Patrick annuì e poco dopo servì a Gwen la pizza e l'aranciata.
La pizzeria era discretamente piena ed a qualche tavolo si facevano vari discorsi.
Alcuni parlavano di Calcio, con le imminenti partite di Champions League, altri del tempo che continuava ad essere variabile.
Altri ancora invece discutevano dei nuovi arrivati nella cittadina, come la ricca e bella ereditiera, i due scienziati ed il cast per la ripresa di alcuni episodi di quella famosa serie tv.
Altri invece chiacchieravano circa le misteriose morti di alcuni animali, come le pecore di Campus e la scimmia dei due scienziati.

Mi fiondai subito sulla pizza non appena arrivò.
Nel frattempo, rimasi in ascolto dei vari discorsi che si avvicendavano nella sala.
Chi parlava di calcio, chi delle novità in città, come l'arrivo dei due scienziati, altri invece parlavano dell'uccisione delle pecore di Campus.
Allora aguzzai l'udito per capire cosa stessero dicendo a quel tavolo, mentre continuavo tranquilla a mangiare la mia pizza.

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Altea e Colette prestarono attenzione a quel programma in tv, dove l'affascinante studioso, così carismatico e colto, con alcune argute considerazioni ed acute congetture riusciva a risolvere alcuni vecchi miti che avevano per anni alimentato le fantasie della gente del posto.
Era un uomo estremamente intelligente, pratico, osservatore attento e profondo conoscitore delle materie che trattava.

"Un antropologo pure direi...ma lo conosci di persona, Colette?" osservandolo quasi affascinata "Eh, noi siamo qui invece. Strano a dirsi, fare le attrici ed essere famose e pure rimanere bloccate in un posto" finendo la cena e lasciando comunque la mancia a Pitt.

Gwen restò attenta ai vari discorsi sulla morte di quegli animali, pur gustandosi la sua pizza.
L'idea dominante era che ad aver ammazzato i tre animali fosse stato un cane o un branco di cani.
Insomma animali molto forti.
Comunque dai discorsi dei vari clienti gwen scoprì che non si trattava di una scimmia, ma di uno scimpanzè per essere precisi.
Comunque i proprietari avevano denunciao l'accaduto allo sceriffo ed era cominciata la caccia al misterioso animale responsabile di questi attacchi.

"Conoscerlo di persona..." disse Colette ad Altea "... magari!" Esclamò divertita. "Gli farei pure da assistente ad uno così!" Maliziosa. "E' bello, intelligente, colto, carismatico... insomma, l'uomo perfetto!"

Uscimmo dal locale salutando Pitt e promettendogli saremmo passate sicuramente presto, almeno la mia promessa era certa.
Salimmo sulla Ferrari e guardai nella rubrica del mio cellulare e trovai il numero di telefono di un cameraman mio amico, il quale mi disse appunto era andato in un' Isola delle Flegee per un documentario e lo chiamai "Bene, vediamo se abbiamo fortuna...magari scopriamo il bello e impossibile è impegnato, sposato oppure uno stacanovista" sentendo il cellulare suonare.

"Ehi, sei davvero efficiente, amicamia." Disse divertita colette ad Altea.
Il telefonino squillò quasi subito.
"Ehilà..." il cameramen al telefono "... come stai, bellezza? Proseguono bene le riprese dalla serie tv?" Ad Altea. "Dimmi tutto... come posso esserti d'aiuto?"

"Sei tu non hai i giusti agganci...ma non cantiamo vittoria prima di sapere" sorrisi a Colette.
Poi rispose il cameraman "Ehi Jassy, come stai...scusa se ti disturbo ma stavamo guardando alla tv un documentario e vi era un importante studioso, Minsk deve essere il suo nome" sorridendo maliziosa a Colette "Per caso stai girando tu il documentario? Mi avevi detto stavi andando in una isola delle Flegee...perché Colette sostiene sia l' uomo perfetto" ridendo.

Tutti continuavano a proporre l'idea del branco di cani, ma io ero sempre più scettica.
Non ero affatto convinta.
Tuttavia, le ricerche per lo scimpanzè erano già iniziate, poiché i proprietari avevano già denunciato la scomparsa.
Poteva essere qualche psicopatico con chissà quale problema e per me rimaneva l'ipotesi più accreditata.

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Colette, nel vedere Altea al cellullare col cameraman mentre chiedeva di Minsk, le rispose con la stessa malizia al suo sorriso.
"Si, stiamo effettuando le ultime riprese ed il montaggio del programma qui alle Flegee..." disse il cameraman "... domani crederemo lasceremo l'isola visto l'episodio è concluso. Minsk l'uomo perfetto? Ehi, guarda che sono geloso!" Ridendo lui al cellullare.

Gwen continuava a mangiare la sua pizza, sempre però con le orecchie ben aperte intorno a lei.
Ad un tratto, dalla strada, iniziarono a giungere delle grida.

Continuai a mangiare, finché finii e andai a pagare la mia cena.
Mi precipitai fuori sentendo delle grida in strada, preoccupata per ciò che poteva essere successo.
Che ci fosse stata un'altra aggressione?

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Lo guardai tutto mentre si sedeva accanto a me, e mi chinai poi per versargli il caffè sul tavolino di fronte a noi, sempre fissandolo con un sorrisetto enigmatico e malizioso.
Nel farlo, le mie gambe andarono distrattamente a toccare le sue mani, così vicine.
"Oh no, io non ho animali, stia tranquillo sceriffo, ho solo un nipotino dormiglione da qualche giorno, ma se ne sta sempre chiuso nella sua stanza!" con un gesto noncurante.
"Beh, se è così pericoloso restare qui dovrà impegnarsi a proteggermi allora, no?" facendogli l'occhiolino a mia volta e portando alle labbra la mia tazzina di caffè.

Gwen uscì dalla pizzeria, arrivando in strada dove alcuni si erano affrettati ad arrivare.
C'era il signor Simmon, con in spalla la sua carabina da caccia, che urlava come un ossesso nella piazza centrale.
Da ciò che diceva, con viva rabbia, sembrava che qualcuno fosse penetrato nella sua proprietà spaventando i suoi polli.

La gamba di Destresya arrivò a sfiorare la mano di Swan ed a quel punto lui guardò la bella ereditiera negli occhi.
"Una giovane vedova con suo nipote" disse lui "non dovranno mai temere. la vostra sicurezza, sua e di suo nipote, sono una mia priorità, signora." Ignorando che lei invece aveva già una guardia del corpo ai suoi ordini.
Poi la ricetrasmettente dello sceriffo suonò e lui rispose.

Uscii di gran carriera, ma indietreggiai in un balzo vedendo il signor Simmon con la sua carabina in spalla.
Sì, meglio stare lontani finché era in collera ed armato.
Affermava che qualcuno fosse entrato nella sua proprietà e avesse spaventato i suoi polli.
Ma cosa Accidenti stava accadendo?!
Erano forse tutti impazziti?!
Davvero non capivo cosa stesse succedendo, non era normale che qualcuno di divertisse a prendersela con gli animali e se lo faceva, doveva essere qualcuno davvero disturbato.

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Simmon continuava a sbraitare, deciso a trovare il colpevole e farsi giustizia da solo, nonostante quelli intorno a lui cercassero di calmarlo.
Ad un certo punto arrivò Sev, il giovane vicesceriffo.
Riuscì a far desistere Simmon dai suoi propositi vendicativi e lo portò all'ufficio dello sceriffo.
Ora in tutta la cittadina si era formata una fitta curiosità verso quella faccenda.
Tutto ciò davanti a Gwen.

Tutti cercavano di calmarlo, ma l'unico che ci riuscì alla fine fu il vicesceriffo, Sev.
Era davvero una situazione assurda, della quale non si capiva il motivo, nè si riusciva in qualche modo a fare luce sul colpevole.
Mi avvicinai allora al cuore della folla per capirne di più.

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Gwen raggiuse il folto gruppo di persone che si era radunato al centro dello spiazzo per discutere dell'accaduto.
Vi erano in ballo diverse versioni.
Qualcuno diceva che Simmon aveva trovato un gruppo di teppisti nella sua proprietà.
Qualcun altro invece affermava che Simmon era riuscito a mettere un fuga un ladro di polli.
Qualcun altro ancora si diceva sicuro che Simmon si era ritrovato ad affrontare un grosso cane lupo intenzionato a rubargli qualche pollo.
Vi era persino chi raccontava di una volpe scoperta da Simmon che faceva strage nel suo pollaio.

Appena arrivai più vicina, sentii ogni versione possibile ed immaginabile.
Chi parlava di volpi, chi di lupi, chi ancora di teppisti.
Non si sapeva a chi dare ascolto e tutti sembravano fare a gara fra loro per fornire l'ipotesi più accreditata ma anche più fantasiosa.


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Mentre le varie e diverse versioni dell'accaduto si susseguivano, Gwen vide giungere nella piazza la moglie di Simmon, accompagnata dal loro fattore.
Ancora visibilmente agitata, la donna raccontò ai presenti che mentre erano in casa a cenare lei e suo marito avevano sentito i cani abbaiare.
Simmon aveva preso il fucile ed era uscito a controllare.
Sparò un paio di colpi e poi raccontò a sua moglie di aver visto qualcuno presso il pollaio.
Descrisse di aver visto una figura piuttosto bassa, con il capo coperto e con abiti che toccavano terra, poichè sentiva la stoffa che si trascinava sul terreno.
La figura sentiti i colpi di fucile si era dileguata molto velocemente e Simmon era poi corso in piazza deciso a trovarla.
Questo fu il racconto di sua moglie a quelli radunati in piazza.

In piazza arrivò anche la moglie di Simmon.
Raccontò come davvero erano andate le cose ed ero sollevata che la mia teoria che fosse una persona e non un animale fosse corretta.
"Resta da vedere se sia lo stesso che ha attaccato le pecore e fatto sparire la scimmia" pensierosa "Ma se non lo fosse, la coincidenza sarebbe troppo strana."

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Gwen constatò che tutti intorno a loro, come una vera e propria giuria popolare, avevano sancito senza ombra di dubbio che la misteriosa figura vista da Simmon era il responsabile degli animali ammazzati in precedenza, ossia le pecore di Campus e lo scimpazè dei due studiosi.

"Allora, se davvero gli attacchi agli animali sono collegati, vuol dire che lo sceriffo troverà dei punti in comune fra le aggressioni ai polli e le pecore e la sparizione della scimmia" annuii con convinzione.
Era ormai chiaro che ci fosse una radice comune, bisognava solo trovarla.

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Dopo un pò il drappello di persone cominciò a sfoltirsi.
Gwen restò quasi sola nella piazza, mentre una sera cupa e silenziosa aveva tinto i tetti, i porticati ed i cavalcavia della stradina che tagliava in due la cittadina.

Alla fine, la folla si disperse, lasciando una cupa malinconia nella piazza quasi completamente vuota.
A quel punto tornai a casa, poiché era tardi e non volevo restare fuori proprio ora, con tutto il trambusto accaduto a Campus, Simmon e gli scienziati, o temevo che la zia si sarebbe preoccupata e avrebbe dato di matto.

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Gwen tornò a casa, dove sua zia aveva già preparato la cena.
Con lei però vi era anche un uomo.
Era anziano, dall'aspetto bonario, con capelli bianchi ed ordinati, baffi dello stesso colore e rassicuranti, un bel bastone con pomo d'argento ed una coppola a quadroni che si tolse con garbo per salutare Gwen.
"Il signor Galat" disse la zia "si è da poco trasferito qui a Casarignone, per potersi dedicare alla sua collezione di libri antichi. Egli ha saputo in giro della tua abilità nella lettura dei Tarocchi e gli piacerebbe che tu possa parlargli del suo futuro, Gwen."

Arrivai a casa, dove la zia stava già per cenare, sebbene io avessi cenato in pizzeria.
Con lei però c'era anche un uomo che non conoscevo, un uomo distinto, dall'aria bonaria.
"Piacere di conoscerla, io sono Gwen" sorridendogli.
"Oh, certo" stupita.
Allora mescolati le carte sul tavolo da pranzo, le stesi e gliene feci pescare tre.

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"Io mi trovo davanti ad un grande dilemma..." disse l'uomo a Gwen "... se vendere o meno un vecchio libro acquisto tempo fa..." pescando poi tre carte dal mazzo dei Tarocchi sul tavolo, attendendo la lettura da parte della ragazza.

Aspettai che pescasse le carte e mi porse la sua domanda.
Annuii.
"Bene, vedremo cosa consigliano le carte" sorridendo.
Poi, voltai le tre lame per vedere quale fosse il loro responso.
Le carte erano sempre molto precise, raramente lasciavano irrisolto un quesito, a meno che chi desiderava un consiglio non avesse posto la domanda sbagliata.

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Gwen girò le carte sul tavolo.
La prima era l'Eremita, che rappresentava la conoscenza e la sapienza.
La seconda era la Forza, che simboleggia la disciplina ed il coraggio.
La terza infine era la Torre, che raffigura la superbia che viene punita.

Osservai attentamente le carte.
L'eremita, la forza e la torre.
Rimasi a rifletterci a lungo, quasi meditando, per fornire all'uomo la spiegazione migliore.
Prima di iniziare, mi schiarii la voce.
"Lei ha speso molto in energie e quant'altro per trovare questo libro, il quale però potrebbe crearle grossi problemi e forse lei lo sa, dal momento che si è rivolto a me, giusto?" guardandolo "Dunque, il consiglio più utile che le carte le stanno dando, è liberarsene, domando la sua sete di conoscenza che però potrebbe sopraffarla e andare a suo svantaggio" indicando rispettivamente la carta della Forza e poi la Torre.

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L'uomo ascoltò Gwen con attenzione.
"Quindi" disse "dovrei disfarmene..." pensieroso "... si tratta di un libro molto antico che fu sottratto al fanatismo di alcuni bigotti che avrebbero voluto bruciarlo nel XIV secolo..."

Ascoltai la spiegazione.
"Beh, le carte consigliano, facendo emergere la risposta che è già dentro di noi, ma senza predire un futuro che nessuno di noi conosce, ne anche loro. Ma se la conseguenza è questa" indicando la Torre spezzata e avvolta dalle fiamme "Credo che dovrebbe dare loro ascolto..." aggiunsi, guardandolo.
"Nessun obbligo, ovviamente. Solo la scelta migliore delle altre, sta a lei decidere" sorridendo.

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L'uomo apparve perplesso, pensieroso e preoccupato.
Continuava a fissare le tre carte sul tavolo in modo torvo, cupo, quasi angosciato.
"In verità" disse a Gwen "sono alquanto preoccupato... forse quel libro andrebbe distrutto, non venduto..."

Era preoccupato, ansioso, si vedeva.
Soppesai le sue parole.
"Sì, credo anche io che sia la soluzione migliore..." commentai, guardando le carte a fronte di quelle ultime parole.
Non avevo idea di che libro si trattasse, ma ero certa che potesse causare parecchi danni, se non si prendevano provvedimenti.

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"Forse vorreste sapere di che libro si tratti, immagino..." disse l'uomo a Gwen ed a sua zia "... giusto?"
"Beh, in effetti ora sono curiosa..." la zia "... forse si tratta di qualche manuale di magia nera o qualcosa di simile? Magari un libro per evocare gli spiriti dei morti?"

Stavo per rispondere alla domanda, ma la zia mi precedette.
Oh beh, se fosse stato così sarebbe stato veramente un peccato, poiché si sarebbe trovato bene fra i libri che vendevo alla bottega.
"A questo punto ce lo dica" a Galat.

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"Si tratta" disse Galat a Gwen ed a sua zia "di uno degli ultimissimi manuali alchemici per generare il leggendario Homunculus..."