Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gwen 25-03-2018 03.18.30

Cominciammo a girare nel negozio, ma mi pietrificai quando vidi la bambola.
Era uguale alla bambina, uguale.
Afferrai il braccio di Elv e lo tiravi a me.
"Guarda..." mormorai piano "È identica alla bambina, ha pure lo stesso vestito, le somiglia... È precisa a lei..." con tono inquieto.

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Nyoko 25-03-2018 14.18.40

Sospirai, sapendo che sarebbe stato difficile spiegare e trovare delle prove.
"Si chiama Stainyus. È un uomo anziano... Ma fino a qualche giorno fa, sembrava innocuo... Ha con se un ragazzo, suo figlio forse, si chiama Pavel, il ragazzo con cui... Beh... Hai capito... Ad ogni modo... Inizialmente quello strano era Pavel, mi è comparso davanti un po' come un fantasma e poi il fatto che Stainyus non vedesse nessuno mi lasciò alquanto perplessa..." dissi per poi raccontare il resto degli accadimenti avvenuti fin quel momento.

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Altea 25-03-2018 15.05.21

Rimasi senza parole e lo guardai nei suoi occhi azzurri.. Questo ragazzo era strano.. Come poteva definire un suo padre uno che conosceva per lettera.. Dovevo aiutarlo.. Fosse un Taddei o meno ma secondo me si era invischiato in qualcosa.. "Scusa.. Guisgard.." prendendo una lettera per leggerla e vedere soprattutto che nome dava a Guisgard "Ma quindi questo uomo lo conosci solo per nome e lettere? Sai ci sono persone ci fanno dei lavaggi del cervello.. Tipo una setta. Tu sei Cattolico vero?" e guardai la lettera sedendomi in braccio a lui.

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Guisgard 25-03-2018 23.20.05

Elv guardò la bambola indicata da Gwen.
"Beh, di certo non era questa bambola quella che hai visto sulla porta del negozio." Disse, per poi voltarsi verso la signora. "Scusi... c'è una bambina qui da voi?"
"Bambina?" Ripetè la donna. "No, affatto. Viviamo in tre... io, mio marito e mio figlio che però è a scuola... perchè mi fa questa domanda?"

Herbert rise quando Nyoko nominò Pavel e ciò che avevano fatto.
"Beh, allora andiamo a far visita a questo Stainyus, no?" Disse divertito.

"Certo che l'ho conosciuto..." disse Guisgard ad Altea "... non solo per corrispondenza." Poi esitò prima di annuire alla sua domanda se fosse Cattolico.
La stilista allora si sedette sulle sue ginocchia leggendo la lettera e ciò fece arrossire di brutto il Rampollo.

Lady Gwen 25-03-2018 23.48.34

"Sì, lo so, ma... Oh insomma, io l'ho vista!" protestai.
Ero sicurissima di non essermela immaginata, non stavo neanche dormendo.
Poi Elv domandò alla signora e quella disse che aveva un figlio.
"Nulla, forse avremo visto la bambola fuori dal negozio..." mentii, per vedere una sua eventuale reazione.

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Guisgard 25-03-2018 23.50.07

Quel bacio, proibito, dannato, eccitante.
La bocca di Ordifren, calda, esperta, generosa, accolse le labbra di Clio e le invase con la sua lingua ardente ed umida.
Un bacio profondo, sensuale, immorale, fatto di sapori, di gemiti, di giochi viziosi e perversi.
La ragazza stava a cavalcioni su di lui, muovendosi ritmicamente e strofinandosi eccitata sulla virilità di quell'uomo misterioso che sotto i pantaloni sembra ergersi ad ogni istante in modo sempre più indecorosa, indecente, magnifica.
Lo sentiva Clio.
Lo sentiva maschio, potente, indomito, audace, voglioso mentre continuava a strusciare su di lui, avvertendo un rossore infuocato sul suo viso da bambina cattiva.
Così si sentiva: cattiva e sozza.
Le altre cominciarono a stringersi attorno a lui, baciandosi fra loro ed accarezzando il seducente scienziato così generoso verso tutte loro.

Guisgard 25-03-2018 23.58.38

“Si, può darsi.” Disse annuendo la donna a Gwen. “Passando in auto vi avrà tratti in inganno.” Guardando i due giovani.
“Si, è andata così.” Elv. “Beh, mistero svelato.” Ridendo lui.
“Gwen...” ad un tratto una voce.

Lady Gwen 26-03-2018 00.03.08

Annuii appena, anche se ero poco convinta.
Non era una bambola, ma facevamo finta che lo fosse.
Poi, il mio nome.
Di scatto mi voltai e cercai chiunque mi avesse chiamata, anche se nessuno qui poteva conoscermi, ma cercai di non pensarci e di capire.

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Guisgard 26-03-2018 00.10.43

Nel negozietto c'erano solo loro tre e né Elv, né la donna avevano chiamato Gwen.
“Beh, direi di andare.” Disse Elv alla ragazza.
“Gwen...” ancora quella voce.
Una voce di bambina.

Clio 26-03-2018 00.13.29

C'era qualcosa di magnetico in quell'uomo, un fascino proibito e oscuro che richiamava l'oscurità dentro di me come se la conoscesse da sempre, come se ne bramasse ancora, e ancora, e ancora.
Ma ero io a bramarne sempre di più.
Mentre incatenavo la mia bocca alla sua, mentre la mia lingua rincorreva la sua in un gioco continuo, lascivo, proibito, ero sempre più fuori di me.
O forse ero sempre più me stessa, come non avevo mai potuto mostrarmi davvero.
Ma lui non conosceva morale, né tabù, né limiti.
Quell'uomo era puro istinto e perversione, e io andavo matta per tutto quello.
Era come me, come noi, e infatti fu come se ci riconoscessimo a vicenda.
Più mi muovevo su di lui, cercando sollievo dall'eccitazione che si faceva sempre più umida lo guardavo negli occhi, lo vedevo impazzire e il mio sguardo determinato e forte era sempre più intenso.
Sentivo quanto tutto quello lo stesse eccitando, lo sentivo distintamente sotto di me, diventava sempre più saldo, duro, come un blocco di marmo sul quale potessi strusciarmi continuamente.
Oh ma non mi sarei certo accontentata di strusciarmi addosso a lui, oh no... volevo vederlo morire, perdersi, andare fuori di testa.
Volevo che vedesse distintamente tutta l'oscurità che avevo dentro tutta senza nessuna eccezione.
Allora, mentre le ragazze intorno a me si univano al gioco mostrandogli quanta perdizione poteva trovare in mezzo a noi scivolai giù dalle sue ginocchia, scivolai fino a ritrovarmi inginocchiata ai suoi piedi, con l'espressione da bambina birichina sul viso.
Poi allungai le mani verso la sua cintura, i bottoni dei suoi pantaloni, fino ad arrivare ai boxer per lasciarlo completamente scoperto e nudo davanti a noi, che non bramavamo altro che assaggiare quella virilità che sembrava essere tanto invitante.

Lady Gwen 26-03-2018 00.13.57

Nessuno di loro mi aveva chiamata e c'eravamo solo noi tre.
Mi riscosso alle parole di Elv.
"Sì... Sì, andiamo..." mormorai, con tono incerto.
Poi ancora quella voce, era di una bambina.
No, di sicuro avevo qualche problema, magari ero stanca, dovevo riposare, sì, sicuramente era così.

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Guisgard 26-03-2018 00.31.23

Elv annuì a Gwen e salutò la donna.
Uscirono dal negozietto per tornare all'auto.
“Gwen...” disse ancora la voce di bambina a Gwen “... aiutami... sono nella brughiera... fa freddo... ho paura...”
Elv salì in macchina ed attese che Gwen facesse lo stesso.

L'atmosfera in quella stanza era sempre più calda, più sensuale, proibita, eccitante.
Ordifren era seduto su quella poltrona come un re sul suo trono, attorniato dalle sue ancelle calde e vogliose.
Così stavano le ragazze, continuando a stringersi intorno al loro nuovo signore, baciandosi fra loro in modo lascivo e cominciando a spogliarsi reciprocamente.
Clio era sulle ginocchia di lui, continuando a giocare e a strusciarsi su quell'uomo così potente sensualmente.
Poi la ragazza scivolò fino ai suoi piedi, iniziando a sbottonargli i pantaloni, fino ad abbassarli ed a lasciarlo con la sua mascolinità prorompente tutta ad ergersi davanti a loro.
“Wow...” disse eccitata Kyra.
“Magnifico...” ridendo maliziosa Viki.
Le altre ridacchiavano fra loro.
“Che brave le mie bambine...” Ordifren accarezzando ora la testa di Vivian, ora quella di Ellie, ora quella di Jackie “... le mie adorate piccole...” accarezzando poi Viki, Kyra, Lys e guardando Clio negli occhi con uno sguardo assatanato.

Lady Gwen 26-03-2018 00.34.40

Uscimmo fuori, ma quella voce c'era ancora.
Era di quella bambina, cercava aiuto per lasciare la brughiera.
Rimasi paralizzata.
Bello, ora avevo anche le allucinazioni!
"Elv" lo chiamai, mormorando piano.

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Guisgard 26-03-2018 00.41.03

Elv guardò Gwen.
“Ehi...” disse “... cosa c'è? Hai una strana espressione sul viso... non avrai mica visto un fantasma?” Sarcastico, per poi ridere.

Clio 26-03-2018 00.47.36

Eccolo lì, davanti a noi, così pieno, prorompente, intenso, caldo e pulsante.
Sentii i commenti delle ragazze dietro di me e alzai lo sguardo sempre più eccitato su Ordifren.
Quella vista mi aveva provocato un'intensa scarica di eccitazione, che mi aveva attraversato tutta fino a giungere ad umettare il mio sesso sempre più pulsante e voglioso, sempre più affamato e carico.
Sentii i commenti delle ragazze e sì, ero perfettamente d'accordo con loro in quell'espressione di meraviglia, stupore per quella virilità così perfetta, per quel membro così eccitante, quasi ci sfidasse a farlo impazzire.
Ma non c'era bisogno di sfidarci, dato che noi non desideravamo altro che fargli perdere il controllo.
Il suo sguardo, oh il suo sguardo nel mio era qualcosa di così sensuale, così eccitato, così intenso da farmi venire i brividi.
Quando poi ci chiamò "le mie bambine" non riuscii proprio più a trattenermi, non che prima desiderassi farlo, s'intende.
Lo guardai con un sorrisetto malizioso, in risposta a quello sguardo così assatanato che ormai mi aveva spogliato con gli occhi.
Poi presi in mano quel membro caldo, duro e lievemente umido senza mai smettere di guardarlo negli occhi.
"Oh sì.." stringendolo nella mia mano "Ci piace eccome..." con lo sguardo assatanato a mia volta "Vediamo che sapore ha..." per poi fargli l'occhiolino.
Allora lo avvicinai alla bocca e iniziai a leccarlo piano, dapprima la mia mano si muoveva rapida su e giù per scoprire la parte più succulenta, per mostrarmelo tutto, senza nessun filtro tra di noi.
Una volta scoperta, iniziai a tormentarla con la lingue dolcemente ma intensamente, una tortura intensa e folle che l'avrebbe fatto impazzire e nel farlo, lo fissavo negli occhi con uno sguardo così perverso ed eccitato che forse non aveva mai veduto prima. E continuai, in quella tortura umida e calda, continuai ad accarezzarlo con la lingua, sempre di più, talvolta aprivo di più la bocca e ne assaporavo una parte più ampia, ma prima di arrivare al gioco più intenso volevo godermi quel momento, volevo assaporarlo fino infondo, lentamente e intensamente come facevo con la sua eccitazione ormai in mio potere.

Lady Gwen 26-03-2018 00.47.54

Le sue parole mi irritarono come la cosa peggiore del mondo.
"Insomma vuoi smetterla?" sbottai, risentita, fissandolo, poi salii chiudendo con violenza, forse troppa, la portiera e mi voltai verso fuori sbuffando.
Certo, non potevo pensare che fosse comprensibile il mio principio di schizofrenia, ma neanche in questo modo.

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Guisgard 26-03-2018 01.05.41

“Ehi, scusa...” disse Elv accorgendosi dello stato d'animo di Gwen “... era solo una battuta...” accendendo il motore dell'auto “... dai, meglio andar via da questa dannata brughiera...”
Partirono.
Percorsero un bel tratto, senza che Gwen sentisse più quella voce.
Ad un certo punto però dovettero fermarsi.
La strada infatti era bloccata da un grosso dosso su cui la pioggia aveva fatto franare del terreno.
“Accidenti!” Esclamò Elv. “Ora dobbiamo tornare indietro e prendere il bivio a destra!” Seccato.

Gli occhi di Ordifren avevano strani ed intensi bagliori, al punto che il loro chiarore sembrava giungere ad un rosso vago, sinistro, frutto di quella sfrenata eccitazione.
Mentre le ragazze si baciavano e si denudavano intorno a lui, Clio, guardandolo fisso in quegli occhi rossi e dannati, afferrò la sua mascolinità così potente e magnifica, cominciando a giocarci.
Poi cominciò ad usare la bocca, la lingua, senza abbandonare mai gli occhi di lui.
Un gioco sempre più intenso, lento, insistente, costante, sensuale, magnifico, proibito.
Un gioco che doveva portare quell'uomo all'esasperazione.
Lui la fissava mentre giocava e testava la sua forza, la sua potenza e resistenza sessuale.
E continuava, continuava, mentre le altre ormai nude si stringevano contro quell'uomo baciandolo e leccandolo.
“Sei brava...” disse lui a Clio con un tono di voce che tentava di restare saldo, ma che invece in modo seppur impercettibile mostrava quanto quel gioco poteva fiaccarne le resistenze.

Lady Gwen 26-03-2018 01.11.02

Certo, scuse.
Facile dire o fare la qualsiasi solo perché esisteva la parola "scusa".
Un po' come sposarsi solo perché in caso esisteva il divorzio.
Semplice, no?
Continuammo a camminare senza che nessuno fiatasse, nemmeno quella maledetta voce.
Ad un tratto però ci bloccammo vedendo un masso con una frana.
Sbuffai sonoramente portandomi la mano alla fronte, sopra gli occhi, in preda alla disperazione.
Odiavo questo posto, ormai, ma sembrava di essere nelle sabbie mobili, più cercavamo di uscire, più ci riportava dentro, era avvilente e non ce la facevo più.

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Guisgard 26-03-2018 01.16.13

Elv fece la manovra e tornarono indietro.
Rifecero la strada a ritroso senza che nessuno dicesse nulla.
“Dai...” disse infine lui a Gwen “... ancora il broncio? Era solo una stupida battuta... non essere infantile...” sbuffando.

Clio 26-03-2018 01.19.16

Quegli occhi avevano preso una piega strana, così sinistra, folle, e la cosa mi attraeva disperatamente.
Più continuavo quel gioco ardito, più la mia eccitazione cresceva, diventava insopportabile, calda, umida, mi faceva perdere il controllo.
Sempre di più, sempre di più.
Attorno a noi le ragazze si stavano divertendo con il corpo perfetto di quell'uomo, mentre a me che ero il capo spettava la parte più succulenta di tutti.
Ma la cosa ancora più eccitante di sentire il suo sapore sulla lingua era quello sguardo, quello sguardo che ci incatenava l'uno all'altra, quello sguardo sempre più voglioso che non mi ha mai lasciato.
Quello sguardo mi inebriava sempre di più, mi faceva andare a fondo in quel gioco proibito, lascivo ma decisamente eccitante.
Poi le sue parole, quelle parole pronunciate in un tono che tradiva quanto lo stessi facendo impazzire.
Oh si..
Lo guardai con un sorrisetto divertito stampato sul volto.
"Io?" passando lentamente la lingua sulla punta sporgente e umida del membro eccitato "Ma se non ho ancora cominciato?".
A quel punto, la mia bocca si fece ampia, profonda e lo accolse tutto, tutto fino in fondo.
E mentre quel sesso si addentrava sempre di più nella mia bocca, i miei occhi non lasciarono mai i suoi, che potettero godersi la vista di quel gioco che ora entrava finalmente nel vivo e del mio sguardo che si faceva sempre più voglioso , eccitato, assatanato, intenso.
Poi, quando fu tutto nella mia bocca, mi abbandonai, chiusi gli occhi e iniziai a muovermi ritmicamente su quel sesso eccitato, ancora e ancora, imprigionandolo tra le pareti della mia bocca che si faceva sempre più stretta attorno a lui, ancora e ancora, facendolo impazzire.
Non mi fermai, né ebbi cedimenti quando lo sentii profanare la parte più nascosta e profonda della mia bocca vogliosa.
Continuai quel gioco ardito, godendomi la consistenza, il sapore, l'ardore di quel membro così virile e carico.
Ancora, ancora, ancora...

Lady Gwen 26-03-2018 01.23.51

Tornammo indietro e ci incamminammo per raggiungere il bivio.
Cosa? Avevo sentito bene?
"Infantile io?" esclamai "Vedi che ho un problema, non ti preoccupi minimamente di capire cosa io abbia limitandoti a fare una battuta e l'infantile sarei io?" questo era davvero il colmo, per questa situazione.

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Altea 26-03-2018 13.37.20

Mi sedetti sul suo braccio e osservai quella sua titubanza nel rispondere...oh Gioia, fingi o dici la verità? A volte la cattiveria si cela nei visi di angelo.
Vi era qualcosa..qualcosa di molto strano, Guisgard sembrava sempre timoroso, ma pronto a rispondere, vi era qualcosa di celato ma io lo avrei scoperto..d' altronde l' uomo della maschera aveva detto vi era una macchinazione dietro questa storia, dovevo parlargli ma solo per lavoro.
Guardai Guisgard, se faceva il doppio gioco lo sapevo fare bene pure io..si doveva avere una foto vera del rampollo e vedere l' albero genealogico...o guardarlo..andare anche a fare una visita ad Ergolin col dottor Taylor non sarebbe stata una cattiva idea...anche se lui mi affascinava..era stile "il diavolo e l' acqua santa".
"Sai io sono Cattolica, spero tu non sia ateo...intendo non cattolico, perché noi tutti almeno crediamo a qualcosa non pensi?" sfiorandogli una guancia e baciandolo, prendendo la sua linfa vitale.."Non devi più vedere e pensare a quell' uomo..ci sono solo io..mi hai capita...e ti ha detto lui di venire qui e pretendere la tua eredità?" mentre aprii la lettera, una delle tante ed iniziai a leggerla per vedere cosa dicesse e soprattutto se lo chiamasse Guisgard.

Guisgard 26-03-2018 16.15.10

Lo sguardo di Ordifren, sempre più acceso, carico, folle, mentre Clio, fissandolo, continuava a deliziare e tormentare la sua mascolinità con quel gioco estenuante e meraviglioso.
Lei allora sentì crescere l'eccitazione di lui a dismisura, in modo innaturale, palesando una possenza sessuale non comune.
Lo avvolse e lo imprigionò tutto nella sua bocca, cominciando a dargli piacere, godimento in modo folle.
“Si, bambina mia...” disse Ordifren in un gemito soffocato “... così...”
Le altre ragazze erano tutte intorno a lui, chi strofinandosi contro il suo corpo, chi baciandolo e chi danzando per lui.
Le sue mani allora raggiunsero ognuna di quelle ragazze, arrivando a toccarle tutte, in ogni piega di quei loro corpi accaldati ed eccitati.
Tante mani, tutte senza tabù o freni nel toccarle, nel farle godere, impazzire.
Mani che giungevano ovunque, senza vergogna.
Sui loro seni, sulle loro gambe, sulle loro natiche, sui loro sessi.
Ovunque, senza smettere mai.
In un attimo la sala echeggiò dei loro gemiti.

“Aspetta un momento...” disse Elv a Gwen apparendo contrariato “... hai un problema? E come dovrei fare per capirlo? Leggerti nel pensiero? O magari leggerti la mano?” Sarcastico. “Se non mi dici cos'hai, cosa ti turba allora mi dici come diavolo faccio a capirlo da solo?” Seccato.
Intanto l'auto continuava il suo tragitto, fino a raggiungere di nuovo il bivio della quercia dove c'erano lo spaventapasseri ed il cartello che indicava la tomba del cavaliere senza testa.

Guisgard si godette il bacio di Altea, ma poi apparve perplesso.
“Ma lui è il mio mentore, il mio maestro...” disse “... devo a lui tutto... e lui vuole che i miei diritti sull'eredità vengano riconosciuti. E' l'uomo più generoso che io conosca...”

Lady Gwen 26-03-2018 16.22.09

"Quando prima ti ho chiamato, fuori dalla macchina, tu stesso ti sei accorto che qualcosa non andava, potevi anche disturbarti" risposi ancora "Comunque ora ce ne siamo andati da là, non ha più importanza" conclusi.
Alla fine arrivammo di nuovo al bivio e dovevamo solo prendere l'altra strada per riuscire ad andarcene.

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Altea 26-03-2018 16.23.04

Alle sue parole sgranai gli occhi.."Guisgard...o la vuole lui la eredità? Dimmi da dove vieni? Chi sono i tuoi genitori..parlami del tuo passato prima di conoscere questo uomo..devi stare attento..ora ti dirò..un uomo mi ha detto dietro tutto questo vi è un complotto e una congettura..non vorrei questo uomo avesse trovato te, ragazzo semplice, per traviarti ed avere l'eredità..una volta tu hai posseduto il castello potrebbe essere suo e ti potrebbe..eliminare" e dissi queste parole in modo perentorio.."O io...o lui..decidi tu" con voce severa.

Guisgard 26-03-2018 16.28.03

Elv scosse il capo contrariato.
Mise poi la freccia per svoltare verso destra.
“Gwen... aiutami... ho freddo...” disse ancora quella voce di bambina.

“Ma...” disse stupito Guisgard “... che dici?” issando Altea. “Io sono Guisgard de'Taddei... non mi credi neppure tu? Confronta le foto allora... guarda m e cerca una foto di Guisgard... vedrai che non c'è nessun complotto...” con occhi sinceri.

Lady Gwen 26-03-2018 16.32.33

Niente.
Nessuna risposta.
Ottimo, davvero ottimo.
Dovevamo continuare così ancora per molto?
Appena girammo a destra, sentii di nuovo quella voce.
Dovevo ignorarla.
Ascoltarla di sicuro non mi avrebbe portato a nulla.
Allora chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi sul sedile pensando ad altro, senza ascoltare quella bambina che esisteva solo nella mia testa.

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Altea 26-03-2018 16.32.39

Lo fissai...effettivamente non avrebbe detto questo.."Era ciò che volevo tu dicessi Guisgard, ma il castello...se è di tuo zio..è tuo..non vedi quanti sciacalli ti stanno attorno? E tu sei loro burattino..quello è un bel bottino da spartire, lo sai lo volevo pure io? Ma per una ragione, ho passato molto tempo della mia infanzia in quel castello con mio padre..lui era amico di Sir Taddeo"...oh si...era amico suo...e quindi sapeva tutto.
Deglutii.."Io...infatti volevo cercare una foto di questo Guisgard e poi controllare l' albero genealogico, vedere se esiste un cugino vivo..ovvero Taddei ma dovremmo andare al castello e convincere Ergolin a farci entrare, solo lì vi sono nascosti i tesori dei Taddei...proviamo?" lo guardai speranzosa.

Guisgard 26-03-2018 16.46.26

La macchina svoltò verso destra, girando intorno alla quercia per 180°.
Ad un tratto si udì il grido di una bambina.
“Ehi...” disse Elv frenando di colpo “... hai sentito? Sembrava una bambina!” Guardando Gwen.

“Le foto di Guisgard sono ovunque...” disse il rampollo ad Altea “... cerca in rete e vedrai che sono proprio io...” annuendo.

Altea 26-03-2018 16.50.29

"Era un divo?" dissi ridendo.
Aprii il mio portatile e scrissi "Guisgard dè Taddei...immagini ed età..luogo di nascita e attività".
Se era una persona importante sicuramente vi era altro.."Ma sai che non è un volto o un nome a fare una persona?" scrutandolo e poi baciandolo.."Non mi va tu frequenti quella persona...tutto qui..non so perché mi inquieta, lo sto facendo per il tuo bene" e guardai il display del portatile per vedere i risultati trovati.

Lady Gwen 26-03-2018 16.50.52

Stavamo camminando tranquillamente, ma ad un tratto un urlo ed Elv che frenava di colpo.
Lo guardai perplessa, senza sapere che dire.
"Ah adesso la senti anche tu?" chiesi, alzando un sopracciglio.

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Guisgard 26-03-2018 16.53.21

“Beh, sono l'erede dei Taddei... ovvio perciò ci siano mie foto...” disse il rampollo.
Altea cercò e ne trovò diverse di foto, constatando senza alcun dubbio che raffiguravano lo stesso individuo che ora aveva davanti.

“Era proprio la voce di una bambina...” disse Elv turbato a Gwen “... scendiamo e cerchiamola, sembrava spaventata...”

Lady Gwen 26-03-2018 16.55.44

"Non penso sia una buona idea. È da quando eravamo in quel negozio che la sento. Secondo me si tratta della stessa bambina che ho visto" mormorai io, contraria.

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Clio 26-03-2018 16.57.59

Oh com'era bello vederlo impazzire in quel modo, vedergli perdere la testa, abbandonarsi ad ogni istinto, passione, voglia, senza pudore, tabù, né tutte quelle limitazioni che si legano alle persone comuni... non a noi.
Quella giostra impazzita di piacere sembrava gridare proprio quello al mondo, ed era meraviglioso.
Lui ci aveva visto dentro, senza remore o tabù, aveva abbracciato la nostra oscurità facendola sua e ora mi sembrava ancora più bella, speciale, proibita.
Tutto in quella stanza era proibito, l'attrazione tra di noi, la danza di corpi vogliosi e frementi, i gemiti che si rincorrevano, che sembravano fare a gara tra loro, il sudore, gli umori, gli sguardi persi in quella lussuria sfrenata.
Le ragazze erano libere, danzavano, toccavano, baciavano, si lasciavano completamente andare in quell'amplesso senza freni che stava sbocciando sotto i nostri occhi, e le mani di Ordifren le raggiungevano, le toccavano, le prendevano, le facevano impazzire, potevo sentire i loro gemiti ovunque intorno a me, potevo sentire il loro piacere mischiarsi a quello sfrenato di Ordifren.
Quel piacere dato dalla mia bocca, dalle mie labbra, dalla mia lingua instancabile, da quel gioco ardito che non avevo nessuna intenzione di smettere finchè non fosse arrivato al limite.
Io intanto, lo ero, lo ero eccome.
Gustare in quel modo la sua virilità, sentirlo crescere in me sempre di più, percepirne la potenza, l'eccitazione, la voglia mi faceva impazzire, sentire le ragazze che gemevano in quel modo, poi, era una tortura, il mio corpo tutto implorava di essere toccato, penetrato, preso, fatto suo.
E poi quelle parole, quel tono, era davvero troppo, l'eccitazione era insopportabile, il mio corpo sembrava esplodere sempre di più, sempre di più.
Così, senza smettere di imprigionare il suo membro tra le mie labbra, alzai lo sguardo a cercare il suo, uno sguardo assatanato, intenso, eccitato, folle.
Uno sguardo che era una silenziosa supplica di piacere.
E nel guardarlo in quel modo aumentai il ritmo, incalzando sempre di più, andando sempre più a fondo, muovendo la lingua in modo ancora più eccitante.
Volevo farlo morire... e volevo mi uccidesse.

Altea 26-03-2018 17.07.58

Le foto erano identiche...però...mi turbava quel fatto della morte del rampollo.
Presi il cellulare e scrissi un sms al dottor Taylor mio avvocato, un uomo di grande cultura ed infallibile.."Salve dottor Taylor, vorrei proporle di fare da avvocato a Guisgard dè Taddei. L' avvocato Bell dice è un impostore e ha fatto arrivare un presunto cugino dei Taddei...ho visto le foto su internet e il ragazzo è identico. L' avvocato Bell ha scoperto il rampollo è morto in un naufragio sul Pacifico e il ragazzo sostiene non sia vero..potrebbe indagare su questa morte?Perchè sembra presunta...su questo sta puntando Bell. A proposito il ragazzo dice il suo mentore sarebbe un certo Ordifren..ne sa qualcosa? Grazie Altea." inviai l' sms e poi composi il numero di mio padre..era tanto non volevo parlarci ma ora dovevo farlo sfiorando, il volto di Guisgard..."Baciami" dissi in un sussurro mentre aspettavo mio padre rispondesse.

Guisgard 26-03-2018 17.11.40

“Aspetta...” disse Elv a Gwen “... vuoi lasciarla qui ed andartene? E se le accadesse qualcosa? Se magari la trovasse il fanatico che mozza le teste?” Scendendo dall'auto e cominciando a cercarla.
Tuttavia, nonostante Elv la chiamasse non c'era più traccia di quella misteriosa bambina.
Cominciava lentamente ad imbrunire.



Il rampollo annuì ad Altea ma prima che potesse baciarla il suo cellulare vibrò per l'arrivo di un sms.
Era dell'avvocato Taylor:

“Il dottor Ordifren? Il famoso scienziato? Tutti lo conoscono, è un luminare. Credo sia meglio parlarne nel mio ufficio. Sarò qui fino alle 23.00 di stasera.”

Altea 26-03-2018 17.17.33

"Perfetto avvocato, si il ragazzo dice è uno scienziato e in una lettera diceva stava venendo qui, è pieno di sue lettere...mi porterò pure il presunto erede".

Ed inviai l' sms all' avvocato e sorrisi a Guisgard.."Il mio avvocato ha detto che ci aspetta stasera al suo studio, sarà lì fino alle 23"...un luminare..beh ora non volevo pensarci..ne avremmo parlato stasera.

"Ora...baciami e poi? Spogliami" dissi vicino a lui, tanto vicino...oh stavolta speravo non ci interrompessero.

Lady Gwen 26-03-2018 17.18.52

"Hai capito almeno un accidente di quello che ho detto?" esclamai, più preoccupata che arrabbiata, ma era già sceso.
Ovviamente non trovò nulla.
Scesi a recuperarlo.
"Ti ho detto che ho sentito quella voce dentro il negozio, per strada, in macchina, ovunque, la voce di una bambina che probabilmente non esiste e che solo io ho visto, ti è più chiaro ora il concetto?" impaziente di andarmene a casa e di lasciare la brughiera.

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Guisgard 26-03-2018 17.41.59

“Stai diventando isterica.” Disse seccato Elv a Gwen. “Intrattabile.” Fissandola.
Cercò ancora la bambina.
Chiamò e guardò intorno alla quercia, ma senza trovare nulla.
Ormai il crepuscolo era giunto e la sera appariva prossima.
“Nulla...” rassegnato Elv “... non c'è nessuno qui...” rammaricato.

Il rampollo sorrise ed annuì ad Altea come un bimbo felice a cui è stato promesso un giocattolo.
Allora si avvicinò alle labbra di lei e vi lasciò un bacio, veloce ed imbarazzato.
Poi la guardò tutta.
“Si, ti spoglio...” disse con l'acquolina in bocca.
Slacciò titubante la vestaglia ed aprì il tutto, fissando lascivo le nudità della bella stilista.
Ma lei aveva ancora il cellulare che chiamava il numero di suo padre e questi rispose.
“Si? Pronto?” Il padre di Altea al cellulare.

Clio non si fermava, non cessava di assaporare la virilità di quell'uomo.
Lui la guardava con gli occhi velati dall'eccitazione ed il volto marcato dal godimento, mentre con le mani toccava e faceva impazzire le altre ragazze intorno a lui.
“Ohhhh... brava...” disse guardando Clio che continuava ai suoi piedi “... brava la mia piccolina...” con voce pulsante di chi era ormai al limite.
Allora le tese una mano.
“Vieni, bambina mia...” fissando Clio con un ghigno lascivo.

Lady Gwen 26-03-2018 17.50.26

Rimasi di stucco.
Rettifica: questo era davvero il colmo!
Mandai entrambi al diavolo nella mia testa e tornai in macchina, mentre lui insisteva a cercare e cercare.
Poi lo guardai assottigliando appena lo sguardo quando tornò da me deluso.
"Speravi davvero di trovare una bambina la cui voce mi ha seguita per tutta la brughiera?" chiesi, con tono pacato e retorico "Non posso nemmeno dire di essere diventata schizofrenica, visto che alla fine l'hai sentita anche tu, ma resta il fatto che quella bambina non esiste" dissi alla fine.
Poi guardai il cielo.
"Ormai è pure sera, quindi nove su dieci rimarremo qui anche stanotte, morirà qualcun altro e tutto il resto..." scuotendo la testa.

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