Fu uno spettacolo meraviglioso.
Una visione di pagana bellezza, di calore dei sensi, di desideri rubati e fantasie perdute.
Con naturalezza e senza il minimo imbarazzo Altea si tolse il costume, scoprendo alla luce del Sole ed allo sguardo di Ardea tutto il suo sinuoso corpo.
Snella come una gatta selvatica, alta e longilinea, senza titubanza mostrava le lunghe gambe, i sodi glutei, i seni rosati ed il suo invitante sesso.
Come una dea dell'amore e dei sensi, della passione e della bellezza, si sdraiò davanti al giovane pittore, con elegante malizia.
Aveva gli occhi di lui addosso e li sentiva tutti, in ogni tratto del suo corpo.
“Posso dirle” disse sorridendo Ardea “che è bellissima senza correre il rischio di sembrarle imbarazzato, signora?” Tra il divertito ed il soggiogato da ciò che vedeva davanti a lui.

Sorrisi.
"Ci sono talmente tanti modi per far passare un omicidio per suicidio. Parliamo di un criminale che riesce a cambiare faccia con la stessa facilità con cui si beve un bicchier d'acqua, quanto ci mette ad imbastire una sceneggiata simile?"

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Lo osservavo sensual ente.. "Finalmente.. Ti sei lasciato andare. Certo che puoi dirmelo. E io posso dire mi hanno conquistato i tuoi occhi perché sono vispi, parlano da sé... Sono sensuali".

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Elv restò a pensare dopo quelle parole di Gwen.
“Bisognerebbe capire” disse poi “o meglio scoprire le modalità precise che hanno portato Oxsien alla morte... quindi se il tuo ragionamento è giusto, anche Mizzar sarebbe in pericolo, giusto?” Fissandola.

“Se le sembrano belli i miei occhi” disse il pittore dallo sguardo azzurro ad Altea “è perchè in essi si riflette ciò io che sto guardando ora...” fissandola tutta, senza paura di sembrare inopportuno.
Allora si avvicinò al tavolino e prese il vasetto di crema solare, per poi andare verso di lei sulla sdraio.
“Posso chiederle” con tutta la luce che i suoi bei tratti ed i suoi modi gentili emanavano “di spalmarsi sulla pelle questa crema? Per far risaltare il suo corpo e dargli i riflessi oleati per renderla simile a come gli uomini del passato si aspettavano di vedere una dea...”

Vidi che rimaneva a pensare.
"Già, probabilmente Mizzar è ancora lì prigioniero e invece il falso Mizzar, cioè Fantamas, è libero di girare e agire indisturbato" aggiunsi poi.

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Un improvviso desiderio mi pervase.. Il fatto non capivo la sua vera indole.. "Spalmala tu.. Tanto da rendere il mio corpo brillante come ti serve" non distogliendo lo sguardo dal suo.

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Poteva essere un animale, più che un uomo.
Cosi, cercando di fare il minimo rumore possibile, mi avvicinai alla finestrella per guardare fuori e capire che cosa fosse.

“Eh, audace ipotesi.” Disse divertito Elv a Gwen. “Beh, mi stai facendo avere voglia di saperne di più. Quasi quasi sarei tentato di rinviare la nostra vacanza, sai?” Ridendo. “Chissà, hai un naturale talento per i misteri, o forse sei solo una bella visionaria.” Facendole l'occhiolino.

Quella risposta di Altea stupì non poco il giovane pittore.
Lo si vedeva da come i suoi occhi, alle parole di lei,l'avevano fissata.
Con più intensità e desiderio di quanto non avessero trasmesso fino a quel momento.
“Certo...” disse sorridendo ad Altea.
Allora si inginocchiò davanti alla sdraio e versò in una mano la crema dal vasetto.
Cominciò così a spalmarla prima sui piedi, poi risalendo alle caviglie, fino ai ginocchi e poi alle cosce.
Evitò in quel momento la zona intima, arrivando a versare altra crema sulla pancia di lei e poi sui fianchi.
Allora passò alle braccia, alle spalle, sempre con delicatezza, garbo, quasi toccasse un'opera d'arte.
Poi iniziò a spalmarla sui seni.
Prima su uno e poi sull'altro.
A piene mani, con entrambe, spalmava quella crema fin sui capezzoli, guardandola negli occhi.
Era bellissimo toccare ed ungere quei seni, far scivolare quei capezzoli tra le dita e non staccando mai il suo sguardo dagli occhi di lei.

Destresya guardò dalla finestra e vide una strana figura.
Era bassa e tarchiata, dal pelo ispido e la confermazione quasi scimmiesca.
Aveva movenze strane, come se una certa deformità riguardasse le sue giunture.
I suoi abiti erano malconci ed un senso di sporcizia lo circondava.
Si aggirava intorno alla baracca come se cercasse qualcosa.

Sorrisi divertita, alle sue considerazioni.
"Chissà... Forse potrei ricattarti dicendoti che lo saprai solo se andremo in vacanza" dissi, per poi ridere.
"Sto scherzando, ovviamente..." ancora divertita.

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Elv rise.
"Beh, io sono ancora bloccato qui, almeno fino a domani..." disse a Gwen "... però magari, quando andrai via, potresti cercare notizie sulla morte di Oxsien... chissà che poi domani non si abbia una base da cui partire per far luce sulla vicenda, no?"

Annuii lentamente.
"Ricordo di aver visto un film in cui la protagonista femminile indagava per conto del collega ricoverato in ospedale... Mi ci rivedo molto..." ridendo.

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"Ah, interessante..." disse Elv a Gwen "... e di quale film si trattava?" Chiese.

"Sai, quei polizieschi un po' noir in cui il protagonista maschile rispecchia un po' l'ideale di moderno eroe romantico un po' tormentato..." risposi "Perché, ti ci rivedi?" con aria sia sorniona che divertita.

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Osservai quella strana figura che si aggirava attorno alla capanna.
Era un uomo o un animale?
Presi con movimenti lenti lo smartphone e scattati una foto silenziosa e senza flash in modo da poter poi analizzare l'immagine se fosse fuggita.
La indicai a Fessen con lo sguardo.
"Proviamo a catturarla?" Sussurrai pianissimo.

Quel massaggio diventò fortemente sensuale. Ardea si soffermo' sui miei seni, modellandoli e toccandoli come un bravo artista. Mi lasciai sfuggire un sospiro di piacere.. "Sei bravo... Vuoi risaltare il mio seno?" toccando il suo viso e il collo con la mano.

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“No no, per carità...” disse Elv a Gwen con una smorfia “... mi sembra la descrizione di uno di quei film di quell'attore... di quel Guisgard...” scuotendo il capo “... non lo digerisco per niente, è troppo pieno di sé e poi ogni volta la tipa di turno finisce inesorabilmente per innamorarsi di lui...” sbuffando.

Fessen guardò fuori e notò la strana figura.
Ma poi quella, ad un tratto, con movenze agili, quasi feline, nonostante il fisico sgraziato e dall'aspetto deforme, scattò via, svanendo nella vegetazione.
“Forse era un vagabondo...” disse Fessen a Destresya.

Ardea guardò Altea e sorrise, col piglio impertinente di un ragazzino beccato con le mani nel vasetto della marmellata o nella scatola dei biscotti, ma più malizioso e meno candido.
“Voglio far risaltare tutto di lei, signora...” rispose col viso appena arrossato, forse dalla timidezza o forse per il calore del Sole, oppure, magari, per l'eccitazione di quella situazione “... vuole, per favore, allargare appena le gambe?” Prendendo altra crema per terminare di ungerla.

Risi alla sua risposta.
"E dunque? Sei geloso perché lui riesce ad accaparrarsi sempre le protagoniste femminili?" divertita.


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"Certo.. Sei tu il pittore no?". Allargai leggermente le gambe.. E il ragazzo timido come avrebbe fatto ora.. "Sei fidanzato?" a bassa voce.

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“No, solo perchè è troppo imbevuto di se stesso.” Disse Elv con una smorfia.
Arrivò un'infermiera ad avvertire che l'orario delle visite era terminato.
“Beh, allora a domattina, Gwen...” fece Elv “... quando potrò anche io uscire finalmente da qui.” Sorridendole.

Ardea guardò Altea negli occhi, in modo ancor più aguzzo e penetrante, poiché forse non si aspettava tanta generosità da parte sua.
Un attimo dopo abbassò lentamente lo sguardo percorrendo tutto il volto ed il petto di lei, arrivando a posare gli occhi fra le sue gambe, sul suo sesso.
Allora la mano unta di crema scivolò piano fra le cosce di Altea, posandosi sulla sua intimità ed iniziando a spalmare delicatamente tutt'intorno, fino a quando il lento movimento circolare delle sue dita si strinse intorno al suo sesso.
La toccava tutta, in modo complice, intimo ed Altea si sentiva invadere, penetrare da un calore avvolgente, cadenzato, quasi ritmico, portandole vampate dall'interno del suo corpo evaporavano come fluttui fino al suo volto.
“Si...” disse pianissimo lui, con una voce bassa e calda “... ho una ragazza...” continuando a toccarla.

"Forse hai ragione" divertita.
Poi, l'infermiera mi avvisò che dovevo andar via.
"Sì, a domani. Buonanotte" sorridendogli.
Poi uscii.
Avevo intenzione di fare qualche ricerca in merito ad Oxsien, prima di ritirarmi in albergo e cercai di capire da dove iniziare.

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Se ne andò, sparendo tra la vegetazione.
A quelle parole di Fessen presi il cellulare e ingrandii la foto, per esaminarla meglio.
"A me sembra molto strano come vagabondo.. " perplessa "E se fosse il frutto degli esperimenti?".
Poi mostrai l'immagine ingrandita a Fessen.
"Che ne pensi?"

Gwen lasciò l'ospedale e passando davanti all'istituto universitario trovò alcune auto della polizia.
L' infatti era stato ritrovato il corpo di Oxsien, dopo che il noto studioso si era suicidato.

Feci bingo passando davanti all'istituto.
C'erano infatti molte auto della polizia a causa della morte di Oxsien.
Così mi avvicinai.
"È lo studioso che è stato trovato morto, vero? Dicono sia stato un suicidio..." chiesi ad un poliziotto.

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Destresya mostrò la foto scattata alla strana figura.
"Mai visto un idividuo simile..." disse Fessen guardandola "... sembra uscito da un circo... o da un film di fantascienza..."
https://alfredeaker.files.wordpress....osi1.jpg?w=584

"Si, si tratta del dottor Oxsien..." disse il poliziotto a Gwen "... è morto suicida nel suo studio... probabilmente il periodo di prigionia durante il suo rapimento lo ha scosso più del dovuto..."

"Dunque non è stato notato nulla di strano sul luogo del delitto?" Chiesi ancora.
Doveva esserci qualcosa, ero sicura della mia teoria.

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"No, nulla." Disse il poliziotto a Gwen. "Si tratta di un caso di suicidio. Le indagini hanno confermato il tutto e si sono concluse."

Annuii lentamente.
"Grazie mille, agente. Arrivederci."
Mi allontanai un po' delusa, perché ero certa che si potesse trovare qualcosa.
Ad un certo punto, pensai una cosa.
Osservai ancora il capannello di poliziotti davanti all'istituto, così andai sulla parte posteriore dell'edificio e mi arrampicai lungo i balconi metallici che sporgevano dalla parete, per cercare di entrare nella stanza di Oxsien.

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Sospirai guardando la foto di quell'essere.
"Già, mando la foto alla squadra in modo che possano analizzarla!" Annuii.
"Possibile che non questo posto non ci siano tracce? Dobbiamo continuare a cercare!" Ordinai.

Gwen riuscì a scavalcare il muro di cinta e ad entrare nell'edificio.
Fuori c'erano diversi poliziotti e periti per raccogliere eventuali tracce, ma all'interno i corridoi erano deserti.
Alla fine lei riuscì a trovare l'ufficio di Oxsien.
C'erano i sigilli della polizia, affinchè nessuno inquinasse la scena della morte e dal lampadario c'era ancora la cravatta appena con cui lo studioso si era suicidato.
Sul pavimento però vi erano tracce di sangue che la polizia aveva creduto appartenere solo allo scienziato.
Però per la bella vampira il sangue non aveva segreti e lei percepì, dal suo odore, che non poteva appartenere ad Oxsien e neppure a nessun altro uomo.
Era infatti un tipo di sangue molto particolare, a metà tra quello umano e quello animale.

Fessen e Destresya cercarono ancora, ma senza trovare nulla di particolare.
Alla fine del pomeriggio lui, deluso, consigliò alla ragazza di tornare all'albergo.
Stare lì era inutile.
Avevano però la foto dello strano individuo.

Non c'era niente, niente di niente.
Ero esausta e frustrata.
Annuii alle parole di Fessen.
"Si, speriamo che abbiano analizzato la foto che ho mandato alla squadra ore fa e abbiamo scoperto qualcosa, almeno loro!" Sospirai, asciugandosi la fronte sudata.

Riuscii a scavalcare i cancelli e mi intrufolai nell'istituto.
Dentro era deserto, completamente e non mi ci volle molto per trovare la stanza.
Scavalcai i sigilli senza neanche toccarli per non rischiare di compromettere alcunché ed iniziai ad indagare.
La cravatta con cui, presumibilmente, si era impiccato, era ancora lì, penzolante come un macabro serpente ormai esanime.
Ma un altro dettaglio catturò la mia attenzione.
Il sangue.
Ce n'era sul pavimento, ma non capivo perché non ne avessero parlato.
Lo annusai a lungo, lo studiai, registrai ogni nota di quell'odore nella mia mente, lo confrontai con l'odore di Oxsien che trovai sulla cravatta e giunsi ad una conclusione.
Non era di Oxsien.
Era sangue umano misto ad animale.
Avrei avuto molto da raccontare ad Elv.
E sarebbe stato di certo un espediente per dirgli la verità su di me.

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In auto Fessen a Destresya tornarono a Las Baias, verso l'albergo.
Parcheggiarono quando ormai era sera nel garage della struttura e poi risalirono lungo una stradina laterale che faceva il giro del complesso alberghiero.
Qui però videro qualcosa di molto strano.
Da un vicoletto secondario apparve una figura.
Era un uomo di alta statura, però sgraziato nelle proporzioni e grottesco delle movenze.
Indossava un lungo cappotto scuro ed aveva sulla testa una coppola all'Inglese di un marrone opaco.
Sembrava quasi zoppicare ed avanzava con passo incerto.
Appena uscì dal vicoletto si scontrò con un vecchio fermo all'angolo.
L'urto fece cadere a terra l'anziano.
Prima però che questi riuscisse ad alzarsi, l'altro cominciò a scalciarlo ed a calpestarlo, con una tale foga, una violenta determinazione ed un furioso impeto che il povero vecchietto non potè fare altro che gridare.