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Taliesin Vi rendo onore per queste Vostre parole ch'a me s'involano leggiadre e colpiscono le pareti de lo cuor meo. Spero vivamente che l'operato mio dia quies e boni momenti a chicchessia, ad ogne persona ch'ivi passi :)
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PARIGI
Parigi, loco del mio dolore Ove sboccia dagli sguardi il fiume; Cittade di non egual splendore, Sì d’ ogne core speranza e lume. Sei d’ amanti ‘l fiato a tutte l’ ore, Unico de la nostra alma nume: Sola stella in questo scuro porto, Unica fonte in un morente orto. |
Un omaggio insolitamente fuori contesto dalle sue romaniche origini e dei domini delle scorribande barbare di perduta memoria alto medievale, e tra un linguaccio articolato ed antico ho intravisto una figura ottocenetsca come uscita dal romanzo di Dumas, e come il Conte di Montecristo avete ancora una volta con sentimento, conquistato Parigi....Amico mio.
Taliesin, il bardo |
Citazione:
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Vedete Messere...
i miei polverosi scaffali sono comi di canzoni mai scritte e mai terminate, testi illeggibili, note sparpagliate che spesso si raccolgono in qualche cosa di preciso che nel tempo e nello spazio in cui furono generate avevano un senso...ebbene credo che ogni piccola goccia di splendore che trasuda dalla parte artistaica di ognuno di noi ci rappresenti...anche quelle che come dite voi, non sono riuscite bene... |
Citazione:
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eh Drusus, mi hai fatto venire in mente una delle mie poesie preferite in assoluto, "Parigi di notte" di Jacques Prevert.
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Grazie che ciò da me scritto vi ha fatto ricordare il grande Prevet. Sono lusingato di ciò :)
spero che quest'altra vi piaccia :) LA VITA In suso a la candela v’ è lo foco Ove il suo dovere l’ è dar calore: Il suo danzar è come fosse gioco, Ma più d’ esto sì pote sere orrore. Di sicuro, penso, che di qui a poco Finirà quello suo rovente ardore: Tristo qui tremula e lo vedo fioco E sì morente lo suo bel tremore. Com’ egli è la vita: lieta arde tanto Quando la gioventù cavalca fiera; Nessuna mestizia, ma tutta vanto; Eppur anch’ essa alfine giunge a sera Ch’ allor ci dona quel oscuro pianto: E come la candela divien cera. |
Molto bella pure questa, diversa dalle altre, un pò filosofica se non sbaglio pure.
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FATTA L’ ITALIA, OR FAMO L’ ITALIANI
Me ricordo che quanno annavo a scola E parlavamo der Risorgimento, L’ inzegnante ce narrava qual fola E con foga de quell’ avvenimento: De Garibardi, de Morelli a Nola E d’ Azeglio, che doppo quer momento, Conscio che l’ Italia nun ze fa sola, Disse co’ vanto, ma pur con tormento: “Fatta l’ Italia, or famo l’ italiani !”. E de sicuro ciaveva raggione: Ma chi comanna oggi so’ ciarlatani E venneno l’ Italia ar ppiù’ riccone. Andato è l’ onor de fieri romani; A noi ce divide puro un pallone! |
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