"Beh, perchè stiamo parlando di un professionista, madame." Disse Stuarto a Destresya. "Anche se sarà complicato convincerlo... prima però devo rintracciare il suo ultimo indirizzo... mi occorre qualche minuto, madame..."

Elv cominciò a succhiare i capezzoli di Gwen, prima uno, poi l'altro, con desiderio incessante, stringendo i seni con entrambe le mani, stuzzicandola e provocandola continuamente.
Continuò a lungo, guardandola dal basso verso l'alto, fino a quando, ad un tratto, con una mano lasciò il seno di lei, scivolando verso il basso ed infilandola nelle mutandine della ragazza.
Allora Gwen si sentì toccata, invasa e penetrata dalle dita di Elv che iniziarono a muoversi in profondità, dove lei era più calda, più umida e più sensibile.

"Adesso sono curiosa di sapere dove l'hai conosciuto un ladro professionista!" con aria divertita.
Stuarto aveva sempre la risposta a tutto, mi fidavo di lui a tal punto da avergli confidato il mio piano.
Nemmeno i miei assistenti lo sapevano.
"Mi fido di te, Stuarto, come sempre..." sospirai "Aspetterò le tue informazioni..." anche se in realtà ero impaziente.

Continuò e continuò incessantemente, senza fermarsi mai.
Era meravigliosamente eccitante, sia il suo modo di guardarmi che di provocarmi continuamente con quei giochi arditi e appassionati.
Poi, la sua mano scivolò verso il basso, strappandomi un gemito più intenso per come le sue mani iniziarono a muoversi, con desiderio, bramosia, mentre io mi sentivo totalmente pervasa dal piacere, un piacere mai conosciuto prima.
Improvvisamente, mi venne in mente ciò che mi aveva detto al nostro primo incontro, le voci che giravano sulle donne che lavoravano per Phoemnisk e pensai che ora avrebbe potuto constatare lui stesso il fatto che fossero sì vere, ma non per tutte.
Di certo non per me.

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"Quella mano continuò ancora ed ancora, facendo sentire Gwen in balia di quel gioco, di quei movimenti, di quel piacere proibito.
Le dita di Elv andavano sempre più in là, senza paura, senza pudore, senza tabù.
Entravano sempre più nell'intimità di lei, penetrandola e profanandone ogni inibizione.
Tutto ciò senza smettere di giocare con la bocca sui suoi seni.
Spinse ancor più in là la mano e le dita, per poi lasciare i suoi seni e guardarla.
"Ehi..." disse piano "... va tutto bene?" Fissandola e comprendendo che era la prima volta per lei.

La sua mano si spingeva sempre più oltre, sempre più in là ed io gemevo senza sosta, ancora.
Mi sentivo improvvisamente invasa, sovrastata da un godimento che non mi era mai appartenuto, ma a cui ora non riuscivo a rinunciare.
Improvvisamente si fermò e lo guardai, il respiro affannoso per quei gemiti.
Sorrisi piano e presi il suo viso fra le mani e lo avvicinai.
"Sì..." mormorai piano "Non smettere..." sussurrai.

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Elv la guardò negli occhi e sorrise dolcemente.
Allora raggiunse il suo volto e le sue labbra, per poi baciarla.
Un bacio intimo e meraviglioso, stringendo a se Gwen, sentento i suoi seni caldi contro il suo petto muscoloso.

Il suo sorriso, poi il suo bacio dolcissimo, il più bello.
Come sempre strinsi il suo viso fra le mani, sentendo la barba pizzicarmi appena le dita e le sue mani stringermi a sé.
Era una sensazione intima e meravigliosa, dolce.
Nel frattempo, indietreggiavo appena, raggiungendo il letto insieme a lui.

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Raggiunsero il letto, con Elv che continuava a baciare Gwen, con sempre più desiderio, sempre più eccitato, baciandola e stringendole piano i seni sodi.
Allora piano finirono tutti e due sul letto, ritrovandosi l'uno sull'altra.

Il nostro desiderio cresceva sempre di più, era inarrestabile.
Sentivo le sue mani su di me e la sua bocca assaporare la mia senza sosta.
Mi ritrovai poi sotto di lui, sentivo appena il suo peso su di me, e la mia mano si mosse lenta per sbottonare i suoi pantaloni, mentre ancora cercavo le sue labbra.

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Non cantare per Phoemnisk.
La parete aveva parlato.
Così mi era sembrato, molto chiaramente, troppo da poter essere solo il gorgoglio di una tubatura murata.
Qualcuno dall’altra parte del muro mi aveva parlato, sapeva che proprio io ero all’ascolto.
Ma chi? Chi poteva esserci e perché poi quella frase?
Sembrava fin troppo simile all’ammonimento che avevo ricevuto nel mio incubo.
Ma non potevo iniziare a dar retta agli incubi ne tanto meno alle voci dal muro.
Magari era solo un scherzo, forse era solo qualcuno invidioso, che avrebbe voluto prendere il mio posto nello spettacolo.

“ Senta tornerò un altro giorno con calma”

Andando dal venditore.

“ Possiamo riprendere il nostro giro? Devi ancora portarmi a cena.”

Piuttosto impaziente di lasciare il negozio.


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Raggiungemmo il ponte e ci avviamo mano nella mano.. "Di noi.. Io e te intendi?" sorpresa mentre il suo bellissimo sguardo era su di me.. "Direi vi è una ottima intesa tra noi.. Io mi trovo bene con te" sfiorando la sua guancia con una carezza.. Quel desiderio di stringermi a lui e ben oltre.

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Elv era steso su Gwen, stringendola, baciandola e tenendola imprigionata sotto il suo corpo asciutto.
Lei con una mano raggiunse i suoi pantaloni e cominciò a sbottonarli, senza che lui smettesse di baciarla e di succhiare le sue labbra e la sua lingua.

Hiss sorrise ad Altea e prese la sua mano stringendola.
Attraversarono così a piedi il ponte, per poi raggiungere in un angolino della banchina fluviale un ristorantino molto caratteristico.
Presero posto ad uno dei tavolini più vicini al terrazzino sotto il quale scorrevano le acque del fiume.
Subito arrivò un cameriere che accese due candele rosse e lasciò il menù sul tavolo, augurando loro una buona cena.
“Dimmi...” disse Hiss sfogliando la carta dei vini “... di cosa hai voglia stasera per cena?”

“Eh, madame, diciamo che qualche anno fa avevo molti amici nell'Afrapol, la polizia internazionale.” Disse divertito Stuarto a Destresya. “Appena ne saprò di più la informerò. A presto, madame.” E staccò.

Set annuì a Dacey, mentre il vecchietto dell'emporio sorrideva ai due giovani.
“Allora vi aspetterò presto.” Disse.
Ma ad un tratto da una porticina secondaria uscì qualcuno.
Era un giovane alto, moro e di bell'aspetto.
Aveva occhi scuri, capelli lunghi legati a coda ed un'espressione corrucciata.
“Oh, eccoti finalmente.” Il vecchietto. “Benedetto ragazzo, dov'eri finito?” Scuotendo il capo. “E' mio nipote Tipien.” Presentandolo poi a Dacey e a Set.
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Ero imprigionata sotto di lui, letteralmente, il suo corpo mi bloccava e le sue mani mi stringevano.
La sua bocca deliziava incessantemente la mia, assaporandola dolcemente.
Lo spogliai poi completamente, osservando incantata il suo corpo asciutto, longilineo e perfetto ora finalmente a contatto col mio.

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Quando Gwen spogliò del tutto Elv lo sentì sospirare e poi gemere di desiderio.
Lui la guardò negli occhi e la baciò di nuovo, stringendola a sè.
Ma in quel preciso istante il cellulare di lei squillò.

"Sei pieno di risorse, Stuarto!" sorrisi, per poi abbandonarmi contro il cuscino "Fammi sapere al più presto, io intanto mi metto a controllare le altre foto per cercare di venirne a capo, la notte è ancora giovane.." sospirai, per poi staccare.Stuarto era un asso nel risolvere i problemi, poco ma sicuro!
Aprii il computer e continuai ad osservare quelle immagini.
Ci doveva pur essere qualcosa che mi desse delle informazioni.
O magari aveva ragione Stuarto a dirmi che io non ero una ladra professionista.
Era vero.
Ero solo determinata ad avere quella pietra, e dalla mia avevo la mia arte dell'illusionismo.
Mi tornò in mente quell'enigma nei sotterranei, forse avrei fatto bene ad andare a controllare.
Anche se ora l'idea del fantasma mi inquietava.
Così, continuai a controllare quelle foto, per guardare i sistemi di allarme, guardando continuamente il telefono nella speranza che Stuarto facesse presto con quel contatto.
Non vedevo l'ora di risolvere quelal questione che non mi lasciava tranquilla.
Specie pensando che non era solo la mia vita ad essere in pericolo, ma anche quella dei miei assistenti, e non avrei permesso a niente e a nessuno di far loro del male!
Ci tenevo, ci tenevo tanto, e mi mancavano...

Mentre Destresya era in balia dei suoi pensieri e dei suoi timori, ad un tratto squillò il suo telefono.
Era il numero della direzione dell'Elyseum.

Sorrisi ai suoi gemiti di piacere, con quella voce resa appena roca dal desiderio.
Mi guardò negli occhi a lungo, poi riprese a baciarmi di nuovo, stringendomi forte.
Ma il cellulare squillò.
"No..." mormorai, lamemtandomi per l'ennesima interruzione.
Sospirai con fastidio e presi il telefono.
"Pronto?" con voce svogliata.

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"Signorina, perdoni se la disturbo..." dise una delle segretarie al cellulare di Gwen "... ho bisogno di chiederle riguardo il signor Chef... che lei sappia aveva in programma di uscire stanotte? Solitamente non lo fa mai... lo stiamo cercando ma sembra sparito ed il suo cellulare bussa senza che nessuno risponda..."

Una segretaria.
Ma che voleva?
"Chef? No, diceva che sarebbe stato in camera sua..." risposi,perplessa e ancora scocciata.

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Presi il telefono con un rapido scatto della mano, sperando fosse Stuarto.
Invece era la direzione dell'Elyseum, dunque dovevo rispondere per forza.
Chiusi il computer e risposi.
"Pronto?" chiedendomi come mai mi contattassero a quell'ora.

"Noi qui non riusciamo a trovarlo..." disse la segretaria a Gwen "... proveremo ad entrare nella sua camera, forse dorme o si sarà sentito male..."

"Perdoni per l'ora tarda" disse una delle segretarie a Destresya "ma cercavamo il signor Chef e pensavamo potesse essere con lei a discutere del prossimo spettacolo..."

"Sì, provate a cercarlo, magari dorme già e non ha sentito il telefono" ipotizzai.

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"Si, faremo così..." disse la segretaria Gwen "... scusi ancora per il disturbo..." e staccò.
"Ma chi era?" Elv ancora sopra di lei.

"Si figuri, buonanotte..." e chiuse la chiamata.
"Una segretaria, Chef non risponde al telefono..." dissi, posando il telefono nella borsa vicina al letto.

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Aggrottai la fronte a quella domanda.
Chef?
"No, non è con me.." scuotendo la testa al telefono "Non lo vedo da ieri, gli è successo qualcosa?" preoccupata.
La gente continuava a sparire, a morire.
Sentivo una voce dentro di me che mi diceva di lasciar perdere, di rinunciare alla pietra, prendermi i miei assistenti e continuare il mio World Tour.
Ma era lì, era così vicina.
Ormai avevo avuto tutto, il successo, la notorietà, il denaro... quello che volevo era altro, era molto di più, molto più per me stessa che non per il pubblico.
Qualcosa di mio, mio soltanto.
Ciò che bramavo fin da bambina, quello che mi aveva fatto prendere quella strada professionale.
La magia, la vera magia, il vero potere.
E quella pietra me l'avrebbe data, ora niente e nessuno si sarebbe frapposto tra me e lei.

Ci sedemmo al tavolino e ammirai le luci che si riflettevano sul fiume.
"Adoro la nouvelle cousine.. Qualcosa di delicato e sofisticato.. E del vino bianco del nord est di Serenica.. Ci sei mai stato?" sorridendo "Ma per dolce vorrei delle fragole con della panna e una colata di cioccolato".

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"Strano..." disse Elv fissando Gwen "... come può sparire qualcuno nel nulla? Beh, sarà di certo in giro per l'Elyseum... dopotutto quel castello è immenso..."

"No, lo stiamo cercando ma sembra sparito nel nulla." Disse la segretaria a Destresya. "Continueremo a cercarlo. Grazie e scusi il disturbo. Buona notte, signorina." E staccò.

"Sì, infatti..." spostando un ciuffo ribelle dalla sua fronte "Sarà sicuramente da qualche parte, avranno riempito di controlli il castello, dopo stasera..."

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"Perfetto." Disse Hiss guardando il menù. "Lo stesso anche per me." Dando il menù al cameriere. "No, non sono mai stato a Serenica... ti va di descrivermela?" Ad Altea riempiendo i loro bicchieri. "E' un principato, giusto? Se ricordo bene è retto da una sovrana..."

"Allora" disse Elv mentre Gwen gli accomodava un ciuffo ribelle sul viso "come fa uno a sparire nel nulla? Infatti quel castello è pieno zeppo di telecamere, vigilanti e custodi..."

Sparito nel nulla?
La cosa si faceva sempre più sospetta.
Io sapevo che il fantasma era in giro quella notte.
Che l'avesse preso e ucciso?
Ma avrebbero già trovato il corpo, no?
Uno non si può volatilizzare nel nulla in questo modo...
Ero inquieta, decisamente inquieta.
Che cosa stava succedendo in quel palazzo?
Ormai avevo visto le immagini più e più volte, anche se il pensiero di quei misteri non mi lasciava pace.
Restavo in attesa della chiamata di Stuarto, sempre più impaziente.
Iniziai a camminare per la stanza, nervosamente, sperando mi aiutasse a pensare.

Alzai le spalle.
"Non saprei... Forse sarà semplicemente uscito e il telefono non ha campo... Non so cosa pensare, ma meglio non pensare subito al peggio..."

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"Sì, è un Principato. La sua regnante è carismatica, bellissima e una guerriera, si dice sia tanto bella quanto a volte spietata, fredda ma in lei pulsi una carica vitale molto forte..ama la bellezza e si circonda di meravigliosi marmi policromi, fontane, cascate che scendono dalle vallate o arrivano dal mare riempiendo le sontuose terme. E da un lato è circondata dal deserto, ella ama vivere in modo orientale. E poi l' artigianato è famoso per gli orafi visto è ricca di diamanti e pietre preziose, e sanno lavorare il vetro rendendolo di mille forme e colori. Serenica è tutto...in base a ciò che la Sovrana voglia...un caratterino vero?" facendogli l' occhiolino.."Voci di pettegolezzi mi sono giunti e si era quasi invaghita di un Principe ma mi sembra sia durata poco" ridendo mentre assaggiavo il vino bianco.."E io come sono?".

Destresya camminava nervosamente per la stanza.
Era sola, preoccupata, pensierosa.
Trascorse così un'ora, ma lei quasi non se ne accorse.
Poi, a farla tonare alla realtà, ci pensò il suo cellulare che cominciò a squillare.