"Beh, io e Ghilda" disse Asso a Dacey "abbiamo fatto una scommessa... visto devo darmi da fare per il mio nuovo incarico riguardo quel tonno scomparso e ho bisogno di un mezzo per spostarmi, ecco... lei mi suggeriva di chiederti una delle auto del signor Maston in prestito... certa che non avresti resistito al mio fascino... mentre io ero alquanto scettico... quindi... chi ha vinto la scommessa? Io o Ghilda?" Fissando Dacey, mentre Ghilda rideva.

Seguimmo lo strano individuo fino alla banca, con il povero vecchietto a seguito.
Volevo proprio vedere come avrebbe incassato quella cifra, ma ci riuscì in un batter d'occhio.
Restai davvero sorpresa nel vedere quella firma.
Il professor Mizzar!
Perchè doveva pagare quell'uomo?
Ancora di più compresi che era importante seguirlo.
Senza farmi vedere dagli altri scambiai con Fessen un'occhiata d'intesa.

"Mi chiedo perché ti esalti così tanto la cosa" osservandolo incuriosita mentre sghignazzava.
Sospirai appena.
Poi mi guardai attorno nella stanza.
"Oh, ti assicuro che il divano è comodo" con un vago ghigno divertito.

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“Bene, allora col tuo permesso credo mi riposerò un po'.” Disse Set stendendosi sul divano e rivolgendo a Gwen un ultimo sorriso beffardo prima di addormentarsi.

L'uomo consegnò l'assegno a Fessen ed andò via.
“Incredibile...” disse Fessen dando a sua volta l'assegno al vecchietto, che ringraziò lui e Destresya.
“Direi di tornare in albergo...” Fessen a lei.

Si stese sul divano e un attimo dopo crollò, mentre io ricambiavo divertita il suo sorriso beffardo.
Rimasi ancora un istante sovrappensiero, poi decisi di uscire per iniziare ad incamminarmi verso l'ospedale.

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" Il tuo fascino?"

Chiesi cercando di non ridere mentre già scuotevo la testa.

"Non esiste al mondo che io ti dia accesso a un'altra della auto di Maston dopo quanto successo alla Ferrari.
E' semplicemente buon senso, senza contare che io sono pagata proprio per controllare che alle cose presenti nella villa non venga fatto nulla.
Mi dispiace Ghilda ma ha perso la scommessa. E quanto a te."

Voltandomi verso Asso.

"Dovrai arrangiarti in altro modo per il tuo caso del tonno."

Gwen lasciò Set a dormire in camera sua, mentre lei si avviò verso l'ospedale.
Arrivò proprio quando Elv stava lasciando il reparto.
Nel vederla lui ovviamente apparve molto più che lieto.
"Ehi, eccoti." Disse raggiungendola. "Pensavo ti fossi dimenticata di me." Sorridendole.

"Eh, ti è andata male." Disse Ghilda ad Asso.
"Andiamo su..." lui a Dacey "... come posso andare in giro a fare indagini se sono appiedato? E comunque stavolta le auto del signor Maston non corrono nessun rischio. Guarda, ti propongo un patto... prestami una delle auto ed io, con i soldi di questo incarico, farò rimettere a nuovo la Ferrari. Ci stai? E ti offro un'altra cena!" Aggiunse, porgendole la mano. "Quindi?" Fissando Dacey.

Arrivai che il sole era sorto del tutto, e che Elv stava già uscendo.
Gli sorrisi raggiungendolo.
"È che è arrivato un mio collaboratore, all'improvviso e ho avuto da fare, aveva delle notizie da darmi, dunque ho perso un po' di tempo, ma te lo avevo promesso, no?" sorridendo.
"Beh, direi di festeggiare la tua guarigione con una bella colazione al bar, tu che dici?"

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Fissai Fessen interdetta e pensierosa.
"Non credi che dovremmo seguire quell'uomo invece? Andiamo, non può essere una coincidenza..." scuotendo la testa mentre guardavo dove era uscito quell'essere.
"Voglio vederci chiaro..." sospirando ”Tu cosa pensi?" fissando Fessen.

Elv annuì a Gwen ed insieme, lasciato l'ospedale, si sedettero ai tavolini di una belle caffetteria lungo il porto di Las Baias.
Qui tra il Sole ed il mare, fecero colazione insieme.
"Quindi" disse mangiando lui "ancora dell'idea di quella nostra vacanza?" Sorridendole.

"E' solo un uomo brutto ed antipatico." Disse Fessen a Destresya. "Cosa ti insospettisce di lui?"

" Forse non ti è chiaro. Il tuo fascino con me non funziona."

Scuotendo con più forza la testa alle sue parole.

"Se troverai il tonno quanto credi mai che quel pescatore possa darti? E come ho detto, io non posso correre alcun rischio. "

Incrociai persino le braccia, a testimoniare di quanto la mia decisione fosse irremovibile.

"Chiedi a uno dei tuoi amici un'auto, affittala, prendi un taxi. Mi dispiace ma non cambierò idea in merito. E' troppo rischioso e visto il precedente non posso più fare eccezioni sulla fiducia."

Raggiungemmo una bella caffetteria sul litorale assolato di Las Baias e mangiammo tranquillamente.
Alla sua domanda, mi si pose un quesito che prima non dovevo considerare: e Set?
Che facevo lo portavo in valigia?
"In realtà, temo che insieme al mio collaboratore mi sia arrivato anche del lavoro da fare" con sorriso dispiaciuto.
"Ma magari possiamo rimandarla a quando avrò sistemato tutto, dammi solo un paio di giorni per organizzarmi, d'accordo?" sorridendogli più dolcemente e prendendo la sua mano.

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Asso guardò Dacey, capendo che lei non avrebbe di certo cambiato idea.
“E va bene...” disse lui in un lungo sospiro sfiduciato “... mi sa che non mi resta che chiedere aiuto altrove... almeno posso chiederti un passaggio? Mi accompagneresti in auto da alcuni amici? Poi io resterò lì e tu potrai tornare qui alla villa sana e salva con la preziosa auto del signor Maston.”

"Monica.. Povera.. E sai che ora stai facendo questo? Quindi vuoi ritrarmi o altro Ardea?" con gli occhi su di lui.. "Baciami avanti" con aria impertinente.

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Alzai gli occhi al cielo, sbuffando vistosamente.

"E va bene, ma non farò giri inutili a casaccio. Ti porto in un posto e ti lascio lì."

Lo ammonii e chiusi il mio portatile per andare poi nel garage a prendere un'auto.

"Non mi sembra solo un uomo brutto, ma deforme, esattamente come quello che abbiamo visto oggi alla capanna in cui erano tenuti prigionieri i due.. e poi si presenta con un assegno di Mizzar, dai, non ti sembra strano?" fissandolo negli occhi, pensierosa.
"Ad ogni modo, è andato via, sarà meglio tornare in albergo! Almeno potremo rifocillarci, siamo in giro da tutto il giorno!" sospirai "Ho fatto le foto a entrambi in modo che la squadra possa analizzare i due uomini. A me questa faccenda insospettisce parecchio, anche se so perfettamente che ci mancano dei pezzi!".

“Beh, allora aspetteremo questo paio di giorni.” Disse Elv. “Intanto cominciamo a pensare dove andare, no?” Facendole l'occhiolino. “Ah, dimenticavo... mi sono ripromesso che appena fuori dall'ospedale sarei andato a visitare di nuovo la bottega del vecchio sul molo... mi accompagni? Puoi?” Chiese a Gwen.

Ardea la guardò negli occhi.
Occhi che ardevano già di un azzurro ardente, come quando certi tramonti si confondono nel cielo di un giorno morente, disegnando crepuscoli avvampati di ombre cobalte che si perdono dove la fantasia ed i sogni diventano follia.
Allora lui baciò Altea, catturando le sue labbra e penetrando la sua bocca con una lingua vogliosa.
Tutto ciò lasciando la sua mano fra le gambe di lei.

Asso annuì, mentre Ghilda divertita rientrava in cucina.
Dacey allora raggiunse il garage, dove avrebbe scelto un'auto per accompagnare l'ex pilota dai suoi amici.
Vi erano diverse vetture pronte per dominare le strade Fleegesi.
Oltre alla Ferrari ancora danneggiata, vi era una Porsche, una Lamborghini, una Corvette, una Deloy, oltre alla fantastica Supercar.

Fessen apparve pensieroso.
“Beh, se proprio hai questi sospetti” disse a Destresya “si può sempre fare una scappata dal professor Mizzar... naturalmente sottocopertura... ci serve solo un buon pretesto...”

Annuii sorridendogli, mentre finivo il mio cappuccino.
"Oh, certo. Possiamo andarci anche subito, se vuoi" acconsentii.

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Non ero mai stata una patita di auto, per me erano semplicemente un mezzo veloce per raggiungere un determinato luogo.
Per questo al garage non ci misi molto, prendendo semplicemente uno dei portachiavi, scoprendo poi che apparteneva alla Corvette, dal vistoso colore giallo.
Salii al posto del guidatore, accarezzando il volante.
Anche se non una amante dell'automobile, sapevo apprezzare le cose costose.
Uscii dal garage e ancora una volta, suonai il clacson per richiamare l'attenzione di Asso, pronta a partire.

Fu un attimo, colsi il calore e un impeto che non mi aspettai visto l'indole mite che Ardea aveva dimostrato, quegli occhi ardenti sembravano quelli del padrone.
E subito le sue labbra e la sua lingua si insinuarono tra le mie labbra.
Un bacio caldo, passionale e proibito mentre la sua mano faceva fremere la mia parte intima e salire il desiderio.
Fu allora che mi alzai lentamente e iniziai a togliere i suoi vestiti.. "Spogliati qui.. Nessuno ci vedrà".

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Annuii a quelle parole di Fessen.
"Buona idea! Beh, siamo sempre reporter, no? E vuoi che due reporter si facciano scappare la possibilità di intervistare il protagonista di una storia che ha avuto risonanza mediatica nazionale?" con un sorrisetto divertito.

Asso vide Dacey nella Corvette e ci saltò dentro con agilità.
“Possiamo andare.” Disse lui a lei. “Andiamo verso il lago Lucrin... lì ci sono i miei amici.”
Era ormai quasi pomeriggio di un giorno che cominciava a velarsi, come se tra i riflessi delle alte e sottili nuvole si addensasse qualcosa di strano.

Gwen ed Elv finirono di fare colazione e si diressero verso il molo.
“In verità” disse lui “neanche io so del perchè voglia ritornare qui... ma sento di volerlo fare...”
Giunti però trovarono la bottega stranamente chiusa.

“Si, hai ragione...” disse Fessen a Destresya “... beh, andiamoci subito, magari ci riceverà...”
Con l'auto si diressero così all'istituto universitario, dove Mizzar lavorava.
Qui però uno dei portieri rivelò loro che il professore non era andato al lavoro oggi.
Era infatti rimasto a casa per dei suoi studi.

Ardea annuì con lo sguardo a quell'ordine di Altea.
Aiutò allora la signora e modella a spogliarlo.
Insieme gettarono via ogni suo abito, fino a quando il giovane pittore restò nudo davanti a lei.
Era un fisico asciutto, sodo e slanciato, dai muscoli tesi e dalla mascolinità pronunciata.
Come se Altea fosse davvero una dea, si inginocchiò davanti a lei, cominciando a baciarle le gambe con devozione e passione.
Poi portò la bocca fra le gambe di lei, deliziandone l'intimità con le labbra e la lingua.

Ci incamminammo verso il molo.
"Allora è giusto così, no?" sorridendo incoraggiante.
Soprattutto dopo ciò che il vecchio mi aveva detto.
Però, trovammo la bottega chiusa.
"Non ti sembra strano? Non era mai stata chiusa, neanche a tarda sera..."

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Arrivammo dal professor Mizzar, ma al lavoro non c'era.
Forse avremmo dovuto aspettarci che sarebbe rimasto a casa dopo un'esperienza simile.
"Oh, è comprensibile!" sfoggiando il mio sorriso dolce ma da ochetta "Possiamo andarlo a trovare a casa? Sa, è molto importante la sua testimonianza, la gente è rimasta col fiato sospeso per mesi!".

Una volta partiti e impostata la destinazione guidavo senza riuscire a rilassarmi.

"Senti. Voglio mettere una cosa in chiaro. Non è niente di personale. Sto solo facendo il mio lavoro e so che probabilmente ti risulterò antipatica."

Agitando le dita sopra il volante e alla fine decisi di accendere la radio.

"Ho il sospetto che possa piovere in serata."

Mormorai tanto per non star in silenzio.

Ardea era completamente nudo davanti a me. Palesai per un attimo la situazione. Mi trovavo in un posto prima con un uomo che mi affascinava e piaceva moltissimo. E per non so che diavoleria ora ero qui ma con lo stesso maggiordomo del padrone e io ero la proprietaria di tutto questo. E ora ero davanti a questo ragazzo che prima era timido e ora mostrava la passionalità ed ardore del padrone, di colui che disse mai mi avrebbe lasciata.. E che avevano lo stesso sguardo.. Si era lo stesso.
Audacemente Ardea iniziò a baciarmi, prostrandosi a me, iniziò dal piede fino a salire lungo le gambe e ancora più su pronto ad accaparrarsi quel frutto proibito ed esclamai "Sai, il mio uomo.." sicura di quella frase mentre gemevo leggermente di piacere, socchiudendo gli occhi e inarcando leggermente la testa "Te la farebbe pagare e tu rischieresti così per me? Perché?" mentre mi lasciai andare a quella esplosione erotica di sensi.

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“Si, è vero...” disse pensieroso Elv fissando l'insegna di legno sbarrata della bottega “... non è mai stata chiusa questa bottega...”
“Cercate il vecchietto della bottega?” Ad un tratto una voce di donna a Gwen e ad Elv. “Non verrà più ad aprire... mai più.”

“Signorina, per quanto mi riguarda” disse il tipo all'ingresso dell'istituto a Destresya “potete andare a cercarlo dove vi pare.” E tornò al suo lavoro.
“Andiamo a casa sua.” Fessen a Destresya.

“Tranquilla, non ho mica detto di avercela con te.” Disse asso fissando Dacey che guidava. “Piovere? Chissà, forse...” guardando il cielo dal finestrino.
Poi lei accese la radio.
“Interrompiamo il programma musicale per una notizia dell'ultim'ora...” la voce alla radio “... è stato trovato il cadavere di un uomo anziano al porto di Las Baias...”

A quelle parole di Altea, lui si fermò e con il viso ancora vicinissimo alle gambe di lei alzò lo sguardo a cercare il suo viso.
“Allora” disse con in bocca ancora il sapore di lei “lei è sposata? O comunque ha qualcuno?” Con un tono che oscillava vago tra un che di infastidita gelosia, tipica dei giovani amanti poco esperti e dalla troppa vigoria emotiva ed un senso comunque di pacato rispetto, anzi riverenza verso colei che davvero gli appariva come la regina del castello ed una dea sorta dal mare per tentarlo.

"Non so, sarà per gli avvenimenti di questi ultimi giorni, ma non mi piace..." dubbiosa.
Poi, sentimmo una donna e non mi piacque affatto ciò che disse.
"Perché? Cosa gli è capitato?"

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