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Frediana portò via Zolà per lavarlo, mentre Gwen e Theris cominciarono a cenare.
Fu una cena tranquilla e piacevole. I due giovani sposi scherzarono spensierati fra loro come non facevano ormai da tempo. Sembrava davvero che il periodo difficile fosse finalmente passato. |
Sospirai a quelle parole di Guisgard alzando lo sguardo su di lui.
"Niente.." dissi, con voce poco ferma, per poi sospirare di nuovo, mentre sentivo le lacrime affiorare. "Armor.." dissi poi "Quel tipo è.. è venuto alla mostra e mi ha avvicinata.." parlavo piano, col terrore che si arrabbiasse di nuovo "Ha provato a parlarmi, e io l'ho mandato via... gli ho fatto una domanda sul mio passato e non rispondeva, così l'ho mandato via di nuovo ma insisteva... poi quando mi ha risposto finalmente ha ricominciato ad insistere e io l'ho mandato via di nuovo.." con la voce sempre più rotta "Quando ha capito di non avere speranze ha iniziato a insultare, a darmi della sgualdrina a insinuare che.." mi bloccai, arrossendo "Le solite cose insomma..." con una lacrima che iniziò a scendere "Non potevo picchiarlo perché c'era tutta la gente..." abbassai lo sguardo "Ma non potevo picchiarlo anche perché..." esitai, stringendo gli occhi come a voler trattenere le lacrime "perché..." sospirai "..perchè infondo ha ragione.." alzando gli occhi lucidi e appannati su di lui. "Sei tu, che ti sei sempre tirato indietro.." con un sorriso ancora più triste a quel pensiero "Non certo io.." scuotendo la testa con un sorriso. "Io..." sussurrai tra le lacrime, con uno sguardo appassionato nel suo, per poi chinare il capo. "Poi per fortuna quei tizi hanno attaccato, e mi sono divertita un po'.." con un lieve sorriso tra le lacrime. "E mi dispiace deluderti ma.." scuotendo la testa "Non sono affatto una principessa.." con un sorriso triste "Sono solo un mercenario.. anzi, lo ero.." sorridendo. "Ora voglio solo lasciarmi tutto alle spalle..." sospirai. |
Fu la cena più bella che avessi mai avuto con Theris.
Eravamo spensierati, rilassati, felici. Era davvero la quiete dopo la tempesta ed io non potevo essere più sollevata. Sollevata per il fatto che lui ora fosse dalla mia parte, che si fidasse di nuovo di me e che mi amasse ancora. Restai ad osservarlo mentre finiva di mangiare, presi la sua mano, con cui giocherellavo fino ad un attimo prima, ne baciai il palmo e poi vi poggiai sopra il viso, accarezzando il suo braccio. "Ti amo, Theris..." sussurrai dolcemente, con gli occhi nei suoi. Era come se glielo stessi dicendo per la prima volta, tanta era la mia gioia di potere ancora pronunciare quelle semplici, ma intense parole. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Guisgard si avvicinò a Vivian e con un gesto delicato della mano cominciò ad asciugare le sue lacrime.
“Una fiaba araba” disse sorridendo “parla di una principessa le cui lacrime diventavano pietre preziose...” accarezzandole il viso “... io invece credo che tu sia davvero una principessa... oltre ad essere una ragazza pulita...” era vicinissimo alle sue labbra “... davvero sono stato io a tirarmi indietro?” Pianissimo. “Possibile?” “Capo...” arrivando Ernot “... c'è stato un nuovo furto con omicidio incluso... insomma, il solito pacchetto.” |
Theris guardò Gwen e sorrise.
Poi si avvicinò al suo viso e la baciò. Un bacio prima semplice, delicato, poi via via più intenso, caldo. Un bacio che sembrava aver accumulato tanto desiderio e passione mai sopiti. Un bacio che in breve scaldò entrambi. |
Non rispose, mi sorrise e poi si avvicinò al mio viso, baciandomi.
Fu un bacio dolce, tenero all'inizio, ma divenne sempre più intenso e passionale, che portò il mio viso ad avvampare in un attimo, mentre il suo volto era fra le mie mani ed io esprimevo attraverso quel bacio tutte quelle sensazioni ed emozioni che in quei giorni erano rimaste accantonate in un angolo, sopraffatte dalla tristezza e la disperazione, ma ora non lo erano più. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...c44e64e4f9.jpg Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Quella carezza, così dolce, così sognata.
Era tutto quello che poteva darmi, ma per me era già molto. Certo avrei voluto potermi rifugiare tra le sue braccia, ma avrei voluto tante cose che mi aveva sempre negato. Tuttavia gli ero grata per quelle parole, sussurrate così vicino alle mie labbra. Sorrisi, tra le lacrime. "Certo, sempre..." con un sorriso triste "Sempre.." alzando gli occhi al cielo, sconsolata. "E sai perché lo so?" con lo sguardo appassionato, ancora velato di lacrime nel suo "Perché so che se mi avessi voluta.." sulle sue labbra "Il mondo avrebbe potuto crollarci accanto, che nulla, nulla ti avrebbe tenuto lontano da me.. se mi avessi voluta davvero.." incalzai, con il respiro corto, lo sguardo intenso, e le mani che iniziarono a risalire le su braccia "Se mi avessi voluta davvero, non avresti sprecato nemmeno un'occasione... e ne abbiamo avute molte...". E in quel momento arrivò Ernot. Io alzai gli occhi su di lui con un sorriso triste, alzando gli occhi al cielo. "Ecco, appunto.." sussurrai pianissimo. "Immagino vorrai andare a dare un'occhiata, capo.." con la voce più normale che riuscii a fare. |
I due si baciarono a lungo, trovando ciascuno diletto sulle labbra dell'altro.
“Ehi...” disse lui staccando appena la sua bocca da quella di Gwen “... sei tutta rossa in viso...” sorridendo e strofinando le labbra su quelle della ragazza “... sei imbarazzata... o altro?” ridendo pianissimo. |
La quiete della sera, offertami da quel cielo stellato , fu il modo perfetto per chiudere la giornata.
Dopo aver passeggiato tra i giardini che ancora mi risultavano estranei e aver raccolto un po' le idee tornai al Palazzo, nella mia camera. Molti dei miei oggetti personali erano già stati sistemati e riuscivo quasi a immaginarmi a dormire lì nei giorni a venire. Sciolsi i capelli togliermi quindi l'abito a favore di una lunga sottoveste di sete finissima . Stavo iniziando a spazzolare la mia folta chioma quando sentii bussare. Afferrai una vestaglia e aprii la porta |
Guisgard guardò Vivian, poi si voltò verso Ernot.
“Ernot...” disse “... dove?” “Alla chiesa di San Giorgio.” “Quando?” Chiese Guisgard. “Un'ora fa.” Rispose Ernot. A quelle parole lui trasalì, per poi battere un pugno sul tavolo. “Che idiota sono stato...” amaramente Guisgard. |
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