Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 01-02-2017 05.26.45

Lizzie rise e fece l'occhiolino a Lucy.
Gwen e le altre due ragazze si avviarono così verso l'androne, da dove poi avrebbero raggiunto l'aula per la lezione.
Si trattava di una lezione del professor Mondo, uno dei più apprezzati dell'intera facoltà.
“Oggi tratteremo un tema delicato...” disse lui “... l'etica... per un medico è fondamentale... ma cos'è davvero l'etica? Chi sa rispondere?”
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Lady Gwen 01-02-2017 12.16.01

Raggiungemmo l'androne e poi la grande aula con i gradoni in ciliegio, già gremita di gente, come tutte le lezioni del professor Mondo.
Tolsi il cappotto e il cappellino a cloche e presi posto accanto a Lizzie e Lucy.
Quel giorno, avremmo parlato di etica.
Alla domanda del professore alzai la mano.
"L'etica è quell'insieme di principi e valori che da sempre fondano le basi della medicina e stabilisce che il medico, per essere veramente definito tale, oltre a dover seguire un vero e proprio codice comportamentale definito 'etichetta', debba agire esclusivamente per il benessere del paziente e non debba mai trasgredire quelle che sono le leggi morali della società" risposi, con calma e chiarezza.

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Nyoko 01-02-2017 13.14.08

Mentre la nave atraccava, Carl mi informò del luogo in cui saremmo andati ad alloggiare. Ero veramente felice e quando toccammo terra tutto girava. Chiamammo un taxi per poterci condurre in un albergo ed io, durante il tragitto, osservavo tutto con molta attenzione, un po' come fa un bambino di sei anni. Arrivati all'albergo, Carl si occupò di richiedere le nostre camere, mentre io e Bettina ci guardavamo intorno. Nella hall, poi, notai un uomo, era ben vestito e sembrava stesse leggendo un libro di storia. Un cameriere si rivolse a lui col titolo di Marchese ed io sorrisi spalancando gli occhi, mi faceva sempre uno strano effetto essere al cospetto di gente aristocratica, non avevo affatto il senso di rispetto che mia madre aveva accuratamente cercato di insegnarmi.

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Altea 01-02-2017 15.13.21

Stavo seduta su quella panchina del parco a meditare ogni pomeriggio,
le poche ore di libertà visto la notte lavoravo e di mattina dormivo pigramente.
Ero fuggita dalla miseria della mia famiglia per trovare un degno lavoro e poi con l' imbroglio di una ragazza, che mi promise un ottimo guadagno, mi trovai a lavorare in uno di quei locali per ricconi, dove si sperperavano i soldi a carte e roulette e vari giochi, champagne e spettacoli vari..."cabaret" li chiamano.
Io ero stata quasi fortunata, almeno non dovevo fare spettacoli e speravo non me lo avrebbero mai chiesto..intrattenevo gli spettatori parlando e cercando di far spendere loro più soldi possibili nel gioco e nelle sontuose cene e bevande. Li guardavo in modo compassionevole..oh, vi erano di ogni qualità..uomini per bene falsamente travestiti, ricconi industriali, uomini borghesi e altro, addirittura vedove o donne sole che sperperavano i loro soldi per il divertimento. Divertimento? Io sapevo cosa era la fame nera, in famiglia l' avevamo sofferta..io ero nata ed ero povera ma loro erano miseri dentro..con un animo miseramente povero.
Non ero avvicinabile, i nostri padroni che erano una coppia di coniugi pure loro sopra le righe, mi avevano affidata a un certo Raimonde, che odiavo con tutta me stessa ma lui si era innamorato di me a prima vista.
Il risultato fu che fui costretta a farlo diventare il mio ragazzo per volere dei miei padroni..lui pensava fidanzato ma per me non valeva nulla.
Era straziante, lavorare in un luogo del genere ed essere costretta ad amare un ragazzo che odiavo..altrimenti potevo essere licenziata, altrimenti arrivavano le botte.
Lui mi controllava da un tavolo all' altro e pure con gelosia..e in questi pomeriggi nei parchi sognavo..sognavo qualcuno mi liberasse da questa che era proprio una prigione, un tormento dell' animo.
Presi il mio libro preferito, era la mia salvezza..sognare leggendolo..un giorno forse, se l' Amore Vero come quello narrato in questo libro esisteva davvero, un uomo mi avrebbe salvata e forse amata..e lessi:

"Quand’egli vede la regina
che dalla finestra s’inclina,
che di grossi ferri è ferrata,
dolcemente l’ha salutata.
Ella il saluto ha presto reso,
ché grande desiderio preso
lei di lui e lui di lei ha.
Di villania né di viltà
discorso alcuno o accordo fanno.
L’uno vicino all’altra vanno,
e le loro mani congiungono."


Sospirai e continuai...

"Ma Lancillotto si fa vanto,
se piace alla regina tanto,
che andrà dentro e insieme staranno:
i ferri non lo tratterranno.
Ma non vedete», ella a lui fa,
«come son questi ferri qua
forti a infrangerli, duri a fletterli?
Non potrete tanto sconnetterli
né tirarli a voi né strapparli
abbastanza da sradicarli».
«Dama», fa lui, «non ve ne importi!
Non conta se i ferri son forti;
niente oltre voi mi può impedire
che io possa da voi venire.
Se concesso da voi mi sia,
tutta libera m’è la via;....

Certo che lo voglio», fa lei,
«dalla mia volontà non siete
trattenuto, però attendete
che a coricarmi me ne vada,
che far rumore non v’accada;
non sarebbe un gioco o un diletto
se il siniscalco ch’è qui a letto
si svegliasse per il trambusto.
Che me ne vada è perciò giusto;
nessuno potrebbe pensare
bene, vedendomi qui stare».
«Dama», egli fa, «dunque ora andate,
ma per nulla vi preoccupate
ch’io debba fare del baccano.
Leverò i ferri piano piano,
credo, e impaccio non troverò,
e nessuno risveglierò»."


Rimasi lì..ferma e immobile ed appoggiai il libro nel petto..speravo la limousine del cabaret "Orchidea blu" non mi portasse, nuovamente, in quella gabbia..volevo rimanere ancora un pò a pensare..di essere liberata e libera.

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Clio 01-02-2017 17.25.47

Lo ascoltavo affascinata.
Mi piacevano le leggende degli umani, erano così interessanti.
Alcune facevano persino credere che potessero aver scoperto qualcosa del nostro mondo.
Ma qui si parlava di storia, quindi qualcosa di intimamente legata alla tera.
"Un'antica leggenda?" chiesi, incuriosita "Vi andrebbe di raccontarmela?" chiesi.

Guisgard 02-02-2017 17.43.36

"Molto bene..." disse annuendo il professor Mondo alle parole di Gwen "... perfetto direi, se il tutto potesse limitarsi ad una definizione... ma cosa intende lei, signorina, per leggi morali della società? Leggi naturali? Politiche? Religiose? Cosa sono esattamente questi leggi?"

Dacey Starklan 02-02-2017 17.44.35

La leggenda dello Scorpione di Giada
 
La gioia di aver terminato l'università si era presto accatastata facendomi affrontare la vita vera, ben diversa da come mi era prospettata sui banchi di scuola.
La mia laurea in Lettere sembrava non essere altro che un pezzo di carta mentre passavo in rassegna gli annunci di lavoro, seduta al tavolo della cucina.
La matita che scribacchiava indirizzi e poi lo cancellava, annotava e annotava ma ancora non trovavo nulla di che.
Sfogliai distrattamente il giornale che mio padre aveva lasciato sul tavolo dopo la colazione e lo vidi. Finalmente un annuncio che sembrava scritto su misura per me.

Fu così che la mattina seguente mi trovai davanti alla redazione, stretta in un tailleur blu scuro che mia madre mi aveva forzato a mettere, per fare buona impressione al colloquio.
La borsa al mio fianco conteneva il mio curriculum, che anche se scarno avevo tentato di rendere dettagliato e interessante.
Entrai nell'atrio e mi indirizzai ad una donna al bancone delle informazioni, spiegandole il significato della mia presenza.

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Guisgard 02-02-2017 17.46.19

Quell'uomo, a cui ci si rivolge a col titolo di marchese, leggeva una rivista scientifica e fumava un grosso sigaro.
Ad un tratto si accorse di Nyoko e del suo modo insistente di guardarlo.
Allora il nobile individuo sorrise e salutò con un cenno della mano la giovane.

Guisgard 02-02-2017 17.54.39

Altea in quel parco continuava la sua lettura, mentre il pomeriggio si annunciava pigro e malinconico.
Le pagine di quel libro si sfogliavano leggere e veloci, come i pensieri di lei, tristi e angosciati.
Il suo sguardo cadde allora sull'orologio della chiesa di fronte al parco e segnava già l'ora di tornare all'Orchidea Blu.

Lady Gwen 02-02-2017 17.54.47

"Mi riferisco semplicemente a quelle leggi che vengono dettate, o dovrebbero esserlo, dal buonsenso, sebbene molto spesso non sia così. Infatti molto spesso determinate decisioni non rispecchiano la morale comune, e quindi solo per questo si rischia di definirle eticamente sbagliate, ma io ritengo che in determinati casi il buonsenso sia più importante della morale e di ciò che i più pensano" risposi.

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