"Una luce e poi saette,folgori..." disse l'uomo a Gwen "... erano gli Angeli del Signore... stanotte... l'Angelo vendicatore..."
"Che idiozie..." scuotendo il capo Maday.
"Cosa avete visto?" Minsk. "Davvero gli Angeli? Si mostrano alla collettività adesso?" Sarcastico.
"No, ma era l'Angelo..." l'uomo fissandolo "... per questo preghiamo..."
"Stiamo perdendo solo tempo..." sputando a terra Maday.
"Io l'ho visto, signore!" Ad un tratto un bambino.

La pioggia scendeva forte ed i tuoi scuotevano la terra.
La carrozza percorreva la stradina fangosa a passo lento, quasi affondando con le ruote nella melma.
"Forse dovresti lasciare questo posto..." disse il viandante accogliendo Altea fra le sue braccia e sul suo petto "... corri troppi rischi a restare al castello... tutto può davvero accadere... non credo siamo davanti ad un fantasma che sceglie con cura le sue vittime... ma un freddo e spietato assassino che ucciderà chiunque si opponga alla sua cruda missione..." guardandola negli occhi e baciandola con ardore, con foga, con impeto.
Era un bacio forte, quasi violento, come è la passione di questi uomini arditi ed audaci, dalla vita e dagli amori romanzeschi.

Ovviamente, come mi aspettavo, addussero una ragione mistico-religiosa a quanto successo.
Non molto utile, in effetti.
Però, poi, un bambino intervenne.
Così, mi avvicinai, inginocchiandomi davanti a lui.
"Mi diresti cosa hai visto?" gli chiesi dolcemente.

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Mi lasciai trasportare da quel bacio profondo e virile, capace di darmi sicurezza e scuotere l'animo di donna.
"L'ho pensato molte volte ma dove andrei? Sono stata scacciata da mio padre e mi sono rifugiata nel mio castello, qui.. Non saprei che fare e non vorrei perderti".

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"Ho visto..." disse il bambino a Gwen "... ho visto il suo carro... il carro di fuoco dell'angelo..." fissandola.

Quel bacio durò un lungo istante, durante il quale il viandante tenne Altea stretta fra le braccia, portando la sua mano forte ed esperta sul vestito di lei all'altezza del seno, stringendolo con fare virile.
"Dimmi..." disse sulle labbra della dama De Bastian "... perchè tuo padre ti ha cacciata di casa..."

Quelle parole fecero scattare una molla dentro la mia testa.
E subito guardai Elv.
"Elv, il carro..." Dissi, stupita.
Poi, guardai ancora il bambino.
"E dimmi, com'era questo carro? Sapresti descrivermelo con attenzione?"

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Sentii la sua mano scendere e posarsi sul seno, afferrandolo con dolcezza ma virilità, ebbi un fremito mentre udivo solo la pioggia battente sulla carrozza.
"Non so, io ero come ogni figlia di nobile a studiare in convento. Ecco io.. Udivo voci parlarmi durante la notte, il lamento dei Dantorville, di mio nonno mentre veniva ucciso. Quando lo dissi a mio padre fui considerata una vergogna e mi ha diseredata, tengo solo il titolo nobiliare ma non avrò nulla da lui.. Soprattutto l'amore di un padre".

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"Era come avvolto da una forte luce..." disse il piccolo a Gwen.
"Scommetto che è sceso dal cielo, giusto?" Sarcastico Minsk.
"No, è apparso come dal nulla, signore" Affermò con sicurezza il bambino.

Cercai di ignorare gli interventi di Minsk, concentrandomi sul bambino.
Allora, gli descrissi il carro che avevamo visto io ed Elv, per vedere se corrispondesse.
Perchè a questo punto ero sicura che fosse lo stesso, volevo solo la conferma che fossimo davanti a qualcosa di molto terreno e davvero poco sovrannaturale.

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