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“Parleremo dopo di queste cose, ragazzo mio.” Disse Redentos a Parsifal.
Fissò poi Lilith. “Non abbiate paura...” mormorò “... la belva si nutre della nostra disperazione... concentriamoci sull'enigma... coraggio, in tre riusciremo a trovare la soluzione... quale può essere quella cosa che appena cade diviene acqua?” |
eppure il tuo nome mi è famigliare dissi guardandolo sarà un altra persona io non saprei cosa chiedere come desiderio poi guardai gli altri e dissi voi avete qualche desiderio da chiedere a questa persona? e li guardai dritto negli occhi
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Barius mi fissò, rimasi stupita quando mi chiese di Fyellon, come mai teneva cosi tanto a lui?
Sir Seth sembrava pure colpito da questa storia, apprezzai come egli teneva a spronare il ragazzo, quando ad un tratto tutta la montagna tremò. Barius era spaventato, non capiva cosa stesse succedendo.."Barius, non sono gli spiriti bensì i soccoritori e tra poco uscirete. Non dovete avere paura..ora...andrò a chiamare Fyellon cosi sarete più tranquillo." Feci un cenno d'intesa a sir Seth e sottovoce gli parlai "Sir Seth, Barius è da giorni rinchiuso qui e penso abbia perso cognizione di tempo, luogo e altro, voi sostenetelo e io ritornerò nel frattempo a chiamare Fyellon nella locanda, Barius si fida ciecamente di lui e penso sia l'unico che possa tranquilizzarlo." Uscii di corsa dalla montagna e entrai nella locanda, vi era ancora più folla, cercai il locandiere e chiesi lui dove si trovasse Fyellon. |
Quella porta fu chiusa con un secco cigolio e due giri di chiave ne decretarono l’ineluttabilità.
Io, immobile al centro della minuscola cella, respiravo lentamente... era accaduto tutto tanto in fretta che ancora faticavo a mettere insieme le idee... la festa, le risa, il sollievo per la sorte di Delucien, le parole e l’intenzione di ripartire subito, al più presto... e poi il tempo che di nuovo sembrava scadere... quei passi sul palco di legno e l’inconfondibile suono di una spada sguainata, le mie mani che avevano stretto quelle di Guisgard e quel suo movimento verso di me, le domande di Delucien, il grido di Margel, le parole dei Cavalieri... e poi di nuovo eravamo stati separati con la forza... avevo sentito Guisgard opporre resistenza, lo avevo sentito combattere per restare con me, poi quel colpo sordo che lo aveva fatto cadere e le sue parole, la voce spezzata... “Non... non temere, Talia... non temere...tornerò da te...” ...e quella lacrima che allora mi era scesa lungo la guancia. Ciò che era accaduto dopo era molto confuso nella mia memoria... ricordavo la mano del Cavaliere che stringeva il mio braccio con tanta forza da farmi male, ricordavo di essere stata caricata su quel cavallo quasi fossi un pacchetto di nessun valore, ricordavo di aver chiuso gli occhi per impedirmi di mostrare la pur minima emozione. Ed infine ricordavo le parole della badessa... parole dure, aspre, accusatorie... ero rimasta in silenzio, tuttavia, ed avevo ricambiato il suo disprezzo con la più impenetrabile delle espressioni. Strinsi di più quel rosario che mi era stato lasciato... un rosario... un rosario perché mi sostenesse... sorrisi amaramente all’ipocrisia di quel gesto: mi avevano presa, catturata, mi avevano separata da lui, mi avevano rinchiusa ed intendevano giocare con la mia vita... eppure si preoccupavano di lasciami quel rosario perché mi sostenesse? Lo credevano davvero? Credevano davvero che il mio fosse solo un capriccio? Che fosse qualcosa da condannare? Come potevano pensare questo... come si permettevano? Con quale diritto si permettevano di giudicare qualcosa di così bello, puro, semplice, intenso, vero... Lentamente scivolai a terra, quella maschera impenetrabile dietro cui mi ero nascosta cadde ed una lacrima scese a rigarmi la guancia... |
Guisgard fissava la luce che giungeva dalla piccola finestrella che si apriva in alto nella cella.
Era a terra, sull'umida pietra e inquieto si torturava per non essere stato in grado di fuggire da tutto ciò. Mille immagini attraversavano la sua mente. Le guardie ducali, i Cavalieri della Luna Nascente e la loro cattura. Ma più di tutto, gli ritornava alla mente il bacio dato a Talia. Cercava allora di comprenderne il senso ed il valore. Ad un tratto udì dei rumori e poi delle voci. Fuori dalla cella, infatti, erano appena arrivati Fernand e Delucien. “Salute, cavaliere.” Disse il nuovo Gastaldo al cavaliere della Luna Nascente che faceva la guardia al prigioniero. “Tutto bene?” “Si.” Annuendo il cavaliere. “Presto torneranno i vostri compagni.” Fece Delucien. “E questa storia finirà. Spero comprenderete il mio comportamento.” “Si.” “Vi va di giocare?” Domandò Fernand. “A noi non è concesso giocare per denaro.” “Allora giocheremo per passare il tempo.” Sorridendo Fernand. “Conosco un gioco simpatico ed innocente.” “Di cosa è accusato il prigioniero?” Chiese Delucien. “Tradimento ed omicidio.” Rispose il cavaliere. “Ha rapito la ragazza, che è destinata a divenire sacerdotessa del nostro ordine e ha ucciso uno dei nostri.” “Ecco tre santini...” mostrando le tre figure Fernand “... San Giuseppe e San Francesco perdono...” cominciandoli a mischiare velocemente “... mentre Santa Rita vince... dov'è Santa Rita?” “Voglio vedere il prigioniero.” Disse Delucien. “E chiedergli perchè ci ha nascosto la verità... basterà solo un momento.” Ed entrò. Nel vederlo, Guisgard si alzò in piedi. “Non c'è tempo...” mormorò Delucien “... vi ho fatto portare qui perchè in questa cella vi è una botola...” si chinò e spostando il lettino mostrò il passaggio al prigioniero “... vi condurrà fuori. Andatevene subito...” “Dov'è Talia?” Chiese Guisgard. “Lei non corre rischi, voi si...” fissandolo Delucien “... è in un monastero...” “Non lascerò questo paese senza di lei.” “Non vi liberete mai di quei cavalieri fin quando ci sarà lei con voi...” disse Delucien “... amate molto vostra sorella...” Guisgard non rispose. “Già, forse troppo...” sorridendo Delucien. “Non mi credete, vero?” “Credervi?” Alzandosi Delucien. “Su cosa? Sul fatto che siete innocente? Non siete un traditore, si vede chiaramente, né tanto meno un assassino... ma non vi credo sul fatto che siete fratello e sorella...” rise “... io non bacerei così una mia sorella...” “Era un bacio per la festa...” mormorò Guisgard “... come un gioco... eravamo Lancillotto e Ginevra... era solo un bacio finto... finto, come tutta la festa...” “Di finto c'è ben poco...” disse Delucien “... voi siete perdutamente innamorato di lei... e non sono certo l'unico a pensarlo...” “Tutti sembrano accorgersene...” appoggiandosi al muro Guisgard “... tutti tranne lei... per Talia sono un fratello... nulla di più...” “Non c'è tempo, ora dovete andare via.” Fece Delucien. “Margel vi sta aspettando nella campagna... questo passaggio vi condurrà là... buona fortuna, amico mio.” Un'ora dopo, Talia, ancora nella cella del convento, udì dei rumori. La porta si aprì ed entrò una monaca. Questa, rimasta sola con la prigioniera, si alzò il velo e mostrò il suo volto. “Come state, Talia?” Domandò Margel alla prigioniera. |
Altea tornò alla locanda e chiese di Fyellon.
Il cavaliere era insieme a Gerprando ed entrambi discutevano con alcune persone. “Io dico che state sbagliando tutto.” Disse un uomo giunto alla locanda. “Sono un ex minatore e dico che non è quello il modo migliore per soccorrere quel disgraziato. Scavare dall'alto comporta la perdita di troppo tempo... dovevate scavare di fianco.” “Ecco, noi...” mormorò Gerprando. “Abbiamo deciso per la soluzione più sicura.” Prendendo la parola Fyellon. “Forse occorrerà più tempo, ma così abbiamo ridotto il rischio di far venire giù la montagna.” “Tempo fa ci fu un caso simile...” fece l'uomo “... e noi scegliemmo di scavare lateralmente... lasciare un uomo in quelle condizioni per troppo tempo è pericoloso.” “E ditemi...” fissandolo Fyellon “... salvaste poi quell'uomo?” “Ecco...” chinando il capo l'uomo “... no, non ci riuscimmo...” “Già...” disse Fyellon “... allora risparmiateci le vostre opinioni.” |
“Beh, tre desideri non sono mica poca cosa...” disse Tieste “... io ne avrei qualcuno...”
“Ed anche io, ad essere sincero.” Fece Polidor. “Allora decidetevi.” Disse l'essere salvato dal pozzo a Cavaliere25 e ai suoi compagni. “Si, ma in fretta.” Mormorò il falco. “Dobbiamo andare. Ricordate che siamo ricercati.” |
Vidi Fyellon parlare con il capo dei cavalieri e alcuni uomini e mi avvicinai, ero di spalle, e ascoltai tutto il discorso. Il cuore iniziò a battere forte, per la prima volta iniziai ad avere paura..chi aveva ragione? Fyellon o quel minatore? Ma il minatore aveva fallito e da quello che avevo capito scavare la montagna dall'alto avrebbe comportato più giorni di lavoro e Barius era stremato, trattenni una lacrima a stento di nascosto.
"Fyellon...devo parlarvi, Barius chiede di voi, dovete venire a sostenerlo, ha bisogno di voi" e rimasi in silenzio, ormai senza speranze. |
Citazione:
"Giada.. Non so come dominare quel cavolo di cavallo.. La Lacrima di Cristo sarà già arrivata e sarà troppo tardi per la città.. Ti prego non so più che fare.." Avevo com l'impressione che per Tylesia fosse tutto perduto.. |
“Milady...” sussurrava la donna “Milady, vi prego... non piangete più, mia signora... vi prego, non piangete più...”
Ma io non riuscivo ad arginare quel pianto... i singhiozzi e le lacrime erano ormai incontrollabili, tanto che quasi non riuscivo più a respirare... “Basta, mia signora...” continuava la donna, carezzandomi piano la schiena, scossa da violenti singulti “Milady... sono certa che si troverà una soluzione... ne sono certa...” esitò “Vostro padre... vostro padre è un uomo ragionevole e giusto... ed egli non sceglie che il meglio per voi...” Quelle parole mi colpirono e così, finalmente, sollevai la testa e puntai gli occhi arrossati sulla buona donna... “Che cosa dite?” sussurrai “Cosa dite... io non capisco...” “Il Marchese...” mormorò allora lei, quasi incoraggiata dalla mia domanda “Questo Marchese sembra proprio il pretendente ideale, mia signora... è cortese e generoso... ed è uno dei maggiori alleati di Sygma... E poi... poi, mia signora, in ogni caso... in ogni caso, Lui è andato! E’ partito, milady... vostro padre l’ha messo al bando e forse non tornerà più... si trova dove non potete vederlo, dove non potete raggiungerlo...” La osservai per un istante, senza parole... ma mi sentivo come cullata dalla sua voce dolce e melodica... “Avete parlato con il cuore, balia?” sussurrai... “Si!” rispose subito quella “Si! Si, mia signora... con tutto il cuore e con l’anima!” Per un attimo rimasi in silenzio, poi i miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime... “Credevo che mi amaste...” gridai “Credevo che mi voleste bene come ad una figlia... ed invece non siete che una bugiarda! Siete una banderuola, pronta a girare al minimo cambio di vento! Cosa vi ha promesso mio padre se mi aveste fatto cambiare proposito? Eh? Cosa? Ma il mio amore per Andros non muterà con la stessa facilità dei vostri consigli... no, il mio amore per lui è eterno ed immutabile! Ed ora fuori di qui!” “Mia signora...” balbettò la donna... “Fuori!” Quella nuova visione mi colse di sorpresa a mi fece tremare... Il dolore di Chymela mi colpì e mi scosse... e le mie lacrime di preoccupazione si mischiarono alle sue... e per un momento io fui di nuovo lei e lei fu me... Fu appena un attimo... un attimo che ne racchiuse dentro molti altri... mi mancò l’aria... un attimo... poi tornai a respirare. Citazione:
“Margel?” mormorai, con un sussulto al cuore. Poi subito mi alzai in piedi e mi precipitai verso di lei... “Margel... oh, Margel, come siete entrata qui? Come mi avete trovata? Come sta Guisgard? Dov’è? Sta bene? Margel, vi prego, ditemi che sta bene... vi prego!” |
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