Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 05-12-2016 16.33.27

Che bellissima storia sir Guisgard, vissute molte volte e che mi manca molto..e poi Sygma, la mia adorata Terra.
Questo enigma sembra davvero particolare..ci devo pensare davvero.

Lady Gaynor 05-12-2016 16.34.19

Per la soluzione, ho preso da ogni riga la sillaba che si ripeteva in ognuna delle due parole e, mettendole insieme, ho formato la frase "Andare a destra"...

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Altea 05-12-2016 20.01.51

Citazione:

Originalmente inviato da Lady Gaynor (Messaggio 99365)
Per la soluzione, ho preso da ogni riga la sillaba che si ripeteva in ognuna delle due parole e, mettendole insieme, ho formato la frase "Andare a destra"...

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Ma è geniale milady...avete ragione..a mio parere avete indovinato..io non ci sarei mai arrivata. Aspettiamo il responso dunque..:smile:

Guisgard 05-12-2016 23.47.09

Citazione:

Originalmente inviato da Lady Gaynor (Messaggio 99365)
Per la soluzione, ho preso da ogni riga la sillaba che si ripeteva in ognuna delle due parole e, mettendole insieme, ho formato la frase "Andare a destra"...

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Ragionamento perfetto, milady.
Siete stata rapidissima ed abile.
I miei complimenti :smile_clap:

Altea 05-12-2016 23.48.51

Veramente i complimenti sono d' obbligo :smile_clap:

Clio 05-12-2016 23.49.43

Complimentissimi!! :smile_lol:

Lady Gaynor 09-12-2016 23.32.25

Grazie a tutti [emoji4]
A volte capita un'intuizione fulminea [emoji12]

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Guisgard 19-12-2016 17.44.24

Il teatro era semibuio, silenzioso ed intriso di un odore forte di chiuso, col sipario che al solo guardarlo sembrava ammuffito ed impolverato.
Si trattava di un grosso e pesante telone di un fitto porpora, rappezzato in più punti e consumato dai tarli.
Fino al tardo pomeriggio non c'era mai nessuno tra il palco e la platea ed ero solito giungere a quest'ora per godermi quel posto senza il pericolo di essere visto e scoperto.
Mi piaceva camminare tra i posti a sedere vuoti, sotto la cavea e salire poi quei bassi scalini che davano sul palcoscenico.
Mi sentivo il protagonista di mille commedie eroiche e drammatiche, al centro di infiniti monologhi con personaggi immaginari e persino con spettri e spiriti giunti dall'Aldilà.
Indossavo mille e più costumi d'epoca, cavalcavo tra foreste e città, domando onde e percorrendo i cieli.
Potevo in un solo attimo di pomeriggio divenire un eroe epico greco, un cortese cavaliere o un pirata senza patria. Un conquistatore di cuori e terre, un brigante dato alla macchia o un romantico avventuriero.
Diventavo Lancillotto che sogna Ginevra, Sinbad che salva la sua principessa o Robin Hood che con una freccia d'oro centra il cuore della bella Marian.
Ma anche un protagonista di Dumas, di Byron o di Novalis, in cerca di un grande tesoro ed in lotta contro le sfortune umane che segnano gli eroi romantici.
Mi innamoravo ora di una bella cortigiana di Menandro, di una schiava di Plauto o di una prostituta di Terenzio.
Vagavo tra l'Iliade e l'Odissea, seguivo le tracce di Enea in cerca di una nuova Fortuna, ma avevo sempre una Penelope ad attendermi a casa.
Mille volte liberavo Andromeda ed infine volte lei mi sussurrava si.
Attraversavo l'Ellesponto ogni notte per le grazie di Ero e all'alba sempre Galatea diventava viva per me.
E poi Alcesti mi donava Amore e Fedeltà e Cleopatra l'Egitto nel suo letto.
Era il mio mondo ed io ne ero il re.
Ma quel tardo pomeriggio fu diverso.
Udii quei rumori, poi la voce.
Mi nascosi nel sipario e sbirciai meravigliato.
E li vidi.
Lui con maschera, mantello e spada, lei bionda, pallida e bellissima.
Era un addio, struggente e malinconico, come l'ultima pagina di un romanzo e la fine di un film.
Lei andava via dai suoi racconti e dai suoi giochi.
Lei era la giovinezza e la Gioia ed a lui ora restavano solo la maledizione della solitudine e l'inganno dei sogni.
Era il giorno di Santa Lucia e non più quello di Sant'Andrea.
Era Zefiro che soffiava via Ulisse dal porto di Itaca e lo ricacciava oltre la torre di Raperonzolo e lontano dal balcone di Giulietta.
E quella maschera restò china sul sipario, senza essere riuscita ad aprire lo scrigno di Porzia.
Era la vita nuova senza Beatrice ed un elegia senza più madonna Fiammetta, ormai persa tra le giornate del Decameron.
Non scorrevano più chiare e dolci acque ed ormai Betsabea non lavava più i panni davanti alla stanza di Davide.
Restai a guardarlo in silenzio, fin quando lui alzò lo sguardo azzurro e mi guardò.
Allora mi sorrise malinconico con una tale nobiltà nota solo ai re, ai pazzi ed agli innamorati.
Ad un tratto recitò dei versi che subito compresi essere in forma di arcano:

"Con la duna che si forma
sotto al cielo cristallino,
già ti fila fra le dita
qualche attimo di vita."


Io risposi di getto, quasi senza accorgermene e lui mi sorrise di nuovo.
Saltò giù dal sipario, mi si avvicinò e si levò la maschera.
La posò sul mio viso e mi donò poi la sua spada.
Fece un inchino e svanì oltre il sipario polveroso.
Da quel giorno io naturalmente divenni Guisgard, Primo Cavaliere ed Amante Perfetto.

E voi, dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere l'indovinello della maschera?
http://cdn.ids.co.uk/media/catalog/p...1591-ids12.jpg

Lady Gaynor 19-12-2016 18.13.32

Bellissimo racconto, milord... bellissimo davvero... 😍
Proverei con "fuso"...

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Lady Gwen 19-12-2016 18.14.42

Bella storia, Milord.
È sempre interessante vedere come nasce un mito, in questo caso quello del nostro Primo Cavaliere ;)
Per l'enigma, avrei in mente una soluzione magari un po' banale, ma è la cosa che mi viene subito in mente.
Direi "sabbia"

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