Camelot, la patria della cavalleria

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-   -   Il Giglio Verde (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1787)

Rodolfo 07-11-2011 17.00.23

Alle parole " bisogna schiacciare i nostri nemici" Rodolfo provò una fitta allo stomaco e a stento si trattenne dallo storcere le labbra.

Si sciolse poi, incuriosito, in una domanda:

" Questo Giglio Verde deve starvi particolarmente a cuore,considerato come me lo descrivete, l'ultimo baluardo dell'Antico Regime. Di chi si tratterebbe? Un aristocratico o un ecclesiastico? Quali colpe gli imputate? Cosa starebbe facendo costui a danno della Repubblica?"

elisabeth 07-11-2011 20.58.48

" Non vi azzardate mai piu' a mettermi le mani addosso perche' vi giuro che ve la faro' pagare cara......e adesso slegatemi.....non siete mio marito e non avete alcun diritto su di me.....".........appena il suo faccino oltrepasso' la porta......mi sistemai sul letto e incominciai a ridere....povero illuso pensa davvero che la sua cintura possa tenermi chiusa in questa stanza ?.....chiusi gli occhi e presi dei bei respiri......incomincia a pensare a spazi liberi e a corsi di acqua......." Madre delle acque offusca la mia mente e rendi fluide le mie ossa....possa il mio corpo divenire limpido e cristallino come ogni parte delle tuo essere....fluidifica le miei carni perche' possano danzare in sottili filamenti......che ti sia resa grazie Madre".........fu solo un attimo e i miei polsi furono liberi.....la cintura rimase vuota appesa alla spalliera del letto, non avevo nessuna intenzione di uscire da quella stanza, Emile mi avrebbe trovata li' ......il mio fondoschiena mi faceva molto male e questo per lui non era una buona notizia......mi alzai dal letto, mi sistemi il vestito e mi piazzai davanti alla finestra...perche' potessi controllare l'arrivo di sua soavita' sono un uomo tutto d'un pezzo..........e adesso vediamo quali notizie avrebbe portato in merito al libro..perche' avevo notato che c'erano delle tracce di cera d'api vicono alla finestra..........e se continuavamo a giocare...a moglie e marito....avremmo perso del tempo prezioso...

Guisgard 08-11-2011 03.01.14

Lord Carrinton sorrise ed il suo sguardo s’illuminò a quelle parole di Altea.
“Si, ci sposeremo domani col sopraggiungere dell’aurora.” Disse alzandosi in piedi e tirando a sé Altea. “Prenderemo il mio cavallo e galopperemo per tutta la notte… attraverseremo le stelle e tu, mia amata, gareggerai con loro, fino a spegnerle una ad una… ma il firmamento neanche allora perderà la sua magia, perché resterai tu, la stella più bella, ad illuminare il cielo.”
La prese allora in braccio, stringendo il corpo di lei al suo.
Scese le scale ed uscì nel cortile.
Al suo fischio il destriero gli si avvicinò e, saliti in groppa i due innamorati, il cavallo si lanciò al galoppo nella campagna.
Carrinton ed Altea attraversarono così quel verdeggiante scenario che quella notte di Novembre aveva reso incantato.
Il sentiero che tagliava la campagna era segnato da ogni specie di fiori di campo conosciuti ed il loro profumo sembrava quasi tracciare il cammino dei due amanti verso la loro meta.
E quando i primi raggi dell’aurora cominciarono a schiarire il cielo, le alte scogliere presero forma dalle tenebre ormai morenti.
“Ecco, Altea…” indicò Carrinton alla sua amata “… su quella scogliera, la vedi? Quella chiesetta lassù? Sarà lì che ci sposeremo…”
E un raggio di Sole, sorgendo da Oriente, illuminò la chiesetta.
http://www.fotografieitalia.it/foto/...05-29-8973.jpg

Guisgard 08-11-2011 03.24.01

La nave salpò da Dover.
L’aria era pulita, la notte silenziosa ed il mare calmo.
Missan restò sul ponte a fissare la costa inglese che si allontanava sempre di più, come se sprofondasse nella notte.
“Capitano…” rivolgendosi a Lancelot, senza però mai distogliere lo sguardo dalle bianche scogliere “… ad Ostyen ci sarà una parata ed un discorso del partito… ma soprattutto un’esecuzione. Ed a quello spettacolo accorreranno in molti.” Si volto finalmente verso Lancelot. “E secondo il nostro uomo… anche monsieur Giglio Verde!”
La nave sembrava come scivolare su quella piatta massa d’acqua, in un silenzio rotto solo dal canto di qualche marinaio.
Finalmente giunsero sul suolo francese.
Missan e Lancelot trovarono ad attenderli una carrozza.
Con questa raggiunsero Ostyen, al Palazzo della Ginestra.
Furono allora annunciati al grande leader carismatico dei Ginestrini.
Un attimo dopo Philip De Jeon si mostrò a loro.
“Attendevo Gaynor ed invece rivedo te, Missan.” Disse.
“Gaynor non è ancora giunta?” Sorpreso l’ambasciatore.
“No.”
Missan restò per qualche istante in silenzio.
“Spero che il tuo arrivo significhi qualcosa…” fece De Jeon “… mi auguro tu abbia portato la testa del Giglio Verde.”
Missan non disse nulla, ma si limitò a mostrare la lettera a De Jeon.
“E’ sicuro?” Chiese questi dopo averla letta.
“Si, il Giglio Verde cercherà di salvare il condannato.” Rispose Missan. “E noi lo prenderemo. Vero Capitano?” Rivolgendosi al fedele Lancelot.

Guisgard 08-11-2011 03.45.39

Missan, mentre salutava Rodolfo, accennò qualcosa sul misterioso Giglio Verde.
“Non conosciamo il suo volto, né a quale classe sociale appartenga.” Disse. “Forse agisce per conto dell’aristocrazia, forse per volere del papato. Sappiamo solo che è a capo di una sorta di banda, forse di una congrega ed il suo scopo è quello di far fuggire i nemici della nostra repubblica, siano essi nobili o chierici, dalla giusta sorte che li attende. Ma, credetemi, ha ormai i giorni contati. Ora perdonatemi ma devo lasciarvi. Un compito urgente mi attende.”
E diede ordine ad un servo di accompagnare Rodolfo all’uscita.
E fuori dal palazzo, Rodolfo, rimasto solo, si accorse di un’ombra che si muoveva nella notte.
Era uno zingaro che girava intorno al palazzo dell’ambasciatore con fare sospetto.
Ad un tratto, lo zingaro, prese la via verso la campagna.
Chi era?
Cosa cercava?

Guisgard 08-11-2011 03.53.05

Elisabeth restò salla finestra per un bel po’.
Il giochetto di magia con cui si era liberata dalla cintura di Emile l’aveva divertita non poco, ma sentiva la stanchezza che quella cosa le aveva procurato.
Usare la magia comportava una perdita, anche se temporanea, di energia e questo Elisabeth lo sapeva bene.
Ad un tratto però sentì la porta come aprirsi.
Una figura entrò così nella stanza.
Lei attendeva Emile, ma non era Emile.
Altre due figure seguirono la prima e un attimo dopo Elisabeth si ritrovò davanti tre uomini vestiti di nero.
“Il libro da solo non bastava…” mormorò il primo di loro “… ci servi anche tu…”
Fece cenno ai suoi due compagni e questi subito immobilizzarono Elisabeth per portarla via con loro.

Guisgard 08-11-2011 03.59.32

Il Giglio Verde.
Appena Cavaliere25 pronunciò quel nome, tutti loro risero di gusto.
“E sai cosa fa il Giglio Verde ai servitori di Missan?” Fece uno di quegli zingari fissando Cavaliere25. “Li sgozza senza pietà!”
“Già, riscalda la lama di un coltello come questo” intervenendo un altro di quelli e mostrando un coltello al servitore dell’ambasciatore “e poi lo infila nella gola al malcapitato di turno… ed è come tagliare il burro caldo!”
E di nuovo risero tutti.
“E se ti dicessi che sono io il Giglio Verde, ragazzo?” Prendendo la parola Hagus e fissando Cavaliere25.

Guisgard 08-11-2011 04.45.27

Il Sole illuminava quella mattina ad Ostyen.
Talia era davanti al carrozzone, dopo aver trascorso quella notte inquieta.
Il resto della compagnia era tutto impegnato in varie faccende: chi preparava i costumi, chi il trucco e le maschere.
Qualcuno, mentre faceva queste cose, ripeteva una parte che in verità conosceva fin troppo bene, ma che l’ansia aveva offuscata.
“Avanti, miei prodi!” Esclamò Essien, come a voler rinvigorire l’umore dei suoi. “La fama ci attende! E badate che se passa, poi non torna più in dietro!”
“Tra un po’ saremo pronti per la sfilata.” Disse Gobert al vecchio Pantalone.
Ad un tratto una mano afferrò il braccio di Talia e la tirò via da quel via vai.
“Allora, chi è?” Fece Renart fissandola negli occhi. “Chi è che ami? Tanto lo so, c’è qualcun altro. Per questo non mi vuoi. Avanti, dimmelo. Tanto lo scoprirò da solo.” I suoi occhi erano cupi. “Dì la verità… è quel buffone, vero? Quell’idiota che non mostra mai la sua faccia? Si, è Tafferuille. Non è difficile capirlo. Ma sappi che se non sarai mia, non sarai di nessun altro.”
“Ehi, voi due!” Interrompendoli Essien. “Cosa ci fate qui dietro? Provate qualche scena d’amore? Badate che lo spettacolo è stasera. Avanti, su, ora ci sarà la nostra entrata in scena. E sarà degna della celebre compagnia del Miles Gloriosus.”
La compagnia così, salita sul carrozzone, si diresse per le strade della città.
Tutti erano abbigliati col loro tipico costume da scena e nel vederli la gente cominciò a radunarsi lungo le vie cittadine.
Gobert percuoteva un grosso tamburo, mentre Tissier guidava il carrozzone e motteggiava tipiche espressioni derivate dalla celebre fabula Togata di tradizione latina.
Essien gli era accanto e lanciava coriandoli a coloro che seguivano da vicino il carro.
Talia e Fantine, all’interno del carrozzone, dalle finestrelle sorridevano e salutavano gli spettatori in strada.
Talia, l’innamorata e sognante Colombina, abbigliata con i colori della Primavera, appariva meravigliosa ed incantevole, capace di far perdere la testa a qualsiasi eroe o protagonista mai apparso sulla scena di un teatro.
Renart, invece, stava dietro, appoggiato sulla parte posteriore del carrozzone.
Indossava una divisa militare molto appariscente, spada che pendeva dal cinturone e cappello piumato.
Molti degli sguardi delle donne di Ostyen erano per lui e davanti a quel tributo della sua avvenenza, il giovane sembrava, almeno per il momento, dimenticare l’astio causatogli dal rifiuto di Talia.
Sul tetto del carrozzone, infine, c’era Tafferuille.
Col suo costume variopinto, la lunga spada d’Aragona, gli stivali da lanciere asburgico, il mantello gigliato di Francia, il basco piumato e l’immancabile maschera a celarne il viso.
La compagnia attraversò la città, attirando l’attenzione di tutti.
E finita quella processione, si ritrovarono nello spiazzo che avevano scelto per accamparsi.
“Abbiamo diverse ore prima dello spettacolo, Essien.” Disse Tafferuille. “E come pattuito andrò ad assistere alla parata.”
“E sia, ma non bere prima dello spettacolo.” Si raccomandò Essien. “Intensi?”
Tafferuille annuì e prese la strada verso la Place des Martyrs.

elisabeth 08-11-2011 15.24.29

Stavo pensando al libro e alle forze che non mi stavano aiutando, e stavo pensando a quanto ero stata stupida a non aver raccontato quanto era importante quel libro per la mia vita ad Emile.....ripensi alle altre donne che erano cresciute con me nella foresta di Scissy, eravamo tutte ragazzine della stessa eta', ma eravamo accomunate da un unico destino, ad ognuna di noi era stato donato un libro e incastonato in questo libro c'era un' ampolla di ambra al cui interno vi era un'ape.....essa viveva e moriva con noi......se l'ape stava male io stavo male...se lei moriva io morivo ......la persona a cui io avrei dovuto donare quel libro ne era a conoscenza e dovevo essere molto legata a lui se il mio maestro mi aveva mandata a consegnare a lui la mia stessa vita.......quindi non riuscivo a capire chi poteva avere un beneficio dalla mia morte....se nessuno conosceva la mia esistenza.....presa dai miei pensieri mi accorsi troppo tardi dei passi fuori dalla porta e se ppur in allarme incominciavo a perdere le mie forze, sperai con tutto il cuore che Emile fosse di ritorno....stavo cercando di raggiungere la porta quando entro' un uomo che non riconobbi e dietro di lui altri due si materializzarono........feci qualche passo indietro andando a sbattere su una sedia........e pregai con tutte le forze che Emile riuscisse a staremi vicina....per una volta lo avevo ascoltato,non ero uscita da quella stanza.......mi raggiunse la voce di uno di loro.....e mi accorsi che erano gli stessi che avevano porato via il mio libro.....avevano bisogno di me.......perche'........mi sentii afferrare per le braccia....ironia della sorte.......il mio ultimo pensiero fu per Emile......e poi nulla piu'.....

Altea 08-11-2011 16.22.51

Giungemmo veloci con il vento, che sembrava volesse guidarci, verso quella chiesetta suggestiva sulle scogliere.
Scesi da cavallo, il vento sembrava essersi placato e un tiepido sole si stava affacciando...quel raggio di sole che avrebbe rischiarato la vita di Lord Carrinton dopo le tenebre del passato, mi augurai.
Il cuore mi batteva forte, mi voltai a guardare il mio futuro sposo mentre era intento a parlare con un chierico. Ad un tratto mille dubbi mi assalirono, mi stavo unendo a un uomo, lontana dalla mia terra natia, come sarebbe stata la mia vita futura? Scossi il capo per destarmi da quei pensieri, Altea non poteva aver paura di quel futuro.
Mi avvicinai al milord e al prete e vidi le porte della chiesetta aprirsi.

Lancelot 08-11-2011 17.03.31

Finalmente sul patrio suolo, non so descrivere quanto mi sia mancato.
Vi sarà tempo per la contemplazione, tempo per la nostalgia.
Ora dobbiamo prepararci ad accogliere i nostri nemici, e tale è il senso della mia proposta a De Jeon e a Lord Missan.

"Miei signori," esordisco rispondendo all'invito all'azione del mio Lord "vi domando il privilegio di potermi celare dietro le sembianze del boia in occasione dell'esecuzione. Se il Giglio Verde riterrà di poter liberare il condannato, cerchiamo perlomeno di rendergli le cose difficili. I miei uomini in incognito si mescoleranno alla folla urlante, e il frate per l'estrema unzione sarà uno dei nostri balestrieri, di modo che, se necessario, dovessi io cadere saprà colpire anche a distanza con la dovuta rapidità. La tonaca monacale saprà ben nascondere poi le sue intenzioni e l'arma per attuarle."

Talia 08-11-2011 17.45.26

C’era fermento ad Ostyen quella mattina, non c’era persona che non fosse per strada e che non stesse attendendo con trepidante attesta la parata e il successivo discorso di De Jeon... e io, in tutta sincerità, non potevo dire di far differenza.
Me ne stavo di fronte al carrozzone, scorrendo con lo sguardo il mare di volti che mi sfilava di fronte, quando inaspettatamente una mano mi afferrò saldamente il braccio e mi strattonò con forza sul retro...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 40400)
“Allora, chi è?” Fece Renart fissandola negli
occhi. “Chi è che ami? Tanto lo so, c’è qualcun altro. Per questo non mi vuoi. Avanti, dimmelo. Tanto lo scoprirò da solo.” I suoi occhi erano cupi. “Dì la verità… è quel buffone, vero? Quell’idiota che non mostra mai la sua faccia? Si, è Tafferuille. Non è difficile capirlo. Ma sappi che se non sarai mia, non sarai di nessun altro.”

Per un istante rimasi senza parole, schiacciata tra il carrozzone e Renart che ancora mi stava stringendo il braccio con tanta forza da farmi male... lo fissai che qualche momento, sorpresa...
“Renart, tu sei pazzo!” dissi poi, dominando a stento la collera che quel suo tono duro e quell’atteggiamento autoritario mi stavano facendo salire “Tua o di nessun altro? Che cosa significa questo? Chi sei tu per dirmi questo? Io non sono tua, Renart... non lo sono mai stata! Ho cercato di dirtelo gentilmente, ho cercato di spiegarti... ma tu ti ostini a non voler capire! Ti ostini a vedermi come la tua Colombina’... ma Colombina non esiste, hai capito? Non esiste e non esisterà mai, ficcatelo bene in testa!”
Tentai di divincolarmi dalla sua presa ma non ci riuscii...
“Mi stai facendo male...” mormorai.
E fu in quell’istante che Essien ci richiamò.
Con mio enorme sollievo, dunque, Renart lasciò il mio braccio, ormai intorpidito dalla sua stretta, e andò a prendere il suo posto sul carrozzone...
La sfilata fu un successo, la gente di Ostyen non era poi così diversa da quella che avevamo visto in ogni altra città o paese che avevamo visitato... anche nella capitale, infatti, correvano e si accalcavano al bordo della strada al nostro passaggio, carichi di euforia e curiosità.
Quando infine giungemmo al luogo preposto e fermammo il carrozzone al centro dell’ampio spazio, io mi avvicinai lentamente al capocomico...
Avevo riconosciuto in parte la strada che avevo percorso la sera precedente, ero dunque abbastanza certa di esser vicina a Place des Martyrs... e una sorta di vaga agitazione mi colse, allora...
“Essien...” dissi raggiungendolo, in tono vagamente implorante “Essien... posso andare a vedere la sfilata? Ti prego, ti assicuro che ricordo perfettamente la mia parte... e ti prometto che non tarderò e sarò qui in tempo per l’ultima prova! Guarderò solo la sfilata... magari sentirò il discorso di De Jeon...” soggiunsi con l’aria di chi non intende dare ad una cosa troppo peso “...e tornerò subito. Ti prego!”
E poi lì c’era Renart, pensai. E io volevo assolutamente stargli ancora un po’ lontana: il braccio mi faceva ancora male dove l’aveva stretto!

cavaliere25 08-11-2011 20.44.45

a quelle parole rimasi in silenzio non sapevo cosa dire ero come pietrificato pensai dentro di me in che guaio mi sono messo e rimasi ammutolito

Guisgard 09-11-2011 01.12.52

Un lieve chiarore, poi un incerto alone.
Una capanna illuminata da poche candele, alcune voci confuse ed immagini sbiadite.
Elisabeth cominciò a riprendere i sensi.
Pian piano rammentò ogni cosa: il libro smarrito, la lite con Emile, gli uomini entrati nella sua stanza.
“La donna si è svegliata…” disse uno degli uomini attorno ad un tavolo “… va a controllare.”
A quell’ordine, un altro si alzò e si avvicinò ad Elisabeth.
“Avete sete?” Chiese alla prigioniera.
Elisabeth era infatti legata con le mani dietro lo schienale di una sedia.
“Dalle da bere e torna a giocare.” Mormorò uno di quelli rimasti attorno al tavolo.
L’uomo allora avvicinò un mestolo d’acqua alla bocca di Elisabeth.
In quel momento la donna si accorse di una borsa sul tavolo, proprio in mezzo a quegli uomini.
Una borsa grande poco più del suo prezioso libro.

Guisgard 09-11-2011 01.40.42

Il vecchio prete stava parlando con lord Carrinton, quando, voltandosi verso Altea, sorrise alla ragazza.
“E’ molto bella, milord.” Disse a Carrinton. “Non mi stupisco che l’abbiate scelta come compagna.”
“Ci occorrono anche dei testimoni.” Fece Carrinton. “Non abbiamo null’altro se non il nostro desiderio di amarci per sempre.”
“E solo quello, alla fine, conta veramente.” Ridendo il chierico.
Era questo un vecchio e minuto prete di provincia, che portava avanti quella chiesetta sulla scogliera da chissà quanto tempo.
Ad un tratto due persone uscirono dal retro del sacro edificio.
“Questi sono Walcott e sua moglie Yreen.” Sorridendo il chierico. “Lui è fabbro e lei è sarta. Mi aiutano da tempo a portare avanti la chiesa. Saranno i nostri testimoni.”
“Mi occorre però un anello da dare a mia moglie.” Disse Carrinton.
Fissò allora Walcott.
“Siete fabbro, vero?”
“Si, mio signore.”
“Bene, allora non avrete difficoltà a fondere questi” togliendosi i suoi due preziosi anelli d’oro “e a farne uno per la mia dama. Alla fine, vi incastrerete sopra questa.” E diede al fabbro anche un ciondolo che portava al collo, nel quale era incastonata una meravigliosa pietra preziosa rossa come il tramonto dopo una tempesta.
Walcott prese i tre oggetti preziosi e dopo un inchino si diresse nella sua fucina.
Nel frattempo il vecchio prete e Yreen addobbarono l’altare con alcuni lunghi veli bianchi, sistemando poi delle rose davanti alla statua della Vergine col Bambino.
Yreen, dopo aiutato il prete con questi preparativi, raccolse alcuni fiori nel campetto davanti alla chiesa e li preparò in un delicato mazzetto da dare ad Altea.
Poco dopo Walcott tornò con l’anello nuziale.
Era semplice nella sua forma, ma la meravigliosa pietra rossa incastonata rendeva i riflessi aurei di quel gioiello simile a quelli che lascia l’aurora boreale nei cieli del Nord.
“Tutto è pronto figlioli…” disse il prete ai due amanti.
Così, in quella piccola chiesa, tra le silenziose scogliere del Sud dell’Inghilterra, sotto gli occhi dei due testimoni e quelli della statua della Vergine col suo Bambino, il vecchio prete unì in matrimonio Carrinton ed Altea.
http://web.tiscali.it/lordofrings/arwen&aragorn.jpg

Guisgard 09-11-2011 01.54.34

“Ottima idea, capitano.” Esclamò compiaciuto Missan a quelle parole di Lancelot. “Così terremo sotto controllo il patibolo. Cosa ne pensi?” Chiese voltandosi verso De Jeon.
“La sicurezza ed il successo dell’esecuzione spettano a voi.” Rispose questi. “Dunque mi affido completamente al vostro piano. Ovviamente mi attendo di veder rotolare, oltre alla testa del chierico, anche quella di quel maledetto inglese.”
“Non temere, non falliremo.” Fissandolo Missan. “Questa sarà l’ultima avventura del nostro Giglio Verde.”
“Ovviamente non ci sarà alcun monaco sul patibolo.” Fece De Jeon. “Anche volendo, non ci sono più chierici in attività in questo paese.”
E lui e Missan si abbandonarono ad una risata che sapeva di trionfo.
“Al suo posto ci sarà invece un notaio, pronto a convalidare l’avvenuta sentenza del Tribunale del Popolo.” Aggiunse De Jeon.
“Questo cambia poco il nostro piano.” Disse Missan. “Col saio o con la toga, poco importa. Sotto quegli abiti ci sarà comunque un nostro soldato. Capitano, andate pure verso la caserma, dove potrete radunare i soldati che vi sembreranno più adatti e pronti a seguire ogni vostra direttiva.” Aggiunse poi rivolgendosi a Lancelot. “Mi raccomando, occupatevi personalmente di ogni aspetto di questa operazione. Tutto deve essere perfetto.”

Guisgard 09-11-2011 02.03.18

Un’ombra attraversò il volto di Cavaliere25.
La paura per quelle parole di Hagus sembrava averlo immobilizzato.
L’uomo teneva i suoi occhi in quelli di Cavaliere25.
Per un istante indefinito dominò il silenzio in mezzo a loro.
Poi la risata di uno quegli zingari scatenò le risate di tutti gli altri.
“Sei colpevole di aver servito un assassino come Missan e di aver partecipato al rapimento di una donna innocente.” Disse Hagus. “E per la legge inglese sarai appeso con un cappio al collo.”
Ed uno di quegli zingari scimmiottò il rumore di un collo che si spezza.
“Ma noi non ti consegneremo alla legge…” continuò Hagus “… no, noi ti giudicheremo senza tirare in ballo magistrati e giudici… e la tua condanna sarà infinitamente peggiore.”
Tutti gli zingari esultarono.
“A meno che…” fece Hagus fissando uno spaventato Cavaliere25 “… tu non decida di abbandonare Missan e ti aiutarci in questa missione… rinneghi dunque quell’assassino del tuo padrone?”
http://moiludi.com/wp-content/uploads/frodo2.jpg

Guisgard 09-11-2011 02.39.48

Essien fissò vagamente incuriosito Talia.
“Non immaginavo ti interessasse questo genere di cose…”
“E’ per la parata, Essien.” Disse Fantine, ancora intenta a sistemare i costumi per lo spettacolo. “Soldati che sfilano in uniformi e in sella a bianchi cavalli. E poi la capitale in festa. E’ ovvio che la nostra Talia ne sia attratta. E’ una ragazza. Non è mica un rudere come noi due.”
“Oh, ma voi siete un fiore, madame.” Sorridendo Essien e mostrando un vistoso inchino verso Fantine.
“Farò finta di crederci, mio troppo cortese Pantalone.” Rispose la donna. “Su, lascia andare Talia a quella parata.”
“E sia, ma mi raccomando, signorina.” Fece Essien, fissando Talia con un atteggiamento che, dallo scherzoso di un attimo fa, era diventato paterno e severo. “Non dare confidenza a nessuno di quei soldati ed evita di assistere allo spettacolo da posti appartati e poco frequentati.”
“La piazza sarà stracolma, Essien!” Esclamò Fantine. “Non ci sarà un posto isolato o libero nemmeno a pagarlo!”
“La prudenza non è mai troppa.” Sbottò Essien. “Però non voglio che tu ci vada da sola… accidenti, Tafferuille è già lontano…” fissando la strada che conduceva al centro cittadino, proprio dove si trovava Place des Martyrs “… dov’è Renart? Renart!” Chiamò il capocomico.
“Non c’è.” Rispose Gobert. “Credo sia andato in città.”
“Che il diavolo lo porti, quel lavativo!” Inveì Essien. “A volte mi chiedo perché continuo a tenerlo nella compagnia! Bah…” scuotendo il capo “… d’accordo, va alla parata.” Disse a Talia. “Magari cerca di raggiungere Tafferuille, così che non sarai sola. Mi raccomando, eh!” Di nuovo con quel suo tono paterno, mentre fissava la ragazza.
http://img.webme.com/pic/f/fluchderk...o_pirate17.jpg

elisabeth 09-11-2011 08.39.11

Riprendermi era sempre una gran fatica.....la testa era in piena confusione, ma piano piano incomincia a prendere coscienza........erano i tre uomini che etìrano entrati nella stanza, l'aria era fresca, il luogo sembrava una capanna di quelle che si trovano nei boschi per dare asilo ai viandanti, mi sentivo indolenzita le braccia mi dolevano i miei polsi erano legati....quando qualcuno si accorse che mi ero svegliata, mi porse dell'acqua.....aveva un modo piu' gentile nei miei confronti respetto a gli altri, ma questo non voleva dire che era megli di loro.....bevvi a piccoli sorsi dal mestolo....vicino al capannoc i doveva essere un ruscello...perche' l'acqua era fresca....e il rumore che proveniva da fuori era come di un torrente ben alimentato.....lo vidi tornare con gli altri al tavolo....e mi accordi della borsa....che era posta al centro tra di loro...non era la mia sacca...ma la grandezza era quella del libro.......potevo slegarmi o attivarmi in simbiosi con l'ape e aiutarmi con la magia.....ma questo mi avrebbe messa fuori gioco per qualche giorno, gli uomini erano in tre.....e non sapevo se in quel capanno sarebbero venuti altri compari oppure no.....se solo Emile fosse nei paraggi lui si sarebbe potuto prendere cura di me ......e il libro sarebbe stato al sicuro...ma i se non mi avrebbero aiutata....anche perche' ne' io ne' il libro servivamo a loro loro erano solo dei mandanti.......chi era la persona veramente interessata a noi.....sapeva che doveva mantenere in vita me e l'ape.....o il tutto non avrebbe piu' avuto effetto alcuno..........per una volta decisi di attendere...la magia mi avrebbe stancata.......e l'attesa per lo meno mi avrebbe chiarito l'arcano.......di sicuro mi volevano viva.......".....Scusate se interrompo il vostro diletto....ma vorrei sapere perche' sono qui e perche' sono qui da prigioniera.....e a quanto pare con qualcosa che mi appartiene.........e poi mi stanno facendo male le braccia vorrei essere slegata......tre uomini possono bastare a tebere d'occhio una sola donna...."...

Lancelot 09-11-2011 12.31.24

Soddisfatto che il mio piano abbia riscosso un buon successo presso Lord Missan e De Jeon, assecondo le parole del mio signore accomiatandomi con il saluto marziale, e muovendo i miei passi verso la caserma.
Molti soldati erano degli della mia fiducia, ma solo pochi potevo chiamare "amici". Figli genuini della rivoluzione, ognuno di loro aveva patito perdite o soprusi per mano del clero o dell'aristocrazia, le due metastasi che per secoli hanno afflitto il ventre altrimenti florido della nostra nazione.
Il lodo odio nei confronti di tutto ciò che tali caste rappresentano è fiero e indomabile, e ciò vale più di qualunque promessa, di qualunque ideale, e di qualunque giuramento.
Tredici uomini, questo è il numero di cui abbisogno. Tre uomini per ogni lato del patibolo, nelle primissime file dinnanzi ad esso, sporchi e consunti, in abiti stracciati, mischiati in mezzo alla folla a urlare le peggiori e più turpi delle nefandezze. Perfettamente camuffati nei modi e nel vestiario del popolino infuriato.
Ognuno di loro, armato di spada sotto la lurida cappa infangata e di coltelli corti da mischia. Sul patibolo, il notaio sarà il tredicesimo, il miglior tiratore fra loro. La sua balestra celata sotto la sua toga saprà far giustizia della mia eventuale caduta, quale che sia la distanza.

"Uomini, compagni, rivoluzionari, amici miei. La giornata di domani non rappresenterà soltanto l'ennesima occasione di far giustizia di un torto subito, ma darà per una volta a noi la possibilità di essere gli artefici della definitiva sconfitta di tutto ciò che odiamo: il privilegio, la disuguaglianza, il sopruso, l'oligarchia. Ho scelto voi perché più di ogni altro avete sofferto, e più di ogni altro saprete quindi ricordare, e riuscire in quest'impresa. Ecco i vostri ruoli."

Così parlando, poso sul tavolo un foglio bianco riportante la mappa del patibolo, la distribuzione della folla e le vie di accesso e di uscita alla piazza.
Spiego a ognuno dei miei tredici uomini il suo ruolo, e come portarlo a termine.
La logica è impeccabile, il piano perfetto. La ragione trionfa sulla paura e sulla fede, e noi prevarremo.

Daniel 09-11-2011 13.45.34

Non capivo più niente.. Sir Hagus che ci faceva lì? e chi era quel ragazzo.. Sir Hagus continuava a pizzicare l'elsa della sua spada.. Guardai il ragazzo con i capelli rossi in cerca di aiuto.. E adesso? che altro mi sarebbe capitato?

Guisgard 09-11-2011 14.14.35

A quelle parole di Elisabeth, l’uomo col mestolo d’acqua si voltò verso gli altri due intenti a giocare ai dadi.
“Fate troppe domande, madame.” Disse senza smettere di agitare i dadi l’uomo che dei tre sembrava il capo. “Non possediamo nulla che vi appartenga. Sapete benissimo che quel libro non è il vostro.” Finalmente smise di giocare e si alzò dal tavolo. “Ora voi risponderete alle nostre domande.” Avvicinandosi alla donna. “Siete una donna e spero vivamente non mi obblighiate a costringervi… risponderete alle mie domande…” prese una sedia e si sedette davanti ad Elisabeth.
“Avanti, voglio conoscere ogni segreto di quel libro…” fissandola “… vi ascolto…”

Altea 09-11-2011 14.36.42

Ero emozionata all'idea del passo che avrei compiuto e sapevo non mi avrebbe certo più portata indietro quel passo, provavo un senso di gioia immensa poichè nutrivo un forte amore per il bel milord e di inquietezza assieme, forse per i fantasmi del passato che poco prima avevo scoperto. Del resto, non conoscevo affatto nulla di lui, della sua famiglia. Però egli neppure era a conoscenza della mia vita, eppure era sicuro nel suo desiderio di prendermi in moglie e questo mi tolse quei cattivi pensieri. Mi sarei lasciata condurre dalla sua sicurezza.
Aspettavo dentro la piccola chiesetta, mentre il prete e Yreen con amore preparavano ogni cosa per rendere quel posto degno di un matrimonio, sebbene semplice e pensai che persone cosi semplici avevano tanto a cura il nostro futuro, amavo la genuinità di quei gesti.
Vidi arrivare la donna sorridente, con dei bellissimi fiori di campo e la ringraziai, dicendole che era il regalo più bello ricevuto ultimamente.
Quando arrivò il fabbro, l'anello nuziale era straordinario, quella pietre rubinea risplendeva come l'amore del milord nei miei confronti.
Ci avviammo all'altare ed ero cosi emozionata che poco seguii le parole del prete, solo che felicemente mi trovai subito sposata.
Uscimmo dalla chiesetta, il vento aveva preso a soffiare impetuoso e mi tenevo stretta al mio novello sposo, ma sicura "E ora milord? ma dovrò continuare a chiamare mio marito "milord"?" gli chiesi ridendo.

Guisgard 09-11-2011 14.39.40

Tredici.
Il numero sacro alla Divina Misericordia di Nostro Signore.
Questi erano gli uomini scelti da Lancelot.
Il cavaliere aveva visto i loro sguardi e letto nei loro animi.
Come Scipione Africano aveva scelto i legionari tra quelli sconfitti nella battaglia del Metauro e di Canne, per sfruttare il loro odio verso Annibale, così Lancelot aveva formato quel corpo scelto di vendicatori.
Le passioni muovono il mondo e lui lo sapeva.
Amore e Odio.
Il suo discorso aveva solo destato i loro animi.
Erano pronti per una vendetta che attendevano da sempre.
“Siamo con voi, capitano!”
Avrebbero dato la vita per quell’impresa.
Lancelot mostrò loro il suo piano, fino ai minimi dettagli.
La piazza, i luoghi in cui si sarebbe radunata la folla, il palco d’onore ed il patibolo.
Tutto era sotto il loro controllo.
Ad un tratto il segnale.
La parata era pronta e con essa gli emblemi della rivoluzione.
“Capitano, la carrozza col prigioniero che sarà condannato pubblicamente è appena partita dallo Chàteau de la Mémoire Ancienne.” Disse uno dei soldati a Lancelot. “Tra mezz’ora circa giungerà al Palazzo della Ginestra.”

Guisgard 09-11-2011 14.53.50

“Nell’antica Roma la gente si parava dandosi del tu…” sorridendo Carrinton “… devo forse tornare in quel lontano passato per avere la gioia di sentirti sussurrare il mio nome senza più alcun titolo?”
La prese fra le braccia e la baciò con passione.
Stringeva a sé il corpo di lei.
Altea era bellissima e sensuale in quel suo abito semplice, che sembrava renderla simile a quelle antiche sacerdotesse celtiche che dominarono in quei luoghi secoli prima.
“Mio signore…” avvicinandosi Walcott ai due novelli sposi.
“Spero che tu abbia un buon motivo per interrompermi mentre bacio mia moglie!” Fece con tono scherzoso Carrinton.
“Oh, perdonatemi, milord…” arrossendo il fabbro “… volevo solo dirvi che… beh, insomma, per una semplice ma romantica Luna di Miele… vedete, scendendo verso il mare vi è un piccolo borgo di pescatori… è un luogo tranquillo ma caratteristico e la gente laggiù possiede un forte senso di ospitalità…”
“Grazie, mio buon amico.” Disse Carrinton. “Sentito, mia signora?” Rivolgendosi ad Altea ancora fra le sue braccia. “Vogliamo andare laggiù?”

Guisgard 09-11-2011 14.58.34

Ad un tratto, mentre Cavaliere25 appariva sempre più impaurito e confuso, Hagus si voltò verso l’altro “estraneo” del gruppo.
“Immagino ti stia facendo anche tu molte domande.” Fissando Daniel. “Oggi tu e questo ragazzo” indicando Cavaliere25 “avete avuto l’onore di conoscere la banda del Giglio Verde. Dipenderà da voi se questa circostanza si rivelerà funesta o se invece fortunata.”

Talia 09-11-2011 14.59.40

“Va bene, va bene... starò attenta!” dissi, fermando il fiume di raccomandazioni del vecchio capocomico “E tu non preoccuparti... Fantine ha ragione, dopotutto: ci saranno centinaia di persone, che cosa mai potrebbe capitarmi?”
Sorrisi, quindi, e gli poggiai un leggero bacio sulla guancia...
“Grazie, Essien... a più tardi!”
Salutando con la mano gli altri, quindi, mi voltai in fretta e mi avviai a passo svelto verso la Place des Martyrs...
Camminando mi accorsi che la folla era ancora più numerosa di quanto non mi fosse sembrato da sopra il carrozzone e, oltretutto, la calca aumentava via via che mi avvicinavo alla Place... Tafferuille era scomparso, ormai, e anche di Renart non c’era traccia... non vedevo nessuno dei due e comunque sarebbe stato assurdo volerli cercare in quella mischia di gente, decisi quindi di non pensarci più, nonostante la preoccupazione di Essien di poco prima.
Preoccupazione non necessaria, pensai... dopotutto cosa poteva mai accadermi ad una parata cui era accorsa tutta la cittadinanza di Ostyen?
Ero arrivata alla Place, intanto... un mare di persone mi separava dal palco ligneo... tuttavia, intrufolandomi nei piccoli spazi, iniziai ad avvicinarmi sempre più.

Altea 09-11-2011 15.01.58

"Vi seguirei ovunque mio caro sposo, anche nelle tenebre. Un paesino di pescatori, molto interessante, mi ricorda un pò quei posti da dove provengo, dove sovente amavo fermarmi a parlare coi marinai che mi raccontavano di storie di mare e di leggende..milord".

Guisgard 09-11-2011 15.27.24

La Piazza dei Martiri.
Così chiamata in ricordo dei tanti martiri che avevano combattuto per la rivoluzione.
La piazza oggi era gremita come non mai.
Tutti erano in attesa della parata e poi del discorso di De Jeon al popolo.
In più si vociferava di una condanna e la gente amava quel genere di spettacolo.
Soprattutto i giovani.
Ad un tratto uno squillo di trombe e vari rulli di tamburi.
I soldati cominciarono a passare in rassegna tra l’entusiasmo della folla.
Con loro facevano bella mostra gli emblemi Ginestrini e quelli della rivoluzione.
Il tutto durò circa un’ora.
Poi finalmente i massimi vertici del partito si mostrarono alla folla.
E tra loro apparve una figura.
Sicura di sé, carismatica e dal fascino magnetico.
A vederla, il popolo cominciò ad esultare e ad invocarne a gran voce il nome.
De Jeon salutò la folla e poi cominciò a parlare.
Inveì contro l’aristocrazia ed i suoi privilegi.
Poi passò al suo bersaglio preferito: il Clero.
Aizzò allora la foga popolare contro la Religione e la superstizione.
Contro tutto ciò, insomma, che rendeva schiavo l’uomo.
“Fratelli, compagni!” Disse ad un certo punto, sempre attento a modulare la sua straordinaria dialettica. “Oggi un'altra tassello della giustizia invocata da secoli tornerà al suo posto… un altro di quei carnefici sarà oggi giustiziato davanti a voi…” si voltò verso il patibolo ed un uomo incappucciato fu condotto davanti al boia.
A quella scena ci fu il boato della folla.
E Talia osservava tutto ciò, nascosta proprio tra quella gente in delirio.

elisabeth 09-11-2011 17.56.45

Ero una donna....e solo perche' ero una donna pensava che dovessi avere una paura folle.......certo non sapere mi intimoriva ......ma non potevo fare nulla......" Dite che non c'e'nulla che mi appartiene....eppure volete sapere ogni cosa di quel libro.....non so cosa dirvi sono una povera donna non so ne' leggere ne' scrivere........se mi avete portata qui..se mi avete legata e se avete poratato via dalla mia stanza quel libro.....forse voi sapete piu' di me....."......rimasi a fissare l'uomo, sapevo che il caldo delle candele e la mia presenz apoteva far prendere vita all'ape...e non era il momento.....doveva rimanere tutto a tacere......

Guisgard 09-11-2011 18.08.42

“Sai cosa pensavo, mia bella sposa…” disse Carrinton alzando gli occhi al Cielo e continuando a stringere a sé Altea “… un poeta una volta scrisse che un bacio è capace di far perdere la memoria… allora ti bacerò e tu smarrirai ogni ricordo, perdendo anche queste odiose convinzioni con le quali mi parli…” sorrise e la baciò “… basta con questo voi e con i vari milord e mio signore…”
Prese allora il suo cavallo e con Altea galopparono verso il borgo dei pescatori.
Scesero lungo la scogliera, fino a quando scorsero le vivaci luci che si adagiavano sul calmo mare della sera.
Erano quelle del borgo dei pescatori.

Guisgard 09-11-2011 18.17.31

“Cercate di non fare la furba con noi, madame!” Disse l’uomo ad Elisabeth. “Se hanno affidato a voi quel libro, allora significa che non siete una donna comune! Ci occorrono delle informazioni e voi risponderete ad ogni nostra domanda! Dunque niente scherzi! Avanti, raccontateci tutto ciò che riguarda quel libro… chi ha affidato a voi quel libro? E perché? E dove siete diretta?”

elisabeth 09-11-2011 18.53.36

" Voi affidereste qualcosa di veramente importante ad una donna ?......andiamo...fate la persona seria.....una donna.........credetemi anche se fosse....non vi dierei nulla.......a voi non avrei nulla da dirvi......"......Incominciai ad avere freddo....e a cantare una nenia....una vecchia canzone che accompagnava le notti in cui avevo il forte senso dell' abbandono...e il mio maestro mi accarezzava il capo.......e mi addormentavo serena............Emile......chissa' che penserai di me...forse che sono scappata via.......e invece per la prima volta..ero li' ad attendere un uomo........" Lasciatemi andare....la mia morte non vi servira' a nulla"....

Altea 09-11-2011 19.00.40

"ma...milord..iniziate già a impartirmi degli ordini? Non va bene cosi, e poi io non conosco il nome che vi ha dato i vostri natali, è incredibile." Per un momento quella perplessità ritornò, non conoscevo nemmeno il nome del mio consorte, ma non tralasciai apparire nel mio volto i miei pensieri.
Arrivammo al borgo del paesino dei marinari, l'aria profumava di sale e mare, quell'odore che cosi mi mancava. Attorno a noi c'era un gran fermento, pescatori al lavoro, dame che si affrettavano nelle vie del borgo, poi vidi una piccola locanda e dissi al mio amato di recarci in quel posto, volevo bere qualcosa di caldo. Le emozioni del giorno erano state troppo forti.

Guisgard 09-11-2011 19.03.09

“Allora forse voi non siete la donna giusta…” mormorò quell’uomo mentre fissava Elisabeth “… forse ci siamo sbagliati e voi non sapete nulla di questa storia… liberatela.” Ordinò poi ai suoi due compagni.
“Dici sul serio?” Gli chiese uno dei due.
“Certo!” Annuì l’uomo. “Avanti, liberatela. Quanto a questo…” prendendo il libro dalla borsa “… è dunque un libro normale… un falso… posso anche bruciarlo…” e lo avvicinò alla fiamma del focolare.

Talia 09-11-2011 19.08.21

Mi infilavo tra le persone e scivolavo sempre più avanti...
“Scusatemi, monsieur...” continuavo a ripetere “Chiedo perdono, madame... Monsieur, potrei passare? Perdonatemi...”
E così, lentamente, riuscii a raggiungere la transenna di legno che era stata montata per mantenere una via libera e consentire il passaggio della parata.
Per più di un’ora continuai a guardare quei bellimbusti che sfilavano rigidi e impettiti in quelle fiammanti divise... non avevo mai provato molta simpatia per chi marciava in rango e formazione, eseguendo gli ordini senza discutere... e tuttavia rimasi lì, continuando a veder passare bandiere, vessilli, stendardi... guardavo sfilare soldati e cavalieri, eppure i miei occhi non li vedevano davvero. I miei occhi continuavano ad intervalli regolari a correre più avanti, oltre la sfilata, dove si ergeva, proprio di fronte a me, il palco d’onore...
Non so quanti soldati passarono... mi parve che non finissero più... pensai che probabilmente stavano facendo sfilare tutta la cavalleria che la Repubblica aveva a disposizione... poi finalmente, al suono di trombe e di tamburi, i massimi vertici del partito comparvero sul palco...
Non saprei dire tutto ciò che passò nella mia mente nel vederlo avanzare in testa agli altri... lo sguardo fermo e sicuro, un sorriso compiaciuto sul volto... si fece avanti e la piazza esplose in grida ed acclamazioni... io tuttavia rimasi immobile, come pietrificata.
E improvvisamente, senza sapere da dove fosse uscito, un antico ricordo mi passò davanti agli occhi...

“...e poi, un giorno, il mulino che adesso è di mio padre, sarà tutto mio!” concluse orgogliosamente il ragazzino. Era biondo e minuto, e nella sua voce suonava quel candore che talvolta si incontra nelle anime semplici.
“Il mulino?” la bambina dai lucidi capelli neri lo squadrò con stupore “Beh... d’accordo, avrai il mulino... io invece desidero sposarmi e avere una casa con le pareti bianche ed il tetto rosso...”
“Tutte uguali voi donne! Tutte con queste sciocchezze!” la interruppe un ragazzo alto e robusto, con troppe lentiggini sul naso “Io invece partirò per mare... mi imbarcherò su una nave enorme, con vele grandi come la piazza di Colaubain...”
“Ah si?” lo zittì lei “ma se tu non l’hai neanche mai vista una nave così...”
La discussione andò avanti per un po’... sogni, desideri, speranze... di questo si parlava.
Soltanto due bambini erano rimasti in silenzio per tutto il tempo... Talia aveva troppe speranze e pochissime possibilità di realizzarle, data la sua condizione di orfana ospitata all’Istituto, mentre Philip aveva sogni troppo ambiziosi persino per venir espressi a parole...
All’improvviso lui si alzò.
“Hey Philip...” lo richiamò il ragazzino biondo e minuto, mentre l’altro era già sulla porta “Dove te ne vai?”
“A casa!” rispose, senza guardarlo.
“Perché? E’ presto, ancora...” obbiettò un altro, come se dalla partenza di Philip dipendesse la fine della riunione.
“Mi sono stancato di queste sciocchezze!” ribatté lui, secco come non era mai stato.
“Aspetta...” tentò una ragazza “Dicci almeno qual è il tuo sogno... Che cosa farai da grande? Tu non l’hai detto!”
Il ragazzo si bloccò sulla porta e per qualche istante rimase immobile e in silenzio, la testa china e la mano che stringeva convulsamente la maniglia...
Poi si voltò e fronteggiò i compagni, scrutandoli uno ad uno con quei suoi profondi occhi neri...
“Io diventerò qualcuno!” disse soltanto, con voce grave. Poi uscì.

Quel ricordo sfumò il un baleno e io mi ritrovai in quella piazza, in mezzo alla calca...
Sollevai gli occhi e li puntai su di lui... stava parlando... non era più il ragazzino ribelle e un po’ scontroso che avevo conosciuto, no, ora davanti a me c’era un uomo... eppure quella sua capacità di affabulare le persone, quel suo carisma non erano cambiati affatto... stava parlando, stava attraendo a sé tutta l’attenzione della folla con la stessa facilità con cui, anni prima, aveva diretto gli umori e le passioni di un gruppo di ragazzini che erano soliti incontrarsi in una vecchia capanna di pesca.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 40466)
“Fratelli, compagni!” Disse ad un certo punto, sempre attento a modulare la sua straordinaria dialettica. “Oggi un'altra tassello della giustizia invocata da secoli tornerà al suo posto… un altro di quei carnefici sarà oggi giustiziato davanti a voi…” si voltò verso il patibolo

Quelle parole, all’improvviso, mi riscossero da tutti quei pensieri...
Sgranai gli occhi, mentre lo sguardo mi cadeva su una figura incappucciata che veniva condotta davanti al boia...
Un’esecuzione?
Qualcosa dentro di me iniziò a gridare con una forza inaudita... immagini si sovrapposero nella mia mente, altre immagini, immagini dolorose... e per qualche momento mi mancò l’aria, tanto che barcollai e dovetti aggrapparmi alla transenna con tutta la forza che avevo.

elisabeth 09-11-2011 19.17.35

Mi furono slegati i polsi....tra gli sguardi increduli dei due uomoni....e mentre me li massaggiavo..osservavo ogni movimento......sembrava tutto a rallentatore......se il libro bruxìciava...io avrei vissuto la stessa sorte.....ma se avessi rivelato i segreti della vita.....avrei rotto un giuramento......e durante il rito avevo giurato che piuttosto la morte...ma nessun profano poteva avvicinarsi alla sapienza.........mi avvicinai all'uomo mentre aveva tra le mani il libro...le fiamme mi si dipinsero sul volto.....erano calde...e il calore si stavano imprimendo sulla mia pelle......" Bruciatelo...se e' questo....quello che vi e' stato ordinato.....che Dio abbia pieta' della vostra anima se ne avete una..."

Guisgard 09-11-2011 19.42.18

A quelle parole di Elisabeth, l’uomo la colpì violentemente.
“Sei furba allora…” mormorò, mentre la donna era a terra “… tenetela ferma…” disse ai suoi, mentre prese dal fuoco un ferro incandescente “… ora ti sfigurerò le carni, fino a perforarti le ossa… vedremo se ti si scioglierà la lingua…”

Guisgard 09-11-2011 19.58.25

“Hai ragione…” sorridendo Carrinton “… pensavo che qualcuno ti avesse rivelato il mio nome… ma è giusto che sia io a farlo… mi chiamo Orlando di Wessex, XV conte di Carrinton…” e mostrò un lieve inchino ad Altea.
I due sposi erano così giunti al borgo dei pescatori.
Questo luogo, dallo stile pittoresco e vagamente basco, era abitato dai discendenti di alcuni mercanti spagnoli giunti in quelle terre tramite i commerci delle Fiandre.
Raccolti in quell’angolo di promontorio, tra il profumo di salsedine ed il vento che soffiava da Sud, vivevano come uno stormo di uccelli venuti chissà da dove, conservando fra loro gli antichi usi e costumi della loro terra.
Altea, alla vista di quella caratteristica locanda, aveva chiesto a suo marito di fermarsi lì.
Così, i due sposi entrarono in quel posto e subito il locandiere si avvicinò loro.
“Portateci qualcosa di caldo, che ammansisca la fatica dello spirito.”
“Ah, lasciatemi indovinare…” sorridendo l’uomo “… novelli sposi, vero?”
“Già” Rispose Carrinton.
“Posso consigliarvi qualcosa di speciale?”
“Sentiamo.”
“Stanotte, al porto, ci sarà una tradizionale festa…” spiegò il locandiere “… è detta Pesca di San Martino ed alla fine si concluderà con falò e pesce arrostito davanti al mare. Ci saranno suoni, canti e balli. L’ideale per due colombi innamorati.”
“Allora affrettatevi a servirci qualcosa di caldo, amico mio!” Esclamò Carrinton. “Così da non fare attendere troppo la Pesca di San Martino!”

Guisgard 09-11-2011 20.03.01

L’uomo incappucciato fu fatto avanzare a spintoni verso il boia.
La folla esultava ed incitava che si eseguisse quella condanna.
“Costui…” avvicinandosi De Jeon al condannato “… era tra i più pericolosi dei nostri nemici… egli possedeva il dono della conoscenza e sapeva come spargere il suo veleno. Fu anche mio maestro all’Accademia del Parnaso.”
A quelle parole, molti restarono in silenzio.
“Ma è per amore del giusto” continuò De Jeon con la sua dialettica sempre più accesa “che l’allievo sa riconoscere il male che dimora nel suo maestro. E se anche costui mi ha fatto conoscere il frutto che conduce alla conoscenza, oggi sono pronto a sentenziare i suoi crimini.”
Di nuovo la folla esultò.
Tutto era pronto.
Talia osservava quella scena in balia di inquiete sensazioni.
Un rullo di tamburi sembrò destarla.
Il boia si avvicinò al condannato ed afferrò il suo cappuccio.
“Aspetta…” lo fermò De Jeon “… prima il popolo deve conoscere il suo nome… il nome dell’ex abate Adam de la Merci!”
De Jeon fece un cenno al boia e questi tirò via il cappuccio.
Qualcuno, incurante del volto del condannato, esultò tra la folla, ma ben presto, guardando gli sguardi stravolti dei leader Ginestrini, un silenzio irreale scese sulla piazza.
Il condannato non era padre Adam, ma il direttore del terribile carcere conosciuto come lo Chàteau de la Mèmorie Ancienne.
Nel vedere quel viso, pestato a sangue e messo lì al posto di padre Adam, De Jeon lanciò un grido.
Missan, invece, pochi passi più indietro, dopo un attimo di turbamento misto a stupore, chiamò a gran voce le guardie sul patibolo.
“Tradimento!” Urlò.
“Come è stato possibile?” Fissandolo De Jeon.
“Ecco come!” Rispose Missan fuori di sé, mostrando il petto del direttore tatuato con il simbolo del Giglio Verde. “Presto, chiudete tutte le strade e voglio posti di blocco ovunque! Fermate qualsiasi sospetto! Anche donne e bambini!”
Un attimo dopo ci fu il caos tra la folla.
Talia restò quasi travolta da quella marea umana che si disperdeva.
Ad un tratto qualcuno, afferrandola per un braccio, la portò via.


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