La Pantera mise fuorigioco i due uomini mandati in casa a cercare i loro complici.
Fuori, visto quelli non tornavano, Settimius si spazientò ed entrò.
“Ehi...” disse “... dove siete finiti?” Chiamò.

Quelle parole, poi vidi il suo viso di nuovo avvicinarsi e le sue labbra di nuovo sulle mie.
Mi incantenò in un bacio caldo e profondo, da cui non si poteva fuggire, ma il mio corpo si rifiutava di scappare.
Rimaneva lì, adeso al suo, mentre stringevo il suo volto fra le mani.
E non potevo fare a meno di riconoscere quel sapore solo suo.
Poi mi staccai da lui.
"Allora dimmi perché non lo ritrovo nei suoi occhi..." sussurrando quasi e osservando le sue iridi scure "Nelle sue parole..." sfiorandogli le labbra.

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Quel bacio così caldo, intimo, avvolgente ed appagante unì le labbra di Gwen a quelle di Elv, mentre si assaporavano a vicenda.
“Perchè sei tu che mi guardi in modo diverso...” disse lui piano “... mi giudichi... non accetti ciò che sono e ciò che faccio... invece dovresti amarmi e basta... come ho fatto io senza giudicarti malgrado il tuo passato...” vicinissimo alle labbra di lei.

Ascoltai e assorbii le sue parole.
Davvero lo avevo fatto?
Davvero erano così le cose?
Non lo avrei fatto se lui non si fosse rivolto a me come mai avrei immaginato.
Non ero ancora del tutto convinta, ma in questo momento avevo un disperato bisogno di crederlo.
Non sapendo cos'altro aggiungere, presi di nuovo il suo viso fra le mani avvicinandolo al mio e lo baciai di nuovo, sentendo la pietra fredda dell'arco sulla schiena lasciata scoperta dal vestito.

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Si baciarono ancora.
Con trasporto, slancio, foga, passione, piacere.
Un bacio profondo, ardente, penetrante.
Gwen era in balia di quelle labbra così forti e calde, che sapevano farla sentire desiderata, amata, appagata, in una parola donna.
Si sentiva sua, stretta contro quella fredda pietra, mentre il corpo di Elv era così caldo, saldo.

C'era passione, c'era puro piacere in quel bacio.
C'era tutto.
Gli unici baci che mi facevano sentire donna, amata, desiderata.
Baci appaganti, di quel godimento pieno e soddisfacente.
Ero stretta fra la pietra fredda e il suo corpo caldo, mentre mi aggrappavo alle sue spalle con tutta la forza che avevo.
Non sapevo cosa stesse succedendo in questo momento, cosa sarebbe successo dopo, sapevo solo che era ciò di cui avevo bisogno adesso

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Anche gli altri due erano morti, ormai.
La Pantera non faceva sconti a nessuno.
Tutto quello che volevo era attirare Settimius.
E ci riuscii.
Entrò per chiamare gli altri, e io sorrisi, nascosta nell'ombra.
Stavolta sarei stata molto più attenta.
Lo aggredii alle spalle, bloccandogli le mani dietro la schiena.
"Stavolta niente giochetti, professore..." gli sussurrai all'orecchio.
"Sono tutti morti, e lei, se non vuole fare la stessa fine, mi porterà dal suo capo. Sono stata chiara?".

I suoi pensieri sembravano leggeri leggeri, come si sentiva lei ora, quasi come se tutto fosse sul punto di scivolare via con la pioggia che scendeva dal cielo.
E mentre quei pensieri correvano via, mille e più sensazioni li rincorrevano, con le labbra di Elv che avvampavano le sue, premendo contro la sua bocca ed assaporandola con vigore, rivoltandola, stravolgendola.
Gwen era in balia di quell'ardore, stretta contro la pietra nuda e fredda, col corpo di lui che premeva contro quello di lei.
Si baciarono ancora ed ancora, ricominciando ogni volta, sempre con più trasporto.
Tutto quell'idillio fu però interrotto dal rumore di un'auto che arrivava.
Da essa scesero alcuni uomini, uno dei quali basso e grasso, vestito di tutto punto.



“Chi...” disse Settimius preso di sorpresa dalla Pantera “... chi sei tu? Dove sono gli altri?” Bloccato contro il corpo di lei.

"Non mi ascolti quando parlo? I tuoi amici sono tutti morti... tu, se non vuoi fare la stessa fine farai il bravo e mi porterai dal tuo capo, senza fare scherzi col tuo profumo allucinogeni, chiaro?" Sottolineai quelle parole con uno strattone forte alle braccia che tenevo bloccate contro il mio corpo.
"Avanti, andiamo..." guidandolo verso l'auto.

Era come se osservassi i miei pensieri da lontano.
Scivolavano via, trasportati dalla pioggia e inseguiti da quelle sensazioni meravigliose che stavo ritrovando.
Ogni volta ricominciavamo con più passione, con più trasporto, il tempo di riprendere fiato e di nuovo iniziava tutto.
Un vortice infinito, come una danza.
Sentivo il suo corpo premere forte contro il mio, schermandomi dalla brezza fresca della sera.
Poi, sentimmo arrivare una macchina da cui scesero due uomini.
"Credo che la cena stia per iniziare..." mormorai, per poi respirare a fondo per ritrovare il fiato e ricompormi.

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"Un collezionista? Tanto da rubarli.. Conoscete alcuni di questi collezionisti.. Si trovava in uno scatolone e lo ha visto Hunt per caso.."pensierosa.

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"Si, ma cerca di stare calma..." disse Settimius alla Pantera "... io sono uno esperto di filologia, non certo un contrabbandiere... del mio capo io non so nulla e stai perdendo solo tempo..."



Elv guardò Gwen ed annuì.
L'auto arrivò, parcheggiando davanti alla villa.
Scesero degli uomini, tra cui uno basso e grasso.
Tocan subito lo accolse, facendolo accomodare in casa.
"Andiamo." Disse Elv a Gwen, prendendola per mano e rientrando in casa.
La cena era pronta.
Ed anche i due giovani presero posto a tavola.



"I veri collezionisti, soprattutto quelli che usufruiscono del mercato nero e del contrabbando, non mettono certo i loro nomi nelle liste d'onore." Disse Marcon.
"Come possiamo andare più a fondo allora?" Chiese Hunt.
"Non so che dirvi..." Marcon "... io posso solo darvi una consulenza sul genere dei libri, non certo sui malviventi da acciuffare."
"Beh, almeno ora sappiamo il genere di libri che circolano in questi trafficati illegali." Hunt ad Altea.

Sospirai "Vi è una cosa di cui mi pento...quella sera ho dato il mio cellulare a Fessen, ma non ho chiesto il suo...magari lo avessi chiesto potevo parlare con lui, ricordiamoci è un personaggio chiave...e la intervista allora? Era per sviare il tutto...non si parlava di collezionismo" fissando Hunt "Meglio chiedere aiuto al Capo".
Mi alzai e strinsi la mano a Marcon prendendo il libro "Grazie per le preziose informazioni, solo è assurdo qualcuno collezioni questi libri e chissà per quale motivo, solitamente una collezione inizia per una passione...e questa persona...è appassionato di Satanismo" guardai Hunt "Penso possiamo andare".

L'uomo più basso doveva sicuramente essere l'ospite tanto atteso di cui parlava Tocan.
Quello che, se avevo ben capito, lo avrebbe aiutato con quel nuovo libro.
Entrammo allora nella villa e ci accomodammo a tavola, io molto curiosa di sapere di cosa si sarebbe discusso durante la cena.

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"Dubito che Fessen ti avrebbe dato il numero vero." Disse Hunt ad Altea. "Dopotutto è lui Fantamas."
"Forse un consiglio posso darvelo..." Marcon "... provate a chiedere consiglio ad un Demonologo... magari può esservi utile..."



La cena cominciò e l'argomento fu dubito l'ottima qualità delle pietanze, con Tocan che vantava la maestria del suo cuoco, giunto da un importante ristorante del Sannius, terra di grande tradizione enogastronomica.
Poi il padrone di casa mostrò il libro.
Subito l'uomo grasso spalancò gli occhi, prendendolo in mano.
"Meraviglioso..." disse.
"Dobbiamo solo accertarci sia autentico." Fece Tocan.
"È quello vero." Sentenziò l'uomo grasso.
Elv allora guardò prima Tocan, poi Gwen.

"Non mi interessa chi sei e chi non sei, ora guidi questa macchina e mi porti al punto dell'appuntamento, chiaro?" sempre col coltello che solleticava la sua pelle.
"E al primo scherzo ti faccio saltare in aria come gli altri tuoi amici lì!" ripetei.
"Puoi ingannare quei poveri monaci col tuo faccino da innocente, ma non me... andiamo!" obbligandolo a salire in macchina.

"Grazie..un aiuto perfetto...chiederemo di qualche persona di fiducia" e me ne andai con Hunt "Fessen è Fantamas? Mmmhh...io non lo penso, è assurdo una persona si dichiari davanti a tutti il colpevole, forse è implicato in qualcosa ma non penso sia al vertice di tutto questo..non mi sembra abbiamo trovato tracce di libri, libelli o altro sull' argomento di cui stiamo parlando..telefoneremo a Montes in auto, deve darci pure il nome di un Demonologo" sicura quella fosse la pista giusta.

La cena iniziò ed inevitabilmente il primo argomento di discussione furono le pietanze.
Ottime, sì, ma io volevo saperne di più sul libro.
E di fatti, si parlò anche di quello.
Tocan lo mostrò all'uomo davanti all'intera tavolata, mandando al diavolo la segretezza di poco prima e i due ne decretarono l'autenticità.
Ricambiai l'occhiata di Elv con fare interrogativo, perché non ne sapevo ancora abbastanza e volevo capire fin dove si sarebbero davvero spinti.

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Altea telefonò a Montes e questi li indirizzò presso la chiesa della Santissima Annunziata, a Licinistone, una città vicino ad Afragolopolis.
Lì avrebbero dovuto chiedere di Don Tommaso.



"Va bene, ma tu sta calma." Disse Settimius alla Pantera.
Raggiunsero l'auto di lui e partirono.
In auto, una berlina di grossa cilindrata con interni in pelle, c'era il solito alberello aromatico che pendeva dallo specchietto retrovisore, al profumo di menta fredda.
"Se ti condurrò da lui poi mi lascerai andare?" Chiese lui a lei.



"Come fa" disse Tocan all'uomo grasso "che si tratta di quello autentico?"
"Ha il sigillo ha pagina 71..." fece l'uomo grasso "... molti credono sua solo un refuso... ma invece è un segno."
Elv sorrise e guardò Gwen compiaciuto.

La domanda di Tocan era legittima e la risposta arrivò presto.
Un sigillo.
Che tipo di sigillo poteva essere scambiato per un refuso?
Di sicuro, molti lo avevano scambiato per il tipico errore di stampa che aumentava il valore dell'oggetto, ma evidentemente non era così.
Aggrottai appena la fronte assottigliando lo sguardo all'occhiata compiaciuta che Elv mi rivolse, poi riportai l'attenzione sui due.

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"Bene Capo" segnando l' indirizzo della Santissima Annunziata nel navigatore e facendo segno a Hunt di fare in fretta "E come giustifichiamo il fatto di avere questo libro? Don Tommaso crederà sarà nostro, sa noi siamo degli agenti segreti, non vorrei finire in galera...ah, dovremmo restituirlo alla fine della storia. Sappi che pagando il custode siamo entrati, liberi di stare soli nella biblioteca....poi non stupiamoci se Fantamas è un ladro imbattibile e furbo" sorridendo ironica "Ma secondo te, Montes, perché nella intervista non si parla di collezionismo? Vi sta qualcosa dietro" sempre al telefono mentre Hunt correva con la Ferrari.

"Bene..." disse Tocan "... eccellente... ed il suo valore?"
"Almeno un quarto di milione." L'uomo grasso.
"Io invece credo valga molto di più..." intervenne Elv sempre seduto accanto a Gwen "... dopotutto il valore di un oggetto da collezione si calcola non solo tenendo conto del mercato, ma anche del significato che può possedere..." sorridendo.
"Io non sono un collezionista." Fissandolo l'uomo grasso.



"Don Tommaso non è un semplice prete." Disse Montes ad Altea. "Andate da lui e ditegli tutta la verità. Ditegli che vi ho mandato io."

Sbarrai gli occhi sentendo il valore di quel libro.
Ed Elv asseriva che il valore fosse anche di più, non aveva torto.
L'uomo però sembrava non essere d'accordo.
Mi sembrava curioso, visto che solo pochi minuti prima Elv e Tocan si erano reciprocamente accordati sul prezzo e speravo che ciò non causasse problemi.

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Finalmente in auto, verso questo fantomatico capo.
Lo guardai con un sorrisetto divertito.
"Ma certo, non sono mica crudele io.." fissando lui e la strada.
"Una volta che sarò certa che tu mi abbia portato nel posto giusto, ti lascerò andare!" annuii.

"Perfetto...speriamo di trovare un ottima pista" e riagganciai.."E' tutta una storia assurda, davvero non pensi?" accarezzandogli il viso dolcemente e osservando i suoi occhi azzurri.

"Si." Disse Settimius alla Pantera.
Era buio e la strada appariva poco illuminata.
Ad un tratto, a causa della via irregolare e bagnata per la pioggia, l'auto sbandò e l'uomo perse definitivamente il controllo.
Uscirono di strada e finirono contro un albero.
La macchina si ribaltò e prese fuoco.



Hunt annuì e continuò a guidare.
Poi quella carezza di Altea sul suo volto.
"Perchè..." disse fissandola con i suoi occhi azzurri "... perchè mi guardi così?" Inebriato da quella carezza.



“Comunque il prezzo lo abbiamo stabilito.” Disse Tocan.
“Ma forse non si conosceva quanto fosse importante.” Elv col suo sorriso placido. “Dico bene?”
“Questo libro merita rispetto.” Fece l'uomo grasso.
“Rispetto sia l'aspetto artistico, che quello economico.” Divertito Elv.
“Ma qui c'è qualcosa di più...” l'uomo grasso, per poi avvicinare il suo accendino al presunto refuso sul libro “... guardate...” a tutti.
Anche Gwen guardava.
https://st4.depositphotos.com/256200...er-burning.jpg

Rimasi stupita da quella domanda e tolsi istintivamente la mano dal suo viso "Pensavo tra noi vi fosse qualcosa, forse ho sbagliato, d' altronde sei sposato e ti sarai pentito" osservando il libro e stringendolo "Scusami, nulla di particolare" e rimasi in silenzio osservando le immagini del libro.

Dibatterono ancora sul prezzo, mentre Elv era tranquillo, rilassato, quasi divertito.
Mi chiedevo quanto avrei impiegato ad abituarmi a vederlo sotto una nuova luce, e se soprattutto mi sarei mai abituata.
Poi, l'uomo grassoccio illuminò il sigillo con un accendino.
"Sembra un occhio" pensierosa "Potrebbe essere il marchio di una specie di setta?" ipotizzai.

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"Sciocca..." disse lui, allungando la mano verso quella di Altea che sfogliava il libro "... ero solo sorpreso... prima credevo ti fossi tirata indietro..." accarezzandole il palmo dell mano in modo lento "... si... sono sposato, è vero... ma non faccio altro che pensare a quel bacio..." fissandolo.



"Non di una setta..." disse l'uomo grasso a Gwen.
"Possibile?" Tocan guardando il segno ora con la luce dell'accendino.
"Si..." annuì l'uomo grasso "... significa che questo libro è stato salvato... dal Medioevo ad oggi i libri salvati dalla superstizione Religiosa recano questo simbolo..."
"Ciò quindi, come detto, ne aumenta il valore..." fece Elv.

Ascoltai la spiegazione ed in effetti aveva una logica, dopotutto non avevo idea che tutti quei tipi di libri recassero quel simbolo.
Dentro di me scossi la testa quando Elv ancora tornò a pagare del valore e quindi, implicitamente, del prezzo del libro.
Speravo che ciò non creasse problema.
Lo aveva detto anche lui che questa era gente senza morale e mi aspettavo di tutto.

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"Galeotto fu il bacio e chi lo diede" sorridendo tenendogli la mano, afferrandola e accarezzando il suo palmo "E se poi te ne pentissi, se fosse stato per te solo un momento e poi lo dimenticherai?" scossi il capo "Sopravviverò, d' altronde non abbiamo mai avuto un momento tutto per noi, per conoscerci" sospirando.

“E sentiamo...” disse Tocan ad Elv “... quale valore lei da al libro?”
“Se è così raro” fece Elv “allora direi minimo un milione... forse due, o persino anche tre.” Guardando poi Gwen. “sono certo potrei trovare altri disposti a pagare quanto chiedo... no?” Ancora a Tocan ed all'uomo grasso.

"Ma come" disse Hunt ad Altea "posso dimenticarti? Pensare sia stato solo un momento?" Stringendole la mano. "Io... sono folle di te... come un'ossessione... si... io mi sono innamorato, Altea..."

Un milione?
Due, o anche tre?
Ricambiai il suo sguardo veramente senza parole.
Sul serio la gente poteva spendere così tanto per l'edizione di un libro?
Ero veramente allibita, non sapevo cosa dire.
Allora guardai i due uomini per capire che effetto avessero avuto le parole di Elv su di loro.


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Era tutto strano, in quel momento rimasi a bocca chiusa, senza sapere cosa dire "Sai, Hunt, a differenza di te a me sono stati dati casi più pericolosi, ho dovuto rinnegare chi ero, essere molti volti..e mi hanno detto non dovevo mai innamorarmi. A forza di sentirmelo dire era diventato facile come sparare al poligono, faceva parte del lavoro. E' tempo un uomo non ammette di amarmi" sorridendo e guardandolo "Ed è bellissimo...pure io sono innamorata di te...ma non distraiamoci tesoro...abbiamo una missione" baciando la sua mano.

“Se anche fosse” disse Tocan ad Elv “cosa vi fa credere di riuscire a portar via il libro con voi?”
Elv rise e finì il suo bicchiere di vino.
“E' una minaccia?”
“Un monito.” Tocan a Fantamas.
“Io posso arrivare ovunque...” disse, per poi premere un tasto sul suo orologio da polso.
Un attimo dopo l'auto dell'uomo grasso, parcheggiata davanti all'abitazione, saltò in aria.
Un boato che stupì tutti, Gwen compresa.



“Io non posso aspettare...” disse Hunt fermando l'auto sulla strada bagnata ed isolata “... almeno un bacio...” avvicinandosi al viso di Altea, facendo sua la sua bocca.
La baciò con desiderio, con ardore, con passione, facendo sue quelle labbra morbide e poi quella lingua ardente.
Un bacio fatto di foga e slancio.
Poi il cellulare squillò.
Era la moglie di Hunt.

Il botta e risposta fra i due, che sembravano lanciarsi sordide pugnalate vicendevolmente, continuò ancora.
Non capii subito quello che fece, ma poi sobbalzai ad occhi sbarrati fissando la finestra oltre la quale c'erano solo fiamme.
Guardai poi Elv, sospirando e poggiando la tempia sulle dita in un'espressione sconsolata.
Mi sentivo in un maledetto libro di spionaggio, uno di quei thriller pieni di situazioni ambigue e pericolose ad ogni pagina e non volevo immaginare il modo in cui questa serata sarebbe finita.

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La macchina si fermò di colpo e Hunt, con una improvvisa e ardente sorpresa, si avvicinò al mio volto e mi baciò con ardore, lasciai che le sue labbra e la sua lingua diventassero padrone delle mie e poi ricambiai quel bacio con ardore, iniziai a sbottonarmi la camicetta, bramavo la sua bocca sul corpo ma ad un tratto il cellulare squillò.
I miei occhi osservarono il display del cellulare di Hunt, era sua moglie ma io non mi staccai...avrebbe agito lui.

Tocan e l'uomo grasso sbiancarono.
Anche quelli giunti con l'uomo grasso erano rimasti vittima dell'esplosione, essendo loro rimasti nell'auto a fare la guardia.
“Detesto le puerili dimostrazioni di forza” disse Elv versandosi altro vino “ma tengo al mio lavoro e non accetto compromessi. Voglio tre milioni di Taddei per quel libro.”
“Lei è un criminale...” Tocan turbato.
“Quanto patteggi col diavolo” Elv fissandolo “sai a cosa vai in contro... dopotutto non ho fatto domande circa il vostro interesse per quel libro... quindi sono stato costretto e pretendo la medesima correttezza...”
Gwen era accanto a lui.



Hunt non si fermò, nonostante avesse visto il display del cellulare.
Continuò a baciare Altea, col medesimo impeto e desiderio.
Infilò la mano nella camicetta aperta di lei e liberò il seno sodo dal reggipetto.
Allora lasciò la sua bocca, guardandola negli occhi, raggiungendo il suo seno e poi il capezzolo, cominciando a giocarci con le labbra e la lingua, mentre il cellulare continuava a squillare.

Lui mi guardò per un lungo istante e pure io, iniziò a sbottonare la mia camicetta, lambendo con le labbra e la lingua la mia pelle.
Raggiunse il seno già turgido, lo volevo e chiusi gli occhi. Un leggero gemito soffiò sulle sue tempie per raggiungere il suo udito, per fargli sentire quanto lo desiderassi e volessi ma quel cellulare suonava...per un attimo fu tutto ovattato. Pensai a tante cose, magari lei aveva bisogno di lui, forse era solo un momento e lo guardai e dissi con voce rotta.."Rispondi a tua moglie, magari ha bisogno di qualcosa" osservandolo con desiderio.

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