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Goz fissò Elisabeth e sorrise.
“Grazie, milady...” disse con gli occhi lucidi... ma la corazza per lord Guxyo non è ancora ultimata... come farò a lasciare dunque Tylesia? Probabilmente il mio tempo qui non è ancora terminato. Però io nutro fiducia in voi e so che mi riporterete i miei cigni. Ed io attenderò qui il vostro ritorno, milady.” |
Lo guardai come una figlia guarda il proprio padre.....sembrava cosi' inutile parlare , ognuno era sordo al richiamo della salvezza, Tylesia sembrava piu' forte di ogni cosa......" Faro' come volete......finite quella maledetta corazza........vorrei che soffocasse l'uomo che l'ha richiesta......la vostra speranza mi onora Goz......vi portero' i vostri cigni.."...baciai la sua gelida mano e tornai indietro sui miei passi.....il rumore dei miei tacchi sul pavimento del palazzo sembravano echeggiare tra quelle mura intrise di bugie e tradimenti.......uscii fuori e respirai l'aria pulita, andai verso l'uscita di Tylesia....e in lontananza vidi Vivian con suo padre........Gli animali hanno un innato senso di appartenenza.....un cavallo nero...nero come la notte mi si paro' davanti......lo avevo mandato via qualche giorno prima per rimanere con Vivian...ed oggi che avevo bisogno di lui ...era li' in tutta la sua bellezza.....gli saltai in groppa raggiungendo Vivian ..." Era destino che questo viaggio..lo facessimo insieme, e cosi' sara'..."....
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Non mi sbagliavo..un nesso con lay Armelia e lady Arya vi era..entrambe con un matrimonio infelice..sospirai "Milady, ma perchè tale dama cosi virtuosa è triste? Incontrammo un uomo nel villaggio e ci disse che questa è la Cittadina della Tristezza..perchè?"
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Le parole dell’uomo mi colpirono...
aveva detto che talvolta è meglio non conoscere... aveva detto che talvolta conveniva passare oltre per preservarsi da molti mali... Ne fui stupita. Ma io difficilmente potevo passare oltre... a me raramente era dato di ignorare un segno... ed era stato ben più di un solo segno a portarci lì... Sospirai. E tuttavia Guisgard non era disposto a sopportare oltre... lo sapevo, lo sentivo... sentivo il suo cuore battere forte e la preoccupazione crescere... Per Guisgard, dopotutto, i Cavalieri della Luna Nascente erano tutto ciò di cui ci dovevamo preoccupare, tutto ciò che ci minacciava... io sapevo che questo era ciò che pensava, sapevo che questo pensiero lo tormentava... eppure c’erano tante cose ben più spaventose, cose che potevano inseguirci ben oltre e ben più lontano dei Cavalieri, e con assai maggior costanza. Ad un tratto, poi, lui prese la mia mano e si avviò verso la porta... Facemmo qualche passo... la mia mente lavorava frenetica... sogni, visioni, profezie... il Belvedere e Faycus... la duchessa e la ragazza misteriosa... Andros e Chymela... il libretto e la collana... “Guisgard...” dissi, fermandomi e trattenendo la sua mano “Guisgard... aspetta. Ti prego!” Sospirai, cercando le parole per spiegarmi... stringevo convulsamente la sua mano e mi ero avvicinata così tanto che quando tornai a parlare fu solo in un sussurro lievissimo... “Vedi... quello che è in palio è qualche cosa di molto grande... molto più grande e più importante di me, di ciò che sono e di ciò che vedo...” Esitai... abbassai appena gli occhi, poi li riportai su di lui... “Guisgard, ascolta... io vorrei semplicemente fuggire. Lo vorrei davvero! Vorrei potermi nascondere con te e non curarmi più di niente... ma non posso! Non ancora! Non posso perché quello che vedo, quello che sono, continuerà ad inseguirmi... e combattere, combattere questo, non ha senso! Perciò ti prego... ti chiedo solo di fidarti di me!” Per qualche attimo fu il silenzio... sentivo gli occhi di Guisgard su di me... era combattuto, lo sapevo. Sorrisi, dunque, e sollevai una mano a carezzargli piano il viso... “Ora...” mormorai “Ora vorrei che mi dicessi che cosa vedi in questa chiesa... perché ti ha tanto meravigliato... ti prego, dimmelo... vuoi?” |
Guisgard ascoltò Talia.
Ascoltò ogni parola e fissò ogni sua espressione e gesto. Una marea di pensieri e sensazioni allora invase il suo cuore. Aveva paura. Sapeva, sentiva che i cavalieri erano vicini, prossimi a raggiungerli e non comprendeva ciò che invece sembrava essere tanto importante per Talia. Avrebbe voluto prenderla e portarla via, lontano da tutto e da tutti. Galoppare via da quelle paure. Però non poteva farle percepire tutto questo. Non poteva riflettere su di lei queste sue angosce. Lui e lui solo doveva preoccuparsi di lei, senza farle percepire le sue inquietudini. Prese allora la mano di lei e la baciò. “Va bene...” disse in un sussurro “... va bene... faremo come vuoi tu...” fissò allora la navata “... è strana questa chiesa... ovunque vi sono centinaia di dipinti e di mosaici... eppure nessuno di questi è a tema sacro... sono immagini misteriose ed inquietanti... enigmatiche e impenetrabili...” esitò per un attimo “... i dipinti e i mosaici sembrano avere il medesimo soggetto... sono infatti sempre due amanti che si baciano... come una scena, un'ossessione ripetuta all'infinito... e la cosa inquietante è che in ogni dipinto e in ogni mosaico i due amanti sono sempre ritratti senza volto...” |
Quelle ultime parole di Guisgard mi lasciarono senza fiato.
Per molti, lunghi minuti rimasi immobile... con il fiato corto, gli occhi chiusi e la mente lontana da lì... “Due amanti senza volto...” sussurrai, quasi sovrappensiero. Ed improvvisamente mi sentii come travolta... essere lì, in mezzo aa tutti quei ritratti e non poterli vedere... tremavo al pensiero... tremavo per l’emozione ed il dubbio... mi sentivo così vicina, eppure così lontana. C’era silenzio nella cappella... avvertivo la presenza dell’uomo a qualche distanza da noi... ci osservava... sentivo i suoi occhi su di me... Lentamente presi la mano di Guisgard e la strinsi... la mia ancora, la mia salvezza... lui era tutto ciò di cui mi importava veramente, era tutto ciò a cui tenevo e non volevo ferirlo... non volevo sentirlo così preoccupato e teso... Ed era per lui, pensai all’improvviso, che dovevo risolvermi ad andare oltre... era per lui che non potevo lasciare che quella situazione, che tanto lo logorava, si protraesse all’infinito... Gli sorrisi, dunque... poi, sempre stringendo la sua mano, mi voltai e fronteggiai l’uomo... “Un soggetto insolito per una chiesa...” mormorai gentilmente, accennando appena a ciò che ci circondava “Un soggetto così potente e tanto particolare che...” Esitai solo un istante, poi mormorai... “Ditemi, vi prego... avete forse tratto ispirazione da qualche parte? Da qualche dipinto? Magari da Capomazda?” |
Elisabeth, col suo cavallo nero, raggiunse Cristansen e Vivian che, nel frattempo erano già giunti alle porte di Tylesia.
Nel rivedere la dama furono felici e tutti e tre lasciarono la città. Poco dopo arrivarono al monastero diroccato. Qui uno spettrale silenzio li accolse. Tutto appariva immobile. “Milady...” disse Vivian “... che luogo è mai questo?” |
“Ah, bravo.” Disse Hautier fissando Cavaliere25. “Vedo che i miei metodi già fanno effetto. Forse tra un po' riuscirò a trasformarti in un vero soldato. E sia, finisci di mangiare e poi recati sulla torre Nord, dove comincerai il tuo turno di guardia. Lì troverai un altro soldato, al quale darai il cambio, dicendogli che ti ho mandato io.”
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“Ella è triste” rispose l'anziana donna ad Altea “poiché è stata colpita dal più terribile lutto che può raggiungere una donna ed una madre. Suo figlio, di pochi anni, è stato morso da un serpente e da allora è caduto in un sonno simile alla morte. Da quel momento l'amore nella famiglia reale è finito ed è cominciata la tristezza per tutti noi. Voi siete straniera, milady? Allora vi consiglio di andarvene da questo luogo. Qui abbiamo solo dolore da offrire... dolore e disperazione...”
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Ascoltai le parole addolorate della donna e guardai il suolo lastricato, provai una profonda amarezza per quella piccola vita che ancora doveva conoscere cosa era veramente la Vita.."Non si può fare nulla per sconfiggere ciò che lede a quel bambino? Non vi sono antidoti o soluzioni?Diteci..milady. Tutto ciò mi rattrista".
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