Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 20-04-2015 14.38.55

Forse Maruania e Nuova Camelot rappresentano il passato e il nuovo..due ideali e modi di vivere diversi..sono lo specchio della nostra civiltà.
E leggendovi Sir Guisgard ho immaginato come potrebbe essere..la mia città e l'ho vista davanti ai miei occhi..e magari mi avete ispirata già per questo gdr.;):smile:

Clio 20-04-2015 17.29.44

Due città..
Due mondi così diversi, eppure coesistenti.
Devo dire che avete saputo incuriosirmi sempre di più su questo nuovo scenario che ci attende.
E come giustamente ha detto Lady Altea... iniziamo a sognare, ad immaginare, a fantasticare. :smile_lol:

Altea 20-04-2015 17.47.15

E' vero lady Clio..iniziamo a immaginare, costruire i nostri personaggi..la loro vita, gli ideali..per poi a Master volendo (:smile_lol:)...i nostri sogni prenderanno vere fattezze e inizierà una nuova avventura.

elisabeth 20-04-2015 20.35.19

Passeggiando ....tra queste pagine che si stanno formando.....come un'embrione nel ventre materno, osservo la frenesia delle menti in fervore.......Le citta' nascono...si uniscono ......diventano parte l'una dell'altra mentre nel torbido del sottosuolo si infrangono patti........Il gdr......brani di vita ricomposti per formare un grande atto su un palcoscenico...immaginario.....

Dovrei pensare ad un personaggio.....non so......vorrei solo sperare di mantenerne la trama......Forse questo sarebbe già un bel sogno........

Guisgard 21-04-2015 18.47.05

Ricordo quando, da piccolo, accompagnavo mio zio dal suo notaio.
Ricordo la grande villa col giardino fiorito, dove mi lasciavano giocare mentre loro due discutevano nel suo studio.
Le arcate ricoperte di rampicanti, i vialetti di ciottoli che serpeggiavano fino alla fontana fatta con pietre vulcaniche, dentro la quale nuotavano i pesci.
Il grande forno a legna in fondo al giardino e la cappellina della Madonnina appena subito dopo il cancelletto d'ingresso.
Certe volte, sapendo di dover andare là, mi portavo dietro qualche giocattolo e passavo così il tempo ad immaginare che il mio robot vagasse in una giungla tropicale, pronto a battersi contro mostri guerrieri sorti dagli inferi o giunti da qualche ostile pianeta alieno.
Altre volte invece, quando il tempo era inclemente o perchè nel giardino c'erano operai, mi davano il permesso di visitare la grande biblioteca del notaio, dove una smisurata quantità di libri traboccava da ogni dove.
Forse mai prima di quel posto avevo veduto così tanti libri tutti insieme.
Ed un giorno, gironzolando tra le librerie e le mensole piene di testi, attratto dalle copertine e dai disegni che vi figuravano sopra, mi si avvicinò il maggiordomo del notaio.
“Non è mica vietato toccare i libri.” Disse lui sorridendomi. “Ammesso che tu ci stia attento a non sciuparli.”
Io sorrisi.
“Ti interessa sfogliarne qualcuno?” Mi chiese.
“Non saprei.” Fece io.
“Che genere di libri ti piacciono?” Domandò. “I libri di favole forse?”
“I film della Disney” dissi io “non è che mi piacciano poi così tanto. Solo qualcuno.”
Lui rise.
“Guarda che le favole sono state scritte tanti anni fa, alcune persino secoli fa.” Divertito lui. “Non è che le ha inventate Walt Disney con i suoi film.”
Io mi imbarazzai, comprendendo di aver detto una sciocchezza.
“E sentiamo, perchè non tutte le favole della Disney incontrano il tuo favore?”
“Perchè” sbottai io, cercando di dire qualcosa che mi sembrasse se non intelligente almeno interessante “in quelle storie i cattivi non sempre muoiono e quando succede non tocca loro quasi mai giusta la sorte. Ma sono cartoni americani e loro ragionano così.”
“Non ti piacciono gli americani?” Ridendo lui. “Non sarai forse un comunista? Eh, se ti sentisse tuo zio!” Esclamò.
“Mi piacciono i film americani” risposi io “ma non i cartoni. Neanche quelli dei supereroi, a parte qualcuno come l'Uomo Ragno e Iron Man.”
“E come mai?” Fissandomi lui. “Piacciono a tutti i supereroi.”
“Perchè se la Terra fosse davvero in pericolo” preso dalla discussione io “non basterebbe un uomo in calzamaglia e cappuccio a difenderla. Contro flotte e robot alieni servono altri robot, come Goldrake, Mazinga, Gundam.”
“Ah, ecco.” Annuì lui. “A te piacciono i cartoni giapponesi, quelli violenti.”
“Non sono violenti, ma realistici.” Replicai io. “Fanno capire che i veri cattivi non si pentono mai e quindi vanno distrutti. Come accadde ad Hitler.”
“Si, capisco il punto di vista tuo e dei giapponesi.” Facendomi l'occhiolino lui. “E sia, dunque niente favole.”
“No, mi piacciono...” guardandolo io “... ma dipende dai momenti.”
“Giusto.” Dandomi un buffetto affettuoso lui. “Dunque, vediamo che libro potrebbe fare per te...” alzando gli occhi sulla libreria lui “... ecco, forse questo.” Prendendo un libro. “Io lo lessi tempo fa e poi l'ho riletto più volte. Credo sia uno dei libri più belli che siano mai stati scritti. Prendilo.” Dandomi il libro.
Io guardai la copertina e lessi il titolo.
“Il conte di Montecristo...” mormorai.
“Ti piace che i cattivi siano puniti, no?” Lui a me. “Bene, questa è la vendetta più famosa e più bella della letteratura. Leggilo e poi me lo riporterai.”
Io ringraziai e portai con me quel libro.
Inizialmente non avevo in verità voglia di leggerlo, ma mi sembrava terribilmente scortese non farlo.
Cercai allora di leggerlo fra le righe, tentando di capine il senso e magari farmi un'idea sulla storia.
Ma era troppo grande e pieno di avvenimenti quel libro.
Alla fine compresi che avrei dovuto leggerlo tutto.
Ma quando iniziai a farlo, beh, la storia mi prese a tal punto che io per primo restai sorpreso dal modo in cui quel libro mi teneva legato a sé.
Mi appariva come una storia ricca di avventure e colpi di scena, con un eroe pronto a vendicarsi, una donna ancora innamorata e tanti cattivi che morivo dalla voglia di vedere sconfitti.
Diverse settimane dopo tornai con mio zio dal notaio e mi recai dal maggiordomo per restituire il libro e ringraziarlo.
“E' bellissimo!” Esclamai io.
“Ne sono lieto.” Soddisfatto lui. “Ora non dimenticare mai le sensazioni e le emozioni che ti ha dato. Per questo si legge. Per far propria una storia. Molti leggono per passatempo, altri perchè vogliono sognare ciò che non potranno mai avere in vita. Altri ancora per imparare. Tu invece devi leggere per far tua una storia. Per viverla.”
Quelle parole mi colpirono.
“Sentiamo...” continuò lui “... se tu fossi il conte di Montecristo, cosa faresti rivivendo questa storia?”
“Se io fossi lui?” Meravigliato io.
“Si, esatto.”
“Beh...” prendendo un bel respiro io “... io di certo mi sarei vendicato come lui... e forse...”
“Forse?” Ripetè lui.
“Forse...” feci io “... forse non avrei lasciato andar via Mercedes... avrei voluto che lei mi aspettasse... che aspettasse il mio ritorno...”
“Quando sarai Montecristo allora saprai cosa fare.” Dandomi una carezza lui.
In quel momento mi zio uscì dallo studio del notaio e mi chiamò.
E per tutta la strada verso casa io non feci altro che pensare alle parole del maggiordomo.
“Bisogna sempre chiederci cosa vogliamo da una storia...” ripetevo fra me e me “... solo così, riuscendo ad ottenerlo, quella storia sarà veramente nostra e noi ne saremo i protagonisti...”

Non so perchè ma ho ripensato a quel lontano ricordo mentre mi accingevo ad immaginare le ultime cose del nuovo Gdr.
E la stessa domanda che mi fece quel giorno il maggiordomo, io adesso mi sto facendo, proprio riguardo questo nuovo Gdr.
La stessa domanda che dovrebbero farsi tutti coloro che vogliono viverlo davvero.
Qualunque sia la storia che narrerà e ovunque sarà il luogo di cui aprirà le porte...
http://www.giornaledellumbria.it/sit...i_un_libro.jpg

Altea 21-04-2015 20.04.29

Ho letto questa storia e mi sono immaginata da bambina, i libri che leggevo erano miei amici e li vivevo immaginando come potevano essere i luoghi e personaggi narrati..a volte non mi piaceva il finale e me ne inventavo uno diverso. .e ancora ora quando leggo un libro mi immergo completamente nella storia vivendola..avete citato un libro sir Guisgard..il mio è Orgoglio e Pregiudizio. .Vorrei immedesimarmi in Lizzy e come lei sarei mossa da stessi sentimenti per il signor Darby.:smile:
Quindi mi accingo per il nostro gdr a immaginare un mio mondo ma solo il destino può dirmi cosa mi riserverà questa storia..e il destino qualunque sia vale la pena di affrontarlo con le gioie e dolori...oggi mi sento di dire questo..aspettando voi definiate la storia a cui noi però dobbiamo dare i nostri slanci.

Taliesin 22-04-2015 12.20.09

Quando la materia reclamerà l’immaterialità alle sfumature sbiadite del tempo trapassato, tra antichi codici miniati persi nei polverosi scaffali di un monastero immerso nella quiete ombrosa di cipressi secolari e finali di romanzi d’appendice stravolti dalla fervida fantasia di fanciulli rimasti tali in età avanzata, forse, e solamente in quel preciso istante, potremmo veramente contemplare l’essenza di un Personaggio Inventato, astruso ed impalpabile, che la nostra mente ha proiettato nel corso degli eoni nelle particelle scorporate dei nostri atomi, rinchiuso nell’essenza stessa della nostra persona, il nostro personaggio più conosciuto e mai incontrato, l’estraneo più confidenziale che non ha mai seduto al nostro fianco, l’amante che ha giaciuto nel nostro letto in una sorta di amplesso virtuale di un amore mai incontrato, un profeta, un mago, un matto, un eterno fanciullo, un vecchio distratto, un Bardo immerso nei suoi libri, un Bardo dalle spalle chine…

Taliesin, il Bardo

elisabeth 23-04-2015 15.52.07

Eppure Amato Bardo......in questo ultimo gdr...così strano ...e per Elisabeth lo e' stato davvero.....ci sono stati momenti che sembrava perdere ogni persona le arrivasse accanto.........per un paio di sere...quando ancora era padrona del suo Castello...Ospito' un Bardo........egli non aveva nulla.....niente che non fossero le sue storie.....quindi ...in quel mondo fatto di fantasie .....di giochi di mente.....chissa'...magari.....abbiamo bevuto una tazza di te accanto al camino acceso............:smile:

Altea 23-04-2015 17.28.32

Citazione:

Originalmente inviato da elisabeth (Messaggio 71349)
Eppure Amato Bardo......in questo ultimo gdr...così strano ...e per Elisabeth lo e' stato davvero.....ci sono stati momenti che sembrava perdere ogni persona le arrivasse accanto.........per un paio di sere...quando ancora era padrona del suo Castello...Ospito' un Bardo........egli non aveva nulla.....niente che non fossero le sue storie.....quindi ...in quel mondo fatto di fantasie .....di giochi di mente.....chissa'...magari.....abbiamo bevuto una tazza di te accanto al camino acceso............:smile:

Ricordo quando Taliesin incontrò Elisabeth, pure io ero felice di questo vostro incontro..è un peccato le vostre strade si siano poi separate ma penso lady Elisabeth per voi è stato un privilegio avere vicino il nostro amato bardo..chissà magari nel prossimo..:smile:

Guisgard 23-04-2015 18.13.02

Lady Altea, voi, che come me, avete svelato il vostro desiderio in questo angolo di frammenti e rivelazioni, che non avete smarrito la voglia di credere nella magia della scrittura e dei sogni, sarete di certo ascoltata dagli spiriti del gioco.
E dunque a voi, a me e a tutti coloro che credono come la realtà e i sogni siano le medesime pagine di uno stesso libro chiamato vita, lascio questo miraggio tratto da un lontano e caro ricordo, arricchito dal fascino romanzesco che lo lega indissolubilmente al prossimo, imminente e mastodontico Gdr.
Gdr che la musa e le passioni del mio mondo stanno per portare su queste pagine...


La scolaresca, guidata dal suo professore, attraversò i lunghi corridoi del Museo Ducale di Capomazda City, raggiungendo un vasto salone in cui erano conservate alcune delle più preziose opere del mondo, appartenenti alla collezione privata degli Arciduchi.
“Questo” disse il professor Nigros, indicando un grande dipinto alla parete “raffigura due bellissime donne, effigie allegorica dell'amore terreno e dell'Amore Eterno.” Ai suoi studenti. “Notate le fattezze delle due donne... la prima è bruna e formosa, abbigliata con una corta tunica e recante in mano un corno pieno di primizie. La seconda invece è pallida e bionda, eterea e con in mano un Fiore. Entrambe però sono seguite ciascuna da un corteo di tre ancelle. Bene, chi sa dirmi un po' di più su questo dipinto?” Guardando la scolaresca.
“Una simboleggia l'amore terreno e l'altra quello Spirituale.” Fece uno dei ragazzini.
“Si, ma perchè la prima è più terrena, mentre l'altra sembra una fata.” Un altro dei ragazzini.
“Nessun altro vuole aggiungere qualcosa?” Chiese il professore. “Tu..” fissando un ragazzino perso a guardare il dipinto “... tu, cosa mi dici del dipinto?”
“Io?” Voltandosi il ragazzino.
“Si, tu.” Annuì Nigros.
“Io...” mormorò intimidito il ragazzino mentre tornava ad ammirare il dipinto “... io credo che la seconda donna non simboleggi l'Amore Spirituale, ma quello Vero, mentre la prima raffigura invece solo quello materiale.”
“Solo?” Ripetè il professore.
“Si, perchè quello materiale è destinato a finire subito, spesso il tempo di un'Estate...” spiegò il piccolo “... per questo a me non piace la stagione Estiva... tutto passa... le vacanze, le giornate e gli amori...”
Nigros sorrise.
“Si, quella donna rappresenta proprio l'amore materiale, l'infatuazione.” Concluse il ragazzino.
“Come fai a dirlo?” Domandò il professore.
“Perchè voi in classe ieri diceste che l'Amore Vero possiede tre attributi ed io credo che le tre ancelle siano un'allegoria di quegli attributi... quella con in mano uno scettro simboleggia l'assolutezza dell'Amore vero... l'altra con un anello invece raffigura l'esclusività, ossia la fedeltà... la terza infine, con in mano una Croce, rappresenta l'eternità che non è di questo mondo...”
Nigros restò a fissarlo.
“Come ti chiami?” Avvicinandosi poi a lui.
“Icarius, professore...” rispose il ragazzino.
“Icarius, tu sei un ragazzo davvero in gamba...” mormorò il professore “... speciale... non dimenticarlo mai...”
Il giro nel museo terminò ed ogni studente tornò a casa sua.
Nigros invece restò chiuso nel suo ufficio a scuola.
Poi qualcuno bussò.
Erano due uomini eleganti con occhiali scuri.
“Il professor Nigros, presumo?” Uno dei due.
“Con chi ho il piacere di parlare?” Il professore.
“Siamo membri del Comitato di Sicurezza Governativa di Sua Signoria” mostrandogli un tesserino “e siamo qui per parlare con lei.”
“Vi ascolto.”
“Settimane fa siete stato contattato dal comitato che rappresentiamo per fornirci informazioni.”
“Si, ricordo.”
“Ebbene, erano incomplete.” Disse l'uomo.
“Come sarebbe?”
“Vi erano state chieste informazioni sui vostri studenti, ma voi avete omesso i nomi.” Spiegò l'uomo. “In pratica celandoci la cosa più importante.”
“Tra di loro infatti” intervenne il secondo uomo “vi erano dati inequivocabili della presenza di quello che noi chiamiamo prototipo di super uomo. Un individuo con capacità fisiche, psichiche e fisiche fuori dal comune.”
“Andiamo...” ridendo Nigros “... queste idee risalivano agli inizi del Novecento, quando dominavano le teorie dei regimi totalitari. Non voglio credere che il nostro cattolico governo faccia proprie simili credenze...”
“I Vangeli parlano di uomini con diverse capacità, professore.” Il primo dei due uomini. “Basti ricordare la Parabola dei Talenti. Nella Fede Cristiana gli uomini agli occhi del Signore sono uguali per valore, ma differenti per capacità. Non a tutti Dio concede le stesse qualità.”
“Ma voi queste cose le conoscete già bene, professore.” Il secondo uomo. “E credo che stiate prendendo solo tempo. Avete una settimana di tempo per fornirci i nominativi dei vostri studenti, altrimenti affideremo questo corso scolastico ad un altro docente, stavolta scelto dal regime.”
I due si alzarono ed andarono via, lasciando Nigros in preda ad una profonda inquietudine, mentre dai vetri della finestra la campagna circostante la città cominciava ad assumere i colori di quel tardo e tranquillo meriggio.
http://neosurrealism.artdigitaldesig...uen-after3.jpg


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