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“Siamo partiti, grazie al Cielo.” Disse Jovinus a Plautus e Cavaliere25. “Voi ci sarete di grande aiuto, amico mio.” Rivolgendosi poi al boscaiolo. “Una chiesa ha bisogno di legna in gran quantità… e voi dunque sarete fondamentale per la nostra missione.”
Chiamò poi in disparte gli altri due. “Ora vi mostreremo cosa guida la nostra missione…” fece Jovinus fissando Cavaliere25. Prese allora lo scrigno che aveva sempre con sé e lo mostrò al boscaiolo. “Qui è conservato qualcosa di inestimabile…” disse il monaco “… una reliquia miracolosa proveniente dalla Terra Santa… sulla quale fonderemo la nostra chiesa e convertiremo i popoli pagani del Nord.” |
interessante dissi dobbiamo custodirlo con molta attenzione non si sa mai chi ce in giro poi dissi quanto mancherà a dove dobbiamo arrivare domandai tutto contento dentro di me pensai avrò fatto bene a intraprendere quella missione chissa cosa mi aspettava
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In silenzio osservai il Maestro allontanarsi.
Una leggera brezza muoveva i rami degli alberi intorno a me e spazzava l’erba, chiusi gli occhi e respirai il vento... “Aspettate! Aspettate... vi prego!” Mi voltai ed osservai la donna che stava disperatamente trattenendo la mia mano, aveva gli occhi rossi e lucidi... “Vi prego!” sussurrò. Per un attimo il bosco intero parve ammutolirsi, per un attimo tutto si fermò. “Mamma...” mormorai. Silenzio... immobilismo... poi, d’un tratto, l’uomo che le stava di fianco mi strappò dalla sua presa e mi condusse lontana da lei... verso un cavaliere alto che ci attendeva a qualche metro di distanza, sulle rive di un lago. Sollevai gli occhi e guardai mio padre... anche lui mi osservò per un momento, tristemente, ma subito distolse lo sguardo e lo portò sull’uomo che gli stava di fronte... “Dio sa cosa mi sta chiedendo?” chiese con voce grave. “Un voto è una promessa fatta a Dio...” fu la risposta. Aprii gli occhi di scatto, leggermente turbata... erano anni che quel giorno lontano non mi tornava alla mente: il giorno nel quale avevo detto addio ai miei genitori, il giorno nel quale avevo incontrato per la prima volta il Maestro, il giorno nel quale tutta la mia vita era cambiata. Con il cuore in gola, sollevai il sguardo al Cielo... il vento stava aumentando... forse era un segno. |
Il bosco di Suessyon.
A guardarlo dal Casale degli Aceri appariva sterminato, come infinito. Come la porta per un mondo lontano. E da quel mondo una figura si avvicinava al casale. Talia, destatasi da quel doloroso e, per lei, ancora inspiegabile ricordo, osservò fino a quando le sembianze di quella figura le divennero familiari. Era uno dei suoi fratelli, partito dal casale un anno prima per arruolarsi nelle milizie di un nobile signorotto locale. Biondo, dallo sguardo fiero e dal nobile portamento. Avanzava verso il casale in sella al suo cavallo e appena vista Talia sorrise. “La Primavera è arrivata in anticipo a quanto vedo, eh!” Esclamò Fylleon. “O è solo un privilegio di questo vecchio casale?” E mostrò un lieve inchino alla ragazza. “Che calma… si vede che i nostri fratelli sono sicuramente in giro per il bosco… tu come stai, Talia?” http://bc01.rp-online.de/polopoly_fs...2503628036.jpg |
Tenevo gli occhi fissi su quella figura che si stava avvicinando... e man mano che si avvicinava un sorriso mi si allargò sul volto.
“Fylleon!” esclamai, sorpresa e felice, andandogli incontro mentre smontava da cavallo. “...o forse dovrei dire sir Fylleon?” domandai, leggermente sorpresa dal tono formale della sua voce. Gli sorrisi quindi, giocosamente, e allargai appena le braccia... “Dai, sir Fylleon... non è buona regola abbracciare la propria sorellina quando non la si vede da più di un anno?” |
Il cavaliere smontò da cavallo e abbracciò Talia.
“Sir? Ah, il soldato di ventura non è certo il mio sogno e tu sai che io aspiro a conquistare un regno!” Guardandola Fyellon. “Magari usando anche una scorciatoia, come sposare una principessa! Ma mi contenterei anche di una regina rimasta vedova!” Rise. “Sai che sei ancora più bella di come ti ricordavo, sorellina? E che collana profumata porti al collo! Cerca di non diventare troppo bella, però!” Sorridendo. “Altrimenti qualche nobile principe verrà a rapirti e chissà che colpo per il nostro maestro!” Ma dopo un po’ divenne serio. “Ma lui non può obbligarti e lo sai…” continuò “… nessuno può farlo… sei una donna, prima di qualsiasi altra cosa…” sorrise teneramente alla ragazza “… a proposito… dov’è il maestro? Che io ricordi non ti ha mai lasciata sola in casa…” |
Obbligarmi...
Per un attimo i miei occhi si scurirono alle sue parole... Ma subito tornai a sorridergli. “E’ alla Cappella!” dissi “E gli altri, hai indovinato, sono in giro per il bosco! ...Ma tu?” soggiunsi dopo un momento “Cosa ti porta qui da noi? Nostalgia? O c'è dell'altro?” E così dicendo gli feci cenno di sedersi con me sull’erba. |
Guardai Elisabeth e poi Goz.. Ascoltai con interesse la sua stramba presentazione alla fine mi rivolsi a Elisabeth e le dissi:
<<Milady io lo avverto ci siamo cacciati in qualcosa di brutto.. La natura me lo dice.. Il fiume mi allerta.. Alla fine di questo viaggio ci sarà qualcosa che ci segneràper sempre..>> Ero realmente turbato da ciò che avevo sentito.. Goz se ne era andato.. Che fosse uno stregone anche lui? Sul ponte c'era tanta gente.. Una donna con un uomo più anziano.. Un robusto ragazzo con due frati.. una nobildonna.. e un cavaliere.. Più altre persone e marinai.. Chissà erano saliti tutti per caso su quella nave come me?.. |
Fyellon si sedette accanto a Talia.
“Questo posto è magico…” guardandosi intorno “… c’è tutto per essere felici… poesia, magia, natura… e i miei affetti più grandi…” sorrise alla ragazza “… in verità sono qui per parlare al maestro…” diventando di colpo serio “… anzi, voglio approfittare del fatto che il resto della ciurmaglia non ci sia!” Tornando a sorridere. “Anzi, ti prego, se ritornano, fa che non vengano a disturbarci… devo parlare da solo col maestro…” si alzò e si diresse verso la cappella. E nella cappella trovò il maestro in preghiera. “Non mi attendevo certo che uccidessi l’agnello grasso per me” avvicinandosi al vecchio cavaliere “ma almeno di trovarti ad attendermi si…” “Come stai, figlio?” Alzandosi il maestro. “Già, il nostro incontro merita almeno un abbraccio.” E si astrinsero l’un l’altro. “Ormai sei un valente cavaliere, tutti conoscono la tua fama e il tuo valore.” Sorridendo il maestro. “Già, tutti mi apprezzano…” mormorò il cavaliere “… tutti tranne te… tu non l’hai mai fatto…” “Sei, tra i tuoi fratelli, quello che ha raggiunto i più grandi trionfi…” fissandolo il vecchio cavaliere “… e probabilmente nessuno fra loro ti eguaglierà…” “E nel tuo cuore?” “Occupate tutti lo stesso posto.” “Menti, maestro.” Fissandolo Fyellon. “Non hai amato nessuno come lui…” “Quel nome non è stato più pronunciato…” “Ma è rimasto sempre nel tuo cuore!” Gridò Fyellon. “Raccontami una parabola, maestro… l’ultima…” “Il Figliol Prodigo?” “Io ti ho servito come nessun altro…” in lacrime Fyellon “… ma tu non hai mai sacrificato un capretto per me e per i miei amici! Hai sempre e solo amato lui più di me e degli altri! E lui alla fine ti ha lasciato! Spero stia bruciando all’Inferno!” Estrasse allora la spada. “Maestro… sono qui per sfidarti… e per avere giustizia… combatti!” “Non potrei mai battermi con uno di voi…” fece il maestro per poi inginocchiarsi davanti all’altare. “Combatti!” Urlò Fyellon. “Non è colpa tua…” disse il vecchio cavaliere “… il tuo fallimento di figlio e cavaliere è in realtà il mio…” Fyellon lasciò cadere la spada e pianse. Poi si avvicinò al maestro e gli baciò il capo. “Non è giusto…” mormorò “… io sono il migliore…” e con gesto violento quanto deciso spezzò il collo al vecchio cavaliere. Talia, intanto era ancora nel giardino. I suoi fratelli non erano tornati. Ma proprio in quel momento la giovane sentì come un mancamento. Un sordo dolore, lacerante e straziante, al cuore. Poi apparve Fyellon. “Sorellina, devo andare…” avvicinandosi a lei “… il maestro è stanco, fa che nessuno lo disturbi…” le sorrise “… e ricorda, sei libera… non esiste nessun Dio che può rubarci la vita e la libertà… ricordalo sempre…” la baciò su una guancia e galoppò via. Lasciando Talia con quell’inquieta e terribile sensazione di dolore. |
"....Il caso non esiste Daniel e voi lo sapete....volete diventare un grande Mago, e sapete che se ci ritroviamo tutti qui.....e' perche' qualcuno su un'antica mappa ha scritto i nostri nomi, l'unica scelta che ci e' concessa e' quale strada prendere...intanto abbimo scelto questo strano Carrozzone.......sara' l'Inferno ?.......non lo so...potrebbe anche essere il paradiso.......abbi pazienza..Daniel .......tempo al tempo..".......sorrisi tranquilla, anche se la mente mi ando' al mio regno......il bosco....sapevo che era in buone mani, ma casa era casa......intanto...mentre guardavo ogni passeggero riuscivoa leggere il loro cuore..........ma la voce della donna riprese forma nella mia mente...e il sangue mi si congelo' nelle vene.......barcollai...aggrappandomi al passamano...." Per terra e per mare...io devo penare.....per terra e per mare io devo lottare......le fate incantate di bianco venate...sussurrano ai boschi....parole d'onore...".....era una cantilena che cantava mio nonno e per scaldarmi il cuore la ripetei piu' volte.........chiusi gli occhi e tutto si riprese nella normalita'.....
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"Cosa troveremo?" Gaynor rispose all'uomo che doveva essere Goz con un mezzo sorriso. "Sinceramente non so cosa potremmo mai trovare in questo viaggio, ma ad ogni modo spero sia qualcosa di positivo e di avventuroso. Sapete, poche cose al mondo sono monotone come la vita a corte... è tempo forse di vivere la vita vera, di smettere di respirare l'aria rarefatta di un castello e di assaporare i profumi del mondo... Pensate di potermi offrire tutto ciò, milord?"
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Vidi Elisabeth barcollare e dopo qualche secondo anch'io l'avvertii... Una forza malvagia che premeva contro le nostre anime.. Mi sentii mancare e per calmarmi chiamai qualche uccellino del bosco vicino per cantare... Quando tutto fu passato guardai Elisabeth.. Non pronunciai una soa parola ma il mio sguardo tradiva il timore e la consapevolezza di cosa ci aspettava..
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"Partiremo presto,all'alba,per viaggiare nelle ore di luce."Rispose Chantal.
La governante, allora, prese ad accrezzarle i capelli,come a voler trasmettere alla ragazza il suo calore,e per svellere le sue inquietudini. Ma proprio quel gesto così affettuoso tradì le preoccupazioni della donna. "Lo sento che siete turbata,lo sento attraverso le vostre mani..anche io ho paura."Disse la ragazza prendendo le mani della governante nelle sue. La governante cercò di tranquillizzarla con parole amorevoli,tanto che entrambe si rasserenarono o,almeno,cercarono insieme di smussare quegli angolini così ispidi che delineavano i pensierii del viaggio. Poi,Chantal si abbandonò ad un sospiro e sembrò rincuorarsi."Allora?Non si cena stasera?Perchè non mi raccontate di questa Città dei Cieli davanti alla zuppa calda?" La cena si consumava in una sala con un grande focolare.Era un rituale speciale.A tavola sedevano insieme i membri della famiglia ed i collaboratori,Oltre alla governante,infatti,vivevano presso i de la Merci un fattore che curava la campagna con sua moglie e il loro figlio,un giovane fabbro che si occupava di governare i cavalli,e l'oramai anziano cocchiere.Tutti insieme si riunivano alla stessa tavola. Quella sera l'atmosfera era molto calda,le guizzanti fiamme illuminavano la sala e lo scintillio e lo scoppiettare della legna addolcivano il sereno discorrere dei commensali mentre si compivano gli ultimi cerimoniali della serata. Fu servito un pasto semplice,insieme a pane fresco appena sfornato, e frutta del loro raccolto.In tavola erano stati adagiati fiori di stagione,spuntati col pallido sole di gennaio sulle sponde del fiume.Fu recitata la preghiera che sempre creava un'atmosfera di dolce mestezza,ancor più solenne in quel momento che li avrebbe visti riuniti insieme per l'ultima volta in quell'inverno,si ringraziò per il cibo venuto da Dio e si invocò protezione per il viaggio. La moglie del cocchiere fece anche suonare il vecchio organetto nella sala a giono.Giunto il momento di congedarsi furono offerti all'altare della cappellina il pane e il vino della tavola per la messa che sarebbe stata recitata coi primi lumi del giorno prima di partire. Chantal prelevò dal vaso sulla tavola un bianco bucaneve e lo portò con sè nella sua camera per riporlo insieme alla corona del rosario vicino alla Madonna che sovrastava l'austero cassettone d'ebano posizionato di fianco al suo letto,e nel contemplarlo al lume di una candela ripercorse nei ricordi i sentieri che avrebbero battuto prima di imboccare la vallata e i suoi segreti.. http://www.santiebeati.it/immagini/O...450/20450O.JPG E guardando la Vergine si addormentò. "Non avere paura,vieni.." "Come hai fatto?Come hai raggiunto l'altra sponda?" "C'è un ponte di fiori intrecciati,vieni,eccolo.." "Come quello della fiaba cinese?Lo hai intrecciato tu,come fece la sposa per permettere al suo sposo di raggiungerla?" "Si,proprio quello,Chantal,imboccalo,vieni.." "Ma io non lo vedo.Non vedo alcun ponte." "Anche Pierre lo ha attraversato,vieni anche tu e staremo tutti insieme.." "Io non lo vedo.Non vedo il ponte di fiori.E non vedo Pierre." "Allora ce ne andremo da soli,Chantal.Da soli." " No.No.Dove state andando?Dimmelo.Dimmelo!" "E le acque,perchè si stanno tingendo di rosso?" Chantal si svegliò col cuore in gola e la fronte imperlata.Era stato un sogno.Ancora lei,la donna del ritratto,ancora il fiume e le sue acque. Chantal aveva paura del fiume,aveva paura delle sue acque,la rendevano inquieta ogni volta che si portava sulle sponde a raccogliere le bacche.Sapeva quanto fosse un magnifico dono di natura,era come la più viva espressione dell'artte che si posa sulla terra come l'ombra di Dio.Ma non riusciva a non nutrire timore per esso.Pierre e lei,dall'altra parte del fiume,e Chantal che aveva paura di raggiungerli. Chantal si alzò,andò a guardare il fiume dalla finestra,esso dormiva placidamente sotto gli argentei bagliori della Luna,Aprì le finestre e respirò la fredda aria di gennaio.Guardò la Luna e riuscì a scacciare quel sogno pensando d'essere rimasta suggestionata dai discorsi sulla città de Cieli tenuti durante la cena. "Esiste.Deve esistere.E accoglie giardini di Gioia."Sussurrò alla Notte la ragazza mentre si stringeva nelle spalle infreddolite e vestite solo di una camicia leggera. |
L’uomo fissò Altea e accennò un lieve sorriso.
“Milady, esistono cose che sono del tutto indifferenti a quelli che sono i nostri credi e i nostri valori.” Disse. “Come la Fede religiosa, l’Amore e…” esitò, smarrendo per un istante, la sua sicurezza “… la magia… nessuno di noi sa cosa troveremo laggiù, oltre il fiume Calars… ma di sicuro sarà qualcosa di straordinario…” “Posso, signore?” Avvicinandosi uno dei marinai a quell’uomo. “Certo, ragazzo.” Annuendo questi, per poi salutare Altea ed il suo maestro. Il marinaio allora mostrò qualcosa ad Altea ed al suo insegnante. “Signori, sto facendo il giro dei passeggeri…” spiegò il marinaio “… vedete, per diletto mi cimento in queste composizioni… sono fiori con petali di paste vitree di vari colori, che hanno la capacità di mutare secondo lo stato d’animo di chi li possiede…” “Beh, visto che mi avete offerto il biglietto, non posso esimermi…” disse il maestro ad Altea “… bene, vediamo un po’… si, questo… è molto bello!” “L’orchidea, signore!” Prendendo quel fiore il marinaio, per poi darlo al maestro. “Un ducato, prego.” Il maestro diede la moneta al marinaio e prese il fiore. “Questo è per voi, milady…” donando il fiore ad Altea “… diciamo come buon auspicio per questo viaggio… e mi raccomando, voglio che questo fiore sia reso perennemente luminoso dal vostro umore!” |
“Si, dobbiamo averne cura, perché questa reliquia è inestimabile.” Disse Jovinus a Cavaliere25. “Essa ha compiuto grandi miracoli in varie città, come Gerusalemme, Antiochia, Costantinopoli, Tessalonica…”
“Quando il carrozzone toccherà terra” intervenne Plautus “noi proseguiremo a piedi verso le terre più a Nord… e quando troveremo un terreno adatto, ci costruiremo su la nostra chiesa. E da lì convertiremo i pagani.” |
Goz, dopo aver lasciato Altea ed il suo maestro, si avvicinò a Gaynor.
“Io non vi offro nulla, milady.” Disse. “Vi do solo la possibilità di venire con noi, in cerca di qualcosa di fantastico e meraviglioso.” Si avvicinò alla prua del Carrozzone e fece cenno a Gaynor di seguirlo. “Guardate le acque di questo fiume… sono calde… perché? Da dove nascono? Milady, stiamo andando dove nessun è mai giunto… nessuno…” Ad un tratto, Elisabeth e Daniel, proprio mentre ascoltavano le parole di quell’uomo, avvertirono una strana inquietudine. Un attimo dopo uno dei marinai indicò qualcosa proprio sulla sponda del fiume. C’era una donna immobile che fissava il Carrozzone. Goz diede ordine di arrestare l’imbarcazione. “Vi serve aiuto, milady?” Domandò alla donna sulla sponda del Calars. http://lh4.ggpht.com/_ZjMUoaamHXU/TI...umb%5B1%5D.jpg |
Quel sogno aveva reso inquieta Chantal.
Si era svegliata sudata ed agitata. Ad un tratto la porta si aprì ed una candela squarciò la penombra. “Chantal, ragazza mia…” sedendosi accanto a lei la governante “… ti ho sentita gridare… si, hai gridato… forse quando eri ancora addormentata… hai fatto un brutto sogno?” Le accarezzò i capelli. “Su, stenditi ora… resterò qui fino a quando non ti riaddormenterai… e ti narrerò di nuovo di quella Città dei Cieli che vidi spesso da piccola… sai? Ne feci una poesia, per ricordare bene ogni cosa di quell’immagine…” E cominciò a recitare: “La Città dei Cieli che si erge tra le nuvole, è dove si realizza ciò che da sempre si vuole. Una città sospesa tra la terra, la Luna e le stelle, che sembrano tanto vicino da potersi toccare quelle. Una Città governata da una regina bella ma assai triste, che se pur senza la Gioia d’Amore, non si arrende e resiste. La Città dei Cieli che sorge oltre l’orizzonte lontano e infinito, perduta nei sospiri di una notte e figlia di un sogno mai svanito.” |
Non credo che qualcuno di noi avesse ben compreso la vera natura di quelviaggio, aveva abbagliato un po' tutti.......e lo stano Goz in realta' non aveva promesso niente a nessuno...se non unanavigata tra le acque calde del fiume........la mia nascita era avvenuta in quelle acque e poi a ognuna di noi venne dato il suo regno...ma non avevo mai dimenticato......quelle acque , non potevo....erano mia madre e mio padre.......vicino a me rimase Daniel e mentre Goz ed un'altra passeggera si avvicinavano al parapetto potei osservare la riva del fiume......che si allontanava.....quando una donna apparve.....l'aria sembrava aver cambiato il suo odore...i fiori avevano la forza del marciume.....e alle parole di Goz......" Perdonatemi so di non poter essere io a darvi alcun ordine.......evitate che quella donna salga a bordo.....il vostro viaggio potrebbe mutar direzione...!!! ".......gli eventi e quella donna Guardai il volto di Daniel sembrava avesse cambiato espressione e il suo incarnito era pallido come la luna.....
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Rimasi immobile, osservando Fylleon dirigersi con passo calmo ma deciso verso la cappella.
Ero inquieta... preoccupata... c’era qualcosa nell’animo di quel mio fratello che avevo percepito per un attimo, ma che non ero stata in grado di cogliere del tutto... E il vento aumentava. Forti raffiche spazzavano il giardino e il frutteto, ormai... facevano volare i miei capelli e il mio abito... piegavano i rami più teneri degli alberi... Segnali, pensai... segnali... Ma segnali di cosa? Poi d’un tratto un dolore lancinante, proprio al centro del petto... Mi colpì di sorpresa, tanto che vacillai pericolosamente... Smarrimento... dubbio... cosa stava accadendo? Fylleon ricomparve in quel momento... si avvicinò a me in fretta... lo fissai senza parole: le sue labbra sorridevano, ma i suoi occhi erano cupi. Citazione:
Ma la mia voce si perse nel vento. Tentai di trattenerlo, ma le mie mani non avevano forza. Ed un attimo dopo lui era già montato a cavallo ed era sparito all’orizzonte. Il vento si placò di colpo... L’aria divenne immobile, gelida come nel più profondo Inferno... E in quell’istante, di colpo, la mia mente si aprì ed io ebbi coscienza di che cosa era accaduto. Chiusi gli occhi e tentai di combattere, per un attimo, contro quel vorticare di sensazioni e di sentimenti che si accavallavano nella mia mente, sbattendola da ogni parte... ma non ci riuscii. Le mie gambe cedettero, facendomi cadere a terra... tutto divenne buio... e fu l’oblio. |
ma una domanda dissi ma quante persone saremo a costruire questa chiesa? se siamo noi tre come faremo siamo troppo pochi ci serviranno persone adeguate per costruire dovremo cercare persone esperte avete qualche idea dove cercarle continuai a chiedere mentre li guardavo un po perplesso
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Il calore che traspariva dal mio Maestro era come quello di un padre affettuoso, rimasi colpito da tale gesto e.... se devo essere sincero, mi aveva commosso. Prima di andar via da quel sacro luogo, il Maestro si soffermò a pregare per la buona riuscita della nostra ricerca, onde evitare di disturbarlo da quello stato, presi il mio taccuino è nel silenzio più totale disegnaì quel magnifico mosaico soffermando le particolarità del disegno soprattutto sui Tre Arcangeli.
Terminato il suo rituale uscimmo dalla chiesetta e procedemmo il cammino. Arrivammo dinanzi ad una modesta casa e cercammo riposo e sostentamento, la donna che ci accolse si mostrò molto gentile e i suoi familiari altrettanto. Rimasi colpito, principalmente dal figlio della donna il quale ci chiese se eravamo cavalieri....sembravo io da piccolo che inseguivo il sogno di diventare cavaliere votato alla lotta contro i mostri e salvando donzelle, ripensadoci, mi viene da ridere..... All'improvviso il Maestro de' Punici mi porge una strana domanda "Parsifal, che strano simbolo.....cosa rappresenta?" mi chiese. Mi colse di sorpresa, non avevo molta dimestichezza con la simbologia, cosa che vorreì tanto imparare....però.....mi feci coraggio e esposi la mia tesi: "Maestro.....non sapreì descriverlo perfettamente, ma secondo me quel crine intrecciato potrebbe significare una sorta di unione tra il mondo terreno e quello soprannaturale.... non inteso come legame ad un mondo occulto, ma bensì a quello divino." Ero molto imbarazzato, speravo di non aver fatto o detto una sciocchezza. |
Goz mi sembrava un personaggio interessante e particolare, pensai che in fondo valesse la pena conoscerlo di più e avrebbe avuto molto da svelare.
"Messer Goz, mi auguro allora di trovare una bellissima sorpresa alla fine di questo viaggio" mentre stavo pronunciando quelle parole si avvicinò un gentile marinaio, in mano aveva dei fiori bellissimi, colorati e luminosi di pasta di vetro, sembravano reali. Ne rimasi affascinata...li guardavo estasiata. Il mio maestro, ad un tratto, mi sorprese con un gesto che mai mi sarei aspettata, scelse uno di quei fiori, pagò e con estrema gentilezza me lo diede in dono. "Mio maestro, voi rammentate dunque quanto io ami i fiori? e questa orchidea è uno dei miei preferiti insieme alle variopinte rose. Lo custodirò con me come uno dei più preziosi regali, e che sia di buon auspicio. Certo muterà in base al mio umore ma sempre luminoso sarà perchè regalato con il valore della vera amicizia." |
Ad un certo punto la vidi eccola.. La donna che avevo visto nell'apparizione.. Era la stessa che vidi quel giorno al mio bancone.. La sentivo La sua Aura Malvagia.. Elisabeth era inquieta quanto me.. Rivolgendomi a Goz dissi:
<<Se farete salire quella donna su questa Nave questo viaggio non avrà affatto una lieta fine!>> Alle mie parole calò il silenzio sul ponte e sentii tutti gli sguardi su di me.. |
Il Carrozzone si fermò a quell’ordine di Goz.
“Una semplice donna” disse questi fissando Elisabeth e Daniel “vi trasmette davvero tanta paura? Al punto da farvi temere per questo nostro viaggio?” Scosse il capo. “Una donna sola, sulla sponda di un fiume in una regione sconosciuta e forse quasi del tutto deserta… non vedo come possa minacciarci, amici miei… e per Carità Cristiana direi almeno di capire chi sia quella donna…” L’uomo allora si rivolse alla misteriosa donna: “Milady, cosa vi è accaduto? Vi occorre forse aiuto?” “Mio buon messere…” in lacrime la donna “… è terribile… aiutatemi, vi supplico…” “Raccontateci di queste vostre pene, milady!” Fece Goz. “Vedete…” raccontò la donna “… vivo da sola nel bosco… un giorno due cavalieri giunsero a casa mia e chiesero ospitalità per la notte… entrambi però si invaghirono di me, al punto da rinnegare la loro fraterna amicizia… e l’amore accese in loro una forte rivalità, spingendoli a duellare… ma, per disgrazia, restarono feriti a morte entrambi… la gente di un villaggio vicino allora mi accusò di stregoneria, accusandomi di aver fatto bere ai due cavalieri un filtro d’amore… hanno incendiato la mia casa e mi stanno dando la caccia… aiutatemi, vi supplico, o sarò arsa viva dal loro fanatismo…” "Non possiamo abbandonarla al suo destino!" Gridò il maestro di Altea ai presenti. |
Ero allibito! Ma si rendevano conto? Allora dissi:
<<Ma vi rendete conto? Vi sta prendedno in giro tutti quanti! LEi è una strega cattiva e malvagia! Gode della morte degli altri e talmente tante cattiverie che ha compiuto che la sua anima è marcita! Non fatela salire altrimenti sarà peggio per noi!>> Guardavo chiunque in cerca di appoggio.. |
Ci fermammo all'apparire di una dama bellissima, di una bellezza quasi inquietante. Ascoltai il suo racconto, era terribile, come ancora certe persone fossero ancora attaccate a queste superstizioni e credenze.
D'un tratto sentii il mio maestro urlare, lo guardai stupita. Egli, infervorito, chiedeva di farla salire...da quando eravamo saliti in questo Carrozzone egli era cambiato molto. Mi avvicinai a Goz "messere, penso pure io che questa dama deve essere salvata." |
“Una volta scelto il posto per costruire la nostra chiesa” disse frate Jovinus a Cavaliere25 “assolderemo manodopera per cominciare i lavori… mastri muratori, falegnami, scultori…”
Ma ciò che stava accadendo dall’altra parte del Carrozzone rapì subito l’attenzione del chierico. “Cosa accade?” Domandò a frate Plautus. “Non so…” confuso questi “… andiamo a vedere…” I tre, allora, raggiunsero gli altri che si trovavano a prua, a causa della misteriosa donna che chiedeva aiuto. Ed infatti c’era tensione a bordo. “Una strega?” Urlò il maestro di Altea fissando Daniel. “Come sarebbe a dire? La conoscete forse? Avete prove di ciò che dite? Sono quelli come voi che hanno mandato a morte, dopo atroci torture, uomini e donne colpevoli solo di suscitare i sospetti dei fanatici e dei superstiziosi!” Si rivolse poi a Goz. “Come capitano di questa nave avete il dovere di trarre in salvo quella donna!” “Ma siete impazziti?” Intervenne frate Jovinus. “Quella donna chiede aiuto e voi state qui ad interrogarvi su chi sia? E’ chiaro che sta per essere compiuto un crimine! Nessuno può mandare a morte qualcun altro per stregoneria o eresia, senza l’approvazione delle autorità ecclesiastiche! In nome del Cielo, fate salire a bordo quella donna!” Goz allora fissò due dei suoi marinai e annuì. Un attimo dopo, la donna fu condotta sul Carrozzone. |
Parlava di una cosa successa nel bosco...stregoneria io lo avrei saputo...non c'era nulla che potesse succedere senza che io ne venissi a conoscenza.......la fecero salire a bordo e io mi avvicinai a Goz...." vedete Sir....non temo una donna...e comprendo la carita' cristiana....ma vedete voi siete il signore di questa nave ne conoscete ogni cosa...i boschi sono il mio regno e vi garantisco....che se questa donna avesse detto la verita' lo avrei saputo....ma sento la menzogna e la malvagita'.......una strega?.....allora facciamo un grande falo' noi donne siqaamo tutte streghe......fossi in voi la carita'cristiana la conserverei per altro...ma ormai....avete fatto la vostra scelta e che il Signore ci assista....."......guardai la donna negli occhi......prima o poi dovevo incontrarti..questo fu il mio pensiero sicura che lei lo avesse percepito...." Daniel, venite....qui l'aria e' pesante"....e mi spostai da lei ma non tanto da non poter udire le conversazioni !!!
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Redentos sorrise ed annuì a quelle parole di Parsifal.
“Risposta interessante…” disse, mentre assaggiava un po’ della minestra che la donna aveva servito loro “… ma non del tutto esatta… o meglio, troppo vaga… quella singolare treccia si trova sulla parete centrale, ma non in alto… guarda sulle altre pareti… lì c’è un crocifisso in legno… vedi come è posto molto più in alto, rispetto alla treccia?” Fissò Parsifal. “Devi sempre osservare ogni particolare che ti circonda, ragazzo mio… è chiaro che quello è un simbolo particolare… forse una sorta di amuleto… magari posto lì come protezione…” “Vi va, nobili messeri, di udire una storiella?” Chiese all’improvvisamente il marito della donna. “Certo, amico mio.” Sorridendo Redentos. “Ridere ridesta il corpo e lo spirito. Avanti, vi ascoltiamo.” “Bene.” Fece l’uomo. “Che differenza corre tra una zuppa bruciata e una donna incinta?” Redentos guardò Parsifal e poi rispose: “Non saprei…” “Semplice!” Esclamò l’uomo. “Nessuna! Ormai è tardi in entrambi i casi, bisognava pensarci prima!" E scoppiò a ridere, seguito da suo figlio. “Non la trovate divertente, sir?” Redentos non rispose, limitandosi a sorridere all’ingenuo umorismo di quell’uomo. E quella misteriosa treccia di crine era sempre lì, inchiodata alla parete e circondata da un enigmatico velo d’inquietudine. |
“Hai freddo?” Chiese il vecchio cavaliere a Talia.
“Un po’ si…” annuendo la ragazza. Il vento, freddo e asciutto, attraversava il viale dove i due stavano camminando. “Posso prenderti il braccio?” Chiese lei. Lui sorrise e annuì. “Ricordi come da piccola, quando passeggiavamo, tu avvolgevi entrambi col tuo mantello?” “Posso farlo ancora, sai?” Ridendo lui. “O ti vergogni di camminare troppo stretta al tuo vecchio padre?” “Non dire sciocchezze!” Esclamò lei, stringendosi nel mantello del vecchio cavaliere. “Sei l’umico uomo a cui direi sempre di si!” “Oh, non sapevo di aver conquistato il cuore di una giovane fanciulla!” Ridendo nuovamente lui. “Alla mia età, poi!” “Smettila, tu non sei affatto vecchio!” Disse Talia. Il vento aumentò di colpo e Talia, improvvisamente, si ritrovò da sola. Sentì poi i suoi fratelli che la chiamavano. Si voltò intorno in cerca del vecchio cavaliere, fino a quando lo vide di nuovo. Si trovava dall’altra parte del viale e la fissava. Lei tentò di raggiungerlo, ma la distanza sembrava immutabile tra i due. E di nuovo la voce dei suoi fratelli che la chiamavano. Lei si voltò indietro e li vide. Poi di nuovo guardò verso il vecchio maestro. Ma non c’era più. “Talia… Talia, ci senti?” La ragazza finalmente aprì gli occhi. “Talia!” In coro i suoi fratelli. “Come ti senti?” Erano tutti intorno al suo letto. |
La splendida e misteriosa dama fu fatta salire nel Carrozzone, ma notai i volti perplessi di alcuni viaggiatori. Mi ero quasi pentita di essere stata trascinata da questa avventura, strane cose stavano succedendo. Mi avvicinai al maestro "Maestro, credo che forse abbiamo commesso un errore salendo a bordo di questa barca? voi che avvertite? io avverto qualcosa di strano e magico e sapete che sono una persona ponderata. E poi ancora non abbiamo conosciuto nessuno di questi viaggiatori."
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Quando Goz decise di far salire quella donna a bordo, diverse furono le reazioni degli altri passeggeri. Da parte sua, Gaynor pensò che si fosse trattato di un terribile sbaglio. Riusciva a scorgere la freddezza negli occhi di quella bellissima donna, nonostante le sue parole accorate e l'aria sconvolta e impaurita. Questa donna mente e non porterà che sciagure... Decise allora di raggiungere due passeggeri che si trovavano dal lato opposto del ponte, una dama ed un giovane che avevano espresso pubblicamente il loro disaccordo per la decisione di Goz. A loro si avvicinò e disse: "Permettete, signori? Sono Lady Gaynor, contessa di Wellyn... Anche io come voi sono poco felice riguardo la nostra nuova ospite..."
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rimasi fermo a guardare la scena non riuscivo ancora a capire se stavo sognando ho era tutta realtà mi avvicinai allora alla donna e dissi come vi chiamate signora? mentre la guardavo con occhi attenti
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Ad un tratto la porta si aprì ed una candela squarciò la penombra.
“Chantal, ragazza mia…” sedendosi accanto a lei la governante “… ti ho sentita gridare… si, hai gridato… forse quando eri ancora addormentata… hai fatto un brutto sogno?” Le accarezzò i capelli. “Su, stenditi ora… resterò qui fino a quando non ti riaddormenterai… e ti narrerò di nuovo di quella Città dei Cieli che vidi spesso da piccola… sai? Ne feci una poesia, per ricordare bene ogni cosa di quell’immagine…” Quando sopraggiunse la governante, la ragazza respirò profondamente,come se tutto ad un tratto avesse ritrovato l'aria che sentiva esserle mancata in seguito a quel sogno. Fu spaventata da quella distanza incolmabile tra lei e le persone a lei tanto care a causa di un ostacolo per lei insormontabile,la paura del fiume. Chantal lo temeva come fosse un'entità viva,la sua fluidità cadenzata dall' irregolare pulsare delle sue acque sul letto scosceso,il suo accrescersi e ritrarsi con le stagioni, il cambiare colore a seconda delle ore del giorno davano alla ragazza l'impressione che il fiume fosse una creatura dotata di cuore ed anima propri. E lei non riusciva a guardarlo negli occhi,non vi riusciva,e più di tutto non riusciva a non temere le sue profondità,come se celassero un mistero. Ma forse non era solo quello. Forse era inquieta per le immagini del sogno,o per quelle acque che si tingevano di rosso. D'un tratto dinnanzi ai suoi occhi si creò una scena improvvisa.Si vide in un bosco,come quella volta al lago con Pierre,e si vide con quel cervo bianco ferito a morte,sulla sponda di acque cristalline.E lei che lo aveva tra le braccia,sanguinante,agonizzante.Ancora la freccia conficcata nel terreno e il sangue che si allargava in una macchia sempre più grande sul petto di quella creatura,proprio come nel sogno le acque si tingevano di rosso..rosso sangue che andava allargandosi rovinosamente. http://www.sightswithin.com/Arthur.H...White_Hind.jpg Quella scena,inaspettata, fece tremare Chantal..il cervo ferito il cui candido vello si macchiava di sangue,e le cristallince acque del Calars che si corrompevano di quella macchia rossa...Chantal non comprendeva perchè quell'assimilazione si fosse affacciata alla sua mente,lei che non era neanche sicura di aver realmente veduto un cervo bianco,lei che s'era ritrovata con Pierre e,forse solo per un inconsueto tempismo s'era trovata a frapporsi tra il dardo e l'animale..ancora le si imperlò la fronte di sudore,ancora prese a batterle il cuore percuotendola in seno. La matura donna, pur pregna di esperienza e saggezza ,ascoltò la visione che la ragazza le aveva narrato e le si strinse il cuore,tradendo quelle inquietudini che anche mentre si erano ritrovate nella saletta col ritratto erano insorte in lei. Pensò,quindi,di recitare quei versi a lei tanto cari e che la ragazza ascoltò con intensa partecipazione,tanto da rimanere suggestionata ancor più fortemente dall'esisteza di quella città.. “La Città dei Cieli che si erge tra le nuvole, è dove si realizza ciò che da sempre si vuole. Una città sospesa tra la terra, la Luna e le stelle, che sembrano tanto vicino da potersi toccare quelle. Una Città governata da una regina bella ma assai triste, che se pur senza la Gioia d’Amore, non si arrende e resiste. La Città dei Cieli che sorge oltre l’orizzonte lontano e infinito, perduta nei sospiri di una notte e figlia di un sogno mai svanito.” Dopo quei versi recitati con intonazione di chi narra un sogno,la donna le narrò ancora ed ancora delle meraviglie di quel luogo. Piano piano le inquietudini si diradavano e si levava nel cuore un soffio leggero,come una speranza. La ragazza si lasciò accarezzare amorevolmente abbandonandosi alle tenerezze ed al calore che la donna le infondeva e le offriva.. Per qualche momento Chantal provò la sensazione di aver attraversato anche lei quella città,come se avesse potuto visitare i suoi giardini con Angeli a custodirli,e profumi e colori ignoti al creato. Eppure,come un senso di oppressione invase la ragazza che non riuscì a trattenersi,esortò,qunidi,la donna che, tanto amorevolmente era ancora in piedi nel cuole della notte per tenerle compagnia,a riferirle tutto quello che aveva veduto di quella città nata dal carezzevole alito del fiume. "..Perduta nei sospiri di una notte e figlia di un sogno mai svanito.."Ripetè la ragazza appena sussurrando quelle parole. "Sono parole bellissime.."Aggiunse. E mentre si accomodava nel mezzo del letto,avvolgendosi nelle profumate e bianche lenzuola per riscaldarsi ,si strinse al guanciale che sentiva essere fresco e confortevole come un rifugio sicuro,e sfuggendo gli occhi della donna ne cercò,invece, la mano con la sua. "Non lasciatemi sola,ve ne prego.Ho paura del fiume.E la regina triste,credete che anch'ella potesse avere paura del fiume?"Strinse la mano della donna più forte e riprese. "Narratemi di lei.così potro comprendere il suo regno." |
A quelle parole di Elisabeth, l’espressione sul volto di Goz mutò in una singolare smorfia.
“Milady, comprendo i vostri dubbi, ma non li condivido in pieno.” Disse. “Siamo ormai ben lontani dai confini di Camelot e questa regione è per noi tutti sconosciuta. Non possiamo sapere cosa accade in queste terre. Quanto alla Carità Cristiana… beh, a me hanno insegnato a metterla in pratica verso tutti e questa donna non fa eccezione. Sono io il capitano del Carrozzone e sono pronto ad assumermi ogni responsabilità. E vi rammento, milady, che voi tutti siete sotto la protezione mia e dei miei uomini.” Elisabeth e Daniel allora si allontanarono, mettendosi quasi in disparte, sempre attenti però ad ascoltare la discussione. In quel momento però, ai due, si avvicinò Gaynor. La contessa di Wellyn si presentò ad Elisabeth e Daniel, per poi mostrare loro le sue perplessità sulla misteriosa donna fatta salire a bordo. |
Le parole del Maestro de' Punici, mi fecero riflettere..... risulta difficile soffermare la propria attenzione su ogni piccolo particolare che ti circonda in quanto potrebbe distrarti dal cammino principale.
"Sì, il crocifisso è più in alto, ma non può garantirti ciò che in quel momento ha orientato quella famiglia a posizionarlo in quel modo." pensaì tra me e me.... probabilmente è un'altra domanda che non potrà mai donarti una risposta certa. Tornando all'ipotesi dell'amuleto ciò potrebbe essere vero, ma ciò non può giustificare il perchè condivide il suo spazio con il divino....sembra un'idiozia..... però la porgo lo stesso tale condizione......e se fossero collegati ad un culto pagano? Lo sguardo che assunsi di certo non perpetrava molta sicurezza. |
“La magia?” Voltandosi il maestro verso Altea. “Non c’è magia qui, ma solo un atto di barbara ingiustizia che il buonsenso è riuscito ad evitare. Non lasciatevi impressionare dalle suggestioni di questo strano viaggio… questa donna era in pericolo e noi, facendola salire a bordo, l’abbiamo salvata.”
E mentre ascoltava le parole del suo maestro, l’orchidea fra le mani di Altea apparve opaca, come se i luminosi colori dei suoi petali vitrei si fossero spenti. L’uomo se ne accorse e accomodò una ciocca dei capelli di lei che il vento aveva reso ribelle. “Non preoccupatevi, milady…” sorridendole “… non accadrà nulla di male…” rise “… al massimo abbiamo sprecato due Taddei per un viaggio che, alla fine, non ci condurrà in alcuna fiabesca terra.” In quel momento un marinaio si avvicinò ai due. “Signori, prego… il capitano stasera terrà una cena per dare a tutti voi passeggeri il benvenuto sul Carrozzone… siete tutti attesi di sotto, nella sala centrale.” E recò lo stesso invito a tutti gli altri passeggeri. |
La misteriosa donna si mostrava visibilmente a disagio, percependo i dubbi e i sospetti di molti passeggeri.
Ad un tratto a lei si avvicinò Cavaliere25. “Siete un giovane molto cortese…” sorridendo al boscaiolo “… sembra che voi siate tra i pochi qui a non vedermi come un pericolo… io mi chiamo Isolde… e voi?” Mostrando un lieve inchino a Cavaliere25. Ai due si avvicinarono i due monaci, Jovinus e Plautus. “Come state, milady?” Domandò quest’ultimo. “Sto bene, vi ringrazio.” Sorridendo Isolde. “Potrei chiedervi una grazia… vorrei confessarmi…” “Certo.” Annuì Jovinus. |
Convenni con le parole del mio maestro, quando egli mi fece notare uno strano fatto...l'orchidea stava perdendo i suoi brillanti colori ma ancora di più la sua brillantezza. Il maestro non lo prese come un segnale serio ma io fissai quella orchidea, cercavo di specchiarmici ma ella aveva perso ormai ogni trasparenza e vivacità.
Ad un tratto un marinaio ci chiamò....il capitano della nave? ero convinta che il capitano fosse tale Goz ma ormai non mi stupiva più niente in quella barca. Mentre scendevamo le scale per raggiungere il salone dove ci aspettava il capitano, la barca sobbalzo e fu cosi che la orchidea vitrea cadde dalle mani e si frantumò in mille pezzi...un segnale del destino? |
“Osserva tutto ciò che ti circonda, giovane apprendista…” disse Redentos a Parsifal “… la strada di un cavaliere è costellata da segni… nulla accade per caso ed ovunque può esserci un messaggio…” lo fissò “… tu porti il nome di un valente cavaliere… colui che fu scelto per compiere la più grande ricerca… e sai come peccò? Quando tenne per sé i suoi dubbi al castello del Re Pescatore… se c’è qualcosa che ignori, allora devi cercare di comprenderne la natura, l’essenza, il significato… solo così potrai conoscere il mondo che ti circonda ed il cammino che in esso è stato tracciato per te…”
In quel momento si avvicinò ai due la donna e notò lo sguardo incerto di Parsifal. “Cosa vi turba tanto, messere?” Domandò all’apprendista. |
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