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Ben detto, amico mio :smile_lol:
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Io penso che cavalieri si nasca in potenza e si divenga in atto.
Credo che un Cavaliere debba innanzitutto nascere con una certa dose di aggressività maschile e rabbia interiore, che se da un lato può essere bollata negativamente e relegata da una certa morale buonista nel territorio dell'inconscio e del represso, sotto una visione più ampia e profonda può essere controllata, educata e quindi indirizzata verso il bene, cioè verso la difesa dei deboli e degli oppressi. Mi riferisco a quella rabbia che si scatena contro le ingiustizie, a quella rabbia che ci porta a ribellarci, e denunciare, a esporci in prima persona. Con questo carattere aggressivo e ribelle, ci si nasce, io credo. Altra caratteristica fondamentale del Cavaliere è quella di nascere generoso. Il suo tratto più distintivo è anche quello più contraddittorio: il Cavaliere ha la forza per emergere, ma usa quella forza invece per sostenere gli altri. Questa cultura del servizio è quanto di più alieno ci possa essere dalla norma; la maggior parte delle persone nascono infatti con l'istinto di autoconservarsi, accrescere il proprio spazio vitale e dominare il proprio ambiente. Utilizzare una forza eccellente per agevolare l'ascesa e il consolidamento del proprio prossimo è quantomeno raro. E anche qui, credo che ci si nasca, sempre in potenza. Poi la cultura, l'esperienza, lo studio, l'emulazione, servono a forgiare l'acciaio grezzo di queste anime "predisposte" in lame ben affilate e capaci di plasmare il proprio mondo. |
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