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Quei baci, quelle carezze, quei sussurri.
“C'è qualcosa nei tuoi occhi...” disse Elv senza smettere si accarezzare i seni di Gwen “... come il mare limpido e profondo... eppure che nasconde correnti sconosciute, battuto da venti che giungono da lontano... sei un fiore di campo che nessuno ha mai trovato, coperta come sei dall'erba umida di rugiada... un fiore semplice, eppure dai mille petali... così ti vedo, Gwen... come un fiore da sfogliare, che nasconde segreti... segreti che tieni per te, celati... da sempre... come il girasole... che si sente bello solo quando il Sole lo investe, lo illumina... per questo lo segue da Oriente ad Occidente... ma non ti occorre il Sole per splendere di bellezza...” sfiorandole il viso. |
"Cosa rende felici gli uomini?"
Ecco a voi, signore e signori, la domanda da un milione di dollari. (Sigla e applausi in sottofondo). Guardavo i robot come se stessi fissando qualcosa di incredibilmente senza senso. Era affascinante, dovevo ammetterlo, vedere che quelle macchine non sono ora sembravano intelligenti, ma addirittura si preoccupavano per gli uomini, in un modo lievemente assurdo. E infatti anche Icarius non tardò a sottolinearlo, prendendosi una seconda rimbeccata dal robot. Buono, nani, che qui una parola sbagliata e ci danno la felicità del satiro... Gli posai la mano sul braccio e gli lanciai un'occhiata eloquente che gli intimava di stare tranquillo, e di fare il bravo. Il tutto condito da un sorrisetto complice e divertito che sembrava metterlo in guardia sul fatto che la sua lingua lunga rischiava di metterci nei guai. "Temo che la risposta alla vostra domanda sia alquanto difficile da darvi così su due piedi.." guardando il robot "Perché, forse, esistono tante risposte quanti sono gli uomini... ma non solo, la maggior parte degli uomini potrebbe non sapere nemmeno rispondere per se stesso..". |
Rimasi a guardarlo e ad ascoltarlo, senza fiatare.
Dopotutto, cosa avrei potuto dire, di fronte a tanta meraviglia? Poggiai la mia mano sulla sua, che ora accarezzava il mio viso. "Io... Non so cosa dire..." mormorai piano "È tutto così perfetto e meraviglioso che qualsiasi cosa io dicessi, rischierebbe di rovinare ciò che hai detto e di non esserne all'altezza..." aggiunsi, con sincerità, accarezzando la sua mano, mentre il mio viso sotto di essa arrossiva appena. Non avrei immaginato che qualcuno potesse dedicarmi parole simili, ma ora che era successo, era come se ogni cosa nel mondo fosse diventata improvvisamente bellissima e perfetta. "Però, su una cosa hai ragione. Tu sei il mio Sole e sei tu che mi fai sentire bellissima..." sussurrai, con un dolce sorriso. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Ok, faccio il serio...” disse Icarius, dopo che Clio ebbe parlato al robot “... però mi incuriosisce questa vostra missione... così vi hanno programmato? I vostri costruttori?”
“I-nostri-costruttori-ci-hanno realizzati-per-combattere-nelle-vostre-stupide-arene.” Il robot. “Non-erano.interessati-alla-felicità. Non-a-quella-reale-almeno.” “Allora chi vi ha incaricato di renderci davvero felici?” Chiese Icarius. “Il-nostro-creatore.” Sentenziò il robot. |
Elv sorrise, accarezzò Gwe e poi la baciò.
Un bacio appassionato ed ardente. Un bacio che per un attimo cancellò ogni altra cosa al mondo. Ma un attimo dopo il mondo tornò a farsi vivo. Un rumore sordo, poi un sibilo. La casa vibrò per un lungo momento. “Il...” disse Elv guardando il lampadario che oscillava “... il terremoto!” |
Ricambiai il suo sorriso e poi il suo bacio ardente e appassionato, che come un colpo di spugna cancellò tutto.
Tutto, o quasi. Il Mondo era ancora lì fuori e non esitò a farsi sentire. Mi strinsi a lui impaurita durante quegli istanti. Il terremoto. "Cosa... Cosa facciamo?" spaventata "Pensi che dovremmo andare dove ci ha suggerito tuo nonno? Da quel suo conoscente?" Azzardai titubante e incerta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Sorrisi a quelle parole di Icarius.
Sì, incuriosiva anche me questo discorso della missione dei robot. La felicità per gli uomini, che cosa assurda. Poi trasalii, ancora quel nome, ancora il creatore! "E chi sarebbe questo creatore? Dev'essere molto importante per voi..." incuriosita. |
“Dobbiamo...” disse Elv alzandosi dal lettino “... dobbiamo uscire da qui, Gwen!” Gridò.
Un attimo dopo però tutto sembrava cessato. “E' passato pare...” mormorò lui. Allora sentirono un sibilo giungere da fuori. Poi stranissimi rumori. Sconosciuti, inquietanti. |
Subito ci alzammo, per evitare che tutto ci crollasse addosso.
Ma poi... Più nulla. Tutto fermo. Ne approfittai allora per rivestirmi. Sentimmo poi un altro sibilo, seguito da strani rumori, inquietanti e sconosciuti. "Li senti, questi rumori? Cosa potrebbero essere?" chiesi piano, mentre gli porgevo i suoi vestiti. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quei rumori si avvicinavano.
“Dobbiamo nasconderci, Gwen...” disse Elv “... presto... nascondiamoci...” Un attimo dopo qualcosa era giunta nella stanza. |
Il robot guardò Clio con quei suoi occhi irreali, imperscrutabili e freddi come il vuoto che sembravano contenere.
"Colui-al quale-dobbiamo-ogni-scintilla-di-conoscenza." Disse. "Senza-la-conoscenza-saremmo-solo-fredde-lamiere." |
Annuii e stavo per muovermi, quando qualcosa entrò nella stanza e subito io mi strinsi ad Elv, cercando protezione.
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Mi fermai stupefatta ad osservare, estrassi la Polaroid dalla borsa e mi misi a fotografare.."Cerchi di grano" risposi perplessa.."Si dice siano opera degli alieni, ma a volte pure lo scherzo di un buontempone".
Guardai Hiss e il parroco.."Il fatto è che sono stati fatti vicino alla chiesa, forse per qualche motivo..andiamo da mio padre, forse lui sa il significato dell'immagine raffigurata". |
Elv prese Gwen fra le braccia, portando poi entrambi ad abbassarsi dietro ad un grosso scaffale.
Qualcosa infatti era entrato nella casa e poi nella stanza. Si trattava di un lungo tubo flessibile che si calava dentro attraverso il condotto d'areazione. All'estremità di quella misteriosa ed inquietante tubazione vi era una sorta di grande testa con una luce circolare al centro, quasi fosse una telecamera o qualcosa di simile. Lo strano oggetto si guardava intorno, come se andasse in cerca di qualcosa o qualcuno. https://vignette.wikia.nocookie.net/...20060911080615 |
“Più che cerchi di grano” disse sarcastico Hiss a quelle parole di Altea “direi di broccoli.” Guardò poi il prete. “Magari è davvero o scherzo da parte di qualcuno che non aveva molto da fare...”
“Beh, un buontempone di certo dotato di molte qualità...” fece il religioso “... visto che fino a ieri sera non c'era nulla di simile in questo campo...” “Vuol dire che è stato tracciato stanotte?” Perplesso Hiss. “Possibile?” “Non so cosa dirvi...” mormorò il prete. “Credi davvero che tuo padre possa aiutarci?” Hiss ad Altea. |
Mi strinsi a lui mentre ci nascondevamo dietro uno scaffale.
Quel qualcosa era strano, era un lungo tubo flessibile, con una specie di testa luminosa e circolare. Si muoveva ed osservava ciò che c'era nella stanza. Guardai spaventata Elv, spaventata e turbata, perché non avevo mai visto una cosa simile e di sicuro non era amichevole. Non ci restava che aspettare e sperare che quella cosa andasse via senza vederci, lasciandoci incolumi. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...b941074ac0.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Gwen ed Elv restarono ben nascosti dietro a quello scaffale, cercando di non fare nessun tipo di rumore, mentre quello strano tubo si aggirava per la stanza in cerca di chissà cosa.
La sua luce squarciava la penombra, generando strane ed inquietanti ombre che ad un certo punto sembravano sul punto di animarsi. Ombre che diventavano spettri, mostri e persino demoni. Poi, com'era arrivato, quel tubo andò via, svanendo nella conduttura d'areazione, lasciando nella stanza un cupo ed innaturale silenzio. “Sembra sia andato via...” disse piano Elv. |
La città era illuminata da una nuova alba.
Una luce cromata, figlia di un cielo muto e metallico, compatto di nuvole alte e leggere, avvolgeva in modo angosciante palazzi ed abitazioni. Anche l'Antenna della Radio sembrava incapace di far riflettere le sue lamine sotto quel cielo. Un vento freddo ed indifferente soffiava da Oriente, sulle facciate delle tante Chiese che sorgevano nella metropoli. Con i loro portici colonnati, i portali in bronzo ed in marmo, le Immagini del Santo Avvento e della Sacra Passione che guardavano tutte verso Est, dove si pensava giungesse il peccato. Era davvero così? Quel vento portava un'antica colpa con sé? E quei fulmini, quei tuoni, erano un funereo presagio di qualcosa di oscuro? Tutti i computer, i sistemi informatici e quasi tutti i siti in Internet erano fuoriuso, non più gestibili. Le banche, i grandi istituti assicurativi e le più importanti aziende cittadine, gestite attraverso complessi apparati telematici e computerizzati risultavano bloccate, incapaci di essere più controllate dall'uomo. L'economia era in ginocchio, così come la borsa e tutti i mercati finanziari del paese. Le macchine, a cui l'uomo aveva affidato l'intera gestione di quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana, controllavano ormai ogni cosa. Dalla campagna poi erano migrate diverse specie di uccelli, divenute ostili, così come ogni animale domestico, cane, gatto, mucca, cavallo, gallina, pecora o porco che fosse. I tanti robot presenti sul territorio cittadino, provenienti dall'industria, dall'agricoltura e persino dallo sport, si erano organizzati in una sorta di allestimento politico-militare e sotto le direttive dei più evoluti cervelli elettronici amministravano il totale controllo della metropoli. Alcuni uomini che avevano tentato di fermare tutto ciò, di disattivare le fonti energetiche delle macchine, sono spartiti senza dare più notizie. http://img2.3lian.com/2014/f5/39/d/41.jpg |
Alla battuta di Hiss iniziai a ridere.."Gioia. .volevo dirlo pure io che erano ..cerchi di broccoli ma mi sono trattenuta".
Notai, comunque, Hiss interrogava il parroco poco convinto. ."Mio padre è un famoso studioso e archeologo e ne conosce altri, certo non può dire che stia accadendo. .presumo..però potrebbe decifrare questo disegno o parlarcene. Gli mando la immagine per sms o preferisci andare da lui?" accarezzando il suo braccio con intesa e sorridendogli. |
Guardavo il robot sempre più Incuriosita.
C’era un uomo, dunque, un uomo dietro questa strana ribellione di macchine. La cosa mi incuriosiva e preoccupava sempre di più. Lanciai una rapida occhiata d’intesa ad Icarius, chiedendomi lui che cosa pensasse di tutto quello. “Questo creatore ha anche un nome?” Azzardai. |
Scatta delle foto col cellulare ed in viale a tuo padre." Disse Hiss ad Altea. "Poi con l'auto lo raggiungeremo per conoscere il suo parere da vicino. Lei viene con noi, padre?" Al prete.
"No, figlioli..." scuotendo il capo il religioso "... sono strani giorni questi e preferisco restare nella mia Parrocchia vicino ai fedeli." "Capisco." Annuendo Hiss. Poi lui ed Altea andarono via con l'auto, diretti a casa del padre di lei. E mentre andavano via il prete li benedisse. |
"Non-è-dato-di-saperlo." Disse il robot con la sua fredda voce a Clio. "Dunque-attenderemo-di-conoscere-da-lei-dottoressa-il-modo-per-rendere-felici-voi-umani. Dopotutto-è-il-vero-scopo-di-noi-robot. Potete-andare-ora." Congedandoli.
Allora un altro robot accompagnò lei ed Icarius all'uscita. "Ho addosso un senso di angoscia..." mormorò lui. Usciti all'Arena Fap il cercapersone di Clio cominciò a vibrare. Erano i suoi amici che la chiamavano. |
Questo creatore non aveva un nome, a quanto pareva, o era abbastanza intelligente da nasconderlo al mondo intero.
Restai esterrefatta nel vedere che chiedevano a me di rispondere a quel quesito. La felicità degli uomini? Esiste cosa più complessa? Quante volte la si butta via senza accorgersene, quante volte la si sospira, la si rimpiange. Sospirai, guardando Icarius con un lieve sorriso. “Si, anche a me...” guardandomi attorno “È tutto così assurdo..” scuotendo la testa. Poi vibrò il mio cercapersone. “Che strano...” dissi ad Icarius rigirandolo tra le mani “Tutta la tecnologia si è ribellata e questo funziona perfettamente?” Preoccupata “Mi sembra alquanto sospetta come cosa, non credi?” Guardando Icarius. |
Icarius guardò il cercapersone nelle mani di Clio.
"È un aggeggio semplice..." disse "... invece sembra che ad essere fuori controllo siano gli strumenti ed i macchinari più complessi... cellulari, computer, sistemi tecnologici, impianti elettronici, sofisticati robot... tutto ciò insomma a cui l'uomo ha affidato il suo benessere, tutto ciò in pratica che genera dipendenza dal suo utilizzo... pare quasi che ci sia dietro un che di filosofico..." Il cercapersone della bella dottoressa continuava a vibrare. "Credo ti stiano cercando con molta insistenza..." lui a lei. Il cielo intanto restava sempre cupo, malinconico ed in qualche modo avvilente. Quasi l'immagine riflessa dell'inafferabile felicità umana. |
Furono istanti terribili, angoscianti.
Poi, quell'affare andò via. "Cos'era, secondo te?" timorosa. |
“Ah ti stupiresti di quanto questo aggeggio provoca dipendenza, o sia molesto...” Alzando gli occhi al cielo.
Annuii poi a quelle parole di Icarius “Si, molto filosofico..” sospirai. Poi guardai il cercapersone, e risposi. |
"Non ne ho idea..." disse inquieto e turbato Elv a Gwen "... ma dobbiamo andare via da qui... essere fuori in pochi minuti... qualunque cosa fosse credo che ritornerà presto..."
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"Clio..." disse una voce al cercapersone "... dove sei finita? Qui non abbismo piu tue notizie da ore ed in città sembra scoppiato il caos..." era Elas, uno dei compagni del gruppo di Clio.
Icarius intanto, per discrezione, si era allontanato di qualche passo,per lasciare la bella dottoressa libera di parlare tranquillamente. Se ne stava immobile a guardare il cielo cupo, quasi con la volontà di poterne leggere i segni misteriosi circa quella apocalittica situazione. In quel momento un camioncino attraversava le strade cittadine e con un megafono diffondeva notizie alla popolazione: "Le macchine si so o ribellate, così come gli animali e le piante... sono i segni che la fine del mondo è vicina!" |
Scattai le foto e inviai un mms a mio padre spiegando l'accaduto ..il prete ci benedisse ed andammo via.."Tu pensi quello era davvero un prete?"prendendo la sua mano.
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Hiss ed Altea salirono in auto e partirono, diretti all'abitazione del padre di lei.
"Si, certo..." disse lui annuendo "... aveva le chiavi della parrocchia ed i suoi modi erano quelli di un prete..." guardando Altea e sorridendo "... stai diventando troppo sospettosa, bellezza." Divertito. "Comunque..." tornando serio "... memorizza le foto nel tuo cellulare... magari la linea è ancora interrotta e gli mms non sono giunti a destinazione..." Intanto uno stormo di uccelli volava basso sulla campagna e con fare minaccioso si avvicinava all'auto. |
"Beh dopo il fatto del fioraio non mi fido di nessuno" baciandolo sulle labbra.
Salvai le foto pure nella memoria esterna ma ad un tratto vidi qualcosa di strano.."Hiss..Non vorrei essere ancora più sospettosa ma quegli uccelli sembrano volerci attaccare" guardando dal vetro davanti. |
Accadde quel giorno
Era Elas.
“Io sto bene, voi? Siamo pronti a fronteggiare questa situazione?” Chiedo, mentre guardo Icarius osservare il cielo pensieroso. Sospirai, con un lieve sorriso guardandolo. Quella situazione era assurda per tutti, mi chiedevo che cosa provasse lui, che aveva costruito la sua vita su quelle macchine che ora si stavano ribellando. Eppure sembrava così imperscrutabile, così difficile da avvicinare. |
Altea lo baciò e Hiss rispose al caldo sapore delle labbra di lei.
Poi le parole della scrittrice e l'uomo alzò subito gli occhi verso il cielo. "Si, hai ragione..." disse "... volano troppo bassi..." allora inserì la marcia ed aumentò la velocità. L'auto cominciò così a correre su quella stradina di campagna con quegli uccelli che puntavano diritti sul veicolo. Dagli alberi spogli arrivarono altri volatili, tutti diretti verso la macchina. "Dannati, spuntano come funghi..." guidando Hiss e cercando di evitarli "... sempre stato favorevole alla caccia!" Mentre gli uccelli scendevano in picchiata verso di loro. |
"Certo." Disse divertito Elas a Clio attraverso il cercapersone. "Per l'occasione stapperemo la bottiglia migliore!" Raggiante. "Dobbiamo festeggiare! Su, bellissima, raggiungici subito! Magari ti porterò a mangiare fuori!" Soddisfatto.
Icarius intanto era poco distante dalla dottoressa. Fissava il camioncino che attraversava le strade parlando alla gente da un megafono. Le persone erano però quasi tutte rintanate nelle loro case, spaventata dalle macchine che ormai controllavano la città. |
“Che festeggiare? Dobbiamo organizzare l’offensiva e la resistenza, ma ti pare?” Alzando gli occhi al cielo “Non è che hai bevuto? Non hai mai parlato così..” scuotendo la testa “Beh, l’importante è che state bene.. ci aggiorniamo....” e attacco.
Mi avvicinai ad Icarius con un leggero sorriso, fermandomi accanto a lui ad osservare quel camioncino. “Si, sembra davvero la fine del mondo..” sussurrai, appoggiandomi al suo braccio con un gesto leggero e delicato. “Dobbiamo fare qualcosa, Icarius...” guardandolo in quei bellissimi occhi azzurri “Non possiamo stare con le mani in mano mentre il mondo va a pezzi..” gli sorrisi, dolcemente. |
"Festeggiare che finalmente il mondo intero ha capito quanto siano nocive e pericolose le macchine." Disse Elas a Clio. "Su, forza, ti aspettiamo." Prima che lei staccasse.
Poi la bella dottoressa si avvicinò ad Icarius. "Io tornerò alle industrie Hero..." lui "... devo scoprire cosa sta succedendo... immagino ogni sistema tecnologico e macchinario sia fuori controllo..." guardandola con i suoi occhi azzurri ed enigmatici "... immagino ti stiano cercando..." indicando il suo cercapersone "... cerca di stare attenta e di restare al sicuro... in bocca al lupo, dottoressa..." sorridendo piano e dandole la mano in segno di saluto. Poi rincorse il camioncino col megafono per chiedere un passaggio fino alle sue industrie. |
“Si ma non ha importanza...” alzai le spalle, sorridendogli.
Lo guardavo negli occhi e mi chiedevo come potesse non capire che ero lì, con lui. Restai interdetta a quella stretta di mano e a quel suo andarsene. Allora lo rincorsi. Prima che potesse salire sul camioncino lo presi per il polso e lo obbligai a voltarsi verso di me, a guardarmi. “Aspettami...” guardandolo negli occhi “Vengo con te..” con il cuore che batteva fortissimo. Non volevo lasciarlo e avevo agito di istinto, tanto che poi arrossii. |
Ad un tratto successe l' imprevedibile, gli uccelli ci braccavamo come possibili prede.."Ma che diamine...ma non è possibile, che sta accadendo, Hiss ci stanno attaccando da tutte le parti, accellera e se sei un bravo pilota dovresti guidare a zig zag, cercando di non uscire di strada" mentre il cuore palpitava forte.
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"Sì, credo tu abbia ragione" annuii.
Immaginavo che saremo andati dall'amico del nonno. E come aveva detto quest'ultimo, uscire era tanto pericoloso quanto stare in casa, ora ne avevamo avuto la prova e dovevamo correre il rischio. |
Icarius raggiunse correndo il camioncino, chiedendo un passaggio ai due che erano a bordo.
Annuirono e lui saltò su. Ma un attimo dopo anche Clio arrivò, prendendo la mano di Icarius. “Ma...” disse lui guardandola negli occhi “... i tuoi amici? Ti cercavano? Magari sono in pena per te...” |
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