"No no..." disse divertito Elv a Gwen, tenendola stretta "... devi chiedermelo cn voglia questo massaggio..." ridendo "... voglio vederti eccitata dall'idea di essere massaggiata ovunque da un professionista." Facendole l'occhiolino. "Su, convincimi..." sorridendo.

Sospirai con gli occhi in su.
Morsi di nuovo un angolo del labbro.
Poi sorrisi.
"Io desidereri ardentemente essere massaggiata dalle mani così esperte e sensuali del bellissimo professionista a cui appartengono e che mi sta facendo letteralmente impazzire..." sussurrai, con tono basso, poi sorrisi di nuovo "Va bene così?"

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"Mmmmhhh... può andare..." disse divertito Elv a Gwen "... per poi baciarla con passione, cercando subito la lingua di lei con la sua, mentre le sue mani erano a stringere piano i seni della ragazza "... vado a prendere l'olio... mettiti comoda..." sussurrò.

Ridacchiai divertita.
Poi risposi al suo bacio con la sua medesima foga e passione, mentre lui stringeva piano i miei seni.
Sorrisi con divertimento e malizia, inumidendomi le labbra, poi annuii.

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"Vive in una casa sulla costiera Fleegese, madame..." disse Stuarto a Destresya "... ora le do l'indirizzo..." e lo dettò.

Mi segno l'indirizzo mentre lui parla.
"Benissimo, grazie!" annuisco, chiedendomi come diavolo avrei fatto a convincere un ladro professionista ad affiancarmi senza farmi poi rubare a mia volta il rubino.
Dovevo trovare un modo, assolutamente.
"Devo trovare un posto sicuro per i ragazzi.." dissi poi "loro sono in pericolo ma non sanno niente della pietra, infatti hanno preso questa storia della minaccia molto sottogamba... cosa mi consigli di fare?":

Elv tornò dopo un istante, ancora tutto nudo, con in mano la bottiglina d'olio in mano.
Guardò Gwen sul letto.
"Mettiti comoda..." disse in un sussurro.

Tornò poco dopo con una bottiglietta di olio.
Sorrisi e mi voltai sulla pancia, poggiandomi sui gomiti, in fremente attesa.

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Elv si avvicinò, inginocchiandosi sul letto accanto a Gwen stese a pancia sotto.
Cominciò ad accarezzarle la schiena, poi fino ai glutei.
Lui quindi aprì la bottiglina e cominciò a far colare l'olio sulla schiena di lei, facendolo poi scivolare sulle natiche e le gambe.

Sentii le sue mani sulla schiena, fino ai glutei, quelle mani affusolate, eleganti.
Poi sentii qualcos'altro sulla schiena, fino alle gambe.
L'olio scivolò sericamente sulla mia pelle, ungendola e accarezzandola lentamente ed iniziai a rilassarmi.

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L'olio colava, scivolava lento e vischioso sulla pelle di Gwen, ungendole la schiena, scivolando verso i glutei, scorrendo fra le gambe.
Elv lo faceva uscire dalla bottiglina ed ungeva a dovere il corpo di lei.
Allora posò l'olio e cominciò a massaggiarle la schiena e le spalle.
Massaggi sodi, sicuri, decisi, virili, con le sue mani che si muovevano lente e sensuali.

Fece ancora scivolare l'olio su di me, lentamente e in maniera studiata, come se quel gesto fosse esso stesso il massaggio.
Ma erano le sue mani che io bramavo più di ogni altra cosa.
Ed arrivarono.
Percorsero tutto il mio corpo, più e più volte, dalla schiena, lasciata scopetta dai capelli, fino a le gambe, e poi al contrario, di nuovo e di nuovo, in un'eterna estasi senza fine che mi rapiva dal mondo e mi tratteneva qui, soli con lui e questo massaggio che mirava a far svanire ogni mia resistenza e traccia di lucidità.

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Elv la massaggiava, sulla schiena, sulle spalle, sulle natiche scoperte, sulle gambe.
La ungeva e la massaggiava a fondo, più e più volte, con sicurezza e sensualità.
Continuava, continuava, in attesa di giungere in punti in cui Gwen sarebbe stata persa di piacere.
Ma in quel momento squillò ancora il suo cellulare.

Non riuscivo più a pensare a nulla che non fossero le sue mani.
Nessuno dei due parlava, perché non ce n'era bisogno in questo momento.
C'era solo il piacere.
Ah, già, dimenticavo.
C'era anche il telefono.
Sbuffai sonoramente.
"Spero solo non siano brutte notizie..." dissi, prima di prendere il telefono "Pronto?" chiesi, con voce guardinga e attenta.

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"Gwen..." disse la voce rude di Rusputus al cellulare "... dove diavolo sei finita? hai scelto la notte meno appropriata per andare chissà dove..." seccato.

Eta Rusputus.
E questa confidenza?
"Cosa vuole? Ci sono notizie di Chef? Lo avete trovato?" chiesi subito.

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Dalla sua risposta capii che non ero di suo interesse e che sperava di ritornare con la sua ex così tolsi la mano con indifferenza e cercai di parlare come tra amici.. "Ti interessa quel Regno.. La regnante è piena di passione ed ardimento, possiede una spada speciale chiamata Volpe Ambrata forgiata in un giorno dopo la pioggia sotto l'arcobaleno e ne ha preso i colori.. E le è stata data in dono da un sensei e samurai. Ella è diversa da me perché ha poteri soprattutto del Fuoco e poi è una Sacerdotessa. A Serenica vi sta una Clessidra del Tempo che governa la Pace dalla Guerra. Vi sono studiosi, astronomi e guerrieri formidabili" rimasi un attimo in silenzio e sorrisi.. "Ora è triste perché sognava un Principe che non vedrà mai".
Arrivò la torta e la assaggiai con gusto.. "La adoro, è una delle mie torte preferite. Se vuoi posso aiutarti a ritornare con la donna che ami".

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Presi il bigliettino da visita con molta cura, riponendolo nella mia borsetta.
Sapevo che lo avrei tirato fuori prima o poi, volendo andare a fondo in quella faccenda.

“ Sicuramente la chiamerò. Arrivederci.”

Salutando così il signore, tenendo però gli occhi verso il retrobottega un’ultima volta.
Una volta volta fuori dal negozio mi rivolsi a Set.

“ Certo che ha proprio un nipote strano... Non trovi?”

"Se posso permettermi, madame, credo che sospendere la preparazione del suo spettacolo al momento sia la decisione più logica." Disse Stuarto a Destresya. "Una qualsiasi scusa le permetterà di lasciare momentaneamente il castello, dando una licenza di qualche giorno ai suoi tre ragazzi. Nel frattempo potrà dedicarsi a rintracciare il misterioso Pantera, senza temere per l'incolumità dei tre ragazzi."

"Non riusciamo a trovarlo." Disse Rusputus a Gwen. "Sembra sparito nel nulla. Quando lo ritroveremo gli darò una bella strigliata. Ora ovunque sei cerca di far presto a tornare, visto abbiamo bisogno di te." In modo spiccio e senza alcuna delicatezza.

"Vedo che sei una vera esperta dei miti e delle leggende di Serenica." Disse con apprezzameto Hiss. "si, potresti farmi da Cicerone, sai? Non escludo che questa storia possa essere un ottimo spunto per un futuro romanzo." Arrivò la torta. "Non cè alcuna donna con cui vorrei tornare, visto non ho rimpiantiin amore." Assaggiando il dolce e fissando Altea.

"Mah, io credo sia solo maleducato e sfuggente." Disse Set a Dacey mentre uscivano in strada e si lasciavano la caratteristica bottega alle spalle. "Anzi, ti dirò... mi stava pure antipatico." Ridendo.
E mentre si allontanarono, dai vetri della finestra della bottega qualcuno, scostando appena la tendina, li seguì con lo sguardo.

Sospirai passando la mano sul viso.
"Arrivo, arrivo" con tono infastidito, mentre chiudevo la chiamata.
"Dobbiamo tornare,non lo trovano e sembra grave..." ad Elv.

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"Sembra che i tuoi colleghi al castello abbiano un innato talento a risultare inopportuni..." disse Elv a Gwen, richiudendo la bottiglina dell'olio.

“ Non è che sei un po’ geloso piuttosto?
Perché io, al contrario di te, l’ho trovato piuttosto particolare e misterioso, un po’ come gli oggetti del negozio.
Penso proprio ci tornerò...
Ma dove eravamo rimasti?”

Stringendomi al suo braccio mentre passeggiavamo tranquilli.

“ Questa doveva essere un serata speciale no?”


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Sospirai.
"Lo so, tesoro..." stringendomi a lui "Ma purtroppo non possiamo farci nulla... Continueranno a tempestarmi di chiamate se non vado..."

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"Geloso..." disse Set fissando Dacey "... io? Di quel tipo? Ma l'hai visto?" Scuotendo il capo. "Non credo proprio una donna posso trovarlo interessante..." visibilmente seccato.
Poi lei si strinse al suo braccio e questo bastò per affievolire quel senso di fastidio che Set aveva provato per le parole di lei.
"Certo... una serata speciale... tutta nostra..." mormorò.
Arrivano così alla fine del vicoletto, dove si vedeva l'intera banchina del fiume, al centro della quale c'era un locale piccolo ma caratteristico e con un nome esotico ed un filino magico:

"Apriti Sesamo"

"Si... immagino..." disse deluso Elv stringendo Gwen "... il bagno è di là, fatto una doccia prima di andare... io intanto preparerò la colazione... fra un'ora sarà l'alba..."

“ Certo che l’ho visto, per questo pensavo tu fossi geloso.”

Adoravo vedere come corrugasse la fronte infastidito, mettendo perfino il broncio.
E adoravo notare come bastasse un mio tocco per fargli passare un po’ di quel malumore.

“ Mi porti sempre in questi posticini carini.
Potrei finire per decidere di uscire sempre con te la sera...”

Fissando il locale molto caratteristico e intimo a cui eravamo arrivati.

“ Immagino che ci avrai portato un sacco di ragazze.”

“Aspetta...” disse perplesso Set “... cosa vuoi dire? Che lo trovi bello? Quell'idiota?” Visibilmente seccato.
Erano davanti al locale caratteristico.
“Beh, ovvio che spero tu esca sempre con me...” mormorò guardando Dacey “... ragazze? Nessuna è bella come te, Dacey...” sussurrò.

“ Non ho detto questo.
Ma il mistero affascina sempre noi ragazze.”

Facendogli un sorrisetto irriverente.
Mi portai di fronte a lui, per sostenere il suo sguardo mentre mi parlava.

“ Andiamo a sederci, ho fame.”

Un po’ frettolosa Perché, trovandomi improvvisamente senza sapere come controbattere, avevo preferito chiudere il discorso


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"Se avremo occasioni di andarci a Serenica, sarà un onore farti vedere quel Regno meraviglioso e unico" assaporando la torta "Ah, avevo capito sperassi in un ritorno di fiamma con la tua donna...parlami di lei" questa volta in modo sfacciato, volevo sapere il modo in cui quell' uomo amasse tramite il racconto di lei.

Fu un gioco di sguardi, di sensazioni fra loro due.
Dacey che appariva ora irriverente, ora provocante, ora sfuggente e mutevole, con Set incapace di comprendere fino in fondo quella ragazza.
Così entrarono nel locale.
Era un luogo come detto molto caratteristico, quasi tutto in legno, con lampade basse ed una luce soffusa che pulsava lenta.
Dipinti di mari in tempeste, isole sperdute e notti d'Oriente fatte di cieli stellati abbellivano le pareti, mentre oggetti esotici figuravano su ampie mensole, rendendo quel posto simile ad una locanda portuale, come si possono vedere a Marsiglia, a Napoli ed in quei borghi dimenticati narrati dai vecchi romanzi di pirati.
Si sedettero ed un cameriere portò loro la carta dei vini ed il menù.
“Che magnifici fidanzati...” disse ad un tratto una vecchia avvicinandosi “... non volete conoscere il futuro?”
Sentirsi definire fidanzato di Dacey riempì di orgoglio Set, che però subito dopo guardò storto la vecchia.
“Non siate sciocca, nessuno può conoscere il futuro...” mormorò.

"Eh, ma un gentiluomo non parla mai ad una donna di altre donne..." disse divertito Hiss fissando Altea "... sarebbe sciocco, no? E comunque stanotte io non sto pensando a nessun'altra donna..." finendo il suo dolce.

"Sicuro? Allora perché mi hai chiesto di parlare della Regina di Serenica e non di me e della mia vita" ribattendo con sfida "Finendo il vino bianco".
"E' stata una bella serata" guardando il battello che si muoveva lento sul fiume e facendomi leggermente malinconica "Bene, forse è meglio andare, non pensi?" sorridendogli dolcemente.

"Avevi detto ti somigliava" disse Hiss ad Altea "quindi indirettamente pensavo parlassi di te attraverso la regina, sbagliavo?" Guardò il battello. "Sevuoi ti riaccompagnerò a casa..." sfiorando la sua mano.

Presi posto e ancora una volta i miei occhi trovarono un intero piccolo mondo da esplorare in quel locale.
Continuavo a sorprendermi, in quella città così grande, di quante cose potessero esserci e non mi stancavo mai di scoprirne di nuove.

“ Ti vai di ordinare per me? Conosci questo ristorante, sicuramente saprai quali sono i piatti migliori.”

Poggiando sul tavolo il menu avendolo letto solo brevemente.

“ Magari evita cose tipo l’aglio e...”

Fui interrotta da una donna anziana, che mi fece subito sorridere. Decisi di non contraddirla, al contrario, provai a star al gioco.

“ Oh andiamo tesoro, non fare il solito musone. Non vuoi sapere cos’ha in serbo il futuro per noi due?
La prego, ci dica qualcosa.”

"Mi assomiglia, ma ha alcune differenze con me" sorridendo enigmaticamente.."La notte è così lunga..ancora deve sorgere l' Alba e io vorrei vedere sorgere il nuovo giorno con te" sentendo la sua mano sfiorare la mia e osservando il suo movimento con piacere "Vedi tu come.." sempre con quel tono enigmatico che mi contraddistingue.

Set smise di respingere la vecchia e restò a guardare Dacey che invece sembrava interessata.
Allora la vecchia tirò fuori un mazzo di carte che cominciò a mischiare davanti a loro.
"Lei lo sa" disse Set "che queste cose sono contro la legge qui?"
"Mettiamola così, giovanotto..." divertita l'anziana "... io le darò solo qualche buon consiglio... non è vietato, giusto?" Ridendo. "Su, alzi il mazzo giusto al centro e si faccia una domanda in cuor suo..." rivolta poi a Dacey.

"Beh, abbiamo due possibilità tra cui scegliere..." disse Hiss tenendo la mano di Altea "... camminando qui sul molo fluviale... oppure dalla mia camera d'albergo, che ha una vista molto bella e romantica..." guardandola negli occhi in modo intimo e profondo.