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C'era silenzio intorno alla tavola.
Tutte fissavano Elisabeth, attendendo che lei parlasse loro. “Io...” disse Armida, come a voler rompere gli indugi e quel silenzio “... io credo di parlare per tutte... e vorrei chiederti...” fissando Elisabeth “... si... chiederti chi è quello che il mare ha portato qui? Un dio? Un demone? O un fantasma?” Tutte a loro attesero la risposta della sacerdotessa. |
“Direi anche mille Taddei.” Disse Barbaleone a Clio. “E' giovane, bella e nobile. Si, almeno mille Taddei.”
Luis e Yanos scesero nella stiva, ma di altri passeggeri importanti nemmeno l'ombra. Oltre l'equipaggio vi erano a bordo solo alcuni borghesi. “Protesto!” Esclamò Yolanda. “Ed io che sognavo di essere rapita da un bel corsaro tenebroso ed inquieto...” “Nave in vista!” Gridò all'improvviso la vedetta sul Gozocuda. “Che bandiera batte?” Chiese Barbaleone. “E' troppo lontana...” rispose la vedetta. “Che tipo di nave è?” “Militare direi...” fece la vedetta “... cinque alberi e almeno una trentina di cannoni per lato...” “Tuoni e fulmini!” Esclamò Barbaleone. “Un bel vascello, non c'è che dire!” “Capitano...” la vedetta al suo capitano “... sulle vele... vedo qualcosa... è dipinto un simbolo... sembra... sembra l'Asso di Picche...” “Che razza di simbolo è?” Urlò Barbaleone. “Capitano, a prua... sta facendo una strana manovra... come se volesse prepararsi ad aprire il fuoco...” indicò la vedetta. “Impossibile, è troppo distante.” Sentenziò Barbaleone. “Nessun cannone ha una gittata simile.” Ad un tratto calò il silenzio intorno a loro. http://cdn.politicalive.com/wp-conte...he-posters.jpg |
Annuii a Barbaleone.
"Hai ragione.. dobbiamo camparci in due, dopotutto.." sorrisi "Capitano.." tornando a guardare il malcapitato marinaio "Mille Taddei.. solo perché milady mi è simpatica.." mi voltai poi verso i miei uomini "Avanti, prendetela, che state aspettando?" per poi tornare a guardare la ragazza "Vorrà dire che la prossima volta cercheremo di arruolare marinai più interessante.." sospirai con enfasi "Non hai tutti i torti a lamentarti della carenza di uomini affascinanti..". Scossi la testa ridendo "Fai la brava, e non ti succederà niente... però chissà, magari ti salverà uno spasimante per conquistare il tuo cuore.." risi. La vedetta del Gozocuda mi distrasse. Osservai la nave. "Beh, mica possiamo restare qui impalati, su questo rottame che affonda..." esclamai "Torniamo alle nostre navi e vediamo di dare filo da torcere a quei militari...". |
“Oh, ma questo è facilmente spiegabile.” Disse Tommaso ad Altea. “Il Mar delle Flegee è frastagliato di isole e isolotti, racchiuso da baie ed insenature naturali. In un simile scenario i fenomeni che vi ho descritto sono comunque localizzati e limitati. In pratica essi sono relativamente distruttivi, ma tuttavia se una nave si trova in un tratto di mare in cui si scatenano tali eventi allora ne subisce in pieno la forza.”
“Hai sempre una risposta a tutto, Tommaso.” Sorridendo Costanza. “Diciamo che sono sicuro di me, cuginetta.” Ridendo l'altro. “Mi hai quasi convinta, sai?” Annuì Costanza. “Sebbene, devo ammettere, la storia del mostro era molto più intrigante.” “Mi spiace deluderti, Costanza Cara.” Facendo l'occhiolino Tommaso. “Ah, avverto già l'odore del mare!” Esclamò Costanza. “Infatti ci siamo quasi...” sporgendosi dal finestrino Tommaso “... intravedo la Fortezza di Baias, sede dell'Ammiragliato...” indicando il fortilizio che si vedeva in lontananza. |
Come ordinato da Clio, Luis e Yanos presero, nonostante la sua vivace resistenza, lady Yolanda e la portarono a bordo dell'Hydra.
“Un momento...” avvicinandosi ai pirati una donna di mezz'età “... sono la dama di compagnia di milady e senza di me ella non andrà in nessun posto.” “Sentito?” Fece Luis. “Qualcuno sia così gentile da assecondare madama.” Zarat allora saltò dal parapetto e raggiunse la donna. “Mi segua.” Scimmiottando un cortese inchino, per poi portare a bordo anche lei. Tutto ciò sotto le suppliche e le grida del capitano Lecrec: “Liberate queste dame, vi prego!” Ma tutto ciò, all'improvviso, fu stroncato dalla voce della vedetta del Gozocuda. “Capitano!” Chiamando Barbaleone. “Quella nave... la sua prua... si sta aprendo...” “Come sarebbe a dire?” Prendendo il cannocchiale il corsaro. “Fammi vedere...” E fu allora che Barbaleone vide spuntare dalla prua di quel vascello un gigantesco mortaio. L'arma sollevò la sua bocca verso l'alto, per poi liberare nell'aria un sordo boato ed una nuvola di fumo nera come la pece. Passarono alcuni secondi di irreale silenzio e poi si udì un sibilo sempre più forte. Un attimo dopo una monumentale cannonata raggiunse il Gozocuda a poppa, fracassandone buona parte e squarciando la fiancata di babordo fino alla chiglia. Assi e grate saltarono in aria, seguite da chiodi e schegge che in breve divennero letali come dardi impazziti. Almeno una dozzina di uomini trovarono la morte, mentre il caos a bordo prese il sopravvento. “Imbarchiamo acqua!” Gridò il mozzo. “Alle pompe!” Urlò Barbaleone. “Alle pompe, canaglie! Bisogna svuotare lo scafo o andremo a picco in pochi minuti!” Intanto sull'Hydra, Clio ed i suoi pirati avevano assistito a quella scena. “Capitano...” correndo Yanos dalla ragazza “... capitano, presto... dobbiamo partire o saremo anche a noi a tiro di quel cannone... l'Hydra è più piccola del Gozocuda e se arrivasse un colpo simile anche sulla nostra nave finirebbe per spezzarsi in due subito!” Intanto il misterioso vascello dal simbolo di Picche si preparò per sparare ancora. http://www.dga.org/Craft/DGAQ/All-Ar...640&h=268&as=1 |
Osservai Tommaso e Costanza..sorrisi..vi era una certa complicità tra loro.
"Io ho sentito talmente tante versioni che ormai non so più a chi credere, solo spero questa storia finisca presto per tutti". Il cugino disse eravamo arrivate e ci indicò la sede dell' Ammiragliato e sorrisi.."Milord Oxuid dovrebbe essere felice di vedermi...lo sai che abbiamo un palazzo proprio qui vicino, vi sono due servitori che lo curano in autunno ed inverno, purtroppo nostra madre non ha voluto ci venissimo questo anno, sempre a causa di questi fatti misteriosi..è laggiù..su quel piccolo promontorio e sotto vi è la costa bassa e sabbiosa". La carrozza imboccò una stradina e in breve raggiungemmo il palazzo, pure Costanza era felice..lo avevamo comprato proprio l'anno scorso e vi erano legati bei ricordi. Scendemmo dalla carrozza e vidi le luci nel Palazzo e ne fui grata..era simbolo ancora vi era vita dentro.."Sarebbe bello poter stare qui alcuni giorni..magari possiamo chiedere a Sua Signoria intervenga per noi con mia madre..nostro padre non ha nulla in contrario..eh sa farsi valere nell'esercito ma non con lei". Guardavo il mare davanti a me, udivo il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli e lentamente raggiungevano la riva, la brezza portava il profumo di mare e di sale e chiusi gli occhi riempiendomi di quel odore caratteristico di salsedine..al largo vi era una barca di pescatori seguiti dai gabbiani..segno avevano fatto buona pesca e poi mi venne in mente il vecchio marinaio Sam, proveniva da un posto lontano e lo aspettavo di notte sulla battigia della spiaggia mentre egli era a mare con la sua lampara a pescare...lo guardavo..lui e la sua piccola barca e la lanterna a pescare mentre intonava dei canti tipici dei marinai..tristi o allegri..a seconda del suo umore. Finita la pesca portava a riva la sua piccola barca di legno colorata e poi si sedeva accanto a me a guardare il mare di notte e la luna, a volte era di colore quasi rosso, e parlavamo..mi piaceva la sua compagnia..forse era l'unico con cui mi ero aperta e mi avesse capito senza giudicarmi e mi narrava delle leggende del mare e della sua vita da marinaio..mi percorse un brivido..speravo dopo questi accadimenti non gli fosse successo nulla. Ad un tratto udii come dei rollii di tuoni e in lontananza vidi luce.."Ma cosa sta succedendo al largo? Sta forse arrivando un temporale? Eppure mi sembra splenda un bel sole...sembrano cannoni..forse ho udito solo io." dissi perplessa. http://i62.tinypic.com/28byxee.jpg |
In un attimo fu l'inferno.
Il Gozocuda era la nave più possente delle Flegee, squarciata come se fosse burro. Eravamo stati fortunati che non avesse mirato prima a noi. Tornai sull'Hydra di corsa. La nostra nave non era imponente come il Gozocuda, ma era decisamente più veloce. "Via, via..." Urlai "Non statevene lì impalati..." Urlai, raggiungendo il timone "Non dobbiamo solo seminarli, ma anche confonderli, così perderanno altro tempo per calcolare la traiettoria del cannone, e noi saremo già spariti tra le Flegee.." Sorrisi "È quello che ci viene meglio, dopotutto...". Impostai la nuova rotta, dando ordine perché venisse raggiunta la massima velocità. "Avanti bellezza.. Fagli vedere che sai fare..." Sussurrai stringendo forte il timone tra le mani, mentre il vento scompigliava i miei capelli e mi accarezzava il viso. |
Mi sedetti al tavolo...e alle spalle avevo Pileo......Armida si prese di coraggio ed espose il pensiero di tutte...L'oracolo...e l'uomo venuto dal mare.......da dove cominciare...bel dilemma...forse avrei cominciato da noi......da quello che eravamo e perchè avevamo preso la scelta di vivere il quel posto.......mi alzai dal tavolo e pretendendo che tutte loro rimanessero sedute........" Armida ha ragione e' tempo che vi parli di quello che e' successo in questo grande giorno.....Siamo qui perchè abbiamo deciso di vivere per il culto della Dea Diana......siamo detentrici del segreto dei boschi...dei corsi d'acqua...della natura tutta.....la luna e' nostra sorella.......e in virtu' di questo abbiamo deciso di vivere....in un mondo di donne........l'unico uomo e' Pileo......antico maestro......L'oracolo ha espresso quello che sarebbe accaduto.....una presenza estranea....avrebbe scatenato in me...decisioni provenienti dalla ragione o dal sentimento e questo...avrebbe deciso le sorti delle ancelle della Dea Diana.......stamane..uscita dal Tempio......il fato si e' incominciato a plasmare a prendere forma...ed Armida ha ritrovato un uomo sulla spiaggia.....un naufrago e dai vestiti indossati...credo che sia un uomo in vista...lì sulla terra ferma...ora riposa nella mia camera e non ricorda nulla..."....presi un sorso di vino...guardai il volto di tutte loro...e ripresi a parlare..." La legge mi impone di rimandare l'uomo sulla terra ferma...ma in questo momento non ricorda neanche il suo nome...oppure la morte il suo cuore sarà offerto alla Dea.......".....tutte tacevano...compreso Pileo......" Io non uccido innocenti.........questo e' bene che lo sappiate........se qualcuno ha qualcosa da dire......ha il mio permesso..."......mi sedetti di peso sulla sedia.....prendendomi la testa tra le mani......
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In un attimo l'Hydra, con una manovra che ne mostrava la straordinaria agilità e rapidità, virò verso destra, per poi allontanarsi spedita dal bastimento appena predato.
“Avanti...” disse Yanos al resto dell'equipaggio “... sciogliete tutte le vele! Voglio vedere gli alberi scricchiolare! Forza! Se qual cannone arriva a colpirci finiremo tutti a dar da mangiare ai pesci!” Lì vicino, mentre la nave di Clio cercava di uscire dal raggio d'azione di quel potente cannone, il Gozocuda non solo imbarcava acqua da tutte le parti nella stiva, ma l'albero di trinchetto aveva preso fuoco e minacciava di spezzarsi e cadere sull'armeria. Tutto ciò mentre gli uomini di Barbaleone cercavano in tutti i modi di gettare via l'acqua e riparare i danni. Nel frattempo, a bordo del misterioso vascello di Picche, il suo equipaggio assisteva a quella scena disperata. “Hihihi...” con una risata gracchiante e ridicola qualcuno osservava il tutto col suo cannocchiale “... non c'è che dire... non le fanno più come una volta le navi pirata... hihihihi...” “Signore!” Uno dei suoi soldati all'uomo col cannocchiale. “L'altra nave pirata sta tentando di fuggire, ma è ancora a tiro... volete affondare anche quella?” “No...” sempre fissando il tutto col suo cannocchiale l'uomo “... che scappino pure... i superstiti di una battaglia sono importanti... hihihihihi... servono per diffondere la paura tra i loro simili... hihihihihi... così questa feccia capirà che da oggi in questi luoghi è arrivata la legge... hihihihihihihi... avanti, finiamo il vascello già colpito... madama Riuana ha fame... hihihihihihihi...” “Si, signore!” Di nuovo allora lo spaventoso mortaio fu caricato e puntato ancora contro il Gozocuda. Sulla nave di Barbaleone si accorsero che era in arrivo un altro attacco e molti uomini, in preda alla paura, nonostante le minacce del loro capitano, preferirono gettarsi in mare. E un attimo dopo il rituale si ripetè. Il sordo boato, il fumo nero e quegli interminabili secondi di assoluto ed innaturale silenzio. Poi il sibilo e una frazione di secondo dopo l'immane impatto. Stavolta il Gozocuda non riuscì a resistere. Lo scafo si spezzò e il ponte di comando andò in mille pezzi. Pochi minuti dopo il glorioso vascello cominciò ad inabissarsi, mentre a bordo del piccolo bastimento del capitano Lecrec tutti erano presi da viva esultanza. Tutto ciò sotto gli occhi inorriditi dell'equipaggio dell'Hydra, con la loro nave che ormai era riuscita a fuggire dal tiro di quel misterioso vascello di Picche. |
Mi si gelò il sangue.
Quella nave era spaventosa e terribile. Le nostre non potevano reggere il confronto, assistetti inorridita alla distruzione del Gozocuda, la più temibile nave pirata delle Flegee. Non potevo far niente per loro, certo, i superstiti sarebbero stati ben accetti sull'Hydra, ma non potevo salvarli. Dovevo pensare al mio equipaggio. "Mantenete la rotta.." ai miei, sembravamo averla scampata, ma non bisognava abbassare la guardia. "Raggiungiamo un posto sicuro.." scossi la testa "Maledizione!" esclamai, guardando per l'ultima volta la possente nave affondare. |
La carrozza raggiunse il palazzo ed i suoi passeggeri scesero così nel cortile.
Da lassù si poteva avere una straordinaria vista su quel sognante panorama di terra e mare. “Credo si tratti di una cerimonia militare...” disse Tommaso ad Altea “... circolava infatti voce dell'arrivo di una compagnia di mercenari qui nelle Flegee... immagino il tutto sia legato alla storia di quel famigerato mostro.” “Hanno chiamato dei mercenari per abbatterlo?” Chiese sorpresa Costanza. “Allora ci credono anche loro al mostro.” Rise. “Io però voglio credere alla tua ipotesi, caro cugino. Dopotutto tu hai il raro dono di riuscire in tutto ciò che fai.” “Grazie, Costanza cara.” Sorridendo Tommaso. In quel momento nel cortile arrivò un servitore di colore. “Signorine, signorino!” Andando loro incontro. “Che magnifica sorpresa vedervi! La signora aveva detto che non sareste passati al palazzo quest'anno! Ma sono felice che ci abbia ripensato!” “Rufus...” Tommaso al servitore “... voglio portare le mie cugine a visitare il porto di Baias. Prepara il calesse con un cavallo fresco.” “Subito, signorino.” Annuì Rufus. |
Mi distrassi oltre dal rumore che proveniva dal largo del mare pure dalle parole di Tommaso e Costanza e li vedevo guardarsi..."Ho parlato a vanvera prima? Siamo qui per aspettare l' arrivo delle Stelle Nere di Nantos..sono quelli i mercenari? Non ci vedo nulla di male..se la nostra flotta non riesce a risolvere questo problema..lo faranno i mercenari..basta sappiano fare il loro dovere".
Poi arrivò il nostro maggiodormo, era sorpreso di vederci.."I miei omaggi Rufus..infatti è proprio così..nostra madre teme possa succederci qualcosa a causa di questi strani accadimenti..ma presto arriverà chi, forse porrà fine a tutto questo..come ha detto il nostro grande Ammiraglio" dissi con una punta di sarcasmo "ma dite alla vostra gentile moglie, ci stiamo pensando su...la vita di corte mi sta annoiando, sento il bisogno di estraniarmi..e mia madre pensi ciò che vuole..vedremo". Poi nostro cugino chiese un callesse e subito arrivò, con la solita gentilezza del servitore, e salimmo sopra..."Bene..godiamoci questa passeggiata a cavallo". |
Dal Gozocuda che sprofondava in acqua scesero alcune lance e su di esse i pirati trovarono la salvezza.
“Perdonami, vecchio mio...” disse Barbaleone guardando il suo veliero affondare “... perdonami se ti sono sopravvissuto... non scappo per codardia, ma solo per avere la possibilità di vendicarti... e quando scenderò all'Inferno per rivederti, con me porterò anche quella dannata nave...” voltandosi poi verso il vascello di Picche che inesorabile aveva preso ad avvicinarsi al bastimento danneggiato. “Capitano...” uno dei suoi a Barbaleone “... dobbiamo aumentare l'andatura... quella nave si sta sta avvicinando ed è velocissima...” “Verso Portuga...” mormorò il corsaro “... siamo su una lancia e più veloce non possiamo andare... se decidono di inseguirci la nostra Sorte è decisa...” Il vascello di Picche, infatti, con la sua straordinaria capacità di muoversi rapido sul mare, non solo raggiunse in breve tempo il bastimento ferito, ma, avendo ormai a tiro dei suoi cannoni laterali le scialuppe di salvataggio dei pirati, cominciò a far fuoco. Allora una pioggia di palle esplosive cominciò ad abbattersi su quelle acque, annientando in pochi minuti due di quelle lance. Le altre due superstiti cercarono di separarsi, con la speranza di allargare le possibilità di fuga. I pirati però scampati all'affondamento delle altre due, buttatisi in acqua e raggiunta una delle due lance, finirono per sovraccaricarla, limitandone quasi del tutto la mobilità e trasformandola in un facile bersaglio. Alla fine solo una delle quattro lance si salvò. Proprio quella con a bordo Barbaleone. “Quel vascello è una macchina della morte, capitano...” Yanos a Clio “... non avevo mai visto nulla di simile... chi credete la governi? Eppure non batteva bandiera Capomazdese...” Ad un tratto però si udì una voce sul ponte. “Insomma!” Esclamò Yolanda. “Davvero pensate di potermi tenere rinchiusa? A me? Lady Yolanda de Raybot?” Fissando Luis e Zarat. “Magari in una cabina sporca e piena di topi? Esigo di parlare con la vostra capitana! E subito!” |
“Un uomo...” disse una delle ancelle alzandosi dal suo posto “... cos'è un uomo? Forse un essere divino? Pari ad un dio?”
Tutte fissarono Elisabeth in attesa di una risposta. Ma proprio in quel momento si udì qualcosa. Come un canto. Proveniva da fuori. Armida allora corse verso una delle finestre e restò turbata. “E'...” mormorò “... è fuori... ha lasciato la stanza...” voltandosi verso la sacerdotessa “... è fuori, sull'erba... e canta...” Tutte allora si avvicinarono alla finestra per vederlo. |
Gia'...cos'era un uomo......Un Dio ?.....e cos'era una donna una Dea ?......Dovevo rispondere era questo il mio compito.....non mi alzai...ero stanca..la notte al Tempio e il giorno senza riposare......" No mia cara...un uomo non e' un Dio....un uomo e' l'altra parte di noi donne......e' la parte che ci completa....noi donne veneriamo la Luna ...la parte umida..la notte...gli uomini il Sole...la parte secca.......ma la Luna e il Sole si completano.......ed insieme ci donano questo meraviglioso mondo che noi conosciamo attraverso le meraviglie della nostra isola.....ma perchè gli equilibri rimangono saldi...alcuni uomini ed alcune donne scelgono di venerare gli Dei.....di pregarli...e di onorarli.......e".......un canto... Armida....mi fermò.....e tutte corsero alle finestre.....mi voltai verso Pileo....ero infuriata..." Vi avevo chiesto di chiudere la mia stanza a chiave dopo avergli dato da mangiare ...e non lo avete fatto........che facciamo adesso...diamo colpa al Fato ?......".......andai verso..le finestre e tirai le tende........" Lo spettacolo e' finito...e' molto tardi e siete pregate di ritirarvi nelle vostre stanze...Armida...stanotte controllerai che le tue sorelle...dormano".......dovevo uscire....non poteva stare là....
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Osservai quell'agghiacciante scena dal cannocchiale, rendendomi conto che Barbaleone si era salvato.
"Chi ti ammazza a te.." mormorai sorridendo, per poi voltarmi verso Yanos. "Beh, non ho idea di cosa possa essere.. qualche alleato dei capomazdesi, o perché no, un rivale.." sorrisi "Tanto ce l'hanno tutti con noi..". La fastidiosa voce di Lady Yolanda risuonò nell'aria. "Tre donne a bordo.." risi, con gli occhi sgranati "Si salvi chi può..". Mi affacciai verso il ponte. "Milady.." esclamai, sorridendo "Eh, temo che la nostra nave non sia una comoda nave passeggeri.. e devo rammentavi che siete prigioniera non ospite.." sorrisi "Ma forse potete rendervi utile, e chi è utile ha diritto ad un alloggio migliore.." sorrisi "avete sicuramente un istruzione altissima rispetto a noi poveri pirati.. ditemi conoscete il simbolo dell'asso di picche?". |
Il calesse con i tre cugini lasciò il palazzo e scese verso il porto.
Baias era un borgo di marinai e pescatori, molto caratteristico ed immerso in uno scenario esotico e vivace. Casupole bianche sorgevano lungo la scogliera e altre, di colori vivi invece animavano la baia ai piedi dello spuntone roccioso su cui sorgeva la maestosa fortezza sede dell'Ammiragliato. Alti e candidi banchi di nuvole parevano naufragare verso l'orizzonte sterminato, in un cielo terso e azzurrissimo che si rispecchiava totalmente tra le onde ed il bagliore del mare calmo. “Che posto incantevole...” disse sognante Costanza “... sembra di essere tra le pagine di un romanzo... manca solo un bell'avventuriero...” “Ci sono qui io, cara cugina.” Sorridendo Tommaso. “Ma tu sei mio cugino.” Rise lei. “Non puoi farmi la corte e rapirmi davanti alle mie resistenze.” “Ma dubito” divertito il cugino “che potrai trovare mai un avventuriero più bello di me.” “Già, lo credo anche io.” Sorridendo Costanza. “Comunque...” voltandosi Tommaso verso Altea “... in tutta sincerità credo che sia del tutto inutile l'arrivo di quei mercenari... penso infatti, cara cugina, che la mia teoria sia esatta e quindi non vi sono mostri o simili in questi mari, così come nell'entroterra.” Giunsero così al porto, proprio mentre stavano facendo il loro ingresso in quelle acque due navi. Si trattava di un piccolo bastimento e di un grosso veliero sulle cui vele era impresso il simbolo di Picche. |
“Io infatti avevo chiuso la porta della stanza.” Disse Pileo ad Elisabeth. “Non so come abbia fatto ad uscire.”
Poi la sacerdotessa chiuse le tende e lasciò quel luogo. Armida allora condusse le ancelle nei loro alloggi. Pileo, intanto, uscito fuori, raggiunse il naufrago. “Come avete fatto ad uscire dalla stanza?” Chiese il vecchio servitore. “Non potevo?” Voltandosi lui e sorridendo. “Non pensavo di essere prigioniero su quest'isola.” Tornò a guardare il mare. “E' strano...” mormorò “... il rumore delle onde e il soffio del vento... se mi fermo ad ascoltarle mi pare quasi che sussurrino il mio nome...” chinò il capo “... è terribile non conoscere più il proprio nome...” “Magari la memoria vi tornerà presto...” Pileo a lui. |
“Cosa...” disse sconcertata Yolanda a quelle parole di Clio “... cosa avete detto? Un asso di picche? Ma dico... credete che io frequenti bische o simili? Io sono una dama di corte!” Sventolando il suo ventaglio. “Non mi intendo di carte e giochi vari! E ora vi prego di rimettere in libertà anche la mia dama di compagnia, per poi riportarci subito al porto di Baias, dove eravamo dirette!”
“Capitano...” avvicinandosi Samoa a Clio “... non credo che qualcuno qui conosca quella nave... ero in coperta a sfogliare alcuni vecchi registri e libri di navigazione... ebbene pare non esista nessun corsaro conosciuto che adoperi le Picche come simbolo per la propria bandiera... invece sembra che quell'emblema si possa associare ad una nota compagnia di soldati di ventura... si fanno chiamare Le tre Stelle Nere di Nantos... di più non sono riuscito a scoprire.” “Una compagnia di soldati di ventura?” Intervenne Yanos. “E cosa diavolo ci fanno per mare dei soldati di ventura? Con quella nave poi?” “Questo è un mistero.” Rispose Samoa. |
"Si Costanza..lo scenario è unico..ora capisci perchè amo questo posto..riesco a rigenerarmi..per poi sopportare la vita di corte..non che laggiù ci si annoi" risi di gusto.."Sembra nostro cugino Tommaso abbia un debole per te mia cara sorella..io ho sentito di matrimoni tra cugini...ehh, ma lei non crede nel vero amore" feci l' occhiolino a Tommaso.
Ma ad un tratto mentre ascoltavo i pensieri del bel cugino sui mercenari e l' ipotetico mostro qualcosa arrivò e mi rapì i pensieri, rimasi a bocca aperta..."Guardate...fermate il cavallo..quel veliero..è enorme e stranissimo..ma che bandiera porta? Un simbolo di picche? E vicino vi è un piccolo bastimento ammaccato...andiamo a vedere di cosa si tratta..avanti". Scesi dalla carrozza e dissi a Costanza e Tommaso.."Avanti miei bei colombi...sono troppo curiosa". |
Sentii discutere i due uomini...Pileo era teso....l'uomo del mare sembrava essere a suo agio......." Pileo.....lasciateci soli....forse e' il caso...che il nostro ospite comprenda ......La perdita di memoria deve essere una brutta cosa..... "
Ormai soli...mi sedetti sull'erba ....distante da lui...ero sotto un bellissimo Olmo...e appoggia la schiena..chiudendo gli occhi........"......Vi ho detto il mio nome......vi ho detto che non tutti i luoghi saranno accessibili per voi.....ma non vi ho mai detto che siete prigioniero......ci sono dei limiti nella vita.....non lo ricordate..ma vi assicuro che ci sono......Pileo vi ha chiuso in camera per mio volere.....eppure voi siete uscito dalla mia stanza....come ci siete riuscito ?....."..........c'era odore di terra bagnata......adoravo quel profumo...se m fossi lasciata andare mi sarei potuta addormentare....ma aprii gli occhi e guardai il suo volto..alla luce della luna.....Cos'era un uomo......... |
“Che sciocchezza.” Disse Tommaso. “Tra cugini non può nascere l'amore. E poi io” sorridendo “spezzerei troppi cuori se mi sposassi.”
“Altea ha ragione...” fece Costanza con gli occhi fissi sul porto “... andiamo a vedere quelle due navi...” I tre con il loro calesse scesero fino al porto, giusto in tempo per vedere le due navi ormeggiare. Il piccolo bastimento aveva lo scafo in buona parte immerso nell'acqua, segno del danno a bordo, mentre invece l'altra imbarcazione, un grande vascello, mostrava sul ponte il suo equipaggio tutto impegnato nelle manovre successive all'ancoraggio. Dal piccolo bastimento allora cominciarono a scendere tutti, passeggeri ed equipaggio. Ad attenderli sul molo vi erano alcuni militari. “Com'è avvenuto il danno, capitano?” Chiese uno di questi. “Poco prima dell'albeggiare, tenente...” rispose Lecrec “... la visibilità era molto limitata... e qualcosa di molto grande ci ha urtati...” “Cosa poteva essere secondo voi, capitano?” “Non ne ho idea...” scuotendo il capo Lecrec “... so solo che era qualcosa di molto grande, pesante e che si spostava con una velocità impressionante... ah... faceva un gran rumore... come di metallo...” “Va bene.” Annuì il tenente. “Intanto porteremo in secca il vostro bastimento per studiare il danno.” “Tenente...” “Cos'altro, capitano?” “E' accaduta una tragedia...” mormorò Lecrec “... durante il tragitto ci hanno assalito i pirati... hanno rubato tutto a bordo e poi hanno portato via anche lady Yolanda de Raybot e la sua dama di compagnia...” “E' terribile!” Esclamò il tenente. “Bisogna subito avvertire l'ammiraglio!” |
Dapprima alzai le spalle.
"Beh, magari era lo stemma di una città o di un regno, che diavolo ne so..". Ma poi ascoltai le parole del marinaio sulle Stelle Nere di Nagos. "Beh, saranno giunti qui attratti dal proclama dell'ammiraglio.. Non sono poi diversi da noi i mercenari.." Sorrisi. Yolanda non stava zitta e alzai gli occhi al cielo. "Non la sopporto già più..." Esclamai. Poi scesi come un fulmine sul ponte. Mi avvicinai a Yolanda con gli occhi di ghiaccio. "Adesso basta!" Urlai "Qui non siamo a corte, non puoi schioccare le dita e avere quello che vuoi.." Con gli occhi nei suoi "Se non ti ho dato in pasto alla mia ciurma è solo perché non amo vedere una donna stuprata.. Ma per te quasi quasi potrei fare un'eccezione.. Quindi vedi di cambiare atteggiamento ragazzina... Sei mia prigioniera, e posso fare di te ciò che voglio.. Questo non è un gioco, non siamo in un romanzo d'avventura, e io non sono un eroe.. Mettitelo bene in testa... Puoi startene buona buona per tre giorni e tornare alla tua vita se qualcuno è disposto a pagare per te, oppure farmi infuriare e arrivare a supplicare la morte..". Mi allontanai di qualche passo "Saranno tre giorni lunghissimi.." Mormorai "Levatemela dalla vista..." Esclmai. Ci mancava solo una ragazzina viziata te i piedi. Mi appoggiai al parapetto a guardare il mare. Mi voltai verso Yanos. "Almeno abbiamo trovato qualcosa di buono su quella nave?" Chiesi. Non avevo ancora visto il bottino. |
“Non so come ci sono riuscito...” disse il naufrago ad Elisabeth “... mi sono avvicinato alla porta e ho cominciato a forzare la serratura...” sorrise “... chissà, magari sono un ladro... chi può dirlo... un ladro che non rammenta più il suo nome, eppure le sue mani sono ancora in grado di svolgere in pieno il proprio dovere...” tornò a guardare il mare “... o forse sono un pirata... si, forse si, visto che non riesco a togliere gli occhi da questo meraviglioso mare... dopotutto un pirata fugge dal mondo per nascondersi in mare, no? Un luogo che conosce ed ama... e voi?” Voltandosi verso Elisabeth. “Voi invece da cosa fuggite? Quest'isola non è forse la vostra prigione? O magari, solo il vostro rifugio...”
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Al porto vi era davvero troppa confusione...un via vai di persone e parole.."Avete sentito..quella piccola nave..ha detto il capitano il danno è stato causato da qualcosa di strano e misterioso..dimmi Tommaso..una onda anomala?" scossi il capo stupita "e poi l' assalto dei pirati...davvero sfortunati..".
Poi udii il nome della ragazza e mi feci avanti a tutti.."Avete detto..milady Yolanda de Raybot?" dissi allarmata.."ma è una delle mie migliori amiche, siamo cresciute assieme, so era partita con la sua dama per un piccolo viaggio..dimoriamo a Palazzo del Duca Dominus..piacere duchessa Altea de Bastian..e questa è mia sorella Costanza..e mio cugino Tommaso, ufficiale della marina" guardai il capitano del piccolo bastimento.."Speriamo sia portata in salvo, dovete avvisare la famiglia a corte..è un tipo singolare ma una brava ragazza..ma sono certa i pirati la tratteranno col dovuto rispetto anche se prigioniera". Poi guardai il grosso veliero col simbolo di picche.."Visto Tommaso...è enorme..è una nave da guerra..penso siano i mercernari..quasi quasi hanno le navi più grandi di quelle capomazdesi" e mi persi ad osservare quella nave. |
A quelle parole di Clio, Yolanda si zittì, per poi voltarsi e raggiungere il parapetto.
Dapprima portò un infantile broncio, poi, pian piano, restò a fissare a lungo il mare. Di tanto in tanto alzava lo sguardo sui pennoni, verso la prua o a poppa. In certi momento restava quasi incantata a veder sventolare la bandiera pirata sull'albero maestro, per poi, sempre in silenzio, tornare con gli occhi sognanti sulle onde di quel mare sconfinato. Intanto gli uomini di Clio mostravano al capitano il frutto del loro arrembaggio. “Sete e tessuti...” disse Zarat nell'aprire i bauli “... quadri...” “Detesto l'arte.” Sbottò Luis. “E detesto gli artisti.” “Però hanno l'aria di valere un bel po' questi quadri...” fece Yanos. “Qui invece abbiamo un bel bauletto pieno di Taddei!” Esclamò Zarat. “Doveva essere il denaro con cui pagavano l'equipaggio!” “Avranno lavorato gratuitamente!” Ridendo Luis. “E infine...” tirando fuori Zarat un libricino “... il diario del capitano... è tutto inzuppato...” “Fammici dare un'occhiata...” prendendolo Samoa. “Sempre a leggere, voi!” Fissandolo Zarat. “Qui abbiamo qualcosa di interessante, capitano...” sfogliandolo Samoa “... la descrizione dell'urto... e senza mezzi termini il capitano di quel bastimento si mostra possibilista...” “Su cosa?” Domandò Yanos. “State a sentire...” e cominciò a leggere: “Qualcosa ci ha colpiti tra le incerte ombre dell'albeggiare... qualcosa di enorme, come un corpo affusolato e alto, a tratti luminescente, quasi da confondersi con la scia che la Luna per un istante liberò sulle acqua, nonostante le nubi nel cielo... e questa cosa misteriosa venne ad urtarci, facendoci sentire, sebbene solo per pochi momenti, l'eccezionalità nella sua stazza... molto più grande, agile e veloce di una balena... l'urto a noi apparve subito pesante, anche a causa del clangore metallico che l'impatto rivelò... come se quella cosa fosse rivestita di ferro o di qualche altro metallo...” |
Parlò con calma e tutte le volte che accennava al mare....la sua emozione diventava forte....quasi non riuscisse a trattenersi........risi di cuore....."Un ladro......avreste ben poco da rubare in questo posto ......no..non siete un ladro...dite un Pirata..........amate il mare...il suo colore cangiante....la profondità gli abbissi...quell'odore salmastro....che ti bagna la pelle.........Il vostro abito....dice che siete un ufficiale di marina....mi spiace...forse essere un pirata...vi avrebbe lanciato nell'avventura............"...rimasi in silenzio alle sue domande......perchè ero lì......perchè un giorno una sacerdotessa......si accorse delle mie doti....potevo udire l'Oracolo.......mi portò via da casa....quando ero una bambina...e mi allevò......con amore diceva lei....ma l'amore di una madre non ha pari......." No...non sono fuggita ......e non mi nascondo.........ho fatto una scelta...uomo del mare...così come l'hai fatta tu........diciamo che Pileo..pensa che io abbia il dono dell'ascolto ......." Mi alzai...da terra.......e da sotto a quell'Olmo......" Forza ...andiamo a riposare...e' stata una giornata dura per voi......ci vedremo domani e decideremo sul da farsi.....intanto...ricordatevi che dovete sistemare la serratura della porta della mia stanza........."....vidi Pileo........." Vi accompagnerà lui.....buonanotte ".......salutai Pileo con un cenno del capo.....andai così a dormire nella stanza di Armida....lei era con le ancelle per quella notte
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Osservai il bottino prima con interesse, poi distrattamente.
"Dobbiamo comunque dividerlo con Barbaleone, è il minimo...". Nulla di tutta quella roba mi interessava. Il vivace mercato cittadino risplendeva di mille colori e voci diverse. Chi decantava le proprie stoffe, chi pubblicizzava splendida frutta, o formaggi, e ancora vino, olio, esotiche spezie. E poi c'era lui: messer Turand. Armi di ogni tipo erano esposte con cura sul bancone del giovale mercante. Pugnali intarsiati col manico in madreperla, spade maestose o leggere, e ancora balestre sofisticate, archi con faretre ricamate. Ma anche elmi decorati, scudi tetri o colorati, persino un'armatura bianca completa. Per me, era come vivere un sogno. Restavo lì, con gli occhi sgranati, a fissare tutte quelle meraviglie che mai in vita mia avrei potuto permettermi. Quella mattina mi ero ripromessa di non fermarmi, avevo una commissione da sbrigare, non avevo tempo. Ma fu più forte di me. Dovevo controllare se c'era ancora, come ogni volta. Mi avvicinai con il cuore in gola, e poi sospirai di sollievo. Era ancora lì, non l'aveva venduto. Parlo di un bellissimo pugnale, uno dei più semplici in realtà, di cui mi ero follemente innamorata. La lama sottile e affilatissima, l'elsa altro non era che un corno di capriolo. Mi ricordava Lortena, e le mie montagne, la vita semplice a cui ero abituata prima di trasferirmi lì, la libertà che ricercavo. Erano mesi che mettevo via i soldi per comprarlo, Taddeo dopo Taddeo, meno di un mese e sarebbe stato mio. Sempre che qualcuno non lo comprasse prima di me. A Messer Turand stavo simpatica, certo, ma doveva mangiare anche lui e non poteva tenermelo via. Sorrisi, osservando l'oggetto dei miei sogni. "Clio!" Una voce che non riconobbi alle mie spalle tra il frastuono. Non dovevo essere lì. Sbiancai, fingendo di non sentire, finché una mano non si posò sulla mia spalla, facendomi sobbalzare. Avevo la coda di paglia. Mi voltai quasi urlando per lo spavento, per poi accorgermi che era soltanto lui. Nel vedermi spaventata scoppiò a ridere. "Che il diavolo ti porti.." Alzando la mano per colpirlo, ma mi bloccai subito "Mi hai fatto spaventare a morte...". Ma poi sorrisi anch'io, riprendendomi dallo spavento. "Levati subito quel sorrisetto dalla faccia.."gli intimai stingendo gli occhi. Lui aprì le mani in segno di resa, scuotendo la testa divertito, mentre si avvicinava al bancone e salutava il mercante. "Allora è lui.." Indicando il mio amato pugnale "Carino..". Aggrottai la fronte "Carino?" Scossi la testa "È stupendo ecco cos'è..". Lo faceva apposta a farmi imbestialire? Lui si limitò a sorridere. "Non sapevo che avessi una giornata libera..". Mi morsi il labbro con aria colpevole "Non ce l'ho, infatti.." Sbuffai "Il signorino desidera la focaccia di mele, e le abbiamo finite.." Presi un profondo respiro "Tu che ci fai qui?". Lui indicò un palazzo poco distante, che si intravedeva tra le bancarelle. "Sto andando da messer Furon.." Mi guardò negli occhi sorridendo "Beh, qui non vendono mele, posso accompagnarti un pezzo se ti va.. Andiamo, devo farmi perdonare per averti spaventata..." Strizzando l'occhio. Alzai gli occhi al cielo, ma lo seguii sorridendo. Eppure il destino a volte è strano, e permette alla vita di sorprenderci. La settimana dopo ero stata costretta a scappare via, e quel pugnale era rimasto lì, sulla bancarella di Messer Turand. I soldi che avevo messo via per lui, mi servirono a pagare il viaggio verso l'ignoto e la locanda di Portuga. Erano passati anni ormai, e a volte mi chiedevo chi l'avesse poi comprato, che fine avesse fatto. Un ricco ragazzino viziato? Un avventuriero? Un collezionista? Un cacciatore? Non l'avrei mai saputo. Eppure era diventato ancora più importante per me da quando me n'ero andata. Voleva dire tanto per me, più di quanto mi piacesse ammettere. Era la vita a cui avevo rinunciato, l'ultimo barlume di innocenza, la speranza di vivere una vita migliore. Speravo sempre che, in un modo o nell'altro, sarebbe tornato da me. Così lo cercavo silenziosamente in ogni bottino, con scarso successo. Ed era buffo perché avevo pugnali mille volte più preziosi. Ma mi mancava qualcosa, mi mancava lui. Samoa mi riportò alla realtà, e ascoltai attentamente le sue parole. "Interessante.. Rumore di metallo.. Quindi non ho detto una gran fesseria parlando di una macchina da guerra.. Beh, almeno questi non l'hanno visto volare.." Sorrisi "Voglio saperne di più... Samoa, nessuno è più adatto a te per capire cosa sta succedendo.. Studia a fondo quel diario.. Noi dobbiamo tornare a Portuga, non intendo abbandonare Barbaleone..". |
“Certo che può essere stata un'onda anomala a causare il danno.” Disse Tommaso ad Altea. “E comunque fossi in te non avrei molte speranze circa quei pirati... non esistono corsari gentiluomini. Essi sono la feccia della società.”
“Milady, faremo del nostro meglio per liberare lady de Raybot e la sua dama di compagnia.” Fece il tenente. “Ora perdonatemi, ma l'ammiraglio mi attende.” Salutò e si congedò da loro. Nel frattempo dal vascello di Picche cominciò a scendere il suo equipaggio. A vedere quegli uomini saltava subito all'occhio che si trattava di militari, sebbene non avessero uniformi conosciute. E mentre quei mercenari scendevano a terra, sul ponte della nave apparvero alcune figure intente a fissare il porto di Baias. Ma proprio in quel momento, un ragazzino si avvicinò alle casse che stavano scaricando dal vascello e cercò di aprirne una. Una delle figure sul ponte, allora, accortosi di ciò, quasi con noncuranza prese il suo fucile. “Eh, adoro i luoghi di mare...” mormorò ai suoi che gli stavano intorno “... sebbene, è risaputo, una delle pieghe di simili posti sono le zanzare... piccole zanzare fastidiose ed irritanti...” sparò un colpo preciso, raggiungendo il ragazzino tra gli occhi ed uccidendolo all'istante. “Colpo perfetto, signore.” Uno dei suoi. “Hihihihi...” ridacchiando l'uomo “... è incoraggiante vedere come la calura estiva di queste terre non intacchi la mia buona mira... hihihihi...” Un attimo dopo una donna corse disperata sul corpicino del bambino ucciso. “No!” Gridò disperata. “No, bambino mio, no! No!” E lo strinse a se, sporcando i suoi abiti col suo sangue. http://www.imfdb.org/images/thumb/6/...R-TR-FM-01.jpg |
Elisabeth andò via, lasciando da solo quel naufrago con Pileo.
“Donna particolare...” disse l'uomo del mare al vecchio servitore. “Dite pure straordinaria.” Ridendo questi. “Immagino di non andarle troppo a genio...” “Perchè mai?” “Sono piombato qui... a turbare la vostra idilliaca isola...” “Venite, dovete riposare.” “Però non potrò accomodarvi la porta...” sorridendo il naufrago “... non credo di essere un falegname.” Ridendo. Intanto Elisabeth era andata nella stanza di Armida. E poco dopo proprio lei bussò alla porta. “Vorrei parlarvi...” fissando la sacerdotessa “... di quel... di quell'uomo... le ancelle mi fanno tante domande ed io credo di non avere risposte... quell'uomo le ha turbate penso...” |
“Si, capitano.” Disse Samoa a Clio.
Il bottino allora fu portato in coperta e sistemato. Yanos diede le indicazioni per la rotta, che come ordinato dal capitano doveva condurre a Portuga. Ormai il crepuscolo era imminente e il purpureo splendore del Sole morente tingeva malinconico le grandi nuvole lungo l'orizzonte. Il mare appariva leggermente inquieto, sferzato com'era dal dolce e lento vento di Ponente. L'Hydra allora prese la direzione verso l'isola di Portuga. Ma proprio in quel momento qualcosa turbò quell'apparente serenità. “Il mostro!” Gridò qualcuno. “Lassù, tra le nuvole!” Indicava Yolanda come impazzita. “L'ho visto, l'ho visto! Volava! Il mostro! Il mostro!” Molti corsero a vedere, ma tra le novole non c'era nulla. |
Ero ferma sul porto quando assistetti a una scena raccappricciante...uno degli uomini a bordo di quella nave come nulla fosse prese mira e uccise un povero bambino...era pazzo o solo la mente di una persona lucida e contorta?
Vidi Tommaso stava prendendo il suo fucile pieno di rabbia ma lo fermai e rivolta verso gli uomini di quel veliero urlai..."Non vale la pena sprecare una munizione e non oserei nemmeno dare uno schiaffo in viso per non sporcarmi le mani...nemmeno uno schiaffo morale...ma d'altronde si vede i tempi cambiano e per essere superiori agli altri, o dimostrarsi i più forti si usa la violenza e le maleparole...oh si chi usa le minacce, le brutte parole e i gesti di violenza sono solo persone che sono dei deboli". Facendo un inchino verso gli spettatori...mi spiace...in questo mondo dove in questi giorni una bambina è stata uccisa senza pietà in un Paese lontano di una Piccola Striscia e riportato dalle cronache... si debba leggere tali parole e tali immagini..ma il Nuovo Mondo è violenza e si pensava in questi racconti di dare ed esaudire i Sogni delle persone e dare forse a Voi spettatori un momento di stacco dalla brutalità a volte di questo mondo moderno...mi scuso io con tutti quelli che ci stanno leggendo..e mi alzo dall' inchino. Presi e mi diressi verso la carrozza dicendo a Tommaso e Costanza pure loro silenziosi.."La bellezza e la delicatezza di questo luogo è stato rovinato da questo episodio..si cugino voi sapete la verità e avevate ragione..daremo conto al Duca Dominus di tale scempio e...omicidio..quello è stato omicidio di una vittima innocente che non poteva difendersi." Salii sulla carrozza col viso nauseato. |
Restai lì, sul ponte di comando, a guardare il giorno morire e lasciar posto alla sera.
Non ci sarebbero state risa e festeggiamenti a Portuga quella sera, il lutto era troppo grande. Non riuscivo a immaginare il mare senza il Gozocuda, e sapevo che, per quanto forte Barbaleone sarebbe stato a pezzi. Per un secondo immaginai l'Hydra andare in mille pezzi, scivolarmi via dalle mani prima ancora che me ne accorgessi. No, non riuscirei a sopportarlo. Un grido mi destò da quei cupi pensieri. Raggiunsi il ponte in un baleno, e guardai la ragazza con gli occhi sbarrati. Alzai lo sguardo tra le nuvole, ma non vidi niente. "Tranquilla, bambina.." mormorai dolcemente "Il mostro non attacca i pirati se non ne è costretto.. vieni.." prendendola per un braccio e invitandola a sedersi "Raccontami cos'hai visto.. esattamente..". http://i57.tinypic.com/1z2ofuu.jpg |
Quella scena disumana, quell'assassinio si era consumato sotto gli occhi di tutti.
Un silenzio irreale era calato sul molo, rotto solo dalle grida disperate di quella donna che stringeva a sé, in un lago di sangue, il corpicino ormai senza vita di suo figlio, mentre sul ponte del vascello quegli uomini si congratulavano con colui che aveva messo a segno quel colpo mortale. “Hihihihi... eh, mi sento sollevato...” disse ai suoi uomini “... avevo preso questo Swit e Perston” indicando il fucile che aveva in mano “solo un mese fa e non ero ancora riuscito a provarlo... hihihihi... per Diana se è preciso!” “Siete voi ad avere una mira perfetta, signore.” Annuendo uno dei suoi uomini. “E non era affatto semplice.” Aggiunse un altro di quelli. “Il vascello sussulta a causa delle onde e questo rende più complicata la cosa.” “Verissimo.” Sentenziò un terzo individuo. “Hihihihi... dite bene, signori...” fu la risposta, preceduta da quell'insopportabile risata, che quell'uomo diede a quelli che erano con lui sul ponte. Anche Altea, Tommaso e Costanza avevano assistito, inorriditi, a quel brutale omicidio. Tommaso fissava quegli uomini ed il loro inumano compiacimento senza tuttavia trovare il coraggio di dire o fare nulla. Aveva la sua pistola sotto la giacca dell'uniforme, ma si guardò bene dal mostrarla o anche solo di rivelarne la presenza, per evitare ogni tipo di questione con quegli uomini. Il giovane allora si voltò e aiutò le sue due cugine a salire sul calesse. “Ehi, voi...” lo chiamò all'improvviso dalla nave l'uomo che aveva sparato al bambino. “Parlate a me, signore?” Voltandosi Tommaso. “Certo.” Annuì quello. “Siete un ufficiale o sbaglio?” “Si, signore.” “Allora potete avere la compiacenza di indicarci il luogo in cui possiamo incontrare l'ammiraglio Oxuid?” Chiese l'uomo che continuava a tenere in mano il suo fucile. “Certo...” annuì Tommaso “... si trova nella fortezza, lassù... è la sede dell'Ammiragliato.” Additando lo spuntone roccioso su cui sorgeva il bastione. “Grazie mille.” Sorridendo l'uomo col fucile. “Ah, a proposito... visto siete un militare e dunque, immagino, un esperto d'armi... cosa ve ne pare del mio fucile? Non credete sia un gioiello di precisione?” Tommaso lo guardò restando per un attimo perplesso. Gettò un rapido sguardo sulle sue due cugine, per poi tornare a fissare l'uomo sul vascello di Picche. “Dunque?” Fece questi. “E' un'arma molto precisa...” mormorò Tommaso. “Hihihihi...” con quella grottesca risatina l'uomo “... me ne compiaccio... ci tenevo al giudizio di un ufficiale... e ditemi... voi preferite usare il fucile o la pistola?” “Io...” imbarazzato Tommaso “... io, la pistola, signore...” “Davvero?” “Si, la preferisco...” “Hihihihi... pregate allora di non incontrare mai un vostro avversario con in braccio un fucile... hihihihihi... ma ho idea che voi siate più tipo da duelli... hihihihihi... immagino per qualche bella dama già ammogliata... hihihihihihi...” Anche i suoi intorno a lui risero. E pure sul volto di Tommaso apparve, sebbene per un momento, un leggero sorriso di compiacimento per quel vago complimento, sebbene nessun gentiluomo lo avrebbe definito come tale. “Comunque grazie.” Con un ghigno l'uomo a Tommaso. Il giovane allora mostrò un leggero quanto impacciato inchino col capo e poi salì anch'egli sul calesse insieme alle sue due cugine. E lasciarono il molo per tornare al loro palazzo. |
Yolanda era ancora visibilmente agitata quando Clio la prese da parte chiedendo cosa effettivamente avesse visto.
“Tra quelle nuvole, laggiù...” disse la ragazza indicando il punto in cui aveva visto quella cosa “... è emerso da là... dalle nuvole basse... in un attimo si è alzato in volo... aveva come due ali spiegate ed una grossa pinna sul dorso... era lungo ed affusolato, ma anche alto e spesso... e gli pendeva come una catena dalla parte d'avanti... è durato un attimo... poi è svanito tra le alte nubi sull'orizzonte...” strinse le mani di Clio “... l'ho visto davvero... esiste... esiste! L'altra notte ci ha urtati ma non si vedeva nulla... ora invece si... era il mostro!” “Ah, questa ragazza ha preso troppo Sole secondo me!” Esclamò Zarat. “Non ho preso troppo Sole, lurido zoticone!” Con astio Yolanda. “A volte capita che le nuvole sull'orizzonte assumano forme strane, spingendo poi chi le guarda a credere in qualche strana visione.” Fece Yanos. “Esistono i miraggi nel deserto” mormorò Luis “e magari avvengono anche sul mare.” “E cosa allora l'altra notte ha urtato la nave su cui viaggiavo?” Fissandolo Yolanda. “Un miraggio forse? Complimenti! Siete arguti per essere dei corsari!” “E voi apparite un po' troppo vivace per aver visto un mostro svolazzante, milady.” Intervenne Samoa. “Per vostra informazione” fece la ragazza “io non ho paura di quel mostro. Se esistono i mostri, allora ci sarà anche un prode cavaliere o un affascinante pirata pronto a salvarmi.” Sventolando il suo ventaglio. Ma proprio in quel momento la vedetta sull'albero maestro indicò qualcosa. Una lancia era stata avvista a mezza lega dall'Hydra. “Cosa diavolo ci fa una lancia in alto mare?” Sorpreso Zarat. “Forse sono dei superstiti di qualche naufragio.” Guardando nella direzione della lancia Yanos. |
Ascoltai attentamente le parole della ragazza, alzando più volte lo sguardo verso il cielo.
"Mostro o no.." Dissi infine "Qualcosa infesta queste acque, questo è sicuro... Gli affondamenti sono troppi, non possiamo certo restare indifferenti..". Poi la vedetta mi distrasse. "Se sono quelli del Gozocuda portiamoli a bordo, ma vediamo di evitare cantonate che non è giornata.." Sbuffai. Presi così il cannocchiale e guardai in direzione della lancia "Vediamo un po'...". |
Clio col cannocchiale vide la sagoma di quella lancia che sembrava navigare verso l'Hydra.
Dopo un po', quando la distanza fra essa ed il veliero pirata diminuì, l'Angelo della Tempesta riuscì a scorgere chi vi fosse a bordo. Erano tre uomini che mostravano una bandiera bianca cucita alla buona, con camicie e pezze vecchie. Agitavano poi le braccia in direzione del veliero per farsi soccorrere. “Forse sono davvero dei naufraghi...” disse Yanos a Clio “... chiedono di essere presi a bordo... cosa facciamo?” “Magari il mostro ha affondato la loro nave.” Mormorò Yolanda, agitando il suo ventaglio. |
Presi un profondo respiro.
"Tu vorresti essere salvato da una nave di pirati?" Sospirai "Beh, magari hanno notizie sul mostro che possono esserci utili.. Poi sono solo tre.. Se dovessero darci noie non faranno una bella fine.. E sia.. Tirateli su.. Sono troppo buona oggi.. Ma state attenti, finché non saremo sicuri che non sono armati..". |
La lancia si avvicinò ancora all'Hydra, fino a quando fu abbastanza vicina allo scafo al punto da poter udire le voci dei tre naufraghi.
“Il Cielo sia lodato...” disse uno dei tre “... navighiamo in mare aperto dall'alba... ormai ci credevamo perduti...” “Chi siete?” Chiese Yanos. “Degli stupidi” rispose il naufrago “o dei pirati come voi.” Rise. “Infatti solo dei matti o dei filibustieri potrebbero chiedere soccorso a gente come voi, no?” “Siamo infatti pirati come voi...” un altro di quei tre “... siamo gli unici superstiti del veliero Barracuda... siamo stati assaliti dalla Regina Rosa dell'ammiraglio Velv... ci ha affondati e poi ha portato via gli unici superstiti... noi ci siamo salvati gettandoci in mare e recuperando poi questa lancia dal Barracuda che colava a picco...” “Quanti uomini ha portato via quella nave ammiraglia?” Domandò Yanos. “Tre...” rispose quel naufrago “... due uomini ed un bambino... verranno giustiziati sull'isolotto di Nisidas domattina al sorgere del Sole...” |
Sorrisi, amara "Ah, maledetti soldati...".
Sospirai. "Disarmateli e fateli salire a bordo.." Ordinai "Benvenuti sull'Hydra..." Mi voltai poi verso l'equipaggio "Preparate il rum per i nostri ospiti.." Sorrisi "Siamo diretti a Portuga, ma non penso sia un problema per voi.. Venite..". |
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