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“Guisgard...” disse via radio Tesua all'aereo di Altea e di Domis “... il nome di quel militare era Guisgard... si è sacrificato per tutti noi e forse per tutto il mondo che difendiamo... ora non bisogna smettere di combattere, altrimenti la sua morte sarà vana.”
“Ben detto!” Esclamò Domis. E riprese a combattere contro i Valkirya rimasti. |
Annuito a Gaynor, Clio cominciò le manovre per avvicinarsi al bombardiere ed attirarlo verso il Novalis.
“Base chiama Novalis, rispondi Novalis...” disse Goz via radio “... non c'è nessun militare da recuperare... quel Guisgard sarà stato disintegrato insieme a quella dannata base... voglio che quel bombardiere faccia la stessa fine! Attiratelo fra le pareti rocciose circostanti!” Ed infatti, nonostante fosse ora orfano delle indicazioni della sua base, il gigantesco bombardiere prese ad inseguire la Freccia d'Argento. |
Le immagini di quel sogno sembravano vere.
Quasi da potersi toccare con mano. Ed altre scene simili vide Gwen in sogno, avendo ogni volta la sensazione di essere davvero accanto al suo Fermer. Vide così luoghi lontani, come il suo villaggio natale, le case di legno e pietra ricoperte da muschio selvatico, le grandi praterie che mutavano nella primordiale e pulsante brughiera, fio alle alte e bianche scogliere che davano sul freddo e limpido Mare del Nord. Ed ogni scena vissuta la vedeva insieme al suo Fermer. Poi, ad un tratto, riaprì gli occhi. |
"Ricevuto, capitano..." dissi a Goz, per poi chiudere le comunicazioni.
Presi a concentrarmi sulle manovre, per attirare il bombardiere verso le alture, alture che conoscevo come il palmo delle mie mani, alture su cui avevo volato ogni giorno, per anni, alture che nascondevano insidie e tranelli. Alture che facevano al caso nostro. "Avanti bestione.." mormorai tra i denti "Seguici...". Così sfrecciai, concentrandomi sui comandi. Quello lo sapevo fare, forse era l'unica cosa che sapevo fare davvero, combattere nel cielo. Eppure ogni tanto le parole di Goz mi tornavano alla mente. Non sapevo perché, ma sentivo che quel tipo era vivo. Forse era solo una speranza, dettata da quella parte mi me che aveva colpito più di chiunque altro. Forse era utopia, ma raramente mi sbagliavo su cose come quelle. Attacchi disperati intendo, le emozioni erano qualcosa di completamente sconosciuto. Affascinanti e seducenti, certo, ma sconosciute. Non come quella cloche, non come i comandi, le manovre al limite che stavo eseguendo per attirare il bombardiere dove volevo io. Quelli li conoscevo bene, così come quel fiato corto, quel battito accelerato, quello sguardo concentrato che scrutava l'aria intorno a me come fosse una mappa. Cominciavamo ad avvicinarci, dovevamo solo giocarcela bene. |
Quelle immagini, quasi filtrate dai lievi aloni lasciati sui vetri dal respiro di Dacey, sembravano incorniciare e rendere incantato quel mondo.
Un mondo fatto di gente che si muoveva buffa e goffa tra i binari, trascinandosi dietro grossi bagagli pieni di ricordi, speranze e desideri. Di tanto in tanto nuvole di vapore salivano dai binari, mostrando tutto quel mondo come frutto quasi di una sequenza di un film senza sonoro e colore. I treni forse davvero sembrano fatti per gli addii. Lenti si apprestano a partire, dando così il tempo di pensare e rivedere una vita vissuta ed immaginare e sognare una nuova. “Se tutto andrà bene non più di sei ore, madama.” Disse il controllore a Dacey. |
A quelle parole sbiancai..mi voltai e una lacrima scese sul diafano volto e la asciugai perché Domis non la vedesse..Non ci credevo..lui era scaltro, ero certa fosse vivo.."È lui l' uomo di cui prima ti parlavo" stringendo la sua mano.
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Tutte le immagini che vedevo erano così vivide, il mio mare, la mia campagna, il mio forte, intrepido e selvaggio Nord.
Tutto vissuto insieme a lui, il mio Amore. Poi, riaprii gli occhi. |
Il Novalis di Clio e di Gaynor, attirato a sé il bombardiere di Canabias, prese a scendere rapido sulle alture.
“Sta scendendo di quota, maggiore.” Disse uno dei militari del bombardiere a Gufo Nero. “Vogliono attirarci fra le alture...” mormorò questi “... già, dove alte e strette pareti rocciose renderebbero la disparità di dimensioni e forza pari a zero... molto astuti...” “Dalla base nessun segnale, signore...” ancora il militare. “Naturale, l'hanno fatta saltare in aria...” Gufo Nero “... anche se non capisco come ci siano riusciti... aprite il fuoco sulla Freccia d'Argento... dobbiamo abbatterla prima che arrivi alle pareti rocciose.” E dal bombardiere cominciarono a partire missili verso il Novalis. http://www.gamezone.de/screenshots/9...009/05/2gr.jpg |
“Beh, pace all'anima sua...” disse Domis ad Altea “... cerchiamo ora di non fare la sua stessa fine.” Continuando a sparare verso i Valkirya.
Anche gli altri caccia legionari erano impegnati a combattere i letali aerei di Canabias. Soprattutto quello di Icarius e quello di Palos, dando prova di grande valore ed indomito coraggio. |
Mentre cercavamo di condurlo fra le pareti rocciose, il bombardiere cominciò a lanciare missili su di noi. "Maledizione, Clio! Siamo senza munizioni, prima o poi questo mostro ci abbatterà... teniamo duro!"
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