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Elv avvertendo le mani di Gwen e la sua voce aprì gli occhi, sebbene a fatica.
La guardò senza riuscire a dire nulla. Ma in quell'istante la ragazza vide una sagoma alzarsi. Era Gurenbarba che la fissava, per poi scoppiare a ridere. |
A quella parola di Clio i due filosofi si voltarono di scatto, quasi increduli.
“Si, esatto.” Disse uno di loro annuendo. “Ma certo, Assoluto.” Fece l'altro. “Il primo attributo di Amore.” Salutarono e andarono via senza trattenersi oltre. “Ma chi erano quei due?” Chiese Palos. “Non lo so...” mormorò Icarius “... forse lo scopriremo in seguito...” guardò Clio “... grazie...” accarezzandole il viso. “Proseguiamo.” Disse Hansiner. Icarius annuì e ripresero a camminare. |
Era un abbraccio? Non riuscivo a definire quel gesto in qualche modo così premuroso e soprattutto imprevisto ma di certo piacevole. Non avevo avuto per nulla l'istinto di allontanarlo da me ed era questo a farmi riflettere,non capivo il perché eppure in quel momento stavo bene.
Rimasi dunque avvolta tra le sue braccia ad osservare il cielo sovrastante con il suo tripudio di stelle. - Sembrano così vicine da quassù - dissi affascinata da quello spettacolo celeste. - Oh io- non sapevo bene che dire,- no sto bene ora forse devo abituarmi al clima di questa nave, devo abituarmi a tante cose nuove ora |
Quando Elv mi senti`, non disse nulla, ma apri` gli occhi e ne fui immensamente felice.
All'improvviso, vidi una figura alzarsi e non potei credere ai miei occhi. |
A quanto pare avevo avuto ragione.
Infatti quello era proprio il primo attributo di Amore. Bene, pensai, siamo sulla strada giusta. Mi illuminai quando Icarius si voltò verso di me, e mi accarezzò dolcemente il viso. Tuttavia non riuscii a dire nulla, limitandomi a sorridere e annuire piano. Poi ci rimettemmo il cammino e io mi chiesi quale sarebbe stata la nuova prova da sostenere. Era tutto surreale, sapevo che tutto quello andava oltre ciò che conoscevo, ma ne ero felice. |
“Si, le stelle sono vicinissime da qui...” disse Dension, sempre vicinissimo a Dacey, con le sue mani ancora strette sulle braccia della ragazza “... chissà, forse anche per questo ho scelto la via del mare e del cielo... da piccolo, vivendo in un piccolo villaggio in pianura, dove le stelle si vedevano solo nelle fredde e limpide sere d'Inverno, passavo ore ad immaginarle... da qui invece si possono quasi contare... come raccontava una vecchia novella, in cui un Gin arabo, ossia una sorta di demone, come quello della famosa lampada di Aladino, prometteva tutti i tesori del mondo ad un pescatore se avesse contato tutte le stelle del cielo... naturalmente ci riuscì ed alla fine il Gin gli mostrò una bellissima principessa...” sorrise, per poi guardarla “... i tuoi capelli hanno un bel profumo stando sotto questo vento fresco di salsedine... ma forse sarà meglio per te non prendere troppo freddo... rammenta che sei stata malata fino a poco fa... ed io non voglio perdere la mia cuoca.” Ridendo piano.
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Gurenbarba era in piedi e rideva.
“L'ho sempre detto” disse, aprendosi la giacca “che una donna non deve mai usare un'arma.” E mostrò un busto di ferro sotto la camicia sudicia. “La prossima volta devi mirare al volto.” Divertito. “Ma non ci sarà una prossima volta.” Uno dei suoi afferrò Gwen e la portò di peso verso il capitano, strappandola dalle braccia di un malconcio Elv. Gurenbarba la guardò negli occhi, per poi colpirla forte al volto. E Gwen perse i sensi. |
Il gruppo aveva ripreso a camminare, attraversando quella stradina circondata da alti muri e vecchie case.
E mentre avanzavano, in lontananza, videro altre due figure che discutevano fra loro, ferme sotto un albero. “Sono due monaci...” disse Palos. “Già.” Annuì Icarius. “Venite, avviciniamoci.” Così li raggiunsero. I due religiosi parlavano fra di loro ma, vedendo il gruppo, salutarono con un cenno della mano. Poi uno dei due estrasse una ciotola dalla tasca e si avvicinò ad Icarius e a Clio. “Fate la carità per le riparazioni del Santuario.” Il Taddeide lasciò un Taddeo d'oro nella ciotola. “Che Dio vi benedica.” Sorridendo il monaco. |
- Hai sempre voluto fare questo da bambino? Viaggiare con la tua nave in giro per il mondo? -
Chiesi sorridendo nel sentirlo parlare della sua infanzia e non potei far a meno di domandarmi come fosse da bambino. - Conosci molte storie e leggende, quindi anche tu sei un lettore come me o sbaglio? - Lo stavo tempestando di domande, un efficace metodo per restare concentrare nonostante quella stretta. - C'è sempre una principessa nei racconti, nella vita vera invece beh ci sono le cuoche - accennai un sorriso divertito. - In quanto a complimenti non ti batte nessuno, dire a una ragazza che i capelli le puzzano di mare... Comunque grazie - avevo cercato di scherzare ma la realtà era che il suo commento mi aveva fatto piacere,- sono più forte di quanto credi - obiettai- ma ammetto che qui non c'è di certo il caldo di Maruania. |
Lo sapevo. Ero atata superficiale, impulsiva e avevo sbagliato, mettendo nei guai entrambi.
Uno della ciurma mi strappo` da Elv, portandomi` da Gurenbarba, che mmi colpi` forte al viso. Poi, piu` niente. |
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