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Un sorrisetto soddisfatto si dipinse sul mio volto, ma lo nascosi prontamente con il libro. Mio padre sarebbe stato fiero di me, avevo appena dimostrato di essere una brava diplomatica.
Come stabilito finsi di studiare, mostrandomi tutta intenta nella mia lettura, come se il mio cervello elaborasse attentamente ogni informazione . |
“Accidenti...” disse dolorante Palos “... è la prima volta in vita mia che sono felice di vedere una donna alzarsi da sopra di me...” aiutato da Clio ad alzarsi “... senza offesa, ma la prossima volta preferirei imparare la lezione mentre malmenate un altro cadetto, signore...” ridendo piano.
Poi il biondo tenente si rivolse ad Icarius. “Io...” titubante il cadetto dagli occhi azzurri “... io non ci tengo, signore... non mi interessa imparare alcuna mossa... sono un pilota e preferisco guadagnarmi la paga volando e combattendo in aria... prima racimolerò il denaro per pagare la penale, prima abbandonerò questo posto... sceglietevi dunque qualcun altro per la vostra lezione.” Fissandola. |
Un uomo claudicante che trafficava con delle lamiere. Tutto qua. Niente colpi di scena, niente brividi. Eppure, il viso dell'uomo aveva una forza tutta particolare, e ricordo mi venne da pensare che sarebbe stato un tipo adatto alle telecamere.
Mi feci avanti io, con la mano tesa. "Vogliate scusare l'intrusione, ma da che mondo è mondo la curiosità è donna. Io sono Lady Gaynor, ed è colpa mia se vi siamo finiti tra i piedi..." |
Gwen e Fermer brindarono.
Poi Armand servì loro la cena. “Mangiare i gamberetti” disse il dottore sistemando il tovagliolo “richiede destrezza, sapete? Nei ristoranti raffinati di Città di Capomazda li mangiano con forchetta e coltello... ma sapete cosa vi dico? Mangiarli con le mani, intingendoli nelle creme o mettendoli sui crostini da tutt'altra soddisfazione.” Facendole l'occhiolino. “Vi scandalizza dunque se il vostro superiore mangia i gamberetti in modo così poco ortodosso?” Ridendo piano. “Anzi, vi farò provare la bontà delle mie parole.” Prese un gamberetto e lo cosparse di crema, per poi portarlo alla bocca di Gwen. “Su, un bel morso e mi direte.” Sorridendole. |
E mentre Dacey fingeva di studiare ed i borghesi continuavano la loro partita, nella taverna entrò qualcuno.
“Dammi da bere...” disse al taverniere. “Ecco a voi.” Questi, servendogli del vino. “Hai visto l'aereo?” “Che aereo?” Chiese il taverniere. “Quello cromato, senza vernice...”spiegò l'uomo “... è sfrecciato in cielo poco fa... per poi sparire verso il deserto...” “Io sono sempre stato qui e non ho visto nulla.” Fece il taverniere. “Ma di che aereo si tratta? Legionario o di Canabias?” “Era senza stemmi...” bevendo l'uomo “... chissà dov'era diretto...” Tutto ciò fu udito da Dacey e dai tre borghesi. |
Dopo il brindisi, Armand portò la cena.
"Assolutamente no, non mi scandalizzo, non preoccupatevi" risposi ridendo. Poi quel gesto, la sua mano vicina alla mia bocca. Lo guardai per un attimo, sorridendo, poi mi avvicinai alle sue dita e nel mordere il gamberetto le sfiorai, anche se inavvertitamente e per un brevissimo istante, con le labbra. Per un fugace attimo. "Sí, decisamente meglio" sorridendo e guardandolo, mentre tamponavo la bocca col tovagliolo. |
“Il vostro nome non mi dice nulla” disse Orko stringendo la mano a Gaynor “ma il vostro viso non mi è nuovo...”
“Vivete davvero fuori dal mondo” fece Park “se non conoscete chi sia questa donna. E' una famosa diva dello spettacolo.” “Eh, io vivo recluso qui...” mormorò Orko “... questo capannone è ormai il mio mondo... vogliate scusarmi, madama, ma mi intendo poco di spettacoli.” Sorridendo. “E come mai una diva come voi viene in un posto simile?” |
Studiando ignorai l'avventore non essendo una mia conoscenza ma le sue parole pian piano attirarono non poco la mia attenzione.
Tenendo gli occhi incollati al libro non mi persi nulla del dialogo tra l'uomo e il taverniere. L'aereo. Allora Guisgard lo aveva fatto davvero. Si era gettato in quella follia e ora mi chiedevo che sarebbe successo. E se lo scoprissero, catturassero o peggio uccidessero? Una strana ansia si impossessò del mio stomaco. E in più mi sentivo così impotente. |
Risi a quelle parole di Palos.
"Beh, non ero certo messa in una posizione da donna.." scuotendo piano la testa "Fossi stato un uomo sarebbe stato anche peggio, direi.." vagamente divertita. Poi mi rivolsi a Icarius, e scoppiai a ridere alle sue parole. "Oh bella.. dove credi di essere soldato?" guardandolo negli occhi "Non ti ho mica chiesto una cortesia.. ti ho dato un ordine.. se non sarò in grado di valutarti nel corpo a corpo non passerai mai il corso, se non passi il corpo a corpo non potrai avere in mano un'arma, e non vedrai mai un aereo.." sostenendo il tuo sguardo. "Credevo che il tuo piano fosse entrare presto in una squadriglia, magari una delle migliori, quelle che fanno le missioni più rischiose, quelle più pagate.. magari la più spericolata di tutti.. indovina un po' chi sceglie dove mandare i soldati?" senza staccare mai gli occhi dai suoi "Indovina poi chi guida proprio quella squadriglia?". Scossi la testa, quel ragazzo stava sbagliando completamente strategia. "Ma se non vuoi darmi l'opportunità di valutarti, nessun problema..." alzai le spalle "I tuoi compagni domani passeranno alle armi, poi inizieranno a volare e tu sarai ancora qui... i codardi non fanno una bella vita nella legione, e nemmeno le ragazzine piagnucolone..". Gli tesi di nuovo la mano. "A te la scelta soldato..." severa "Puoi obbedirmi e andare avanti, o disubbidirmi e restare indietro... o hai paura di prenderle da una donna?" con un sorriso beffardo. |
“Aspettate...” disse Fermer a Gwen, prendendo il tovagliolo che lei teneva vicino alla bocca “... vi è rimasta un po' di crema sulla bocca...” e con un dito tolse quel po' di crema, sfiorandole le labbra delicatamente.
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"Sono ospite alla base militare dei legionari, la sera canto un po' per loro, per tenere alto il morale..." risposi all'uomo."Il motivo della mia presenza qui, davanti a voi, è che stavamo andando a cena nel borgo, quando questo rottamaio ha attirato la mia attenzione... sapete, è difficile dire di no ai nostri ricordi..."
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Dacey ascoltò ogni parola di quell'uomo.
I tre borghesi, invece, non sapendo nulla della Freccia d'Argento, continuarono a giocare la loro partita a carte. Ma il discorso tra l'uomo ed il taverniere continuava. “Qualcuno dice” disse l'uomo “di aver visto proprio quell'aereo scontrarsi con i Valchiria l'altro giorno.” “Un solo aereo contro due di quei caccia?” Fissandolo il taverniere. “Impossibile.” “Eppure molti giurano sia così.” Annuì l'uomo. “E chi lo pilotava?” Il taverniere. “Nessun pilota è tanto pazzo da fidare un Valchiria. Figuriamoci due.” “Eppure i resti dei due Valchiria sono nel deserto, ad un paio di miglia da qui.” Spiegò l'uomo. “Di sicuro era un asso a pilotarlo e non certo un pilota normale.” “Mah, non mi intendo di queste cose.” Mormorò il taverniere. “Ma i legionari cosa dicono? Era uno di loro?” “Non credo...” l'uomo “... e ho sentito vogliono vederci chiaro... per me vogliono mettere le mani sull'aereo ed arrestare il pilota.” E finì il suo vino. |
Alzai lo sguardo su di lui quando parló della crema e lo osservai mentre sentivo il suo dito che sfioravadelicatamente le mie labbra.
Non so spiegare cosa sentii in quel momento. Sentii il cuore accelerare e uno strano, ma piacevole e intenso calore pervadermi. Risposi con un sorriso, più di qualsiasi cosa potessi riuscire a dire in quel momento. |
Arrestarlo. Una parola lapidaria che mi fece sussultare. E temere il peggio.
Mi alzai iniziando a passeggiare per la stanza, apparentemente per saggiare il mio passo e la mia grazia, in realtà perché stare ferma mi era impossibile. L'ansia mi aveva invasa. " Pensa Dacey che puoi fare? Devo aiutarlo. Devi farlo ..Ma come??" |
“Io non ho paura...” disse con rabbia Icarius a Clio, mentre gli altri cadetti ridacchiavano.
“Ehi, dateci un taglio, chiaro?” Palos a tutti loro. “Riderò io quando finirete col sedere all'aria.” “Io non ho paura...” ancora Icarius al bel tenente biondo “... voi non sapete nulla di me...” stringendo il pugno per la rabbia “... e sia... devo battermi con voi per avere un dannato aereo? E sia...” annuì, per poi avvicinarsi a lei “... e tranquilla, non vi vedo come una donna... non siete il mio tipo... signore.” Fissandola con i suoi occhi azzurri. “Avanti, sono pronto...” http://2.bp.blogspot.com/-YhEDEFwP-8...ly+and+Tom.jpg |
“Sono stupito” disse Orko a Gaynor “che un simile posto vi piaccia. Io lo preferisco a qualsiasi altro luogo al mondo, ma non faccio testo.” Ridendo.
“Puzza di cherosene...” Park “... e a guadare quel grosso telone sarei quasi tentato di pensare che questo sia un hamgar...” “Che sciocchezze.” Sorridendo Orko. “Vedete forse aerei qui?” |
"L'unica cosa che so di te è che farai bene a cambiare atteggiamento se vuoi sopravvivere qui, dato che a quanto pare ci fai l'onore della tua presenza..." fissandolo "Smettila di lamentarti e lavora sodo, soldato..".
Poi quelle parole sull'essere donna, risi appena, scuotendo la testa. "Lo credo bene!" sorrisi "Devi eseguire i miei ordini mica farmi una serenata.." vagamente divertita. Ma quelle parole, anche se non lo diedi a vedere trovarono una breccia nella mia corazza e mi attraversarono. Non che fosse una novità. Tranquillo soldato, pensai, so di non essere il tuo tipo, o quello di chiunque altro... Sapevo che nessun uomo avrebbe mai voluto una donna come me. L'avevo sempre saputo. Ma non per questo ero disposta a cambiare. Il Vero Amore, mi dicevo, avrebbe saputo amarmi così com'ero. Sempre che io fossi destinata ad incontrarlo, cosa che non era affatto scontata, anzi. La possibilità di morire senza averlo mai incontrato era più alta ogni giorno. Non avevo tempo di perdermi nei miei pensieri ora, dovevo vedere che cosa sapeva fare quel ragazzo. Chissà, magari facendolo arrabbiare sarei riuscita a far uscire il meglio nella lotta. Annuii soltanto quando si avvicinò, mettendomi in guardia. "Cominciamo allora.." con un sorriso. |
Quella carezza.
Lunga, lenta, delicata. Quel dito che sfiorava le labbra divenute improvvisamente caldissime di Gwen. E nel fare ciò, per un istante, gli occhi di Fermer restarono in quelli dell'infermiera. Il dito accarezzò le labbra, quasi sconfinando tra di esse, sul punto di lambire la lingua di lei. “Ecco...” disse infine lui “... fatto. Ora la vostra bocca è di nuovo pulita.” Sorridendole e riprendendo a mangiare. |
"Non ho mai detto che mi piaccia " risposi ridendo anche io.
"Strano, però..." aggiunsi "un ex pilota addetto agli hangar che prende questa cantonata?" |
Dacey cominciò a passeggiare nervosamente.
E ciò fu notato dai tre borghesi. “Vi vedo nervosa, Diana...” disse Leones “... temete di non essere all'altezza? Che il ruolo sia troppo complicato?” “Non temete...” fece Fines “... rischiamo tutti... se fallite voi, falliremo tutti...” “Ma non facciamo questi discorsi.” Poeh. “Portano male.” |
<< Oh .... No.... No...scusate, io ero...ero sovrappensiero. Credo che prenderò da bere>>
E mi avvicinai al banco dove c'era l'uomo. Con discrezione lo guardai incapace di decidere il da farsi |
Sfioró a lungo le mie labbra e quella lenta e leggera carezza sembrava non dovere aver fine.
I nostri sguardi si incontrarono, mentre lui continuava ad accarezzare le mie labbra, insinuandosi quasi fra esse per lambire la mia lingua e in quel momento trattenni il fiato, certa che avesse sentito quel calore, arrivato anche alla mia bocca. Poi lui allontanó la sua mano. Io risposi al sorriso e riprendemmo a mangiare, mentre io cercavo di far cessare il calore provocato da quelle carezze cosí delicate, ma audaci. |
Icarius e Clio furono faccia a faccia.
Gli occhi azzurri di lui in quelli del medesimo colore di lei. E anche il cadetto si mise in guardia. I due si fissarono ancora a lungo. Poi lui si fece sotto. Si lanciò verso di lei e con un braccio le cinse i fianchi e con l'altro tentò di bloccarle il collo, per poi tentare di proiettarla a terra. La presa di Icarius era forte e decisa. Tutti i cadetti osservavano la scena incuriositi dell'esito. |
Dacey si avvicinò al bancone e restò in silenzio.
“Ehi, siete carina...” disse l'uomo “... non vi avevo mai vista nel borgo... siete da poco giunta? Magari con il Meridian Express? Posso offrirvi da bere?” Sorridendo. |
“Madama, non posso sbagliarmi.” Disse Park a Gaynor. “Qui c'è puzza di cherosene. E se vogliamo dirla tutta, quelle strisce lì in fondo... giurerei che è appena uscito un aereo da qui. E bello grosso direi... ad occhio e Croce un caccia a doppio motore con propulsore.”
“Ho solo usato il mio carrello a nafta.” Ridendo Orko. “Spiacente di deludervi, ma qui non ci sono aerei.” |
La cena continuò.
Poi ad un tratto nel locale cominciò ad udirsi una melodia. “E' una vecchia canzone...” disse Fermer, asciugandosi le mani col tovagliolo “... magica e sognante... credo sia stata la colonna sonora di un film con la Garbo...” porgendo la mano a Gwen “... posso avere l'onore di un ballo, infermiera scelta Gwen?” Facendole l'occhiolino. |
"Park, evidentemente stavolta vi siete sbagliato... oppure voi, signore, contrabbandate forse aerei?" E sorrisi ad entrambi.
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Ad un certo punto inizió a udirsi una bellissima melodia nel locale.
"Adoro i suoi film" dissi sorridendo. Ppi lui si alzó e mi invitó a ballare. "Con piacere" prendendo la sua mano con un sorriso incantato. Non avevo mai ricevuto questo tipo di attenzioni, da nessuno con cui fossi stata in precedenza e adesso non riuscivo a farne a meno. |
Quegli occhi.
Così azzurri, così intensi, così vicini. Una regola nelle antiche arti marziali dice di guardare sempre l'antagonista negli occhi. Quegli occhi ti diranno le sue mosse in anticipo, ti sveleranno le sue finte, diventeranno parte di te. Alla fine il ragazzo provò a prendermi il collo. Ottima mossa.. Abbassai immediatamente il mento in modo da non lasciargli spazio, e portai anche una mano per ostacolare le sue dita in modo che la presa non fosse salda. E infatti non lo fu. Ma intanto mi aveva anche cinto i fianchi e mi stava portando a terra. La mano al collo mi impedì di girarmi di schiena come avrei dovuto fare per mantenere una posizione offensiva e continuare la lotta a terra. Mi ritrovai invece con la schiena a terra, in una posizione dove rischiavo troppo, e di cui dovevo liberarmi in fretta. Così gli cinsi i fianchi con le gambe, incrociandole dietro di lui. La mano cercava ancora il mio collo, e cercavo di ostacolarlo, prendendo a mia volta la sua testa. In quel momento però, impegnati al collo, mi stava dando un'opportunità. È questo il bello della lotta, ogni situazione ne nasconde mille altre, un fronte non nasconde un altro. Così, con un colpo di reni lo feci cadere su di me, in quella posizione non aveva più forza, perché pesava interamente su di me. Nemmeno la presa al collo poteva essere salda. Allora andai in volano, portatomelo dietro e capovolgendo la situazione. Ora c'era lui con la schiena a terra e io in ginocchio davanti a lui. Alzai un ginocchio. "Sempre un ginocchio alzato.." dissi, riprendendo fiato. Gli diedi un buffetto sulla coscia, indicandogli di imitare ciò che avevo fatto io prima, incrociando le gambe attorno ai miei fianchi. "Ottimo lavoro.." annuii "Quando arrivi qui è già un lusso, quindi.. ottima la presa al collo..." mi chinai su di lui, prendendogli il collo delicatamente ma saldamente, perché capisse come doveva essere la presa. "Pesa con tutto il tuo corpo.." dissi, facendolo "Senti che è peggio di così.." scaricando il peso. "Ma la cosa che devi assolutamente fare quando arrivi qui è farmi fare fatica..". Gli presi le braccia. "Non qui.. altrimenti puoi facilmente farmi cadere.. dai un colpo di reni.." cadendo su di lui, per poi rialzarmi. "Qui.." premendo sugli addominali "Prova ad alzarti ora.. prova a farmi cadere...". Era molto più difficile così. Lo fissai per un lungo istante, per poi sorridere. "Ottimo lavoro, soldato..." per poi alzarmi, e porgergli la mano per fare lo stesso. |
Gwen e Fermer raggiunsero il centro della sala e cominciarono a ballare, avvolti e trascinati da quelle note in bianco e nero.
Fra le braccia di lui, la ragazza prese a volteggiare, mentre le luci del locale diventavano basse e calde. Fermer stringeva la mano della ragazza nella sua, cingendole i fianchi con l'altra. E così la conduceva attraverso quella lenta e melodica musica. “Come siete diversa alle basse luci di questo locale...” disse lui mentre ballavano “... forse sarà il vostro abito... forse quel vinello traditore” sorridendo “oppure questa strana e misteriosa luce che stasera ha acceso i vostri occhi... ma mi apparite diversa... sempre bella, ma...” esitò “... ma terribilmente donna... una bellissima donna...” |
Icarius restò un attimo in silenzio, a fissare Clio.
Aveva ascoltato ogni sua parola e seguito ogni mossa da lei simulata. Ma aveva anche avvertito il peso del suo corpo su di lui. Quel corpo reso libero dalla canottiera di lei, che ne sagomava ogni forma. Ed aveva sentito il profumo dei suoi capelli sul suo volto, avvertendo poi il tocco delle sue mani. Alla fine con un gesto scostò la mano del bellissimo ufficiale biondo e si alzò da solo. E tornò in fila con gli altri. “Ti ha fatto i complimenti...” disse sottovoce Palos. “Può tenerseli...” mormorò piano il cadetto dagli occhi azzurri. |
Diventammo un tutt'uno con quelle dolcissime note.
Fermer stringeva la mia mano, mentre con l'altra cingeva i miei fianchi e non potevo desiderare di meglio. "Il vino, dite? Chissá, magari avete approfittato delle luci basse per farmi bere qualche bicchiere in piú, o magari sono io che ho seri problemi col vino" scherzai ridendo piano. "Voi invece mi apparite come l'uomo ideale che fa sentire speciale una bellissima donna" sussurrai con gli occhi nei suoi. |
Ritrassi la mano, osservando il soldato con un sorriso compiaciuto.
Se si fosse tolto di dosso quell'aria lamentosa avrebbe potuto essere un ottimo elemento. Aveva grinta e determinazione, anche se gli mancavano la dedizione e l'obbedienza. Cose che avrebbe imparato. Doveva, se voleva guadagnarsi un posto nelle squadriglie e guadagnare la sua paga. Lanciai un'occhiata alla finestra, e mi accorsi che era ormai buio. "Bene ragazzi, per oggi può bastare così, prendetevi la serata libera.." sorrisi, ma un sorriso triste. Avevo un appuntamento con gli altri quella sera. Per Geris. Respirai, cercando di scacciare il pensiero del mio fratellino schiantatosi. "Domani ci vedremo al poligono all'alba, la guerra incombe e dovrete essere pronti prima possibile..." i miei occhi incrociarono per un momento quelli di Icarius "Pronti a volare.." con un leggero sorriso. "A domani soldati, rompete le righe..". |
Femer sorrise a quelle parole di Gwen.
“Su...” disse “... mi credete davvero capace di adescare una bella e giovane ragazza usando del vino che costa ben trenta Taddei a bottiglia? Non sono mica un milionario.” Facendole l'occhiolino. Ad un tratto si fece serio. “Lo state facendo di nuovo, Gwen...” fissandola. |
"Beh, parlavate del vino..." ridendo.
Poi lo guardai, non capendo a cosa si riferisse. "Di cosa parlate?" con un sorriso leggero e incerto. |
Icarius fissò per un istante Clio, mentre i cadetti rompevano le fila.
“Su, campione...” disse Palos avvicinandosi a lui “... ti offro da bere...” “Che onore...” sorridendo Icarius. “Certo.” Ridendo Palos. “E tu invece mi pagherai la cena.” E i due si avviarono verso il locale di Armand. Era infatti là che la sera si riunivano quasi tutti i legionari e gli ufficiali. |
Osservai i cadetti lasciare la palestra, per poi raggiungere l'hangar.
Mi avvicinai a Pintos. "Vai a dare il cambio ad Anty e dille di raggiungerci da Armand.." dissi al pilota. Così, gli spiegai quale fosse il compito della soldatessa, e che doveva coprire il turno per quella notte. Così, tornai nella mia stanza, un bagno veloce per togliere il sudore dell'allenamento, rimisi la divisa e uscii, diretta da Armand. Sapevo che gli altri mi stavano già aspettando, anche Anty probabilmente aveva fatto in tempo a tornare. Entrai nel saloon stracolmo di legionari, e raggiunsi i miei. C'era poco da dire in sere come quelle. Ce ne sarebbe stata una per ognuno di noi, lo sapevamo bene questo. Così come sapevamo che Geris era sicuramente in buona compagnia. Ordinai da mangiare, della carne, e dell'ottimo vino rosso. Ci voleva quella sera. "Salute, fratelli.." sorrisi, tristemente "A Geris.." sollevando il calice. Avremmo passato la sera a raccontarci storie su di lui, quelle più epiche, quelle più buffe, eppure anche quelle chi avrebbero stretto il cuore. L'alba lo avrebbe relegato nel passato come tutti gli altri. Ma quella sera era per lui. |
“Al vostro modo di guardarmi...” disse Fermer con gli occhi in quelli di Gwen “... quel modo che non riesco a decifrare e che sa darmi strane e piacevoli sensazioni...” la musica intorno a loro continuava a scorrere “... ah, ma voi mi avete già detto che è il vostro modo di guardare gli altri... indistintamente...”
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Sorrisi leggermente.
Ancora il mio modo di guardarlo. "Se vi dà strane e piacevoli sensazioni potrebbe non essere il mio solito modo di guardare gli altri indistintamente, non vi pare?" mentre continuavamo a ballare. |
Clio tornò da Armand e trovò tutti i suoi compagni.
Anche Anty, che il giorno seguente avrebbe intrapreso la sua missione ad Evangelia. Tutti brindarono. “A Geris...” disse piano Kostor. Non lontano dal loro tavolo, c'era quello di Icarius e Palos. E la presenza di Clio aveva attirato la loro attenzione. “Brindano a quel legionario morto...” fece Palos “... ho sentito che ne parlavano alcune reclute... siamo in guerra, amico mio... nessuno è al sicuro...” bevendo. “Io non farò questa fine...” disse Icarius “... io non morirò in questo lercio posto... non in questa guerra dimenticata... fra questi rinnegati...” E queste parole furono udite da Kostor. “Cos'hai detto, cane?” Voltandosi verso di loro. “Cosa vuoi, bestione?” Fissandolo Palos. “Chi ha osato denigrare la nostra vita?” Alzandosi Kostor. “Chi osa mancare di rispetto a Geris?” “Calmati...” a lui Icarius “... ci spiace per il tuo amico, ma...” “Zitto, idiota!” Esclamò Kostor, per poi colpire violentemente Icarius e facendolo cadere. “Ehi!” Alzandosi Palos. “Al diavolo...” massaggiandosi la mascella Icarius “... sono stanco di buscarle oggi...” e si alzò per affrontare Kostor. |
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