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Capitolo IX: Caccia al ladro
“<<Oh, Achab!>> gridò Starbuck <<non è troppo tardi, neanche adesso, il terzo giorno, per desistere. Guarda! Moby Dick non ti cerca. Sei tu, tu, che lo cerchi da insensato!>>” (Herman Melville, Moby Dick) La ragazza guardò Clio e le sorrise teneramente. Dall'aspetto sembrava una popolana. Ma i tratti e lo sguardo avevano un qualcosa di indefinito, di sfuggente. “Salute a voi, miei signori...” disse “... queste colline” guardandosi intorno “sono ciò che resta di un'antica leggenda...” “Quale leggenda?” Chiese Roberto. “Quella cappella” indicando l'edificio sacro la ragazza “è l'unica cosa che può sorgere qui... oltre ad essa troverete solo il sibilo del vento e il silenzio dell'oblio... è dedicata all'Arcangelo Michele ed io vengo a pregare qui tutti i primi Venerdì del mese...” “E la leggenda?” Domandò di nuovo Roberto. “Secoli fa” raccontò la ragazza “qui sorgeva una grande e ricca città... essa venne poi distrutta e su queste terre venne imposto l'assoluto veto di costruire ancora... eccezion fatta per la Cappella di San Michele... ma una leggenda vuole che prima della sua distruzione gli abitanti riuscirono a portare fuori dalle mura tutte le loro immense ricchezze, nascondendo così quello sterminato tesoro qui intorno...” “E qual'era il nome della città?” Fissandola Roberto. “Altafonte...” rispose la ragazza “... oh, guardate!” Esclamò all'improvviso, indicando il cielo sopra la piccola cappella. “L'arcobaleno!” http://www.naturamediterraneo.com/Pu...-nov10-016.jpg |
Velv sfogliò quel libro davanti ad Elisabeth.
Immagini, massime, citazioni, aforismi che riguardavano quel quadro e tutte le leggende che circolavano intorno ad esso. E pian piano Elisabeth, inginocchiata accanto a Velv, si addormentò. Le colline, i cipressi, le torri lontane. E poi le strette stradine tra girasoli, accanto a vigneti, il corso del fiume. Un piccolo borgo, la notte e tante stelle a scintillare nel cielo. Elisabeth vagava in cerca di qualcosa, fino ad arrivare davanti ad una piccola chiesa. Era però chiusa e un attimo dopo giunsero tre monache che recitavano i Misteri del Santo Rosario. Erano i Misteri del Gaudio. Poco dopo, quando le tre suore erano ormai svanite, ne arrivarono altre tre. Anch'esse recitavano i Misteri del Rosario. Ora quelli del Dolore. Attraversarono lo spiazzo che precedeva la chiesa e qualche istante dopo ecco apparire altre tre suore. Anche queste ultime tre recitavano il Santo Rosario. Ora i Misteri della Gloria. E quando anche queste furono andate via, arrivarono alcuni frati Dominicani che ripetevano una Litania dedicata alla Vergine Maria. E quando la Litania terminò, le porte della chiesa si aprirono per un momento. Vi uscì un curato di campagna. “Non c'è più bisogno del quadro...” disse “... il Fiore è stato trovato...” Poi dei passi lontani ed improvvisi. Il curato era sparito. Ancora quei passi, stavolta più vicini. Poi il rintocco della campana. I passi ora sembravano vicinissimi. Elisabeth si voltò ed ebbe solo il tempo di intravedere un'ombra. Un'ombra che le si avvicinava. Ed avvertì, nel vederla, un senso di vaga disperazione... Si svegliò di colpo, ritrovandosi nel comodo letto del suo alloggio. Era nella sua stanza. Qualcuno l'aveva messa in quel letto dopo essersi addormentata. |
La notte trascorse rapida, ma inquieta.
Altea, forse tra il sogno e la veglia, avvertì prima dei passi che provenivano dal pianterreno, poi delle voci confuse dal corridoio e infine ancora la musica che aveva sentito giorni prima. Era una musica lenta e malinconica, che pareva salire dal basso e giungere a turbare i suoi sogni. E insieme a quella musica Altea cominciò a sentire freddo. Poi, finalmente giunse il mattino. Qualcuno bussò alla porta della sua camera ed entrò. Era Irene con un vassoio. “Buongiorno, milady...” disse con un lieve inchino la donna “... vi ho portato la colazione a letto... qui c'è del tè anche per la vostra guardia del corpo... ho provato ad offrirgliene, ma dice che può mangiare e bere solo dietro vostro permesso...” E in quel momento Altea si accorse che il ritratto di lady Vittoria non c'era più. |
L'uomo rise in modo grottesco a quelle parole di Talia.
“Oh, lui...” disse con un'espressione ebete “... lui è il mio padrone... si ferma qui quando torna dalle colline, dove c'è San Michele... resta a pregare per un po' davanti alla cappellina” indicando la costruzione sacra al centro del piccolo camposanto “e poi mi lascia sempre delle monete...” ed estrasse del denaro da una delle tasche “... e me ne darà altre quando sotterreremo i tre destinati a queste fosse... i tre nemici del mio padrone... coloro che lo hanno cacciato dalla sua terra, esiliandolo... e lui è tornato per vendicarsi... vendicarsi di tutti...” e si abbandonò ancora ad una bizzarra risata, per poi chinarsi in un'altra fossa, cominciando a dissotterrare i resti, ormai quasi del tutto decomposti, del corpo posto al suo interno. http://www.sikharchives.com/wp-conte...ack_plague.jpg |
"Altaforte..." Sussurrai "..Altaforte.." Ripetei.
Quel nome non mi era nuovo, pensai, cercando di ricordare dove lo avessi sentito. Guardai Roberto con aria interrogativa, e il volto entusiasta di Selenia si fece chiaro nella mia mente. "Tua moglie.." Iniziai a dire "..ma sì, non ricordi? Era tutta presa dal nuovo arrivato in città.. Prima della festa degli Accio.." Cercai di rammentare un volto, ma senza successo "Non era quell'uomo di cui parlavano tutti? O meglio, tutte..." Repressi un risolino pensando ai discorsi uditi di sfuggita alla festa. "Cos'era, il barone di Altaforte? No era un nome antico.. Beh, non lo rammento, ma sicuramente c'era Altaforte.." Sorrisi "..controlleremo la lista per il ballo di domani..". Mi voltai nuovamente verso la ragazza, c'era qualcosa che mi sfuggiva, che non riuscivo a capire. "Come mai cantavate di Mirabole?" Dissi, gentilmente "..l'avete forse conosciuto? Dev'essere un uomo davvero affascinante.." Sospirai "..a quanto pare è riuscito a far breccia nel vostro cuore.." Sorrisi, benevola. |
Dormivo e sembravo in dormiveglia
e udivo un lieve vociare indefinito.. e poi come sottofondo quella musica.. la musica di un clavicembalo..la stessa musica del giorno della pioggia e guardavo attorno ero in giardino, i miei vestiti bagnati ....avevo freddo...molto freddo. Udii la porta della camera aprirsi e mi alzai di sobbalzo, cosa era successo...forse i soliti sogni e vidi Irene davanti a me col vassoio con una ricca colazione..."Dite a Mardhuan che lady Altea gli concede di mangiare quando ne sente il bisogno e di chiedervi sempre ciò che necessita." Mi voltai e sgomenta osservai la parete vuota, riposi la tazzina da the nel vassoio e tossii..."Mah...madama Irene dove è finito il quadro di lady Vittoria?". |
Distolsi gli occhi in fretta alla vista di quel corpo, rabbrividendo.
Esitai per vari minuti... non sapevo come mai quel luogo e le parole di quell’uomo mi turbavano tanto... il padrone... chi era il padrone di quell’uomo? Ed era vero ciò che aveva detto? Era vero che stava scavando quelle fosse per qualcuno? Era vero che andava spesso a San Michele? Quell’uomo non sembrava molto in sé e forse le sue parole erano tutte frutto della sua mente vaga... però, mi dissi, le monete le aveva davvero. Sospirai appena... ero ancora scossa, molto scossa... eppure avevo una strana sensazione circa quel luogo... Lentamente allora, quasi senza pensare, scivolai giù dal cavallo e legai le redini al ramo di un albero vicino, perché non fuggisse... poi aggirai in silenzio il basso muretto del cimitero fino all’ingresso e lo varcai. Entrai lentamente nel camposanto e mi accostai alla cappellina al centro... non sapevo cosa cercavo, ma i miei occhi erano attenti. |
Talia attraversò così il basso muretto del camposanto, per poi avvicinarsi alla piccola cappella. Ma un attimo dopo, come un'ombra, sulla soglia apparve una figura.
Era un monaco, dal lungo saio e con un cappuccio sul capo a celarne il volto. “Pace e bene, figliola...” disse, per poi raggiungere il becchino, sempre intento a scavare le tre fosse “... saranno pronte per il giorno di Ognissanti o per quello dei Defunti?” Chiese all'uomo. “Per quello dei Defunti, padre...” rispose il becchino, per poi indicare con un cenno Talia. Il religioso si voltò allora verso di lei. “Figliola, il camposanto è chiuso... non troverai i vivi oggi... ma solo i morti...” |
“No, non è così...” disse la ragazza a Clio “... poiché io amo solo un uomo... in verità Mirabole l'ho veduto solo una vota... di sfuggita... ero in chiesa... nelle chiesetta del mio paese... era da poco terminata la messa... quel giorno, ricordo, i soldati avevano confiscato tutti i beni della chiesa... persino il quadro in lamine d'oro della Vergine... dopo la celebrazione restai da sola a pregare davanti all'altare ormai spoglio dell'Immagine di Maria col Bambino... e fu allora che arrivò un monaco... aveva un cappuccio sul capo... e in mano recava proprio il quadro della Vergine... lo pose accanto all'altare e prima di andare si fermò a fissarmi... ricordo solo quei suoi occhi azzurri... <<perchè sei triste?>> Mi disse... <<la Vergine è tornata al suo posto, dovresti esserne gaia>>... io mi scusai e gli parlai delle mie pene d'amore... l'uomo che amavo, gli confidai, non mi voleva, non voleva il mio cuore... lui allora estrasse una cosa dalla borsa... era una spilla d'oro, proprio a forma di cuore... <<solo uno sciocco non può desiderare di conquistare un cuore prezioso come il tuo>> mormorò... e mi donò la spilla... e da allora la porto sempre con me, in attesa che il mio amato giunga a prendermi...” e mostrò loro quella spilla.
“Il Cavaliere di Altafonte!” Esclamò all'improvviso Roberto. “Ora rammento il nome di cui parlavi prima, Clio!” |
“Milady...” disse Irene ad Altea “... non rammentate? Mi avete ordinato di toglierlo voi stessa... ed io ho obbedito... ora perdonatemi, vado a portare qualcosa da mangiare alla vostra guardia... voi prendete pure il vostro tè... con permesso...” ed uscì, lasciando Altea in un vago senso di inquietudine.
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Ero arrivata davanti alla cappellina e qui mi ero fermata, quando qualcosa, all’improvviso, attrasse la mia attenzione...
fu una sensazione, più che altro... mi voltai, dunque, e vidi quella figura... Citazione:
Feci mezzo passo verso di lui, come studiandolo... “Sono venuta a pregare!” dissi “In questa cappellina! Credevo di aver capito che si potesse farlo... se non sono di disturbo per voi, s’intende!” |
“Solitamente” disse il monaco a Talia “qui si viene a pregare per i propri defunti... la recita del Rosario, o un'orazione da offrire alla memoria di chi non è più... avete forse anche voi qualcuno di caro sepolto qui? Massi, certo... altrimenti perchè giungere fin qui... chi avete perduto? Un fratello? Un amico? La persona amata? Cercatelo pure se volete... dopotutto, come recita la Parola, i morti seppelliscono i propri morti... molte lapidi sono senza epitaffi, tantissime anche senza un nome... qualcuna invece reca poche parole incise sulla pietra... ma badate che presto questo luogo resterà deserto... e voi sarete preda dei demoni della notte... le illusioni, lo sconforto e la disperazione...” guardò il cielo “... il crepuscolo cederà tra breve il posto alla sera...” e tornò nella piccola cappella, mentre il becchino, poco più in là, continuava a scavare quelle tre fosse.
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Rimasi perplessa alle parole di Irene...glielo avevo detto? Ne avevo parlato col Cavaliere ricordo..scossi il capo, mi alzai di fretta e guardai tra i vari vestiti quello che avrei indossato per la sera...vidi uno color pesca..si era l'ideale.
Mi vestii in fretta e scesi le scale e vidi Mardhuan in cucina solo che faceva colazione..."Buongiorno..." gli dissi..."hai visto o sentito rumori stanotte strani o visto qualcuno in questa casa?Hai ancora il cofanetto vero?". |
Restai ad ascoltare le parole della ragazza, rapita.
I pezzi del mosaico cominciavano a combaciare. La confisca dei beni della chiesa, l'azzurro negli occhi di Mirabole, la devozione alla vergine, le parole della ragazza. Sorrisi "Vi auguro che il vostro amato torni presto da voi, e che possiate essere felice..". Pensai, con un sorriso amaro, che quella spensieratezza non mi sarebbe mai stata concessa. Avevano un bel dire i borghesi, non siamo affatto tutti uguali. Mi voltai di scatto verso Roberto. "Giusto!" Esclamai "Il Cavaliere di Altaforte! Ne parlava tutta la città, anzi.. Direi che la sua popolarità fa a gara con quella di Mirabole, solo.. Non spaventa.." Sorrisi. Restai pensierosa, ad osservare il panorama. "Vabbè ma cosa c'entra... Questo cavaliere non è che un uomo eccentrico, divenuto ricco chiesa come...". Mi bloccai, rendendomi conto di aver riservato a quell'uomo le stesse parole che riservavo a Mirabole. "Beh, probabilmente è solo una coincidenza.." Dissi, quasi a me stessa. Tuttavia, pensai, se anche lui sarà al ballo avrò modo di osservare i suoi occhi. Missani si sbagliava, gli occhi sono unici. E io avrei riconosciuto quelli del Priore Adamo in mezzo ad una folla numerosa. O forse dovevo cominciare a dire "gli occhi di Mirabole"? "Che dici, cugino.." Dissi poi, a Roberto "..torniamo indietro? O vuoi stare in giro ancora un po'.." Con un sorriso. |
Guardavo il monaco mentre parlava...
la sua voce scivolava cupa tra le lapidi e le pietre, scandita dai colpi della pala con cui il becchino quasi percuoteva la terra... lo fissai finché non sparì di nuovo nel buio del piccolo edificio sacro. Poi guardai il cielo... aveva ragione, era quasi buio e il cielo era di quell'intenso blu che sovente precede le ore notturne... stava anche diventando freddo, ed io rabbrividii appena... anche se forse, pensai, quel brivido non era dovuto completamente all'aria della sera. Lentamente, iniziai a muovermi tra le lapidi, leggendo nomi e date laddove ancora erano leggibili. |
Talia cominciò così a camminare tra le lapidi.
Molte, come aveva detto il monaco, erano senza neanche un nome. Altre invece recavano incisi vari epitaffi. Uno dei più commoventi riguardava quello sulla lapide di una bambina morta dopo pochissimi anni di vita. E recitava: “Flora, hai creduto in Cristo, vivrai in Dio” Talia continuò così a muoversi tra quelle tombe, quando all'improvviso una di esse attrasse la sua attenzione. Non recava inciso nessun epitaffio sulla lapide, ma solo un nome: “Guisgard” http://4.bp.blogspot.com/-FycTiRWph0...ce+celtica.jpg |
“No, meglio tornare a casa...” disse Roberto a Clio “... domani c'è il ballo...” poi fissò la ragazza “... solo una curiosità... come fate a sapere che quel monaco era in realtà Mirabole?”
“Perchè mi ha donato un biancospino...” rispose lei “... e nel linguaggio dei fiori simboleggia la dolce speranza...” si alzò, salutò i due ragazzi ed andò via, svanendo nel silenzio di quelle colline. |
Mardhuan stava bevendo del tè e mangiando una fetta di torta di mele.
“No, signora...” disse ad Altea “... non ho più il cofanetto... mi avete ordinato di rendervelo... ed io vi ho obbedito... ieri sera... prima avete deciso di affidarmelo, poi ci avete ripensato e mi avete chiesto di ridarvelo...” e mostrò un lieve inchino alla donna. |
Lo guardai dritto negli occhi spalancati..."Cosa hai detto???Ma tu sei impazzito..io non ti ho detto nulla, alzati presto e vieni con me dal Cavaliere di Altafonte e te la farà pagare cara...".
Lo presi con forza e mi diressi verso la dimora di Altafonte..."I miei saluti" dissi alle guardie.."devo parlare subito col vostro padrone...perchè il vostro amico guerriero mi ha tradito...e ora pagherà cara la ira del suo padrone" e lo fissai con ira e gli stampai una sberla in faccia..."E dove avrei quello scrigno...sciocco". |
Annuii a quelle parole di Roberto.
"Si, hai ragione.. Domani c'è il ballo.. È sarà sicuramente interessante.. Sempre che Missani non mi chieda nuovamente di danzare.." Rabbrividii. Salutai la ragazza e la osservai scomparire tra le colline. "Beh, direi che è stata una passeggiata molto fruttuosa.. Abbiamo molte nuove informazioni.. È inaspettate, per giunta.." Sorrisi a Roberto. "Ora sono felice di avere scelto un abito tanto bello, dovrò attirare l'attenzione di questo Cavaliere.. Sono davvero curiosa.. Come al solito... Anche se non sarà facile, mi pare fosse attorniato da dame .." Risi "Probabilmente avrà gli occhi verdi, marroni, o di un blu diverso e non porterà a nulla.. Ma se ci fosse anche solo una possibilità, non me la farò sfuggire.. Da qualche parte dovrò pur cominciare.. Sappiamo che Mirabole sarà alla festa, e Misseri mi ha inumato di trovarlo.." Sospirai "Infondo, se quel monaco era davvero Mirabole, io posso riconoscere solo i suoi occhi, ma lui mi ha visto, anche se non credo conosca la mia vera identità.. Insomma, sarebbe troppo.. No, mi crederà solo una dama qualunque, certo, il mio accento mi tradisce, ma non credo conosca la lingua di Crysa.." Sorrisi "ormai non la conosce più nessuno..". |
Il sogno di era solo un sogno
suore ....le suore e il rosario pregavo.....e poi i frati....e continuavo a pregare e la chiesa...quella piccola chiesa....e io che correvo fermandomi difronte ad un prete non lo conoscevo......non c'era piu' bisogno del quadro diceva il Fiore era stato ritrovato....Chi lo aveva ritrovato I rintocchi..la campana che ora era....non riuscivo a contarli I passi....passi amici o nemici..incominciai ad ansimare chi sei.....chi sei... Il Sogno...ancora il Sogno....un'ombra mio Dio.....non mi piace Non e' Velv...mi ha abbandonata.....anche lui Mi svegliai era giorno....c'era luce ma sentivo ancora il rintocco delle campane..dov'ero.....ero a letto, mi venne in mente Velv e i suoi libri le nozioni.....ecco mi ero addormentata,con pitture e chiese in mente......eppure l'ansia mi aveva presa allo stomaco.......avevo un senso di nausea incredibile......... Mi alzai dal letto ed aprii le finestre...ed incominciai a respirare......dovevo prendere aria.........sino a quando qualcuno entro' in camera...senza bussare...... |
Mi bloccai di fronte a quel nome...
mi bloccai come fulminata. Non potevo crederci, non potevo... non sapevo che quella tomba fosse lì... non doveva esserci... e poi, sette anni prima, mi era stato detto che era caduto nel fiume e che il suo corpo era stato disperso, che la corrente lo aveva portato via e che non era stato più trovato... mi era stato imposto di non fare domande, di smettere di pensarci... mi era stato gridato che sarebbe stato inutile e pericoloso per me fare domande... Lentamente, quasi senza accorgermene, mi accasciai fino a sedermi sulla fredda terra proprio accanto a quella tomba... calde lacrime avevano iniziato a rigarmi le guance, ma io non ci badavo... pensavo tante e tante cose, troppe cose... sfiorai quel nome con le dita, qualcosa in mezzo al petto mi faceva insopportabilmente male mentre mille immagini tornavano a sfiorare la mia mente... pensavo a quel ragazzino dal sorriso così bello che gli illuminava quegli occhi azzurri... al modo in cui aveva sempre saputo attrarmi, in modo così potente da costringermi a stare troppo spesso sulla difensiva... e poi quell’ultimo giorno... quel bacio... bellissimo... avevo portato, per ogni singolo istante di ogni giorno di quegli ultimi sette anni, quel bacio nel cuore... il primo bacio che ci fossimo mai scambiati... un bacio magico... e poi la paura... la paura perché eravamo così diversi... la paura ed il dolore... l'incertezza... Adagio, il cielo cominciò a scurirsi e l’aria a farsi fredda... fu il tramonto, poi il crepuscolo ma io quasi non me ne accorsi... finché l’ultimo chiarore del giorno lasciò il posto al buio della notte. Poi iniziai a sentirmi stanca, con gli occhi gonfi e che mi bruciavano forte... li chiusi, chinando la testa sulla pietra. Li chiusi e, lentamente, quasi dolcemente, fu l’oblio. |
Nel vedere quella scena, quella in cui Altea aveva schiaffeggiato Mardhuan, il capo delle guardie orientali si fece avanti.
“Nessuna delle guardie mente, signora...” disse “... giuriamo sul Profeta che mai menzogna bagnerà la nostra lingua... e se Marhuan dice questo, io gli credo...” “E' vero...” annuì Mardhuan “... voi stessa mi avete chiesto lo scrigno ed io vi ho reso quanto chiesto... l'avete conservato voi nella vostra camera da letto, milady...” |
Guardai il capo dei guerrieri..."Fatemi immediatamente entrare in questa casa...il vostro Mardhuan sta mentendo, gli affidai lo scrigno che il vostro padrone mi donò e di conservarlo con la sua stessa vita. Stamattina lo ho chiesto...ed egli.."dissi adirata puntandogli il dito "ha mentito, io mai glielo chiesi indietro..fatemi parlare col Cavaliere o chiamerò Ermiano".
Urlavo cosi forte ed adiratamente sperando proprio mi sentissero o il capo dei guerrieri capisse. Poi trasalii..."Camera da letto avete detto...andiamo allora..col vostro capo Mardhuan e vediamo se si trova veramente li". Tornammo in dimora e salimmo in camera..."Mostratemi dove...poichè io non so dove lo ho messo". Incrociai le braccia aspettando. |
Altea, Mardhuan e le altre guardie raggiunsero così l'ex dimora dei Castelflorenzio e subito salirono in camera della dama.
“Non posso sapere dove avete messo lo scrigno...” disse Mardhuan ad Altea “... io ho obbedito a quanto mi avete detto consegnandovelo...” “Sarà allora in questa stanza.” Fece il capo delle guardie orientali. “Cerchiamolo.” E dopo un po' trovarono lo scrigno in uno dei cassetti della specchiera di Altea. |
Vidi la guardia estrarre lo scrigno...mi sedetti sulla poltrona e sbiancai..."Aprite la finestra mi sto sentendo male".
L'aria fresca mi fece riprendere..."Mardhuan...io giuro...sul mio Dio che mai ti chiesi quello scrigno.."guardai tutte le guardie..."ve lo giro..quando te lo avrei chiesto? E' sparito pure il quadro stanotte...prima di andare a letto era appeso e appena sveglia non vi era più..qualcuno è entrato nella mia camera stanotte...dobbiamo parlare col vostro padrone, penso che vi sia qualcosa sotto." Tornammo alla dimora di Altafonte e dissi loro, se era a casa, di riferirgli l'accaduto assieme a Mardhuan e pure il fatto del dipinto e aspettai di nuovo nella stessa poltrona sperando pure fosse a casa e arrivasse. Ero spaventa...non ero impazzita...tutto questo era opera di Irene..se ne sarebbe andata via. |
Elisabeth si era svegliata ed era corsa ad aprire le finestre per respirare e scacciare le inquietudini portate da quel sogno.
Poi la porta si aprì ed entrò qualcuno. “Buongiorno a voi...” disse Velv “... avete riposato bene? Ieri abbiamo studiato un bel po' ed eravate stanca... ora farete una bella colazione e poi ricominceremo con altre lezioni...” e posò sul letto un vassoio con varie leccornie. Latte, miele e confettura alla ciliegia, insieme a pane caldo e succo d'arancia. |
“Selenia” disse Roberto a Clio “credo che abbia molte informazioni sul nostro cavaliere... tutto ciò che è mondano e frivolo ai suoi occhi acquista una certa importanza...” sorrise “... a casa le chiederemo altre notizie su di lui...”
I due, così, tornarono a casa. E a cena ebbero subito la possibilità di parlare con Selenia. “Sai, cara...” fece Roberto, quasi distrattamente, tra una pietanza e l'altra “... mi chiedevo... immagino ci sia anche quel Cavaliere di Altafonte alla festa domani, vero? Io non vi badai più di tanto... che tipo è secondo te?” “Oh, molto eccentrico, devo dire.” Rispose Selenia. “Un po' damerino... ma anche enigmatico... non so... probabile che questi uomini molti ricchi amino celarsi dietro questi atteggiamenti un po' ambigui... forse per prudenza, o, chissà, magari solo per attirare l'attenzione...” La sera trascorse così. Giunse poi la notte. Il mattino seguente segnò il gran giorno. Era quello del ballo al Palazzo Reale. |
Altea e le guardie tornarono così al palazzo di Altafonte.
Ermiano fece entrare la dama all'interno della sontuosa dimora, aprendole le porte di una magnifica sala arredata con gusto raffinato e ricca di monili, porcellane e dipinti di un certo valore. “Sua Signoria” disse il servitore “è ancora a letto. Stanotte a causa dei suoi affari è tornato molto tardi. Ma non temete, tra non molto si alzerà, poiché oggi è il giorno del ballo al Palazzo Reale e lui dovrà prepararsi per l'importante avvenimento.” Sorrise. “Avete fatto colazione, milady? Posso servirvi qualcosa?” |
La loggia era gremita di gente quel giorno.
Il re avrebbe salutato il popolo affacciandosi dalla terrazza del Palazzo Reale, concedendo a tutti il suo augurio di prosperità. Talia insieme ad i suoi amici ed amiche si erano ritrovati là per vedere il sovrano. Nella loggia, dove molti dei nobili avevano preso posto, vi erano custodite statue dalla superba perfezione classica, che raffiguravano eroi ed eroine della mitologia. “Paride, con l'aiuto di Afrodite” disse una madre alla sua bambina, fissando una di queste statue “arrivò a Sparta e riuscì a conquistare il cuore di Elena... la donna più bella del mondo...” “Com'era Elena, mamma?” Chiese la piccola a sua madre. “Aveva i capelli ricci.” Rispose la madre. “No, li aveva lisci...” all'improvviso una voce. Era Guisgard e stava seduto ai piedi di una delle statue. Ed aveva detto quella cosa fissando Talia. Lei, attirata da quella voce, si era subito voltata. “Lui la conosce bene, Elena.” Sorridendo la mamma alla sua bambina. “Già...” annuì lui, senza alzare lo sguardo dal volto di Talia. “Ehi, tu!” Arrivando uno dei guardiani della loggia e richiamando Guisgard. “Non puoi stare lì, vai via!” Guisgard sorrise, fissò ancora Talia e poi, saltando giù dal piedistallo della statua, corse via. “Talia...” chiamò Jacopo “... cosa fai là? Siamo tutti qui. Vieni, dai... tra poco si affaccerà il re... vieni, Talia...” “Talia...” chiamò Jacopo “... Talia, come stai?” La ragazza aprì gli occhi. Era nel suo letto ed accanto trovò suo marito. “Talia, stai bene?” Fissandola. “Ti sei allontanata un po' troppo oggi uscendo a cavallo... devi aver perso i sensi... ti hanno trovata nella campagna fuori città, presso un piccolo cimitero e poi ti hanno portata qui ieri sera...” Era infatti mattino. Ed era il giorno del ballo al Palazzo Reale. Ma quando fu sveglia del tutto, Talia si accorse di avere qualcosa intrecciata fra i suoi capelli. Era un fiore. Un'erica. http://2.bp.blogspot.com/_toFzqagMF8.../s1600/002.bmp |
Mi svegliai di buon mattino, piacevolmente riposata.
I frivoli rituali di bellezza mi tennero impegnata a lungo, dopo tanto tempo desideravo apparire al meglio. Lasciai che le domestiche si prendessero cura di me, cercando di non pensare a nulla. Dopotutto, era a quello che servivano le frivolezze: tenere la mente impegnata, rilassarla. Il pensiero del bellissimo abito che mi attendeva, poi, mi metteva di buon umore per non parlare dei gioielli. Non erano molto sfarzosi, non li avevo mai amati, ma erano stupendi. Mi chiesi come fosse il palazzo reale di Sygma. Il tempo trascorse veloce tra i preparativi per la festa e le supposizioni di come sarebbe stata. Ma, nonostante questo, la mia mente mi tormentò, ogni tanto con le domande su Mirabole, il Priore Adamo, il Cavaliere di Altaforte e persino Misseri. |
Entrai nel sontuoso salone e guardai Ermiano un pò risentita..."Ho già fatto colazione, grazie..ma un the al bergamotto lo gradirei volentieri".
Mi sedetti su una poltrona..."A dire il vero..io dovrei parlare urgentemente col vostro padrone che si sta ancora trastullando nel suo letto...ma siccome sono..una signora...non mi è possibile andare nella sua camera e spalancargli le finestre. Pure io devo andare al ballo stasera..guardatemi..non mi sono nemmeno preparata e per di più sono spaventata per un fatto successo stanotte..Ermiano..qualcuno sicuramente è entrato nella mia camera mentre dormivo...quella casa è un pericolo per me, un giorno mi uccideranno pure mentre dormo." Osservai il maggiordomo sospirando e poggiai la schiena..."Andatelo a chiamare gentilmente...." e osservai seria un vaso antico cinese di porcellana che faceva bella mostra di sè in una teca di cristallo. |
Mi voltai di scatto.....quel sogno mi aveva lasciata distratta......ed inquieta....non riuscivo a comprenderne il significato.....Padre Anselmo mi ascoltava sempre quando gli raccontavo i miei sogni.......diceva che facevano parte del mio mondo....diceva che non potevo vivere lontana dalle mie paure e immaginazioni........Velv era entrato con un magnifico vassoio...una colazione cosi' non l'avevo mai vista.........mi staccai dalla finestra.........e gli andai incontro......"Mi spiace se mi sono addormentata......ero stanca...dite il vero, ditemi Velv.....ho la sensazione che qualcuno o qualcosa ........ci stia aspettando, in sogno ...un prete uscendo dalla chiesa ha detto che il Fiore era stato trovato.......il Fiore.....e che quindi il quadro non doveva cercarlo piu' nessuno.....nei vostri libri ...avete sentito parlare di un fiore ?.......magari era importante per il poeta che fece dipingere il quadro......e il quadro e' solo un pretesto......"...mi sedetti a tavola e presi una fetta di pane che spalmai con la marmellata.......il contrasto su quella fetta bianca....sembrava un tocco di tela e il rosso più brillante...ma per dipingere cosa....." Se foste un poeta...cosa chiedereste di dipingere ad un pittore ?.......entrambi vivono il sentimento più puro...ed entrambi possono celarlo.....".........Guardai Velv....era impeccabile.....perfetto ........troppo perfetto per un'imperfetta come me......" Comunque........se volete, possiamo incominciare con la nostra recita........"...poggiai il pane sul vassoio..l'avevo appena morso......ma non avevo fame.,......
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In casa Fiosari i preparativi per il ballo al Palazzo Reale tenevano tutti impegnati.
Verso il tardo meriggio, finalmente, Roberto scese nel salone al pianterreno già pronto. Poco dopo anche Clio era abbigliata per l'occorrenza e infine, dopo un po', pure Selenia uscì dalla sua stanza, pronta per uscire. Roberto ammirò e si complimento con le due donne, per la loro bellezza ed il loro stile. “Stasera” disse “sarò di sicuro l'uomo più invidiato della festa. Sarò accompagnato da due splendide dame a quanto pare!” E mostrò alle due un cortese inchino. Selenia però, prima di uscire, volle farsi preparare una tisana particolare dalle domestiche. Un intruglio che a suo dire portava una vaga inappetenza. Ella infatti non amava mangiare molto in pubblico. “Clio...” disse Roberto alla ragazza appena restarono soli “... come stati? Sei tesa per stasera? Mi raccomando, non fare nulla di compromettente ed avventato... ricorda che siamo a corte...” e le sorrise. |
Ermiano apparve turbato e preoccupato per quelle parole di Altea.
Chiese allora permesso ed andò a chiamare il suo padrone. Poco dopo il servitore tornò dalla dama. “Seguitemi, milady...” disse “... Sua Signoria vi riceverà in biblioteca... si è appena alzato e sta prendendo un tè in quella stanza... prego...” la condusse così nella biblioteca. Qui Altea trovò Altafonte, ancora in vestaglia, che sorseggiava tranquillamente del tè. “Che sorpresa, milady...” vedendola entrare “... oggi deve essere un giorno davvero fortunato, visto che sono stato svegliato da voi... anche se, ahimè, oggi vi siete presentata vestita e non in vestaglia come l'altra volta...” le fece l'occhiolino “... sapete, trovo che la seta, leggera e vagamente trasparente, vi doni ed esalti il vostro corpo...” rise, facendole cenno di accomodarsi. |
“Probabilmente ieri” disse Velv ad Elisabeth “avete prestato troppa attenzione al libro che sfogliavo... in effetti attorno a quel quadro ci sono varie leggende, ma a noi non interessano né favole, né altro... a noi interessano solo i soldi... e per averne tanti dobbiamo trovare quell'Azable... se io fossi un poeta? Non lo sono.” Mormorò, mentre versava del latte in una tazza, sciogliendone poi dentro un cucchiaino di miele. “E ora come ora vorrei solo dipingere una mappa... quella che svela il luogo in cui si trova il nostro uomo...” lo offrì la tazza con il latte “... bevete, vi farà bene... poi ci dedicheremo a lezioni di pittura... nel nostro caso saranno molto più redditizie queste, che non quelle di poesia...”
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Entrai in biblioteca e sentii le parole del Cavaliere...un leggero sorriso..sempre ironico.."Purtroppo milord..non posso venire al ballo con un vestito di seta trasparente...di seta si, ma potrei destare scandalo. Vorrà dire, che se volete, se vi conquisterò avrete solo voi il privilegio."
Mi sedetti proprio di fronte a lui, lo guardavo dritto in faccia....ed estrassi il cofanetto di argento con il rubino..."Purtroppo non è una visita di cortesia...e come vedete ancora non sono pronta per il ballo. Stasera sono successe cose strane." Raccontai tutto al Cavaliere, anche la discussione coi suoi guerrieri, il fatto del dipinto..."Cosa pensate voi?Io non sono una pazza visionaria..e Mardhuan ancora non mi ha detto come e quando gli chiesi il cofanetto e vi giuro che non lo ho fatto..ma nel dormiveglia sentivo voci lontani e una musica...penso ci stia Madama Irene dietro..e non capisco se ha influenzato Mardhuan oppure ha qualche influenza su di me..mentre dormo..ma io non voglio più stare in quella casa...datemi pure una piccola stanza presso di voi...non vi disturberò lo giuro..ma chiedete voi al vostro guerriero che successe." |
Sorrisi a Roberto "Sta tranquillo, farò la brava dama posata e tranquilla... Anche se non credo riuscirò a non mangiare le leccornie di questa terra o a non bere il vostro meraviglioso vino.." Risi "..fortunatamente, non cerco marito.. Non ancora, e certo non qui..".
Anche se, pensai, quando questa storia sarà finita dovrò seriamente pensare al mio futuro. Ma non era il momento di pensarci. "Comunque sto bene, per una volta mi piace l'idea del ballo.. Sono curiosa di vedere il vostro palazzo reale... E il vostro re..". Sussurrai quasi quelle ultime parole. Non vedevo l'ora di guardare negli occhi l'uomo che aveva firmato la condanna a morte di mio fratello. Scossi la testa, Roberto aveva ragione, e io mi sarei comportata nel migliore dei modi. |
Presi la tazza di latte dalle sue mani....era di porcellana fine...dipinta con dei piccoli fiori rosa......avvicinandola alle labbra sentii l'odore del latte appena multo e la dolcezza del miele....ci rimasi male quando gli sentii dire che non aveva nessuna vena poetica.....infondo stavamo parlando di soldi..questa era la vera ragione...." Buono...veramente buono....e avete ragione....dobbiamo trovare Azable......la vera motivazione per cui siamo qui sono i soldi..e a quanto pare...diventerete ricco......"...posai la tazza vuota...e mi pulii le labbra con il dorso della mano........quando mi accorsi che non avevo fatto un gesto molto femminile..." scusatemi..non lo farò più...."......" E allora ...cosa ne dite...di partire dalla chiesa di Santa Felicita........e' solo un'idea....."...
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Roberto annuì e sorrise a quelle parole di Clio.
Poco dopo arrivò finalmente Selenia. I tre furono così pronti per andare al ballo. La loro carrozza lasciò allora la casa e raggiunse infine il Palazzo Reale. Era questa una costruzione in stile tardo medievale, ampliata ed abbellita con successivi richiami di gusto rinascimentale. La parte che sorgeva verso i giardini, invece, mostrava fattezze di amplia influenza neoclassica, sicuramente influenzata dalle nuove tendenze che dominavano le grandi costruzioni europee. I Fiosari furono tra i primi ospiti a giungere a corte. Infatti il re sembrava ancora impegnato con alcune mansioni che, data la sua passione, apparivano all'intera corte di fondamentale importanza. Per questo, dato anche il blasone della famiglia di Roberto, il sovrano, apprendendo del loro arrivo, decise di riceverli, in maniera non del tutto ufficiale, nelle cucine del palazzo. I Fiosari raggiunsero così, accompagnati da un cortigiano, proprio le cucine reali, dove vi trovarono il re. Il monarca appariva affaccendato ed interessato a seguire ogni movimento dei suoi cuochi, circa la preparazione della cena ufficiale per il ballo. “Un piatto” disse il re, facendo segno al cortigiano di far avanzare Clio, Roberto e Selenia presso di lui “non è diverso da un poema, un dipinto, una scultura o da qualsiasi altra forma d'arte... per concepire ed attuare il gusto e la sua essenza basta un attimo, spesso fugace... perduto quello, anche l'opera più sublime diviene solo un volgare sfogo dei sensi...” “I miei omaggi, Vostra Maestà.” Con un inchino Roberto. “Vi ringrazio di averci voluto ricevere qui, in maniera non formale, dandomi così la possibilità di presentarvi mia moglie e mia cugina.” Indicando le due donne che erano con lui. “Aggiungete pure il pangrattato ora...” rivolgendosi il re ai suoi capocuochi “... e non strofinate le scaloppine nella pastella... vanno solo appoggiate... un lato e poi l'altro... così...” I capocuochi seguirono le indicazioni del re, rispondendo con ampi inchini. “Il segreto di una perfetta frittura” spiegò il re ai Fiosari “sta nella sua cottura... l'olio deve coprire interamente le scaloppine... altrimenti esse risulteranno unte al palato...” si voltò verso Clio e Selenia “... talvolta essere re è un sacrificio, più che un privilegio... poiché la perfezione in ogni sua forma è d'obbligo... come la Natura” aggiunse fissando le due dame “ha operato con voi donne, mie signore.” |
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