Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 20-02-2012 20.32.22

Kojo si avvicinò ad Altea e le sorrise.
Il suo sguardo era racchiuso dall’impenetrabile riflesso dei suoi occhi scuri.
Il viso allungato e con un perenne ghigno impresso sulla bocca, come se conoscesse ogni sensazione ed emozione di chi gli stava d’avanti e quella voce con un velato accento nordico davano al suo ritratto qualcosa di enigmatico e mutevole allo stesso tempo.
“La musica, si dice, è per gli animi nobili, milady…” mostrando alla ragazza un pugnale intarsiato con pregevole fattura “… una volta prestai servizio presso un barone Cristiano in una sperduta isola dell’Egeo… egli era malato, sapete? Si, viveva un’innaturale passione per una sua figlioletta… ogni notte si recava nella sua stanza e abusava di lei… e di giorno, il ricordo di tale sentimento, gli procurava vergogna e dolore… mi ordinò allora di mettere fine a tutto questo, incaricandomi di uccidere nel sonno sua figlia… che vigliacco, vero? Incapace di suicidarsi, preferiva vedere morta l’innocente e sfortunata figlia… mi diede allora questo pugnale… esso è vergine, perché non ha mai conosciuto sangue… ed è ancora tale, milady…” sorridendo “… sapete perché? Perché quella notte non uccisi la ragazza… ma suo padre… e lo feci con le mie mani… lo strangolai nel sonno, quando forse sognava il suo peccato…” prese la mano di Altea e le consegnò il magnifico pugnale “… è vostro, milady… come tributo alla vostra bellezza…” e le baciò la mano “… posso avere l’onore di ballare con voi?”
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Guisgard 20-02-2012 20.46.51

Il suo sguardo era basso.
Poi Guisgard fissò Talia negli occhi.
“Talia…” sussurrò, mentre con una mano cominciò a sfiorare i capelli di lei “… il maestro mi ha sempre insegnato che nessuno sfugge al suo destino… sono arrivato tardi al Casale e questo non riuscirò mai a perdonarmelo… ma ora devo e voglio rimediare…” le sue mani scesero dai capelli alle spalle e poi alle braccia di lei “… tu… tu vuoi bene ai tuoi fratelli e mai riusciresti a vedere il male in loro… io invece… io invece odio Fyellon con tutto me stesso, di un odio sterminato… questo provo per lui… mentre per te…” sospirò “… questa missione è pericolosa e se ti accadesse qualcosa so che impazzirei… invece al Casale so che saresti al sicuro… credimi, è la soluzione migliore…” accennò un sorriso, come se quello fosse il più insostenibile degli sforzi “… tu però, in realtà, verrai con me… il tuo pensiero non mi abbandona mai, anzi è la mia forza… e se Dio vorrà un giorno ritornerò…” chiuse gli occhi e soffocò le sue emozioni “… ti prego, non guardarmi così, Talia…” voltandosi poi verso la finestra “…non rendermi tutto ancora più difficile... vado a preparare i cavalli… tu, appena sarai pronta, mi troverai giù ad attenderti…” scosse il capo e uscì dalla stanza, sotto gli occhi di Sheylon.
La tigre si avvicinò a Talia e strofinò la testa vicino alla mano di lei.
Poco dopo, Guisgard aveva sellato e fatto uscire i cavalli dalla stalla.



Intanto, al Casale degli Aceri il Sole del mattino aveva già scandito le preghiere dei monaci.
Con padre Anselmo erano giunti anche alcuni francescani per occuparsi delle funzioni nel Tempio e per portare fiori freschi davanti alle statue custodite in esso.
Dal convento, i religiosi, avevano portato pane e ortaggi, insieme a del lavoro da compiere per rispettare i precetti del proprio Ordine.
Nestos e Brand, gli unici figli del maestro rimasti, assistevano divertiti all’immagine dei monaci al lavoro, mentre quest’ultimi raccontavano loro scene tratte dalla vita di San Francesco.
Ad un tratto, però, tra loro calò di colpo il silenzio.
All’ingresso del Casale, infatti, erano apparsi alcuni cavalieri, seguiti da diversi uomini a piedi ed abbigliati alla maniera dei monaci greci orientali.
“Chi sono, padre?” Domandò Brand ad uno dei francescani.
Il religioso non rispose nulla, ma prese con sé il ragazzo.
Padre Anselmo, allora, avanzò verso quei cavalieri.
Questi procedevano con passo lento e si guardavano intorno.
“Che Dio vi benedica, miei signori.” Disse padre Anselmo andandogli incontro.
“E che vi risparmi, padre.” Rispose uno di loro che sembrava essere il capo di quella compagnia.
“Cosa vi spinge in queste terre, miei signori?”
“Ciò che ha esortato voi, padre.”
“Sono il mio ministero e la mia vocazione a farmi stare qui, miei cavalieri.,”
“E lo stesso è per noi, padre.”
Padre Anselmo li fissò.
“Forse capirete guardando questo, padre…” continuò il cavaliere, per poi mostrare il sigillo sotto il suo mantello: era quello dell’Ordine della Luna Nascente.
Padre Anselmo, nel vedere quel simbolo, restò turbato.
“Pensavo fossero scomparsi i cavalieri di tale ordine…”
“Forse in Occidente, padre.” Rispose il cavaliere. “Ma in Oriente ve ne sono ancora. E da lì noi giungiamo. Maria di Cipro donò al nostro ordine una fortezza sull’isola di Lemno, che divenne il nostro quartier generale.”
“E cosa vi spinge qui, miei signori?”
“Sono Carolus di Montesquien” fece il cavaliere “ed ero presente anni fa quando il mio signore giunse qui per onorare il suo voto presso l’Altissimo…”
Padre Anselmo ascoltava in silenzio.
“Di lì a poco” continuò il cavaliere “per ringraziare il Cielo di essere sopravvissuto ad una guerra combattuta al fianco del mio signore, entrai nell’Ordine della Luna Nascente… sir Fatigas, colui che viveva in queste terre, ha cresciuto una fanciulla, figlia del mio signore, per destinarla al ruolo di sacerdotessa della nostra confraternita… abbiamo appreso della morte del nostro cavaliere e siamo giunti qui per portare con noi la ragazza… essa onorerà il voto di suo padre e servirà l’Onnipotente.”
A quelle parole, tutta la compagnia si segnò tre volte.

Altea 20-02-2012 20.52.27

Rimasi sola con Kojo, la sua presenza mi infastidiva, oltre al fatto che sapevo ora ciò che stavano facendo al regno della Regina. D'un tratto mi narrò una storia, lo guardai...non ero stupita, d'altronde di racconti e leggende come queste ne sentii parlare..dal mio maestro. Egli mi mise tra le mani quel pugnale..."è una sfida?" pensai "vuole vedere se accettando sono dalla sua parte e tradisco la Regina, certo quel pugnale potrebbe servirmi visto sono in pericolo e potrei rischiare la vita". Con un gesto restituii il pugnale al cavaliere "Vi ringrazio milord, ma non penso di averne bisogno, non sono abituata a tramare o uccidere le persone nel sonno..cosa vedo che è di vostra consuetudine. Scusate, ma tutto questo trambusto dell'incendio mi ha creato un forte mal di testa, mi congedo da Voi e da questa stanza". Subito mi allontanai, non avrei mai accettato nulla dai..nemici...da coloro che mi accusarono e mi accusavano di essere una spia, da coloro che stavano facendo del male alla Regina. Cosi, entrata in stanza, mi stesi nel letto e lentamente mi addormentai, aspettando il ritorno di Elisabeth per raccontare ciò che era avvenuto.

Daniel 20-02-2012 21.43.56

Nigros urlava di aprirmi.. Ma mi si erano bloccate le gambe e non riuscivo a muovermi.. le mani erano incollate alla spada.. La bocca si era serrata e non riuscivo a parlare.. Che stava succedendo?

Talia 21-02-2012 00.41.37

Rimasi immobile con gli occhi spalancati mentre parlava, fissandolo... ero incapace di parlare, come se qualcosa di ingombrante mi si fosse incastrato in gola e mi tagliasse la parola.
Poi uscì... ed il rumore della porta che si richiudeva alle sue spalle mi fece sussultare.
“Testardo!” mormorai, sentendo il cuore sprofondarmi chissà dove.
I miei occhi ruotarono quindi su Sheylon, che stava strofinando la grossa testa contro la mia mano...
“Vuoi consolarmi, Sheylon?” domandai, ricambiando lentamente la carezza “O stai solo tentando di convincermi che ha ragione lui? Già... è così, vero? Tu sei d’accordo con lui! Con lui, con il Maestro, con i miei fratelli, con mio padre... Siete tutti uguali, in fondo!”
Mi voltai e feci qualche passo verso il letto... avevo un sapore amaro in bocca, un sapore che non riuscivo a scacciare...
“Sì, siete tutti dannatamente uguali!” sbottai, tornando a guardare la tigre “Tutti a decidere ciò che è giusto e ciò che è sconveniente. Ciò che è bene e ciò che non lo è. Tutti a dire ‘Talia, devi fare questo’ e ‘Talia non devi fare quello’... devi, non devi, puoi, non puoi... tutti! Tutti, Sheylon! Capisci? Tutti! Mentre nessuno si è mai neanche lontanamente degnato di chiedersi che cosa Talia voglia, che cosa desideri, che cosa sogni... A nessuno è mai interessato di domandarsi se Talia sia mai stata felice!”
Con un gesto stizzito della mano colpii la caraffa metallica dell’acqua poggiata sul basso tavolino e la feci volare a terra, con un fragore assordante... mi appoggiai quindi al tavolo e respirai profondamente, tentando di riacquistare il controllo...
“Beh, c’è una novità...” mormorai dopo qualche momento “Talia è stufa ormai! Maledettamente stufa!”
Passarono molti minuti prima che mi decidessi a scendere... avevo vagliato ogni singola possibilità, avevo persino accarezzato l’idea di fuggire... ma fuggire verso dove? E poi... tentare di sfuggire a Guisgard tra le vie del paese in sella a Luthien era pura follia...
No, probabilmente conveniva tentare di assecondarlo, mi dissi.
Sospirai, infine, e mi decisi a scendere a scala.
Attraversai la locanda con Sheylon alle calcagna e senza guardarmi intorno, uscii in strada e mi diressi con passo marziale verso Luthien.
“Sai...” mormorai a Guisgard, ma senza guardarlo, accarezzando appena la cavallina di un delicato grigio perla “Puoi raccontare a te stesso che il Casale sia il luogo più sicuro del mondo, ma questa è solo una favola... un modo per permettere a te stesso di stare tranquillo, e lo sai! Una volta...” proseguii, con un piccolo sospiro “Una volta conoscevo un ragazzino speciale, un ragazzino coraggioso e capace di qualsiasi cosa... beh, lui sosteneva che nessun luogo al mondo poteva essere sicuro se lui non era con me! ...Mi manca quel ragazzino. Mi manca il suo entusiasmo, la sua gioia di vivere, quella sua voglia di condividere con me ogni cosa ed ogni momento... non aveva mai paura, lui. E neanche io avevo mai paura quando lui era con me!”
Sollevai gli occhi su Guisgard per un istante... desideravo ferirlo con lo sguardo più glaciale che possedevo, ma non ci riuscii... tutto ciò che riuscii a gettargli in faccia, dunque, fu soltanto paura, rabbia, infelicità...
“E comunque...” proruppi, quasi gridando “Conosco la strada, non c’è bisogno che mi accompagni in nessun posto!”
Scossi le briglie e partii al galoppo.

elisabeth 21-02-2012 08.39.25

Mi staccai dall' abbraccio di Altea, forse c'erano altri pericoli ma il perricolo terreno mi preoccupava poco...Isolde era tutta un'altra storia......Reas si preoccupo' della Regina e di Altea.....e Isolde ovviamente si occupo' della salute di Reas.....era tutto un circolo vizzioso......ogni dama trovo' il suo cavaliere.......ed il ballo inizio' per ognuno di loro , tranne per la Ragina che inquieta sembrava guardare un punto senza fine. Lascia la sala, ero ben salda sulle mie gambe e le forze aveva ripreso ogni parte del mio essere.........scesi le scale e mi avviai alla torre...........rivoli di fumo avevano l'odore acre delle fiamme....le pietre erano nere e c'era un via vai di persone che ancora incredule tentavano di comprendere l'accaduto.......passavo tra di loro e ne sentivo le voci....potevo ascoltare il tumulto delle loro emozioni ....ma sapevo in cuor mio che la storia era scritta e che quello era solo un piccolo pezzo di un grande disegno.........Daniel stava vivendo il suo grande momento, stava incontrando parti del suo inconscio che prendevano vita nelle sue visioni........Un giorno avrebbe preso dignitosamente il mio posto.......voltandomi potevo vedere gli ospiti della Sala muoversi ballando.....come delle tragiche marionette...l'ombra proiettata era la visione piu' strana.......un tragico momento e la voglia di danzare, che strani gli uomini........mi accorsi solo allora che avrei potuto lasciare quel luogo senza che nessuno se ne accorgesse.......avevo dimenticato che potevo essere o non essere in ogni posto.......e che in quella avventura io mi ero quasi umanizzata..........c'era un gatto tra le pietre fumanti, era nero con gli occhi verdi, rimasi a guardalo......sembrava il mio Pico della Mirandola..........un attimo di nostalgia nei confronti di casa.......forse quella gente aveva bisogno di aiuto ed incominciai a spostare le pietre cadute dopo l'incendio....dare una mano mi avrebbe allontanato da tristi pensieri....

cavaliere25 21-02-2012 15.31.00

va bene vi aiuterò fatemi solo prendere le cose necessarie e vedrò di aiutarvi questo saio me lo diete il frate presi un pezzo di carta w una matita e scrissi sono andato a eliminare un demone in una casa tornerò presto cari saluti èpoi mi girai verso quegli uomini e dissi sono pronto andiamo

Guisgard 21-02-2012 15.58.16

Guisgard restò a fissare Talia mentre galoppava via in sella a Luthien.
Lui scosse il capo e fissò Sheylon.
Un attimo dopo montò in sella al suo cavallo e fece cenno alla tigre di andare.
Talia, nel frattempo, galoppava attraverso il bosco.
Ad un tratto cominciò a sentire una musica provenire dalle sue spalle.
Era Guisgard che la seguiva, poco più indietro, proseguendo a passo lento.
Suonava la sua ocarina e lasciava al suo cavallo il compito di avanzare, come se conoscesse a memoria la strada.
Ad un tratto Luthien tradì nervosismo: era infatti apparso, con un balzo dai cespugli, Sheylon.
Il passo del cavallo, allora, si fece più lento e incerto e poco dopo Guisgard affiancò Talia.
“Quando c’era il maestro” disse lui, smettendo di suonare “era lui ad occuparsi del tuo vivace caratterino…” sorrise, tenendo sempre lo sguardo basso “… ma ora spetta a me farlo, cara sorellina… non penserai mica che ti lasci girovagare per il bosco da sola? Ci sono in giro tanti malintenzionati e questo sentiero non è affatto sicuro per una giovane e graziosa ragazza…” le fece l’occhiolino “… e posso assicurarti che i maschietti, davanti a tanta bellezza, si lasciano sempre trasportare da pessimi pensieri, sorellina.” Si abbandonò allora ad una sonora risata. “Su, ora si torna al Casale. Anzi, sono certo che avranno preparato una bella festa per il tuo ritorno. Eh, ti vogliono bene tutti. Beata te.”



Nello stesso momento, le cose al Casale prendevano sempre più forma.
“Questo vostro arrivo” disse padre Anselmo ai cavalieri “ci lascia alquanto sorpresi…”
“Posso comprenderlo.” Annuì Carolus. “Del resto, tutto è stato pattuito anni fa. Sir Fatigas conosceva il destino della ragazza.”
Padre Anselmo non rispose nulla.
“Un’altra cosa, padre…” fissandolo il cavaliere “… la spada di sir Fatigas…”
“Milord?” Incuriosito il chierico.
“Si, dobbiamo prendere anche quella spada.” Disse Carolus. “Essa reca inciso il sigillo del nostro ordine sull’elsa… e ora che sir Fatigas è morto, non possiamo lasciarla incustodita.”
Quelle ultime parole risuonarono nella mente di Nestor.
Il ragazzo, allora, corse via.
Raggiunse il Tempio e prese di nascosto la spada.
Aveva con sé anche la lettera di Talia.
Un attimo dopo, uscì dal Tempio.

Guisgard 21-02-2012 16.07.45

Altea si voltò per andare via, ma Kojo le afferrò una mano.
“Adoro le donne che non hanno paura, sapete?” Fissandola negli occhi e sorridendo compiaciuto. “Si, mi piace scorgere in esse ardore e audacia, passionalità e coraggio. Prendete questo umile dono, milady…” stringendo nelle mani di lei il pugnale “… potrebbe esservi utile… qualcuno, magari, potrebbe giungere di notte… si, mi sento più sicuro sapendovi armata…” la fissò con i suoi occhi scuri e indefiniti come la notte “… sono certo che ci incontreremo presto, milady… molto presto…”
Un attimo dopo Altea lasciò la sala per ritornare nella sua stanza.

Guisgard 21-02-2012 16.11.39

Daniel era scosso.
Profondamente scosso.
Quelle visioni così reali, quelle immagini che sembravano sul punto di materializzarsi davanti ai suoi occhi.
Poi la voce di Nigros che lo chiamava.
E finalmente quello stato di tepore svanì.
Daniel poteva di nuovo muoversi.
Giada, forse per un involontario rilassamento del giovane, cadde a terra, echeggiando nella stanza.
“Apri, Daniel!” Gridò Nigros.

Guisgard 21-02-2012 16.28.17

Cavaliere25 seguì così quegli uomini.
Salirono su un carretto e si inoltrarono nella selva.
Il cielo era cupo e un freddo vento ululava tra le alte cime degli alberi e i monti vicini.
Nell’aria si respirava qualcosa di enigmatico, mutevole, inquietante.
Gli uomini non dissero nulla per tutto il viaggio.
Alla fine, il carretto arrivò davanti ad una piccola casa.
Era fatiscente e tutt’intorno si sentiva un fetido che toglieva il respiro.
“Mia moglie è chiusa li dentro…” disse l’uomo a Cavaliere25 “… nessuno osa avvicinarsi… chiunque ci prova si ritrova ad essere aggredito dal demone che la possiede…”

Talia 21-02-2012 16.33.14

La mia piccola fuga durò poco... decisamente poco!
Guisgard e Sheylon mi raggiunsero in pochi minuti e mi bloccarono... Luthien si innervosì, tanto che dovetti fermarla per farla calmare...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43916)
“Quando c’era il maestro” disse lui, smettendo di suonare “era lui ad occuparsi del tuo vivace caratterino…” sorrise, tenendo sempre lo sguardo basso “… ma ora spetta a me farlo, cara sorellina… non penserai mica che ti lasci girovagare per il bosco da sola? Ci sono in giro tanti malintenzionati e questo sentiero non è affatto sicuro per una giovane e graziosa ragazza…” le fece l’occhiolino “… e posso assicurarti che i maschietti, davanti a tanta bellezza, si lasciano sempre trasportare da pessimi pensieri, sorellina.” Si abbandonò allora ad una sonora risata. “Su, ora si torna al Casale. Anzi, sono certo che avranno preparato una bella festa per il tuo ritorno. Eh, ti vogliono bene tutti. Beata te.”

Smontai da cavallo e, prendendo Luthien per le briglie, feci qualche passo...
“Traditore!” sibilai a Sheylon, passandogli di fronte.
Camminai per qualche momento, consentendo così alla cavallina di tornare tranquilla... quando finalmente ciò avvenne, lasciai le briglie e le carezzai delicatamente il muso...
“Lo trovi divertente?” mormorai, sollevando su Guisgard uno sguardo furibondo “Bene... mi fa piacere! Mi perdonerai se non rido, ma io non ci trovo niente di allegro in tutto questo! Per te è un gioco, forse... una prova! Ma che cosa ne sai tu di cosa significhi per me, questo? Tu che te ne vai di nuovo, io che di nuovo resto da sola... da sola al Casale aspettando che da qualche parte decidano che cosa fare di me... mio padre o, non so, chiunque sia il mio ‘possessore’ ora! Già... perché io appartengo a qualcuno... è sempre stato così... come... come un oggetto qualsiasi! E tu lo trovi divertente! Trovi che ci sia da ridere!”
Inspirai profondamente, i miei occhi erano larghi, incandescenti e vagamente lucidi... la mia voce bassa e aspra...
“Vuoi andartene, Guisgard? Vuoi andare a fare il vendicatore solitario in giro per il mondo? Bene... vai! Vai... non ti trattengo più, dato che non vuoi! Ma lasciami in pace, almeno!”
Mi voltai, quindi, e presi a camminare in direzione opposta a dove si trovava lui. Luthien mi seguì.

Guisgard 21-02-2012 16.50.24

Guisgard sorrise e Sheylon brontolò.
“Ti ha offeso, amico mio?” Disse alla tigre. “Eh, benvenuto nella gilda! La gilda di quelli detestati da lady Talia!” E rise di gusto.
Si mosse allora a passo lento nella direzione di Talia.
“Suvvia, mi fai un bel sorriso?” Affiancando la ragazza. “Eh, adoro quando mi tieni il broncio e lo sai! Quante volte da piccoli, dopo averti fatto arrabbiare, ho poi dovuto trovare il modo di farmi perdonare? E chi ti dice che non possa riuscirci ancora?”
Ad un tratto si alzò un vento freddo.
Il cielo allora cominciò a minacciare pioggia.
Guisgard, all’improvviso, si chinò verso Talia e la prese in braccio, facendola poi sedere in sella accanto a lui.
Afferrò le redini di Luthien e le legò al suo cavallo.
“Passeggerei per ore con te, mia cara…” fissando Talia con un sorriso “… ma temo che tra un po’ giungerà una tempesta… non sarà stata causata dalla tua ira verso di me?” Rise nuovamente e lanciò al galoppo il suo cavallo. “Mi raccomando, tieniti stretta o finirai per cadere!”
Galopparono così fino al Casale degli Aceri.

Guisgard 21-02-2012 16.57.37

Elisabeth era intenta ad aiutare quella gente dopo l’incendio alla torre, quando all’improvviso giunge qualcuno.
Erano dei funzionari del regno.
“Una donna che si presta ad un lavoro da uomini…” avvicinandosi uno di quelli ad Elisabeth “… ben fatto, milady… del resto, ciò che può fare un uomo, può benissimo essere eseguito anche da una donna…” diede una mano alla donna, per aiutarla ad alzarsi “… milady, sono Berengario di Taburn, Primo Ministro del regno… posso conoscere il vostro nome?”

Talia 21-02-2012 17.12.35

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43921)
“Passeggerei per ore con te, mia cara…” fissando Talia con un sorriso “… ma temo che tra un po’ giungerà una tempesta… non sarà stata causata dalla tua ira verso di me?” Rise nuovamente e lanciò al galoppo il suo cavallo. “Mi raccomando, tieniti stretta o finirai per cadere!”
Galopparono così fino al Casale degli Aceri.

"Mettimi giù, razza di incoscente!" sibilai, stingendo con entrambe le mani la sua camicia "Se mi fai cadere, io..."
Ma lui non mi ascoltava... al contrario, correva come il vento.
Io tentai oppormi per qualche momento, ma tutto era inutile, il vento mi sibilava nelle orecchie e mi costringeva a chiudere gli occhi...
Poi finalmente il cavallo diminuì l'andatura ed io tornai a guardarmi intorno... gli alberi si stavano diradando, un debole sole illuminava ogni cosa di una tonalità particolare...
Poi vidi due alte colonne di pietra ed una sagoma familiare...
Eravamo al Casale.
Spostai gli occhi su Guisgard... avrei voluto dirgli mille cose... e invece non dissi niente.

Guisgard 21-02-2012 17.40.46

Arrivarono al Casale.
Guisgard fissò Talia.
“Non ti avrei mai fatta cadere…” e per qualche istante il suo braccio restò stretto attorno ai fianchi di lei “… e se hai pensato il contrario, allora sei stata sciocca…”
I volti erano tanto vicini che i loro respiri sembravano unirsi e confondersi.
Poi lui ebbe quasi un sussulto, come a volerla stringere a sé ancora di più.
Come a voler cercare le sue labbra e lasciare che tutto il mondo morisse e si annientasse in quel momento.
Ma fu un attimo ed il suo sguardo si destò un istante dopo da quella sensazione.
“Ecco, ora ti sentirai al sicuro…” mormorò senza togliere mai i suoi occhi da quelli di lei “… ora nessuno di prenderà, forzandoti a fare ciò che non vuoi…”
Scese dal cavallo e aiutò poi Talia a fare lo stesso.
Un attimo dopo, Brand, riconoscendo la sorella, corse verso di lei.
Subito dopo apparvero padre Anselmo e i frati francescani.
Infine, restando però qualche passo più indietro, arrivarono quei cavalieri.
Nel vederli, Guisgard restò turbato.
Riconobbe poi il sigillo della Luna Nascente.
Restò inquieto.
“E’ lei, padre?” Domandò Carolus, mentre fissava Talia.
“Si, milord.” Annuì il chierico.
“Cosa sta succedendo?” Domandò Guisgard.
“Lui chi è?” Fissandolo Carolus. “Perché era con la ragazza?”
“Non temete, milord…” fece padre Anselmo “… è uno dei suoi fratelli.”
Guisgard avvertì un’angoscia nel cuore.
“Talia, ti prego, seguimi…” prendendo la mano della ragazza padre Anselmo “… accompagnami nel Tempio…”
E lì, rimasti da soli, il chierico raccontò tutto a Talia.
Guisgard si mise in disparte e qualche istante dopo gli si avvicinò Brand.
“Cosa c’è?” Chiese il cavaliere al fratello. “Mi detesti anche tu, immagino…”
Brand fece no con il capo.
Poi si sedette accanto a lui.
“Cosa sta succedendo, Brand?” Fissandolo Guisgard. “Dimmelo, ti prego…”

Talia 21-02-2012 18.18.17

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43924)
“Talia, ti prego, seguimi…” prendendo la mano della ragazza padre Anselmo “… accompagnami nel Tempio…”
E lì, rimasti da soli, il chierico raccontò tutto a Talia.

Rimasi immobile, con gli occhi fissi in quelli di Padre Anselmo per un tempo indeterminato quando ebbe finito di parlare...
Mille pensieri mi vorticavano nella mante, tanto velocemente da produrre un frastuono capace di stordirmi!
Sapevo che qual giorno sarebbe arrivato... lo avevo sempre saputo... eppure non me lo ero mai immaginato. Al contrario, avevo sempre fatto di tutto per non pensarci. Per crederlo lontano, in un futuro indefinito e indefinibile.
Ed invece...
Pensai a Guisgard, alla sera precedente, alla nostra colazione di quella mattina... se solo mi avesse portata via... se solo...
Di colpo chiusi gli occhi ed inspirai profondamente.
“Capisco...” mormorai infine, riaprendoli e costringendomi a tornare a guardarlo “Però, credevo... insomma... il Maestro ha sempre detto che sarebbe spettato a me decidere il momento di abbracciare quel destino. Insomma... so di non avere scelta, ma almeno... almeno il momento!”

elisabeth 21-02-2012 18.28.06

Non avevo piu' pensato a nulla tranne che a spostare pietre.....la gente era cordiale e nessuno mi chiese nulla,tranne che farmi spazio e collaborare...la cosa migliore quando si stava riflettendo su cosa fare....avevo sentito il rumore dei cavalli...ma nonalzai la testa dal mio lavoro sinoa quando una voce non si rivolse alla mia persona.......avevo le mani nere e le unghie spezzate, il volto era quello di una crbonaia...e il mio bell'abito da ballo adesso non avrebbe fatto girare gli occhi di nessuno....ma mi sentivo piu' in sintonia con quel mondo......" Si...penso anch'io che la donna ha le stesse capacita' di un uomo e viceversa....e' possibile compensarsi......sono Lady Elisabeth Fraser......perdonate se non posso porgervi la mano...non e' nelle condizioni giuste per Vostra Eccellenza....."...........

Guisgard 21-02-2012 18.43.04

Padre Anselmo fissò Talia.
Restò a guardarla per qualche istante, poi scosse il capo.
“Forse neanche il maestro immaginava questo giorno…” mormorò “… forse ignorava il loro arrivo… forse aveva pensato a te in questo Tempio e non nel lontano mare Egeo… ma ora tutto è relativo, figlia mia… pensa a te come una privilegiata, una fortunata… sarai come una regina con tanti campioni… e potrai fare tanto bene… aiutare i poveri e proteggere i deboli… Talia…” avvicinandosi a lei “… stai servendo Dio… e forse sei nata per questo ruolo…”
Prese allora la mano della fanciulla ed uscirono dal Tempio.
Trovarono ad attenderli i francescani e gli uomini giunti dall’Oriente.
Nel vedere Talia, i cavalieri mostrarono un solenne inchino.
“Siamo giunti per te dall’Oriente…” disse Carolus alla ragazza “… da oggi per te inizierà una nuova vita.”
“Dov’è Nestos?” Domandò il chierico a Brand.
“Non so…” rispose il ragazzo “… è un bel po’ che non si vede…”
“E l’altro tuo fratello?” Chiese ancora padre Anselmo. “Quello giunto con Talia?”
“E’ andato via…” rispose Brand “… è corso via in sella al suo cavallo poco fa… era deluso e arrabbiato…”
“Noi partiremo all’alba.” Disse Carolus.
“Così presto?” Stupito padre Anselmo. “Talia non potrà neanche salutare gli altri suoi fratelli?”
“Non abbiamo tempo, padre.” Fece Carolus. “Il nostro vascello partirà domani presto… siamo attesi a Tessalonica.”
“Allora sarà meglio che tu vada a riposare, Talia.” Disse il chierico alla ragazza.
Era ormai buio.
Talia fu allora accompagnata nella sua stanza da padre Anselmo e dopo averla confessata e benedetta, il chierico la lasciò.
Anche Carolus e i suoi andarono a dormire.
Così, sul Casale, una malinconica e silenziosa sera scese a ricoprire tutto.

Guisgard 21-02-2012 19.00.46

Berengario sorrise ad Elisabeth.
“Il lavoro nobilita sempre, milady.” Disse. “Non devo perdonarvi nulla. Vedendovi, non ho potuto fare a meno di cogliere il vostro sguardo… credo siate una donna molto in gamba.”
In quel momento giunse Reas.
“Cosa fate, milady?” Meravigliato. “Ci sono i servitori e i soldati! Vi prego, lasciate questa ingiusta fatica!” E prese le mani di Elisabeth, come a volerla allontanare da lì.
“Il capitano Reas infondo dice il vero…” sorridendo Berengario “… dedicatevi ad altro, milady… qualcosa di più degno della vostra intelligenza… dono assai raro.”
In quel momento arrivò anche la regina, scortata dalle sue dame e da Isolde.
“Lady Elisabeth…” fece la regina fissando la donna “… non siate sciocca! E’ lodevole il vostro impegno, ma fuori luogo…”
“Magari riesce bene questo lavoro alla nostra dama…” sorridendo Isolde “… del resto, come afferma lei stessa… lady Elisabeth ama i boschi e i lavori campestri.” E rise.
“Lasciate questo lavoro” ordinò la regina ad Elisabeth “e abbigliatevi come si conviene ad un ospite.” Fece cenno alle sue dame. “Accompagnate lady Elisabeth nei suoi appartamenti e procuratele abiti adatti. Dopo averle offerto un bagno caldo.”

elisabeth 21-02-2012 19.20.35

Ero confusa, io non ero ne stanca ne' tanto meno pensavo di essere nel posto sbagliato....improvvisamente la mia presenza li' fece scomodare anche la Regina e questo mi mise in imbarazzo......Isolde ovviamente era dolce come una bacca velenosa......" Lady Isolde avete ragione......amo i boschi i fiori e adoro la povera gente che lavora...perche' quando il male distrugge il bene ricostruisce......ma forse per voi e' troppo faticoso comprendere..."....Reas prendendomi per le mani mi fece uscire fuori dalle macerie....." Vi ringrazio....ma uscendo dal palazzo avevo la necessita' di prendere aria.....e alle volte l afatica aiuta a riflettere....sua eccellenza il Ministro e' troppo buono ha visto forse doti che io non ho....per quanto riguarda voi Vostra Maetsa' perdonate se vi ho offesa con il mio comportamento.....faro' in modo di essere piu' presentabile...".....Fui condotta nella mia stanza dove mi fu preparata una vasca con acqua calda e fiori di vaniglia.....l'acqua era veramente un dono prezioso...e cosi' dopo essermi spogliata, mi immersi sino al collo......respirando i vapori di vaniglia.........la mia camera era comunicante con quella di Altea.....ero ad occhi chiusi e sentendo strani rumori ..sorrisi...forse Altea era venuta a trovarmi

Altea 21-02-2012 19.40.20

Mi destai da quel sonno, sentii dei rumori provenire dalla camera di Elisabeth, scesi lentamente dal letto, mi avvicinai alla porta comunicante, vidi la luce di un lume rischiarare l'uscio...forse era tornata? provai a bussare, sperando fosse lei, non mi sentivo sicura sola in quel posto.

elisabeth 21-02-2012 19.44.36

Entrare in acqua era fantastico........quando sentii bussare alla porta....presi istintivamente il telo che avevo sulla sedia accanto......." Altea sei Tu....?..."......

Altea 21-02-2012 19.47.39

Udii la sua voce e come sempre il cuore rallentò il suo battito..."Elisabeth, sono Altea, devo parlarvi di cosa molto importante"..fissai quel pugnale, e lo facevo roteare tra le mani..non capivo bene se quelle parole di Kojo erano un avvertimento..o una sua minaccia.

elisabeth 21-02-2012 19.53.49

" Entrate Altea.....non indugiate oltre......ho voglia di vedervi....".....

Altea 21-02-2012 19.58.53

Entrai lentamente nella stanza, senza far rumore, vi era aroma di vaniglia..la nostra lady Elisabeth sta prendendo piena femminilità, pensai sorridendo.
La vidi avvolta in un asciugamano..."Elisabeth, perdonami se ti disturbo a questa ora...ma volevo parlarti di ciò che è avvenuto stasera...durante l'incendio. Per puro caso trovai la Regina mentre le fiamme divampavano e...i Cavalieri del Tulipano ci hanno rinchiuso in una torre...dicono per salvaguardare la regina"..sospirai, fino ad ora avevo sempre avuto con me il maestro vicino a darmi i consigli, ora ero sola e questo mondo mi sembrava strano e pericoloso "la Regina si è aperta con me...ha detto che..ha dovuto chiedere aiuto a Loro, contro...i nemici. E i Cavalieri del Tulipano hanno preso pieno potere dittatoriale...ma chi sono questi nemici?? Ho come l'impressione che quell'incendio non sia stato del tutto casuale" e mi sedetti sul suo letto pensierosa.

elisabeth 21-02-2012 20.11.02

Finalmente rividi Altea e questo mi diede una grande felicita'....ascoltai Altea e provai le sue emozioni......" Purtroppo, Tylesia e' contesa......ci sono forze del male e qui entra anche la nostra cara Isolde....e le forze del bene....e la Regina e' protetta.....Il comandante Reas sara' per lei una grande forza......e noi Altea Dobbiamo aiutarli....ora ascoltatemi siete stanca...andate a riposare....in questo stato ne io ne te possiamo essere utili....sono qui , qualsiasi cosa hai bisogno non devi far altro che chiamarmi......

Altea 21-02-2012 20.21.52

Elisabeth seppe, come sempre portarmi quella sicurezza di cui necessitavo.."Si avete ragione, questo Regno è conteso, ma io sarò sempre dalla parte della Regina...domani potremo parlarne a mente fresca..buonanotte Elisabeth..e fate dolci sogni" sorrisi ammicandole.
Ritornai lentamente nella mia stanza, cercando di non far rumore, sembrava quasi che in quel castello i muri parlassero da sè, vidi il pugnale sul tavolino, e lo misi sotto il letto...certo era sempre una arma di difesa. Mi cambiai velocemente e mi misi sotto le coperte, guardavo fuori dalla finestra e pensavo al Cappellano, l'indomani sarei andata a sincerarmi se stesse bene, e mi addormentai rischiarata dal chiarore della Luna...ma...nel dormiveglia avvertivo un calore nella guancia provenire proprio dove era posizionato il pugnale, mi addormentai...e strani sogni invasero il mio sonno..
"la immagine di una donna rinchiusa in una torre simile alla Regina, fiamme che circondavano il castello...e laggiù cavalieri...nemici o amici? e vidi me correre, scappare, cercare di uscire da quel castello quasi incantato, e cercavo di aprire disperatamente quel cancello d'oro".
Mi svegliai di soprassalto madida di sudore "che succede?" pensai "deve essere frutto di ciò che ho vissuto oggi, il mio inconscio ancora è turbato." Mi stesi nel letto..volevo fuggire da li, ma come?

elisabeth 21-02-2012 22.43.06

Accompagnai alla porta Altea,ma non la chiusi completamente......il fuoco nel camino ardeva levando assieme al lume della candela dei segni sulle pareti....la stanza aveva una luce che andava a ricoprire i colori delle foglie in autunno...mi avvicinai alla vasca......il profumo della vaniglia era ancora forte.......l'acqua era tiepida......mi inginocchiai....ed immersi il mio braccio....ei incominciai a muoverlo in circolo creando dei piccoli cerchi, e li' vidi il mio bosco....era stupendo quando improvvisamente lunghe lingue di fuoco...si attorcigliarono ai miei amati alberi.....tutto era in pericolo......tolsi il braccio dall'acqua ed andai vicino al camino...improvvisamente un vento gelido alito' al mio cuore........e le fiamme sembrarono ondeggiare ........forse dovevo riposare........eppure mi sentivo inchiodata al pavimento...

cavaliere25 22-02-2012 11.53.03

scesi dal carretto e dissi voi finchè non ve lo dirò io non entrate e mi avvicinai alla casa apri la porta ed entrai e la richiusi dietro di me e mi guardai intorno alla casa

Talia 22-02-2012 14.43.39

Padre Anselmo mi invitò a tornare nella mia stanza... ed io non discussi: volevo restare sola, in fondo... avevo bisogno di restare sola!
La sera era scesa velocemente sul casale... tanto, forse troppo, velocemente.
Mi accostai alla finestra e guardai il giardino...
Guisgard... Brand aveva detto che se n’era andato... inspirai profondamente e mi costrinsi a chiudere in fondo al cuore quel vivo senso di angoscia che provavo, quella paura, tutti quei rimpianti... Guisgard... quanti sentimenti per lui nel mio cuore... i più assoluti, i più forti, i più vivi... da sempre... e, probabilmente, per sempre.
E poi c’era Nestos... il mio piccolo Nestos... mi chiesi dove fosse, che cosa stesse facendo... avevo fatto una promessa a Nestos, una promessa che non avrei più potuto mantenere...
In preda a questi e mille altri pensieri, ma nel vivo tentativo di placarli, mi allontanai dalla finestra e mi andai a sedere sull’ampio e soffice cuscino che usavo per meditare...
Chiusi gli occhi e mi sforzai di placare la mente... e lentamente i rumori si andarono affievolendo...

“Talia! Finalmente!” esclamò una voce a me molto familiare.
“Maestro?”
Lo spazio intorno a me era luminoso ed indefinito, l’anziano cavaliere mi sorrise.
“Maestro...” mormorai, guardandomi intorno “Dove siamo?”
“Siamo...” anche l’uomo si guardò intorno “Non lo so, Talia! Ma ti stavo aspettando... è molto che ti aspetto. Credevo che saresti giunta prima!”
“Lo so, Maestro...” annuii mestamente “Ma non è facile... non più!”
“Perché?”
“Beh... prima Fyellon... lui ha... lui ti ha... ed io... oh, Maestro... io credo di averlo odiato!”
“Fyellon è tuo fratello, Talia!” mi riprese subito lui, nel tono più austero che aveva “So che cosa ha fatto... lo rammento! Ma... non dimenticare che le sue colpe sono le mie colpe! Ed anche...”
“...anche le mie!” conclusi, completando la sua esitazione.
“Non prendere questo nel modo sbagliato, figlia mia!” disse allora “Non ti sto incolpando... ma tu ed io avevamo un compito... e forse, in parte, abbiamo sbagliato!”
“Lo so, Maestro!” mormorai, annuendo tristemente “Abbiamo agito con leggerezza... abbiamo agito senza guardare alle conseguenze!”
“E tuttavia...” mi corresse l’uomo “Sono le nostre scelte, prima di tutto il resto, a dimostrare ciò che siamo veramente! Fyellon poteva scegliere cosa fare... ed ha scelto la via dell’odio! Di questo tu non hai colpa!”
Sospirai...
“Desideravo trovarlo... trovarlo e parlargli... convincerlo a fare ammenda per il suo gesto... e credevo che forse, così, avrei salvato la sua anima!”
“La sua anima potrà forse essere salvata...” mormorò lui, quasi sovrappensiero “Vi sono molti modi nei quali il destino agisce... e tu... non so... non escludo che potrai rivederlo, presto o tardi!”
“Non credo!” dissi piano “Non credo che lo vedrò più. Non credo che vedrò più nessuno!”
L’uomo sollevò lo sguardo e mi fissò incuriosito...
“Domattina parto!” spiegai, sempre con il medesimo tono “Sono giunti dei Cavalieri della Luna Nascente per me. Vado a... Tessalonica! Credo!”
Lui annuì leggermente, poi tornò a guardarmi...
“Non sento gioia nella tua voce, tuttavia! Come mai?”
Non risposi.
“Oh, Talia...” mormorò dopo qualche momento “Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato, in fondo! Lo hai sempre saputo!”
“Si, Maestro...” mormorai “Lo sapevo!”
“E dunque?”
“Non mi piacciono le costrizioni!”
“Lo so... neanche a me sono mai piaciute! Ma questo è il tuo destino!”
“E’ il destino che altri hanno scelto per me!” ribattei.
L’uomo rimase in silenzio per qualche momento, scrutandomi...
“Sai...” disse infine, sospirando appena “Mi hai sorpreso! Credevo... sì, credevo che ti saresti comportata diversamente. Ed invece... domattina parti, dopotutto. Non hai fatto né detto niente per opporti!”
Mi strinsi nelle spalle...
“Ho tentato di fuggire...” mormorai “Sapevo che sarebbero arrivati dopo che... beh, dopo che tu ne sei andato! Lo sentivo! Perciò, credo, ho lasciato il Casale! Ma non è servito! Ed ora...” esitai “Ora non c’è più molto da fare, penso. Ora loro sono qui, ed io appartengo loro. Temo che la vecchia Talia sia destinata a morire.”
“E Guisgard?”
Quella domanda, così a bruciapelo, mi sorprese.
Sollevai gli occhi di scatto e la mia mente vacillò... tutto intorno a me iniziò a farsi sfocato, ad allontanarsi...
“Ti stai distraendo, Talia...” disse la voce del Maestro, da qualche parte vicino a me “Concentrati! Svuota la mente!”
Lo feci... o almeno tentai di farlo... per qualche attimo non accadde niente, poi la luce tornò vivida ed io vidi di nuovo il Maestro.
“Io...” tentai di giustificarmi.
“Capisco!” mormorò lui, ignorandomi “Non è cambiato niente, in fondo!”
Sollevai gli occhi nei suoi...
“No!” dissi seccamente “Niente... ed infatti se n’è andato! Di nuovo!”
“Davvero?” chiese l’uomo, lanciandomi in risposta uno sguardo incuriosito.
“Già!”
“E come mai?”
“Ha importanza?” domandai seccamente.
Lui sorrise leggermente...
“Certo che ne ha, figlia mia!”
“Non lo so...” mormorai, con un profondo sospiro “Diceva di voler trovare Fyellon, diceva di sentirsi in colpa... ma forse ha solo paura. Paura di fermarsi ed affrontare i suoi fantasmi!”
“...ed i suoi sentimenti!” soggiunse l’uomo “La tua stessa paura, mi sembra di capire!”
“Io non ho affatto paura!” mormorai, abbassando però in fretta la sguardo.
“Il destino ha molte strade...” disse lui, dopo qualche momento “E non è detto che scelga sempre la più diretta. Né quella che noi ci attendiamo!”
Per qualche tempo rimasi con gli occhi a terra, riflettendo su ciò che aveva detto... il destino ha molte strade... ma allora...
“Maestro...” sollevai gli occhi per chiedere ancora, ma la voce mi morì in gola...
Quello spazio indefinito nel quale ci trovavamo aveva iniziato a prender lentamente forma... cupole e palazzi stavano iniziando ad affiorare e a comparire davanti ai miei occhi, guglie, mura, torri... e tutto brillava di riflessi d’oro e d’argento che si andavano specchiando in una verde laguna, alimentata da mille zampillanti piccole cascate...
“Maestro...” ripetei, incapace di smettere di guardarmi intorno “Ma... ma dove siamo?”
L’uomo si guardò intorno a sua volta, per un istante, come incuriosito...
“Oh, si!” disse poi “Ora capisco la tua meraviglia, Talia... questa è una città bellissima. Forse la più bella città del mondo!”
“Qual è il suo nome, Maestro?”
“Il suo nome? Oh, il suo nome riecheggia di storie e di leggenda presso molti popoli e in molte culture...”
“Qual è, Maestro?” lo incalzai.
Lui mi osservò per un attimo...
“Tylesia!” disse poi “Questo è il suo nome.”
“Tylesia...” ripetei in un sussurro, in modo da tenerlo a mente “Tylesia!”
“Perché lo chiedi?”
“Perché...” spiegai, riportando lo sguardo su di lui “Perché io ho visto questa città! L’ho vista in alcune visioni...”
“L’hai vista?” i suoi occhi si allargarono appena “Oh... questo è curioso!”
“Perché?”
“Davvero curioso...” ripeté.
“Perché, Maestro? Perché dici che è curioso?”
Lui mi sorrise...
“Perché...” iniziò a dire.
Ma la luce aveva iniziato ad affievolirsi... e l’anziano cavaliere mi sembrava sempre più lontano...
“Maestro...” chiamai “Maestro... aspetta!”
Ma era davvero troppo lontano ed io non udivo più la sua voce.

Aprii gli occhi di colpo.
“Maestro!” mormorai di riflesso... ma ero di nuovo da sola nella mia stanza ed intorno a me era buio.
Mi alzai e di nuovo mi avvicinai alla finestra, restando per qualche momento a scrutare l’orizzonte oscuro...
“Tylesia...” sussurrai contro il vetro “Tylesia!”
Infine abbandonai la finestra e mi lasciai scivolare sul letto... e subito caddi in un sonno profondo.

Guisgard 22-02-2012 16.08.31

VIII Quadro: Fuga tra la neve caduta ai Piedi di Cristo

("Vuthering Heights è il nome della dimora del signor Heathcliff: <<vuthering>> è un aggettivo dialettale molto significativo, che descrive il tumulto atmosferico a cui la sua posizione è esposta quando fa tempesta.")

(Emily Bronte, "Cime Tempestose")




La sera e poi la notte.
Attraversarono velocemente, quasi in un incanto, quel tempo indefinito e cullarono l’inquieto sonno di Talia.
Poi i versi della notte, forse lo strascico dei sogni che volano via e infine l’etereo riflesso dell’aurora che, pian piano, si diffondeva dolcemente tutt’intorno.
Ad un tratto dei rumori svegliarono Talia.
Provenivano dalla finestra.
Dopo qualche istante la ragazza comprese la loro natura: erano i passi di alcuni di quei cavalieri giunti al Casale dall’Oriente.
Passeggiavano nel giardino e controllavano la situazione.
Poi, dopo un po’, altri rumori furono uditi da Talia.
Stavolta erano più vicini.
Un attimo dopo, una figura apparve sulla finestra.
Con agile balzo la scavalcò ed entrò nella stanza.
Talia fissò la figura fino a quando, avanzando quella fino ad incontrare il chiarore che l’albeggiare liberava nella stanza, ne riconobbe le fattezze.
“Presto, Talia…” disse Guisgard “… vestiti… non c’è tempo… sorvegliano l’intero Casale…”
Fuori era freddo e il cavaliere si slacciò il mantello per poi darlo alla ragazza.
“Dopo metti anche questo…” porgendole il mantello.
Corse allora verso la finestra e spiò nel giardino.
“Se ho calcolato bene il tempo impiegato dai due cavalieri a percorrere lo spazio fino all’androne…” mormorò “... si, tra qualche istante potremo uscire da qui e tentare di raggiungere il viale degli aceri…”
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Guisgard 22-02-2012 16.35.43

Elisabeth aveva lasciato la porta chiusa e un attimo dopo udì dei rumori.
“Vi occorre qualcosa, milady?” Vedendola accanto alla vasca la cameriera. “Ho qui abiti fra cui potrete scegliere.” E li posò sul letto. “Se vi occorre altro, basta che suoniate il campanellino, milady. Il mio nome è Tya e sono ai vostri ordini.” Mostrò un inchino ed uscì.
La cameriera, poi, si diresse in un’altra stanza e vi entrò.
“Novità, mia cara?” Domandò Kojo a Tya.
“Le due straniere hanno parlato fino a poco fa, signore…” fece la ragazza “… soprattutto quell’Altea mi sembra molto vicina, almeno emotivamente, alla regina… l’altra invece, quella Elisabeth, parla di forze oscure attorno alla città…”
Kojo restò pensieroso.
“La nostra lady Elisabeth sembra amare molto il mondo dell’occulto…” mormorò il cavaliere “… e forse ne resterà scottata ella stessa… quanto ad Altea…” sorrise “… penserò io a lei…” fissò la cameriera “… ottimo lavoro, ragazza mia… tieni d’occhio le nostre belle straniere… va e non deludermi…”
“Si, milord.” Ed uscì dalla stanza.

Guisgard 22-02-2012 16.36.55

Quel sogno aveva turbato Altea.
Ad un tratto qualcosa la destò dai suoi pensieri.
Era un servitore che bussava alla porta.
“Milady…” entrando il servo “… sir Kojo mi manda a chiedervi, se ciò vi aggrada, di raggiungerlo nel parco del palazzo per una passeggiata… egli desidera mostrarvi il palazzo e le sue meraviglie.”

Guisgard 22-02-2012 16.49.02

Un buio profondo ed angosciante avvolse Cavaliere25 appena entrò nella stanza.
Poi, pian piano, i suoi occhi si abituarono al buio.
Non si trovava in una stanza, ma solo in un piccolo vestibolo aperto che dava su un orticello.
Ad un tratto, vide una sagoma prendere forma.
Era una fanciulla.
“Chi sei tu?” Domandò al boscaiolo. “Perché la mia mamma mi ha abbandonata qui?”
http://nsm05.casimages.com/img/2011/...8939226570.jpg

Altea 22-02-2012 16.51.31

Sentii del vociferare nella stanza di Elisabeth...poi sentii bussare alla porta, chi era mai a questa ora della notte?? Scesi dal letto e mi vestii in fretta, aprii la porta e trovai davanti a me un servo....un invito da parte di sir Kojo?..cosa voleva da me? Dovevo saperlo.."Dite al vostro padrone di attendermi ai giardini, ma riferitegli che conosco già le meraviglie di quel posto" risposi con una certa rabbia.
Chiusi la porta, mi sedetti a uno scrittoio portando con me un piccolo lume e in un biglietto scrissi con calamaio "Elisabeth, mi trovo in giardino con sir Kojo..su suo invito. Se avessi bisogno, stai in guardia". Mi avvicinai alla porta di Elisabeth e feci scivolare il biglietto sotto la porta...mi misi il mantello, stavo per uscire..poi una intuizione, mi avvicinai al letto e presi il coltello sotto il cuscino e lo nascosi bene, dentro il vestito.
Scesi veloce le scale, speravo di essere comunque al sicuro...dovevo fare tutto questo per la Regina..io...volevo ridarle il suo Regno..ecco perchè il Calars mi aveva fatto arrivare fino qui risparmiandomi la vita, qualsiasi cosa succedesse gliene avrei parlato. Sentivo i miei passi sul lastricato alabastrato, mi guardavo attorno...dove si trovava? Il cuore batteva forte..no non dovevo aver paura..e se mi avesse uccisa a sangue freddo?

Talia 22-02-2012 16.54.07

“Guisgard!”
Balzai giù dal letto... gli occhi spalancati e il respiro corto...
Corsi alla finestra e mi affacciai appena... non c’era nessuno... lo afferrai, quindi, e lo tirai dentro la stanza, chiudendo poi in fretta la tenda sottile...
“Sei pazzo!” mormorai “Pazzo! E se... se ti trovano qui? Se ti avessero visto? Non sarebbero stati clementi. Non dovresti essere qui, lo sai... non avresti dovuto...”
Ma mi mancò l’aria e tacqui.
Le mie mani carezzarono le sue spalle, poi il suo viso... infine, d’impeto, lo abbracciai...
“Credevo che te ne fossi andato...” mormorai al suo orecchio “Credevo che te ne fossi andato senza neanche una parola... credevo... credevo che fossi lontano ormai! Oh, Guisgard... sono così felice che tu sia qui... così felice...”
Per qualche attimo rimasi così... non volevo lasciarlo... infine, tuttavia, tornai a guardarlo e sorrisi...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43942)
“Presto, Talia…” disse Guisgard “… vestiti… non c’è tempo… sorvegliano l’intero Casale…”
Fuori era freddo e il cavaliere si slacciò il mantello per poi darlo alla ragazza.
“Dopo metti anche questo…” porgendole il mantello.
Corse allora verso la finestra e spiò nel giardino.
“Se ho calcolato bene il tempo impiegato dai due cavalieri a percorrere lo spazio fino all’androne…” mormorò “... si, tra qualche istante potremo uscire da qui e tentare di raggiungere il viale degli aceri…”

Lo fissai per un istante, attonita... quasi incapace di capire...
Poi, lentamente, mi avvicinai a lui e lanciai a mia volta un’occhiata verso il basso...
“Il... il viale?” mormorai, con la voce che tramava forte “Guisgard... che cosa dici? Che cosa vuoi fare?”
Inspirai profondamente e tornai a sollevare una mano sul suo viso...
“Guisgard... questo non è un gioco, lo capisci? Non lo è più! Se... se ti prendono... se scoprono che stai tentando di farmi uscire...” rabbrividii “Questa sarebbe la tua condanna... ed io... io non posso farlo! Non posso... condannarti a morte! Io... io morirei, se ti accadesse qualcosa!”
La mia mano era sulla sua guancia, ma tremava forte... i miei occhi erano lucidi...
“Ho paura!” mormorai.

Guisgard 22-02-2012 17.11.22

Gli occhi di Guisgard non sembravano concedere clemenza a tutta quella situazione.
“Fa presto a prepararti, Talia…” con tono deciso “… non abbiamo molto tempo…” prese le mani di lei nelle sue “… io non me ne andrò da qui senza di te… e tu non partirai per l’Oriente… no, non accadrà, non ti porteranno via…” le strinse le braccia “… non lo permetterò, capisci?”
Un rumore e lui si voltò verso la finestra.
“Dobbiamo fuggire ora, oppure mai più…” mormorò “… tra pochi istanti ricompariranno quei due cavalieri…”
Scavalcò la finestra e si aggrappò ad un ramo di un albero che cresceva lungo la muratura.
Fece poi cenno a Talia di saltare verso di lui.
“Avanti, ti prenderò al volo…” disse sottovoce “… forza, Talia…” tendendole le braccia.

Guisgard 22-02-2012 17.27.40

Altea scese nel parco del palazzo.
Luci soffuse disegnavano le forme e le immagini di quel luogo ed un senso di silenzio avvolgeva ogni cosa.
Poi ad un tratto dei passi.
Una figura vestita di nero, dal portamento fiero e lo sguardo enigmatico si avvicinò ad Altea.
“Si narra che Venere assumesse ogni notte una forma di donna diversa” avanzando Kojo “per incontrare il suo amato Adone…” sorrise “… e sono certo che stanotte ha scelto la vostra immagine, milady…” le baciò la mano delicatamente “… siete bellissima, sapete? Una dea, se posso osare. E trovo che questi abiti non vi rendano onore… in Oriente ho sentito parlare di una principessa… si vestiva solo di gioielli… oro, argento, smeraldi e rubini sulla sua pelle nuda…” prese allora un sacchetto dalla sua tasca e ne estrasse una magnifica collana d’oro, con una meravigliosa pietra preziosa incastonata in un pendaglio “… questa credo sia l’unica cosa degna di coprirvi, milady…” mettendo al colo di Altea quella meravigliosa collana.

Altea 22-02-2012 17.40.26

Sentivo l'avanzare di passi..era lui pensai. Mi voltai e vidi un'ombra scura avvicinarsi per poi rischiararsi alla luce della Luna Piena.
Egli si avvicinò a me, leggermente mi allontanai, quell'uomo mi infastidiva, e poi iniziò a narrare la storia di Venere e Adone e pensai al bassorilievo che avevo visto quel giorno con il Cappellano. Si avvicinò a me, narrandomi la storia di una principessa Orientale...quelle principesse di cui mi parlava il maestro...e con mia sorpresa vidi una pietra verde brillare e mi trovai un bellissimo gioiello al collo..."Sir Kojo, prima mi trattate da spia e ora mi riempite di regali? Vedete...forse mi avete presa come una di quelle dame che si fanno conquistare con gioielli, vestiti, e qualsivoglia, ma vi siete sbagliato sapete??" Mi tolsi la collana e gliela restituii "Anzi penso stia molto meglio al collo di lady Shoyo" e con un sorriso mi avviai velocemente verso il luogo dove solitamente trovavo il Cappellano sperando di trovarlo.


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