer Musan.. vi consiglio di leggerlo, insegna molte cose.." Citazione:
Alle sue parole, mi affacciai alla finestra che dava sul porto, e la vidi. La Queen of the East era di certo la nave più bella che avessi mai visto. Ma non fu quello a catturare la mia attenzione. Alzai velocemente lo sguardo verso il cielo, e il mio cuore sussultò per un momento. Nell'azzurro limpido di quella mattina di sole, la bandiera britannica svettava di un rinato splendore. Sorrisi con gioia nel vederla garrire al vento leggero che spirava nella baia. Per un momento, mi sentii a casa. Ma la magia si spense in pochi istanti quando il nuovo arrivato continuò a parlare. Citazione:
Cercai di nascondere il mio stupore, e sorrisi all'uomo che avevo di fronte. "E' un vero onore conoscervi, eccellenza.." sorrisi "io sono.." Una donna inglese, addestrata come un soldato, che vi aiuterà nella lotta ai pirati, per gentile concessione del luogotenente Musan.. Esitai un istante, quel tanto che bastava per tenere a freno quei pensieri irriverenti. "... la promessa sposa del vostro valente capitano Guerenaiz.." con un inchino reverenziale. Ma il mio sguardo tornò fuori, cercando con gli occhi quella bandiera che tanto amavo. "Avete una collezione di modellini di navi, eccellenza?" dissi poi con un sorriso ".. in tal caso la Queen of the East diventerà senza dubbio il vostro fiore all'occhiello..." La guardai ancora una volta "..non ho mai visto una nave tanto bella.. affonderebbe l'Antigua Maria in un baleno.." sussurrai, sovrappensiero, osservando la maestosità di quella nave nel porto. Le altre navi, al suo cospetto, impallidivano per l'invidia. |
Passai una notte piena di incubi e di desideri...sognai il colonnello, Fhael e il mio amato Gulltoppr... ma purtroppo, al mattino, fui costretta ad aprire gli occhi e tornare alla triste realtà alla quale il mio Destino sembrava avermi dato.
Fu con una certa angoscia che risposi al bussare alla mia porta, che interruppe il filo dei miei pensieri. Temevo infatti che venissero a prendermi come avevano fatto con la povera ragazza della stanza accanto alla mia. Un servitore, dopo aver atteso che mi preparassi, mi condusse dal vecchio, che a suo dire, desiderava parlarmi. Lo segui titubante lungo il corridoio, poi ancora per le scale, fino ad arrivare in una sala con al centro una grossa tavola in legno di noce suntuosamente imbandita per la colazione. Ad un capo della tavolata, proprio di fronte all'ingresso, sedeva il vecchio. Non appena mi vide, smise di mangiare e mi fece gesto di sedermi. Il servo che mi aveva accompagnata mi fece accomodare proprio dall'altro capo del tavolo e poi se ne andò. Alla vista di tutto questo cibo il mio stomaco si fece sentire e mi ricordai di non aver cenato la sera prima. Mi sentivo osservata, ma non osavo alzare lo sguardo verso il vecchio. Così presi una fetta della torta più prossima a me e sorseggia del caffè. Per un po' ci ignorammo a vicenda, intenti a rinfocillarci. Quando ebbi terminato però non sapevo che fare, e alla fine, dovetti alzare lo sguardo in cerca di una risposta negli occhi del vecchio. |
Blind si avvicinò a Talia ed il suo sorriso da vago divenne ben pronunciato.
“Si, milady.” Disse annuendo. “Scenderò poco prima di Minisclosa. Nel vedervi, è inutile dire che siete raggiante. E di questo ne ho piacere. E sono certo ne avrebbe anche vostro padre se potesse vedervi ora. Ed il merito è del nostro capitano.” Il suo sorriso si allargò ancora di più. “E questo mi fa comprendere che il suo essere cupo e sfuggente è un onore che riserva solo a me. Ho infatti tentato di parlargli, ma inutilmente. Milady...” la sua espressione divenne di colpo seria “... probabilmente a voi non lo dirà, ma sappiate che il capitano è deciso a sfidare l'altro pirata... si sono infatti dati appuntamento su un'isola fuori dalle rotte ordinarie e lì regoleranno le loro dispute... milady, non ho molto tempo... ma sappiate che a Las Baias molte cose potrebbero cambiare... la strage di Balunga ha messo tutto in discussione e servono uomini nuovi alle grandi potenze europee per controllare e far sviluppare questi mari... in Inghilterra molti non hanno condannato l'ammutinamento del vostro capitano, dunque potrebbe davvero essere riammesso nella marina reale... però...” “Signor Blind.” Interrompendolo uno dei pirati che si era allontanato di qualche passo per lasciarli da soli a parlare. “Temo sia ora. La lancia che vi sbarcherà a terra e pronta. Seguitemi, prego.” Blind annuì e strinse la mano a Talia. “Incontrerò presto vostro padre, milady.” Sorridendole. “E che Dio vi benedica entrambi.” E andò via. |
A quelle parole di Clio, il governatore rise con un'espressione da ebete e prese subito la ragazza per mano.
“Allora dovete vederla!” Disse entusiasta. La condusse così in una sala adiacente, dove faceva bella mostra la sua collezione di modellini. “Non è favolosa?” Fissando Clio. “Si, dite il vero... quella nuova nave inglese farà impallidire tutte le altre! Credo che la metterò lì, a destra...” “Ma non la Santa Rita...” fece Musan che con Guidaux aveva seguito Clio e il governatore “... per questo ho promesso che apparirà presto nella vostra collezione, eccellenza... e non parlo di un modellino, ma di quella vera...” “Si, vero!” Ridendo il governatore. “E ogni promessa è un debito, caro Musan!” |
Il vecchio fissò Cheyenne.
Il suo sguardo era teso. “Sono giunti dei visitatori.” Disse all'improvviso. “Sono forestieri. Dicono di aver avuto problemi con la loro imbarcazione. E forse ne hanno anche con la legge, chissà... hanno chiesto di poter avere ospitalità per qualche giorno... vogliono pagare bene per questo... tu, nel frattempo, resterai ben segregata nella tua stanza e uscirai solo per i pasti. Diremo che sei la mia giovane moglie e non ami molto vedere e frequentare gli estranei. E' tutto chiaro?” |
Osservai divertita la collezione del governatore. Repressi un risolino davanti al volto estasiato di quel piccolo uomo di potere. Possibile che una cosa tanto banale lo esaltasse tanto? Ma, apparentemente, sembrava di si.
Dei tre uomini nella stanza, Musan era di certo il più pericoloso, sebbene sembrasse devoto ai suoi superiori. "Sono molto belle, eccellenza..." Dissi sorridendo. "La Santa Rita, Milord?" Rivolgendomi a Musan "Avete intenzione di dare la caccia anche allo Sparviero Nero? Ho visto la sua ciurma a Portuga..." Sospirai, ripensando alla sera in cui Guerenaiz era apparso in quella locanda maleodorante. ".. Non ricordo, però la loro nave, per quanto fosse, sicuramente, ormeggiata accanto all'Antigua Maria.. Ricordo solo che persino Giuff era affascinato dal loro capitano.." Una nave, tra quelle in miniatura del governatore attirò la mia attenzione: L'Antigua Maria. Sorrisi : ".. Vedo però che avete già una nave pirata nella vostra collezione." Mi avvicinai a guardarla meglio : "..i miei complimenti, eccellenza.. È davvero perfetta.." |
ok dissi vado subito e andai in postazione per avvisare quando saremmo arrivati quasi al isola e iniziai a scrutare destra e sinistra
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Fissavo Blind, ascoltandolo in silenzio... e più lo ascoltavo e più i miei occhi si allargavano...
l’allusione a mio padre... quelle parole su un presunto duello di Guisgard... e poi Las Baias, l’Inghilterra, l’ammutinamento... Lo fissavo, in preda a mille e più pensieri, paure, domande... Citazione:
Mi avvicinai di nuovo a lui... avevo tante domande... Presi la sua mano tra le mie e la strinsi... “Mio padre non capirà!” mormorai, avvicinandomi appena “Non vorrà capire: lui non ha mai amato Guisgard... lo disprezzava anche quando eravamo in Olanda...” sospirai “Ma voi... voi sapete la verità! Sapete che il suo cuore è grande e giusto... e sapete perché io resto qui, sapete che non potrei e non vorrei essere da nessun’altra parte!” Esitai... abbassai gli occhi... “Voi avete la possibilità di dire la verità...” soggiunsi poi “Di perorare la sua causa... la nostra! Ma fate attenzione... pensateci bene prima di farlo... non tutti la vedranno come voi... non tutti capiranno e... e qualcuno, forse, avrà altri interessi!” Avevo parlato in fretta... con gli occhi preoccupati fissi nei suoi... quando la mia voce si spense, però, gli sorrisi... “Buona fortuna, avvocato!” dissi, per poi guardarlo andar via lungo il corridoio, fino a scomparire oltre la scala. Sospirai, allora... le parole di Blind continuavano a vorticarmi in testa... le parole su Guisgard e sul suo incontro con Giuff in modo particolare... la mia mano esitò sulla maniglia... Maraiel mi aspettava... ma Guisgard? Cosa voleva fare? Cosa avrebbe fatto? Chiusi gli occhi un attimo... Maraiel stava bene in quella cabina, pensai... aveva il suo nuovo gioco e non aveva più paura ora, mi dissi... Esitai solo un altro istante, dunque... poi voltai le spalle alla porta e mi diressi verso la scala che portava sul ponte. |
"Certo signore. Sono d'accordo con voi. E poi la mia stanza è così bella....vi chiedo solo il permesso di prendere qualche libro dalla biblioteca in modo da poter passare più agevolmente il mio tempo? Sareste così gentile da accompagnarmi e consigliarmi qualche buon romanzo?
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Sul castello di poppa la luce sembrava appena accennata, quasi come generata da un soffio, soave e leggero, abbandonato e diffuso sui parapetti alti che scendevano e percorrevano le fiancate della Santa Rita.
All'orizzonte, attraversato da nubi man mano sempre più dense e scure, tentava di affacciarsi il cromato ricciolo della Luna fluttuante tra i lampi che illuminavano il cielo e smarrendo, lentamente, il suo argentato alone sulla superficie oscurata delle acque. Il crepuscolo, che cedeva con sempre più decisione il passo alla sera, appariva simile all'eternità che oltre il cielo si mostrava pian piano più vicino, accompagnato, da una parte, dal primo scintillio delle nuove stelle e dalle nuvole più cupe e profonde dall'altra, come se si fossero divise le due metà di quello scenario, al solo mormorio del mare opaco reso unico spettatore di quello sfondo infinito. Guisgard vide Talia sul ponte e scese a prenderla, per poi portarla su con lui. “Forse è vero” disse il corsaro “che un pirata non è poi così diverso da un principe.” Sorrise. “Visto che trovo ad attendermi una principessa.” Si adagiarono accanto al parapetto. “Forse la vita non è altro che un grande racconto” sfiorando una ciocca di capelli che scendeva ribelle sul viso di lei “... si, forse è così e sta a noi mutarla in commedia o tragedia...” la sua mano scese ad accarezzarle il viso e poi la bocca con le dita “... ho attraversato questi mari in lungo e in largo... senza mai fermarmi, sfidando onde impetuose, venti contrari e navi di tutti tipi, colme d'oro o fumanti di cannoni... ho vagato come Ulisse, come Sinbad, tra la furia della natura e l'odio degli uomini... predando tesori di ogni tipo, eppure senza trovare mai niente capace di ammansire il mio spirito...” fissò il mare “... forse questo mio viaggio era solo una fuga... una fuga disperata per dimenticare... si, per dimenticare te... e nelle notti più cupe, più buie, quelle rese incantate ed immutabili dallo scintillio eterno delle stelle e dal muto splendore della Luna ho pensato di non riuscirci... si, perchè davvero non può bastare una vita a dimenticare ciò che invece la tua anima brama, invoca e tenta di raggiungere... la Luna... chiedi alla Luna quante volte le ho parlato di te... e magari tu eri lontana, chissà dove...” tornò a guardarla “... oggi lo so... ho raccolto tutto questo solo per te... ma cosa può donare un innamorato alla sua amata? Davvero può bastare rubare tutto l'oro del mondo e tutte le perle dei mari? Ci saranno altri uomini, forse tra un anno o un secolo, che faranno altrettanto... no, un innamorato può donare solo ciò che è unico, come il suo amore...” aprì un baule che era vicino al timone e cercò tra vari rotoli e pergamene. Ne estrasse una mappa arrotolata e la mostrò poi a Talia. “Queste sono le Flegee Settentrionali...” indicando quel disegno alla ragazza “... gli inglesi sono intenzionati a controllarle... ma qui, dove le rotte sono ancora incerte, proprio qui” segnando un punto “vi è un piccolo isolotto senza nome... e quando questo nostro viaggio terminerà, fuggiremo laggiù, lontani da tutto e da tutti... daremo un nome a quell'isolotto e lì saremo felici...” i loro occhi si unirono. Ma quegli occhi furono solo ambasciatori delle loro labbra, che a loro volta lo furono dei loro cuori e delle loro anime. Ed un caldo abbraccio li unì sotto quel cielo denso di nuvole e squarciato dal muto incanto lunare. http://3.bp.blogspot.com/-aHxtvhEf1K..._7443971_n.jpg |
“Soprattutto allo Spariero Nero.” Disse Musan a Clio. “Lui è il più pericoloso. Ma presto la sua carriera di bucaniere finirà...” di nuovo cominciò a giocherellare con il suo pugnale intarsiato “... una mia spia a Portuga” continuò “mi ha parlato di un patto fra lui e il Gufo Nero... dunque, basterà trovarne uno per avere poi entrambi...”
“Dovrei parlarvi.” Fece Guidaux. Musan annuì e i due si allontanarono di qualche passo, verso la finestra, mentre il governatore continuava a mostrare orgoglioso la sua collezione a Clio. “Guardate, guardate con attenzione!” Sempre più entusiasta il governatore. “Figuratevi che i cannoni dell'Antigua Maria sparano davvero! Sono palline di caucciù!” “Avete trovato la bambina?” Chiese l'ammiraglio a Musan. “Non ancora, signore.” “E cosa aspettate?” “Ho già un piano...” fissandolo lo spagnolo “... presto riavremo la bambina...” “Quando?” “Al mio ritorno.” Rispose Musan. “Vi porterò le teste dei due pirati e la bambina da mettere sul trono del vicereame di Balunga.” “Allora preparatevi.” Fece Guidaux. “E pregate per il vostro successo.” “Il nostro, signore...” disse Musan. |
“No, vedrai prima quei visitatori.” Disse il vecchio a Cheyenne. “Ci andrai dopo e potrai scegliere i libri che vorrai.” Suonò allora un campanellino e si presentò un servitore. “Fa entrare quegli uomini.” Ordinò il vecchio. “Li saluterai e poi andrai via.” Rivolgendosi di nuovo alla ragazza.
In quel momento giunsero i visitatori. “Prego, avvicinatevi...” fece il vecchio. Erano tre uomini ed uno di questi si fece avanti. “Grazie dell'ospitalità, signore...” si voltò poi verso Cheyenne. Lei lo riconobbe subito. Era Fhael. “Questa è mia moglie Cheyenne.” Disse il vecchio. “Incantato, milady.” Baciandole la mano il portoghese. “Non ho mai visto una donna bella come voi.” |
Ecco a che cosa brindavano le due ciurme quella sera..
Sorrisi, tornando con la mente a quella locanda. Eppure mi appariva difficile immaginare un pirata più pericoloso di Giuff. Tentai invano di comprendere le parole che si scambiavano Guideaux e Musan. Mi voltai ad ascoltare il governatore, tutto intento ad osservare quelle navi in miniatura. Avrei voluto scuotere la testa e alzare gli occhi al cielo, ma conoscevo ancora le buone maniere. "Davvero strabiliante..." Sorridendo. "Ma avete detto che dalla nave inglese si è staccata una lancia.. Non sono ancora venuti, a rendervi omaggio, i nuovi arrivati?" La presenza di quella nave inglese in un porto così strettamente controllata dagli olandesi, mi incuriosiva non poco. |
I visitatori entrarono e di presentarono.
Uno di questi era Fhael. Non potevo credere ai miei occhi e riuscii a stento a trattenere le lacrime. Quando si avvicinò a me per pormi i miei omaggi lo guardai intensamente sperando che potesse capire come stessero davvero le cose. "Vi ringrazio messere per i vostri complimenti siete troppo buono. Ora lorsignori mi perdonino ma ho un leggero mal di testa e vorrei ritirarmi nelle mie stanze. Vi auguro una buona permanenza nella nostra casa. Arrivederci signori. Approposito, prima di tornare nella mia camera volevo andare nella biblioteca a prendere qualche romanzo, per" caso avete suggerimenti? Immagino che uomini della vostra portata abbiamo una cultura migliore di me...Pensavo di leggere qualcosa che parli di pirati oppure di amori sventurati o forse di famiglie divise...magari qualche opera classica...beh ci penserò...Perdonatemi se vi annoiato con i miei dubbi letterari. Di nuovo arrivederci signori" |
Ma un attimo prima che il governatore arrivasse a rispondere alla domanda di Clio, un soldato entrò e annunciò l'arrivo di alcuni ufficiali inglesi che chiedevano di incontrare le autorità di Las Baias.
“Devono essere quelli sbarcati dalla fregata inglese...” disse Guidaux al governatore “... fateli entrare.” Ordinò poi al soldato. Entrarono così tre ufficiali, uno dei quali mostrava i gradi di capitano. Era di robusta costituzione, il volto tirato e l'espressione contratta. Lo sguardo era cupo, impenetrabile, fosco, mentre i lineamenti sembravano essere stati segnati dai venti e dalla salsedine. Era quello che si diceva un uomo di mare. “Salute a voi, eccellenza.” Salutando il governatore. “Ammiraglio.” Con un lieve cenno del capo verso Guidaux. “Re Giorgio d'Inghilterra vi manda i suoi saluti.” “Con chi abbiamo l'onore di parlare?” Chiese Guidaux. “Sono il capitano Sumond, comandante della Queen of the East.” “E' stato avventato da parte vostra” disse Guidaux “avvicinarsi così tanto al porto di Las Baias.” “Gli alleati non sono forse sempre ben graditi a casa dei loro amici?” Fissandolo Sumond. “Dipende che dono offrono.” Rispose l'ammiraglio. “Un'alleanza si forma appunto per questo.” Replicò Sumond. “Per scambiare doni e vantaggi reciproci.” “Come pretendete di conoscere eventuali nostri vantaggi?” “Perchè alla fin fine” rispose Sumond “gli uomini sono tutti uguali e cercano le stesse cose.” “Davvero?” “Si, ammiraglio.” Annuì Sumond. “Voi volete ripulire i vostri mari dai pirati e a me interessa uno di quei pirati.” “Uno soltanto?” Musan ascoltava quella discussione con molto interesse, mentre giocherellava con uno dei suoi ragni mortali. “Si.” Disse Sumond. “Reo di aver sottratto una nave di sua maestà.” “Interessante.” Mormorò Guidaux. “Forse il nome di quella nave vi chiarirà il tutto...” fece Sumond “... parlo della Santa Rita.” “La Santa Rita?” Ripetè meravigliato Guidaux. “Allora voi cercate...” “Si.” Con uno sguardo impenetrabile Sumond. “La nave dello Sparviero Nero...” “Sembrate conoscere bene quell'uomo.” Fece Guidaux. “Si, lo conosco bene...” con un'espressione corrucciata Sumond “... era il mio secondo a bordo... e il suo nome è Guisgard...” “Guisgard...” ripeté Musan, per poi infilzare il ragno col suo stesso pugnale. |
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