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Ricevetti l’ennesima occhiataccia e come sempre non me ne curai molto.
La conversazione venne interrotta dall’arrivo di un nostro servitore, portatore di nefaste notizie. Assunsi un’espressione grave, preoccupata e per un momento non pensai a rimbeccare Raspun . Ma lo fece invece mio zio, visibilmente adirato. Era una cosa terribile, la quiete vissuta era stata semplicemente una mera illusione e ora il terrore tornava aleggiare sulla nostra città. “ Povera ragazza... che sorte terribile... La gente finirà per non uscire più di casa se si continua di questo passo.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
I banditi ripresero il cammino verso il loro covo, con il bel viaggiatore in sella con Altea e Gozil a chiudere il gruppo.
“Si, ho sentito di queste aggressioni...” disse lui mentre galoppava con Altea “... secondo voi non si tratta di lupi? E di quale altro animale?” Incuriosito, mentre il Sole cominciava a calare verso Occidente. Gwen e Therese si misero sul tappeto, con la bambina che guardava divertita le illustrazioni del libro. “Il mio segreto...” disse “... da grande io sposerò messer Elv! E' molto bello!” Sorridendo. “Magari.” Disse stizzito il presbitero a Dacey. “Se restassero tutti nelle loro case sarebbe già una buona cosa.” Visibilmente nervoso e lanciando un'occhiata cupa a Ruspon. “Avanti, non restate lì imbambolato. Detesto l'inettitudine. Fate recuperare il cadavere della ragazza e cominciate a pensare ad una nuova soluzione.” “Sterminerò ogni altro lupo esistente al mondo...” con rancore Ruspon. “Basta con i lupi!” Gridò il presbitero, al punto da far sobbalzare Dacey. “Basta...” calando il tono della voce, conscio di aver avuto una reazione troppo forte “... cominciate ad indagare... a cercare fra i boschi tracce... un animale, qualunque esso sia, deve pur avere un covo, una tana... non mi importa dove, ma tutto questo deve finire... sono stato chiaro, Ruspon?” “Si, eminenza...” col viso scuro l'uomo. “Andate ora.” Lo congedò il presbitero e Ruspon uscì. |
Nacque in sorriso spontaneo e intenerito da quelle parole.
Neanche da piccola mi era mai stato concesso tutto questo, la gioia dell'infatuazione, l'affetto, l'amore. Troppi lussi per una vita come la mia. "Oh, allora sono curiosa di vederlo!" incuriosita. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Restai pensierosa alle parole di Stuarto.
Non era facile trovare servi che avessero tutti i requisiti necessari, di solito li invitavo al castello e quelli che non andavano bene... beh, non ne uscivano. Pensai che questa volta potevo provare un approccio diverso. “Stuarto, prepara la carrozza, andrò alla locanda a valutarli, che non voglio altri incompetenti in casa, senza contare che con tutto questo trambusto non è il caso di dare nell’occhio!” Alzandomi “Vado a cambiarmi!”. Poco dopo ero di ritorno, con un abito molto più semplice pronta ad andare alla locanda. Chissà che non mi sarei distratta un po’, dopotutto. |
"Non saprei.. A dire il vero non mi sono interessata mai di questa faccenda ma sembra quell'idiota del barone sta facendo una strage.. Stupide superstizioni immagino" e arrivammo al covo.. Non chiesi nulla di lui per non essere invadente.
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Lo zio era giustamente angosciato ma non mi aspettavo una tale reazione.
Il suo tono di voce mi colpì tanto da farmi sobbalzare sulla sedia e assistetti in silenzio a come si indirizzava verso Ruspon. Per una volta non risi nel veder il Messere rimproverato e non ci volle molto prima che questi lasciasse la stanza piuttosto arrabbiato. “ Caro zio... non dovreste agitarvi tanto, non fa bene per la vostra salute...” Mi indirizzai a lui così preoccupata, con tono dolce e calmo. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Te lo presenterò allora.” Disse entusiasta Therese a Gwen. “Ora su, raccontami la favola dai!” Impaziente, stendendosi sul tappeto, con gli occhioni fissi sulla ragazza dai capelli rossi.
Stuarto restò perplesso e quando Elyse fu pronta per andare alla locanda, il fedele servitore non nascose i suoi dubbi alla padrona, assumendo un'espressione pensierosa. “Milady...” disse “... non pensate di dare troppo nell'occhio andando alla locanda? Una marchesa in un luogo simile desta come minimo scalpore... molti vi conoscono e subito finirete per essere riconosciuta...” Arrivarono in un angolo del bosco, riparato su un lato da alte rocce a cresta, muschiate e coperte da folti cespugli di bacche selvatiche e sull'altro da alte e frondose querce. Qui sorgevano varie capanne ben costruite e celate da rampicanti di ogni specie. Era il covo dei banditi. “Vedo vi siete ben mimetizzati nel bosco.” Disse guardandosi intorno l'uomo. “Già...” fece Gozil “... chi ci dice che questo tipo non andrà a raccontare in giro del nostro covo?” Ad Altea. “Si, hai ragione...” disse il presbitero “... scusa, Dacey...” prendendo i suoi appunti e cominciando a scrivere nervosamente. Per lunghi minuti non disse nulla, chiudendosi in un cupo silenzio. Prese a consultare le sua cartine dei boschi, segnando alcune zone e sbarrandone altre. Dopo circa un paio d'ore ritornò Ruspon. Aveva gli stivali sporchi, parte dei vestiti bagnati e l'aspetto duro più del solito. “Come osate” il presbitero “venire così in casa mia? Siete impazzito?” “Perdonate, eminenza...” a capo chino l'altro “... ma volevo solo avvertirvi che il cadavere è stato recuperato...” “Ebbene?” “Nulla di nuovo, eminenza...” rispose Ruspon “... anche questa vittima, come le altre, è stata sgozzata e la carne è stata strappata dalle ossa...” In quel momento arrivò uno dei soldati. “Signore...” a Ruspon “... pare ci sia un testimone...” “Portatelo qui, subito.” Ordinò il presbitero. |
Alzai gli occhi al Cielo alle parole del Capo "Non siamo soliti ospitare gente ma da ciò che ho capito Milord non è di queste zone.. Forse è il caso vi presentate e ci narrate di voi" prima di entrare nella mia casetta.."Cosi i miei compagni staranno tranquilli".
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Odiavo vederlo tanto preoccupato ma quelli erano senza dubbio tempi duri e difficili e sapevo che tutto il peso della città finiva per pesare sulle spalle dello zio.
Lo lasciai in pace, terminando la coperta e poi portando via il servizio da thé. Avrei potuto chiamare un servitore ma non volevo che nessun altro entrasse nello studio in quel momento. Al mio ritorno notai la cartina su cui scarabocchiava febbrilmente e riconobbi alcune zone del bosco, sbarrate . Stavo per domandargli che cosa indicassero tali segni quando Ruspon entrò senza essere prima annunciato, sporco di fango, sudato e dal volto provato. La cosa non mi fece piacere ma ancora meno allo zio, che subito lo apostrofò in malo modo. Mi ero alzata, allarmata dalla situazione tesa e pensavo di riportare un po’ di pace offrendo a entrambi gli uomini qualcosa da bere ma la notizia di un testimone era troppo importante per perdere tempo a bere. Decisi di restare nello studio, volevo sentire anche io cosa avesse visto questa persona. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Guardai Stuarto pensierosa.
“Beh non pensavo certo di andarci vestita così!” Alzando gli occhi al cielo “Volevo mettere un abito sobrio, magari un cappuccio cose così!” Alzando le spalle. “Giusto per fare qualcosa di diverso, una volta tanto!” Sbuffai “Hai un’idea migliore?”. |
“Più che giusto.” Sorridendo l'uomo bruno ad Altea, per poi mostrare un profondo inchino alla combriccola di briganti. “Sono Sir Hiss dei Fragot, Visconte di Benven e Casanov... invito da Sua Signoria l'Arciduca in seguito ai misteriosi accadimenti di queste terre.”
“Che mi venga un colpo...” Gozil “... un nobile! Dalle tasche ovviamente piene! Lo dicevo io che andava alleggerita la sua borsa!” Esclamò. “E giuro che lo farò!” Estraendo un coltellaccio. Il servitore condusse nella stanza il testimone. Era un contadino tarchiato, dai modi rozzi, il viso tondo e barbuto, la parlata sporca e un odore poco piacevole addosso. Salutò con un goffo cenno del capo il presbitero, Ruspon ed infine Dacey. “Avanti...” disse Ruspon “... dicci cos'hai visto? Chi o cosa ha aggredito la ragazza per poi ucciderla? Parla!” A muso duro. “Io...” fece il contadino “... io in verità non ho veduto nulla, signore...” “Ci prendi in giro, bestia?” Tuonò Raspon. “Avevi detto di essere stato testimone, dunque parla o ti faccio appendere a testa in giù, cane!” “Ho... ho detto che ero nei paraggi quando la poveretta è stata probabilmente uccisa, signore...” facendosi il Segno della Croce il contadino. “Paraggi?” Il presbitero. “A che distanza?” “Forse ad una lega e mezza, forse due, eminenza...” “Una lega o due?” Afferrandolo per la giacca Ruspon. “Sei forse ubriaco, lurido maiale? Cosa puoi aver visto da simili distanze, verme?” Scuotendolo forte. “Nulla, signore...” tossendo il contadino “... ma... ma ho sentito qualcosa...” impaurito. “Credo sia opportuno che milady si camuffi...” disse Stuarto “... si travesta per ingannare quella gente... come era solita fare l'imperatrice Messalina...” fissando Elyse. |
Feci un inchino a Sir Hiss, un gesto spontaneo che mi insegnarono tra nobili e alle parole di Gozil estrassi Volpe Ambrata.. "Questo nobile signore ha una spada e una pistola. Non ci ha attaccato portando rispetto. Non ricordi quando salvammo l'Arciduca e il Vescovo e ci graziarono promettendo il silenzio. Se è qui significa vi sta un pericolo reale" osservando gli altri perplessa "Potremmo finire male pure noi.. È giusto che aiutiamo questo uomo.. Non scordate io vengo da Capomazda." osservandoli poi in silenzio. Chissà se Hiss conosceva la mia famiglia, aveva notizie di mia madre e le mie sorelle ma dovevo mantenere il silenzio e guardandolo dissi.." Avrete il nostro appoggio Sir Hiss" convinta.
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Storsi subito il naso nel sentire l’odore, un odore che mi ricordava fin troppo un passato che volevo dimenticare per sempre.
Mi tenni in disparte ascoltando le parole senza ne capo ne coda del contadino. Non aveva visto nulla! Incredibile. Compresi benissimo lo stato d’animo di Ruspon e non lo biasimai per come agì, stavamo solo perdendo tempo . “ Aspettate, che avete detto? Avete sentito che cosa?” Forse poteva comunque darci un indizio su chi o cosa cercare. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Non vedo l'ora!" sorridendole.
Poi, era tutto pronto per la storia. Iniziai a raccontare di un magico reame, fatto di oro e avorio, ma minacciato da un terribile mostro marino che lo teneva sotto scacco. Il brllissimo regno sottomarino fu poi liberato da un principe e una principessa, rispettivamente un tritone ed una sirena, che alla fine della loro rocambolesca avventura si accorsero di amarsi profondamente. Feci leggere anche Therese di tanto in tanto, per farla esercitare con la lettura e lei era tutta sospiri e urletti di paura per quella avventura romantica ed inquietante al contempo. Potevo dire di essermi già affezionata a lei nonostante la conoscessi da poche ore, ma capendo già che era semplicemente una bambina sola bisognosa di compagnia ed attenzioni, che se coinvolta ed assecondata poteva essere la più accondiscendente al mondo ed io avevo intenzione di fare con lei davvero un buon lavoro. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“E io che cosa ho detto, Stuarto?” Chiedo, sbuffando “Che mi sarei travestita, non temere, col vestito che ho scelto sembrerò una perfetta donna di locanda, anzi, quella più raffinata e costosa, non sarà difficile avvicinarli e farli parlare!” Con un sorrisetto malizioso.
“Altre raccomandazioni o posso andare?” Lievemente scocciata, non amavo che mi si dicesse che cosa dovevo fare. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...561250e05d.jpg |
“Grazie, madama...” disse Hiss ad Altea con un sorriso galante “... vi fa onore... non sembrate una predona, né una brigantessa a dire il vero.” Con un cortese inchino. “Mi offrite il vostro appoggio? Allora mi contenterò di un cavallo per poter raggiungere Sant'Agata di Gotya quanto prima, cara duchessa della macchia.” Facendole l'occhiolino.
Therese fu molto felice di quella favola e di come Gwen l'aveva raccontata. Ad un tratto entrò il vecchio cameriere con del thè e qualche pasticcino. “Ecco alle nostre lettrici.” Disse lui posando il vassoio su un basso tavolino in solido noce. “Messer Elv è andato via?” Chiese la bambina. Il vecchio cameriere restò come interdetto. Stuarto lasciò un lungo sguardo sulla marchesa, lungo tutto il suo corpo coperto da quell'abito sensuale al punto da essere equivoco. “Perdonate, milady...” disse ad Elyse “... sono certo riuscirete nel vostro intento...” guardandola con il desiderio che poteva avere un vecchio logoro e senza morale. Il contadino guardò Dacey ed ancora Ruspon lo tirò per la giacca. “Avanti, porco...” disse minaccioso al villano “... cos'hai sentito? Parla, carogna!” “Un... un suono... ho sentito un suono...” “Un suono?” Ripetè il presbitero. “Che suono?” “Un suono, eminenza...” spaventato il contadino. “Un suono?” Urlò Ruspon. “Un verso di animale? Un ululato? Un latrato?” Scuotendolo. “No... non era un animale...” sudando il contadino. “Allora era il sibilo del vento!” Schiaffeggiandolo Ruspon. “No... signore... perchè mi picchiate?” Gridò il villano. “Parla, maledetto bifolco!” Con rabbia Ruspon. “Parla o ti pesto a sangue! Cosa diavolo hai sentito, cane?” “Era un suono, signore...” impaurito il contadino “... non era un animale e neanche il vento... era un suono... un suono che non ho mai udito prima... un suono che nessuno ha mai sentito... un suono che non era di questo mondo!” Il presbitero lo fissò. https://i.pinimg.com/736x/1d/69/3c/1...rror-icons.jpg |
Finimmo di leggere ed arrivarono tè e pasticcini.
"Oh, che gentile, grazie" sorridendo al maggiordomo e prendendo una tazza. Alla domanda di Therese, il maggiordomo restò interdetto e seguì un momento di imbarazzo che non seppi bene gestire, chiedendomi cosa lo avesse provocato. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...b56ae8fb21.jpg |
Il cameriere non rispose alla domanda di Therese e senza dire nulla uscì dalla biblioteca, lasciando la piccola e Gwen di nuovo sole.
“Mi piacerebbe” disse la piccola “ascoltare un'altra fiaba... vuoi?” |
Sorrisi ad Hiss.. "Un cavallo? Ho solo Cruz ma provvederemo" annuendo e facendo cadere la sua richiesta sul fatto non sembravo una brigante.. "Prego entriamo nella mia casetta.. È stile orientale, molto raffinata." salutai gli altri ed entrai con Sir Hiss in casa sprangandola bene.
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Hiss sorrise ad Altea e mostrò un cenno del capo, come a mostrare il suo compiacimento per quell'invito.
Entrarono così nella casetta della duchessa, il suo covo personale. “Davvero intrigante...” disse lui guardandosi intorno “... un 'oasi esotica in mezzo a questi boschi selvaggi... siete un tipo eccentrico, noto...” fissandola. |
Mi limitai a scoccare un’occhiataccia a Stuarto, per poi mettere un mantello e uscire nella sera, diretta alla locanda.
La carrozza mi aspettava, e io salii, avvisai il cocchiere della destinazione, accarezzando dolcemente il posto accanto a me, costellato da centinaia di spilli, durante i viaggi lunghi mi piaceva portarmi dietro compagnia di solito una servetta, oh si... e spesso tornavo poi indietro con una nuova ragazza, perché la prima non aveva retto tutto il viaggio. Poco dopo, avvistammo la taverna del brigante, scesi dalla carrozza e vi entrai. |
Aggrottai la fronte vedendo che quello andava via senza rispondere.
Therese non ci fece molto caso, dopotutto cambiava idea dopo due secondi come tutti i bambini, ma io ci ero rimasta. La guardai e sorrisi. Allora presi un altro libro, che narrava le vicende di un piccolo gnomo di bosco impegnato in mille avventure ed iniziai a leggere. Tuttavia, il dubbio riguardo il maggiordomo rimaneva. E soprattutto riguardo quieto misterioso messer Elv. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Tolsi il mantello blu e sbottonai la camicia di pizzo bianca, versai del liquore fragolino in due bicchieri e porsi uno ad Hiss facendo cenno di accomodarsi e assaggiai il dolce liquido, lo guardai nel profondo di quegli occhi azzurri meravigliosi.. "Sono eccentrica perché sono nobile, provengo da Capomazda" finalmente mi ero aperta.
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Era un luogo appartato, sotto il costone su cui poggiavano le mura antiche di Sant'Agata di Gotya, raggiungibile attraverso una stradina stretta ed impervia, che tagliava le rocce ammantate dell'abitato urbano.
La locanda aveva due grosse botti ai lati del rustico ingresso ed anche all'interno quello stile rurale restava invariato. Vi era un buon numero di clienti, un odore di carne cotta e speziata, di formaggi stagionati, di pane caldo ed in tutto quell'ambiente dominava il calore sprigionato dal grosso forno in cui ardevano ceppi robusti per alimentare le griglie fumanti ed incrostate di grasso sciolto. Appena Elyse entrò subito il grasso locandiere le si avvicinò, guardandola in quel suo mantello incappucciato. “Ah, ecco svelato il segreto...” disse Hiss sorseggiando il liquore “... una nobile brigantessa...” fissando Altea “... e come mai un'aristocratica Capomazdese si da alla macchia?” Chiese curioso, senza smettere di guardarla. Ascoltando la fiaba di Gwen, alla fine Therese si addormentò, essendo stanca per la giornata trascorsa perlopiù a giocare. Aveva bevuto un po' di thè e mangiato qualche pasticcino prima di addormentarsi. |
Il contadino era chiaramente intimidito e le insistenze di Ruspon non facevano che bloccarlo ancora di più.
“ Non vedete come lo state terrorizzando? Lasciatelo parlare.” Rimproverai subito Ruspon sperando che mi prestasse ascolto, per una volta. Dovevamo mantenere la calma per ottenere qualche informazione. Fu difficile, per il povero uomo, riuscire a esprimersi, a dire a parole ciò che aveva udito. Perché stando a ciò che diceva non si trattava di un lupo o di un altro animale e neppure era un suono umano. “ Potreste cercare di essere più preciso? Capisco che sia difficile ma... assomigliava anche lontanamente ad un suono conosciuto? È importante per noi riuscire a capire...” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quel suo modo di guardarmi era intrigante.. "Sono scappata, mi innamorai di un ragazzo di questa banda ma è morto un anno fa. Amo la libertà, non sopportavo i salotti di Corte e so la mia famiglia mi odia. Mi diverto certo anche se vorrei una vita più stabile" sorridendo.. "Pure voi siete capomazdese? Avrete moglie e figli che vi aspettano.." azzardai quella frase pentendomene subito.
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Solo quando finii di leggere mi accorsi che la bimba si era addormentata.
Dormiva così beata che sarebbe stato un peccato svegliarla. Allora le diedi un leggero bacio sui capelli e suonai il campanello affinché il maggiordomo la portasse in camera sua. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Mi guardai intorno, l’atmosfera tutti intorno, quei tavolini, quei dettagli, ma sopratutto il profumo di cibo che arrivava dappertutto.
Odori diversi, pungenti e intensi dalla cucina carrareccia. Abbassai il cappuccio e sorrisi al Locandiere. “Un tavolo per uno, gentilmente!” Di solito sono io l’anima della festa ma ora sono nell’ombra stavolta e non vedo perché non dovrei divertirmi un po’. |
“No, madama...” disse il contadino a Dacey “... non esiste nulla di simile fra i suoni che si odono tra i vivi...”
“Cosa significa?” A muso duro Ruspon. “Parla! Avanti! Spiegati meglio!” “Che nessun animale e nessuna cosa su questa terra può emettere un simile suono...” mormorò il contadino “... solo questo so... altro non potrei dire... ho udito quel suono e poi più nulla... lo giuro... lo giuro!” Ruspon lo lasciò, facendolo cadere a terra. “Vattene, cane.” Ordinò. E quello scappò via. Hiss continuò a guardare Altea. “Mi spiace per il vostro uomo morto...” disse con rispetto, per poi sorridere alla domanda della brigantessa “... si, vivo fra Capomazda ed Afragolopolis... essendo un cacciatore mi sposto spesso in lungo ed in largo per il reame... io sposato con figli?” Rise. “Ahimè, dubito una donna potrebbe chiedere di essere mia moglie, visto il mio mestiere tutt'altro che tranquillo... ma ditemi... come volete essere chiamata? Duchessa? Milady? O non ci si può rivolgere ad una nobile bandita annoiata dalla società aristocratica?” Fissandola. Subito arrivò il vecchio cameriere che portò poi la bambina nella sua camera. “La cena sarà servita a momenti.” Disse tornando da Gwen. “Il signor De Goth è già in salotto.” Con un cenno del capo. Il locandiere guardò Elyse cercando di capire che genere di cliente fosse a quale tipo di donna appartenesse. “Di qua...” disse brusco, indicandole poi un tavolo libero in un angolo “... porto da bere o da mangiare?” Chiese fissandola. |
Sorrisi a quella domanda.. "Come chiamarmi? Altea.. Semplicemente Altea.. Per voi.. O per te?" finendo il liquore "Io penso se qualcuno vi amasse profondamente vi seguirebbe ovunque, d'altronde lottate per una giusta causa" e il mio tono si fece basso.. "Io andrei in capo al mondo con l' uomo che amo.. Qualora uno mi pigliasse ancora".
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"Perfetto, lo raggiungo subito" annuendo.
Sospirai per minuti interminabili quando guardai il mio armadio, constatando con tristezza di non avere abiti adatti. Ma rischiavo di fare tardi e dunque scelsi il meno peggio degli altri, poi scesi in sala da pranzo.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...3523e33fd1.jpg Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il nome della perla
Mi sedetti in silenzio alle parole del locandiere, lasciando cadere il mantello solo una volta seduta.
“Da bere e da mangiare, per favore!” Con un tono gentile e un sorriso. Dopotutto quel tavolo non era così male, da lì avevo la visione di tutto il locale, così che avrei potuto spiare i tre senza essere vista, prima ancora di raggiungerli per cercare di comprendere meglio le loro intenzioni. |
A quella proposta di Altea di darle del tu, Hiss la guardò con insistenza negli occhi per un attimo.
“Solo uno sciocco, per non dire peggio, potrebbe avere dubbi se sceglierti o no...” disse sorridendo e finendo il suo liquore “... beh, allora se riuscirò nella mia missione potrò dire di essere stato aiutato da una nobile brigantessa fuggita dal mondo civile per amore dell'avventura.” Facendole l'occhiolino. Il locandiere annuì ad Elyse, per poi tornare in cucina. La marchesa dal suo tavolo poteva avere un'ottima visuale su tutta la sala. Vi era una buona varietà di clienti. Molti erano brilli, tanti erano sboccati, altri ancora volgari. Più di uno notò la bella nobildonna, sebbene fosse ben camuffata. Tra gli sguardi che cominciarono a cercarla con insistenza vi erano quelli di tre giovani seduti ad un tavolo dall'altra parte del locale. Gwen si preparò e scese di sotto, dove trovò il tutore seduto ad attenderla. “Prego.” Disse Invitandola a sedersi. Subito fu servita la cena. “Allora, sono curioso...” disse “... come si trova qui? La bambina la trova sufficientemente intelligente?” |
Presi posto e subito fu servita la cena.
"Mi trovo molto bene. La bambina è meravigliosa, intelligente, vispa, sveglia. Davvero stupenda" sorridendo entusiasta, mentre cominciavo a mangiare "Mai ho avuto allieve così." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Sarebbe un onore aiutarti" guardandolo in quei suoi occhi che mi fissavano, sentivo quasi voler naufragare nel blu di quegli occhi e volare quando splendevano di azzurro cielo e mi alzai facendomi vicina a lui.. "Ma domani andrai in città e io sarò solo un ricordo".
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“Si, Therese è una bambina vispa ed intelligente.” Disse il tutore a Gwen. “L'ho sempre pensato, ma naturalmente il mio giudizio è di parte e non sono un maestro.” sorridendo. “Ho notato come la bambina abbia subito mostrato simpatia verso di lei. Vivere qui non è facile, soprattutto per i bambini. La magione è isolata e non può certo uscire fuori da sola per giocare. Poi come credo avrà sentito non sono tempi felici per queste terre.”
Hiss guardò Altea avvicinarsi a lui. “Ho almeno due ottimi motivi per non ritenerti solo un ricordo...” disse sorridendo e senza smettere di lasciare i suoi occhi in quelli di lei “... il primo è che ti sono debitore, visto che non mi hai derubato ed ora mi offrirai un cavallo per Sant'Agata di Gotya...” indugiando nel fissarla “... il secondo è che una bella donna come te non si dimentica di certo...” |
Il nome della perla
Era da un po’ che non andavo alla taverna, dovevo ammetterlo, e mi era mancato questo odore pungente, l’alcol si mischia perfettamente con l’odore di uomo che troneggia nella stanza, il profumo poco raffinato delle ragazze che ci lavoravano.
Tutti mi guardavano, beh l’ho fatto apposta, no? Per quello avevo scelto un vestito del genere... Sospirai, era vero, le scarpe, loro non potevano vederle, poiché erano sotto il vestito, dunque le avevo scelte per nulla. Risi tra me a quel pensiero, ma poi tornai a concentrarmi sulla missione. C’era gente alla locanda, ma io avevo già individuato i miei obbiettivi, erano seduti dall’altra parte del locale e mi guardavano. Tanto meglio.. Li guardai a mia volta, ammiccando e alzando i bicchieri, mentre con un cenno del capo gli facevo segno di avvicinarsi a me. |
Sorrisi ed annuii.
"Sì, stiamo bene l'una con l'altra" annuendo ancora. "Non molto. Non provengo da queste zone" dissi poi, non sapendo cosa stesse succedendo qui, ma non dava l'idea di essere qualcosa di bello. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
A quelle ultime parole sobbalzai sospirando "Di donne belle ce ne sono molte.. Lontano da qua sarò solo una immagine di una donna incontrata per caso. Immagino che visto la tua bellezza non ti mancheranno donne da amare" mi resi appena conto di ciò che avevo detto, me ne sorpresi pure io e la mia mano prese per un attimo la sua per poi lasciarla subito arrossendo quasi.. "Sarai stanco" balbettando "Forse è meglio andare a dormire".
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“Diciamo che ci sono state diverse aggressioni e morti...” disse il tutore a Gwen “... perlopiù riguardanti giovani tra i contadini ed i pastori... all'inizio le vittime erano animali... poi hanno cominciato ad interessare le persone... probabilmente è opera di lupi...”
I tre giovani, invitati dagli sguardi di Elyse e dai suoi gesti, subito lasciarono il loro tavolo, raggiungendo quello della bella marchesa. “Buonasera, signora...” disse uno dei tre guardandola in quel suo abito sensuale e provocante. Anche gli altri due la fissavano tutta sorridendo. Due erano bruni, uno invece biondo. “Sono lieto che tu possa trovarmi bello.” Disse Hiss alzandosi e guardando Altea. “Come mai l'ardita duchessa, l'audace brigantessa ora sembra... come dire? Impacciata? O preferisci imbarazzata?” Avvicinandosi al punto che lei sentiva il respiro di lui fra i suoi capelli. “Comunque non ho sonno... non ho neanche cenato... tu non hai fame?” Sorridendole. |
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