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C'era un sacco di gente, questo non ci voleva.
"Sorella, devo sincerarmi, di persona, delle condizioni del cavaliere.. Ne va del l'esito della giostra.." Con un tono che non ammetteva repliche. "E che rimanga tra noi, sorella..." Abbassando la voce "Non potete fare niente per impedirmelo..". Entrando poi nel padoglione. Vi trovai Jean. Lo guardai stupita "Messer Jean.." Avvicinandomi. "Se voi siete qui deduci che la situazione è sotto controllo.." Mi guardai intorno "Dov'è la vostra principessa?". Mi avvicinai a lui e sussurrai piano, in modo che lui solo udisse. "Sono qui per finire il lavoro del maresciallo.. Capirete che devo vederlo.. Da sola..". Mi allontanai appena e parlai ad alta voce. "Il barone Ferico mi manda a sincerarmi delle condizioni del cavaliere per valutare l'esito del torneo.. Devo vederlo, adesso.. La folla è impaziente..". |
“Il Cielo vi benedica, milady.” Disse una delle suore a Dacey. “Per ora possiamo fare poco, se non sperare che la febbre scenda presto. E' stato colpito da una scheggia di lancia all'altezza della spalla. Badate che la febbre non gli salga ancora e di tanto in tanto bagnategli la fronte con quest'acqua fresca.” Sorrise alla principessa e andò via.
Intanto il cavaliere era sempre privo di conoscenza e la febbre alta lo portava ad avere deliri. “Il torneo...” mormorò nel delirio “... il torneo...” sudando ed agitandosi. |
Jean guardò Clio ed annuì.
Tuttavia la suora fu categorica. “Per ora nessuno può entrare.” Disse la religiosa. “Siete qui perchè sua signoria chiede di conoscere le condizioni del cavaliere? Ebbene riferite pure al barone che il ferito non potrà proseNon guire oltre in questo torneo. Dunque si regolino di conseguenza secondo le regole della giostra.” Poco dietro di loro, però, c'era Pepino lo scudiero che guardò Clio e la riconobbe subito. “Ne avete fatta di strana, donzella.” Sorridendo con aria da ebete. “Eravate nel bosco a domandar di cavalleria ed ora invece siete abbigliata da perfetta madrina.” Ridendo. Lì però c'erano anche Adespos e Gaynor. “Non credo sia una buona idea...” fece il brigante “... siamo due mendicanti” sottovoce “e non credo che le nostre vite valgano poi molto. Queste suore sono qui per curare i feriti e difficilmente sarebbe permesso loro di utilizzare i padiglioni per occuparsi di due pezzenti.” |
“Oh, è tornato il padrone...” disse Josephine a Gwen, per poi asciugarsi gli occhi “... meglio non mi faccia trovare qui... tu ricomponiti e poi scendi di sotto...” ed uscì dalla stanza.
Era ormai pomeriggio inoltrato. |
"E allora cosa facciamo? Qui non scopriremo nulla... torniamo indietro all'altro padiglione? Quello dove c'era il burbero..." Mi sentivo alquanto impotente ed inutile, eravamo lì da ore senza aver concluso nulla e, da parte mia, senza sapere nemmeno cosa cercare o cosa aspettarsi.
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Continuai a detergere la fronte del cavaliere dopo che la suora se ne andò.
<<_Ssshhh va tutto bene>> lo rassicurai non appena questi riprese conoscenza anche se ancora molto confuso. << Avete battuto il maresciallo, ora riposate. Sono qui per aiutarvi, sono la principessa Dacey... Shh tranquillo >> |
Lanciai un'occhiata a Jean.
Possibile che stesse così impalato? "Mi spiace, ma devo vederlo... Voglio proprio vedere come farete a fermarmi.." Con un sorriso vagamente digerito. Poi sorrisi a Pepino. "Salute a voi.." Con un cenno del capo "Non sono una madrina.." Sorridendo. |
Sospirai sonoramente quando Josephine se ne andò.
Non volevo scendere; adesso sapevo il motivo per cui aveva reagito così al suo risveglio, e non potevo dargli torto, era una situazione terribile, ma come avrei fatto a far finta di nulla? Come se non fosse successo niente fra noi due quella mattina, solo poche ore prima? Contrariata, mi alzai, mi sciacquai il viso, e cambiai abito, poichè quello si era impolverato e sporcato di terra mentre eravamo alla torre. Scelsi un vestito verde, della stessa tonalità dei miei occhi, verde foglia, di raso, con dei profili argento e un taglio vagamente celtico che dava un tocco particolare al vestito. O forse,mi ricordava semplicemente Casa. Cercai poi di sistemare i miei indomabili capelli rossi. Non sapevo perchè facevo tutto questo; forse per mostrarmi in apparenza più forte e sicura, o forse per sentirmi meglio. Una volta finito, mi feci forza e scesi sotto. |
“Sono certo che non siete una madrina.” Disse Pepino a Clio.
E corse via dal padiglione. “A questo punto” Adespos a Gaynor “direi di dedicarci all'altro cavaliere e magari tornare qui più tardi.” E fece cenno alla dama di seguirlo. Uscirono e cominciarono a seguire Pepino, che raggiunse il padiglione del suo padrone. Intanto la suora lanciò un'occhiataccia a Clio. “Mi spiace, ma sono costretta a ripetervi che per ora non potete entrare.” Disse la religiosa. “Dunque fatemi la cortesia di attendere qui fuori o magari tornare più tardi. Quando il cavaliere starà meglio potrete vederlo.” E si piantò davanti all'entrata col chiaro intento di non spostarsi. |
Il misterioso Cavaliere Esiliato riaprì i suoi occhi azzurri per un momento.
Guardò Dacey per un istante e poi li richiuse, tornando a parlare nel suo delirio. “Non posso...” disse ansimando “... non posso restare... qui... mi... uccideranno...” |
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