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“Inaudito.” Disse Berengario alzandosi dal suo posto. “Questa donna” indicando Elisabeth “non ha detto nulla per scagionare il suo assistito dalle accuse che gli vengono mosse, ma in compenso ha infangato la Corona e il nostro intero regno! Chiedo che venga punita severamente!”
Ci fu un confuso mormorio in aula, alla fine zittito solo da un cenno della regina. “Signori...” prendendo lei la parola “... qui si sta giudicando messer Cristansen e la sua fedeltà al regno... ciò che il suo avvocato afferma, ha valore solo se visto in quell'ottica... l'accusa e la difesa hanno diritto di ricorrere ad ogni possibilità per raggiungere ciò che si sono prefissate. Questa corte nella nostra persona garantirà sempre tale diritto. Si continui ora.” “Grazie, mia sovrana.” Fece Berengario. “L'accusa chiama come testimone... messer Frydom.” Il giovane raggiunse il posto dei testimoni e giurò solennemente di dire la verità e solo quella. “Messer Frydom” disse Berengario “conoscete bene l'imputato?” “Si, signore.” “E in quali circostanze l'avete conosciuto?” “Tempo fa...” rispose Frydom “... quando ero suo segretario nella Biblioteca.” “E vi ha mai accennato alla sua volontà di non voler firmare l'Atto Unico?” “Si, signore.” “E volete spiegare a questa corte ciò che avvenne?” “Rammento” fece Frydom “di un Sabato mattina. Messer Cristansen mi sembrò visibilmente agitato... no, contrariato dovrei dire. Ne chiesi le ragioni ed egli mi parlò appunto della decisione del Senato e di come lui temesse tale provvedimento. Egli infatti affermò che questo avrebbe ridimensionato la richiesta da parte del pubblico riguardo a testi di poesia amorosa.” “E ciò lo preoccupava?” “Si, signore...” annuì Frydom “... messer Cristansen infatti riceveva una decima su ogni libro che la Biblioteca cedeva alla corte, al Clero o all'aristocrazia. Senza dimenticare le spese pagate dai librai per avere copie di quei libri.” “Volete dirci che messer Cristansen si è rifiutato di firmare l'Atto Unico solo per vili interessi personali?” Gridò Berengario. “Ha tradito il suo regno per denaro? Questo ci state dicendo, messer Frydom?” “Temo di si, signore.” “Avete udito?” All'aula Berengario. “Non ho altre domande! L'accusa se vuole può interrogare messer Frydom!” “Frydom...” alzandosi Cristansen “... cos'hai sul petto? Il sigillo della Biblioteca? Questo ti hanno offerto per mentire, ragazzo mio? Vendere l'anima per diventare re è sempre un pessimo affare... ma farlo per diventare un semplice e misero bibliotecario è farsesco... ho compassione di te...” Frydom chinò il capo e non rispose nulla. |
Fyellon si voltò di scatto verso Altea.
“Voi...” disse con gli occhi che sembravano ardere “... voi, cosa ne sapete? Nessuno può amare veramente quel maledetto! Nessuno può amarlo dopo averlo conosciuto bene! Ed io ho conosciuto come nessun altro mio fratello! Egli fu abile a mentire e a farsi apprezzare... questo ha causato la fine della mia famiglia! E non trovo giusto che voi ne parliate con tanta sufficienza! Visto che neanche avete conosciuto quel bastardo!” E per la rabbia tirò un pugno contro la corteccia di un albero. |
Appena Cavaliere25 terminò di parlare, suonò l'adunata e tutti corsero nel cortile.
“Presto, andiamo.” Disse il soldato al boscaiolo e ai suoi compagni. Nel cortile vi era un militare ad attendere tutti i soldati. “Ascoltatemi, fannulloni!” Gridò. “Sono il capitano Hautier e da oggi vi addestrerò come si conviene! Siete degli inetti, ma farò di voi dei veri soldati! Anche a costo di farvi sputare sangue! Intesi, canaglie? Devo ripeterlo? Badate che odio ripetermi!" |
La sua mano...e quell'albero forte e secolare e il viso dolorante di Fyellon, accorsi vicino a lui..."Fyellon, vi siete fatto male? Io non capisco questi vostri impeti di rabbia, da molto li noto. Vi sto solo dando dei buoni consigli, avete ragione...non conosco vostro fratello e non posso giudicare, solo per il gesto ignobile che ha compiuto verso vostro padre dovrebbe essere considerato una persona negativa e infima. Io non ne parlo con sufficenza, come posso io parlare di lui se non lo conosco. Sto solo dando un consiglio.." mi sentivo innervosita e tesa da questa situazione "Fyellon, scusatemi, non parlatemi più di vostro fratello e del vostro passato, voi avete detto che avreste ricambiato il favore fattovi a Tylesia facendovi entrare nelle guardie reali di sir Reas, e in cambio mi avreste dato la vostra protezione di cavaliere in questa Odissea in cui ci siamo imbattuti. Quindi limitatevi a darmi solo la vostra protezione di cavaliere e raggiungiamo Tylesia, poi sarete libero di andarvene e io di tornare a Palazzo" ripresi il cammino senza voltarmi per osservare se Fyellon era dietro me, era inutile, non si poteva più parlare con lui, improvvisamente era l'Odio che parlava per lui.
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La duchessa probabilmente aveva ragione: non sapevo fingere! Non avevo mai saputo farlo.
Da quel momento non parlammo più, ed io terminai la mia colazione nel silenzio più assoluto e il più lentamente che mi fosse possibile... tergiversavo... mangiavo con una lentezza quasi esasperante, riflettendo... Doveva esserci un modo, mi ripetevo... Doveva esserci qualche cosa che potevo fare... o che potevo dire... Doveva esistere un modo per convincere la duchessa a non partire... o a lasciarmi lì... un modo per non lasciare che mi separasse così tanto e così pericolosamente da Guisgard... Mi chiedevo dove fosse, intanto... mi chiedevo cosa stesse facendo... Ma quella colazione non poteva durare per sempre e così presto, prima che io fossi riuscita a vedere una soluzione da qualche parte, la dama dette ordine di preparare la carrozza e, appena un istante dopo, fummo condotte fuori. Panico... paura... camminando per il cortile mi sentivo come se stessi salendo la scaletta della forca... “Milady!” dissi ad un tratto, non riuscendo più a trattenermi “Milady, vi prego... vi imploro... io...” Ma lei mi interruppe, sfiorando con due dita il mio braccio... ed appena un istante dopo ne compresi il motivo... Citazione:
Quella domanda... e proprio in quel momento... proprio mentre stavo per essere portata via... mi parve uno strano, malefico, ingiusto scherzo del destino ricevere simili domande proprio in quel momento... Sollevai la testa di scatto, dunque, quasi involontariamente... gli occhi spalancati ed il respiro che, per un attimo, veniva meno... E per un attimo rimasi così: incerta, confusa, spaventata... e sentendomi, ora, così terribilmente sola in quella cupa oscurità che mi avvolgeva. |
XXIX Quadro: Il Re di Cuori
“La sorte degli uomini si volge spesso in mala fortuna; poi, dopo la mala fortuna, torna a volgersi in buona ventura” (Goffredo di Strarsburgo, Tristano) Fyellon non rispose nulla a quelle parole di Altea e si limitò a seguire la sua compagna di viaggio. Proseguirono così accompagnati da un lungo ed irreale silenzio, fino a quando si ritrovarono nei pressi di una piccola cittadina. Questa era adagiata alle pendici di un verde colle, dal quale dominava un sontuoso castello. Quattro alte torri racchiudevano la robusta cinta muraria, rafforzata da contrafforti e muri a scarpa. Un fossa correva tutt'intorno al maniero e solo da un monumentale ponte levatoio era possibile accedere a quella rocca. “Forse” disse Fyellon, rompendo finalmente il suo silenzio “questa cittadina è sulla strada per Tylesia... magari strada alternativa, visto che non ricordo di averla vista nel nostro precedente cammino...” Proprio in quel momento giunse un uomo. “Messere!” Chiamandolo Fyellon. “Potreste dirci che posto è questo?” “Signori...” fece quell'uomo “... questa è Cayassian, la città della tristezza...” http://upload.wikimedia.org/wikipedi...entin_deck.png |
Camminammo per molto tempo in silenzio, e improvvisamente davanti a me apparve un castello maestoso su un colle, sembrava pure accessibile.
Aveva ragione Fyellon, nemmeno io ricordavo un simile castello nel viaggio che facemmo quando il cavaliere chiese informazioni a un uomo di passaggio...Cayassian...la città della Tristezza. Mi sembrava strano che potessimo continuare tranquillamente..."Messere, mi scusi, ma se sopra quel colle svetta maestoso quel castello perchè questa cittadina ricorda la Tristezza, per qualche avvenimento passato?" |
Mi affacciai al pozzo per poter vedere la fanciulla che mi aveva parlato, ma era molto buio e non riuscivo a vedere nulla. "Come posso aiutarti?" le chiesi, preoccupata "perché quei mercanti sarebbero interessati a te?" aggiunsi, con un terribile presentimento.
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Non vi era alcun verso di convincerli......non potevo rimanere in loro compagnia non mi sentivo protetto.
Tirando un sospiro tornaì verso il cunicolo che avevano scovato e prima di scendere dal mio Belfagor gli dissi: "Qualunque cosa succeda.....torna all'accampamento e avvicinati al Maestro. Capirà cosa mi è successo.....". "Vediamo come posso intervenire....."mi avvicinaì alla grotta e sondaì la zona. Cercaì fra gli alberi ed i boschi vicini se vi era qualche oggetto che potesse causarmi qualche sorpresa. Cominciaì ad ispezionare il luogo. |
Parsifal cominciò ad ispezionare la zona, ma alla fine non riuscì a trovare nulla di particolare.
“Cavaliere...” disse uno dei mercanti “... forse proprio in questo misterioso cunicolo riusciremo a trovare ciò che cerchiamo. Qualcosa che ci faccia comprendere perchè questo cunicolo è stato scavato proprio qui...” Un altro di quei mercanti allora accese una torcia e cercò di illuminare l'ingresso del cunicolo. “Nulla da fare...” mormorò “... è buio pesto lì dentro... cosa facciamo, cavaliere?” Chiese a Parsifal. “Direi di entrare e controllare.” Disse un altro di quelli. “Siete d'accordo, cavaliere?” Fissando Parsifal. Nel frattempo, nel cortile della fattoria, Lilith aveva sentito qualcuno chiamarla da un pozzo. “Vogliono sacrificarmi!” Disse la voce dal pozzo. “Vogliono sacrificarmi a qualcosa di terribile! Mi sono nascosta qui per sfuggire ai loro propositi... ma tu devi aiutarmi a fuggire da qui... ti prego, non negarmi il tuo aiuto... questi uomini sono dei folli... se vuoi aiutarmi, io ti indicherò cosa fare... ma ricorda che non devi farti scoprire... nessuno deve sapere di questo, o per me sarà la fine...” |
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