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“Allora vuol dire che ti convincerò di come io sia il più in gamba di tutti come pilota.” Disse Domis ad Altea.
Virò verso un altro Valkirya ed ingaggiò nuovamente battaglia. Stavolta fu più difficile, ma alla fine riuscì ad abbattere anche questo secondo caccia. “E sono due!” Esclamò soddisfatto. “Cosa mi dici ora? Non sembro un cavaliere che compie imprese per stupire la sua dama?” Facendole l'occhiolino. |
Il controllore diede i cinque biglietti a Levet, il quale li pagò.
“Ecco, i nostri biglietti...” disse poi mostrandoli a Dacey e ai tre borghesi “... direi di salire subito sul treno.” “Si, buona idea.” Annuì Leones, mentre si udivano i boati della battaglia poco lontana. |
Clio e Gaynor controllarono l'apparecchiatura di bordo e si accorsero che il danno aveva riguardato lievemente l'alettone di sinistra, dunque si poteva pilotare il caccia ancora con una discreta padronanza.
Tuttavia il danno maggiore sembrava averlo subito il mitragliere montato sotto l'ala sinistra. E questo limitava del cinquanta percento la forza di fuoco del Novalis. “Base chiama Novalis, rispondi Novalis...” disse Tesua via radio “... è grave il danno subito? E' possibile continuare l'attacco?” “Sembra che siano ancora due le torrette efficienti sul bombardiere...” Icarius via Radio “... bisogna metterle fuori uso... noi però non possiamo aiutarvi, visto che questi dannati Valkirya sembrano non finire mai...” |
Domis la prese come una sfida..e sapevo lui amava la sfida e la competizione con gli altri, lo faceva sempre quando qualcuno si avvicinava a me..ma ora eravamo in una situazione particolare.
"Domis...stai attento..si ne hai abbattuto un altro, ma non è una competizione..vuoi farci tu ora uccidere come due imbecilli di cui nessuno saprà nulla? Non dubito la tua bravura....ora stai attento.." e gli carezzai il volto. |
"È quello che sto facendo" sbottai, mentre cercavo disperatamente di recuperare le chiavi e mi sembrava di averle prese, mentre Reddas compiva manovre assurde per faci arrivare alla base.
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Risi piano a quelle parole di Gaynor.
"Sono un soldato, madama.. In guerra si eseguono gli ordini, non si segue l'istinto.." Scuotendo piano la testa "Ai valchiria penseranno i caccia, mi fido dei miei uomini, sono i migliori e darebbero la vita per la missione, come ogni legionario... Quello che conta è vincere la guerra, non portare a casa la pelle..". Mentre controllavo l'apparecchiatura. "Il danno è superficiale, ma la mitragliatrice di sinistra è fuori uso.." Dissi a Gaynor. Poi quella comunicazione via radio da Tesua. "Il danno maggiore è alla mitraglia di sinistra, ma porteremo a termine la missione, statene certi..". Poi sentii la voce di Icarius, e restai sorpresa. Non era stato abbattuto? Non gli avevo più parlato dopo quel bacio. "Sei tornato dal regno dei morti, ragazzo?" Sorridendo "Ottimo.. Pensiamo noi alle torrette, voi occupatevi dei Valchiria.." Ordinai, per poi chiudere le comunicazioni. "Andiamo Guisgard.." Mormorai, mentre mi avvicinavo a una delle torrette rimaste "Con calma eh.." Sospirai "Speriamo che riesca a far saltare la torre di controllo, altrimenti sarà ancora più dura..". Intanto, preparai l'attacco alla torretta. "Abbiamo un solo lato a disposizione, quindi sarà ancora più tosta delle altre.." A Gaynor "Ma verrà giù anche lei..". |
Non avevo più tempo. Quel biglietto pendeva tra le mani di Levet e io avrei dovuto prenderlo. Era lì a pochi passi. Un biglietto e sarei andata via da quell'inferno, da quella città in fiamme, sarei tornata dalla mia famiglia, avrei riottenuto il mio nome e sarei stata al sicuro. Avrei riabbracciato mia zia, ricordato i morti della mia famiglia, dato loro una propria cerimonia funebre per lo meno.
Eppure perché la mia mano non si stava allungando verso il biglietto. Per la speranza, una speranza che si faceva sempre più rada, vana e forse effimera. Una speranza, quella di rivedere il volto dell'unico uomo che era riuscito a far battere il mio cuore dopo tutta la sofferenza. Per questo scrutavo il cielo, nella speranza di vedere un aereo, il suo aereo, per sapere che fosse ancora vivo, che sarebbe tornato da me. Per questo valeva la pena restare e rischiare. Eppure i dubbi erano tanti. Forse troppi e per questo vacillavo. Gli occhi si spostavano dal cielo al biglietto. Mi voltai verso il taverniere e la moglie, andando dalla donna. << Ho bisogno di un favore da voi... Se dovessi partire...dovete dire al capitano Guisgard che io ho provato ad aspettarlo, l'ho fatto davvero, volevo aspettarlo come promesso. Non l'ho dimenticato, non me ne sto andando perché ho dimenticato. Ditegli di venire a Capomadza, di venire da me, vi prego diteglielo e venite anche voi e vostro marito con lui, vi darò del denaro per ricostruire la vostra attività, vi aiuterò >> sorrisi alla donna, cercando di diffonderle un po' di coraggio, aveva fatto la scelta di restare. E io, cosa dovevo fare. Ancora non avevo la forza di prendere il biglietto. Mentre il fischio del treno segnava l'imminente partenza. |
"Ordini... per eseguirli, abbiamo perso metà della potenza offensiva... resto dell'idea che si sarebbe potuto agire diversamente, ma al comando ci sei tu e devo dire che sai il fatto tuo... che Dio ce la mandi buona..."
Dopo aver comunicato con la torre di controllo, dalla radio sentii la voce di Icarius... la gioia nel sentire che non gli era accaduto ancora nulla fu tanto grande che il cuore perse qualche battito. "Non mollare, Icarius! Abbiamo un conto in sospeso che intendo saldare..." Mi rivolsi di nuovo a Clio. "Tenente, come conti di combattere da un solo lato contro quel mostro? E se chiamassimo un altro caccia a supporto? Magari dalla base, potrei chiedere allo stesso Goz di scomodarsi e venirci a dare una mano, che il diavolo se lo porti..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Alla fine Gwen trovò le chiavi delle manette proprio sotto il sedile di guida di Reddas, che a fatica cercava di governare l'aereo ormai quasi diventato incontrollabile.
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Clio riprese ad attaccare le torrette mobili del bombardiere, nonostante il consiglio di Gaynor di chiamare un altro caccia come supporto.
Ma la potenza di fuoco del Novalis ora era dimezzata e questo rese l'attacco ancor più difficoltoso. Raffiche sibilavano vicinissime alle lamiere della Freccia d'Argento. “Base chiama Novalis, rispondi, Novalis...” disse Goz via radio “... quanto tempo ci vuole per annientare quelle dannate torrette? Devo intervenire forse io?” |
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