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Udii la porta della taverna aprirsi e dei passi farsi sempre più vicini. Rapida nascosi il foglio e mi voltai, sicura che fosse Guisgard.
<< Oh... Siete voi...>> mormorai vedendo invece Leones, << mi sono persa a guardare il cielo, non volevo sembrare maleducata lasciare la tavola così...>> |
“Si, signore...” disse Lyon a Clio “... ma conoscete il capitano Goz... tratterà la faccenda con superficialità e seguirà il protocollo... allora i due saranno processati per diserzione.” Fissandola.
In pratica Clio doveva scegliere. Occuparsi personalmente dei due cadetti, o sfidare Reddas. |
Sorrisi e presi un bel respiro.
"É una cosa che non ho mai rivelato a nessuno all'in fuori del mio paese, poiché i miei genitori mi avevano insegnato a diffidare da tutti. Io sono una pagana" guardandolo negli occhi "E ció implica a volte l'uso della magia. L'arte della medicina attraverso le erbe e la magia mi era stata insegnata da mia madre e ho deciso, quattro anni fa, di rendere produttiva questa mia conoscenza a vantaggio della gente e per quanto riguarda la magia, l'ho sempre usata in casi estremi, su persone che magari non avrebbero avuto modo di salvarsi o che presentavano malattie o ferite molto gravi" conclusi, con una certa ansia in attesa della sua risposta. |
Altea guardò le cartine e non vide nulla di sospetto o particolare.
Erano semplici carte topografiche, in cui erano riportate le coordinate dei vari luoghi e niente di più. “Il panino era ottimo devo dire.” Disse sarcastico Rodian. “E la birra discretamente fresca.” Ridendo piano. |
"Ecco che sbagliate ancora. Io sono un tipo piuttosto tranquillo e rifuggo la mondanità più che posso. Le mie apparizioni in pubblico si contano sulle dita di una mano, se non sono obbligata preferisco rimanere a casa, in vestaglia e pantofole. Anche oggi, mi vedete senza trucco e senza inganno... Per quanto riguarda essere all'antica, beh, con tutto il rispetto, capitano, non vi permetto di pensare il contrario di me. Mi conoscete da un paio d'ore scarse e c'è il serio rischio che, trascorrendone qualcun'altra a parlare ancora, possiate arrivare a darmi della sgualdrina solo perché sono un'attrice..." Mi fermai bruscamente, non volevo conoscessero il mio vero mestiere, ma ormai era fatta. "A questo punto inutile nasconderlo... sono davvero una cantante, ma il mio ruolo principale è quello di recitare... recitare e baciare chiunque..."
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Nulla...non gli sortivo nessun effetto..era freddo come una macchina da guerra.
Le mappe non dicevano nulla...ma strano le avesse in mano..erano le cartine militari di un fronte, una base militare, quindi si presume top secret. "Bene" dissi rialzandomi "buona fortuna" e guardai le mappe perplessa. Andai nella toilette, mi sistemai e andai nella sala ristorante a far colazione, ma avevo con me la mia sacca pronta ad arrivare ad Evangelia senza farmi notare da Rodian in ogni modo. |
Scossi la testa, scocciata da quella situazione.
"Oh per la miseria, Lyon, non è diserzione se sono finiti ubriachi in qualche vicolo..." alzando gli occhi al cielo "Ti ho detto di andare a cercarli e sbatterli in cella... il capitano è talmente preso che manco se ne accorgerà..." sospirai "Facciamo così, ci penserò io, non voglio metterti in difficoltà..." comprendendo che il soldato non si sentiva a suo agio nell'evitare di riferire al capitano. "Se c'è una cosa che non sopporto è chi discute i miei ordini.." borbottai, scuotendo piano la testa. "Torna pure al tuo posto, Lyon.." annuendo, con un lieve sorriso rassicurante. Ecco perché non aveva mai avuto una promozione quel ragazzo, non aveva abbastanza spina dorsale. Lasciai Lyon e percorsi l'hangar dove si trovavano tutti gli aerei, fino a trovare quello con il simbolo dei Dioscuri sulla coda. "Ehi.." esclamai, scorgendo Kostor. Di solito era lui che arrivava giusto giusto per l'appello dopo aver passato la notte chissà dove, o chissà con chi. "Mi devi fare un favore.... hai presente i due cadetti di ieri sera? Stamattina non si sono presentati all'appello, avranno fatto bagordi in giro... me li dovresti riportare qui prima che il capitano se ne accorga.. l'ho ordinato a Lyon ma quello vuole correre dal capitano, che li fucilerebbe per diserzione... una storia che ho già sentito.." con un sorrisetto divertito. Era capitato anche a Kostor una delle prime sere che era da noi. Una ragazza spagnola, minuta ma dai grandi occhioni che poi l'aveva tormentato per mesi. Ero stata io a riportalo al forte, e se l'era cavata con una lavata di capo, ma avevo evitato di avvisare il capitano perché non lo fucilasse. Mi sembrava uno spreco, ed avevo avuto ragione, perché uomini come lui erano rari. Dopo la strigliata di quel giorno era sempre arrivato in tempo. Al pelo, ma in tempo. "Io devo affrontare quel Reddas... ci pensi tu? Va che mi fido, fratello, nè.." facendogli l'occhiolino. |
“Già, sembra che tutti ce l'abbiano con la mia faccia...” disse Icarius mentre Marwel si occupava del suo livido.
Poi la domanda della ragazza. “Se fossi in voi” fissandola, mentre lei era vicinissima al suo viso “non solo manderei i bambini via da qui, ma salirei anch'io sul treno, lasciandomi alle spalle la polvere di questo posto. Posso chiedervi del perchè vivete qui? Siete giovane e bella... possibile non vi sia un uomo che vi aspetti da qualche parte per rendervi felice? Qui siete come una ginestra in terra sterile... sarebbe un peccato vedervi sfiorire...” |
Guisgard fissò Gaynor.
“Immagino...” disse “... beh, dopotutto è da stupidi non sfruttare la propria bellezza. Comunque non darei mai della sgualdrina ad una donna che non conosco. Ho solo detto che non amo il mestiere che fate. E magari voi non amate il mio.” “Che mestiere fate?” Chiese Park. “Eroe a noleggio.” Sarcastico il militare. “Mi prendete in giro?” Fissandolo l'anziano ex pilota. “Affatto...” sorridendo Guisgard “... non scherzerei mai su una cosa seria come il mio essere nullafacente.” Divertito. “E' ormai l'alba...” mormorò Zac “... forse sarà il caso di tornare al forte...” a Gaynor e a Park. Intanto, fuori la taverna, Leones aveva raggiunto Dacey. “Magnifica alba...” il borghese fissando il cielo “... il deserto, nonostante tutto, ha il suo fascino...” guardò la ragazza “... perchè avete lasciato il tavolo? Forse avete paura? Paura che il nostro piano fallisca?” |
Fermer ascoltò con attenzione Gwen.
“Magia...” disse “... mah, io sono una persona razionale e purtroppo non credo a queste cose... sono invece convinto che la medicina convenzionale, per quanto possibile, possa aiutare i malati... comunque usare qui i tuoi metodi, beh, forse è un po' rischioso... i militari sorvegliano ogni cosa, specie la cura dei legionari...” |
Scossi la testa ma mi preso qualche minuto prima di parlare.
<< Al contrario, penso che la nostra permanenza qui sia superflua, penso che dovremmo andare dalla donna che mi cerca e prendere i soldi.>> Ero infastidita dal fatto che non fosse venuto Guisgard a sincerarsi delle mie condizioni ma ancora di più dal fatto che mi importasse, che ci tenessi fosse lui. E non potevo permettermelo. Era meglio porre a termine tutta questa storia e tornare una volta per tutte Dacey, la principessa di Animos. |
Marwel sorrise quasi impercettibilmente, poi le venne in mente Danny e tutto ciò che aveva comportato perderlo così prematuramente.
"No Icarius, non ho nessuno che mi aspetti in una città che non sia questa" disse finendo di spalmare l'unguento sul suo bel volto. "Non me ne andrò da qui, manderò i bambini a Capomazda e mi arruolerò come infermiera e se Dio lo vorrà li raggiungerò appena la guerra sarà finita. Non voglio abbandonare Evangelia, poichè l'unica casa che ho è qui e anche tutti i miei ricordi, però non voglio mettere in pericolo la vita dei piccoli e sto seriamente pensando di farli salire sul Meridian Express il più presto possibile" parlò senza guardarlo in volto, come se stesse parlando con se stessa e avesse altre due persone dentro, una a dirle che stava sbagliando e l'altra che stava facendo la cosa giusta. "Forse vi toccherà essere medicato ancora da questa sciocca ragazza" disse ironica. |
Altea era una bella donna.
Dal corpo snello, i lunghi capelli biondi e gli occhi di un verde cangiante. Aveva una forte carica di sensualità ed era abituata a riscontrare il favore degli uomini. Insomma non passava inosservata. Eppure Rodian sembrava indifferente al suo fascino. Gli atteggiamenti della nobildonna erano stati chiari, ma lui sembrava non esserne affascinato. Ma Altea non era solo bella. Qualcosa aveva infatti insospettito la dama. Ma davvero Rodian poteva nascondere qualcosa? Cosa poi? Perchè raggiungere tra mille difficoltà e rischi Evangelia? E tutto ciò lasciava inquieta la nobile dama di Cherval. Raggiunse poi il vagone ristorante per la colazione. “Milady...” disse il cameriere ad Altea “... cosa gradite per colazione?” |
Giocherellavo pensierosa col cucchiaino...pazienza ci voleva, avrei saputo di più.
Poi arrivò il cameriere e sussultai e lo guardai sorridendo.."Si grazie, un the e una fetta di dolce alle mele e se vi è sopra un pizzico di cannella lo gradirei..o mi accontenterò. Dite, manca molto per Evangelia?". |
Mi voltai, appoggiandomi sui gomiti, mentre i capelli e le coperte coprivano parzialmente la mia schiena.
"Ma io non ho parlato di 'metodi' rintracciabili" con un sorriso enigmatico "E non mi sembra comunque che tu ti sia lamentato dei miei massaggi, l'altro giorno..." distogliendo lo sguardo con una finta indifferenza e un leggero sorriso. "Ti prego, fidati di me" tornando a guardarlo, stavolta seria "E se proprio non vuoi vorrá dire che il mio compito qui é finito..." abbassando lo sguardo. |
"Avete ragione, Zac... è ora di andare, altrimenti domani sera sarò troppo stanca per dispensare baci..." lanciai un'occhiata sarcastica a Guisgard. "Vi saluto, Capitano... vorrei poter dire che è stato un piacere, ma non ne sono del tutto sicura..."
Salutai gli altri ed uscii dalla taverna, incontrando Diana e Leones. "Signori, vi ringrazio per la serata e spero di rivedervi ancora..." |
Kostor rise a quelle parole di Clio.
“Ma certo, ci penserò io...” disse “... riporterò al forte i due sbarbatelli. Tu piuttosto, cerca di dare una lezione a quel tipo. Altrimenti lo gonfierò io alla prima occasione.” Facendole l'occhiolino. La ragazza così raggiunse il cortile, dove già c'era Reddas. E accanto a lui anche Goz e Tesua. “Bene, signori...” fece il capitano “... ascoltatemi... non voglio corriate rischi. Nessuna bravata o mossa idiota. Avete massimo un paio d'ore di tempo, poi vi rivoglio qui alla base. E ricordate che ogni danno riportato al proprio aereo non richiederà solo denaro, ma anche giorni di reclusione. Chiaro? Me ne frego altamente se siete graduati. Qui comando io. Sbrizz verrà con voi in veste di arbitro.” Li fissò e scoppiò a ridere. “Avanti, andate a divertirvi.” Dagli hangar i meccanici fecero uscire i due aerei. Damasgrada di Clio e quello con il simbolo del Re di Denari appartenente a Reddas. “Voleremo verso la Gola del Diavolo...” Reddas a Clio “... un ottimo luogo per farsi valere.” E si mise il casco. Poco dopo i due aerei decollarono. |
“Vi invidio...” disse Icarius fissando Marwel “... avete uno scopo, degli ideali, dei valori...” sospirò “... io invece mi sento inutile... fuggirei adesso stesso da qui...” portò la mano sulla medicazione e sfiorò inavvertitamente la mano della ragazza “... va molto meglio, ora...” sorridendole “... fa già molto meno male, grazie... e comunque non siete sciocca. Siete invece molto coraggiosa. Non tutti resterebbero qui a rischiare. E credo di poter dire che gli uomini sono davvero molto stupidi se non hanno fatto carte false per conquistare il vostro cuore.”
“Ehi...” entrando Palos “... come va?” “Molto meglio.” Rispose il cadetto dagli occhi azzurri. “Allora forse sarà meglio andare.” Mormorò Palos. “E' giorno ormai... manchiamo da ieri sera... al forte magari ci staranno cercando.” “Che vadano in malora.” Con astio Icarius. |
Guisgard sorrise sarcastico a quelle parole di Gaynor.
“Non temete, dipende da chi vi bacia farvi sentire stanca o meno.” Disse divertito. Intanto fuori continuava il dialogo tra Dacey e Leones. “Volete” disse il borghese “davvero accorciare così i tempi? Nonostante il capitano non sia d'accordo? Poco fa eravate di tutt'altro parere. Come mai questo cambiamento?” In quel momento uscirono dalla locanda Gaynor, Park e Zac. E i tre salutarono la ragazza ed il borghese. |
Quegli occhi. Le trafiggevano il cuore ogni volta che se li ritrovava nei suoi, eppure c'era qualcosa che le urlava di non farlo, di non legarsi a lui, poichè prima o poi avrebbe dovuto dirgli addio, proprio come aveva fatto con Danny.
Posò lo sguardo sulle sue labbra e non riuscì a ricordare quanto bello fosse baciare un uomo e sentire le sue braccia stringerle i fianchi e bramare il suo corpo come se fosse l'unica donna al mondo. "Icarius..." sussurrò posando una mano sulla sua guancia indenne. Non ebbe tempo di avvicinarsi oltre, poichè Palos entrò in cucina dicendo che avrebbero dovuto lasciare la casa di Marwel e tornare al forte. "Si, Palos ha ragione. Rischiereste una severa punizione se non vi faceste tornare alla base" disse voltandosi e mettendo via i medicamenti. |
Il cameriere annotò l'ordinazione di Altea.
“Non molto, milady.” Disse. “Un'ora e saremo arrivati ad Evangelia. Stiamo attendendo ci segnalino il via libera. Sapete, essendo la frontiera zona di guerra occorre la massima sicurezza per attraversarla.” |
“Davvero” disse Fermer a Gwen “le tue pratiche magiche sono più importanti di noi? Al punto da poterti impedire di restare qui come mia infermiera?”
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Icarius si alzò e raggiunse Palos.
In quel momento si accorse sulla mensola della fotografia di un giovane pilota. Era Danny. La prese e restò a fissarla. “Sono sicuro che vi starà aspettando...” disse poi a Marwel “... e scusate se prima chiedendo sono stato indiscreto... comprendo ora che non dovevo.” Rimise a posto la fotografia. “Grazie ancora per le vostre cure.” E i due cadetti andarono via. |
"Certo immagino..dovranno stare attenti a chi entra, visto vi potrebbero essere degli infiltrati".
Iniziai a consumare la mia colazione lentamente, ma non piacevolmente. Speravo di poter essere tranquilla ma il mio sospetto più grande era Rodian potessere essere uno di Canabias..ricordai il primo momento che lo vidi..asserì che presto invece di cadere pioggia sarebbero cadute le bombe di Canabias, e oltre a lui lo sapeva mio nonno e il suo uomo fidato...già a suo tempo mio padre fu ucciso, impiccato da delle spie di Canabias per non aver ceduto...mio nonno non aveva potuto fare altrimenti. Avrei voluto vivere una vita spensierata in quel momento...ma essere quello che ero implicava doveri, tristezza e preoccupazione ma non vendetta. |
<< Voglio solo smettere di fingere... Penso che vivrò bene a fare la principessa e non capisca perché non possiate portarmi lì, dire che ho perso la memoria e lasciarmi dalla Gran Baronessa... Voi avrete i vostri soldi. Il capitano i suoi. E ognuno potrà fare la sua vita.>>
Mi interruppi alla vista dei tre. << Oh grazie a voi per averci fatto compagnia >> |
Sorrisi a Kostor.
"Sei il migliore!" Strizzando l'occhio "Oh ma vedo che c'è la fila per riempire di botte quel tipo..." Ridendo "Anche Pintos ieri sera ne aveva tutte le intenzioni..." Divertita. Annuii al capitano. "Sissignore..." Dissi, automaticamente. In effetti non lo dispiaceva affatto una sfida aerea, certo avrei preferito il corpo a corpo, ma ormai volare era parte di me, come lo era combattere. Annuii a Reddas senza dire altro. Infilai il casco e salii su Damasgrada. "Avanti bellezza..." Mentre decollavamo "Facciamogli vedere che sai fare...". |
Lo guardai senza parole.
"Non c'é nulla di piú importante per me dell'aiutare la gente, ma cosa ti cambia se utilizzo un modo che rende le cure convenzionali piú efficaci col semplice uso delle mie mani o di erbe officinali che anche in medicina vengono utilizzate? É forse per te piú importante, invece, sapere come salvo la vita alle persone rispetto al fatto che io miglioro la vita di gente che é stata data giá per spacciata?" Poi mi avvicinai a lui e lo baciai. "É forse diverso per te questo bacio, ora che sai tutto di me?" sussurrai sulle sue labbra "Io chiedo solo di essere accettata per ció che sono, per TUTTO ció che sono. Perché ti viene cosí difficile capirlo?" dissi con voce rotta mentre una lacrima silenziosa scorreva sul mio volto. "Credimi, andarmene é l'ultima cosa che voglio soprattutto adesso" dissi, prima affondare il viso, ormai bagnato dalle lacrime, nel suo petto, stringendomi forte a lui. "Non voglio perderti..." |
Marwel non ebbe il tempo di rispondere ad Icarius, che i due cadetti lasciarono l'abitazione ed ella rimase da sola in cucina, insieme ai suoi pensieri.
Prese la fotografia di Danny e con l'indice sfiorò il suo volto, cercando di ricordare il calore della sua pelle e il tono della sua voce. Fu difficile, ma rimembrò bene il momento in cui gli aveva scattato quella foto. "L'ennesimo attacco aereo da parte dell'esercito di Canabias aveva fatto saltare in aria un'altra casa di Evangelia, mettendo in agitazione l'intera popolazione e una giovane coppia che si trovava in una stalla. Erano riusciti a nascondersi dentro un vecchio scantinato e si erano stretti l'uno all'altra finchè non sentirono gli aerei andare via e i boati delle bombe fermarsi. Un bacio fugace e ognuno a casa sua per dire ai propri parenti che stavano bene e non era successo nulla di grave, ma tanto sapevano che si sarebbero rivisti il giorno seguente e quello dopo ancora. Era da molto che Danny le parlava della gran voglia che aveva di arruolarsi nell'esercito dei legionari e di diventare un pilota, ma ella non voleva vederlo andar via senza fare più ritorno. Eppure non poteva impedirgli di seguire il suo sogno, seppur fosse la cosa più difficile che potesse fare. Indossava la sua uniforme e sulle spalle portava il borsone con dentro i suoi indumenti; negli occhi il coraggio di chi non vuole arrendersi, di chi spera di poter vedere un futuro migliore. Gli era andata incontro e gli era saltata letteralmente addosso come a voler imprimere la forma del suo corpo sulla sua pelle. A lungo aveva imprigionato le sue labbra e le sue iridi celesti, tanto che pensò, col senno di poi, che lasciarlo andare fu ancora più difficile. "Ritornerò e ti sposerò" le disse. Danny non fece più ritorno e così anche il suo cuore e l'unico sentimento vero e profondo che riuscì mai a provare" Le faceva male quel ricordo, così come tutti quelli che riguardavano il suo Danny. Cosa doveva fare? Come doveva comportarsi? Era così difficile per lei abbandonarsi completamente all'amore e cercare di provarne per un altro uomo che non fosse Danny. Icarius le aveva acceso una fiamma ormai assopita da tempo, ma lei si ritrovava a volgere lo sguardo sulla strada decine di volte al giorno, come se da un momento all'altro potesse spuntare Danny. Una cosa sapeva di doverla fare: doveva far partire i bambini. |
Dacey spiegava le sue ragioni a Leones, quando dalla taverna uscirono Gaynor, Park e Zac.
Si salutarono e poi i tre risalirono in auto e fecero ritorno al forte dei legionari. E mentre Dacey e Leones ancora discutevano, nello spiazzo antistante la taverna arrivò anche Guisgard. “Beh...” disse avvicinandosi alla ragazza ed al borghese “... cosa succede? Voglia di discutere al Sole nascente? L'aria del mattino è bella fredda e potete buscarvi un malanno.” “Diana temo abbia cambiato idea, capitano...” Leones “... pare che ora sia d'accordo con Fines e Poeh, riguardo il dover avvertire la Gran Baronessa.” “Che storia è questa?” Guisgard fissando Dacey. “Perchè questa idea balorda?” Intanto l'auto di Gaynor si avviava verso la base, giungendovi poco dopo. Fu riconosciuta dalle sentinelle e fatta entrare nel forte. “Rieccoci alla base.” Scendendo dall'auto Zac. “Ora scusatemi” alla diva e a Park “ma devo sviluppare i rullini nella camera oscura che ho montato nel mio alloggio.” E si avviò. |
“Per me non è cambiato nulla...” disse Fermer stringendo Gwen “... nulla... ma sono un medico e la responsabilità di curare questi legionari è mia. Come posso affidare la vita umana a pratiche di cui io per primo ignoro l'efficacia? Dimostrami che sono efficaci, che davvero possono aiutare chi sta male ed io ti permetterò di utilizzarle.”
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I cadetti andarono via dall'orfanotrofio e Marwel restò da sola in balia di ricordi, inquietudini e dubbi.
Il desiderio di voltare pagine, di provare ad essere di nuovo felice e la paura di non riuscirci. La solitudine e la voglia di tornare ad essere donna, di trovare chi riuscisse a farla sentire di nuovo tale. “Mamma...” disse ad un tratto il piccolo Benjamin, destandola dai suoi pensieri “... sono andati via i piloti? Chi erano? Torneranno?” |
<< Penso che sia la cosa giusta, tutto qui>> non avevo alcuna intenzione di dargli ulteriori motivazioni, anche perché temevo di cadere in errore, dire qualcosa di troppo e rivelare la mia identità. Inoltre non avevo voglia di parlare con lui, di guardarlo in faccia. Qualcosa nel suo modo di fare con la cantante mi aveva infastidita parecchio.
<< Stiamo passando troppo tempo qui... Insomma vogliamo tutti avere i nostri soldi no? Quindi perché aspettare oltre?>> |
Dmasgrada e l'aereo con l'emblema del Re di Denari, seguiti dal veicolo di Sbrizz, decollarono ed in breve svanirono nei cieli.
Raggiunsero il luogo scelto per la sfida, ossia la cosiddetta Gola del Diavolo. Era una lunga e stretta cavità naturale, sorta in seguito alla millenaria erosione di fiumi sotterranei oggi svaniti. Volare fra quelle ripide e strette pareti rocciose era al limite delle normali capacità umane. Un riflesso ritardato, un attimo di indecisione, una manovra calcolata male anche solo di un decimo di secondo avrebbe causato un incidente mortale. Reddas, che di cavalleresco aveva poco o nulla, cominciò subito la sfida. Scese in picchiata nell'angusta gola di pietra e cominciò a compiere manovre al limite. Tutto ciò sotto lo sguardo di Sbrizz, scelto da Goz come arbitro della contesa tra Clio e Reddas. |
Mi sentii un po' rincuorata da quelle parole. Alzai lo sguardo su di lui e poggiai la testa sulla sua spalla.
"Beh, se mi é valsa la promozione a capo infermiera forse funzionerá" dissi ironicamente con un leggero sorriso per sdrammatizzare, ancora un po' scossa dai singhiozzi, poi tornai seria. "Giuro che te lo dimosteró" dissi annuendo "Peró ti prego, non discutiamo piú in questo modo" accarezzandogli il viso. |
Avevo sempre amato uscire con l'aereo all'alba, il cielo assumeva una sfumatura particolare visto da lassù.
Tutto sembrava più poetico e meraviglioso, perfino quella guerra. Lassù, nella mia armatura alata mi sentivo davvero me stessa, davvero libera. Raggiungemmo la Gola del Diavolo e sorrisi nel vederla. Conoscevo benissimo quel luogo, io e i ragazzi ci andavamo spesso quando avevamo bisogno di raggiungere il limite, di dimenticare quella guerra, le sue atrocità e divertirci tra di noi. Là, dove solo i nostri aerei contavano, solo i nostri riflessi, le nostre capacità. È questa volta non sarebbe stato diverso. Questa volta avrei dato tutto, come sempre del resto. Così, scesi in picchiata a mia volta, sfrecciando rapida in quell'ambiente apparentemente ostile che profumava di rischio, adrenalina, vita. Ad ogni acrobazia, ad ogni manovra folle e spericolata in quella contesa mi sentivo viva, più che mai, seppur a pochi centimetri da una morte certa. Damasgrada era abituata a quelle corse, a quelle sfide anche se di solito non erano cariche di astio ma solo di divertimento. Quella volta non sarebbe stata da meno. |
Il piccolo Benjamin riusciva a donarle sempre un nuovo sorriso, anche solo semplicemente palesandosi davanti a lei. Quel ragazzino aveva il potere di farla sentire felice, come il resto dei bambini d'altronde. Si chiese come avrebbe fatto senza di loro.
"Si tesoro, erano due piloti e spero proprio che torneranno a farci visita" disse accarezzandogli la testolina bionda. Portò il piccolo in camera dove gli altri avevano ripreso a dormire, poiché era davvero troppo presto per loro. Uscì di casa dirigendosi in stazione per chiedere a chi di dovere quando il Meridian Express sarebbe passato da Evangelia. Quando arrivò, la stazione era deserta, ma l'uomo alla biglietteria aveva già alzato le tende, così decise di rivolgersi a lui. "Buongiorno signore. Volevo chiedervi quando passa di qui il treno per Capomazda". |
Guisgard guardò negli occhi Dacey per alcuni lunghi istanti, per poi togliersi infastidito il giubbotto e gettandoselo sulla spalla.
“Beh...” disse poi seccamente “... cos'è questa storia? Vi siete già montata la testa? Siete forse entrata così dentro la parte che credete davvero di essere la principessa? Rammentate che qui comando io e non voglio sentire i vostri colpi di testa. Dunque niente capricci. Intesi? Non siete pronta per ingannare la Gran Duchessa. Non capite che molti prima di noi ci hanno tentato? Sapete quante donne hanno affermato di essere la principessa Dacey? E la metà è finita in manicomio. E' lì che volete andare? Credete che la Gran Baronessa vi stia aspettando a braccia aperte? Perchè poi? Perchè assomigliate vagamente a sua nipote? La guerra, i lutti e gli impostori hanno indurito il cuore di quella donna. Se anche la vera Dacey domani risuscitasse per assurdo dalla sua tomba nella steppa e si presentasse alla Gran Baronessa dovrebbe sudare sette camicie per convincerla. Invece di star qui ad avere idee idiote pensate piuttosto a studiare e magari ad inventare una storia plausibile che giustifichi il perchè del vostro ritorno. O forse pensate che davanti ad un plotone d'esecuzione sia facile scampare alla morte?” Scosse il capo. “E guardatemi quando vi parlo, ragazzina viziata che non siete altro.” http://www.cornel1801.com/video/Happ...-One-Night.jpg |
“No, non voglio discutere più...” disse Fermer avvicinandosi alle labbra di Gwen “... voglio solo baciarti...” e la baciò di nuovo.
Con impeto, passione, slancio. E nel farlo la strinse di nuovo a sé. “Come fai ad essere così desiderabile?” Mormorò assaporando il sapore delle labbra di lei. “Forse mi hai fatto bere un filtro d'Amore?” Toccandola ovunque. |
La sfida tra Damasgrada e l'aereo col Re di Denari cominciò e i due caccia presero a sfrecciare tra le alte e strette pareti di pietra, compiendo manovre azzardate, al limite delle capacità umane.
I due piloti si sfidavano a colpi di destrezza tra quella gabbia di rocce a strapiombo, sibilando velocissimi, a pochissimi centimetri dalla nuda pietra che racchiudeva quel luogo. Ma ad un tratto all'orizzonte apparve qualcosa. “Tenente, Clio...” disse via radio Sbrizz che assisteva alla contesa “... all'orizzonte è apparso uno stormo di caccia... sono dei Valchiria... almeno una dozzina e noi siamo solo in tre...” http://www.inilossum.com/2gue_image/2guerr1153.gif |
La stazione era deserta e desolata.
“Il Meridian Express” disse il capostazione a Marwel “dovrebbe arrivare circa tra un'ora. Ammesso che non vi siano situazioni pericolose in atto. Sosterà qui più o meno una mezz'ora.” Guardando il suo orologio da tasca. “E poi ripartirà per Città di Capomazda.” |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 01.34.42. |
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