Il fischio della nave mi fece sobbalzare, chiusi il libro e capii eravamo arrivati.
Preparai i bagagli e guardai fuori..."Quei Corvi..hai visto..siamo ben avvistati sembra..o sono per chi fugge..sai quando arrivai a Nuova Camelot, andammo subito in una locanda e udii parlare dei nobili di un certo Capitan Falco...egli è il paladino dell' Amore...quello vero...e salva le coppie che si amano portandole in luogo più sicuro di questo...ma pure dissero non si sa se sia verità o leggenda..chissà".
Uscimmo dalla stanza per l' atterraggio, ero nervosa e non era da me ovvio..non sapevamo nemmeno dove andare, gli usi di questa città..qui non si trattava solo di trovare Guisgard o tracce per raggiungerlo, ma pure uscirne vivi a mio avviso.

Quando la donna pianse di felicita`, il mio cuore si riempi` di gioia. Ero felice di aver potuto salvare quel bambino e di aver conquistato la fiducia di quel popolo, che finalmente abbasso` le armi.
Quando quell'uomo disse di capire la nostra lingua, rimasi sorpresa quanto Elv e mi voltai verso di lui sorridendo. Allora era vero che, a volte, le cose giravano per il verso giusto.

Finalmente il cieco parlo'.....e mentre parlava i miei occhi andarono in un angolo della stanza.....c' era un foglio e a carboncino lo schizzo del corpo di una donna...donna...una delle sue modelle ...sorrisi...e il sorriso mori' sulle mie labbra....ero io...quel giorno al lago......." Voi credete che solo lui ha questi bui che gli avvolgono l'anima ?....Ogni essere vivente......ogni essere ha i suoi tormenti.......ma chi sono io......per giudicare...gli altri..........".....rimisi......lo schizzo......dove lo avevo trovato........." Andiamo...credo che siamo stati qui abbastanza....."....mi avvicinai all' uomo........e lo presi per il braccio....

Lasciato il Guillar sulla costa, Icarius e Clio entrarono a piedi nel paesino.
Percorsero una stradina, fino a raggiungerne una più stretta, fatta di larghe e grezze pietre, consumate e lisce, da cui spuntava erba ovunque.
Ed alla fine della strada appariva un monumentale ed antico arco, fatto di laterizi e pietre regolari, da cui prendeva nome l'intera zona.
“Eccoci ad Arco Gaio...” disse Icarius a Clio “... la porta via terra delle Flegee... da qui entreremo in un mondo di piccoli borghi marinari.”
Proseguirono, fino a raggiungere un piccolo borgo bianco, dalle viuzze strette e zigzaganti, forse così fatte per difendersi da attacchi pirati, i giardini colorati di aranci e limoni, le case consumate dalla salsedine ed il profumo di mare vivo ed intenso.
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Lo seguii in quel paesaggio davvero pittoresco.
Mi guardavo intorno, osservando i particolari, la gente, quelle viuzze che sembravano un labirinto.
"È davvero molto bello qui..." Sorrisi ad Icarius.

Dacey tirò via la mano e Dension la vide accomodarsi quella ciocca di capelli.
Poi lui sorrise.
“Si, buona idea prendere per la gola l'equipaggio...” disse “... magari qualcuno resterà grazie alla tua cucina...” rise appena “... quanto al vestito, beh, dipende da ciò che cucinerai... esistono cibi speciali e se preparati in sere particolari, con una Luna sognante, come adesso, allora richiedono abiti adatti...” facendole l'occhiolino.

Altea e Munain lasciarono il battello, ritrovandosi nell'astroporto di Maruania.
C'era confusione ovunque, tra soldati, mercanti, operai, perditempo, giovinastri che vivevano liberi in strada come parassiti e prostitute ed omosessuali che cercavano clienti nelle strade.
“Bel posto davvero...” disse l'evaso all'avventuriera.

Si divertiva a prendermi in giro per il mio animo romantico ma avevo imparato a non prendermela, anzi le sue battute iniziavano a farmi piacere.

Dovevo davvero impegnarmi per quella serata e così feci. Richiamai alla mente tutti i piatti migliori della cucina di mia madre e mi misi a lavorare senza sosta per qualche ora.

Osservai poi tutte le pietanze pronte con una crescente soddisfazione poi, dato che avevo deciso che era una serata speciale, optai per un abito decisamente elegante, con un corpetto elaborato pieno di decori e la gonna damascata,il tutto nelle tonalità dell'arancio, che metteva in risalto la mia carnagione.

Bussai alla stanza del capitano per avvisarlo che la cena era pronta.

“Ora voi venire in nostro villaggio...” disse l'indigeno ad Elv e a Gwen “... Iki Iki, grande capo, volere conoscere voi e ringraziare per avere salvato bambino... stasera grande festa per voi... voi amici.”
E tutti gli indigeni sorrisero.

Sbarcammo e ci trovammo nell' astroporto ed uscimmo, lo scenario era veramente confuso.."Eh già bel posto..non me lo aspettavo così...questa è libertà? Beh, rispetto ogni pensiero e modo di vita diverso dal mio, ma questa gente non sa cosa fare della propria vita...bene...magari il nostro uomo misterioso si confonde in mezzo a questo gruppo di gente? Forse avevo ragione dicendo non pensavo certo potesse trovarsi tra questa marmaglia..che facciamo? Andiamo avanti e troviamo un posto da soggiornare?" dissi mentre dei tipi mi urtavano ridendo.."Ehi, fai attenzione, ma la conosci la educazione" sbottai di brutto.