Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 19-06-2012 01.02.19

“Avete solo una possibilità, milady...” disse Goz ad Elisabeth “... difendere domani messer Cristansen in tribunale... io vi ho osservata sin dall'inizio... non siete una donna comune... possedete valori e principi sacri, gli stessi che difende Cristansen... se vi sentite all'altezza, allora proponetevi come suo avvocato difensore... se riuscirete in questa impresa, egli per gratitudine vi accompagnerà a riprendere i miei cigni...”
Vivian fissò allora Elisabeth ed attese una sua risposta.

Guisgard 19-06-2012 01.35.17

Era Mezzogiorno e l'oste portò del cibo al menestrello.
Questi posò a terra il suo strumento e cominciò a mangiare.
Nel cortile, invece, davanti a quella nuova interruzione, Guisgard cominciò a sbraitare ancora una volta.
“E' incredibile...” disse “... fra tutti i mendicanti, pezzenti ed accattoni del mondo quel menestrello non troverebbe nessuno al suo pari... di questo passo quel tipo prolungherà il suo racconto fino a confonderlo con l'Iliade e l'Odissea, pur di tenerci tutti incollati qui... ed è ovvio... più dura la sua storia, più gli danno da mangiare!”
“Volete darvi una calmata?” Fissandolo Umans. “Non vi basta essere stato messo alla porta di un'osteria? Guardate che è un buon primato, eh! Solitamente ci riescono solo i bari, gli ubriaconi e gli scrocconi.” E rise di gusto.
“Insomma, ma tu cosa vuoi da me?” Voltandosi a guardarlo Guisgard.
“Vi ho già detto...” sorridendo Umans “... sono il vostro Angelo Custode...”



Intanto, sulla strada che dal centro di Faycus portava al convento di San Pasquale, la carrozza ducale conduceva Talia e la duchessa attraverso un cammino dissestato.
E a causa di un sussulto della carrozza a Talia cadde in terra il libretto di Andros trovato al Belvedere.
Lady Vicenzia si accorse subito di questo e lo raccolse, per poi sfogliarlo.
Ad un tratto, la duchessa alzò gli occhi da quelle pagine e fissò la ragazza.
“Ma tu...” disse “... tu chi sei?”

cavaliere25 19-06-2012 11.01.23

ci penso io dissi tirai fuori il medaglione e mi trasformai in un cavaliere mi avvicinai al poveretto e dissi stai tranquillo ti tirerò fuori da qui e mi misi in posizione di forza e tolsi quella pietra poi presi e alzai la guardi a e dissi ora siete salvo ora vi accompagnerò in infermeria cosi vi medicheranno e lo presi sotto braccio

Talia 19-06-2012 11.50.51

Quella domanda mi sorprese.
Avevo capito subito che cosa era stato a scivolarmi dalla tasca a quello scossone ed a cadere a terra con un tonfo leggero... ero rimasta in silenzio, tuttavia.
Avevo sentito la duchessa chinarsi e prenderlo, poi sfogliarlo... ed avevo atteso.
Quella domanda, tuttavia, pronunciata con voce lieve e sinceramente stupita, quasi titubante, mi colse alla sprovvista.
Esitai per qualche istante... infine sospirai.
“Io...” mormorai allora “Io, milady, non sono nessuno! Ma... per qualche ragione, mi è stato concesso un dono. Un dono che richiede sacrificio e dedizione... e che oggi mi impone qualcosa da cercare. Sì... credo di essere una cercatrice, in fondo. Lo sono stata per tutta la vita... anche se sicuramente non per scelta! Quel libretto mi fu concesso insieme alla collana che avete appena notato... ed io credo che lì dentro vi siano molte risposte, molte chiavi che allevierebbero il mio compito... ma purtroppo, come potete ben immaginare, non posso leggerlo!”
Tacqui, infine... raramente ero stata tanto sincera con qualcuno riguardo al mio dono... eppure non ero spaventata, né intimorita. Al contrario, per la prima volta da quando l’avevo conosciuta, improvvisamente, sentivo di essere io a prevalere sulla duchessa e non il contrario. Era una sensazione audace, insolita... ma ero certa che anche lei la avvertisse.
“Ed ora, milady...” soggiunsi gentilmente, tendendo la mano “Posso riaverlo?”

Altea 19-06-2012 12.59.53

Il monaco ci fissava in modo enigmatico...quasi volesse leggerci nel pensiero e nell'animo.
Fyellon iniziò a dibattere con lui riguardo alla fede religiosa ma il monaco notavo era molto sicuro di se, mi sembrava strano vedere un monaco di carattere cosi forte e non umile, sembrava quasi seccato della nostra presenza...quando udii il suo suggerimento di non dirigerci verso Tylesia.
"Padre, scusate..ma noi arriviamo da Tylesia e dobbiamo tornarci, abbiamo smarrito la strada...e chiediamo a voi come le pecore smarrite di indicarci la giusta strada" risposi con il suo stesso sarcasmo "sappiamo molto bene cosa sta accadendo a Tylesia quindi stiamo chiedendo una semplice domanda e ce ne andremo" nel frattempo mi guardavo attorno, mi chiedevo se quel monaco vivesse come un eremita.

Parsifal25 19-06-2012 14.10.21

Guardaì il Maestro Redentos in cerca di uno sguardo d'intesa poichè non credevo che fossero dei semplici mercanti.....bastava osservare le loro arme.

Credo che il Maestro si sia accorto dalla verità che in un certo senso nascondevano...... e poi.....perchè questo ineteresse per Lilith.......da quello che abbiamo potuto osservare, questa terra è attraversata da un'alta percentuale di accusatori di fantomatici stregoni e streghe.

Se dovessimo proseguire il viaggio insieme di certo non avreì potuto staccare l'attenzione da Lilith. Supportato da codeste osservazioni risposi:

"Se per Lilith ed il Maestro non vi sono problemi......viaggeremo insieme.....". "Come si suol dire.....più siamo e meglio è.....non credete!!" e risi.

Daniel 19-06-2012 21.23.46

Un esercito! Miseriaccia un esercito! Pensai su cosa potevo fare per salvare la città, o almeno prendere tempo.. Guardai il fiume.. Certo l'acqua! Chiusi gli ochhi e cercai la concentrazione... La Trovai e pronunciai l'incantesimo.. L'acqua comincio ad agitarsi e a muoversi.. Si innalzò in alte pareti spesse intorno alla città.. Quando vidi che le mura di acqua erano abbastanza alte schioccai le dita e l'acqua si ghiacciò all'istante formando un'alta e durissima parete di ghiacco che chiudeva la città! Corsi giù dalle mura fino al campanile della città dove inizia a suonare la campana d'allarme.. Poi uscii sul terrazzo e urlai
"SIAMO SOTO ATTACCO! TYLESIA è SOTTO ATTACCO!"

elisabeth 19-06-2012 21.41.54

Guardai Goz e Vivian, come se avessi visto dei fantasmi........incominciai a camminare avanti e indietro nella stanza.....pensare...dovevo pensare..." Io mi chiedo, ma siete impazziti ?....io difendere messer Cristansen, Goz......io ho un lascia passare temporaneo, io per molti di Tylesia, sono una strega.......e poi, per i vostri Cigni, dovremmo prendere il fiore che e' celato nel agiardino della Regina.............Mi chiedo come diavolo sia finita in questa situazione..io parlare d' Amore in tribunale......".....mi fissavano senza proferir parola " E va bene, difendero' messer Cristansen, cosi' ci saranno due sentenze..una per lui ed una per me......Ditemi Goz....vedete del buono in tutto questo ?..."..

Lilith 19-06-2012 22.59.31

"Sarei davvero lieta di viaggiare con questi sfortunati mercanti che necessitano del nostro aiuto" dissi con un tono che, se studiato attentamente, sarebbe potuto sembrare velatamente ironico. Infatti, dopo aver udito le parole di Parsifal e dopo aver notato la grande quantità di armi, iniziai a pensare che essi non fossero realmente mercanti. Ciò però non significava che non li avrei aiutati, poichè ancora non avevo prove del fatto che questi "mercanti" non fossero stati realmente aggrediti da un cavaliere malvagio.
Mi avvicinai a Parsifal ed a Redentos per poter parlare loro senza che gli altri uomini sentissero "Questi uomini... non credo siano realmente mercanti..." sussurrai timidamente.

Guisgard 20-06-2012 00.37.59

Il monaco fissò Altea e poi sorrise.
“Certo...” disse “... vi indicherò la via per Tylesia... ma prima permettetemi di narrarvi una parabola...”
“Non credo sia il caso.” Fece Fyellon.
“Non preoccupatevi, non è molto lunga...”
E cominciò a narrare...

“Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". E il padre divise fra loro i beni. Pochi giorni dopo il figlio più giovane, raccolta ogni cosa, se ne andò in un paese lontano e là dissipò le sue sostanze vivendo dissolutamente. Ma quando ebbe speso tutto, in quel paese sopraggiunse una grave carestia, ed egli cominciò ad essere nel bisogno. Allora andò a mettersi con uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Ed egli desiderava riempire il ventre con le carrube che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava. Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti lavoratori salariati di mio padre hanno pane in abbondanza, io invece muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi lavoratori salariati". Egli dunque si levò e andò da suo padre.”

“Sta zitto, frate!” Gridò Fyellon visibilmente alterato. “Vuoi forse farci la predica? Tieniti per te il tuo Vangelo e la tua propaganda clericale!”
Il monaco restò a fissarlo, senza però rispondergli nulla. Un attimo dopo riprese a narrare...

“Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". Ma il padre disse ai suoi servi: "Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. Portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E si misero a fare grande festa. Or il suo figlio maggiore era nei campi; e come ritornava e giunse vicino a casa, udì la musica e le danze. Chiamato allora un servo, gli domandò cosa fosse tutto ciò. E quello gli disse: "È tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perché lo ha riavuto sano e salvo". Udito ciò, egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. Ma egli, rispose al padre e disse: "Ecco, son già tanti anni che io ti servo e non ho mai trasgredito alcun tuo comandamento, eppure non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma quando è tornato questo tuo figlio, che ha divorato i tuoi beni con le meretrici, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato". Allora il padre gli disse: "Figlio, tu sei sempre con me, e ogni cosa mia è tua. Ma si doveva fare festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”

Fyellon lo stava fissando con occhi che sembravano sul punto di ardere.
“Cosa vuoi da me, maledetto?” Fuori di sé il cavaliere. “Cosa?” Si lanciò allora sul monaco, per poi cominciare a stringergli la gola con le sue mani.


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