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No non lo visto in volto dissi guardando il prete mi a solo detto di dirvi della messa in questo posto e mi donò quello che avete in mano cosa rappresenta ? domandai guardandolo negli occhi
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Cavalcarono fino all’acquedotto per poi oltrepassarlo.
Sheylon era con loro. Poi, appena superato l’acquedotto, Guisgard arrestò la sua corsa. Luthien fece lo stesso. Erano giunti in una valle e lui si guardava intorno. “Siamo giunti in una terra che non conosco…” disse a Talia “… e poi questo acquedotto… sembra dividere in due la strada… cosa ci sarà da quest’altra parte?” Sheylon grugnì. “Tu come stai, Talia?” Domandò il cavaliere. “Sei stanca?” Ma proprio in quel momento apparvero tre uomini lungo la strada. Dai loro abiti era facile comprendere le loro identità. Vi era un domenicano, un rabbino ebreo ed un imam mussulmano. Parlavano vivacemente tra loro. “Perdonatemi…” li interruppe Guisgard “… siamo stranieri in queste terre… potreste indicarci la città o il paese più vicino?” “Dipende…” disse il domenicano. “Da cosa?” Chiese incuriosito Guisgard. “Da quello che cercate…” rispose il rabbino. “Cerchiamo solo un luogo che possa accoglierci.” “Non è vero, voi cercate altro, cavaliere…” fissandolo il domenicano. Guisgard si voltò verso Talia e poi tornò a guardare i tre. “Si, cerco un uomo…” “La strada seguirà tre direzioni a breve…” spiegò il domenicano “… quella di mezzo vi condurrà verso le colline…” “Quella di sinistra sui monti…” intervenne il rabbino. “Quella di destra invece” disse poi l’imam “verso la piana attraversata da un fiume…” Guisgard si rivolse allora a Talia: “Scegli tu… che strada vogliamo imboccare?” |
Kojo sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“La notte passa in fretta” disse “e domattina sarò pronto per il mio duello…” Baciò la donna prima sulle labbra, poi sul viso e sul collo, mentre le sue mani cominciarono ad allentare i lacci del vestito di lei. Ma proprio in quel momento entrò qualcuno. “Ricomponetevi, sir Kojo.” Fece Shoyo. “Ora non c’è tempo per queste cose… rivedrete dopo le vostre donnine.” “Così entrate nei miei alloggi?” Infastidito Kojo. “Questo è il quartiere generale della compagnia” rispose la lady guerriera “e voi avete il dovere di far rispettare la disciplina.” “Domani ho un duello ed ora devo svagarmi.” Disse il cavaliere. “Non ci sarà alcun duello.” Fissandolo la donna. “Lord Guxyo vi ha evitato di battervi.” “Come sarebbe?” “Non abbiamo tempo per queste cose.” Kojo allora si alzò e si sistemò. Shoyo fissò poi Elisabeth. “Ah, siete voi…” mormorò “… i miei complimenti allora, milady…” |
Il cavaliere sorrise a quelle parole di Altea.
“Ahimé, è dunque vero…” sospirò “… nel mio errare non ho mai veduto ninfe e fate e allora devo proprio convincermi che esse non esistono, se non nei sogni dei poeti e dei cantori…” si lavò il viso da una fontanella accanto all’ingresso della locanda “… però, ad essere sincero, non ne sento la mancanza… vagare ed incontrare una donna bella come voi non fa di certo rimpiangere muse e ninfe… quanto alla magia poi, beh, un incontro come questo è già intriso di magia, non pensate?” Si asciugò il volto e torno a fissare Altea. “Il mio nome è Fyellon e sono un soldato di ventura, milady. Posso avere l’onore di offrirvi qualcosa da mangiare e da bere in questa locanda? Fatelo per amore verso la cavalleria… farete compagnia ad un povero cavaliere errante.” E sorrise. |
"Piacere di conoscervi...messer Fyellon..ma voi continuate a proferire parole troppo..dolci diciamo...volete farvi arrestare dalle Guardie? Io accetto il vostro invito ma vi conviene parlare in modo..normale..altrimenti in locanda potreste correre seri pericoli..anzi vorrei chiedervi come mai siete entrati a Tylesia sfuggendo al controllo dei Cavalieri del Tulipano, io vi sono entrata da prigioniera senza aver commesso nessun reato". Fissavo il cavaliere, qualcosa mi diceva di stare attenta, era una strana sensazione.
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Citazione:
“Si...” mormorai, riaprendo gli occhi “Sto bene!” Ma non aggiunsi altro perché tre voci mi interruppero. Ascoltai Guisgard parlare con loro... mi sembrava, dal suono della sua voce, che fosse perplesso... eppure non replicò. Citazione:
“Scegliere la via da seguire è facile sull’onda delle sensazioni...” osservai tra me “Il difficile, semmai, è mantenere quel proposito nei momenti di difficoltà!” Con garbo, chinai appena la testa per ringraziare i tre uomini... ed, con un sorriso a Guisgard, incitai appena Luthien a proseguire per la via centrale... Fatti solo pochi passi, tuttavia, mi fermai di nuovo, folgorata da un pensiero. “Miei signori...” mormorai allora, tornando a voltare impercettibilmente la testa dalla loro parte “Ancora una domanda, vi prego. Sapete... io ho visto una città. Una città con guglie d’oro e d’argento, con palazzi di maiolica che risplendono al sole, con alte mura candide e con strade lastricate di lucida ceramica... una città che sorge su di una calda e fumante laguna... ditemi, miei signori, avete mai sentito parlare di una tale meraviglia?” |
A quelle parole di Talia, i tre si scambiarono rapide occhiate.
“Una città di tali fattezze” fece il domenicano “è sconosciuta ai più. E forse dimora solo nei sogni.” “O forse nei cuori.” Intervenne l’ebreo. “O, chissà, nello spirito.” Disse l’imam. “In verità” avanzando di un passo il domenicano “noi cerchiamo qualche altra cosa…” “Qualche cosa che, chissà, può trovarsi in una città simile a quella da voi descritta…” disse l’ebreo a Talia. “Racchiusa, forse, nel miraggio che ha incantato il vostro sogno…” aggiunse l’imam. “Cos’è che cercate?” Domandò incuriosito Guisgard. “Ciò che cerchiamo ha molti volti.” Rispose il domenicano. “Allora come farete a riconoscerlo?” “Ognuno di noi cerca il volto che conosce.” “Perché cercate quella cosa?” “Per trovare la felicità.” Rispose l’ebreo. L’imbrunire, intanto, si faceva annunciare. “Meglio ripartire, Talia…” disse Guisgard. Ringraziò allora i tre, per poi, con la ragazza e la tigre riprendere il cammino. “Allora la strada centrale!” Esclamò mentre cavalcavano. Poco dopo, finalmente, videro un paese adagiato sulle colline lontane. Imboccarono così la strada che conduceva al centro abitato, ma poco prima di raggiungerlo qualcosa di strano apparve ai due. “Che cosa strana…” mormorò Guisgard “… la strada è quasi completamente ricoperta da rose bianche… sono ovunque… molte delle quali sono rovinate…” Il vento soffiava sulla strada e faceva volare i petali in ogni direzione. Alcuni dei quali arrivavano ad accarezzare il volto di Talia. |
Non avevo mai provato la netta sensazione di sentirmi una prostituta.....tra le mani di un uomo per evitare un duello...di un uomo che magari si era dimenticato anche della mia esistenza........una cosa ero in grado di fare, dividereil mio corpo dalla mia anima, potevo vedermi inerme tra le braccia di Kojo....eppure la mia pelle era arrossata per l'avidita' delle labbra di quell'uomo.....ma avevo il dono di non percepirlo.....Shoyo, non avrei mai pensato che quella donna un giorno mi avrebbe portato buone notizie....il duello era stato naturalmente annullato.....sentii il corpo dell'uomo allontanarsi dal mio.....ed ebbi la stupenda sensazione di essermi liberata di un peso......vidipero' lo sguardo disgustato della donna, una donna cavaliere che in realta' avrebbe dovuto avere dei sani principi....ma che in fondo era spietata con tutti e con il mondo femminile in particolare.......mi rialzai reggendo il corpetto per evitare di rimanere nuda....e mentre cercavo di risistemarmi...." Vi ringrazio Shoyo...siete stata provvidenziale, anche se la pensate diversamente, ci sono momenti in cui l'apparenza inganna.......ci sono molte armi a nostra disposizione e con ognuna di essa si puo' trovare la via d'uscita.....e credetemi, il fato mi e' stato propizio..."..............salutai Kojo e Shoyo....ed uscii dalla stanza, avevo un senso di nausea che mi attanagliava lo stomaco.....dovevo raggiungere la mia stanza, il fatto che il duello era stato scongiurato.....mi aveva appagata per tutte le umiliazioni subite...............
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Ascoltai le parole dei tre uomini con vivo interesse... avevo la sensazione che esse celassero più di quanto non riuscissi in quel momento a comprendere, così le ponderai e le mandai a memoria.
Poi Guisgard li ringraziò e proseguimmo il cammino... Citazione:
“Rose bianche?” mormorai “La rosa bianca è simbolo di purezza... Chi può averle lasciate su questa strada?” Sollevai una mano e qualche petalo rimase incastrato tra le mie dita... “Sono ancora freschi!” soggiunsi “Andiamo... affrettiamoci ad arrivare in città, forse lì scopriremo il loro significato!” Un vento gelido si era alzato in quel momento... un vento che non mi sembrava promettere niente di buono... e tuttavia non dissi a Guisgard quest’ultima cosa, non volevo che si preoccupasse più di quando non lo fosse già. |
Elisabeth ora vagava per il palazzo, con ancora la sgradevole sensazione che Kojo le aveva fatto provare.
Ad un tratto un servitore le andò incontro. “Milady, la regina vi ha fatto chiamare.” Disse. “Prego, seguitemi.” E la condusse dalla sovrana. “Venite pure avanti, lady Elisabeth…” fece la regina “… sin dal vostro arrivo siamo stati colpiti dai vostri modi e dalle vostre conoscenze… e vogliamo quindi sottoporvi una certa questione… tempo fa giunse qui a Tylesia un uomo… era vestito di stracci e faceva strani discorsi… forse ha perduto il senno ed ogni altro bene… siete disposta ad incontrarlo, milady?” |
elisabeth
Volevo trovare solo un po' di pace.....solo un po'.....sino a quando non fui invitata nelle stanze della Regina, voleva parlarmi.....mi diedi un contegno ed entrai, lei era li' un viso dolcissimo la cui fierezza era palese se si osservavano i suoi occhi.....ascoltai le sue parole..." Mia Signora, sono felice di sapere che posso esservi utile.......potete disporre di me come meglio riterrete opportuno...spero solo di potervi aiutare....".....rimasi ferma davanti a lei......chissa' chi era quest'uomo...
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Presi il sarcofago e portandolo alle dimensioni normali lo riaprii.. Rimostrando L'armatura.. Poi senza parlare fissai Nigros..
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Fyellon sorrise ad Altea.
“Farmi arrestare?” Stupito il cavaliere. “Oh, vi assicuro che non è certamente mia intenzione, milady. Anzi, vi dirò, tengo molto alla mia libertà. Ma, ditemi... davvero si corre il rischio di essere arrestati per cose simili in questa città? Parlare in modo cortese è dunque un reato in questo luogo?” Scosse il capo. “Devo dire che è davvero singolare tutto ciò... e chi sono quei cavalieri che avete citato prima? Il Tulipano? Mai sentita una compagnia cavalleresca con un nome di simile... da ciò che dite questo luogo sembra tutt'altro che un reame tranquillo... ma vi prego, discuteremo meglio davanti a qualcosa di caldo.” Aprì allora la porta della locanda ed attese che Altea entrasse prima di lui. |
La regina annuì a quelle parole di Elisabeth e fece cenno ai servi di condurre il misterioso uomo.
Poco dopo un uomo fu portato davanti alla regina. “Salute a voi, maestà...” disse l'uomo “... mi avete fatto chiamare?” “Si, messere.” Rispose la regina. “Come state oggi?” “Discretamente, mia sovrana...” sorridendo appena l'uomo “... adoro le verdure e quelle avrei voluto mangiare oggi, sapete? Ma purtroppo sembra che i broccoletti oggi mancassero nelle cucine del palazzo.” “Ne siamo addolorate, messere.” Fece la regina. “Perchè non provate i cetrioli? Erano squisiti a pranzo oggi.” “Proverò, vostra maestà?” “Possiamo presentarvi una nostra dama?” “Certo, maestà.” annuendo l'uomo. “Questa è lady Elisabeth e desidera conoscervi.” “Salute a voi, milady.” Rivolgendosi con cortesia l’uomo ad Elisabeth. “Ditemi, mi portate forse notizie sui miei amati cigni?” Elisabeth aveva riconosciuto quell'uomo: era il capitano Goz, colui che li aveva condotti sul Calars con il suo Carrozzone. |
Nigros allora fece cenno a Daniel ti togliere la pesante corazza dal sarcofago.
“Ora devi indossarla, ragazzo...” disse il medico “... così scopriremo le risposte a quelle tue visioni...” Nigros, così, aiutò Daniel ad indossare la corazza. L'armatura, in un primo momento sembrava pesare quintali, ma una volta indossatala, Daniel non avvertì alcun peso. Era leggerissima, come se fosse fatta di nebbia. “Estrai Giada...” fece Nigros “... fallo e vediamo cosa accade, ragazzo...” |
Padre Nicola apparve pensieroso.
Fece poi cenno a Cavaliere25 di seguirlo. Attraverso delle rocce raggiunsero la piccola cascata e tra le acque si mostrò una piccola apertura. Era simile ad una cappella scavata nella pietra. All'interno vi era conservato un sarcofago, sulla cui superficie era scolpita l'immagine di un cavaliere. E l'elmo dell'immagine era in tutto e per tutto simile a quello raffigurato sul monile che la misteriosa figura aveva dato al boscaiolo. |
Guisgard e Talia, seguiti dal fedele e possente Sheylon, proseguirono lungo la strada, mentre quel vento freddo faceva volare i bianchi petali di quelle rose.
Poco dopo arrivarono nel centro abitato. Era un paesino adagiato ai piedi di verdi e tenere colline. Giunti davanti ad una locanda, Guisgard saltò giù dal cavallo ed aiutò poi anche Talia a scendere. Sul portico stava il locandiere, impegnato a lavare alcune botti. “Ci occorre un giaciglio per riposare” avvicinandosi Guisgard “e un pasto caldo.” “Che animale è mai quello?” Turbandosi il locandiere. “Oh, non abbiate paura, non vi causerà noie.” “Credete?” “Certo.” “Beh, magari è come dite” replicò il locandiere “ma potrebbe spaventare i clienti. Qui nessuno ha mai visto un animale simile.” Guisgard allora si accovacciò e Sheylon gli si avvicinò. “Sentito, amico mio?” Accarezzandolo Guisgard. “Sarà meglio non insistere troppo… va, raggiungi il bosco e attendi là un mio segno.” La tigre emanò un sordo brontolio e poi corse via verso il bosco. “Appartenete ad un circo, messere?” Domandò il locandiere. “No, tutt’altro.” Rispose Guisgard. “Sono un cacciatore di taglie. Mia sorella è stanca, abbiamo cavalcato per un bel tratto… vorrei riposasse, per favore.” Il locandiere annuì e poi chiamò sua moglie. “Seora! Accompagna la ragazza di sopra.” La donna uscì e si avvicinò a Talia. Guisgard prese la mano della ragazza e la diede alla donna, per poi indicare a questa, con un cenno, gli occhi di Talia. La donna annuì e poi accompagnò la ragazza al piano superiore della locanda. “Ecco, qui potrete riposare.” Disse la donna appena entrarono in una stanza. “Il letto è comodo e le lenzuola sono profumate. Qui sul comodino c’è una brocca d’acqua fresca.” Riempì un bicchiere e lo mise accanto alla brocca. “Se vi occorre qualcosa basta suonare questo.” Dando alla ragazza un piccolo campanellino di ottone. “Io sono di sotto. Buon riposo, milady.” La donna uscì e poco dopo Talia cadde addormentata per la stanchezza. Il vento ululava tra le nuvole che inquiete si rincorrevano e contorcevano nel Cielo. Si poteva indovinare la forza di quel vento che soffiava senza sosta sulle cime della boscaglia, rendendole quasi deformi nei tronchi e con i rami protesi tutti in un sol senso, come se implorassero clemenza in quel giorno d’ira. La torre si ergeva muta e austera, con la base sommersa da incolti cespugli spinosi e le murature ricoperte da sterpi e rampicanti. E sembrava or ora sul punto di capitolare a quell’assedio portato dalle forze della natura. Talia fissava l’inquieta boscaglia con i capelli in balia del vento e i pensieri alla mercè di una lenta malinconia mista a solitudine. “Non restate qui al freddo, milady…” disse la badessa “... rientrate, vi supplico... ora che avete riacquistato la vista potrete vedere il Fiore... ma se resterete qui allora c’è il pericolo di ammalarvi di nuovo...” Ad un tratto alcune novizie salirono correndo. “Per l’Amor del Cielo!” Le riprese la badessa. “Che modi sono questi? Non siete più delle fanciulle!” “Madre…” rispose una di quelle “… siamo qui per vedere lo spettro... dicono appaia per lamentarsi al crepuscolo...” “Si, vogliamo vedere il fantasma del vecchio cavaliere ucciso dal suo stesso figlio!” Disse un’altra di loro. “Nessuna vedrà niente!” Sentenziò la badessa. “E ora su, ognuna nella propria celletta!” Ma appena rimasta sola, Talia fu scossa dal suono di una tromba. Si affacciò e vide qualcosa. Un lungo corteo di cavalieri preceduti da 7 chierici dai lunghi abiti neri. Ciascuno di questi portava una Croce gemmata dai superbi bagliori. Dietro di loro alcuni penitenti si flagellavano e si lamentavano, mentre qualche passo più indietro avanzavano dei monaci che recitavano orazioni tratte dalla Liturgia dei Morti. Appresso, finalmente, avanzavano i cavalieri. Erano preceduti da un cappellano che portava una Croce di legno spoglia e umilissima. I cavalieri, 13 in tutto, indossavano corazze di un colore simile alla nebbia. Il corteo era chiuso da un carretto, guidato da un gobbo, che trasportava una bara chiusa. “Non potremo resistere al lungo!” Gridò la badessa che era di nuovo salita in cima alla torre. “Milady…” fissando Talia “... milady... vale davvero tanto difendere il tesoro rinchiuso in questa torre?” Il canto del Gallo destò Talia da quel sogno. |
"Sir Fyellon...si, prima ero per una stradina e vi erano dei buffi bimbi che giocavano a Lancillotto e Ginevra e la madre venne subito a prenderli...mi disse non si può parlare di amore, e nemmeno sogni mistici..tutto ciò che è fuori dal razionale insomma..questo è un regno strano. Io vi sono arrivata da naufraga dal Calars...con..altri amici...e subito fummo presi da questi Cavalieri del Tulipano...vedete quelle luci e quel palazzo sopra quel colle? ecco...è il palazzo della Regina e ivi trovate questi Cavalieri, che hanno in un certo senso, preso potere in questo Regno e si dice vi siano dei nemici in agguato fuori dalla città. Ma non voglio più parlare di questo, sono fuggita da quel palazzo...era una prigione d'oro".
Fyellon aprì la porta ed entrai, dentro vidi donne e uomini e ad un tratto mi accorsi che mille occhi erano puntati su di noi...speravo fosse stata una bella idea quella di entrare in quella locanda. |
Come se fossi cieca....allo stesso modo le mie orecchie ascoltarono quella voce....non vi era la necessita' che mi voltassi verso di lui....ne riconobbi ogni inflessione....era magro e provato il suo corpo era vecchio e curvate le sue spalle, come se macigni enormi fossero state posate su di esse, ascoltai quel dialogo assurdo.....broccoletti lui adorava i broccoletti e lei mite e rassegnata le porgeva piatti prelibati di verdi cetrioli......quando Goz si volto' verso di me, riconobbi in lui l'ombra del senno perduto....ma i suoi cigni erano li' nel suo cuore e nella sua mente......" I vostri cigni Signore...sono in mani sicure e il vostro cuore puo' battere tra le loro fragili piume.....Goz non vi ricordate di me ?......ero sul vostro battello...Il carrozzone....voi siete stato generoso con ogni creatura che avete incontrato sul vostro cammino...ed ognuna di loro pensera' a salvare i vostri cigni..."......Guardai la Regina....e solo tra donne che regnando ne conoscevano le regole...le feci comprendere che conoscevo l'uomo.....
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Aprii lentamente gli occhi... e per un attimo mi parve strano ritrovarmi in quel buio.
Le immagini di quel sogno erano ancora vivide in me... tredici cavalieri con le corazze color della nebbia, un vento implacabile, una torre cupa e austera, solitudine e malinconia, la badessa, un tesoro da proteggere... un tesoro... La mia mente si inceppò su quel dettaglio... un tesoro? Poi di nuovo le parole della badessa... ‘Ora che avete riacquistato la vista potrete vedere il Fiore...’ Il Fiore... Distrattamente allungai una mano sul tavolo che sapevo essere vicino al letto e trovai il bicchiere... lo strinsi e bevvi qualche sorso d’acqua fresca... questo mi schiarì un po’ le idee. Avevo sempre avuto visioni e sogni premonitori, fin dalla più tenera età... talvolta, tuttavia, distinguere tra sogno e premonizione era tutt’altro che semplice. E tuttavia avevo imparato ad attendere... avevo imparato che non si poteva forzare la mano a quel potere, si poteva soltanto accettarlo e si poteva sforzarsi di comprenderlo per poter poi agire al meglio. Cautamente, dopo aver bevuto ancora un po’ d’acqua, riappoggiai il bicchiere. Scostai, allora, un po’ le soffici coperte e mi sollevai leggermente, mettendomi seduta con la schiena appoggiata al cuscino... “Guisgard?” chiamai, chiedendomi se fosse lì. |
Guardai il sarcofago e dissi guardando padre Nicola chi giace qui? avete voglia di raccontarmi la storia di quel cavaliere? e aspettai una sua risposta mentre continuai a guardare quel sarcofago
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“Qui dimora qualcosa di sacro, ragazzo mio...” disse padre Nicola a Cavaliere25 “... qualcosa dotato di una potenza inimmaginabile...” lo fissò “... qui riposa la corazza dell'invincibile Cavaliere Blu, il custode delle acque...”
In quello stesso istante Cavaliere25 sentì qualcosa... Avanzava dalla selva e si arrestò proprio davanti alle acque dello stagno. Era un essere mostruoso, in groppa ad un cavallo scarno e consumato da un morbo che ne divorava costantemente le carni. “Sono qui per sfidarti, Cavaliere Blu!” Gridava l'essere mostruoso. Acciaio e peli ricoprivano il suo corpo e nella mano brandiva una lunga sciabola sporca di sangue. “Avanti, destati ed affrontami, maledetto!” Quella terribile scena era apparsa al boscaiolo. |
Altea e Fyellon entrarono nella locanda e subito presero posto ad uno dei tavoli.
L'ambiente era colmo di gente e tutti sembravano divertirsi senza troppi problemi. “Si, davvero singolare ciò che mi avete raccontato, milady...” disse il cavaliere “... un regno con leggi che limitano la libertà del popolo, assurdo... e poi, non vedo come possa far male parlare d'amore... quanto a Lancillotto e Ginevra... perdonatemi se vi sono parso confuso e assente... vedete, la bellezza di quella leggenda è offuscata ai miei occhi da un triste ricordo... un tempo conoscevo qualcuno che amava parlare della storia di Lancillotto e Ginevra... ne era affascinato e si vantava di voler divenire un giorno come il Primo Cavaliere di re Artù... ma era in realtà un animo meschino ed egoista, superbo ed arrogante, tanto da non nutrire neanche riconoscenza verso suo padre...” esitò “... perdonatemi, ma purtroppo non sono bei ricordi...” Chiamò allora il locandiere ed ordinò da mangiare e da bere. “Io sono in cerca di un impiego, milady...” fissando Altea “... e forse potrei trovarlo al palazzo della regina... voi che ne dite?” http://images2.fanpop.com/image/phot...63-500-283.jpg |
Goz fissò Elisabeth per alcuni lunghi istanti.
Poi sorrise appena ed annuì. “Da ragazzo” cominciò a dire “ricordo che sotto casa mia vi era una taverna… non era un posto che rapiva per bellezza e comodità, si trovava infatti lungo una strada che non tagliava direttamente verso la capitale, ma il suo profumo saliva fin nella mia stanza ed attirava ogni giorno molti clienti… la specialità della taverna erano le focacce calde con formaggio e salsiccia, ma anche la frittata di piselli e prosciutto… sapete qual è la vera ricetta per una degna frittata, milady?” Domandò ad Elisabeth. “Aggiungerci del latte.” Annuì. “Si, olio d’oliva e una punta di latte. Questo occorre per dare la giusta doratura ad una frittata. Siete mai stata nella Gallia? O nelle regioni dei bretoni? Lassù hanno verdi pascoli dove le mucche possono mangiare erba rigogliosa e danno così dell’ottimo burro. E loro cucinano utilizzando ovunque quel loro burro. Ma per una buona frittata occorre dell’olio buono come solo le nostre regioni del Sud sanno dare.” “Forse ora siete stanco, messer Goz.” Intervenne la regina. “Continuerete più tardi la vostra conversazione con lady Elisabeth.” Goz annuì e mostrò un inchino alla sovrana, per poi salutare con un cenno del capo Elisabeth. “I miei cigni non sono al sicuro…” disse sottovoce ad Elisabeth mentre le passava accanto per andare via “… non mentitemi anche voi, vi prego… sapete bene che non sono stato abbastanza fortunato per morire intrappolato in quel naufragio e il ricordo dei miei cigni mi uccide ogni giorno di più… aiutatemi, vi prego…” Un attimo dopo uscì dalla sala. “Curioso personaggio, vero?” Rivolgendosi la regina ad Elisabeth. “Voi cosa ne pensate, milady?” |
Guisgard portò i cavalli nella stalla della locanda e subito un uomo gli andò incontro.
“Mi raccomando, hanno cavalcato molto.” Disse il cavaliere allo stalliere. “Non temete, messere, ci penserò io.” Sorridendo l’uomo. Cominciò così a preparare nuovi ferri per i due cavalli. “Giungete da molto lontano?” Domandò lo stalliere. “Si, veniamo dalla terra che precede i ponti dell’acquedotto.” “E cosa vi ha spinto qui?” “Sono un cacciatore di taglie” rispose Guisgard “e sto cercando un uomo.” “Un tipo pericoloso, messere?” “Si, un assassino.” “Capisco.” Asciugandosi il sudore lo stalliere. “Ma dalla vostra determinazione non dubito che riuscirete a trovarlo.” “Ditemi… giungendo qui abbiamo trovato la strada ricoperta quasi tutta da rose bianche…” “Ah, si…” “Come sono finite tutte quelle rose sulla strada?” “Domandatelo in giro” fece lo stalliere “ed ognuno vi darà una risposta differente… per il mio padrone, il locandiere, le avrà perdute un carro che veniva dal bosco… sua moglie, invece, sono certo che risponderà che è stato a causa di un matrimonio, perché le rose sono di buon auspicio per una sposa… per il curato del paese, statene certo, sono lì per una processione…” “E se lo domandassi a voi invece?” Fissandolo Guisgard. “Sono solo uno stalliere…” ridendo “… e la mia risposta sarebbe solo un’altra da aggiungere a quelle precedenti… se siete così curioso, beh, potreste chiederlo al vecchio del Belvedere… sempre se riuscirete ad avvicinarvi al suo palazzo…” “Chi è il vecchio di cui parlate?” “Un vecchio che abita al Palazzo del Belvedere…” rispose lo stalliere “… e chissà che non conosca anche l’uomo che state cercando…” “Potrebbe?” “Lui dice di essere stato un maestro di cavalleria e cortesia…” ridendo lo stalliere “… e di conoscere i migliori cavalieri del regno…” “Allora forse dovrei cercare lì…” mormorò Guisgard “… prima, nel parlare del vostro lavoro, non so… ho colto un vago senso di insoddisfazione…” “Io?” Sorridendo lo stalliere. “Beh, faccio questo lavoro da poco… prima invece facevo il lavoro più bello del mondo… l’allevatore di piccioni.” E rise. “E perché avete smesso?” “Ero socio con un mio parente…” raccontò lo stalliere “… e l’attività rendeva bene… sembra strano, ma tutti cercano piccioni viaggiatori…” Guisgard ascoltava. “Ne avevamo uno formidabile!” Continuò lo stalliere. “Talmente veloce che decidemmo di chiamarlo Sibilo… niente poteva fermarlo… né vento, né pioggia e nemmeno l’afa o il gelo… Sibilo era il piccione preferito di un nobile cavaliere… si fidava solo di quello per mandare i messaggi alla sua amata, l’infelice moglie di un barone… poi, un giorno, finalmente il cavaliere si decise e rapì la sua amata ed insieme fuggirono via… e quello fu l’ultimo giorno che vidi Sibilo… e senza quel piccione non aveva più senso continuare quel lavoro e sono finito qui a badare ai cavalli dei clienti del mio padrone… non che mi lamenti più di tanto, egli è un buon uomo, molto generoso.” “E il cavaliere e la sua amata dove sono andati?” Chiese Guisgard. “Per il suo valore” rispose lo stalliere “il re gli aveva dato un titolo e un feudo… ed è lì che vive felicemente con la sua donna ancora oggi.” “E il piccione?” “Eh, quel piccione…” ridendo lo stalliere e battendo sul ferro ancora caldo “… credo sia al servizio di qualche altro innamorato… del resto non sapeva fare altro che portare biglietti con versi e rime d’amore… eh, il mio Sibilo… mi piace immaginare che aiuti qualche amante ancora troppo timido o titubante nell’aprire il proprio cuore all’amata…” fissò Guisgard e sorrise. Intanto, nella locanda, al piano di sopra, Talia si era svegliata ed aveva chiamato Guisgard. La moglie del locandiere, sentendo la voce della ragazza, tornò nella sua stanza. “Dormito bene, milady?” Domandò sorridente. “Avete fame?” |
Ci sedemmo e Fyellon ordinò da bere e mangiare e ascoltai le sue parole con attenzione "Mi spiace di aver destato un brutto ricordo in voi, veramente questo è..un regno strano. Quanto al racconto e alla persona che avete nominato...sono della convinzione che il racconto in sè dei due amanti non abbia niente di sbagliato, voi la vedete cosi per la persona che..si faceva chiamare come avete detto voi "Primo cavaliere", buffo nome!!Mi spiace vi abbia ferito, ma non posso giudicare senza conoscere..d'altronde pure io ho lasciato mia madre senza dirle nulla per intraprendere questo viaggio" Vi fu un attimo di silenzio...poi quella domanda improvvisa...trovare un lavoro presso la corte della Regina.
"Sir Fyellon...ma cosi dovrei tornare in quel Palazzo? Io sono scappata da là, se volete posso darvi un consiglio..recatevi nel palazzo...e chiedete di parlare con sir Reas, è il capitano delle guardie reali, ma cercate di stare lontano dai Cavalieri del Tulipano, sono persone pericolose, secondo me stanno tramando qualcosa" Lo fissai...non sapevo se tornare pure io nel palazzo...pensai ad Elisabeth. |
Indossai l'armatura diventata leggerissima e estrassi la spada.. Una luce verde e intensa invase la stanza e davanti a me la vidi.. Una donna.. Vestita di nero.. Che mi fissava.. Era Giada?
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che succede adesso senti qualcuno che vuole sfidarmi un cavaliere cosa devo fare dissi guardando padre Nicola non posso sfidarlo non ho armatura ne spada dissi
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Fyellon ascoltò con attenzione le parole di Altea.
“Non parliamo più di tristi ricordi…” sorridendo alla ragazza “… anzi, teniamo lontano il pensiero di gente cattiva…” in quel momento il locandiere servì in tavola dello stufato e una brocca di vino “… parlatemi del palazzo reale di Tylesia. Perché siete scappata? E per quale motivo vi sentivate come imprigionata?” Domandò Fyellon ad Altea mentre riempiva i loro bicchieri con quel vino. |
Ascoltai Goz....in maniera attenta, sembrava che avesse intrapreso l'arte Alchemico culinaria.........ci sono persone che decino di dar sfogo all'anima intraprendendo la strada della demenza e Goz sembrava uno di questi......C'era una taverna e la taverna non si trovava all'interno della citta'.......le dolci lande della Gallia e della Bretannia......un verde infinito...questa taverna era tra i boschi e i suoi cigni erano in mano a chi non poteva toccarne le fragili piume......" Non vi ho mai mentito Goz, non l'ho fatto sul Carrozzone e non lo faro' adesso..." cosi' rispoi mentre lo vidi lasciare la stanza....." Vedete mia Regina, l'essere umano ha delle doti straordinarie......c'e' in lui, una straordinaria lucidita' in un mare di tenebre....chiedo a voi con molta umilta',cosa vedete in quest'uomo ?..."..
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La donna fissava Daniel.
Lo fissava e gli sorrideva. Tutt’intorno a lui aveva assunto fattezze diverse. Il cielo era coperto e un fitto vento batteva sul bosco. Il ragazzo non era più insieme a Nigros nel palazzo di Tylesia. “Ora sei il Cavaliere Verde” disse la donna “e l’elemento che ti protegge è la Terra… io sono Giada, lo spirito della tua spada… ora ascoltami bene, perché ti svelerò i segreti della tua corazza... ma ricorda... tu hai avuto un grande privilegio... sei stato scelto come custode e guardiano di questa potente armatura... dipenderà da te se essere simile ad un invincibile cavaliere, oppure un distruttore e un flagello... ora sei il Cavaliere Verde...” Giada fece qualche passo verso di lui “... l’armatura è fatta di una lega sconosciuta e dagli infiniti poteri... ti sembrerà di non poterti muovere...” Infatti Daniel non riusciva a muovere nemmeno un dito. “Ma è solo dettato dai limiti della tua condizione umana…” continuò Giada “... libera la tua mente ed il tuo spirito... non pensare a nulla... devi entrare in simbiosi con la tua armatura, fino a quando sentirai di non avere più nulla addosso... in quel momento vorrà dire che sei diventato una sola cosa con la tua armatura, Daniel…” http://storage.siliconera.com/wordpr...Kain_thumb.png |
La regina fissò Elisabeth.
“Noi vediamo in lui un uomo ormai vittima di una demenza senza cura.” Disse. “E voi invece? Voi cosa vedete in lui? Racconta una storia simile a quella narrata da voi, da lady Altea e da quel ragazzo ora assistente del dottor Nigros... forse il naufragio gli ha procurato la perdita della ragione… voi ricordate di averlo visto a bordo dell’imbarcazione che vi ha condotti qui?” In quel momento entrò nella sala il ministro Berengario. |
Un Unica storia..questa era parte della verita', perche' ogni persona sul carrozzone aveva avuto una sua motivazione per intraprendere quel viaggio......e non avevamo avuto il tempo di raccontarcelo......un ricordo avevo impresso nella mente, l'uomo che mi aveva fatto visitare il cuore del Carrozzone, una grande caldaia che sbuffava schizzi di carbone incandescente......e i due cigni a cui io non avevo dato tanto peso, c'era Isolde che impegnava la mia mente.........Altea che non vedevo da un po'...e di cui sentivo la mancanza...ed infine c'era Daniel, Daniel che stava vivendo un'esperienza straordinaria e io non ero con lui.........ci fu un piccolo vortice di aria fredda intorno a me e un odore possente di foglie e fiori.......fu solo un attimo e decisi cosa rispondere alla regina...."...La storia di questo uomo e' vera come e' vera la storia di chi e' arrivato presso il vostro regno....c'e' un unica persona che....."....rimasi in silenzio perche' si apri' la porta ed entro' il Ministro Berengario...
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Padre Nicola si voltò e fissò la selva.
“Io non vedo nulla, ragazzo…” disse il chierico a Cavaliere25 “... cosa hai visto? Hai forse le allucinazioni?” “Destati dal tuo sonno secolare, cavaliere!” Gridò l’essere demoniaco dalla selva. “Non hai trovato un solo chierico capace di celebrare una Messa per te! La Fede ti ha abbandonato… e senza di quella non hai possibilità di battermi! Destati ti dico... o verrò a prenderti io stesso!” Quell’essere allora si voltò verso Cavaliere25. Sollevò la visiera del suo elmo e fissò negli occhi il boscaiolo. http://s2.stliq.com/c/l/8/8d/1805207...-calibur-2.jpg |
“Salute a voi, ministro.” Disse la regina.
“I miei omaggi, maestà.” Con un inchino Berengario. “I miei rispetti, milady.” Rivolgendosi poi ad Elisabeth. “Discutevamo con lady Elisabeth” fece la regina “del nostro misterioso ospite.” “Messer Goz?” Domandò il ministro. “Si, lui.” Annuì la regina. “Lady Elisabeth afferma che egli dice il vero.” “Si, l’avevo sospettato.” Fissandola Berengario. “I folli non mentono mai. E’ l’unica virtù della pazzia.” “Quindi sono veri anche i cigni di cui parla sempre?” “Non ho motivo per dubitarne.” “E cosa possono avere di così speciale quei cigni?” “Nulla, maestà.” Rispose il ministro. “Per un pazzo cose insignificanti, o anche solo comuni, posso emanare grande interesse e fascino. Anzi, per la sua serenità, io proporrei di condurre presso di lui due comuni cigni, in tutto simili a quelli che ha descritto… sono certo che crederà di rivedere i suoi e la sua tristezza svanirà. Ovvio che questo non gli ridonerà la ragione, purtroppo.” “Voi cosa ne pensate, milady?” Chiese la regina ad Elisabeth. |
Risposi al saluto del Ministro...e rimasi ad ascoltare quel dialogo fatto di buonismo misto a pena......" perdonatemi......ma io ho veduto i cigni di cui parla Goz, i Cigni per lui sono la sua stessa vita, lui vive rinchiuso nella sua anima perche' i suoi cigni sono in pericolo e lui lo avverte, il Cigno e' un animale stupendo...e' simbolo di cambiamente e rinascita ...i suoi cigni sono l'equilibrio tra il sogno e la realta'........i cigni per lui sono un amore grande rinchiuso tra le candide piume di quei due animali..........non potrete mai confondere l'anima di Goz, lui riconoscerebbe loro..perche' loro riconoscerebbero lui...."......rimasi molto pensierosa......Altea aveva molto apprezzato i suoi cigni e il suo sguardo sembrava annullarsi parlando di loro....
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“Milady…” disse Berengario ad Elisabeth “… comprendo ciò che dite, ma alla fine sono soltanto dei cigni. Non vi è legame tra noi e gli animali. Il pensiero non unisce due esseri umani, figuriamoci due animali. Comprendo che siete straniera qui a Tylesia ed ignorate le nostre leggi… ma, vedete, qui domina la Ragione e la scienza… il mondo ultraterreno appartiene solo a Dio e non è dato a noi mortali comprenderlo… anzi, alla fine non è neanche importante conoscerlo… le discipline che regolano le leggi naturali sono la matematica, l’astronomia, la teologia e la filosofia… e bastano queste per comprendere i segreti del nostro mondo… il resto sono solo favole per gli sciocchi.”
In quel momento entrò Isolde. Salutò la regina e poi il ministro. Infine si voltò verso Elisabeth. “Ho piacere di rivedervi, amica mia…” sorridendo “… a corte non si fa altro che parlare di voi e di sir Kojo…” e rise maliziosa. |
"Avete ragione..inutile perdersi in ricordi tristi..ma questo vale anche per voi sir Fyellon, leggo una certa inquietudine nei vostri occhi...il castello di Tylesia? Non si può descrivere...per quanto bello sia..si deve solo ammirarlo di persona per assaporare la sua essenza. Almeno la Natura non si è arresa e non può avere Leggi..e fa sfoggio della sua magnificenza. Vi è un bellissimo parco, e un misterioso cancello tutto in oro, con un lucchetto di diamante..che da a un giardino inacessibile" vidi il bicchiere col vino, poi esitai..."Ma vi do un consiglio, forse è meglio che ci affrettiamo ad andare nel Palazzo, sono fuggita perchè..perchè uno dei cavalieri più potenti del Tulipano mi ha minacciata e io temo la sua reazione, che possa farmi del male. Inoltre la Regina è come prigioniera di questi Cavalieri..e se scoprono che sono fuggita me la farebbero pagare cara, forse è meglio affrettarci a tornare a Palazzo".
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Come far comprendere loro che ogni regola era dettata da un disegno ben preciso, come far comprendere ad umano che un pensiero puo' essere trasformato in parole soltanto con un soffio.......che dei segni possono essere letti come parole non dette...che la matematica e' la struttura dell' universo.....che la Religione e' amare il creato e il suo creatore...che la filosofia e' il pensiero di uomini chiamati maestri...." Vorrei e non posso mia regina farvi comprendere che la ragione alla volte non e' sovrana alle leggi del cuore....e che magia non vuol dire maligno......potrebbe essere maligno... lo sbocciare di un fiore bellissimo o la vita di un bimbo che nasce ?......"....Un odore nauseabondo invase le mie narici....era Isolde......la sua battuta era arrivata come una stilettata al cuore....." Isolde mia cara, mi chiedevo dove foste finita, sapete...come buone amiche molte volte si ha la necessita' di chiedere consiglio....voi in fatto di uomini siete molto esperta, vi avrei chisto molto volentieri come fosse Kojo nell'intimità.......perche' voi lo conoscete bene...come conoscete ogni uomo o quasi....anzi visto che ci siamo....e l'argomento vi interessa da vicino, stavamo parlando di Goz, sapete quel brav'uomo che vi ha raccolta disperata sulle rive del fiume.......dove avete incontrato il Maestro di lady Altea e che ovviamente vi siete portata a letto.......e poi.....mi ricordo che nella sala da pranzo del carrozzone, anche se eravate intenta a sbattere le vostre folte ciglia al capitano.......avete visto due meravigliosi cigni.......cosa ne dite se ne parliamo un po' di questa stupenda avventura che abbiamo vissuto insieme ?....".....
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Ero in un'altra dimensione.. Giada era lì accanto a me e mi insegnava a usare l'armatura.. Chiusi gli occhi.. Liberai la mente da tutti i pensieri e mi concentrai solo sull'armatura.. Era diventata la mia seconda pella.. Aprii gli occhi e spiccai un salto molto in alto fino ad atterrare leggiadro di fronte a Giada.. Ero tutt'uno con la corazza.. Ero Il Cavaliere Verde!
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