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“Figliola, gli Afragolignonesi hanno lasciato queste terre da secoli...” disse il frate ad Altea “... forse la disperazione data dalla tua infelicità ti ha fatto credere in qualche antica leggenda... spesso l'aridità del cuore porta a rifugiarci nei sogni... non permettere che la superstizione ti prenda... vuoi davvero vivere nell'illusione di amare un fantasma? Di desiderare il nulla?”
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"Infatti...è un Amore secolare che si perde nella notte dei tempi..e molte altre mie antenate ne sono state vittime, io Padre non ho fatto nulla, io non sapevo di tutto questo fino a una settimana prima delle nozze perché è da bambina che vedo entrambi e poi ho iniziato ad amarlo...e tutte le mie antenate hanno scritto le stesse cose, tutto è tenuto segreto da Padre Anselmo..e io non ne ero al corrente fino a una settimana fa, quindi non mi sono mai fatta suggestionare" sicura di me.
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Studiavo l'effetto delle mie parole sul suo viso, le sue espressioni, le sue emozioni.
Sembrava un po' turbato, ma incuriosito anche. Poi, la sua domanda. Già, che luogo era questo? "È un luogo in cui poter essere qualsiasi cosa o chiunque si voglia. Nessun giudizio, nessuna inibizione, nessun pregiudizio. Un luogo in cui potrai restare tutto il tempo che desideri, se lo vorrai..." risposi, mentre il mio tono si faceva quasi ipnotico. Abbassai ancora il viso e le mie labbra vermiglie e stranamente vive e piene si poggiarono sul suo collo, lasciandovi caldi e morbidi baci. Il profumo della sua pelle e del suo sangue era un incantevole bouquet che mi stordiva e mi faceva desiderare di avere sempre di più da quel meraviglioso giovane, giunto alla nostra porta in una notte come tante. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lys restò a fissare il suo volto riflesso nello specchio, poi indossò un abito e scese giù nel giardino.
Era una bella mattinata di Aprile, con l'aria pulita e profumata che percorreva il verziere ormai già fiorente dei primi boccioli primaverili. La bella dama prese a passeggiare nel vialetto che tagliava il giardino e ad un tratto sentì canticchiare. Era la voce di un giovane uomo che però non proveniva dal verziere. Nel cortile antistante l'ingresso del palazzo, dove c'erano le scuderie, la bella avventuriera intravide qualcuno. Era un giovane uomo che conduceva un cavallo per le briglie. “Padre Anselmo...” disse pensieroso il frate “... davvero un uomo di Chiesa vi ha parlato di fantasmi e maledizioni?” Scettico. “Possibile? Io temo per voi, che possiate appassire nella disperazione... molte altre donne, come voi, sono condannate da matrimoni combinati ed infelici... ma la superstizione è innaturale, figlia mia... non dovete cedervi... fate opere di bene, pregate, cercate rassegnazione e sollievo nella Fede... fantasmi e credenze possono solo farvi del male...” allora la benedisse e le assegnò alcune preghiere da recitare come penitenza. Intanto Furio attendeva davanti alla Pieve. |
Scossi il capo..pure questo Frate mi riteneva pazza...non ribattei.."Grazie Padre per i consigli" prendendo le preghiere e ricordando tutte le croci nella chiesetta del cortile, Padre Anselmo era un uomo colto e non diceva stupidaggini.."Posso sapere il vostro nome Padre? Verrò spesso a trovarla, in modo possiate aiutare i poveri..la nostra famiglia lo fa da sempre, ma dovrò tirare la cinghia visto mio marito è molto tirchio" alzandomi e col volto triste...si ero pazza, ero proprio pazza.
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Le parole di Gwen, la sua voce ammaliante, il suo tono in qualche modo ambiguo e per questo sensuale, poi quel gesto, i baci lasciati sul collo di Elv che chiudendo gli occhi si beò di quelle carezze fatte di labbra.
Si abbandonò per un attimo, quasi ipnotizzato dalla voce e da quei baci di lei. Le sensazioni che provava, le emozioni suscitate da quella misteriosa donna ed il suo istinto maschile lo spinsero a cercarla, a volere un contatto. Allora portò le mani verso i lunghi capelli rossi di lei, verso il suo viso pallido e bellissimo. Ma la porta si spalancò di colpo, squarciando la penombra della camera. Era Roze, immobile sulla soglia, con un'espressione contrariata e ferita. “E' fuggito.” Disse soltanto a Gwen. “Sono Frate Roberto.” Disse il religioso ad Altea. “Attenderò di rivedervi. Per la vostra carità ma soprattutto per sapervi più sollevata e rassegnata, figlia mia.” Con un tenero sorriso. Furio era fuori, tirando pietre verso uno spiazzo che si apriva sulla vallata verdeggiante dai colori pastello e gli spazi incontrastati. |
Mi piaceva quel giardino, lussureggiante, curato, un ottimo posto dove passeggiare e pensare, o dove fare anche qualcosa di meglio nel caso il regalo del mio padrone fosse davvero tale.
Oh, ma i suoi regali lo erano sempre, dopotutto. Eppure lì non c'era nessuno, constatai passeggiando, e Stuardo ancora non mi aveva detto niente a proposito del regalo al maresciallo. Quanto diamine di tempo ci voleva per mettere insieme quelle informazioni? Forse il vecchio pensava che avessi tempo da perdere io? Beh, non era affatto così, ero ansiosa di compiacere il mio signore, di mettere in atto il nostro consueto piano. D'un tratto, però, udii una melodia. Qualcuno stava canticchiando, ma non era lì in giardino. E dove allora? Mi guardai intorno. Oh, eccolo, vicino alle scuderie. Con un sorrisetto incuriosito mi avvicinai al giovane per vederlo meglio. Dopotutto io lì ero la padrona e potevo andarmene dove mi pareva e piaceva senza che nessuno mi potesse dire alcunché. "Salute a voi.." con un leggero cenno del capo fissandolo dalla testa ai piedi, incuriosita. https://i.pinimg.com/564x/03/cd/73/0...ca14a8d79e.jpg |
Il colpo di grazia decisivo e finale era vicino.
Sentivo che si stava abbandonando sempre più, non opponeva alcuna resistenza e mi lasciava fare. Assaporavo la sua pelle e mai mi era sembrato di aver trovato qualcosa di simile. Il desiderio di affondarvi i denti per gustare appieno quella carne così delicata e preziosa era forte, ma secoli e secoli avevano forgiato il mio autocontrollo. E c'era qualcosa, inoltre, che mi frenava, qualcosa di nuovo che non avevo mai provato. Qualcosa che mi suggeriva che lui fosse troppo prezioso e unico per farlo, come se fosse nato per essere amato e ciò andava fatto. Alzai il capo quando sentii le sue mani fra i capelli e sul mio viso e sorrisi, coi miei occhi vermigli che scintillavano nel buio. Poi la porta si spalancò di colpo. Voltandomi vidi Roze con un'espressione ferita quasi. "Fuggito?" ripetei. A malincuore mi separai da lui e raggiunsi Roze, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta. "Che storia è questa? Che vuol dire che è fuggito?" chiesi, iniziando ad alterarmi. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Sorrisi al frate.. "Allora ci vedremo Frate Roberto.. E grazie.. A presto".
Prega fortemente e poi uscii.. "Scusa per l'attesa Furio.. Possiamo andare" salendo a cavallo per dirigersi verso il bosco di Chanty e quindi a casa ma il mio volto era malinconico. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Elv stupito vide Gwen alzarsi dal letto ed uscire dalla stanza.
Nel corridoio c'era Roze ad attenderla. “Quel tipo...” disse “... quell'altro forestiero... io e Tatiana siamo entrate nella camera ma chinandoci sul letto aveva quel Crocifisso al collo... era benedetto ed in un attimo ha quasi preso fuoco la mia mano nello sfiorarlo... lui allora si è svegliato di colpo, prendendo un candeliere e brandendolo... è schizzato poi via, uscendo di casa e svanendo nel bosco... è fuggito a piedi... senza cavalli... Ivan avrebbe voluto inseguirlo, ma è giorno...” seccata. Altea uscì dalla Pieve e trovò il giovane Furio ad attenderla. Montarono sulle loro cavalcature e partirono. Per un tratto di strada lui non proferì parola, poi vinto dalla curiosità cominciò a tossire, per schiarirsi la voce. “Siete malinconica...” disse “... il frate non vi ha perdonato la scollatura?” Ridendo. |
Respirai a fondo portandomi le mani fra i capelli.
"Avrei di sicuro preferito che voi foste riuscite nell'intento, ma tant'è. Ormai non possiamo più recuperarlo e francamente dubito che gli crederanno, se dovesse dire qualcosa. Magari è stato meglio così, forse sarà più facile convincerlo a restare..." riferendomi ora implicitamente ad Elv e guardando la porta, come se potessi vedere lui davanti a me in quel momento, col mio tono che diventava più lontano, meditabondo. Già, senza mentire sarebbe stato più facile, o comunque speravo che lo fosse. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Alla voce di Lys, l'uomo si voltò di scatto, restando a guardarla.
Era abbigliato come solitamente apparivano gli stallieri, con pantaloni stretti ed una camicia larga ed aperta un bel po' sul petto. Aveva capelli bruni e mossi ed occhi azzurri, lineamenti gradevoli ed una barba incolta che gli conferiva un che di ribelle, virile, in contrasto col viso pulito e ben fatto. “Salute a voi, madama...” disse senza smettere di guardarla tutta. https://i.pinimg.com/236x/31/09/68/3...ng-heights.jpg “Io direi di ucciderlo.” Disse Roze a Gwen, indicando Elv. “Sgozziamolo, prendiamoci il suo sangue e seppelliamolo. Meglio non lasciare tracce...” |
Guardai Roze, coi miei occhi vermigli che la puntarono.
Stava scherzando? "Nessuno si azzarderà a fare ciò, finché io sarò a capo di questa congrega" sibilai piano, con un basso ringhio gutturale che emerse come dal mio profondo "Nessuno" fissandola ancora. I miei occhi rimasero ammonitori nei suoi a lungo. Poi andai via e rientrai nell camera. Guardando Elv, la mia espressione si addolcì. Lo raggiunsi di nuovo sul letto, come prima. "Il tuo compagno è fuggito..." gli rivelai. Ma ora iniziava la parte interessante. "Ti ha abbandonato qui come se fossi una scarpa vecchia da buttar via. Se n'è andato, e non ci ha pensato su mezzo secondo a liberarsi di te. Non è ciò che fanno i veri amici... Io non abbandonerei mai un amico... Un amico come te, soprattutto..." sussurrai, riprendendo ad accarezzargli il viso. Stavolta il mio tono era più tenero, ammorbidito, quasi lacrimevole, perché dovevo convincerlo a restare, con ogni mezzo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Setto...” disse incredulo Elv “... fuggito? Possibile? No, lui non lo farebbe mai... perchè poi fuggire? Da qui?” Mentre Gwen aveva ripreso ad accarezzarlo. “Che senso ha? Perchè mai è fuggito?” Lei continuava con quelle carezze che di certo sortivano effetto sul giovane. “Perchè...” fissandola “... perchè continui ad accarezzarmi così? Sembri... si, sembri una bambina che gioca col suo balocco nuovo...” sfiorandole piano la mano con cui lei lo toccava.
La guardava negli occhi, cercando di comprendere la natura di quella rgazza. Una creatura misteriosa e sensuale che gli suscitava sensazioni contrastanti. |
Oh, il mio signore aveva ragione, dopotutto, mi aveva lasciato davvero dei bei regalino in giro per il palazzo, delle bestiole da compagnia.
E non era niente male il ragazzo, accidenti, niente male. Dall'abbigliamento, il luogo in cui l'avevo trovato doveva essere uno stalliere. Mi piaceva quel suo aspetto così virile e selvaggio mentre i lineamenti puliti denotavano altro. Sì, mi piaceva parecchio il ragazzo, e mi piaceva anche il modo in cui mi guardava oh sì, assolutamente. "Non ho avuto ancora modo di incontrare tutta la servitù, siete il nostro stalliere?" guardandolo tutta a mia volta, uno sguardo lascivo, intenso ma contemporaneamente superiore, io ero la padrona e doveva comprenderlo fin dall'inizio, la mia parola era legge, il mio piacere veniva prima di qualunque altro capriccio. Dopotutto è vero che le bestiole allietano i padroni, dico bene? |
Sorrisi fingendo dispiacere.
"Eppure lo ha fatto. Lo ha fatto perché lui non è come te. Lui non ha il tuo coraggio. Tu non fuggiresti mai, lo so... Soprattutto perché nessuno qui ti tiene prigioniero... Potrai andartene se vorrai, o potrai restare, se tale sarà il tuo desiderio..." risposi ancora. Poi, la tenerezza e il candore di quelle sue parole. "Perché mi piaci, viaggiatore..." risposi, col medesimo candore infantile, piegando appena il capo di lato "Posso essere per te qualsiasi cosa tu voglia..." continuai, rispondendo alla seconda frase ed intrecciando la mano con la sua, mentre il mio tono si scaldava appena. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Elv ascoltò e guardò Gwen incuriosito.
Ma quel suo tono così mutevole sapeva sempre turbarlo. “Ah, ecco...” disse stringendo la sua mano “...qualunque cosa? Eppure non mi sembrate così docile, sapete? Anzi, tutt'altro... o magari quel candore infantile è reale?” Fissandola. |
Ricambiai la sua stretta, ma senza stringere troppo, perché avrei potuto spezzarlo con un solo tocco, tali erano la forza della nostra razza e la fragilità del corpo mortale.
Sorrisi alla sua domanda. "Tu cosa dici?" gli chiesi a mia volta "E soprattutto, per te fa differenza, se esso sia o meno reale?" guardandolo negli occhi incuriosita, e quasi divertita. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lo stalliere ricambiò quello sguardo di Lys, quasi con un sorriso compiaciuto ed irriverente, come se capisse il genere di donna che aveva davanti.
“Si, sono lo stalliere...” disse “... Aegos, per servirvi, madama.” Con un inchino sarcastico. “Nè messere, né cavaliere e neanche milord... solo uno stalliere abituato a trattare con cavalle e mule, mia signora.” Con fare canzonatorio. Elv sorrise, tenendola per mano. “Non so...” disse fissando Gwen “... io però, come maschio, sono abituato a prendere l'iniziativa ed a fare la prima mossa.” Divertito, tenendo la sua mano intrecciata a quella di Gwen. “Ma mi incuriosisce tutto ciò... questo palazzo e voi... vivete come una nobildonna in esilio dal mondo... almeno così sembra...” |
Non lasciava la mia mano, ed era tenero, dolce, vagavo in acque inesplorate.
Perché non avevo mai conosciuto nessuno con tale sensibilità. E si incontravano innumerevoli persone in mille anni, questo era certo. Sorrisi con vaga malizia; già, ma qui niente valeva, di tutto ciò che valeva per gli altri. Eravamo noi, punto e basta. Non c'erano regole, convenzioni. Mi colpirono le sue parole su di me. "L'esilio non è male, se si sa come ingannare l'attesa..." ribattei allora, divertita. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“All'attesa...” disse Elv a Gwen “... attesa per cosa? Cosa attendete?” Guardandola, senza lasciare la sua mano. “Siete una misteriosa ragazza, se mi permettete... siete giovane, bella e nobile... eppure segregata qui mi sembra uno spreco... vivete ritirata dal Sole e dal mondo...” sorridendo “... e se io ora vi invitassi ad uscire? Anche solo in giardino... a cercare un fiore appena sbocciato, un frutto maturo o anche solo a passeggiare sotto i platani in fiore, visto dicono porti fortuna...”
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Stavo per rispondere, ma mi ammutolii alla proposta.
Ma perché la gente amava così tanto il sole e la luce del giorno? Cosa c'era di interessante in tutto ciò? Abbozzai un sorriso. "Non amo il sole, ma sarei comunque felice di rubarti una passeggiata al chiaro di Luna, stasera..." proposi io, con tono invitante e convincente. "Fortuna, dici? È questo che cerchi?" gli chiesi, curiosa "Qual è il tuo grande desiderio adesso, giovane Elv?" mormorai, guardandolo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Benissimo, la Luna è più magica del Sole.” Disse Elv sorridendo a Gwen. “Allora conterò le ore che mi separano dalla sera.” Fissandola. “Ciò che più desidero? Oh, quanta grazia... siete forse una fata? Un'incantatrice?” Divertito. “Qualunque desiderio?”
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Sorrisi, stavolta di un sorriso autentico e sincero, alle sue parole sulla nostra passeggiata serale.
Già, anche io attendevo con ansia. Soprattutto perché era la conferma che aveva deciso di restare. Assunsi un'espressione divertita. "No, non una fata..." risposi "Qualunque, sì. È forse troppo impossibile il tuo desiderio?" curiosa. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Chissà...” disse Elv a Gwen fissandola “... forse è un capriccio, forse un'illusione o magari un sogno... io... io vorrei che tu ti innamorassi di me... perdutamente...” guardandola e stringendo la sua mano.
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Lo guardavo, era davvero bello, il suo sguardo poi, così irriverente senza paura di essere inopportuno, troppo sfacciato o altro.
Mi piaceva essere guardata in quel modo, mi piaceva avere qualcuno che tentasse di sfidare la mia ira, che mi tenesse testa, era così eccitante così intrigante la cosa. "Interessante scelta di parole, signor Aegos..." con un sorrisetto divertito. Allora mi avvicinai a lui, iniziando ad accarezzargli il petto con fare lascivo. "E ditemi, con queste cavalle, ci sapete fare?" guardandolo negli occhi, guardandolo tutto dalla testa ai piedi, quel corpo che sembrava perfetto, che non vedevo l'ora di scoprire, assaporare, assaggiare. https://i.pinimg.com/564x/81/2f/ec/8...c7d4ade4ab.jpg |
Potevo dire che mi aveva spiazzata la sua risposta, non per le parole in sé e per sé, ma per il tono con cui lo aveva detto.
Tenero, speranzoso, veramente desideroso che ciò si realizzasse. Sorrisi appena, sciolsi la mano dalla sua portandola fra i suoi capelli e poggiai la fronte sulla sua. "È davvero questo che vuoi?" sussurrai. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Aegos guardò Lys negli occhi e sorrise beffardo, sicuro di sé e del suo fascino irriverente e scanzonato.
“Certo, madama...” disse accarezzando il muso del cavallo che portava con le briglie “... volete che ne faccia cavalcare qualcuna? Fino a sfiancarla? Desiderate che la faccia nitrire fino allo stremo, signora?” Con tono ambiguo. Elv guardò Gwen. “Si, è questo ciò che voglio...” disse guardandola nella penombra innaturale della stanza “... è questo il mio desiderio... la Luna di stasera mi ascolterà?” Godendosi le carezze di lei fra i suoi capelli scuri. |
Sorrisi e lo guardai.
"Sono sicura di sì..." sussurrai. Poi lo baciai, tenendo il suo viso fra le mani. Improvvisamente, la vita. La sentii colmarmi di nuovo, rendermi di nuovo partecipe di quel calore pulsante che avevo perso per sempre. Ma l'avevo ritrovato sulle sue labbra, nel suo corpo, nelle sue parole a me rivolte. Un nuovo alito vitale a rianimare il mio corpo freddo e marmoreo che essudava dal suo respiro, ora unito al mio.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...ba200e204f.gif Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Rimanemmo in silenzio per metà del viaggio ed ero persa nei miei pensieri quando Furio interruppe con quella battuta e ridendo.
Mi voltai guardandolo furiosamente.."Non ti permettere..in fondo non sai nulla di me. No, è che mi ha preso per una pazza e per di più una povera donnetta infelice per essere stata obbligata a sposare quell' ignobile uomo" proferii quelle parole talmente in fretta da non avere più fiato per la rabbia e cercai di tranquillizzarmi.."Non puoi capire..non ora..comunque in Palazzo è meglio tu non mi dia tanta confidenza, mio marito non lo accetterebbe" posando lo sguardo nuovamente verso l' infinità della bellezza del bosco. |
Mi piaceva quel suo modo di fare, mi divertiva, eccitava, provocava.
Continuai ad accarezzargli il petto e a guardarlo tutto come se io stessa stessi valutando se avevo davanti un cavallo di razza. E da quello che vedevo, sembrava proprio di sì. "Mi piacciono i servi così devoti, così pronti a soddisfare i capricci dei propri padroni..." guardandolo negli occhi "Desidero che quando deciderò uscire per una cavalcata voi dovrete essere pronto, così come il mio stallone preferito, sono stata chiara?" con un sorrisetto divertito. |
Gwen prese il viso di Elv fra le mani e lo baciò.
Le sue labbra, fredde ed aride, incontrarono quelle di lui, calde e pulsanti di vita, unendosi e confondendosi le une nelle altre. Un bacio vitale, rigenerante che inebriò il giovane viaggiatore e percorse scottante la bella vampira. I loro respiri si fusero, divenendo per un lungo istante una cosa sola. Furio restò sorpreso dalla reazione di Altea e non rispose nulla. Il loro cammino continuò, sotto il mite sole di Aprile, in uno stretto sentiero zigzagante fra ulivi e vitigni in erba. Risalirono un basso e dolce declivio, fino ad imboccare una stradina fiancheggiata da alti cipressi, le cui cime aguzze si sferzavano appena al lieve vento collinare. Non lontano si poteva scorgere la sagoma di Monsperone, racchiuso e circondato dalle sue mura rinascimentale. “Non biasimo vostro marito...” disse ad un tratto il giovane fissando la città “... anche io sarei geloso e non vi dividerei con nessuna... nemmeno con lo sguardo...” proseguendo e senza guardare la dama. Aegos la guardava con i suoi occhi azzurri e beffardi, mentre Lys gli accarezzava piano il petto scoperto dalla camicia appena slacciata. “Come madama comanda...” disse con un sorriso marpione, ambiguo, quasi impertinente. |
Lo sentivo, era inebriato da quel contatto.
I nostri respiri e le nostre labbra erano una cosa sola. Continuavo ad assaporare quelle labbra morbide, che sembravano essere state dipinte e poi intessute di morbido e caldo velluto. Anche io mi sentivo persa, anche senza la Luna, che ci avrebbe sicuramente ascoltati, fra alcune ore. Ma adesso, potevamo anche farne a meno. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Rimasi stupita alle parole di Furio.."Hai una ragazza? Ovviamente non penso tu sia interessato a me..parli come tu fossi geloso, ma non devi essere geloso di mio marito..ma di qualcuno più pericoloso..forse col tempo te lo dirò" sospirai.
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Il suo sguardo, il suo modo di fare, mi piaceva, mi piaceva da morire.
Non era da molti guardarmi in quel modo, né essere così sfacciati ma con stile. Sì, il mio signore aveva ragione, le bestiole aiutano molto i padroni. E questa bestiola in particolare sembrava scalpitare per soddisfare la sua padrona, cosa che non potevo non apprezzare particolarmente, specie se si trattava di un esemplare così interessante, così impetuoso e appassionato. "Vedo che ci siamo intesi...." sussurro, ancora più vicina a lui mentre la mia mano scende su quel petto fino a raggiungere la cintura e poi superarla, scendere ancora a testare se il mio bello stallone era già pronto per una bella cavalcata, il tutto fissandolo negli occhi con lo sguardo sicuro, forte, eccitato e lussurioso, senza curarmi del fatto che qualcuno potesse vedermi, senza curarmi di nulla. Perché in effetti era così, io non mi curavo di nulla che non fossero i miei desideri, i miei capricci, le mie voglie o il volere del mio padrone. "Io comando.." sussurrai poi, vicinissima alle sue labbra mentre la mia mano continuava a tastare e tormentare quella virilità che speravo fosse eccitata e vogliosa come l'azzurro del suo sguardo. https://biografieonline.it/img/bio/Eva_Green.jpg |
Quel bacio continuò a lungo, dove i due giovani assaporarono ciascuno la bocca dell'altro.
Un bacio dal sapore proibito, inebriante, invitante e provocante. Quasi ipnotico, ammaliante, come frutto di un incanto. Elv continuava a far sue le labbra avide di Gwen, che baciandolo teneva il suo volto fra le mani. Lui allora fece scivolare le sue braccia sulla schiena della vampira, cingendole i fianchi e stringendola a sé con le mani, come a volerla stringere più intensamente al suo corpo. “Io sarei geloso di tutti...” disse con sguardo enigmatico il giovane Furio “... persino del diavolo in persona.” Spronò il suo mulo e senza attendere la risposta di Altea si incamminò fino al portone del palazzo di Fulminaccio, che sorgeva poco prima della collina di Monsperone. Aegos guardò Lys negli occhi tutto il tempo,senza abbassare mai lo sguardo, senza mai mostrare soggezione verso quella sua padrona. La lasciò accarezzargli il petto, toccarlo fino alla cintura dei pantaloni e scendere a sfiorargli e stringergli quella mascolinità pronunciata che subito rispose presente al tocco della bella padrona. E quando lei prese a tastare il suo stallone, un lampo attraversò l'azzurro indomito e selvaggio dei suoi occhi ed un sorriso impertinente ed insolente si accese appena sul suo volto, di chi si sente forte ed orgoglioso. “Come madama desidera...” disse con il tono di chi non riconosce rispetto, né paura. |
A quelle parole rimasi senza parole...cosa intendeva dire..non poteva essersi innamorato di me, nemmeno mi conosceva...ma io non riuscivo a provare nulla, certo era bello, i suoi occhi azzurri splendevano, aveva temperamento..ma forse aveva parlato in generale.
Lo vidi spronare il suo mulo e io lo raggiunsi assieme a Cruz finchè giungemmo a Palazzo.."Ti aspetto a Palazzo...non far intendere siamo andati alla Pieve e ci siamo soffermati a parlare, facciamo finta non ti abbia visto e conosciuto nemmeno per tuo zio, non sia mai lo dica a mio marito" e lo guardai negli occhi, quegli occhi che prima celavano quello sguardo enigmatico. Entrai a Palazzo e raggiunsi la cucina dove stava Salamano.."Che fame..per favore mi potete servire del the nel mio salottino privato? Questa cavalcata mi ha messo appetito" e uscii aspettando nel salottino e guardando fuori dalla finestra in silenzio. https://i.pinimg.com/736x/59/4a/27/5...ol-puccini.jpg |
Era sempre più bello.
Quel calore che anche se non arrivava a scaldarmi riusciva comunque ad attraversarmi ed era una sensazione strana, non l'avevo mai provata. C'era come un ritmo, cadenzato, ipnotico e ammaliante, simile a una danza, che ci univa. E lui faceva sue le mie labbra con desiderio e senza il minimo tentennamento. C'era qualcosa di profondo a legarci, indissolubilmente. Mi sentii poi catapultata sul suo petto quando strinse con foga i miei fianchi. A quel punto mi sistemai, per permettergli di stringermi ancora, più forte, e io accarezzavo il suo petto ben fatto. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Mi piaceva quello che sentivo, mi piaceva eccome.
Se c'era una cosa che mi aveva sempre compiaciuto era vedere gli uomini belli pronti in mia presenza, come se fossero lì a non aspettare altro che il mio segnale per scatenare la belva che avevano dentro. Anche in quel momento era così, anche Aegos era palese che non vedesse l'ora di scatenare ogni suo istinto contro di me, e la cosa cominciava ad eccitarmi parecchio. Lo so che per quel giorno, dopo i tre nel bosco sarei dovuta essere sazia ma... andiamo, chiunque avrebbe spazio per un succulento dolce anche dopo un banchetto da svariate portate. Dopotutto, avevo detto al vecchio Stuardo di portarmi informazioni sul Maresciallo ma ancora niente di niente, insomma, dovevo pur passare il tempo in qualche modo, o no? Fissai il bello stalliere con un sorrisetto beffardo, con l'altra mano gli afferrai il collo, lo attirai a me e lo baciai. Un bacio intenso, fatto di lussuria, fame, eccitazione pura. Un bacio lascivo e caldo, come un assaggio di quel dolce che non vedevo l'ora di assaporare pezzo per pezzo. "Vieni con me.." sussurrai poi, eccitata, prendendolo per mano e conducendolo verso il palazzo. Non avevo ancora inaugurato la mia stanza, ora che ci pensavo. |
Salamano annuì ad Altea.
La dama raggiunse il salottino ed attese guardando la campagna dalla finestra. Ma ad un tratto avvertì un capogiro. Fu costretta a sedersi, provando un senso di vuoto e poi una vampata di calore... Il giardino era fiorito dei meravigliosi boccioli primaverili, con la giovane sposa che passeggiava tra le eriche ed i gerani. Teneva in mano un libro di poesie di alcuni poeti classici, quelli che nessuna dama del tempo avrebbe mai letto, o almeno non in pubblico. Leggeva così di quei versi arditi ed audaci, di passione, fughe ed adulteri. Tutto ciò le sembrava però il frutto fantasioso di un poetare estetizzante e fittizio. La vita non è fatta di queste cose. Giovanissima era andata in sposa al vecchio banchiere e tempo di fantasticare non vi era. Notò allora alcuni servitori che portavano il vino nelle cantine e vide un garzone, giovane e biondo, che la fissava con insistenza. In principio non gli diede peso, ma poi notò la sua perseveranza nel guardarla. Le scappò allora un sorriso. Dopotutto cosa c'era di male nel guardare un ragazzo? Un garzone che neanche sarebbe tornato più nel castello. Infatti andò via e non vi tornò mai più. Ma quella notte lei lo sognò. O forse sognò solo il desiderio di sentirsi donna. “Ecco, madama.” Disse Salamano arrivando col tè. “Posso dopo presentare alla signora il mio buon nipote?” Chiese. Si baciarono ancora, con lei stretta a lui, sul petto, contro il suo corpo. Elv assaporava le sue labbra, aprendo appena gli occhi per cercare quelli di Gwen, richiuderli e continuare a baciarla. Baci dolci, densi del succo del piacere, del profumo inebriante della passione. Lei sentiva le forti braccia del giovane cingerla, le sue mani stringerla. I rosso e lunghi capelli della vampira come pendagli sfioravano il volto di lui, come lente carezze cadenzate e sensuali. “Mi piace che qui sia sempre buio...” disse sussurrando lui sulle labbra di lei “... una lunga ed eterna notte per amarsi...” sorridendo e baciandola. Subito Aegos rispose al bacio della sua padrona, accogliendo le sua labbra calde e vogliose, facendole sentire la sua lingua umida e lasciva. Poi lei lo portò via. Lui sorrise senza dire nulla, seguendo la signora come farebbe uno stallone prese al laccio ma scalpitante nell'attesa di scalciare forte. Si diressero così in camera di Lys. Ma nel corridoio Stuarto si avvicinò alla bella padrona. “Madama, ho raccolto le informazioni richieste.” |
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