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“Siete dunque sconfitta, mia cara cognata.” Disse lui ad Altea. “Ma come detto non richiederò pegno. Dopotutto il piacere di aver giocato con voi è già un premio intrigante.” Con un sorriso misterioso.
Se Lucifor, il poeta maledetto di tante rime perdute, abbia sorriso mai durante la sua inquieta esistenza, di certo sarebbe stato simile al volto di Andorre in quel momento. “Stasera una Luna enigmatica brilla nel cielo... non trovate?” Chiese ad Altea. Ad un tratto fuori si udì il passo di diversi cavalli che giungevano. Siculon trasalì. “Eri andata” disse con occhi d'ira a Gwen “per vedere uno di quegli schiavi? Ma sei impazzita? Hai perduto il senno e la dignità? Uno schiavo!” Alzandosi. “Giura... giura che davvero quell'uomo ti ha aggredita, Gwen! E ricorda che dalla tua risposta dipende la sua vita! Seppur uno schiavo, nessuno merita di morire per una colpa non commessa!” |
Sobbalzai quando si arrabbiò, ma avevo previsto questa sua reazione.
Forse era vero che avevo perso il senno, ma cosa potevo farci? Non lo avevo scelto io. "Certo che mi ha aggredita, lo hai visto anche tu il vestito. Non avrei motivo per averlo inventato..." ribattei. Poi, gli raccontai tutto ciò che mi aveva fatto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ero persa in quello sguardo ammaliatore, ma non lo temevo. Il suo sorriso e sguardo erano enigmatico, per qualcuno pure talmente arditi da far paura, ma non per me.
"Si, fuori la Luna é stupenda stanotte, gradite una camminata in giardino per prendere aria fresca?" con finta aria ingenua. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Siculon ascoltò Gwen senza interromperla e senza lasciar trasparire alcuna emozione.
“Bene.” Disse alla fine. “Quell'uomo avrà ciò che si merita. Io sono un uomo giusto e non farò nulla all'altro, quello ossia che ti ha spinto alla scellerata idea di andare al capanno di notte. Ma me ne libererò, vendendolo a qualche altro padrone. Così che non cadrai più in discutibili tentazioni.” Fissandola. |
Andorre sorrise nello scorgere la finta aria ingenua di Altea, ma che lei sapeva mostrare in maniera molto credibile.
"Certo, cara cognata." Disse. "Se avete desiderio di passeggiare in giardino sarò lieto di farvi da accompagnatore. Dopotutto è mio dovere. Siete un pò come una nuova sorella, essendo voi stesse sorella di mia moglie." Invitandola ad uscire con lui. Intanto il vecchio De Bastian fu informato da un servitore che i cavalli uditi davanti alla villa erano quelli dei soldati. Così il vecchio andò a parlare con loro, ricevendoli nel suo studio. |
Non ribattei, perché almeno aveva detto che non avrebbe fatto nulla ad Elv.
Non ero felice all'idea che lo allontanasse, ma mi ero preparata anche a quello. Ero certa che lo avrebbe fatto. Rimasi in silenzio senza dire una parola, perché cosa avrei potuto dire? Era stato più giusto di quanto mi aspettassi e di quanto sarebbero stati molti altri al suo posto. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Puoi andare ora.” Disse Siculon a Gwen. “E cerca di dimenticare questa storia. Soprattutto quei due schiavi, sebbene per motivi diversi.”
Allora ordinò a Grez di accompagnarlo nei campi. Giunto là, fece prendere Elv e Montel, interrogando quest'ultimo che ovviamente negò tutto. Siculon però aveva creduto a sua nipote e fece frustare a sangue Montel, per poi impiccarlo. Elv invece fu portato alla villa e rinchiuso nelle scuderie, in attesa di essere venduto. |
Sospirai e uscii dal salone.
Già, forse andava solo dimenticato, forse era stato solo una parentesi sbagliata che andava cancellata. Mi sentii libera quando sentii che Montel era stato impiccato. Libera, leggera, sentii che era stata fatta giustizia e che lo zio, dopotutto, mi aveva creduto. Ma sentii poi che Elv era stato portato nelle scuderie in attesa di essere trasferito. Beh, avevo già i miei abiti da cavallerizza indosso... E volevo almeno salutarlo. Così, sgattaiolai nelle scuderie per vederlo un'ultima volta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Las Baias era vivace come la ricordavo, con i suoi colori i suoi profumi e quel fascino che hanno le cittadine di mare, dove tutti sembrano in procinto di partire, o essere appena arrivati da qualche posto esotico.
Mi guardavo attorno, come se la vedessi con occhi nuovi, sorridendo. Dopotutto ero in vacanza, oh, io ero sempre in vacanza, la vedovanza mi donava. Osservai il maestoso maniero del governatore. "Manca molto?" chiesi poi a Stewart, impaziente di sbrigare quella commissione. |
Gwen arrivò nelle scuderie senza essere vista e vi trovò Elv, incatenato a delle staffe sui muri, con gli abiti lerci ed ancora i segni delle frustate.
Era addormentato e non si accorse del suo arrivo. |
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