Affy e Hasty risero alle parole di Destresya.
"Su, va a farti un bel caffè e cerca di non bere così tanto." Disse il vicescriffo al beone.
Questi annuì ed andò via, poco convinto.
"E' darti, sceriffo." Affy a Destresya. "Vado a fare il giro di ronda?"
In quel momento squillò il telefono.

L'incantesimo di Queennie accarezzò la mente di Absyns, che nonostante il suo parlare di misticismo e new age non poteva certo difendersi dalla magia di lei.
"Che ne dici..." disse "... se saliamo in camera mia? Beviamo qualche altro bicchiere e magari ripassiamo il copione... vuoi?"

Respirai a fondo ed annuii, avviandomi verso a macchina.
Ciò che successe dopo, mi lasciò senza parole.
Nel momento in cui l'animale si avventò su Elv ed io sentii le sue urla, il sangue mi si gelò nelle vene.
Urlai il suo nome, forse no, non capivo più nulla, avevo presente solo l'orrore che stavamo vivendo, mentre l'animale faceva scempio del suo corpo.

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Davanti a Gwen quello spettacolo terribile, mentre Elv grdava a squarciagola.
Ma l'animale era grosso e lo stava azzannando più volte.
Poi un copo di fucile nel buio.

Un sorriso mi illuminò il viso, mentre Absyns faceva la sua proposta.
"Va bene, basta non esagerare con l'alcol... domani sarà una giornata molto stancante." dissi con tono tranquillo.

"Tranquilla, in camera ho anche della limonata." Disse divertito Absyns a Queennie. "Andiamo?" E salirono in camera di lui.
Absyns accese una luce bassa e mise in sottofondo della musica soft.
Infine prese il copione.

Scossi la testa mentre il povero beone se ne andava via scnsolato.
Ma non potevo certo star dietro a tutti gli esaltati della città!
Annuii ad Affy.
"Sì, fai pure, e controlla che il nostro amico non si metta nei guai, già che ci sei.." indicando l'ubriacone con un cenno del capo.
Poi suonò il telefono e risposi.
"Ufficio dello sceriffo!" ancora seguendo con lo sguardo la figura dell'uomo che usciva nella notte.

Iniziai a piangere, per le sue urla strazianti e perchè non potevo in alcun modo aiutarlo.
Questo mi distruggeva.
Non avrei potuto fare nulla e non mi sarei rassegnata all'idea che finisse in questo modo.
Un colpo di fucile squarciò l'aria e mi terrorizzò definitivamente, come se ciò che stavo già vivendo non fosse abbastanza.

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Seguii Absyns in camera sua dove, una volta giunti, il ragazzo mise su un po' di musica e prese il copione.
Mi sedetti sul divano di pelle, accavallando le gambe elegantemente.
"Quale scena desideri provare?" domandai con voce seria.

"Pronto..." disse una voce al telefono "... lo sceriffo?" A Destresya. "Devo parlare assolutamente con lo sceriffo! E' urgente!" Dal tono agitato.
Intanto, nel bosco, quel colpo di fucile aveva generato un profondo silenzio.
Poi tutto accadde in fretta.
Erano stati gli uomini del ristorante, arrivati giusto in tempo per abbattere l'animale.
Presero Elv che aveva perso conoscenza e sembrava in gravi condizioni, portandolo nel più vicino studio medico.
Dopo un pò Gwn era seduta in una squallida sala d'attesa, aspettando notizie dal medico.
In quel preciso istante Queennie era in camera con Absyns.
Lui guardò le gambe di lei accavallate e riempì 2 bicchieri.
"Ripassiamo il primo incontro dei nostri personaggi?" Offrendole da bere.

Accettai il bicchiere e bevvi un sorso di quel liquido alcolico. Poi lo poggiai sul tavolino vicino al divano.
"Certo, prenditi pure il tuo tempo per entrare nel personaggio!" dissi per poi rimanere in attesa del suo aggancio.

Vidi arrivare degli uomini, mi sembravano quelli del ristorante, ero troppo scossa per riconoscerli.
Successe tutto in fretta, loro riuscirono ad abbattere l'animale, mentre Elv poco dopo veniva portato in ospedale.
Rimasi in silenzio ad aspettare in sala d'attesa, sola e sconfortata, senza notizie o supporto.
Era una situazione surreale.
Mi sembrava di essere in uno di quegli strani film thriller, in cui succedono cose devastanti da un momento all'altro e non comprendi né il perchè né come andrà a finire.
Faticavo a capire cosa fosse davvero successo in una sola giornata, poco dopo il mio arrivo.
Non mi aspettavo nulla di tutto questo, davvero nulla.

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Absyns annuì a Queennie e sorseggiò ancora il suo vino, per poi posare il bicchiere sul tavolo.
Ma prima che l'attore potesse aprire bocca degli insoliti rumori giunsero dal'esterno.
Come se una vivace confusione risalisse dal basso fino alle finestre della loro camera.
Voci accavallate, confuse, eccitate si rincorrevano nell'aria fredda della sera, mentre un freddo ed insistente vento sferzava gli alberi della campagna.

Gwen ad un tratto vide comparire un uomo in camice bianco del corridoio.
"Lei" disse avvicinandosi il medico "è una parente del signor Bell?" Fissando la giornalista.

Avevo lo sguardo fisso, sentendomi vuota, quando poi saltai sentendo un medico parlarmi.
Mi alzai subito, reggendo malamente la giacca.
"No... Ci conosciamo da poco, eravamo andati a cena... Non mi risulta che ci sia qualcuno per lui, della famiglia..." mormorai, ancora scossa.

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"Capisco." Disse annuendo il medico a Gwen. "Comunque il signor Bell ora è stabile. Lo abbiamo sedato e aspetteremo domattina per valutare il suo stato. Ha subito ferite di primo e secondo grado, fortunatamente nessuna riguardante organi vitali. Doveva essere molto grossa e forte la bestia che lo ha assalito. Era un orso, vero?"

Tirai un sospiro di sollievo, sente do che era stabile e che non era più in pericolo.
Probabilmente, non avevo mai provato un tale terrore in vita mia, mai.
"Non ne ho idea... L'abbiamo investito, ma era troppo buio per vederlo... È successo tutto troppo in fretta..."

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"Ora vada a riposare, il signor Bell sarà sotto osservazione tutta la notte." Disse il medico a Gwen. "Comunicheremo l'accaduto allo sceriffo e si occuperà del caso, non tema."

Rimasi un secondo in silenzio, poi annuii.
Non ero contenta di lasciarlo, ma vedevo che , al momento, non c'era altro da fare.
Uscio allora dall'ospedale e sperai almeno in un taxi che potesse portarmi all'albergo.

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Gwen uscì dall'ospedale, ma non trovò nessun taxi per tornare all'albergo.
Inoltre l'ultima corsa degli autobus si era conclusa da un bel pò.
Era ormai Mezzanotte e le luci della cittadina illuminavano freddamente le strade e i quartieri.

Ovviamente, come se non fosse stato già abbastanza tutto quello che era successo in una sola giornata, non c'erano mezzi.
E giustamente, avrei aggiunto, dal momento che era praticamente mezzanotte.
Sbuffai stringendomi nella giacca, avvilita come non mai e mi incamminai verso l'albergo.
Speravo solo di arrivare quasi incolume, non solo all'albergo ma anche al mattino dopo, dal momento che non avevo certezze che ciò sarebbe successo.

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Le strade erano quasi del tutto isolate e solo di tanto in tanto unamacchina passava sull'asfalto reso asciutto dal vento freddo.
All'angolo di un vicoletto Gwen vide un mendicante seduto su un cartone.
"Da qualche spicciolo a qesto povero vecchio, ragazza..." disse quello tendendo la mano verso la giornalista "... un tempo servivo Messa... fa la carità ad un ex prete..." con la sua voce rauca.

Il vento mi sferzava la faccia, mentre maledivo questo viaggio di lavoro dall'inizio alla fine.
Le strade erano presumibilmente vuote, non c'era da stupirsi, con ogni probabilità ero l'unica persona.
Anzi, no, c'era un tipo.
Un senzatetto, che mi chiese l'elemosina.
Gli allungai allora dei soldi, non solo perchè mi sembrava giusto, ma anche per solidarietà nel disagio, in questa notte fredda e ventosa.

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Il barbone prese avidamente i soldi datigli da Gwen, infilandoseli poi nel cappotto.
"Torna a casa, ragazza..." disse mentre lei si allontanava "... è una brutta notte per andare in giro... il diavolo è sceso sulla Terra poco fa... l'ho visto io... con questi occhi... come il Carro di Ezechiele... avvolto dal fuoco..."

Prese i soldi con un certo trasporto, ma non lo biasimavo.
Annuii quando disse di rientrare, era quello che speravo, ma poi cominciai a non seguirlo più, al carro di Ezechiele e tutto il resto.
"Oh... Beh, sono certa che abbia ragione lei..." annuii, incamminandomi per tornare prima possibile.

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Gwen attraversò un isolato, una piazzetta ed imboccò una stradina laterale, arrivando così davanti all'albergo.
E qui notò una strana agitazione.
Infatti davanti ai cancelli c'era una decina di persone, tutte eccitate ed impegnate a parlare fra loro animatamente.

Dopo quel dedalo di vicoli e piazzette, l'albergo mi sembrava praticamente un miraggio.
Tuttavia, la notte non si decideva a finire, poichè vidi una certa agitazione nei paraggi.
Mi avvicinai allora alla folla, per capire cosa avesse causato tanta calca a quest'ora della notte.

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Gwen si avvicinò e riuscì a capire, nonostante la confusione, che qualcuno di loro aveva visto qualcosa sopra il bosco.
"L'ho visto poco fa..." disse un uomo di mezz'età "... si è illuminato all'improvviso, come se bruciasse, per poi picchiare verso il suolo. Credo si caduto alle pendici della Montagna dei 7 Avvoltoi!"
"L'ha visto anche il figlio maggiore dei Cafen..." una donna "... lui tornava alla sua fattoria dopo aver passato la sera da alcuni amici per giocare a carte...e dice che sembrava un proiettile incandescente che cadeva dal cielo."
"Avete udito? Un altro ancora. "Il rampollo dei Bell è stato aggredito da un grosso animale nel bosco... e se avesse a che fare con quella luce scesa dal cielo? Magari era davvero il demonio che cadeva dal Paradiso!"

Attesi che Absyns si sentisse pronto, così da poter provare al meglio la nostra scena ma, prima che potessimo cominciare, sentii voci vivaci provenire dall'esterno.
"Ok, questa non me l'aspettavo!" esclamai prima di andare a verificare l'entità e l'origine di quell'allegra confusione.

Queennie si affacciò dal balconcino della camera di Absyns e vide una decina di persone, tutte esagitate, che parlottavano animatamente fra loro.
"Ehi..." disse raggiungendola Absyns "... che succede?" Chiese all'attrice.

Mi venne in mente ciò che aveva detto il senzatetto poco prima.
Era naturale che avesse frainteso, nel suo stato alterato e chissà di cosa si trattava in realtà.
Poi, addirittura tirarono in ballo Elv e lì mi sentii in dovere di intervenire.
"Il signor Bell era con me in auto quando è stato aggredito, si è trattato unicamente di un animale selvatico che è stato prontamente abbattuto subito dopo, senza il bisogno di crearvi storie fantasiose intorno" dissi, ritrovando la mia fermezza, dopo ore di disagio ed apatia.

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Una decina di persone era stanziata sotto al balcone di Absyns, rimasi a guardarli per qualche istante, cercando di decifrarne i discorsi che animavano le loro conversazioni.
"Ci sono dei tizi sotto al balcone." dissi indicandoli "Amici tuoi?" domandai sarcastica osservando il mio collega.

"Spiritosa..." disse ironico Absyns a Queennie "... piuttosto, andiamo a dare un'occhiata... sembra qualcosa di grosso..."
Così i 2 attori lasciarono la camera e scesero di sotto.
Davanti all'ingresso videro così quelle persone ancora agitate.
C'era anche Gwen.
Tutti però cominciarono a guardarla inmodo strano, curioso, ambiguo.
Un mormorio sorse fra loro, come se spettegolassero su di lei e su Elv.
"I Bell sono da sempre maledetti..." una donna fissando Gwen "... e sapevamo che il ritorno dell'ultimo rampollo avrebbe causato guai. Quello di stanotte era un segno. E magari ad aggredirlo è stato un lupomannaro."
"Si e ora anche lui diventerà un mostro!" Delirando un altro di quelli.

Mi guardarono in modo sospettoso, giudicante e capii perchè preferivo le grandi città ai paesi.
Tutti pronti a puntare il dito per motivi più stupidi e bigotti.
Addirittura tirarono in ballo anche i lupi mannari.
"Che gentaglia..." sibilai fra i denti, entrando in albergo per andare finalmente a dormire.

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Se pensavo che la serata si sarebbe conclusa in modo tranquillo, mi sbagliavo.
Accompagnata da Absyns, scesi al piano di sotto e, prima di uscire, lo fermai un momento.
"Ti avviso, secondo me sarebbe meglio farci i fatti nostri." per poi proseguire ed uscire dove persone agitate erano radunate a spettegolare su un certo Elv.
Mi avvicinai alla prima persona a me vicina, una ragazza dai lunghi capelli rossi che sembrava star entrando in hotel.
"Scusami, che sta succedendo?" le domandai notando che l'attenzione e le occhiate dei presenti, ricadevano maggiormente su di lei.

Gwen si voltò per avviarsi verso l'albergo e mettersi alle spalle quel gruppo di esagitati.
"La sgualdrinella era sola nel bosco con Bell..." disse qualcuno di quelli mentre lei andava via.
All'ingresso dell'albergo Gwen vide venirle incontro Queennie, chiedendole cosa stesse succedendo.

Sentii solo di striscio i loro commenti e sperai che, se davvero c'era un lupo mannaro nei dintorni, gli sbranasse quelle lingue lunghe e pettegole che avevano, di sicuro avrebbe avuto da mangiare per i prossimi trent'anni.
Poi, mi si avvicinò una ragazza per sapere cosa fosse successo.
"Succede che siamo nel medioevo e la gente crede che stanotte sia caduto un lupo mannaro infuocato dal cielo. Bel posticino istruito, questo, vero?" sputai sarcasticamente, forse con troppo veleno, che di certo non era indirizzato a lei.

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Percepii l'esasperazione della ragazza, il sarcasmo tagliante che riservò violento alle persone dietro di lei.
Sentii qualche epiteto provenire dalla folla e le parole della rossa, che accennavano ad un lupo mannaro, mi lasciarono perplessa.
Il soprannaturale era materia di mia competenza, ma davvero esistevano persone capaci di mutare forma?
"Beh, questa è una cittadina pressoché sperduta... l'ignoranza la fa da padrone." risposi cordialmente cercando di tranquillizzare la giovane.
"Scusatemi!" urlai nel tentativo di attirare l'attenzione della folla "Si può sapere cosa sta succedendo? Io e altri attori dobbiamo riposarci per domani e ci sarà impossibile farlo se voi continuate ad urlare!"

"Succede che stanotte è accaduto qualcosa." Disse uno di quelli davanti all'albergo rivolto a Queennie, mentre Gwen rientrava in albergo.
In quel momento arrivarono anche Gusve e Sannah, seguiti poi da Isolde e Runky.
Il regista allora cercò di mandar via quei fanatici e il casino attirò alcuni addetti alla sicurezza dell'albergo.
Fu allora chiamato l'ufficio dello sceriffo e poco dopo arrivò il vecesceriffo Affy, che riuscì infine a scacciare quella decina di esagitati.
"Incredibile come il folclore renda così sciocchi." Commentò Sannah.

Sospirai e cercai di calmarmi, annuendo a ciò che diceva lei, perchè sapevo che aveva ragione, ma davvero quel modo di pensare mi irritava e faceva uscire la mia parte peggiore.
"Comunque, scusami per poco fa, non volevo aggredirti, è solo che certa gente farebbe meglio a tacere..." scuotendo la testa, dopo che si rivolse alla marmaglia.
"Io mi chiamo Gwen" sorridendo a stento e porgendole la mano.

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