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Uscimmo in fretta dalla chiesa e subito riprendemmo la strada che conduceva verso nord... ero ancora scossa e il pensiero di quella chiesa, di quel ritratto ripetuto mille volte sulle pareti e poi scomparso, di quella visione continuava a tormentarmi... sentivo che c’era un messaggio celato in tutto questo... sentivo che tutto ciò che avevo visto e sentito lì era come un insieme di segnali... eppure non riuscivo a decifrarli, non riuscivo a comprendere in pieno cosa vi fosse celato dietro a tutto ciò... tutto sembrava condurmi verso quella misteriosa profezia ed incontro a quella maledizione dal nome tanto insolito di Gioia... ma cosa diceva quella profezia ancora non ero riuscita a scoprirlo, né sapevo cosa in definitiva fosse la Gioia... e, sopra a tutti questi dubbi ed incertezze, una domanda si faceva brutalmente strada tra i miei pensieri: perché io? Perché tutto ciò era stato mandato proprio a me?
La strada procedeva tortuosa e sconnessa, intanto... anche Guisgard era pensieroso, lo sentivo... eppure non osai chiedergli niente... pensai che probabilmente i suoi pensieri erano rivolti a problemi di natura totalmente diversa dai miei, ma di certo non meno pressante. Incontrammo delle persone lungo la strada, ma stranamente sembravano essere tutti troppo occupati o avere troppa fretta anche solo per darci un’informazione... la Festa del Grano, la processione del Santo Patrono... non ero riuscita a cogliere neanche il nome del santo che si festeggiava e questo, per qualche strana ragione, mi causò un leggero senso di disagio... e poi perché nessuno era disposto a fermarsi neanche per un istante? Infine raggiungemmo una zona in cui la strada si faceva più pianeggiante e qui, proprio in prossimità di un’ampia curva, sorgeva un pozzo. Guisgard decise di fermarsi ed io ne fui sollevata poiché iniziavo ad essere stanca... così smontai da cavallo... Citazione:
Eppure, a mio parere, non avevamo scelta: i Cavalieri della Luna Nascente erano una certezza dietro di noi, il pericolo in quella città di fronte a noi invece era solo una possibilità. “Gioia Antica...” dissi all’improvviso, come destandomi da quei pensieri “Un nome particolare! E’ davvero insolito scoprire quanti e quanti luoghi, in questa zona, riportino la parola ‘Gioia’...” Tacqui per un istante, poi, senza attendere la risposta dell’uomo, soggiunsi: “Come mai la definite ‘La Città degli Opposti’, signore?” |
“Quell'uomo” disse Acerno ad Altea “altri non è che un falso, un bugiardo. Una serpe pericolosa come quella che ha morso mio figlio...” i suoi occhi erano carichi di rabbia “... magari potessi schiacciarlo e farlo a pezzi, per poi bruciarlo e sotterrarlo con le mie mani! Purtroppo, però, mia moglie sembra avere una cieca fiducia in lui...”
“Tornerete al castello, maestà?” chiese il servitore. “Si...” annuì il re “... prendo i cavalli. Il servo allora fissò Altea con uno strano sorriso. Guardava le vesti bagnate della ragazza. “Vedo che è stato un piacevole pomeriggio, milady...” Un attimo dopo tornò Acerno con i loro cavalli. “Venite con noi, milady, o restate a prendere il Sole in attesa di asciugare i vostri vestiti?” Domandò il re alla ragazza. |
Chiamati dal corno suonato da Cavaliere25, giunsero i due soldati.
Però ciò che indicava il boscaiolo ora non era più visibile. Tuttavia qualcosa era rimasto. Si trattava degli avvoltoi apparsi in seguito al misterioso cavaliere visto da Cavaliere25. Erano tutti fermi lungo la merlatura delle torri, come in attesa di qualcosa. “Non mi piacciono quegli uccellacci.” Disse uno dei soldati. “Dobbiamo trovare il modo di liberarcene...” |
Il re non aveva molta fiducia in quell'uomo ma voleva tornare al castello e subito andò a prendere i cavalli, non diedi attenzione alle parole di quel servitore pettegolo e subito il re tornò, sembrava molto innervosito.
"Vengo con voi maestà...si è levato di nuovo il vento caldo da sud e i vestiti si asciugheranno subito..questo bagno è stato molto rigenerante, vero maestà? A discapito di quello che pensa il vostro servitore.." e guardai l'uomo con aria di sfida. Montai in sella al bianco cavallo, non c'era tempo da perdere e non potevo perdere l'occasione di conoscere l'uomo giunto al maniero. |
La porta si apri' sotto i colpi incessanti.....io rimasi accanto a Vivian sino a quando vidi aprirsi il luogo dove ci saremmo fatti altre mille domande.....la vidi,la donna con lasua bimba ...aveva gli stessi abiti di quando chiedeva al Monaco di partire in fretta.....perche' doveva andar via..senza aspettare il sorgere del sole....mi feci spazio tra gli uomini ed entrai nella stanza...."....Vi ricordate di me ?.....ci siamoviste qualche giorno addietro...volevate partire...vi ricordate ?......"....I suoi occhi sembravano persi nel vuoto...erano umidi...di pianto, la bimba era li' tra le sue braccia...sembrava tranquilla ..la stanza non era ampia e non vi era traccia dei cigni..non li' almeno, " Volete ancora andare via ?....volete venir via con me...."...
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Tutte le ragazze contavano su di me. Non potevo deluderle e soprattutto non potevo lasciarle morire ingiustamente.
"Come vedete, non indosso dei vestiti da donna, ma degli abiti che ho trovato per strada... se camuffo la mia voce e nascondo il mio viso potrei entrare in un carro di quei finti mercanti e capire dove nascondono le chiavi per liberarvi. Tu verrai con me, ma prima dobbiamo trovare degli stracci da farti indossare per non farti riconoscere." dissi, rivolgendomi alla ragazza che avevo liberato. Mi ricordai poi del cavallo bianco della fanciulla che avevo incontrato in precedenza. L'avrei liberato, avrebbe potuto avvertire i parenti della sfortunata ed almeno lei sarebbe sopravvissuta alle crudeltà di quegli uomini. |
state attenti a guardarli bene sono in posizione di attacco ho stanno aspettando un segnale dobbiamo difenderci ho rischiamo che ste bestiacce faranno il loro pasto fresco
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Quegli avvoltoi se ne stavano lungo la merlatura, come in attesa di qualcosa.
Uno dei due soldati tentò di contarli, ma la cosa si dimostrò subito difficoltosa. Infatti, ad ogni passaggio, quegli uccelli sembravano aumentare di numero. “Forse occorreranno gli arcieri.” Disse uno dei soldati. “Vado ad avvertire qualcuno degli ufficiali.” “Vengo con te.” Mormorò l'altro soldato. “Non mi va di stare sotto tiro di quelle bestiacce... mi raccomando, tienili d'occhio tu quegli uccellacci.” Rivolgendosi poi a Cavaliere25. E i due soldati andarono via. Ad un tratto giunse il falco Alberico. Si posò accanto a Cavaliere25 e restò a fissarlo. |
Reas e Cristansen sfondarono la porta e tutti loro entrarono così in quella stanza.
Qui trovarono la misteriosa donna con la sua bambina. Elisabeth tentò di parlarle, ma la donna ascoltava senza rispondere nulla. Poi, ad un tratto, scosse il capo. “State indietro, vi prego...” disse, rompendo finalmente il suo silenzio “... indietro, vi prego...” “Vogliamo solo aiutarvi, milady...” cercando di tranquillizzarla Reas “... lady Elisabeth ha ragione... venite via con noi... a Tylesia... lì sarete al sicuro...” “Chi sono mamma?” Chiese la piccola a sua madre. “Nessuno, piccola mia...” accarezzandola quella “... non sono nessuno... ora andremo via, tranquilla...” “Andare dove?” Fissandola Reas. “Nella selva? E' troppo pericoloso per una donna e una bambina.” La donna, per tutta risposta, guardò il cielo e si avvicinò all'unica finestra della stanza. In quel momento il cielo cominciò a schiarirsi e pian piano il Sole apparve all'orizzonte. Una luce, chiarissima ed intensa, allora avvolse la madre con la sua bambina. In un attimo tutto in loro mutò. Gli occhi divennero di un colore indefinito e lucidissimo, la pelle si ricoprì di piume e in un momento, tanto breve quanto intenso, due bellissimi cigni presero il loro posto. Tutto questo sotto gli occhi increduli di Elisabeth, Reas, Cristansen e Vivian. E terminata quella strabiliante ed incredibile mutazione, i due cigni volarono via. http://i52.tinypic.com/qprrtd.jpg |
“Io so dove trovare dei vestiti.” Disse la ragazza liberata a Lilith. “Seguimi.”
La ragazza la condusse così in una stanzetta piena di stoffe e abiti di varie taglie e di diversi colori. “Non so cosa commercino questi uomini...” fece la ragazza “... ma qui possiamo trovare tutto ciò che ci occorre per travestirci e passare inosservate... ah, io mi chiamo Cletya.” Sorridendo. “Tu cosa fai? Resti con i tuoi abiti, oppure cerchi qualcos'altro per camuffarti?” Si guardò intorno. “Ecco!” Esclamò. “Ho trovato questa giubba, con camicia, pantaloni e stivali! Così sembrerò un uomo!” Ad un tratto si udirono delle voci provenire da fuori. Voci che chiamavano Lilith. Era Redentos che la stava cercando. Cletya si accostò alla piccola finestra di quella stanza e vide che insieme al cavaliere c'era anche Heyto. “Ti stanno cercando!” Impaurita. “E c'è anche il capo di questi maledetti! Se mi trovano per me sarà la fine!” E cominciò a tremare e a piangere. |
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