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Non feci alcun rumore, non parlai, non fiatai.
Il mio cuore palpitò e temevo quasi che mi avrebbe tradita, tanto forte era il suo battito. Li sentii parlare della bestia. Poi nulla. Passarono oltre e non mi videro. Sospirai silenziosamente e mi rilassai appena. Ma non troppo. Elv non era ancora tornato. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Trascorsero altri lunghi ed estenuanti minuti, poi finalmente Gwen vide due sagome uscire dai fitti alberi.
Erano loro, Elv e Therese. Lui avanzava guardingo, tenendo la piccola in braccio. Raggiunsero la carrozza ed entrarono. Un fischio al giardiniere e la vettura partì. "Gwen..." disse quasi la piccola nel rivedere la ragazza dagli occhi verdi, per poi abbracciarla "... pensavo fossi andata via per sempre... per sempre..." |
Hiss la pensava come me, sul fatto che non ci restava che aspettare.
Poteva davvero essere la bestia? Era possibile che fossero davvero più esemplari a seminare il terrore attorno a Sant'Agata? Fissavo quella carcassa intensamente, quasi che guardandola potessi trovare tutte le risposte che cercavo. Gli uomini si mossero per la ricompensa, come naturalmente c'era da aspettarlo da qualcuno che somigliava particolarmente a un brigante. Ruspon diede ordine di imbalsamarla, e io ringraziai che gli fosse venuto in mente perchè sapevo quanto Sua Signoria ci tenesse. Poi però si accorse di me, e io sorrisi candidamente, come se non vedessi nessun problema nella mia presenza lì. "Che ne pensate, messer Ruspon?" con aria preoccupata "Può davvero essere la bestia?" chiesi, con l'aria di chi vuole essere rassicurata. |
Avvertii il calore della sua mano sulla mia spalla e fui tentata dal sollevare la mia per poggiarla sopra la mano di lui ma mi trattenni, per non apparire inopportuna.
“ Si, mi sembra un’ottima idea. E se sarà necessario saprò convincere mio zio a fare ciò che dite . Vi do una mano a portare i volumi.” Prendendo il primo che mi trovavo davanti e sistemandolo con cura in una sacca. Fu il momento di congedarsi dal gentilissimo prete che ci aveva dato accesso a informazioni tanto preziose. “ Sono fiduciosa sapete? “ Sistemando la sacca coi libroni alla sella del mio cavallo per poi salire con un abile balzo. “ Siamo davvero una bella copp— squadra, io e voi.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Trascorse ancora tempo, interminabile.
Poi sentii altri passi ed il mio cuore si allargò di gioia e felicità. Erano Elv e Therese. Salirono e partimmo. Abbracciai e strinsi forte la piccola. "No, tesoro mio. Non potrei mai lasciarti, mai" sorridendole. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Si, una squadra formidabile.” Disse Cales a Dacey.
Aveva notato l'indecisione e la parola coppia appena sussurrata dalla ragazza, ma non ne parlò. Pensava si fosse trattato di un banale lapsus. Salutarono il curato e montarono sui loro cavalli. “Direi di farci un giretto ancora nei paraggi...” il naturalista “... magari verso quelle casupole... forse è un villaggio... chissà che non si scopra qualche altra cosa...” Si incamminarono nella boscaglia. Ad un tratto un grido. Era la voce di una ragazza, sicuramente giovanissima. Ancora un urlo, la voce rotta dalla paura, dal terrore, fiaccata dalla fatica. Di nuovo un grido. Come se corresse ed urlasse. “Viene da quella parte!” Cales alla nipote del presbitero. “Presto, Dacey!” Lanciandosi al galoppo verso le urla della ragazza. |
"Forse..." disse Ruspon a Destresya "... lo scopriremo presto."
"E' un pò paradossale, no?" Justine. "Cosa?" Fissandola Ruspon. "Fra tanti grandi cacciatori" ridendo lei "ha catturare la bestia potrebbero essere stati dei miseracci come quelli." Divertita. "Chi può dirlo." Ironico Hiss. "Io ho ben poca voglia di ridere." Fece il presbitero. "Voglio solo scoprire che questo dannato lupo sia la vera bestia." Indicando la carcassa che i soldati stavano portando via. Il giardiniere frustò i cavalli e la carrozza partì. Veloce percorreva il sentiero, con l'intezione di lasciare quei boschi e mettersi tutto alle spalle. Dopo circa un miglio qualcosa però fermò la loro corsa. Un nutrito gruppo di persone, con forconi e pale, bloccava il sentiero. Il giardiniere fermò subito, anche bruscamente, la vettura. |
Sorrisi, grata che non si fosse fermato sulla mia indecisione, cosa mi passava per la testa?!
Decisi di concentrarmi sulle redini del cavallo, tenendovi fisso lo sguardo e mi limitai ad annuire alla sua idea. Aveva senso approfittare di dove ci trovavamo per tentare di scoprire qualcosa di nuovo che avvalorasse la nostra tesi, prima di tornare in città. Direi un colpetto di tacco al cavallo, allineandomi di fianco a Cales per procedere nella direzione giusta. Un urlo mi gelò il sangue. Rimasi impietrita e furono le parole del naturalista a scuotermi, quasi senza accorgermene partii al galoppo verso l’origine delle grida. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La carrozza procedeva spedita, ma improvvisamente, e bruscamente, si fermò.
Sentii agitazione e subito strinsi a me Teresa. "Che succede?" al giardiniere. Non poteva essere un altro impedimento e per di più avevo paura per la bambina, avevo paura che potesse accaderle qualcosa. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Dacey e Cales spronarono i loro cavalli e corsero verso il cuore della boscaglia, seguendo le urla della ragazza.
Correvano, correvano, ma quelle cominciarono a divenire più lontane, più confuse, più soffocate. Corsero ancora. “Ehi...” disse a voce alta Cales “... dove sei? Dove sei? Fatti sentire!” Urlò disperatamente. Ma poi, ad un tratto, le urla cessarono. Tutto era silenzio attorno a loro. “Dove sei?” Gridò il naturalista. “In Nome del Cielo, dove sei?” Ancora, con tutta la voce che aveva in corpo. Nulla. Più nulla. Come se il vento avesse portato via quella voce. Ma all'improvviso Cales sbiancò. “Dacey!” Alla ragazza. “Guarda! Guarda là! La vedi! La vedi anche tu?” Indicando agitato un punto del bosco. https://allthisrunningaround.co.uk/w...camouflage.jpg |
Annuii a quelle parole di Ruspon.
"Sì, speriamo lo sia davvero..." sospirai, anche se sembrava tutto troppo facile. Poi mi voltai verso Justine e sorrisi, divertita da quel paradosso. "Vero, sarebbe uno smacco per i grandi cacciatori che si sono impegnati in questa impresa!" lanciando una rapidissima occhiata a Hiss. Il grande cacciatore del duca beffato da "miseracci come quelli", per usare le parole di Justine, se ne sarebbe parlato per mesi a corte! "Ma probabilmente, se così fosse, la loro è solo fortuna, essersi trovati nel posto giusto al momento giusto... anche se l'idea di tenderle una trappola non è poi così assurda, anzi... magari anche un'esca potrebbe essere utile" pensierosa. |
Il rumore degli zoccoli sull’erba, quello dei finimenti che sbattevano contro le membra del cavallo, il fiato dell’animale spinto al massimo e il battito del mio cuore impazzito.
Con questa sinfonia correvamo tentando di raggiungere la ragazza con le sue urla disperate ma più correvamo più lei sembrava lontana, inafferrabile, un eco. Non volevo darmi per vinta, spronando sempre più il mio destriero, tenendo gli occhi aperti per scorgere la giovane in pericolo ma sembrava inutile. Se fossi stata sola mi sarei domandata se quello era soltanto un sogno. “ Dove sarà?” In preda a una angosciata disperazione, provando a non pensare al peggio. “ L’hai vista?” Seguendo il dito di Cales fino a degli alberi, credendo che avesse individuato la sfortunata ragazza. “ Cales... quella non ... sembra una figura, umana, ma ricoperta di verde, di rami...” Balbettai parole faticando a descrivere ciò che vedevo, a dare un senso alla figura che mi pareva di scorgere. “ Dimmi che è lo stesso che vedi tu.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Non ne ho idea...” disse il giardiniere, mentre Elv, seduto accanto a Gwen e Therese all'interno della carrozza, già teneva in mano la pistola.
Il giardiniere scese a terra e si avvicinò a quelle persone per capire cosa stessero facendo. “Stiamo andando a prendere la bestia.” Uno di quel gruppo. “Ma se l'hanno uccisa proprio oggi!” Esclamò il giardiniere. “A Sant'Agata di Gotya tutti festeggiano!” “No, non è quella vera.” Un altro di quegli uomini. “Beh, non è una gara.” Disse Hiss a Destresya. “Ciò che conta è aver ucciso la bestia.” “Che nobiltà d'animo...” sarcastica Justine. Ruspn invece appariva alquanto contrariato e si vedeva gli rodeva la cosa. |
Elv aveva già preparato la pistola, mentre io ancora stringevo Therese, per proteggerla.
Il giardiniere andò ad informarsi su quanto stesse accadendo e rimasi molto perplessa da quanto dissero. "Hai sentito?" ad Elv, poi sospirai "Non la prenderanno mai..." scuotendo la testa. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Fu un attimo, una visione.
Poi più nulla. Scomparve, come un fantasma tra i rami e le foglie. “Io...” disse incredulo Cales “... io... non so... non so cosa abbia visto davvero...” visibilmente impressionato “... l'avete vista anche voi, vero?" A Dacey. "Si, certo... l'avete vista... era... era una figura eretta...” cercando di fare mente locale “... alta... molto alta... due metri o più... massì... ora capisco le descrizioni dei testimoni... non è argentata... si mimetizza... si nasconde nella vegetazione... forse è ancora qui...” stringendo in mano la pistola. |
Sorrisi a Hiss.
"Oh questo vi fa onore, messere.." con un leggero cenno del capo, trattenendo in realtà una risata divertita. Sapevo bene che per lui era così, noi avevamo una missione, certo, ma la cosa che più interessava al nostro signore era l'uccisione della bestia in sé. Mentre Justine, e sopratutto Ruspon sicuramente cercavano gloria da quell'uccisione. Ruspon di sicuro, non solo lo lasciva trasparire chiaramente, ma poi era anche coerente con il tipo d'uomo che sembrava essere, nonchè col ruolo che ricopriva. Nessuno aveva calcolato le mie parole sul tendere una trappola alla bestia a quanto pareva, ma dovevo aspettarmelo dopotutto non ero nessuno non c'era nemmeno motivo per cui mi dovessero stare ad ascoltare. "Speriamo davvero sia quella la bestia e che l'incubo di questa città sia finalmente finito!" sospirai, annuendo. Al momento, non ci restava che aspettare anche se l'ultima volta erano passati giorni interi senza che attaccasse... e poi, aveva ucciso di nuovo. Dunque quell'attesa sarebbe stata angosciante. |
Mi sforzai di tenere gli occhi aperti, tanto da sentire il fastidio e un principio di lacrimazione e così dovetti ceder al bisogno di sbattere le palpebre.
Un attimo brevissimo ma riaperti gli occhi vidi solo alberi, semplici alberi. La cosa che avevo visto, qualsiasi fosse, non vi era più. “ Non riesco a ... era quasi perfettamente celata nel bosco... un travestimento perfetto. Lì immobile, per quanto molto grande , è rimasta immobili a guardarci senza attaccare. Perché? Dubito abbia avuto paura di noi...” Io invece avevo avuto paura e ancora tremavo. Un conto era investigare, immergersi nei libri, ideare teoria ma questo, trovarsi davanti alla Bestia, andava oltre . “ Sarà meglio andar via allora. La tua pistola non basterà ad abbattere un essere di tale mole.” Dimenticai l’etichetta e la formalità, indirizzandomi a Cales dandogli del tu. Il quel momento era l’unica persona che aveva accanto, sarei potuta persino morire accanto a lui per mano di quell’essere, quindi mi pareva ormai inutile nascondermi dietro le forme di cortesia. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Si, ho sentito..." disse Elv a Gwen "... aspetta qui con Therese..." e scese anche lui dalla carrozza, raggiungendo il giardiniere che parlava con quella gente.
"Che significa?" Fissando tutti loro Elv. "Che storie sono queste? La bestia è stata uccisa e portata in città." "Non è vero." Uno di quegli uomini. "Non è la vera bestia. Quella vera la stiamo andando a prendere noi." "Si!" Tutti gli altri. "E chi sarebbe?" Elv. "Un uomo." Rivelò un altro di quelli. "Un pazzo." E tutti annuirono. Hiss annuì a Destresya, poi si congedò dal chierico e da tutti loro. Anche Ruspon e Justine andarono via,lasciando Destresya sola con il presbitero. "Posso sapere" disse lui a Destresya "come mai della vostra presenza qui? Vedete, non è un luogo adatto a donne come voi questo. Ho saputo del vostro arrivo e di cosa vi occupate, madama." Fissandola. “Si, hai ragione...” disse Cales a Dacey, anche lui abbandonando il tono formale fra loro due “... andiamo via...” guardandosi intorno “... andiamocene...” Spronarono i cavalli e galopparono via, di corsa fino al vicino villaggio intravisto in precedenza. Subito Cales volle fermarsi in una locanda per ordinare da bere. “Un liquore...” al locandiere “... il più forte che avete...” “Sembra abbiate visto un fantasma!” Esclamò il taverniere, per poi servire da bere a lui e a Dacey. |
Elv scese e per fortuna era armato, in caso quella gente si fosse rivoltata.
Tenni Therese fra le mie braccia e intanto sentii. Dunque era vera la mia impressione. Era vero ciò che pensavo riguardo il fatto che non fosse del tutto animale. Erano decisi ad andare a prenderla, ma dubitavo ci sarebbero riusciti. Sarebbe scappata ancor di più vedendo tale folla. Tuttavia, ormai stavamo andando via. Nulla di ciò ci sarebbe più importato. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Non me lo feci rispondere due volte, voltando il cavallo e senza guardandomi indietro ripresi il galoppo, sempre accanto a Cales, per essere il più lontano possibile.
Quella creatura era stato un incontro inaspettato, terrorizzante e che, anche se ora il mio cervello rifiutava di lavorare, andava a scombinare di nuovo le carte imponendoci di riformulare le nostre teorie, definendole meglio. Solo quanto ci sembrò di essere sufficientemente lontani e al sicuro, decidemmo di sostare in una taverna. Giunti all’interno mi lasciai cadere sulla sedia per poi nascondere la testa tra le mani per un attimo. In quella posizione mi astenni di rispondere ad un oste in quel momento fin troppo curioso quindi risollevai il capo notando che Cales aveva ordinato qualcosa da bere, per scuotere i nostri nervi. Afferrai il suo bicchiere, sentendo l’impulso di ingerire un forte alcolico che aiutasse a calmarmi, e lo mandai giù di un fiato. “ Scusa!” Quasi ridendo a Cales, per avergli praticamente rubato la bevanda da sotto il naso. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Se ne andarono, prima Hiss poi Justine, e sarebbe stato il caso di andarmene anche io al più presto, prima che qualcuno mi chiedesse che cosa ci facessi lì.
E infatti, neanche a farlo apposta, il presbitero ebbe immediatamente da ridire. Mi fermai ad osservarlo per un momento, chiedendomi dove avessi già visto quegli occhi grigi così penetranti. Non sapevo dire perchè ma mi sembrava di ricordarli. Magari semplicemente somigliavano a qualcuno che conoscevo, tutto lì. Arrossii appena e chinai il capo alle sue parole. "Vogliate perdonare la mia intrusione, eminenza, ero venuta a perorare la causa del giovane Elv, che era stato accusato ingiustamente, poi mi sono trattenuta per mera curiosità..." ammisi, come se stessi confessando un peccato. Nemmeno lui doveva sapere chi ero davvero, Cales e Hiss erano lì alla luce del sole, erano suoi ospiti certo... ma io ero diversa, molto diversa. Agivo nell'ombra, negli angoli più oscuri per far trionfare la volontà del mio signore. "Non vi tedierò oltre con la mia presenza, eminenza.." inchinandomi "I miei ossequi..." mi congedai, avviandomi poi verso l'uscita, sperando vivamente di non aver fatto danni. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...d60155581a.jpg |
Elv li guardò perplesso.
“Siete pazzi...” disse “... voi siete pazzi.” “No, è davvero un uomo!” Uno di quelli. “Come fate ad esserne così certi?” “Lo sappiamo!” “E chi sarebbe?” Elv. “Venite con noi e lo saprete!” “Impossibile, sono in partenza...” indicando la carrozza con Gwen e Therese dentro. “E' vostro dovere aiutarci!” Un altro di quelli. “Se fosse stata vostra figlia fra le tante vittime? Abbandonate così la vostra gente?” “Hai fatto bene...” disse Cales a Dacey, riempiendo ancora il suo bicchiere e prendendone un altro per sé con quel liquore “... hai fatto bene...” bevendo in un solo sorso “... forse tra un attimo sarò di nuovo capace di formulare pensieri compiuti...” bevendo ancora “... ma cos'era? Cosa abbiamo visto, Dacey? Cerchiamo di calmarci... respiriamo forte... la mente spesso gioca brutti scherzi... soprattutto quando si è agitati... è facile suggestionarsi... ma insomma cosa poteva essere? Di certo un grosso animale, forse un orso... o magari solo un uomo con un qualche indumento particolare addosso e che la paura del momento ci ha fatto sembrare così impressionante... si... non può essere che questo...” |
Li sentii discutere ancora, benché le mie opinioni e quelle di Elv fossero discordanti in merito, ma poi lo guardai con aria perentoria.
No, non piú, non saremmo rimasti di nuovo bloccati qui e poi c'era De Goth in giro, dovevamo andarcene lontano prima che scoprisse che Therese non c'era più a casa. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il presbitero guardò Destresya andare via, seguendola con i suoi occhi grigi ed enigmatici.
La dama lasciò così il palazzo, ritrovandosi fra le strade della città, dove molti ancora festeggiavano per l'uccisione della bestia. Elv scosse il capo e si congedò da quegli uomini, tornando alla carrozza da Gwen. "Non potete lasciarci così..." disse uno di quelli. "Si, è da vigliacchi!" Un altro. Quegli uomini cercarono allora di avvicinarsi alla carrozza ma il giardiniere provò a fermarli. Nacque così una rissa. |
Elv tornò in carrozza, ma quelli insistettero e nacque una rissa col giardiniere.
Strinsi forte Therese, guardando Elv. Spara un colpo, per intimidirli, fai qualcosa, potrebbero far del male alla bambina" preoccupata. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Quella rissa in breve divenne fuoriosa, col giardiniere che fu strattonato, buttato a terra e pestato.
Gwen strinse a sè Therese che cominciò a piangere. Elv allora sparò in aria un colpo di pistola e tutti loro indietreggiarono. "Il prossimo che fa casino si ritroverà un colpo in fronte." Disse minaccioso, per poi aiutare il giardiniere a rialzarsi. |
Il giardiniere fu aggredito e Therese piangeva.
"Piccola non piangere, ci siamo noi con te, non preoccuparti" le dissi dolcemente, tenendola fra le braccia e asciugandole le lacrime. Al colpo, tutti si fermarono, di botto. Elv aiutò il giardiniere ed ora sperai che fisse davvero arrivato il momento di andare via. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Mentre mi allontanavo dal palazzo presbiteriale continuavo a pensare alla bestia, alla sua possibile uccisione e a tutti i tasselli che mancavano in quella faccenda.
Volevo saperne di più, non mi bastava ascoltare volevo scoprire qualcosa di mio. Decisi così che avrei fatto una cavalcata nei dintorni di Sant’Agata, dopotutto era giorno, magari vedendoli di persona avrei potuto scoprire qualcosa di più, o avere qualche intuizione. Sempre meglio che stare in paese ad aspettare la sera. Così mi avvicinai verso il palazzo, tra le stradine sognanti, i negozietti aperti, le piccole osterie, passai davanti alla statua del patrono, poi al duomo, infine mi inoltrai in una stradina che condusse dall’altro capo del paese rispetto al palazzo presbiteriale, dove si trovava il mio palazzo. http://www.imperatoreblog.it/wp-cont...atadegoti2.jpg |
Il colpo di pistola e tutti si fermarono.
"Siete solo dei fanatici." Disse Elv a quegli uomini. "Ora lasciateci passare." Con tono perentorio, aiutando il giardiniere a salire sulla carrozza. "Vi tengo tutti sotto tiro." Prendendo lui le redini della vettura dentro cui c'erano Gwen e Therese ancora spaventata. Un colpo di frusta, un grido ed i cavalli partirono. Destresya lasciò il palazzo presbiterale e cominciò a vagare per le stradine della città. Molta gente era visibilmente eccitata all'idea che davvero la bestia fosse stata presa. Alcuni discutevano davanti alle botteghe, altri nelle piazzette, altri ancora lungo le stradine. Chi era felice e ringraziava Dio, chi restava perplesso e chi ancora dubbioso. Ci si domandava come un solo lupo, sebbene grosso più del normale, avesse potutto compiere tante stragi e perchè mai attaccando perlopiù donne e bambini. Le campane delle chiese suonavano a festa perchè si credeva davvero di essere usciti da un incubo. Destresya giunse al suo palazzo, dove alcune delle ragazze erano già affacciate per provocare i passanti. |
Elv fu perentorio e determinato con quelle persone, infatti, dopo aver preso lui le redini, riuscì a farci avere la strada libera.
Therese era ancora spaventata. "Stai tranquilla, piccola. Hai visto? Elv ha risolto tutto, non c'è nulla di cui aver paura" con tono rassicurante e un sorriso, accompagnati da dolci carezze sui suoi capelli color del grano. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La carrozza partì, veloce, tra la folta vegetazione che sferzava i caldi raggi del Sole.
Elv drustava forte i cavalli, deciso a lasciare quelle terre quanto prima. Non si era però accorto che due di quegli uomini erano riusciti a saltare sulla parte posteriore della carrozza. Uno di quelli aprì lo sportellino e si buttò dentro. "Ora ci fermeremo..." disse mostrando un coltello a Gwen. Therese lanciò un urlo. |
Procedevamo veloci nel bosco, per andarcene prima di subito.
Ma non era tutto. Io e Therese lanciammo un urlo quando ci trovammo due di quegli uomini dentro la carrozza, a minacciarci con un coltello. "Elv!" urlai, proteggendo Therese col mio corpo per impedirgli di fare del male. Perché si erano intestarditi con noi? Cosa gli avevamo fatto? Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Raggiunsi il palazzo continuando a pensare a quello che avevo sentito per le strade, l'euforia generale, che capivo benissimo, il dubbio, che capivo ancora di più.
Ora non ci restava che aspettare, e l'attesa era tremenda. Alzai lo sguardo per vedere le mie ragazza che, come moderne ninfe, tentavano gli ignari passanti. Non era il momento di preoccuparmene, quello, entrai nel palazzo e chiamai immediatamente il mio servitore, senza fermarmi. "Tignot, sto uscendo a cavalcare!" lo informai "Ci sono novità?" dirigendomi a passo svelto verso la piccola scuderia. |
Le urla di Gwen non raggiunsero Elv sul posto del cocchiere, visti i rumori della carrozza ed i nitriti dei cavalli.
Mentre l'uomo teneva sotto tiro del suo coltello Gwen e Therese, l'altro suo compagno scivolò dal tetto della vettura fino a prendere di sorpresa Elv ed il giardiniere ancora intontito. Nacque così una colluttazione, con la carrozza che cominciò a sbandare. “Nulla di rivelante, madama.” Disse Tignot a Destresya. “Tutti in città sono felici per l'uccisione della bestia. Come se Sant'Agata di Gotya fosse uscita finalmente da un incubo.” Aiutandola col suo cavallo. |
Continuavo a chiamare Elv, ma nulla.
E se gli avevano già fatto del male? Intanto io e Therese eravamo sempre più terrorizzate, la stringevo forte a me, ma non sapevo che fare. Ogni cosa avrebbe potuto essere compromettente, avrebbe potuto essere peggiore e avrebbe messo in pericolo la vita di Therese più di quanto non fosse già. La vettura iniziò poi a sbandare e capii che erano arrivati ad Elv e temevo davvero il peggio. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Ad un tratto la carrozza sbandò forte, un urto, un tremendo scosse e si cappottò.
Gwen sentì therese volerle via dalle braccia, le urla della bambina e poi più nulla. |
"Un ottimo momento per uscire a cavalcare, dunque!" sorrisi, prendendo alcune armi da fuoco e sistemandomele sotto la gonna, nella mia sottogonna fatta apposta.
Metti mai che la mia curiosità fosse stata nociva come quella proverbiale che uccise il gatto. Sellai il mio cavallo e mi diressi verso l'uscita. "Beh, se non torno entro domattina direi che l'euforia generale è stata frettolosa!" scherzai, salutando il mio servitore. Uscita dal palazzo voltai a destra, prendendo la strada panoramica, dove facevano bella mostra di sè i tavolini della locanda, dove il solito gatto randagio elemosinava pezzetti di prosciutto o leccornie varie agli avventori che si godevano il pranzo nel tepore ventilato di quella giornata primaverile. Dovetti abbassarmi per passare sotto l'arco della finestra catalana, uno degli angoli più magici di Sant'Agata, poi svoltai a sinistra imboccando una strada che scendeva, costeggiando il costone, verso quel bosco così inquieto e selvaggio che circondava la bella cittadina. http://www.ilquaderno.it/immagini/ma...c69ee4f34c.jpg |
La carrozza sbandò violentemente, ci scosse tutti quanti, sentii Therese lasciare le mie braccia mentre io urlavo il suo nome e cappottavamo .
Poi nulla. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Strinsi le dita attorno al mio bicchiere, nuovamente colmo.
Provai a respirare, respiri pronti e lenti, capaci di aiutarmi nel ritrovare la calma perduta. “ Io credo di non essermi mai spaventata tanto in vita mia... tranne forse per una volta...” Le paure delle mia infanzia andarono a mescolarsi con la brutta esperienza appena vissuta e poco dopo il mio bicchiere fu nuovamente vuoto. “ Che razza di animale, di quelle dimensioni poi, si mimetizza come un albero? Io resto convinta sia un uomo, con una sorta di armatura che gli permette di passare inosservato nella vegetazione. O forse la nostra razionalità non ha senso di esistere e quello che abbiamo visto era un orribile mostro come credono in tanti qui.” La paura mi aveva fatto vacillare per un attimo, ponendo le mie convinzioni sotto inchiesta ma Cales aveva ragione, bisognava restare lucidi. “ Ero paralizzata, se tu non fossi stato lì non sarei riuscita a muovere e a scappare...” Confessai sentendomi ancora scossa e nel farlo cercai timidamente la mano del naturalista, sfiorandola con le dita. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Destresya in sella al suo cavallo lasciò Sant'Agata di Gotya ed i suoi angoli magici e romantici.
Raggiunse il folto bosco irradiato dai calde raggi del Sole di Giugno. Ovunque intorno a lei era un trionfo di colori, di suoni, di profumi e di giochi che nel balenio del giorno si confondevano in continuo inseguirsi tra cielo e terra. Le grandi querce secolari sembravano essere le custodi di quel modo racchiuso tra i fitti boschi e le aspre montagne circostanti, simili a giganti addormentati. Vi erano poi i grossi noci, custodi di segreti primordiali, i variopinti cespugli di bacche selvatiche, tra erbe magiche ed antiche, fiori dai petali inebrianti e frutti di matura bellezza. Immersa in quel mondo di bucoliche meraviglie, ad un tratto Destresya cominciò a far fatica nel tenere il cavallo. L'animale iniziò a mostrarsi nervoso, agitato, difficile da guidare. Le grida di Therese, il nitrito dei cavalli, poi quell'urto. Gwen si svegliò di colpo. Impiegò qualche istante per comprendere di essere a letto, in una camera semibuia dalle tendine abbassate. Da fuori giungeva il continuo ed insistente abbaiare di un grosso cane. Istintivamente Calee strinse la mano di Dacey. “Dobbiamo restare calmi...” disse guardandola negli occhi “... la scienza sta detronizzando le superstizioni e l'ignoranza dei secoli bui... si, deve per forza esserci una spiegazione razionale... dopotutto tutti i miti antichi oggi si spiegano con la scarsa conoscenza che i nostri antenati avevano della natura...” senza lasciare la mano di lei “... si, sarà come dici tu... un uomo, alto e robusto, più della media, con indosso una sorta di corazza... magari uno degli adepti della setta di cui sospettiamo...” annuendo “... dobbiamo tornare a Sant'Agata di Gotya e raccontare tutto ciò che abbiamo scoperta...” Ad un tratto nella taverna entrarono due uomini, ordinando da bere. “Cos'avete?” Il taverniere ai due. “La figlia di Breghel il fattore...” uno dei due “... l'hanno trovata poco fa... suo padre stesso ha fatto la macabra scoperta... sfigurata, sgozzata, senza una goccia di sangue in corpo e con le carni strappate dalle ossa...” facendosi il Segno della Croce. |
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