Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Dafne 03-06-2011 21.00.34

"Scusami, scusa! Non volevo dare quello schiaffo a Pasuan. Perdonami ma.... ma... le sue parole... il timbro della voce... urlava... Hubert piangeva... io?! Mi dispiace!!" ricambiai l'abbraccio, strinsi forte quella ragazza, era sempre stata tanto gentile con me. Sua madre mi metteva un po' di soggezione, perfino non conoscevo il suo nome, ma Mian no, lei era come me: una ragazza semplice!
"Io provo ad essere forte, Mian, ma non so se ce la faccio, non se lui si comporta così! Mian, io lo amo, lo amerò sempre, non ho mai amato nessuno più di lui. E ora che è cieco io lo amo ancora di più! Ma lui mi caccia via... e io, con questo bambino, come faccio?" piansi piansi e piansi ancora.
Ero amareggiata e triste, non volevo più vederlo quel Pasuan ma non potevo fare a meno di amarlo sinceramente, non per rimorso!

Guisgard 04-06-2011 00.39.39

Gouf cavalcava silenzioso, mentre gli zoccoli del suo cavallo sembravano affondare nel terreno misto a melma che ricopriva quel sentiero che tagliava in due la brughiera.
“Perché alla fine lui ti avrebbe uccisa…” disse senza voltarsi verso Melisendra “… ecco perché l’ho fatto… “ poi finalmente la fissò “… non so dirti perché non ne conservi memoria… forse hai rimosso il tutto a causa di quegli eventi turbolenti… forse hai subito un trauma…”
Avrebbe voluto darle un’altra risposta, invece.
Che la sua mente era, in quel momento, soggiogata al volere dell’oscuro signore.
Che non era cosciente quando tentò di ucciderlo.
Che lei mai aveva pensato di ucciderlo.
Questo avrebbe voluto dirle.
Questo avrebbe voluto credere.
Ma questo significava ascoltare il cuore, cedere ai suoi dettami.
Ed il Cavaliere del Gufo non poteva permettersi questo.
Aveva giurato a se stesso che non sarebbe mai accaduto.
Mai.
Mai avrebbe ascoltato il suo cuore.
Un cuore che il cavaliere aveva racchiuso in una corazza ben più spessa ed impenetrabile di quella fatata indossata in battaglia.
Ad un tratto, tra due piccole collinette che si aprivano, apparve la sagoma oscura ed inquieta del castello dei Cimarow.

Morrigan 04-06-2011 00.58.44

Morrigan bevve avidamente il liquore che i frati le portarono, forse più per l'urgenza di concentrarsi su qualcosa di concreto e reale, che per vero e proprio bisogno di quel liquido.
La violenza con cui quell'uomo era sempre riuscito ad invadere i suoi sogni ancora la sorprendeva e la turbava, e il fatto che in quel momento le fosse apparso anche in una visione, e proprio in quel luogo e nel momento in cui aveva toccato la lancia di San Michele, la sconvolgeva ancora di più.

Levò gli occhi verso Guisgard, e lo guardò quasi supplicandolo. Gli fece cennò di accostarsi a lei, per potergli parlare all'orecchio, senza farsi udire dagli altri.

"Sta per accadere qualcosa..." gli mormorò con urgenza "l'aquila ha spiccato il volo e presto si abbatterà sulla sua preda... il nemico si muove verso Capomazda, e tu hai bisogno di trovare le tue risposte prima che sia troppo tardi! Andiamo da Ravus, e andiamoci in fretta. Di me si fida, mi prese in simpatia... posso interrogarlo e rubare i suoi ricordi per te, se lo desideri... farò tutto quello che vorrai, Guisgard, perchè credo che sia vicino il tempo in cui tu dovrai rispettare la tua parte del patto!"

Guisgard 04-06-2011 00.59.51

Mian abbracciò Dafne come se fosse sua sorella.
“Io… io credo che l’amore sia la cosa più bella e meravigliosa che ci sia al mondo…” disse commossa “… l’unica capace di renderci davvero felici… l’unica cosa per cui valga sempre la pena lottare e fare qualsiasi sacrificio… quando ero piccola, durante la festa dell’Assunta, giunsero nel villaggio dei cantastorie… uno di loro recitò il mito di Amore e Psiche… lei, dopo aver peccato verso di lui, comincerà a vagare per il mondo, tra stenti e sacrifici, fino a riguadagnare la fiducia del suo adorato amante…” sorrise ed accarezzò Dafne “… io credo che l’amore, quello vero, da romanzo, che rende la vita una favola, una quotidiana meraviglia, vada conquistato… perché, proprio come insegna quel mito, una volta conquistato, nessuno potrà più strapparcelo… noi stiamo partendo, Dafne… se ami davvero quello zuccone di mio fratello allora prendi il bambino con tutte le tue cose e vieni con noi al villaggio!”

Guisgard 04-06-2011 01.12.23

Guisgard fissò Morrigan ed annuì.
I due poi salutarono i frati, ringraziandoli per l’ospitalità e la protezione e ripartirono.
Il bosco era avvolto nel buio e nel silenzio.
Ancestrali immagini sembravano prendere forma dalle sagome degli alberi addormentati.
Ad un tratto si udirono dei rumori.
Erano cavalli che correvano.
Guisgard, rapido, fece un cenno a Morrigan e i due si nascosero tra la vegetazione.
All’improvviso sbucarono nel buio del bosco tre cavalieri a cavallo che ne inseguivano un quarto, anch’egli lanciato col suo destriero in una folle corsa.
Il fuggitivo poi, raggiunta una piccola radura, arrestò la sua corsa ed affrontò i suoi inseguitori.
Questi portavano lo stemma del ducato di Capomazda.
Seguì una battaglia furiosa, dove il cavaliere braccato fece a pezzi i suoi tre inseguitori.
Ma prima che quel fuggitivo potesse riprendere la sua fuga, Guisgard, improvvisamente, sbucò dal suo nascondiglio.
“Un cavaliere che fugge dai cavalieri dell’Arciduca” disse Guisgard “è una spia, o un malfattore!”
“Perché mi affrontate?” Chiese il misterioso fuggitivo.
“Perché faccio parte dello stesso ordine a cui appartengono quei cavalieri che avete ucciso!” Rispose Guisgard. “In guardia!” E si lanciò su quel cavaliere.

Morrigan 04-06-2011 01.22.07

Morrigan seguì l'azione di Guisgard, mentre questi si lanciava sul cavaliere.
In un primo momento pensò di restare un po' da parte. Suo zio le aveva sempre insegnato che non è onorevole affrontare un cavaliere se non uno alla volta, e lei a questo si era sempre attenuta...
... però... pensò un istante dopo che quell'uomo non era di certo un cavaliere, se fuggiva inseguito a quel modo... e poi ne aveva fatti fuori tre in un sol colpo... forse Guisgard non disprezzerà un piccolo intervento di supporto!
Così estrasse Samsagra dal fodero, e pur lasciando condurre a Guisgard quell'assalto, si avvicinò ai due quel tanto da portare l'avversario a tiro di spada, pronta a bloccarlo se avesse tentato di sfuggire, o se avesse minacciato in qualche modo la vita del suo compagno.

Guisgard 04-06-2011 01.29.10

“Stai indietro, Morrigan!” Disse Guisgard senza levare lo sguardo dal suo avversario. “Questa contesa è per me solo!”
“Pensate di trarne onore e gloria? Stolto cavaliere! Levatevi di mezzo e lasciatemi passare… o, giuro sull’elsa della mia spada, che vi farò passare a miglior vita!”
“L’unica cosa che passerà” gridò Guisgard “sarà il minuto che mi basterà per accopparvi!”
“Sciocco cavaliere afragognese!” Esclamò il misterioso rivale di Guisgard. “Tutti così siete da questi parti! Bigotti ed attaccabrighe! Vorrà dire che sarete accontentato stanotte… in guardia!”

Guisgard 04-06-2011 03.38.54

“Non puoi dire sul serio...” mormorò Talia all'orecchio di Icarius “Tu mi hai fatto una promessa, ricordi? Mi hai promesso di non lasciarmi mai più sola! Mai più, Icarius! Mai più, per nessun motivo!"

A quelle parole di Talia, Layla rise.
Una risata beffarda e credule.
Così apparve ai due sposi.
“Milady…” fissando divertita Talia “… a quale promessa alludevate? A quelle che Ardeliano fece a sua moglie? Oppure a quelle che Ardoss disse a Rasyel? Anche il grande lord Rauger promise e giurò a sua moglie, sapete! E cosa è rimasto di tutto ciò? Morti!” Esclamò mentre un lampo d’odio attraversò l’azzurro dei suoi occhi. “Solo dei morti, ecco cosa è rimasto! L’eco e i tormenti di spettri che abitano il vostro passato e tormentano il vostro presente, trasformando il vostro futuro in un Inferno!”
Rise di nuovo, mentre il chiarore delle candele sembrava disegnare inquieti tratti sui volti delle statue.
“Il fiore, milady…” mormorò Icarius “… basta davvero solo questo per aver salva la vita?”
“E voi, sciocco Arciduca, credete davvero che la vostra vita, o quella di vostra moglie, valga quel fiore?”
Icarius impallidì udendo il tono di quella donna.
“Avete detto che il nome di quel fiore è quello della vostra amata Talia, vero?”
“Si, l’ho detto…”
“Esso è dunque la vostra amata?”
“Si, lo è…”
“Allora non vi è differenza tra quel fiore e vostra moglie, giusto?”
Icarius restò turbato e, istintivamente, strinse la mano di Talia.
“Lasciatemi allora vostra moglie in pegno!” Disse Layla. “Al posto di quel fiore, che pure ne condivide il nome!”
“No, mai!” Urlò Icarius. “Per nulla al mondo! Nemmeno per la mia vita, o quella dell’intero mio ducato!”
Layla rise di nuovo.
“Questo stupido fiore per voi non ha alcun valore!” Sentenziò con un impeto d’odio.
In quel momento si udirono dei nitriti provenire dall’esterno della Pieve.
“Eccoli, i miei cavalieri…” mormorò Layla “… vengono per voi…”

Melisendra 04-06-2011 04.05.12

"No, gli ero utile da viva..." dissi tra me e me.
L'ennesimo giochetto del mio carceriere. Tra me e me mi sentii confusa.
"Vorrei che riuscissi a dirmi realmente ciò che pensi... cioò che nascondi così ostinatamente..."
Lo seguii fino al castello, un po' rassegnata. Sapevo che l'assassina dentro di me stava ormai tornando in superficie. Non me ne ero mai sbarazzata.
"Gouf... mi hai chiesto di essere sincera con te. Di non tradirti."
Smontai da cavallo e mi avvicinai a lui.
"Quindi te lo dirò: avevo un accordo con Capomazda, ero qui per scongiurare la guerra. In cambio della mia vita." Mentii. "Sono ancora convinta che questa guerra non sia la miglior soluzione, anzi... credo che ci sia ben più di Lord Cimarow dietro tutto questo." Lo guardai negli occhi. "Ad ogni modo, se vuoi saperlo, non ho mai inviato messaggi a Capomazda."
Avevo bisogno del suo appoggio, quella sincerità poteva in qualche modo garantirmi che ci avrebbe riflettuto. Speravo che si decidesse a togliere di mezzo Lord Cimarow. Altrimenti ci avrei dovuto pensare da sola.

Guisgard 04-06-2011 04.32.40

Gouf la fissò.
Per un istante mille sensazioni, inquietudini, immagini, ricordi attraversarono i suoi occhi.
Poi quella parola… accordo…
“Sei una spia per conto dei Taddei? Rispondi!” Disse afferrandola per le braccia. “Conosco quella gente e non cercano nessun accordo con lord Cimarow! Loro lo hanno già condannato! Come hanno già condannato anche me! Lo capisci? Anche me! Ma forse a te non interessa nulla! Perché l’hai fatto? Per salvare tuo figlio? Questo ti hanno promesso i Taddei?” La lasciò. “Che sciocco sono stato… ero arrivato a credere che io e te…”
Ebbe un sussulto di rabbia.
Restò un attimo a fissare le tenebre che avvolgevano la brughiera.
Tenebre nelle quali sprofondare... o far sprofondare il mondo intero.

Melisendra 04-06-2011 04.52.44

"No, Gouf" non opposi resistenza alla sua presa, "Non sono qui per tradirti... come ti ho già detto sospettavo di trovarti qui, anche se non ci speravo. Sono qui per conto di Lady Talia, per scongiurare questa guerra... e salvare te."
Questa volta ero sincera.
Lo guardai dritto negli occhi, sostenendo il suo sguardo. Non c'era traccia di inganno o magia nelle mie pupille.
"Non voglio che ti succeda qualcosa... non voglio ripetere l'errore di tanto tempo fa. Devi fidarti di me... io..." un nodo alla gola. "Io ti amo, Gouf... non riesco a immaginare di perderti ancora!", gli dissi all'improvviso.
Mi avvicinai a lui, incurante della sua ira. Non me ne importava. L'avevo detto ormai, lo avevo ammesso anche con me stessa. Poteva fare il diavolo a quattro adesso, poteva farmi a pezzettini o farmi imprigionare per il resto della mia vita. Ma almeno glielo avevo detto.
Lo scrutai per stabilire come avrebbe reagito.

Guisgard 04-06-2011 05.14.46

Il suo sguardo era carico d’ira, d’inquietudine.
La fissava negli occhi, in quei luminosi e profondi occhi verdi.
Verdi come i sogni della giovinezza, come la speranza che anima gli slanci di ogni uomo.
Occhi che cominciarono a riflettere i primi bagliori che schiarivano il cielo d’Oriente.
Albeggiava.
Pian piano il volto di lei, pallido e bellissimo, prese forma ed immagine nell’alone rosato che tingeva quel mattino sulla brughiera.
Dietro di loro c’era il Poggio del Sole, davanti invece spettrale si ergeva il castello dei Cimarow.
Ma tutto sembrò, per un attimo, annullarsi e svanire.
Per quelle parole pronunciate da lei.
Ti amo…
Gouf allora, quasi con uno sforzo sovrumano, alzò la mano per schiaffeggiarla, ma non la sfiorò neppure.
“Diresti qualsiasi cosa per salvarti, vero? E per salvare tuo figlio…” disse voltandosi verso il Sole nascente. “Non ti ucciderò…” mormorò “… non potrei… da te voglio solo una cosa… una promessa… che lascerai il castello prima della nostra partenza per Capomazda… sei una donna forte… e non mi sono mai illuso di poterti possedere… nessuno potrebbe… ma presto questo mondo… il nostro mondo, sarà in pericolo… i Taddei non si accontenteranno di batterci… no, loro vogliono estirpare le nostre radici… quelli come noi fanno paura… e non voglio che arrivino a toccarti… se scoprissero di Uriel, tu saresti condannata perché l’hai generato con me…” si voltò avvicinandosi a lei.
La fissò negli occhi per un lungo, interminabile istante, prendendo il suo bellissimo volto fra le sue mani.
“Forse è colpa mia…” sussurrò “… avrei potuto offrirti una vita… invece qui con me ho solo la fredda ombra della morte…”
E la baciò, mentre il nuovo giorno liberava dalle ultime tenebre la tormentata brughiera attorno a loro.

Melisendra 04-06-2011 05.45.22

Quel bacio mi sorprese. Ero quasi certa che mi avrebbe colpita.
Quando si staccò da me lo guardai con dispiacere.
"Sai bene che non lo dico per salvarmi... ma preferisci negare la realtà."
Montai nuovamente a cavallo.
"Me ne andrò al tramonto."
Spronai il cavallo.
"Ma comunque si mettano gli eventi... sappi che non siete che delle pedine nelle mani di qualcuno. Lord Cimarow è solo una marionetta. E il nostro mondo è finito da tempo... se vincerete questa guerra non saremo liberi, ci sarà solo altro caos e altra violenza. Dopo Capomazda cadranno tutti gli altri... anche Poggio del Sole. Sarà come condannare Uriel e noi all'Inferno in Terra."
Sospirai. Era quasi palpabile come una visione. Un terribile presentimento.
"Se volessi offrirmi una vita... mi aiuteresti a prendere Lord Cimarow in ostaggio e interrogarlo. Sono piuttosto certa che qualcun altro abbia disegnato questo folle piano di distruzione. E credo che scoprire chi sia potrebbe valerci la salvezza. Potrebbe perfino alleviare le pene delle nostre anime."
Mi soffermai di fronte al ponte levatoio. In attesa che venisse calato e mi voltai verso Gouf.

Guisgard 04-06-2011 05.59.07

Gouf fissava Melisendra, mentre veniva calato il ponte levatoio.
Le parole della ragazza sembravano ancora echeggiare nella sua mente, quando alcune grida dalle mura li accolsero al castello.
“Va a riposarti…” disse Gouf a Melisendra “… è stata una lunga notte…”
Ma mentre si accingeva a ritirarsi nella sua stanza, Gouf la chiamò:
“Melisendra…” attendendo che lei si voltasse “… nulla, va a riposarti…”
Eppure i suoi occhi avrebbero voluto parlarle.
Poco dopo anche Gouf si ritirò nella sua stanza, dove però non riuscì a dormire.
Ripensava alle parole di Melisendra.
“Lord Cimarow è solo un uomo malato…” pensava “… malato della sua miserabile bramosia ed ambizione… il suo unico scopo è arricchirsi conquistando terre e uomini… non potrebbe mai reggere da solo Capomazda… no… non potrebbe mai… possibile che Melisendra abbia ragione? Che vi sia forse qualcun altro dietro a tutto questo? Ma chi? Chi?”

Melisendra 04-06-2011 06.33.13

Lanciai a Gouf un'occhiata interrogativa e poi mi ritirai.
Una volta raggiunta la mia stanza mi sdraiai sul letto e mi addormentai.
Con mio grande sollievo non feci alcun sogno e mi risvegliai poco dopo, riposata e con la mente più fresca.
Mi accorsi di indossare ancora i vestiti da viaggio. Iniziai a spogliarmi e mi rinfrescai con una bacinella di acqua di rose.
Quando mi sentii di nuovo me stessa aprii il baule che conteneva gli indumenti e, non senza esitazione, estrassi l'abito rosso sangue.
Con le dita tremanti me lo feci scivolare addosso. La stoffa accarezzava piacevolmente la pelle, mentre quel colore mi faceva scorrere un brivido lungo la schiena che non sapevo se fosse dettato dall'orrore o da una crudele risposta istintiva di piacere. Era indubbiamente adeguato.
Mi spazzolai i capelli e mi sdraiai su una poltrona.
Era quasi ora di pranzo. Il sole brillava ne cielo, ma celato da qualche nuvola.
Mi incamminai verso la sala comune.

Guisgard 04-06-2011 06.45.02

La sala pullulava di servi e serve, mentre i fedeli baroni di Cimarow avevano già preso posto a tavola.
Il signore del castello conversava con alcuni suoi fedelissimi, quando Gouf entrò nella sala.
“Vi attendevamo, cavaliere.” Disse il barone Ivan de Saint-Roche a Gouf. “Sapete bene che basta la vostra sola presenza per imprimere nei nostri soldati una cieca fiducia nella vittoria.”
“Non sono i volti, milord, ma le armi e chi le brandisce a dare fiducia nella vittoria.” Rispose Gouf.
“Il nostro cavaliere è un saggio.” Commentò Cimarow.
Gouf intanto si guardava nervosamente intorno.
“Attendete forse qualcuno, sir Gouf.?” Domandò Saint-Roche.
Gouf non rispose.
E in quel momento giunse Melisendra.
Tutti restarono ammirati dalla sua bellezza e subito Gouf si alzò per farla sedere accanto a sé.
Ma Cimarow fece altrettanto ed invitò Melisendra a sedersi tra lui e Saint-Roche.
“Forse gradivate un altro posto, milady?” Domandò questi. “Magari… anche altra compagnia?”
Gouf lo fissò senza dire nulla, per poi tornare a sedersi.

Melisendra 04-06-2011 07.13.22

Gli occhi acuti di Lord Cimarow erano luminosi di malizia. Tuttavia non mi lasciai intimorire.
Nel preciso momento in cui avevo messo piede nella sala mi ero sentita scrutata e soppesata come se mi fossi trovata ad essere l'attrazione di una fiera del bestiame.
Mi incamminai senza esitazione verso il posto che Lord Cimarow mi offriva.
"Mio signore...", gli sorrisi come se mi avesse reso un grande onore.
Mi voltai verso la persona che mi aveva rivolto la domanda e lo riconobbi. Era l'uomo che ci osservava dalla finestra prima della partenza per Poggio del Sole.
Aveva l'aspetto di una volpe astuta. Non lo conoscevo direttamente, lo avevo solo incrociato nelle sale qualche volta, in compagnia di Lord Cimarow o del suo defunto sciocco fratello. Come poteva essermi sfuggito? Sembrava tutto, ma decisamente non trascurabile.
"Come potrei rifiutare il piacere di tale compagnia, milord?" risposi, sorridendo civettuola. "A maggior ragione poichè temo che non ci abbiano mai presentati."
Cercai di non voltarmi verso Gouf. Una delle regole fondamentali di quando ancora ero al servizio del mio oscuro signore: se mostri attaccamento verso qualcuno o qualcosa, il tuo nemico saprà esattamente dove colpirti.
Qualcosa, negli occhi del mio interlocutore, mi faceva supporre che avrei dovuto tenere la guardia alta.

Lady Dafne 04-06-2011 08.37.05

Mi rincuorai sentendo le parole di Mian
"Io l'amo! Ma lui non deve perdere la speranza, deve combattere e non deve arrendersi!"
Mi passai una mano sugli occhi e sospirai forte
"Vado a casa, preparerò tutto per il viaggio! Che lui voglia o che non voglia io verrò con voi!" sorrisi e mi allontanai.
Una volta a casa raccolsi in un paio di fagotti tutti i miei vestiti, quelli di Hubert e un po' di cibo. Poi mi legai il piccolo al petto, come avevo visto fare a molte donne quando avevano necessità di avere le mani libere, presi in mano entrambi i fagotti e mi diressi verso l'uscio. Prima di aprire la porta mi voltai a guardare quella che fin dal mio arrivo a Capomazda era stata la mia casa. Fui contenta di lasciarla, era troppo piena di ricordi e, nelle rifiniture, mi ricordava troppo il mio marito morto. Sospirai ancora, apersi la porta, uscii e la richiusi subito.
Una nuova avventura mi aspettava.

Raggiunsi poco dopo la famiglia di Pasuan e lo vidi, mi avvicinai e in modo fermo e deciso gli dissi:
"Io vengo con voi, che tu voglia o no, noi verremo! E non voglio sentire scuse. La decisione è stata presa! E ricordati, caro cavaliere, che da oggi si fa come dico io!" calibrai le parole affinchè avessero l'effetto di un ordine perentorio. Mi voltai verso Mian e le strizzai l'occhio...

Lady Morgana 04-06-2011 11.13.27

Purtroppo l'anziano proprietario della bottega non seppe dirci dove si trovassero lord Icarius e sua moglie, ma fortunatamente Lho acconsentì alla mia richiesta e mi portò alla locanda.
-Vi ringrazio, signore. Sono molto stanca, per cui credo che mi metterò subito a dormire. Noi ci rivedremo qui domani mattina, vero? Voi... state attento!- dissi dandogli le spalle; un sorriso di trinfo apparve sulle mie labbra, ma riuscii a riprendere il controllo. -Il bosco è molto pericoloso, come abbiamo avuto modo di vedere oggi... Ora, con il vostro permesso...-
Piegai un poco la testa, in segno di rispetto, poi scomparii dietro una piccola porta di legno e mi cambiai.
Quando uscii Lho se ne era già andato, fortunatamente. Mi specchiai nel grande specchio che c'era nella stanza della locanda, mi sistemai un poco e poi scesi le scale che portavano alla locanda.
Cercai Nishuru con lo sguardo: non fu affatto difficile trovarlo.
Vidi il giovane "menestrello" circondato da molte dame, che ascoltavano incantate le sue sdolcinate storie d'amore, che raccontano di dame salvate da coraggiosi e bellissimi cavalieri.
Mi sistemai il cappuccio della tunica in modo che coprisse il mio volto e mi avvicinai con passo svelto a Nishuru e gli bisbigliai all'orecchio le parole dei membri della gilda, per riconoscersi tra di loro.
-Figlio di Theenar, rivelati a me... Sono nella terza stanza a sinistra, sopra le scale. Ti aspetto e non fare strage di cuori spazzati come al solito...-
Salii le scale ed entrai nelle mie stanze; dopo poco mi raggiunse anche il finto menestrello.
-Nishuru. Tu qui. Ti ha mandato Lui, vero? Non ci posso credere... non mi ritiene abbastanza brava!-
Feci dei respiri profondi e mi calmai.
-Sai bene che non mi serve il tuo aiuto, Nishuru. Puoi ritornare dal Sommo Sacerdote.-
Mi avviai verso la porta, pronta ad uscire.
-Ora io devo andare. Non lascio mai a metà una missione e tu lo sai. E see non ti spiace, dovresti uscire dalla mia stanza... Porta i miei saluti a Luna, quando torni alla Tana.-
Uscii sbattendo la porta, poi corsi giù dalle scale e fuori dalla locanda.
Mi avviai verso la pieve, convinta che i due sposi fossero là, ma dov'era Lho in quel momento?

E se Icarius e Talia non sono alla pieve? Forse dovrei tentare di chiamare Luna, per chiederle se alla pieve c'è qualcuno e se riesce a capire chi sono...

Mi concentrai il più possibile e la chiamai, esaurendo tutto il mana che avevo in corpo. Il segno sul braccio cominciò a pulsare convulsamente, per la scarsa presenza di energia.
Luna... Ci sei? Scusa se ti disturbo, ma... potresti dirmi se c'è qualcuno nella pieve costruita per Gyaia?
Attesi speranzosa una sua risposta, mentre mi incamminavo per andare alla pieve...

cavaliere25 04-06-2011 11.21.56

va bene dissi guardando Finiwell andiamo dal capitano e aspettai di muovermi non vedevo l'ora che Pasuan guarisse e tornasse in gran forma

Guisgard 04-06-2011 16.36.01

“Razza di fannulloni è un’ora che vi ho fatto chiamare!” Disse ad alta voce il capitano Monteguard appena vide giungere Finiwell e Cavaliere25. “Quella cacciatrice di taglie giunta qui nei giorni scorsi col corpo del fratello di sir Cimarow, la ricordate?”
“Certo, capitano!” Rispose lesto Finiwell. “E devo dire che non era affatto male!”
“Pezzo d’idiota!” Tuonò il capitano. “Basta una bella donna e perdi totalmente la testa! Ho buoni motivi per pensare che si tratti di una spia inviata qui dai nostri nemici! Sir August ed i suoi la stanno già cercando per tutto il palazzo! Fatelo anche voi e riportatela qui! Presto o vi prendo a pedate fino a Pentecoste!”
“Agli ordini, capitano!” Esclamò Finiwell.
Un attimo dopo, lui e Cavaliere25 si lanciarono alla ricerca della misteriosa donna.

Guisgard 04-06-2011 16.56.22

Ad un tratto Sayla fu destata dai suoi pensieri da una sarcastica risata.

“Come finirà questa bella, misteriosa e lunga storia?
Forse in doloroso dramma, oppure in solenne gloria?
Ah, disperati, sfortunati, segnati e nobilissimi Taddei,
piangeranno? O gioiranno? Ahimè, proprio non saprei!”

Recitò Nishuru che aveva seguito Sayla senza farsi accorgere.
E di nuovo si abbandonò a quella sua insopportabile risatina.
Ma accanto a lui vi era un’ombra.
Fece qualche passo in avanti e si mostrò agli occhi della giovane.
“Come è facile coglierti in fallo, amica mia…” disse Pardyon, l’alfiere della notte “… ti stai intrappolando in una storia più grande di te… dovevi occuparti del malvagio Cavaliere del Gufo, ricordi? Gli ordini ricevuti al Grande Tempio erano chiari… e invece tu, come sempre, finisci per proclamarti l’eroina degli infelici! Per questo io e Nishuru siamo qui… ci ha inviati il Gran Sacerdote in persona… la Gioia dei Taddei è inviolabile anche per noi… e tu, continuando a girare intorno a questa storia stai solo rischiando la vita…”

Guisgard 04-06-2011 17.07.18

“Questi è il nobile barone Ivan de Saint-Roche, milady…” disse Cimarow, presentando il suo fedele alleato alla bella incantatrice.
“L’onore è tutto mio, milady…” baciandole la mano il barone “… ho girato molte corti, tra l’Aragona Catalogna, la Francia e l’Inghilterra, ma mai ho veduto un simile splendore… potreste gareggiare in bellezza e sensualità con la mitica Elena o la leggendaria Medea…”
“Sperando che la nostra lady Melisendra non sia però causa di sciagure come lo furono le donne che avete citato, amico mio!” Scherzò Cimarow e tutti i presenti risero di gusto.
“Ma sono certo che tra noi non vi è un novello Paride, o un temerario Giasone pronto a commettere una pazzia per gli incantevoli occhi della nostra dama!” Replicò sarcastico de Saint-Roche, per poi lanciare un velato sguardo verso Gouf.
Il banchetto iniziò e subito con il vino e la carne cominciarono a scorrere i deliranti propositi di Cimarow e dei suoi tirapiedi.
Ad un tratto, un insofferente e silenzioso Gouf si alzò e chiese congedo dal suo signore e dai suoi ospiti.
Un attimo dopo uscì dalla sala e si allontanò.

Guisgard 04-06-2011 17.30.13

Dafne era intenta a lavare alcuni vestiti in una tinozza all’aria aperta, quando sentì quell’inconfondibile fischio.
Raggiunse allora la casa ancora in costruzione e dal tetto si affacciò Friederich.
“Ecco fatto!” Disse soddisfatto, mentre si asciugava il viso ed il petto dal sudore. “Ora può anche piovere per tutto l’Autunno e l’Inverno… questo tetto reggerà senza problemi!”
Dafne sorrise raggiante.
Friederich allora scese dal tetto ed abbracciò la sua giovane moglie.
“Però ora che ci penso…” mormorò sorridendo “... non siamo ancora in Autunno e l’aria è ancora calda… e tu con quei vestiti bagnati non sei affatto male!” Facendole l’occhiolino.
“I miei vestiti sono bagnati” fece Dafne “perché stavo lavando in una tinozza i tuoi abiti per la parata, mio caro cavaliere! Ora lasciami andare o non avrai nulla da metterti per stasera!”
“Beh, devo dirti che mi sta balenando in testa una certa cosa…” prendendola in braccio “... e per quella cosa i vestiti non ci serviranno affatto! Anzi, sarà anche un ottimo modo per provare il letto nuovo che ho appena costruito!”
I due sposi risero e si baciarono davanti al loro piccolo nido d’amore.

Quest’immagine attraversò i ricordi di Dafne, mentre chiudeva la porta ed usciva da quella casa.
Ma il passato non è mai un rifugio, solo una prigione.
Una prigione dentro la quale non troveremo mai la felicità e la gioia che sogniamo da sempre.
Esse sono davanti a noi, nel presente e nel futuro.
La voce di Mian la destò dai suoi ricordi.
Si voltò e vide il carro in partenza per il villaggio di Pasuan.
Dafne ed il bambino furono fatti salire ed il viaggio cominciò.
Pasuan non disse nulla alla ragazza, né rispose alle moine del piccolo Ubert.
Nel suo cuore vi erano inquietudine e rabbia.
Dopo un pò il carro giunse finalmente al villaggio.
Come appariva diverso ora a Dafne quel luogo.
L’armonia e la spensieratezza sembravano essere svanite dall’ultima volta che l’aveva visto.
Ed anche il sorriso sul volto di Pasuan sembrava essersi appassito.

Melisendra 04-06-2011 17.47.33

Sorrisi a quella battuta.
"Saint-Roche? Come mai sembra di aver già sentito il vostro nome?" chiesi, sorseggiando il vino. Mi servii parcamente. La carne al sangue mi dava la nausea. La vista del sangue era terribile.
Bisbigli nella mia mente mi suggerivano che presto avrei dovuto fare un sacrificio, altrimenti gli spiriti si sarebbero adirati. Non potevo fare altro che mantenere la mia parola e nutrirli.
"Ad ogni modo ho sempre pensato che sia Paride che Giasone difettassero di... carattere!" posai la coppa, accennando un sorriso.
Nel frattempo vidi Gouf alzarsi e dirigersi fuori dalla sala.
Inarcai lievemente un sopracciglio.
Non ero certa sul dafarsi, ma certamente il fatto che Lord Cimarow stesse eccedendo col vino mi offriva un'imperdibile occasione. Avevo tempo fino al tramonto, sempre Gouf non cambiasse idea.
Rivolsi il mio sguardo al barone seduto al mio fianco. Più accortamente degli altri, non aveva ancora toccato vino.

Lady Dafne 05-06-2011 21.14.53

Silii sul carro assieme a Pasuan e a sua madre, Mian invece guidava il vecchio cavallo ed era seduta davanti.
Hubert appena vide Pasuan iniziò i suoi piccoli ridolini, cercava di attirare la sua attenzione anche tentanto di afferrare il grosso anello che Pasuan portava nuovamente al dito. L'uomo non si mosse di un centimetro, anzi, sembrò quasi scocciato di quelle attenzioni. Mi dispiacque, cercai allora di distrarre il piccolo allattandolo, lui, goloso com'era, non si fece scappare l'occasione e lasciò perdere il padre adottivo.
Posai lo sguardo su Pasuan, stava in disparte con lo sguardo perso nel vuoto. Aveva il viso rugoso e triste, sembrava almeno dieci anni più vecchio della sua vera età. Vederlo in quello stato, avvilito, smunto e inerte mi faceva stare male; l'avevo conosciuto che era un prode cavaliere e ricordavo ancora il valore che aveva dimostrato al torneo, com'ero stata orgogliosa di lui. Poi quel terribile duello, mi sentivo in colpa, ora più che mai.
Avevo voglia di parlargli, di stringerlo, di dirgli che per me non era mai cambiato niente, che lo amavo sempre più; ma non parlai. Capii che in quel momento qualsiasi cosa io avessi detto non sarebbe servita a niente.

Vidi il paesino avvicinarsi, non avevo idea di ciò ce avrei fatto una volta scesi dal carro poi, si fermò, eravamo arrivati. In quel momento mi fu tutto chiarissimo: non era necessario che io facessi o dicessi nulla di particolare. Dovevo solo stare vicino al mio uomo, tutto si sarebbe risolto.
Fui io a prendere per mano Pasuan per aiutarlo a scendere dal carro, non so se lui si rese conto che la persona che lo stava guidando era quella donna alla quale lui aveva proibito di seguirlo in quel percorso. Seppi solo che io strinsi forte quelle dita.
A chi mi vide in quel momento, con un cieco nella mano destra e un neonato nella sinistra, apparivo come una martire: una povera giovane vedova, madre di un neonato che, pur avendo trovato un uomo disposto ad amarla e a proteggerla, si trova a dover proteggere lei quell'uomo diventato cieco.
Invece in quel momento mi sentivo tutt'altro che una martire. Mi sentivo una leonessa pronta di difendere con le unghie e con i denti la sua piccola (ufficiosa) famiglia.

Lady Morgana 05-06-2011 22.50.52

Ero quasi arrivata alla pieve, ma le mie energie si erano esaurite a causa del tentativo di contattare Luna, che però non rispose alla mia disperata chiamata.
Scrutai il cielo e capii il perchè. Rubira non era ancora apparsa o forse, non sarebbe apparsa per tutta la notte.
Poi la sentii. La sua melodiosa e inconfondibile voce e la sua sciocca risata mi destarono dai miei pensieri; ma sentii altri passi.

Nishuru... mi ha seguito! Ma... c'è qualcun altro con lui...

Pardyon fece qualche passo avanti e uscì dall'ombra in cui era avvolto e mi derise. Lo fissai, mentre la mia mano scivolava sul pugnale, infilato nella cintura.
"Pardyon! Ma che piacere... Già, devo dire che mi avete davvero colto di sorpresa, ero sovrappensiero..."
Sorrisi, come solo io so fare. Un sorriso da pazza, così diceva sempre Luna, un sorriso che gela il sangue nelle vene di chi lo guarda.
"Sono molto contenta di vedervi, ma non mi servono i vostri consigli, per completare la mia missione. E, non sto affatto girando intorno al mio compito, sto solo cercando di passare inosservata, per poter arrivare al Cavaliere del Gufo."
Mi girai e salutai con la mano i miei due inseguitori.
"Ora, con il vostro permesso miei gentili signori, ho una persona da uccidere."
Il tono della mianvoce era stato serio per tutta la durata della nostra discussione, come al solito. Da piccola imparai che era meglio l'indifferenza, che la difesa del mio orgoglio.
Scivolai silenziosa tra gli alberi, con tutti i sensi all'erta, nel caso Nishuru e Pardyon avessero avuto la brillante idea di attaccarmi.

A loro non interessa che tutte le missioni vengano portate a termine, ma chea portarle a termine siano loro, per poter entrare nelle grazie del capo... che sciocchi!

Dopo una buona mezz'ora arrivai alla pieve. La osservai e tendendo le orecchie potei distinguere la voce di Icarius e quella di Lady Talia; ma c'era qualcun'altro con loro. Sentti una voce di donna, ma non sembrava molto gentile con i due sposi.
Poi sentii dei passi e vidi due cavalieri fiondarsi verso la pieve; notai che avevano lo stesso stemma dei due cavalieri che erano morti quello stesso giorno.
La paura prese il sopravvento e mi gettai sui due uomini.
Ne sgozzai uno con facilità, poi uccisi anche l'altro, che però riuscì a ferirmi ad un fianco.
Entrai di corsa nella pieve, proprio nell'istante in cui la donna misteriosa diceva che stavano arrivando i suoi cavalieri.
"Mi dispiace Mylady. Ma credo che i suoi cavalieri non potranno venire..."
Poi mi ricordai. icarius e Talia pensavano che io fossi una semplice bambina, ma ora indossavo addirittura la tunica da assassina...

Guisgard 06-06-2011 00.47.24

“Dite che Giasone e Paride avevano poco carattere, milady? Tuoni e fulmini!” Disse Cimarow già in balia del vino e dei suoi effetti. “Eppure io dico che gli uomini di una volta non ci sono più! Troia è caduta in dieci anni, Capomazda invece chissà per quanto altro tempo ancora vedrà salde le sue maledette mura!”
“Milord…” intervenne Ivan “… Troia cadde perché i greci potevano contare non solo su formidabili eroi, ma anche sull’appoggio degli dei… voi avete simili alleati?”
Cimarow fece una smorfia.
“Forse il mio nome non vi è nuovo” rivolgendosi poi Ivan a Melisendra “perché ho viaggiato molto. E voi, milady? Anche voi avete viaggiato fra i vari regni e le varie corti d’Europa?”
“I greci avevano Achille…” mormorò ormai brillo Cimarow “… noi sir Gouf che non teme rivali…”
“Beh…” sorridendo sarcastico Ivan de Saint-Roche “… Achille creò scompiglio tra le fila degli achei a causa di Briseide… auguriamoci che non vi sia nessuna donna capace di turbare il nostro invincibile cavaliere… ora che si avvicina la battaglia decisiva…” e lanciò un’enigmatica occhiata al suo signore.

Guisgard 06-06-2011 01.24.05

Guisgard ed il misterioso cavaliere si lanciarono l’uno contro l’altro senza nessun altra esitazione.
Subito l’acciaio delle loro armi cominciò a vibrare sotto i loro rapidi, decisi e poderosi colpi.
Il cavaliere mostrava una velocità ed un’eleganza non comuni nel portare i suoi attacchi ed evitare quelli del suo avversario.
Guisgard invece lanciava, o almeno tentava di farlo, attacchi diretti con lo scopo di colpire il quel formidabile rivale e renderlo così meno pericoloso.
Ma i due, nonostante gli stili diversi, combattevano superbamente, finendo così per annullarsi a vicenda.
“Cavaliere…” disse Guisgard “… mai ho conosciuto nessuno come voi… chi siete?”
“Mi assalite nella notte senza che fra noi vi siano conti in sospeso” replicò il misterioso avversario di Guisgard “e pretendete di conoscere il mio nome senza neanche avermi sconfitto, o ridotto alla vostra mercè! In guardia!” E lo assalì nuovamente.
Di nuovo ripresero a danzare nella lotta, mossi dal loro valore e dalla loro abilità.
“Vi chiedo di nuovo…” ansimando Guisgard “… chi siete? Io voglio conoscere il vostro nome… chi siete, in nome del Cielo!”
“Sono la morte che giunge per voi!” Rispose il cavaliere attaccandolo di nuovo.
Gli si lanciò contro con un poderoso fendente, ma Guisgard riuscì a bloccarlo e scuotendolo con vigore fece volare via la sua spada.
“Vi ritenete battuto?” Chiese.
Ma il misterioso cavaliere estrasse rapido un coltello e si lanciò su Guisgard.
Questi, dopo un attimo di stupore, riuscì a scansarsi per poi afferrare il suo avversario di fianco.
Il cavaliere tentò ugualmente di pugnalarlo, ma Guisgard stringendogli la mano armata e tenendo bloccata l’altra, riuscì ad indirizzare il pugnale contro il ventre del suo avversario che restò mortalmente ferito per sua stessa mano.
Il cavaliere allora si accasciò al suolo col respiro rotto.
Tentò di slacciarsi l’elmo per poter respirare meglio, senza però riuscirci.
Guisgard allora gli si avvicinò ed allentò la cinghia dell’elmo e lo sollevò, liberando il volto del suo straordinario avversario.
E nel vedere quel volto Guisgard restò profondamente turbato.

Melisendra 06-06-2011 01.31.32

Ascoltai lo scambio di battute tra i due uomini e mi assicurai che Lord Cimarow avesse la coppa piena. Dava segnali d'impazienza verso i servitori, troppo lenti nel riempirgli la coppa, quindi, docilmente, gli mescetti altro vino color rubino.
L'accenno a Briseide aveva l'aria di una provocazione. Ebbi il buon senso di sorriderne.
"Milord, dubito che ci siamo mai incrociati in un'altra corte, ho sempre condotto una vita alquanto ritirata..."
Cercai di distogliere lo sguardo dall'intenso colore rosso del contenuto della mia coppa.
"Gli uomini possono essere molto gelosi e le corti cristiane eccessivamente noiose e restrittive..." accennai a un sorriso ironico e posai la coppa.
"A quanto pare la sala è piena di eroi, milord... sono certa che abbiate qualche dio dalla vostra parte... ne sono prova i molti successi del vostro esercito. Oltre al fatto che Sir Gouf è indubbiamente un abile condottiero. Certe volte quel cipiglio bellico mi intimorisce... ma d'altronde sembra che si sia votato alle sue campagne come un monaco alla preghiera."
Mi voltai verso Ivan de Saint-Roche.
"Voi, se mi permettete, avete più l'aspetto di un Ulisse, che di un Achille, Milord..." lo scrutai, apertamente incuriosita.

Guisgard 06-06-2011 01.44.33

“Avete inteso, mio buon barone? Voi siete un Ulisse!” Disse Cimarow per poi abbandonarsi ad una sonora risata.
“Oh, ma sono certo che questo suoni come un complimento, vero milady?” Fece Ivan a Melisendra. “Del resto il nobile figlio di Laerte non solo è passato alla storia come il distruttore di Troia, ma anche come grande amatore, basti citare le donne che egli amò, come Calipso, Circe e Nautica, oltre ovviamente alla virtuosa Penelope.”
“Siete sempre il solito, amico mio!” Esclamò sempre più divertito Cimarow. “E ditemi, voi che avete sempre una degna risposta a tutto… chi sarei io?”
“Milord, senza dubbio il fiero e superbo Agamennone!” Rispose Ivan.
“Lui conquistò Troia, ma fece poi una gran brutta fine, una volta ritornato a casa!” Replicò Cimarow, scolando l’ennesima coppa di vino.
“Ma voi, sono certo, non farete il fatale errore che costò poi la vita al potente figlio di Atreo…”
“Di quale errore parlate, sir Saint-Roche?”
“Quello di fidarsi di una Clitennestra e del suo amante Egidio, milord…” mormorò il barone.
In quel momento un servitore giunse presso la tavola e disse qualcosa all’orecchio di Ivan.
Questi annuì e poi fece un cenno a Cimarow.
I due si alzarono e restarono per un attimo in disparte dall’altra parte della sala, lontani da orecchi indiscreti.

Melisendra 06-06-2011 02.21.29

"Non poteva essere altro che un complimento, milord" Sfiorai distrattamente le gocce di quarzo che portavo al collo e tintinnavano, scivolando sulla mia pelle. Più che il vino, che avevo bevuto parcamente, fu il contatto con quelle pietre a inebriarmi. Sentii fluire le forze, il sangue scorrere come lava e la marea oscura danzare euforica.
Mentre gli uomini si allontanavano per parlare, cercai di imbrigliare quella marea di forze a me sconosciute. Non avevo avuto tempo per imparare a gestirle, ma bisognava imbrigliarle al più presto. Erano incantesimi pericolosi, c'era sempre un minimo rischio di perdersi. Perdere se stessi. Un equilibrio. Solo quello mi avrebbe messa al sicuro.
Quando gli uomini furono di ritorno, feci finta di nulla e lasciai stare quelle pietre.
"Siete un degno Agamennone e presto pare lo supererete in ricchezze... Invece sembra che le donne non abbiano avuto fortuna e siano state immortalate ora come cagione di guerra e disgrazie, ora come delicate figure dedite al telaio... che peccato!" Osservai meglio il sole fuori dalle finestre della sala e mi resi conto che non avevo molto tempo.
"Temo che il vino fosse più forte di quanto pensassi... credo che andrò a prendere una boccata d'aria. Ma avete la mia parola che tornerò presto."
Mi alzai e, dopo aver fatto un inchino, mi incamminai fuori dalla sala, verso il camminamento a est, dove ero quasi certa avrei incontrato Gouf.
Il sole pomeridiano illuminava le mura, avevo ancora qualche ora.
Andai in cerca di Freia e le chiesi di badare che nessuno mi seguisse.

Guisgard 06-06-2011 02.33.57

“Le Rune…” disse Freia fissando Melisendra “… sono inquiete… il male che dimora in questo luogo senza misericordia sta per sferrare il suo ultimo e mortale colpo… e l’inesorabile corso degli eventi sarà inevitabile…” le afferrò un braccio “… moriremo tutti… tutti, se resteremo qui…”
Accennò una smorfia, tanto inquietante quanto indecifrabile.
Poi annuì alle parole di Melisendra.
Il Sole illuminava malinconicamente le mura del castello, mentre enigmatiche figure prendevano forma e vita dalle ombre che la luce del giorno dipingeva sulla brughiera.
E lungo il camminamento un’altra tormentata figura si aggirava tra gli spettri che popolavano quella landa sterminata.
Avvolto nel suo nero mantello e tinto da quel suo inquieto pallore Gouf sembrava fissare l’infinito quasi a volerlo interrogare.
Ma ai suoi tormenti nessuno aveva risposto.

Melisendra 06-06-2011 02.47.20

"Detesto portare cattive notizie, Gouf, ma credo che la rovina ci sia più vicina di quanto pensiamo..." dissi, comparendo alle spalle del cavaliere. Ero stata più furtiva di quanto pensassi.
Freia aveva ragione. L'avevo rassicurata sfiorandole il volto rugoso, sperando che i suoi deliri si placassero, ma era quello che avevo percepito nel caos che mi si agitava dentro. Gli spiriti non aspettavano altro che una scossa degli eventi. Ora che stava per giungere, si agitavano come bambini eccitati. Poco importava se si trattava di un terremoto in grado di far crollare il nostro mondo, che ormai si reggeva su vestigia traballanti.
"Non mi piace Sir Saint-Roche... ha occhi e orecchie fin troppo vigili e una grande ambizione."
Lanciai uno sguardo giù dalle mura e scrutai la strada che conduceva lontano da quel luogo.
"Hai pensato a quel che ti ho detto?"

Guisgard 06-06-2011 02.48.51

Giunti al villaggio, tutti loro entrarono in casa, dove la madre di Pasuan e Mian sistemarono il tutto per rendere quel posto accogliente anche per Dafne ed il suo bambino.
Pasuan invece, lasciata la mano di Dafne, cominciò a brancolare nel buio, fino a quando urtò contro una parete.
“Stai attento, Pasuan.” Disse Mian preoccupata.
“Lasciami in pace…” mormorò il cavaliere.
Cercò allora di orientarsi, ma inutilmente.
“Dove diavolo si trova la mia stanza?” Gridò, per poi urtare contro un mobiletto basso sul quale erano adagiati dei piatti.
Il rumore causato dalla loro rottura spaventò il piccolo Ubert, che scoppiò a piangere.
“Maledetta casa!” Urlò Pasuan. “C’è sempre qualcosa davanti ai piedi! C’è disordine ovunque!”
“Ora ti aiuto io, sta calmo, Pasuan…” disse sua madre.
“E fate smettere di piangere quel bambino!” Arrabbiato Pasuan. “Avevo detto che non volevo più saperne di lui e di sua madre! Cosa ci fanno ancora qui? Possibile che non riesci a trovare nessun altro disposto a prendere in casa te ed il tuo bambino?” Rivolgendosi con rabbia a Dafne. “Avanti, cosa ci fai ancora qui? Esci in strada e mettiti in mostra! Vedrai che qualche bel cavaliere ti prenderà come dama di compagnia e forse si deciderà anche a mantenere il tuo bambino! Avanti, cosa aspetti?”
“Ora basta, Pasuan!” Schiaffeggiandolo sua madre.
Il cavaliere restò muto ed immobile, mentre nella casa scese un insopportabile silenzio.
“Vieni, ti accompagno nella tua stanza, figlio mio…” disse poi in lacrime la donna.

Guisgard 06-06-2011 03.06.12

“Lord Cimarow non si fida più di me…” disse Gouf osservando la brughiera senza tradire emozioni e sensazioni “… non so se sospetti di me anche riguardo alla morte di suo fratello… l’arrivo di quel de Saint-Roche ha cambiato molte cose… e credo guardino con attenzione anche te…” si voltò a fissarla con quei suoi occhi neri ed indefiniti “… ma, per ora, non possono fare nulla contro di me… lord Cimarow sa bene che la mia spada gli è indispensabile per attaccare Capomazda…”
Fece qualche passo verso di lei.
“Io penso sempre alle cose che mi dici…” mentre i suoi occhi sembrarono pulsare una misteriosa ed insolita luce “… quel castello di cui ti parlai è abbastanza lontano dal resto del mondo… mentre questo sta diventando troppo pericoloso per te…”

Melisendra 06-06-2011 03.45.28

Lo guardai con ostinazione e non ci fu bisogno di parole per fargli capire che non c'era modo per farmi tornare sulle mie decisioni.
A un certo punto mi colse una vertigine. Faticai a trattenere gli spiriti. Erano decisi a sfogare le proprie energie.
"Ci sarà bisogno di tempo per scoprire se c'è qualcun altro dietro il piano di conquista. Uccidere Cimarow non ci servirà a nulla se non scopriremo cosa sta davvero succedendo." Sussurrai.
La vertigine era passata. Sfiorai il volto di Gouf con una carezza.
"Quanto all'inquietante Saint-Roche... gli faremo credere di avere la situazione sotto controllo: più spesso ci coglierà insieme e più si sentirà sicuro si sè."
Era ricominciato tutto. In un certo senso mi sembrava di aver sempre danzato al suono di quella musica che alternava giochi, doppi giochi e intrighi. Mio malgrado dovevo ammettere che quella danza mi veniva naturale.
"Se dovessero scoprire cosa stiamo facendo, spero che i tuoi uomini ti siano fedeli abbastanza da seguirti anche se decidessi di lasciare questo luogo maledetto."
Una domanda balenò nella mia mente. Quasi mi ero scordata di lei.
"Aytli? Lungi da me preoccuparmi di qualcuno che non vede l'ora di tagliarmi la gola... ma si sa che fine abbia fatto quella benedetta ragazza?"
Feci cenno a Gouf di incamminarci verso le scale. Avremmo fatto meglio a rientrare nella sala grande.

Guisgard 06-06-2011 04.04.29

Gouf accennò un vago sorriso e la fissò per alcuni istanti.
“I miei uomini? Loro mi seguirebbero anche all’Inferno.” Disse. “Ed io farei per loro lo stesso. Tra essi ho scelto i miei scudieri per custodire le mie armi, i miei luogotenenti per guardarmi le spalle in battaglia ed il mio barbiere…” sorrise “… che mi passa ogni giorno sul viso e sul collo una lama affilata… e tu?” Chiese senza smettere di sorridere, come a voler nascondere il suo stato d’animo. “Tu mi seguiresti ovunque? Lasceresti tutto per me? Anteporresti la mia vita a quella di tutti gli altri? Dimmi, Melisendra…” sfiorandole il volto “… bellissima ed inquieta creatura sorta dalla notte del mio passato… dimmi, faresti tutto questo per me?”
E quella mano che le stava sfiorando il volto, si mutò in una leggera carezza sulla sua bocca, quasi a volerle impedire di rispondere.
“Andiamo ora…” sussurrò alla ragazza “… non facciamo attendere oltre i nostri amici nella sala… lo spettacolo deve continuare ed il pubblico invoca le marionette di questa farsa…”
E si incamminò verso la sala.

Melisendra 06-06-2011 04.34.53

"Non ti risponderò... penseresti comunque che ti stia mentendo." Sbuffai. "Ammettilo... la verità è sprecata con te, quando decidi di non crederci."
Mi incamminai con lui nei corridoi. Lanciai un'occhiata complice a Freia e svoltammo verso la sala.
"Gouf, sai molto bene qual è la risposta alla tua domanda."
Diedi un'occhiata al portone della sala.
Una volta fatto capolino nella sala grande tornai pigramente al mio posto, come se fossi ancora intorpidita dal vino.
"Spero di non essermi persa niente, miei signori."

Guisgard 06-06-2011 04.53.47

Melisendra entrò nella sala, seguita subito da Gouf.
E appena i due comparvero insieme, Cimarow e de Saint-Roche si scambiarono una furtiva ed indecifrabile occhiata.
Il banchetto continuò nel solito modo, fino a quando, de Saint-Roche prese la parola zittendo tutti gli altri.
“Amici…” disse “… allietiamo questo lauto banchetto con uno spettacolo degno della nostra attenzione… gli antichi Goti, dopo le feste tribali, facevano combattere due prigionieri di guerra per guadagnarsi il favore degli dei… ora noi, che ben abbiamo superato in civiltà e luminosità quei barbari, non disdegniamo tali spettacoli, anche col solo scopo di deliziarci… tuttavia, non nego che potrebbero ugualmente attirarci simpatie dall’Alto, amici miei!”
Tutti risero a quelle parole.
Il barone allora fece un cenno ai suoi e nella sala entrò un uomo di straordinaria statura, robusto e peloso, con uno sguardo feroce e cicatrici su tutto il corpo.
“Amici…” fece de Saint-Roche “… questi è Humlet, un gigante della terra dei Pitti… come il mitico Tramanto egli può sconfiggere qualsiasi avversario… sono pronto a scommettere qualsiasi cosa sulla sua vittoria! Nessuno ha un campione per contrastare il mio gigante? Avanti, miei signori!”
“Neanche Ercole sfiderebbe quel vostro mostro, sir Ivan!” Disse qualcuno dei presenti.
“Ben detto, amico mio!” Gli fece eco un altro.
“E voi, cavaliere…” disse Ivan fissando Gouf “… voi non avete tra i vostri valorosi cavalieri un degno sfidante per il mio Humlet?”
“Non perdo mai tempo con queste sciocche scommesse.” Rispose Gouf.
“Avanti, messere…” volle insistere Ivan “… neanche per una degna posta in palio?”
“Non avete nulla che possa interessarmi, milord.”
“Davvero? Mi deludete, cavaliere…” ridendo Ivan “… nemmeno se in palio per questa nostra scommessa ci fosse una notte d’amore con la bellissima lady Melisendra?”
Gouf lo guardò con un impeto di rabbia e solo a stento riuscì a trattenersi dall’aggredirlo.


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