Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gwen 26-03-2019 00.14.11

"No, non è certamente normale, questo è sicuro..." con tono cupo.
"Non sarei proprio... Nessuno è così folle da recarsi apposta in un luogo come questo..." scuotendo il capo.
"Non vorrai andare a controllare, spero..." con tono inquieto.

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Guisgard 26-03-2019 00.18.39

Elv sorrise per rassicurarla.
"Tranquilla..." disse abbracciando Gwen "... resterò qui a fare la guardia, a vegliare sul tuo riposo..." sorridendole "... ora cerca di dormire un pò... domattina, alle prime luci del giorno, ci rimetteremo in cammino..." la baciò sulle labbra.
Un bacio rassicurante, protettivo.
Poi avvolse entrambi nel mantello e si ripararono dall'umidità di quelle paludi.
Poco dopo Gwen cadde addormentata.

Lady Gwen 26-03-2019 00.29.47

Dentro di me tirai un sospiro di sollievo, visto che non era intenzionato a muoversi di lì.
Ricambiai il suo sorriso, per le sue parole tenere e rassicuranti, poi risposi al suo bacio dolcissimo, che fu per me come il bacio della buonanotte, prima di cadere addormentata fra le sue braccia, al riparo dagli spettri di quella notte e di quella giungla.

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Destresya 26-03-2019 00.35.15

"Benissimo!" annuendo a Stewart mentre finivo di mangiare "Gestisciteli come meglio credi, se ti serve altro personale, compralo!" Alzandomi da tavola.
"Vado nel salone, fammi portare il dolce li da Brontolo!" Con un sorrisetto divertito.

Guisgard 26-03-2019 00.38.03

Strani sogni attraversarono il sonno di Gwen.
Sogni enigmatici, sinistri, carichi di immagini misteriose ed inquietanti, di luoghi sconosciuti, di volti indefiniti, di idoli antichi, fantasmi tormentati e demoni dalle fauci spalacate.
Gwen sognò cupe figure, sangue che scorreva denso su altari vecchi come il mondo, tra carni lacerate che pulsavano ancora e messe ad ardere su bracieri simili a roghi issati per divinità blasfeme perdute nella notte dei tempi.
Ovunque echeggiava sinistro il suono di quel corno, alle cui note la terra sembrava aprirsi e la jungla partorire mostri dall'aspetto terrificante.
Fu l'alba a svegliare Gwen, con i primi bagliori di luce sul suo volto.
Elv dormiva accanto a lei, mentre davanti a loro si mostrava un'isoletta che sorgeva silenziosa nel cuore di una vasta laguna formata dallo scorrere del Lagno.
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Guisgard 26-03-2019 00.42.41

Stewart annuì a Destresya ed andò via.
Pochi minuti dopo arrivò il nuovo schiavo.
Indossava pantaloni chiari da lavoro, stretti ed una camicia bianca aperta in buona parte sul davanti visti i pochi bottoni.
Aveva con sè un vassoio e sul volto un'espressione impertinente.
"La signora" disse seccato "ha chiesto il dolce? Eccolo." E posò in malomodo il vassoio con la torta sul tavolino davanti a lei.

Lady Gwen 26-03-2019 00.43.48

Il mio sonno non fu affatto tranquillo.
Fu turbato da strane ed orribili figure, spettri, denso sangue scarlatto che scorreva come un trionfo di morte, mostri e volti terrificanti.
Mi svegliai al sorgere dell'aurora che porta via con sè i sogni, quelli belli, ma per fortuna anche quelli brutti.
La giungla risplendeva di una luce ben diversa ora, al mattino ed accanto a me, Elv dormiva ancora, il suo bel viso baciato dal sole rosato.
"Elv... È l'alba... Svegliati..." lo chiamai dolcemente, accarezzandogli il viso.

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Guisgard 26-03-2019 00.51.06

Elv aprì gli occhi e guardò la jungla ora finalmente illuminata dai primi raggi mattutini.
"Buongiorno..." disse a Gwen strizzandosi "... riposato bene?" Chiese baciandola.

Lady Gwen 26-03-2019 00.56.33

Risposi al suo bacio di saluto.
"Buongiorno..." risposi sorridendo, mentre lo guardavo e non mi sembrava vero di essermi svegliata fra le sue braccia.
"Diciamo che ora mi sento meglio e sono contenta che la notte sia passata..." dissi solo.
I miei sogni erano stati alquanto agitati, irrequieti, ma vedere i suoi occhi schiudersi e guardarmi, era l'immagine più bella del mondo.

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Guisgard 26-03-2019 16.19.17

Elv sorrise e poi fece segno a Gwen di andare.
Così si rimisero in cammino, stavolta attraversando quel passo di jungla col conforto del Sole.
La vegetazione era rigogliosa, lussureggiante, gigantesca ed occupava ogni angolo di quel luogo selvaggio e primordiale.
Alberi dai fusti enormi ed i rami frondosi parevano celare la luce del giorno al terreno sottostante, mentre bambù dalle misure eccezionali si ergevano come muraglieintorno ai due giovani.
Infiniti versi, molti dei quali di animali sconosciuti, echeggiavano nell'aria, con odori ammantati di fluttui venerei gonfiavano l'ossigeno.
Ad un tratto i due ragazzi scorsero una capanna presso uno dei tanti canali del Lagno.


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