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Gwen salutò Clio e si avviò nella cabina per riposare.
La Luna si era levata tardi ed avvolgeva la cabina di una luce spettrale, suscitando ombre inquiete, fantasmagoriche proprio accanto alle cuccette delle tre ragazze. Ad un tratto, forse proprio per la scia della Luna sul mare, i cani ripresero ad abbaiare. I loro latrati erano sinistri ed incuranti delle grida del capitano, che maledicendo tutto e tutti intimava loro di stare zitti. |
Fu una giornata incredibile, assurda, una delle più bizzarre della mia vita.
Le scoperte che avevamo fatto continuavano a tornarmi in mente. Le parole del capitano, quelle di Fabius, quell’uomo deforme. E ancora gli animali, l’isola a cui accennavano, quel soegossi che nominavano... nulla mi era sfuggito anche se avevo pronunciato si e no due parole. Alla fine annuii a Gwen e tornai con lei in cabina. Ma in quel momento i cani cominciarono ad abbaiare, e vinta dalla curiosità tornai indietro a vedere. |
Ero sotto le coperte, la Luna illuminava tutto di un alone spettrale, inquietante e i cani ripresero ad abbaiare.
Il capitano cercasi di farli tacere, ma era tutto inutile, sembravano come impazziti. Clio era tornata indietro per controllare, ma io ero rimasta qui, quasi trovando conforto nei pochi metri di stoffa delle coperte, soerando che finisce presto e che arrivassimo finalmente in quell'isola. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Clio tornò sul ponte.
Non c'era nulla di strano. I canni abbaiavano forte alla Luna ed un marinaio smilzo stava al timone masticando del tabacco. Gwen invece era rimasta nella sua cuccetta. Poco dopo cadde addormentata. Il suo però non fu un sonno tranquillo. Sognò il mare. Un mare piatto ed angosciante. Sognò gli animali ed il capitano burbero dai capelli rossi. Sognò poi un'isola lontana, senza che la goletta riuscisse a raggiungerla mai. Si svegliò nel cuore della notte. |
Mi addormentai.
Ma non riposai. Sognai un mare piatto, ma non calmo, bensì angosciante come quello che ci circondava sulla barca, poi quegli animali nervosi, il capitano, quell'isola sempre più lontana, sempre più lontana. Mi svegliai all'improvviso, agitata e nervosa. Allora mi alzai e raggiunsi Clio sul ponte, sperando che un po' d'aria mi avrebbe fatto bene. Lì non c'era nulla di strano, tranne i cani che abbaiavano è un marinaio al timone. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Sul ponte era tutto normale.
Il marinaio smilzo era al timone e cominciò a guardare le due ragazze. Masticava il suo tabacco e le fissava. “Miss...” disse ad un tratto a Gwen ed a Clio “... cos'è? Non riuscite a dormire? Capita... il mare fa quest'effetto... almeno alla prima notte...” annuendo. |
Sentivo uno sguardo addosso, anche se subito non ci avevo prestato attenzione.
Era il timoniere. Alle sue parole lo guardai, poi gli rivolsi l'idea di un sorriso educato e tornai a fissare il mare, rinchiusa nel tessuto della giacca, in un angolino del ponte. Non mi sentivo a mio agio e quando succedeva mi chiudevo a riccio, non potevo farci nulla. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Era solo per fare conversazione..." disse seccato il timoniere a Gwen "... dovreste essere più carine ed educate credo..." scuotendo il capo e sputando poi in mare il tabacco masticato fino a quel momento.
La notte era splendida. A quelle latitudini le stelle sembravano sconosciute, luminose e soprattutto tante. Come se un forziere avesse sparpagliato un'infinità di pietre preziose nel cielo. La Luna, meravigliosa e silenziosa, scintillava sulle onde, come se tracciasse una strada con la sua scia. Forse per giungere alla destinazione di quel viaggio. |
Il panorama era davvero bello, l'aria era limpida, si vedevano milioni di stelle e la Luna quasi invitava a seguire quella scia che speravo ci portasse all'isola.
Mi voltai appena verso il marinaio aggrottando appena la fronte. Insomma, uno non poteva farsi gli affari propri? Sospirai appena e me ne tornai a letto in cabina, cercando di dormire un minimo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen tornò a letto nella sua cuccetta.
Dopo un po' i cani smisero di abbaiare. Calò allora un cupo silenzio, rotto solo dal mormorio delle acque intorno alla nave. La ragazza dopo un po' si addormentò. Sognò di nuovo e di nuovo non furono sogni sereni. Sognò di essere ancora nella scialuppa, stavolta da sola. Attorno a lei c'erano i resti di verdure, tracce di sangue e segni di escrementi. Vi erano anche ossa con brandelli di carne mangiucchiati. Si, ossa. Era ciò che restava di Clio e di Altea. Per sopravvivere Gwen si era cibata dei loro corpi. Ad un tratto vide una nave. Era la goletta che le aveva salvate. Stavolta non si fermò, anzi travolse la scialuppa. Gwen finì in mare e giunsero i pescecani a sbranarla. Si svegliò di colpo, sudata. Albeggiava appena dall'oblò. I cani avevano ripreso ad abbaiare forte. |
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