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La donna, a quelle parole di Talia, guardò i pastori che erano rimasti in casa ed uno di questi annuì.
“Massì, è una bella giornata di Sole!” Esclamò la donna sorridendo alla ragazza. “E il Sole non ha mai fatto male a nessuno! Venite, faremo una passeggiata nel cortile fino allo steccato che da sulla strada!” Appena fuori, il tepore delle Sole e una fresca brezza riempirono l’aria, attraversata dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie degli alberi, che vibravano come tanti sonaglini. Poi si udirono risa, canti e tante voci che sembravano accavallarsi e confondersi tra loro. “Tutti sono in attesa della Festa delle Candele.” Disse la donna. “I vecchi preparano pane, formaggi, vino e uova, mentre i giovani provano i costumi per le ballate… in chiesa stanno preparando il tutto per la processione e la Santa Rappresentazione… il villaggio si sta animando tutto per questa importante festività.” Guisgard, nel frattempo, incuriosito dalla piccola chiesetta che sorgeva fuori dal villaggio, lasciò il centro abitato fino a raggiungerla. Il Santo edificio, in pietra bianca, sorgeva alla fine dello stretto sentiero e uno spiazzo si estendeva alle sue spalle. Il portico d’ingresso, di un bianco immacolato, era spalancato, mentre la porta che dava all’interno dell’edificio era chiusa. Su tutto sembrava essere calato un cupo silenzio. All’improvviso, dallo spiazzo alle spalle della chiesetta, cominciarono ad arrivare dei rumori. Guisgard, allora, incuriosito da quei rumori, raggiunse lo spiazzo. E con suo stupore si ritrovò in un piccolo cimitero. I suoi occhi si fermarono allora sul grosso salice piangente che sorgeva nel centro di quello spiazzo, sul cui tronco era stata inchiodata una lapida che recava queste parole: “Sono fuggito per tutta la vita dalla morte e non mi sono accorto che la stavo solo rincorrendo.” Poi, di nuovo quei rumori attirarono la sua attenzione. Un uomo, gobbo e deforme, stava scavando due fosse ai due lati di una tomba. Poi, a fatica, l’uomo sollevò una lapide di pietra, fissandola poi con forza accanto ad una delle due fosse. Guisgard si avvicinò e lesse la lapide della tomba tra le due fosse: “Qui giace il padre e maestro perfetto, devoto al Signore ed alla sua famiglia.” Il cavaliere allora fissò la lapide appena issata dal gobbo e lesse ciò che vi era inciso: “Qui giacerà colui che peccò contro il Cielo e contro il padre, maledicendo se stesso e la sua anima.” “Sono due tombe queste fosse, vero?” Domandò al gobbo. Questi si voltò e rise, per poi annuire. “Chi vi sarà seppellito?” Il gobbo fissò la lapide appena issata e indicò le parole che vi erano incise. “Non c’è alcun nome.” Disse Guisgard. Il gobbo fissò nuovamente la lapide e poi il cavaliere, scuotendo il capo. “Non sai leggere?” Il gobbo rise e scosse nuovamente il capo. Guisgard, allora, guardò l’altra fossa, che recava anch’essa una lapide però ancora chinata sul terreno. Il gobbo si avvicinò e tentò di sollevarla, ma inutilmente. La seconda lapide infatti sembrava molto più spessa e pesante di quella issata precedentemente dal gobbo. Questi tentò nuovamente di alzarla, ma anche stavolta il suo sforzo fu inutile. “Vuoi una mano?” Chiese al gobbo. Ma proprio in quel momento si udì un rintocco di campana. Proveniva dalla chiesetta. “Mi avevano detto” mormorò Guisgard “che questa chiesetta veniva aperta solo a Pentecoste…” Il gobbo lo guardò e rise. “Ma comprendi ciò che dico?” Il gobbo annuì. “Devi confessarti?” Domandò al cavaliere. “Devo chiamare il prete?” “Allora la chiesetta è aperta davvero?” Il gobbo rise nuovamente, per poi aprire la borsa che aveva con sé ed estraendo qualcosa. “Guarda è mio…” mostrando un teschio umano al cavaliere. “Vai in giro portandoti dietro questo teschio?” “Si…” portandoselo al petto il gobbo e pulendolo con la sua giubba “… mi piace…” Guisgard sorrise e scosse il capo. “Non ti piace?” “No…” fece il cavaliere. “Hai paura della morte allora?” “La morte…” sospirando Guisgard “… non so, non ci ho mai pensato… forse hanno paura della morte quelli che temono di perdere qualcosa… forse i potenti, i ricchi… io non ho nulla… forse per questo non ho mai avuto paura della morte…” “Cavaliere senza paura…” ridendo il gobbo. “No, ti sbagli…” sorridendo Guisgard “… ho avuto paura un sacco di volte… forse anche adesso ho paura… paura dei miei sensi di colpa… paura, forse, della solitudine…” “Cavaliere solitario!” Ridendo nuovamente il Gobbo. “Già… ho perduto il mio maestro…” fece il cavaliere “… ho smarrito la sua spada… sono braccato e forse condannato…” “Cavaliere triste!” Esclamò divertito il gobbo. “Sognavo fama e gloria…” fissandolo Guisgard “… e probabilmente non raggiungerò più la Terrasanta per farmi onore… e forse non riuscirò mai a conquistare la donna dei miei sogni…” “Cavaliere innamorato!” Ridendo il gobbo. “Mi credi pazzo, vero?” Sorridendo il cavaliere. Il gobbo rise. Di nuovo il rintocco della campana. “Ma chi la sta suonando?” Voltandosi verso la chiesetta Guisgard. “Il prete?” C’è davvero un prete dentro?” Il gobbo rise di nuovo. “Verrai alla festa del villaggio?” Domandò al gobbo. “Non mi fanno uscire…” “Chi non ti fa uscire?” Il gobbo allora tentò nuovamente di alzare la lapide, ma neanche stavolta ci riuscì. “Aspetta, ora ti aiuto io…” avvicinandosi a lui Guisgard. Ma il gobbo, improvvisamente, lasciò la lapide e corse via. Aveva dimenticato a terra il teschio estratto dalla borsa. “Cosa cercate?” Domandò all’improvviso una suora. Guisgard la fissò. “E’ chiusa la chiesa, non lo sapete?” Continuò la suora. “Ed anche il cimitero. Non potete star qui.” “A chi appartengono queste due fosse?” Domandò il cavaliere. La suora lo fissò senza rispondere nulla. “Andate via.” Disse dopo qualche istante, per poi allontanarsi e sparire nel silenzio di quel luogo. |
Lo guardai confuso..
<<Ha scelto me per cosa? E poi non è morto?>> Sempre più domande.. E sempre meno risposte.. |
Guardai padre Nicola e dissi siete arrabbiato con me? domandai pensavo di fare un gesto buono ma credo che ho sbagliato e che quelle persone mi hanno visto col saio e hanno pensato che fossi un monaco io gli dissi che non ero un monaco ma un boscaiolo e che se volevano li aiutavo sapendo che non ero in grado e rimasi in silenzio aspettando un sio commento
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Nigros fissò Daniel e gli fece cenno di sedersi.
“Potrei raccontarti molte cose…” disse “… ma nulla riuscirebbe a colmare la verità e a fartela comprendere… a Tylesia è stato bandito tutto il mondo magico e soprannaturale… solo la Ragione è verità… è il credo di questo triste regno… se qualcuno ora ci trovasse qui, a tentare di aprire questo sarcofago, allora finiremmo nei guai, ragazzo mio… avanti, null’altro posso dirti… inserisci la chiave e apri il sarcofago…” |
Padre Nicola restò in silenzio.
Rimase a fissare la stagno e le acque increspate dal vento. “Devo recitare delle orazioni…” disse dopo qualche istante a Cavaliere25 “… resta qui a vegliare…” e si allontanò. Dopo un pò, il boscaiolo udì dei passi. In quell’istante una figura apparve tra i cespugli. Aveva una lunga tunica ed un cappuccio ne celava il capo. Si avvicinò allo stagno e cominciò a fissarne le acque. Scuoteva il capo e si rammaricava. |
guardai quella figura e dissi voi chi siete se posso chiedere? domandai io sono cavaliere25 e sono un boscaiolo sono con un monaco che si chiama padre Nicola lo conoscete? rimasi a guardare quella figura cercando di vedere il suo volto
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La figura, fiera e di robusta statura, continuava a fissare le acque dello stagno e nelle mani stringeva un Rosario.
Poi si voltò verso Cavaliere25, sempre tenendo celato il suo volto sotto il cappuccio. “Conosci un monaco, ragazzo?” Chiese. “Allora sei ben fortunato… io invece non ne conosco e vivo da solo segregato in questa selva… ho perduto la corazza in queste acque e non posso più recuperarla… tempo fa feci un voto… promisi al Cielo di far recitare una Messa proprio davanti a questo stagno, per benedire la mia corazza, ma da allora non ho mai incontrato nessun uomo di Chiesa per far compiere il mio antico voto… e ora, temo, che la mia anima brucerà all’Inferno per aver mancato a quella solenne promessa…” In quel momento si udì un verso scendere dal cielo. Un attimo dopo un superbo falco scese sul braccio della figura incappucciata. http://www.alicia-logic.com/capsimag...avarreCity.jpg |
Seguii Tya....che avvolta dalla mia magia mi fece raggiungere la stanza di Kojo.......una vaolta li' Tya si scosse rendendosi conto che mi aveva portata davanti al suo padrone.....a poco valsero le sue scuse e lui come un essere abominevole......a sangue freddo spense quella giovane vita......si affloscio' come un sacco vuoto emettendo un suo sordo emanado odore di morte........ora ...ero rimasta io e lui....." Siete un uomo di poche parole Sir Kojo, e a quanto pare per voi la vita deve valere molto poco......infondo Tya vi era fedele....mi chiedo cosa fareste a chi oserebbe mettere in dubbio un vostro ordine, oppure non vedo in voi il lato sensibile che si confonde tra le pieghe della vostra anima. Avete un anima Sir Kojo ?.....".....mi avvicinai a lui girandogli intorno, come se ammirassi la sua figura......e allo stesso tempo cercando di sopprimere la voglia irrefrenabile di farlo svanire nel nulla.....
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Fissai Isolde "Vi garantisco che stanotte la mia conversazione con sir Reas sarà solo di normale compagnia..non vorrei rovinarvi il piacere di allietare la sua serata...milady" e sorrisi...non capivo dove volesse arrivare..per il semplice fatto che vedevo il capitano della guardia solo come un buon amico, infatti ero preoccupata per quel duello.
Ad un tratto il cavaliere mi raggiunse.."Sono pronta sir Reas, a vedere le meraviglie di questa città"...in cuor mio speravo invece di poter sfuggire dalla sua vista per cercare la libertà. |
Elisabeth fissava Kojo provando sdegno e orrore per come aveva ucciso la ragazza.
Il cavaliere, invece, guardava la donna con uno sguardo compiaciuto. “Già, la povera Tya…” mormorò con un ghigno “… ma era condannata la poverina, sapete? All’Inferno, alla dannazione eterna direbbero i chierici… oh, non che io creda a questa cose… lungi da me appoggiare le fandonie degli ecclesiastici… ma la povera Tya si era davvero macchiata di orrendi crimini… ha ucciso un bambino… si, con le sue stesse mani… appena nato… la sciocca villana voleva tenerlo… pensava che l’aver passato una notte con me bastava al suo bastardo per prendersi il mio nome… eh, stolta ragazza… e lei, pur di restare al mio servizio, decise di sopprimere quel suo figlio…” rise “… no, questo genere di cose non mi commuovono affatto… anche mia madre mi concepì ignorando il nome di mio padre… Tya invece è stata più fortunata… lei si diceva certa che il bambino fosse mio…” afferrò all’improvviso il braccio di Elisabeth e spinse la donna contro la parete “… voi donne… conoscete mille arti per confonderci, vero?” Portandole una mano contro il suo volto. “Ne approfittate perché avete il potere di farci fare ciò che volete…” e la sua mano scese prima sul collo, poi sul petto di Elisabeth, fino a stringerle la gamba “… domani all’alba mi attende un duello col vostro capitano Reas… non vi va di consolarmi? Potrei non sopravvivere…” e rise nuovamente, per poi lasciare e spingere via la donna. Prese allora i suoi guanti ed il mantello. “Ora devo andare, milady…” fissandola compiaciuto “… ma non temete, sarò io a vincere quel duello… e verrò poi a prendermi il premio che mi spetta… attendetemi, mia cara…” e uscì dalla stanza ridendo. |
Reas arrivò e sorrise ad Altea, per poi salutare anche Isolde.
“Volete unirvi a noi, milady?” Domandò Reas alla donna. “Oh, no di certo, capitano.” Sorridendo Isolde. “Non vorrei mai rompere l’idillio che questa passeggiata saprà donarvi. Ho sentito del duello, capitano… una serata tranquilla vi farà bene…” “Milady…” fissandola il capitano “… vi pregherei di non farne parola con sua maestà…” “Sarò muta come un pesce!” Esclamò Isolde, per poi andare via. Così, Altea e Reas uscirono dal palazzo. Attraversarono la grande piazza dove sorgeva accanto al palazzo anche la maestosa cattedrale di Tylesia. Nella piazza c’era poi una bellissima statua, che i nostri lettori hanno già visto al nostro arrivo a Tylesia. La statua raffigurava un cavaliere con scudo e spada. E sul piedistallo c’era una lastra che recava una scritta: “A Vigilyo, che brevemente vegliò su questa città e per sempre veglierà nella sua anima. Regina Destefya” “Ecco davanti a voi, milady, una delle città più straordinarie del mondo!” Esclamò Reas. “Sarò il vostro Cicerone! Ditemi, cosa volete ammirare oggi della nostra città? Non so, amate l’architettura grandiosa? Allora potrebbe piacervi il monumentale anfiteatro! O forse vi affascinano le corse con le bighe? Se è così non abbiamo altra scelta che recarci al Circo Magno! Se invece volete rilassarvi, beh, nulla è più adatto di una bella visita alle nostre grandiose terme! Su, approfittate di questo cavaliere d’eccezione!” E sorrise. |
Ascoltai il discorso di sir Reas con Isolde..ci incamminammo e arrivamo alla piazza e Reas mi mostrò la statua di un cavaliere dove riportava un effige..
"A Vigilyo, che brevemente vegliò su questa città e per sempre veglierà nella sua anima. Regina Destefya” "Sir Reas, questa città è magnifica, sembra tranquilla e mi sembra strano che tutti sostengono vi sono nemici in agguato se noi ci stiamo camminando tranquillamente, e nel cuore della notte pure"...il mio istinto era quello di fuggire ma pensai che forse la Regina aveva bisogno di qualcuno fidato vicino. Cosa vorrei visitare? Quella bellissima cattedrale...vi è forse una statua della Regina dei Cieli e degli Angeli? Forse è meglio veniate pure voi...a chiedere protezione per domani mattina...per il duello. Siete stato avventato, ma sono certa che non è per colpa mia, come mai la Regina non dovrà sapere nulla?" lo fissai quasi con sguardo di rimprovero. |
Guidata dalle donna, attraversai la casa ed uscii in giardino.
Mentalmente contai i passi che separavano la stanza in cui mi trovavo dalla porta d’ingresso e tentai di memorizzare ogni quanti passi mi faceva girare... la casa non era molto grande e pensai che, in caso di bisogno, ritrovare la strada da sola sarebbe, forse, potuto essere semplice. Poi uscimmo nel cortile, e tutti quei pensieri e le congetture furono subito spazzati via... Il sole doveva essere alto, quel giorno... il suo tepore sulla mia pelle mi fece sentire subito meglio... il rumore del vento tra le fronde degli alberi, il profumo del bosco, il cinguettare degli uccelli, lo scricchiolio leggero dell’erba sotto i miei piedi... Inspirai profondamente, godendomi a pieno ognuna di quelle sensazioni... ed un vago sorriso mi increspò le labbra. Poi, all’improvviso, altri rumori si confusero a questi... Citazione:
Non ero mai stata ad una festa... il Maestro mi permetteva raramente di recarmi a Suessyon, e certamente mai in occasioni di quel genere... “Una festa...” ripetei, quasi sovrappensiero. Sentivo canti e risa, sentivo voci eccitate che si confondevano l’una con l’altra... chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalle sensazioni... “Quanto mi piacerebbe andare a quella festa...” sussurrai, e le mie parole si persero nel vento. |
“I nostri nemici ci assediano dall’esterno, milady.” Disse Reas ad Altea. “Dentro le mura di Tylesia non corriamo rischi.” Si fece poi pensieroso. “La regina non ama i duelli, anzi ne ha vietato ogni genere qui a Tylesia… per questo ho chiesto a lady Isolde di non farne parola con lei… vedete, lady Altea… purtroppo la regina ha subito un grave lutto proprio a causa di un duello… ma ora basta con questi argomenti tristi!” Sorridendo. “Non voglio pensare a nulla, ma solo divertirmi! La cattedrale di Tylesia ci attende!”
Così, Reas condusse Altea nella magnifica cattedrale della città. E appena entrati, un magnifico spettacolo prese forma davanti ai loro occhi. Cinque navate intervallate da arcate classicheggianti, scandite da colonne di marmo policromo, correvano fino all’abside, in cui dominava un superbo mosaico di Cristo Benedicente. Affreschi di pregevole fattura correvano sotto il matroneo, nel quale delle monache recitavano i Divini Misteri del Santo Rosario. Mentre i due si avvicinavano all’altare, passarono davanti ad un confessionale dal quale uscì una donna. “Mio marito è morto durante l’incendio della torre…” mormorò “… e forse è morto per nulla…” “E’ morto da eroe, invece.” Replicò Reas. “Invece no…” scuotendo il capo la donna “… stanotte ho sognato di lui… aveva la corazza lacerata ed il viso sfigurato dal fuoco… e mi ha profetizzato la distruzione di Tylesia…” |
La scelta di allevare un figlio o di seguire il proprio aguzzino......l'Amore aveva un percorso perverso nell'animo degli uomini........la scena divenne disgustosa e mi ritrovai tra le mani di Kojo......era viscido e pretenzioso....fare scenate od insultarlo serviva a poco.....e quando il suo alito si allontano' dal mio viso....e la sua figura usci' da quella stanza.....chiusi gli occhi e mi piegai su me stessa,fissavo il corpo inerme di Tya, anche lei aveva creduto nell'amore di un uomo....e le era costata la vita..le andai vicina e le chiusi gli occhi, e ne coprii il corpo con il suo mantello.....dovevo uscire di li', se mi trovavano accanto al cadavere avevo poche probabilita' di essere creduta e poi c'era Reas, il duello.......uscita dalla stanza percorsi i corridoi che portavano al giardino, avevo l'esigenza di confrontarmi con la natura.....Daniel era svanito nel nulla.......ma lo sentivo protetto....e cosi' mi avvicinai ai miei amati alberi.......la morte di Tya...mi aveva ferita profondamente, mi sentii colpevole...
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“La Festa delle Candele è attesa da tutti qui nel villaggio!” Sorridendo la donna a Talia. “Ci sarà la Santa Messa e poi la rappresentazione del Ludus… e poi il momento più atteso dai giovani del villaggio… la Tenzone tra l’Inverno e la Primavera dopo di che si sceglierà la reginetta della nuova stagione.”
In quel momento giunsero anche i pastori che erano in casa. “Si, l’aria di questa bella giornata” disse uno di loro “le farà bene. Forse potrà anche venire alla festa, non credete?” “Si, magari per sentire l’atmosfera, senza farla stancare troppo però.” Aggiunse la donna. “Potrebbe assistere alla Messa e poi al Ludus… così da non perdersi almeno l’inizio della festa.” “Ma povera ragazza!” Esclamò uno dei pastori. “Solo la Messa e la Sacra Rappresentazione, per poi ritornare a casa? Tutti i giovani del villaggio poi assisteranno al resto e lei da sola chiusa in casa?” “Si, in effetti non è molto attraente la cosa…” fece l’altro pastore. “Si, ma non può sforzarsi nelle sue condizioni.” Disse la donna. “E poi con chi andrà alla festa? Con voi due? Come andarci con gli zii!” E risero tutti. |
che bel falco avete è vostro domandai se aspettate che ritorna il frate che è con me proviamo a chiedegli se possiamo fare una messa cosi non finite al inferno e cosi potete tenere buona la promessa fatta che ne pensate domandai sorridendo
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Sorrisi alle loro ultime parole... ero commossa dalla loro gentilezza e dal modo in cui si stavano prendendo cura di me.
"Vi sono così grata..." dissi "Siete così buoni!" Poi subito tornai a tacere... Una festa... Mi sarebbe piaciuto andare a quella festa, ma... "Guisgard non è ancora tornato!" mormorai. Non era una domanda: io sapevo che non era ancora tornato. Per qualche attimo rimasi in silenzio... la mente persa in mille lontani pensieri... "Credo che mi siederò un po' qui!" dissi poi, ridestandomi improvvisamente "Al sole! Lo aspettarò!" |
Elisabeth raggiunse gli alberi nel parco del palazzo, quando sentì una dolce melodia.
“Tristano di Cornovaglia ama solo Isotta e disperato la cerca e per lei prega, e lotta. Non è un dardo nel cuore, ma un giavellotto, quel che trafisse d’amor di Ginevra Lancillotto. Seguite la scia della freccia d’or che mai è svanita. così vedrete quando il romanzo si mischia alla vita.” Erano le rime di un menestrello. “Cercate l’antica saggezza negli alberi, milady?” Domandò alla donna. “Il tempo passato è concluso, perché ogni verità è celata nel nostro cuore. Lì solo bisogna cercare.” Sorrise. |
I pastori annuirono a quelle parole di Talia e anche la donna si convinse.
“Però qualcuno deve restare con lei…” disse quella “… se le occorre qualcosa…” In quel momento arrivò Sheylon. Nel vederlo, i pastori restarono visibilmente turbati. La tigre, invece, con indifferenza passò loro davanti e si sdraiò ai piedi di Talia. “Credo che la ragazza sia ben custodita.” Fece uno dei pastori. Così, tutti loro rientrarono in casa. Talia aveva il viso scaldato dal sole e accarezzato dalla lieve brezza che scendeva dal monte Summus. I capelli ondeggiavano con delicatezza e i riflessi del giorno donavano ad ogni ciocca un riflesso differente. Ad un tratto un’ombra si avvicinò. Sheylon si voltò di scatto e il cavaliere fece cenno di restare in silenzio. Arrivò allora alle spalle di Talia, attento a non far rumore, per poi metterle al collo un ciondolo. Era un pendaglio con al centro un’Acquamarina incastonata. “Era l’ultimo ciondolo rimasto…” sussurrò Guisgard a Talia “… ho fatto a botte con un innamorato che voleva darlo alla sua ragazza… ma alla fine sono riuscito ad averlo… sembra che solo con uno di questi ciondoli si potrà partecipare alla Tenzone per la nuova stagione… ora anche tu sei iscritta alla gara…” sorrise e soffiò, delicatamente, tra i lunghi capelli di lei. |
Entrammo in dignitoso silenzio..nella Casa del Signore...quella cattedrale era di una magnificenza incredibile e si elevava al Cielo come dono al Signore e alla candida Regina. Pensavo alle parole di Reas "la regina aveva perso una cara persona in un duello". Non concepivo come si potesse risolvere una questione con la violenza invece che con la semplice parola, poi vidi una bellissima statua. La Madonna era seduta su un trono ed attorno a Lei vi erano tanti bellissimi Angeli a venerarla, presi un..giglio...da un grande vaso e lo posai pregando, quando fui destata da una donna che uscendo dal confessionale piangeva il marito morto nell'incendio. Reas cercò di calmarla...il sogno? era lo stesso mio sogno, mi avvicinai alla donna..."milady, fatevi coraggio...sarà un caso ma pure io ho fatto lo stesso sogno, fiamme in tutto il castello, non può essere un caso" e mi rivolsi a Reas sbigottita.
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La figura incappucciata annuì a quelle parole di Cavaliere25.
“Si, è il mio falcone…” disse “… ora non posso restare… ma sei un buon giovane e sono certo che riferirai al frate quanto a me detto…” mostrò allora un monile al boscaiolo. Sopra vi era inciso l’elmo di un cavaliere. “Questo è un dono per la tua generosità…” donandolo a Cavaliere25. Un attimo dopo andò via, svanendo nella selva. Poco dopo ritornò padre Nicola. |
Un canto lieve ed armonioso...parole che scaldano il cuore....un dardo parti'.....e lo vidi..scoccato tra i raggi del sole...Tylesia raggiunse....e il mio senso si fece vigile..e Reas vidi tra le strade della citta' spendente....." La maga dei boschi vi benedice...perche' saggio il vostro canto lenii ill suo cuore....siano benedette le vostre parole...."......Una rosa regalai al cantore e corsi verso Tylesia e le sue strade sia prirono al mio passaggio....Reas..lo vidi...galante era con Altea...e frenai la mia corsa, mi sembrava di disturbare il loro peregrinare spenzierato.......ma la cosa era importante...quindi mi avvicinai..." Reas, Altea..come sono felice di vedervi......"....erosenza respiro e trafelata....e inconsapevolmente le miei mani presero le mani di reas...i suoi occhi erano profondi e sinceri....e l'ombra di Kojo...sembrava appesantire la sua sorte
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Reas fissò Altea e la donna.
“Siamo in guerra” disse “ed è normale essere turbati ed inquieti. I sogni non sono altro che frammenti delle nostre sensazioni ed emozioni. Non esistono sogni rivelatori. Anzi è contro la legge di Tylesia credere a queste cose.” Prese allora la mano di Altea e si allontanarono. “Venite, vi mostrerò i bellissimi affreschi della cattedrale.” Il capitano mostrò così ad Altea le opere conservate in quel sacro luogo. Nella cattedrale vi erano poi sepolti gli antichi sovrani di Tylesia. “Queste sono le tombe” spiegò Reas “dei genitori della nostra regina… re Tudyr e la regina Anglyana.” |
Da quella improvvisa e ben sensibile tensione tra i pastori capii che non eravamo più soli...
“Ciao Sheylon!” mormorai, allungando appena una mano contro cui la tigre appoggiò la testa per un momento. Chiusi gli occhi, quindi, e sollevai il mento quel tanto che bastava perché il sole mi illuminasse completamente il viso... e così rimasi per qualche tempo, respirando il vento... Citazione:
“E’... è bellissima!” mormorai “Bellissima! E... beh, ha ancora più valore dato che ti è costata addirittura un duello!” Sorrisi leggermente... mentre le mie dita continuavano a giocherellare con quel ciondolo, esplorandone ogni millimetro. Poi, improvvisamente, un pensiero mi colse... Una domanda... quaalcosa di cui, al Casale, non avevo mai sentito parlare... “Guisgard...” chiesi, voltandomi appena verso di lui “Che cosa... che cos’è una Tenzone? Che vuol dire che sono iscritta?” |
Guardai Reas stupefatta, mentre mi portò ad ammirare la cattedrale e mi trovai davanti a coloro che diedero i natali alla dolce regina, mi soffermai a pensare e mi rivolsi al capitano..."Sir Reas, non capisco molto il vostro carattere...voi non fareste nulla per offendere la regina eppure violate una sua legge e volere del cuore volendo fare un duello..e venite a dire a me che è contro la legge di Tylesia credere nei sogni premonitori"..non ebbi il tempo di finire quando apparve Elisabeth, ella correva per la navata e ci raggiunse stringendo le mani di Reas...in lei leggevo il volto dell'Amore e sorrisi di gioia nel vederla.
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A quella domanda di Talia, Guisgard sorrise lievemente.
La fissava, mentre il Sole le illuminava gli occhi e il vento le accarezzava i capelli. Giocava con quel ciondolo e con l’espressione vagamente incuriosita attendeva una risposta da lui. In fondo era come una bambina. Una candida bambina in un corpo di bellissima giovane donna. Com’è grande e meraviglioso il mondo, Talia. Pensava lui. Tutto da scoprire. Infinite cose lo animano. E ciascuna forse attende di avere un nome nuovo. Quello che vorrai dare tu ad ognuna di quelle. Vorrei farti scoprire e conoscere il mondo intero, Talia. Per poi regalartelo. Anche a costo di doverlo conquistare pezzo per pezzo. Si, sei come una bambina da viziare e stupire. Da meravigliare e forse conquistare. “Una tenzone è una gara, una sfida.” Disse Guisgard. “Una vecchietta mi ha raccontato come avverrà la cosa… due attori si vestiranno per impersonare l’Inverno e la Primavera e inizieranno a sfidarsi enunciando ciascuno i propri pregi e denigrando, nello stesso tempo, i difetti dell’altro… alla fine due pastori, il più vecchio e il più giovane del villaggio, impersonando due figure pastorali chiamate Palemone e Dafny, faranno da giudici alla contesa…” sorrise “… e poi comincerà la parte più attesa, dove tutte le ragazze del villaggio si contenderanno il titolo di Principessa della Nuova Stagione.” Prese allora Talia per mano e avanzarono nel centro di quel cortile. Il pallido Sole del meriggio morente rendeva l’aria intrisa di una lieve malinconia, ma su tutto vinceva l’attesa del villaggio per la festa. “In verità” fece Guisgard “noi bareremo… perché tu dovresti essere fuori concorso, visto che sei la più bella… ah, ovvio che non dovrai dare confidenza a nessun giovanotto… a meno che non ti stia particolarmente antipatico.” Fissò La tigre. “Ehi, Sheylon, se qualcuno si avvicina sai cosa fare, vero?” E rise. “Sai, Sheylon viene dalle Indie e lì sono tutti gelosi! Conobbi, una volta un fachiro gelosissimo! Che per stare sicuro faceva dormire la moglie su un letto di chiodi!” E rise di nuovo. “Ma per l’Amor del Cielo!” Uscendo nel cortile la donna. “Deve stare calma! Non si può agitare!” “Le sto parlando della festa!” Esclamò Guisgard. “Visto che vi parteciperà!” E indicò alla donna il ciondolo al collo di Talia. |
Elisabeth aveva raggiunto di corsa Altea e Reas nella cattedrale.
“Cosa succede, milady?” Domandò alla donna il capitano. Elisabeth stringeva le mani del soldato ed era palese la sua agitazione. “Non vi sentite bene?” Fissandola Reas. “Venite, sedetevi su uno dei banchi… ora rilassatevi...” |
Mi feci condurre su una panchina della Chiesa...Altea era li' che mi guardava con aria interrogativa....e io mi sentivo una sedicenne al suo primo incontro.......forse ero in procinto di impazzire, ma era la prima volta in tutta la mia lunga vita che volevo impazzire dicendo quello che pensavo tutto di getto....." Altea perdonami io non voglio disturbare il vostro momento......ma ho la necessita'....di parlare..e' come se nonpotessi tacere.....Il regno tutto perira'.....ci sara' distruzione e guerra...le fiamme che avete visto non sono niente a confronto.....ho saputo dal quel viscido serpente di Kojo che voi , Reas, avete un duello con lui........sara' intenso e le forze vi sembreranno sfuggirvi da ogni parte del vostro corpo....io.....vi prego Reas....lasciate che vi protegga, la vostra vita mi e' molto cara, non so cosa sia successo guardandovi negli occhi.....ho visto il mondo che mi appartiene...............Quando Kojo mi ha detto che la sua vittoria sara' uccidervi.......avrei voluto morire inj quello stesso momento.....vi amo Reas....."......avevo parlato senza prendere respiro...avevo forse turbato ogni istante ....... ma a me non importava piu' nulla.....era meraviglioso sapere di poter ancora amare...
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Lo ascoltavo con il cuore carico di meraviglia e stupore... una gara... una gara in versi... e poi una contesa...
“Io parteciperò?” mormorai... era così strano... tutto ciò che stava accadendo era strano, e nuovo... Sorrisi... Citazione:
Ed ero così felice che fosse tornato a ridere! Mi sembrava quasi di poterlo vedere. “Io parteciperò...” mormorai poi, stringendo appena la sua mano “Se tu prometti di non perdermi di vista neanche per un secondo!” |
Elisabeth parlava trafelata...l'incendio, il mio sogno premonitore, Tylesia in fiamme..il duello e poi quella frase "vi amo Reas"..rimasi un pò stupita ma sorrisi nascondendo il viso, che stava succedendo alla mia cara amica? Ma era bello vederla cosi..innamorata...lei era felice. Lentamente, li lasciai soli, volevo che vivessero quel momento soli, non volevo rovinare quell'attimo cosi splendente. Cosi iniziai ad aggirarmi sola per la Cattedrale, molta gente si rivolgeva ai Santi, alla bellissima Regina e a Dio per cercar conforto...e Dio è buono verso i suoi Figli ed ero certa avrebbe protetto Tylesia.
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Reas restò a fissare Elisabeth per qualche istante.
“Inventereste di tutto, vero?” Con lo sguardo duro. “Pur di non farmi partecipare a quel duello, non è così?” Scosse il capo. “E’ da tanto tempo che volevo sistemare questa faccenda! Sono stanco dei soprusi di sir Kojo e dei suoi cavalieri! Gli darò ciò che merita! Ora, perdonatemi, ma vi ricondurrò al palazzo… è tardi e domani all’alba mi attende il duello…” aggiunse guardando Elisabeth e poi cercando con lo sguardo Altea. Ma proprio in quel momento degli uomini entrarono nella cattedrale: erano i soldati della guardia reale. “Signore, è tardi e dovete tornare al palazzo.” Disse uno di loro. “Domani vi attende il duello con sir Kojo.” “Si, stavamo appunto per tornare al palazzo.” Annuendo Reas. |
Ad un tratto senza tante remore le porte della cattedrale si aprirono, io guardavo da lontano Reas ed Elisabeth ma non vedevo affetto nel volto di Reas, nè amore...speravo che la cara Elisabeth non avesse preso un abbaglio..a volte..l'Amore è ingannatore.
Vidi lo sguardo di Reas verso di me e capii che voleva tornassi vicino loro, le guardie ci dissero di tornare al castello...per il duello che presto sarebbe avvenuto. Non c'era modo di fermarlo..non dissi nulla, volevo che Elisabeth gli salvasse la vita, e cosi mi apprestavo a tornare in quella gabbia dorata solo dopo pochi minuti di libertà, ma molto preziosi.. |
I colori e poi i suoni, i canti, le risa e le voci che si accalcavano.
In un attimo il villaggio divenne in festa. Ovunque c’erano coppie che danzavano, tavoli imbanditi delle bontà culinarie del posto, cantori che motteggiavano e numerosi sguardi di ragazze innamorate. “Mi raccomando, fate attenzione, messere!” Si raccomandò la donna. Guisgard annuì e poi con Talia si mischiò alla folla. “Visto?” Sorridendo alla ragazza. “Siamo venuti fin qui per trovarti una mamma!” Fu così celebrata la Messa e poi avvenne la rappresentazione del Ludus, chiamato anche Dramma Sacro. Dopo queste funzioni religiose molto sentite, si cominciò a preparare il tutto per la tenzone. Così, mascherati, apparvero due pastori: uno impersonava l’Inverno, l’altro la Primavera. E così cominciarono: PRIMAVERA: “Giungi o cuculo e scaccia via il freddo e il gelo!” INVERNO: “Ti inganni, poiché il cuculo porta siccità e carestia!” PRIMAVERA: “Il cuculo canta gioioso all’aria nuova!” INVERNO: “Il cuculo compare quando le scorte sono terminate e la terra non da ancora frutti!” PRIMAVERA: “Non solo il cuculo, ma tutto si desta al caldo Sole e al giorno lungo!” INVERNO: “Lavorare, ecco cosa! Ma invece nel mio regno ci si riposa al caldo fuoco e non si lavora! Saranno le nuove stagioni a servirmi con i loro raccolti!” PRIMAVERA: “Non un signore, ma un tiranno che affama e spaventa! Questo è l’Inverno!” A questo punto compaiono Palemone e Dafny che sentenziarono: “Arretra duro Inverno e invece avanza dolce Primavera! Fioriscano i teneri germogli e rivestano di profumo e colori la terra che, fecondata dal nuovo Sole, ridesti gioia nei puri cuori!” E sancita la vittoria della Primavera, il villaggio esultò e si abbandonò alla gioia della festa. “Posso avere l’onore di ballare con voi, milady?” Domandò Guisgard a Talia e mostrando un vistoso inchino. “Ed anche la gioia di prendere il vostro strascico?” La musica cominciò e tutti ballarono. L’imbrunire era giunto e con esso la sera. Le luci del villaggio rendevano come incantato quel luogo e tutti si divertivano e sognavano. Alla fine del ballo Guisgard portò Talia presso i tavoli imbanditi per assaggiare alcune delle leccornie della festa. Appoggiato al parapetto del piccolo ponte che scavalcava il canale, vi era un cantastorie. “Eh, quanti sospiri!” Ridendo. “Cosa dite, amico mio…” fissandolo Guisgard “… c’è una ragazza più bella di lei a questa festa?” “Io non ne vedo, messere!” Sorridendo il cantore. “Parteciperà alla gara per la Principessa?” “Certo!” Annuì Guisgard. “Anzi, avrebbe dovuto impersonare la primavera! Non siete d’accordo?” “Certo!” “Sentito, gioia?” Rivolgendosi Guisgard a Talia. “E lui se ne intende, vero?” “Naturale!” Esclamò il cantore. “Conosco i versi più belli che parlano delle eroine più famose! E sapete da cosa si nota un’eroina? Dagli occhi! Perché non vi voltate a fissarmi, milady? Mi ritenete così brutto?” Guisgard lo fisso e scosse il capo. Il cantastorie comprese e chinò il capo. “E ditemi, amico mio…” fece Guisgard “… a quale eroe ed eroina volete paragonarci?” “Ah, sicuramente ad Orfeo ed Euridice!” Strimpellando la sua lira il cantore. “Visto che non vi lasciate mai la mano!” Guisgard sorrise. In quel momento una voce zittì tutto e tutti, annunciando l’inizio della gara per scegliere la Principessa della Nuova Stagione. |
Mi avvicinai con calma al sarcofago.. Il lucchetto era pieno di graffi segno delle diverse forzatre avvenute nei secoli.. Presi la chiave la inserii nel lucchetto e girai.. Scattò un meccanismo pieno di ingranaggi che fece aprire il sarcofago e una luce abbagliante offfuscò la vista e tutto l'interno della stanza..
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I suoi occhi divennero di ghiaccio il suo volto assunse un'espressione di di grande indignazione......ero confusa, mio Dio pensai......il mio sentimento ha ferito il suo amor propio...poi vidi i suoi occhi cercare Altea e li' compresi forse che chi era di troppo ero io......" Nessuno mi ha mai insultata come avete fatto voi oggi......non vi avrei mai dichiarato il mio Amore solo per evitarvi un duello, ho perso molto di piu' che l' amore di un uomo.....la vostra testardaggine vi portera' a rischiare la vostra vita, se non volete ascoltare me fatelo almeno per Altea...."....soldati vennero a chiamarlo, e lui ando' via, la Chiesa era grande, il gelo che mi entro' nelle vene....mi rese l'animo di ghiaccio, sentii i pensieri di Altea, si aspettava che lo salvassi......l'avrei fatto.....perche' infondo quando si ama non ci si deve aspettare nulla, queste sono le regole che governano l'universo...l'amore e' amore a prescindere da ogni cosa......uscii dalla Chiesa correndo cosi' come vi ero entrata.......Kojo se avessi fermato lui......avrei evitato che succedesse il peggio.....andai cosi' negli alloggi dove avrebbe riposato Kojo.........lo avrei atteso, infondo per chi si sentiva gia' un vincitore il premio era gia' cosa certa.........
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Fissavo Elisabeth, il suo sguardo scosso, leggevo lacrime trattenute e lo sguardo serafico di Reas...eppure mi sembrava un uomo di nobili sentimenti, ricordai quella notte quando li vidi nel parco del palazzo, e poi durante la cerimonia in nostro onore, Elisabeth era bella e raggiante vicino lui..poi un impeto della mia cara amica...ella come arrivò, corse via, e sparì nel nulla, forse piangendo calde lacrime. Camminavo in silenzio, quando uscimmo dalla cattedrale, per non profanare quel luogo, decisi di affrontarlo "Sir Reas, lady Elisabeth vi ha dichiarato il suo amore...proprio col cuore in mano. E' raro che una dama dica a un cavaliere che lo ami, solitamente è il contrario, e io pensavo voi foste innamorato di lei. Io penso l'abbiate ferita e che forse dobbiate delle scuse..la lasciate fuggire cosi? Oh no...un cavaliere sarebbe accorso subito dietro la sua dama per cercare di rimediare, per rassicurarla...del suo Amore. E se proprio non vi fosse Amore avrebbe cercato di rincuorarla. Siete freddo o è solo colpa dei pensieri del duello?" lo guardai, pensai all'Amore, fino ad ora non avevo mai amato veramente nessuno e dopo ciò che avevo visto, l'orgoglio ferito di una dama innamorata ero più convinta a chiudere il mio cuore...proprio come quel cancello dorato con un chiavistello di diamante che nessuno e niente può scalfire...solo un diamante uguale ad esso.
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L'albeggiare si avvicinava.... le ricerche non portatrono alcun risultato..... le interrompemmo e decidemmo di attendere le prime luci del nuovo sole.
Il monaco che avevamo salvato, ci raccontò la storia di quel terribile naufragio....andavo sempre più convincendomi che non avremmo più rivisto il fratello di Jovinus, fissaì quelle acque e dissi: "Chissà, quante anime sono state inghiottite da quella corrente?". Mentre pensavo a ciò, un rintocco di campane scosse quel silenzio.... Avid si spaventò e chiese come mai si sentissero delle campane. La situazione mi insospettì e poco dopo decisi di andare in avanscoperta. |
Reas restò a fissare Elisabeth per alcuni istanti.
I suoi occhi scuri riuscirono quasi a penetrare quelli di lei. E allora, per un attimo infinitesimale, la maga dei boschi vide una luce, intensa e pulsante, sfrecciare tra lei e il capitano della guardia. “Si può amare qualcuno senza nemmeno conoscerlo?” Domandò alla donna. “No, non si può… nulla sfugge al raziocinio, nemmeno l’amore… comprendo ciò che avete fatto e ve ne sono grato, milady… avete mentito per farmi evitare quel duello… ma ora devo andare…” e con un inchino si congedò da lei e da Altea. Tuttavia Altea lo raggiunse e gli parlò. “Non sono freddo, milady…” disse Reas “… ma solo lucido e realista… ciò che penso è ciò che ho detto nella cattedrale… credete che il mio cuore sia freddo? No, è solo attento a non cadere nelle illusioni… a causa di quelle, le illusioni, Tylesia è stata sottosposta al caos… ora perdonatemi, ma devo andare…” fissò la ragazza ancora per un istante e poi andò via con i suoi uomini. Nel frattempo Elisabeth aveva raggiunto gli alloggi di Kojo. Le si avvicinò subito un servitore del cavaliere. “Posso esservi d’aiuto, milady?” Domandò alla maga. |
Parsival mostrò l’intenzione di seguire il rintocco di quelle campane, ma subito Redentos lo chiamò:
“Aspetta, Parsifal… meglio andare tutti insieme… questi luoghi sono per noi sconosciuti ed essere prudetenti non fa mai male.” Così, tutti insieme, si incamminarono nella selva. Il cielo era coperto e l’aria era tornata ad essere fredda. Tutto appariva come incantato, avvolto da un mistico silenzio. Anche il vento taceva. “Sembra abbia smesso di suonare quella campana…” mormorò Avid il nano “… come faremo ora a trovare il luogo in cui veniva suonata?” Ma proprio in quel momento, si udì una voce all’improvviso. “Redentos, amore mio…” echeggiò nell’aria “… non fermarti, vita mia… non smettere mai di cercarmi, anima mia…” “Calunda!” Gridò Redentos. “Calunda, dove sei?” Si voltò poi verso i suoi compagni. “Avete udito anche voi, vero? Avete sentito quella voce?” “Si, milord!” Annuì il nano. “Era chiara e reale!” Intervenne Jovinus. “E proveniva da quella parte!” Indicò il monaco. Allora la nobile compagnia si lanciò verso quella direzione. Poco dopo giunsero in una piccola radura, dove sorgeva una cappellina. Davanti a questa un uomo stava scolpendo un bassorilievo. |
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