Camelot, la patria della cavalleria

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-   -   Il Giglio Verde (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1787)

Guisgard 25-10-2011 04.06.37

Un leggero vento accarezzava le cime degli alberi, diffondendo ovunque nell’aria un dolce profumo, mentre le colline tutt’intorno era già tinte coi colori dell’Autunno.
Altea era avvolta nel forte abbraccio di Carrinton ed il silenzio, dopo le loro parole, aveva riempito l’eco dei loro sospiri.
Il nobile, allora, prese dolcemente le redini del cavallo e questo s’incamminò lungo un sentiero tracciato tra le foglie cadenti e quella delicata melodia che sembrava racchiusa nel sibilo del vento.
I passi del destriero penetravano nella tenera ed umida terra che aveva visto, per buona parte del giorno, cadere un lenta e costante pioggerellina.
Per un tratto di quel sentiero non ci furono parole tra i due.
Qualcuno una volta scrisse che il silenzio è tutto ciò che occorre per ricordare un’immagine vista in sogno.
E quella rivelazione era stata davvero come un sogno.
Carrinton si era subito perso negli occhi di quella ragazza giunta dalla verde Irlanda.
E subito il suo cuore gli aveva sussurrato che era pronto a rinascere, a rifiorire all’amore.
Per troppo tempo Carrinton si era chiuso in quel doloroso passato, negandosi alle gioie della vita.
Sembrava destinato a questo oblio dei sensi, della passione e della Gioia.
Ma poi lo sguardo di lei aveva dissolto tutto.
In un istante tanto infinitesimale da apparire ora quasi eterno.
Come il sospiro che racchiuse quel nome pronunciato ora dal nobile.
“Altea…” accarezzandole i capelli, mentre attraversavano quel sentiero che appariva fiabesco “… lascia subito la casa di lady Kate… voglio che tu ti trasferisca nel mio palazzo… stasera stessa… ti voglio con me… e non vi è luogo a questo mondo che possa tenerti lontana dal mio cuore…” fissandola e perdendosi nei suoi meravigliosi occhi che luccicavano degli incantati riflessi di quella selva “… che sia Camelot, l’Irlanda o qualcuno dei mondi sconosciuti e fantastici, sospesi tra il Cielo e la terra, che i poeti disegnano nei loro versi non avranno mura abbastanza alte e spesse per poterti custodire lontana da me…”
Ad un tratto il cavallo si fermò presso un piccolo laghetto.
Le sue acque erano blu ed una bianca e fresca sorgente lo alimentava.
Il fondo era tanto trasparente da permettere di vedere i ciottoli che la corrente aveva reso lucidi e levigatissimi.
Lo stagno era coperto, per buona parte, da uno spuntone di roccia modellato dal vento e arso dal Sole, che con la sua ombra generava superbi riflessi di mille colori tra gli spruzzi d’acqua che fuoriuscivano dalla sorgente.
E nel cuore di quella roccia vi era un’insenatura naturale, nella quale si intravedeva una statua bianca.
“In questo luogo” disse Carrinton ad Altea “il console Mario Fulvio, durante la dominazione romana della Britannia, fece costruire un magnifico giardino, raccolto attorno ad un tempietto dedicato alla dea dell’amore Venere…” indicando la statua nella roccia “… fu il suo modo di ringraziare la dea, per avergli fatto incontrare la donna che amò poi per tutta la vita, Gueverren, una bellissima bretone… e secondo la leggenda proprio in questo luogo, dove un tempo vi era il suo favoloso giardino, chiese all’amata di diventare sua moglie…” allora Carrinton prese fra le braccia Altea e sorrise “… e nello stesso modo, in questo luogo consacrato ad Amore, io chiedo a te… vuoi essere mia moglie?”
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cavaliere25 25-10-2011 08.52.38

Guardai Mercien e dissi va bene grazie e mi incamminai sapevo che dovevo ritornare in quella chiesa e mi diressi propio li ad un certo punto arrivai davanti alla porta vevo un po di paura ad entrare ma mi feci coraggio ed entrai e iniziai a guardarmi intorno per cercare quella figura che avevo incontrato

brianna85 25-10-2011 09.16.43

lady kate che piacere rivedervi ho s<puto di altea e che si trova qui in casa vostra, ditemi come sta adesso vorrei vederla se non vi dispiace....

Talia 25-10-2011 11.27.53

Un leggero sorriso mi si allargò sulle labbra alle parole di Essien...
Saremmo andati ad Ostyen...
Ostyen...
Un momento di soddisfazione sfrenata mi pervase e mi fece girare la testa. Tuttavia, come sempre accadeva in quei momenti, l’euforia durò poco e presto tornò ad assalirmi quel senso fastidioso di ineluttabilità che ormai sempre mi accompagnava.
Essien se ne stava davanti a noi, dissimulando la paura che quell’idea faceva a lui per primo con un atteggiamento sbrigativo e un po’ burbero. Lo osservai e non potei non domandarmi cosa avrebbe detto se avesse potuto leggermi dentro... c’era stato un tempo nel quale avevo avuto spesso la sensazione che potesse farlo davvero, un tempo nel quale mi ero chiesta che cosa sapesse davvero di me, o che cosa sospettasse...

Colaubain era un piccolo paese, di quelli nei quali tutti si conoscono e la vita comunitaria assume quasi i contorni di una famiglia allargata.
A Colaubain le case erano povere ma pulite e, parimenti, nessun abitante del villaggio era ricco ma tutti avevano di che vivere più che dignitosamente.
La fortuna di Colaubain, in verità, era il monastero che si ergeva sulla collina e che dominava e vegliava sul paese come una madre sulla prole.
Il monastero di Saint Germaine era stato un tempo molto ricco e potente, con il tempo le cose erano cambiate e da quanto più nessuna figlia della famiglia reale era giunta ad assumere il ruolo di badessa il prestigio di Saint Germaine era molto calato. Purtuttavia, poiché il monastero e l’adiacente paesino di Colaubain avevano la fortuna di sorgere su una delle maggiori vie di pellegrinaggio, individui di ogni sorta avevano continuato a giungere in città contribuendo, in qualche maniera, a tenerla viva.
Quel giorno, in sella al mio cavallo, entrai a Colaubain con il cuore in subbuglio.
Avevo vissuto lì per gran parte della mia vita, tutti i miei più antichi ricordi erano legati a quel luogo che era stato, ed era, forse l’unico che io avessi mai potuto chiamare ‘casa’.
Non immaginavo neanche, quella mattina, che il cielo plumbeo che ci sovrastava presagisse a tanto dolore, rabbia, disperazione... Un dolore e una rabbia che non mi avrebbero mai più lasciata, una disperazione che presto avrebbe iniziato a desiderare di esser vendicata.
Sistemammo il carrozzone nella piccola piazza... a me sembrava quasi di vivere in un sogno, mi sembrava di impazzire e ben presto iniziai a non stare più nella pelle. Colaubain era molto cambiata rispetto ai miei ricordi: non erano passati molti anni dalla mia partenza, ma quelli erano anni nei quali le cose cambiavano in fretta e radicalmente... forse troppo in fretta, forse troppo radicalmente.
Aiutai gli altri a trovare la giusta collocazione per il nostro carro e a scendere in necessario per allestire il palco... ma non riuscii a lungo a dominare quella voglia di ‘casa’... poco dopo, dunque, mi defilai dal gruppo e presi, prima a passo svelto poi addirittura di corsa, a risalire la stretta e tortuosa stradina che saliva alla collina. Avevo percorso centinaia e centinaia di volte quella strada, ma mai come quel giorno con il cuore in gola e che batteva all’impazzata.
Non mi ero accorta, in quella mia smania di arrivare, che Essien mi aveva vista allontanarmi e mi aveva seguita. Non mi ero accorta dello sguardo preoccupato e teso che il vecchio capocomico aveva continuato a tenere su di me fin dal nostro ingresso in città. Non avevo affatto pensato, come invece Essien aveva fatto, che al mio arrivo sulla collina avrei potuto trovare ciò che in effetti poi trovai...
Se Essien non fosse stato con me quel giorno forse non sarei mai più stata in grado di ritrovare la strada per tornare al carrozzone. Mai prima avevo sofferto tanto, mai prima ero stata tanto arrabbiata.

La mia mente, quasi automaticamente, mi fece emergere da quel ricordo: ciò che era avvenuto dopo, ciò che avevo scoperto una volta giunta alla collina, era troppo doloroso da essere ripercorso e ricordato ancora una volta.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 39375)
“E’ deciso! Ora tutti a cena, offro io, e poi a letto! Si parte domani all’alba per Ostyen!”

I miei occhi rimasero in quelli del vecchio Essien ancora per un istente... gli volevo bene, Essien probabilmente era stato la cosa più vicina ad un padre che io avessi mai avuto.
Gli sorrisi, dunque, e lo presi sotto braccio mentre ci incamminavamo...
“Non temere...” gli sussurrai “Ce la caveremo anche ad Ostyen... quelli come noi se la cavano sempre!”

Guisgard 25-10-2011 14.29.25

Cavaliere25, approfittando del momento di libertà dal turno di guardia, si allontanò dal palazzo dell’ambasciatore per ritornare alla chiesa.
Attraversò uno stretto sentiero che tagliava in due la campagna, per poi ritrovarsi proprio davanti alla chiesa.
Il sacro edificio, immerso nel suo austero alone, aveva la porta aperta.

Parsifal25 25-10-2011 14.33.45

Ripresi il mio viaggio in compagnia del mio fidato destriero Belfagor dopo aver sostato presso il villaggio di Sheffield, ove conobbi un vecchio eremita che mi parlò del pendaglio che avevo ricevuto in dono dal mio maestro e di un manoscritto che dovevo recuperare per poterne sapere di più, mi disse che avreì dovuto affrontare un viaggio nell'oscurità della Grotta di Dudek ed affrontare la saggezza di un potente druido il quale mi mise alla prova misurando le paure del mio animo e la purezza del mio cuore soltanto dopo ciò avreì avuto il manoscritto. Con fatica e dolore riuscì a superarla e devo dire che è stata la lotta più difficile della mia vita...."combattere contro me stesso"...., ma mi ha forgiato ed aiutato nel continuare a intraprendere la verità sui Longiniu. Ripensando a ciò mi trovaì dinanzi alle mura di Ostyen e varcaì il ponte. Era illuminata e così piena di vita questa cittadina come potevo non esserne trascinato. Mi fermaì alla locanda, consumaì il mio pasto e sentì vociferare sulle nozze di Altea che si sarebbero tenute a breve. Spinto dalla curiosità e dalla possibilità di poterne sapere di più su questa cittadina decisi di rimanervi.

Lancelot 25-10-2011 14.34.58

Pur consapevole dell'importanza della missione diplomatica del mio signore, non posso abituarmi all'idea di quanto sia sprecata la sua saggezza lontano dalla Repubblica. Mai come in questi frangenti la fazione ginestrina avrebbe bisogno della mente acuta di Lord Missan, mentre tutto ciò che di buono abbiamo costruito rischia di essere fagocitato dai deliri di onnipotenza di De Jeon.
Che il mio signore si sia finalmente reso conto della necessità di tornare in patria al più presto? Che sia per questo che mi ha fatto chiamare, per allestire i necessari preparativi?
Certo è che molto abbiamo appreso da questa Terra. Camelot rappresenta ciò che Magnus aspira a diventare... Un regno di rettitudine e giustizia. Possibilmente però, libero dai nefasti influssi clericali e aristocratici, sin troppo abbondanti invece in questo reame. Mi chiedo fino a quando la grandezza di Camelot potrà durare, appesantita com'è da tali fardelli...
Ma non è certamente un problema nostro. Magnus è appena nata e molti sono ancora i nemici da sconfiggere, e la nostra Repubblica non poggia su fondamenta poi così salde, non finché ginestrini e pomerini continueranno a tirarsi reciprocamente per le maniche.
E poi questo maledetto Giglio Verde... Sento il suo lezzo nauseabondo persino in questi assolati, tranquilli corridoi. Del resto neanche la possente Camelot può rendersi impermeabile alle cospirazioni, e Iddio solo sa quanto la liberalità dei regnanti si traduca in una moltiplicazione delle sedizioni.
Toh, sono arrivato. Porgo i miei rispetti ai due commilitoni impeccabilmente di guardia alla porta di Lord Missan, con il consueto saluto marziale di Magnus, portando con un rapido, secco gesto il mio pugno destro all'altezza del cuore.
Faccio cenno di aprire le pesanti porte di quercia della stanza.

"Mio signore, avete chiesto di me?"

Guisgard 25-10-2011 14.35.53

“Lady Altea” disse lady Kate a Brianna “è venuta a stare qui con me. Ed è un vero onore avere una tal dama ospite a casa mia. Ora però si trova al palazzo di lord Carrinton. Immagino sarà lui stesso a riaccompagnarla qui. Potete attenderla qui con me, damigella.”

brianna85 25-10-2011 14.46.22

cetramente lady kate è un piacere trascorrere um po di tempo in vostra compagnia sono sempre sola nella mia dimora e chiacchierare con voi mi fara bene ho tante cose da raccontarvi.

Parsifal25 25-10-2011 15.01.20

Girando per le vie e le stradine tortuose della città vidi che tutti i suoi abitanti erano intenti a portare il loro contributo per i preparativi delle nozze. Pensaì tra me "Lady Altea, è veramente amata dal popolo, chissà se avrò la possibilità di conoscerla?". Mentre camminavo tra queste vie mi trovaì dinanzi ad una chiesa illuminata dalla fioca fiamma di alcune torcie, uno strano tepore entrò nel mio animo come se una forza mi spingesse ad entrarvi e varcare la sua soglia, non sapevo cosa mi avesse conservato quel luogo.

cavaliere25 25-10-2011 15.09.06

Entrai senza esitazione iniziai a guardarmi intorno e cercare quel uomo che avevo visto dovevo a tutti i costi sapere la verità su quel biglietto nella bibbia e comincia a girovagare per la chiesa

Parsifal25 25-10-2011 15.16.48

All'interno della chiesa vi erano rappresentate le gesta di San Giorgio, uccisore dei Draghi e dal lato opposto affreschi che rappresentavano le gesta di San Michele Arcangelo. Durante questo mio perdermi tra tali bellezze, la mia attenzione cadde sulla sagoma di un individuo che girava tra le navate della chiesa, mi allontanaì da quegli affreschi e mi rivolsi a lui: "Perdonate Messere, posso chiederle qualche delucidazione su questo luogo e su questa Chiesa?"

Guisgard 25-10-2011 15.17.43

E venne il giorno della partenza.
Cardien diventava sempre più piccola alle spalle del carrozzone della compagnia e la strada a fatica serpeggiava tra le basse colline di quelle terre.
Si sentiva solo il rumore del carro che si trascinava sul terreno ed il canto degli uccellini.
Ad un tratto Tafferuille tirò fuori la sua ocarina e cominciò a suonare.

Il teatro era deserto e solo due figure animavano il palcoscenico.
“Allora è deciso?” Disse Tafferuille.
“Si…” rispose lei, fredda e indifferente “… sposerò il marchese di Florenza...”
“Perché?” Chiese con rabbia Tafferuille.
“Mi renderà felice.”
“Mi fai pena…”
“Io?” Fissandolo lei. “Sei solo una maschera... cosa ne sai della felicità?”
“Non potrà mai amarti come ti amo io…”
“Che sciocchezza.” Fece lei, per poi voltarsi.
“Se mi ami…” implorò lui “…non andartene via…non lasciarmi…”
Lei esitò per un istante, poi, senza voltarsi, andò via.
Tafferuille si chinò, maledicendo se stesso.
E fu in quel momento che si accorse di quel ragazzino.
I due si fissarono.
“Non dovresti piangere…” mormorò il ragazzino “…tu sei uno spadaccino invincibile… sei Tafferuille…”
Questi allora sorrise.
“Questa a me non serve più…” disse al ragazzino “… a te forse porterà più fortuna…” gli lanciò la maschera e svanì oltre il sipario.
“Sei qui, discolo!” Gridò padre Alain.
“Si, volevo vedere il teatro…” si giustificò il ragazzino.
“Ora faremo i conti!”
“Che succede?” Arrivando padre Adam.
“Questo discolo si era nascosto qui!” Spiegò padre Alain.
Padre Adam fissò il ragazzino.
“Perché l’hai fatto?” Domandò.
“Volevo solo vedere il teatro…”
“Resterai in punizione nella tua camera fino a domani.” Disse il chierico. “Così avrai tempo per ripensare a ciò che hai fatto.”
“Posso tenere questa?” Chiese il ragazzino mostrando la maschera lanciata da Tafferuille.
“Si, puoi…”

“E quali spettacoli metteremo in scena una volta giunti ad Ostyen, padrone?” Chiese Gobert, destando Tafferuille da quel ricordo e dalla sua musica.
“Vedremo…” mormorò Essien preoccupato “… vedremo…”

cavaliere25 25-10-2011 15.22.53

Guardai quella persona a me sconosciuta e dissi salve a voi messere io mi chiamo cavaliere25 non saprei darvi risposte non la conosco bene questa chiesa dissi guardandomi in giro e aspettai che mi chiedesse altro

Parsifal25 25-10-2011 15.36.45

Con tanto garbo e gentilezza questa persona mi rispose ed io replicaì " la ringrazio per avermi concesso la parola,il mio nome è parsifal25 sono lieto di fare la sua conoscenza, sono appena giunto in questa cittadina e in questa terra e uno strano tepore mi ha portato in questo luogo".

cavaliere25 25-10-2011 15.39.08

cosa vi a portato qui messere? dissi sedendomi su una panca della chiesa io sono in cerca di una persona voi non avete visto nessuno domandai mentre guardai le statue che erano in quella chiesetta sapevo ciò che cercavo ma non sapevo se potevo fidarmi di quel uomo

elisabeth 25-10-2011 15.40.01

Sentii il calore della mano di Monsieur nella mia...e salii in quella che quell'uomo chiamava camera era indegno chiamarla anche stalla.....una volta dentro Monsieur fece di tutto per tranquillizzarmi e farmi riposare ....sembrava dispiaciuto oltre modo dal mio passato........ma nessuno poteva farci nulla, quando tutto avvenne all' improvviso, ero rannicchiata nel letto,quando con orrore Monsieur perse contatto con la realta'........e quell'essere nausebondo ubriacosino alle ossa...mi fu addosso.....era una massa enorme di grasso ed alchool.....respiravo a malapena....mentre sentivo la sua bocca sul mio collo....sentivo la rabbia venirmi su dal profondo delle viscere.....sola eternamente sola.......le sue mani erano rozze....mentre le sue parole erano degne dei luoghi peggiori dove gli auguravo doveva finire la sua lurida vita........ero sfinita.........forse era meglio che morissi.....la morte era l'unica cosa che ero riuscita ad invocare...quando una luce alle spalle della Bestia....illumino' la stanza......sembrava nata dal nulla......ma servi' a far mollare la presa a l'uomo, ero giovane e lui era grasso ed ubriaco e questo gioco' a mio favore....riuscii a sgattaiolare da sotto alla sua mole e a piazzarmi dall'altro lato della stanza.......dalla mia borsa l'Ape prese vita " Tra il melograno....siete la Sorella madre...che il vostro pungiglione possa donare il sonno perenne a colui che porta male".........Un lieve ronzio......un alito di vento...........un urlo di dolore....e un uomo riverso sul pavimento ..........andai vicina a Monsieur il cui respiro era regolare....."......Avete fatto tutto quello che avete potuto il vostro pensiero era puro...ma il male ha le sue strade......".......e il giglio verde che avevo sul braccio..inizio'a bruciare ......

Guisgard 25-10-2011 15.53.08

Monsieur riprese conoscenza.
Restò confuso per qualche istante, poi fissando Elisabeth e vedendo poi a terra quell’uomo comprese ogni cosa.
“Ha osato toccarvi?” Chiese ad Elisabeth. “Ditemi, state bene?”
Si alzò allora appoggiandosi alla sedia.
Era dolorante, ma riusciva a stare in piedi.
“Meglio andarcene da qui…”
Ad un tratto riapparve il molosso.
Ringhiava e sbavava.
“State indietro, madame…” fece Monsieur.
Elisabeth aveva da poco usato la magia ed ora non poteva fare altrimenti contro quel cane.

Parsifal25 25-10-2011 16.00.40

Compresi che di quel cavaliere avreì potuto fidarmi anche se era la prima volta che lo vidi, decisi di raccontargli della mia storia. " nobile messere, mi trovo qui perchè ho intrapreso un lungo peregrinaggio alla ricerca di documenti che potessero spiegarmi il significato dell'ordine a cui appartengo anche se era formato solo da me e dal mio defunto maestro ossia i Longiniu e di questo pendaglio". Tiraì fuori dal mio collo il pendaglio e lo mostraì a codesto cavaliere. La sua forma raffigurava una lancia alata che puntava al cielo e ad un occhio che non sembrava essere simile a quella umana.

cavaliere25 25-10-2011 16.03.36

Guardai il pendaglio e dissi molto bello io invece sto cercando un uomo dissi che mi deve dare delle risposte su delle cose devo far luce su un foglio trovato in una bibbia che presi da questa chiesa

elisabeth 25-10-2011 16.05.12

Fui felice di rivedere in piedi Monsieur, si muoveva a scatti, la botta in testa gli aveva provocato un bel trauma....." Non preoccupatevi per me non mi ha toccata, sono solo un po' stanca ma sto bene.....piuttosto..come vi sentite,n c'era qualcosa in quel vino che vi ha avvelenato la mente.....avete bisogno di scaricare quel veleno o il mal di testa sara' atroce....".....stavo cercando tra le mie cose quando il cane fece il suo ingresso....." Monsieur.....credetemi.....potrebbe anche sbranarci e io lo lascerei fare......non riesco neanche ad alzre un dito senza sentire piangere ogni mio muscolo.......vi sembrero' una piagnona.....ma questo dolce cagnolino e' affar vostro....se posso darvi un consiglio.......fategli comprendere che gli siete amico..gli animali hanno una grande sensibilita'...".....sprofondai sulla prima sedia disponibile

Talia 25-10-2011 16.07.31

Il carro procedeva lento lungo la strada polverosa. Il rumore sommesso delle ruote di legno sul selciato, lo scalpiccio dei cavalli e i rumori della campagna erano tutto ciò che si udiva... poi, d’un tratto, quella melodia.
Lasciai che quella musica mi cullasse, che dirigesse i miei pensieri... lasciai che la calmasse, che la lenisse... e per un po’ mi parve che la cosa funzionasse.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 39509)
“E quali spettacoli metteremo in scena una volta giunti ad Ostyen, padrone?” Chiese Gobert, destando Tafferuille da quel ricordo e dalla sua musica.
“Vedremo…” mormorò Essien preoccupato “… vedremo…”

Tornai a guardare Essien e Gobert...
“Dovremo rinnovare il nostro campionario, suppongo...” suggerii “Credo che molti dei nostri copioni non potrebbero andare affatto bene per una città come Ostyen!”

Guisgard 25-10-2011 16.07.58

E mentre Cavaliere25 e Parsival discutevano fra loro, qualcuno apparve nella navata.
Fissò i due messeri e poi si avvicinò.
“Non sapete che questa è la Casa del Signore?” Disse. “Venite qui e rompete il suo austero silenzio con le vostre chiacchiere.”
“Sir Haugus…” lo chiamò all’improvviso una suora “… cosa accade?”
“Nulla, sorella.” Rispose Hagus. “Ho solo richiamato questi due messeri a tenere un comportamento degno della Casa del Signore.”

Parsifal25 25-10-2011 16.08.18

Compresi la sua premura di trovare quell'uomo e decisi di chiedergli se quest'ultimo avesse potuto darmi dalle risposte su questo pendaglio e sull'origine di questa struttura.

cavaliere25 25-10-2011 16.11.03

Guardai quel uomo e dissi scusatemi signore non volevamo fare rumore ho disturbare nessuno voi chi siete dissi guardandolo negli occhi poi guardai anche la suora che quella volta che era successo il fatto non c'era ma che stava syccedendo dissi tra me e me non sto capendo piu nulla

Parsifal25 25-10-2011 16.13.55

Sentì una voce che mi richiamava a mantenere un comportamento decoroso all'interno della Casa del Signore,mi voltaì e chiesi ammenda del mio comportamento barbaro e indelicato. Tornaì alla mia ricerca.

Parsifal25 25-10-2011 16.37.56

Con un cenno di capo salutaì Messer cavaliere25 e tornaì alle mie ricerche. Nel più assoluto rispetto rimasi rapito dalla maestosità di questa chiesa e pensaì tra me: "chissà chi grande artsita ha compiuto un così magnifico capolavoro, spero di poter incontrare l'uomo che cercava anche Messer Cavaliere25....forse avrebbe potuto aiutarmi, non solo per saperne di più su questa struttura,ma anche dal pendaglio che portavo a petto. Rimasi in contemplazione ed in preghiera che dolce suono ha la voce del silenzio.

cavaliere25 25-10-2011 16.40.22

Guardai quel l'uomo e dissi hei che ne dici se ci aiutiamo a vicenda mi sembri una persona fidabile e aspettai seduto e pensare cosa poteva dire quel biglietto nella bibbia ma non riuscivo ad arrivare a nessuna risposta

Guisgard 25-10-2011 16.41.43

Monsieur avanzò di qualche passo, senza distogliere mai lo sguardo dal molosso.
“Buono, bello…” mormorava al cane “… su, fai il bravo…” mentre quello ringhiava.
Si avvicinò al cane, sempre mostrandosi calmo.
Ad un tratto il cane balzò verso di lui e lo aggredì.
Seguirono momenti concitati.
Fino a quando, il molosso cadde trafitto dal pugnale di Monsieur.
Questi allora si alzò, con la camicia insanguinata a causa dei morsi del cane.
“Andiamo via da questo posto, madame…” disse poi ad Elisabeth.

Parsifal25 25-10-2011 16.45.44

All'improvviso la voce di cavaliere25 ruppe quel silenzio, sentì che avremo potuto aiutarci a vicenda,il mio cuore era colmo di gioia finalmente qualcuno con cui condividere la mia storia e con uno sguardo d'intesa accettaì la sua proposta. Ritornaì in contemplazione.

cavaliere25 25-10-2011 16.48.17

bene dissi dobbiamo trovare quel l'uomo a tutti i costi poi guardai Haugus e dissi voi non sapete nulla di una figura che si aggira in questa chiesa dissi aspettando che mi dasse una risposta positiva

elisabeth 25-10-2011 16.53.58

Quella era la casa degli orrori.....una volta ucciso il cane fu messoaccanto al padrone, la camicia di Monsieur era lacera ed insanguinata....andare via...si dovevamo andare via...le prime luci stavano nascendo, ma dovevamo darci un contegno,in quelle condizioni sporchi di sangue e laceri avremmo destato sospetti....."Monsieur dovete togliere i resti della vostra camicia e lasciarvi pulire la ferita, ho dell'unguento all'aglio posso almeno disinfettarla.......cerchiamo di riprendere il nostro cammino nelle migliori condizioni possibili......siamo stanchi entrambi.....ma se ci facciamo forza saremo un buon appoggio l'uno per l'altro.....".......Mi voltai per prendere la boccetta dalla mia sacca e delle pezze di lino......attesi cosi' che Monsieur si togliesse la camicia...

Altea 25-10-2011 17.04.56

In quell'atmosfera luccicante di verde e blu, sembrava che il tempo per un attimo si fosse fermato, in un attimo di infinità eternità. Seguivo le parole di Lord Carrinton, guardando il laghetto e la statua della dea dell'Amore e della Bellezza, qualità che appartenevano al milord. Sembrava quasi ci fossimo addentrati in una atmosfera surreale dove nè il passato, presente e futuro esistesse. Non mi aspettai quelle parole tanto nobili dal milord, ma soprattutto che nutrisse per me sentimenti cosi nobili. "Lord Carrinton, voi mi volete come vostra sposa? siete certo delle vostre nobili intenzioni? Ebbene se cosi fosse....sarei onorata di essere vostra consorte ora e nell'eternità". Mi avvicinai alla statua e guardai la mia immagine riflessa sul laghetto e aggiunsi "Però, dovrete aspettare prima che mi rechi presso la vostra dimora" e guardai il milord ridendo "Prima, immagino, dobbiate contattare i miei nobili genitori, quando avrete il consenso da parte di mio padre, il conte O' Kenninghton, allora verranno celebrate le nozze." In verità ero fermamente decisa a sposare il bel milord, anche se i miei genitori si fossero opposti, ma mi sentivo in dovere nei loro confronti.

Rodolfo 25-10-2011 17.12.05

Il suo imbarazzo ebbe ben presto motivo di venir meno dal momento che il cavaliere, da poco giunto, si sentì costretto ad accommiatarsi, a causa di alcune vertigini.

Lord Tudor riprese il discorso e Rodolfo prontamente,sicuro di sè, gli rispose:

" Anche a costo della mia stessa vita, è mio dovere e mia ferma volontà incontrare quell'uomo. Sono giunto fin qui con il preciso incarico
di fare luce su quella setta,sui loro propositi ed,eventalmente, sui loro piani. Non posso permettermi di indietreggiare,per timore della mia incolumità e della mia vita, quando molte vite sono state spezzate e molte altre
rischiano di conoscere la stessa sorte"

Lord Tudor prese poi una cartina, la stese sulla scrivania,facendo spazio tra le varie suppellettili, e gli indicò il punto in cui era situato il palazzo che ospitava Missan.
Il nobiluomo alzò quindi lo sguardo verso Rodolfo chiedendogli il favore di indagare sull'esistenza di possibili complici dei Ginestrini a Camelot, oltre che sul proprietario di quel palazzo,di cui restava ignota l'identità.

Il cavaliere accolse di buon grado la richiesta di Lord Tudor:

" Accolgo ben volentieri il vostro invito, pregando Dio che l'affidamento vostro e della Santa Sede nella mia persona possa essere ben ripagato ".

Detto questo, aggrottò le ciglia, ricapitolando per bene nella mente i suoi doveri, e ritenendo che fosse giunto il momento di passare all'azione, prese congedo da Lord Tudor, portando la destra sul petto e reclinando leggermente il capo in segno di riverenza,

" Valete! Che Dio ci assista e possa premiare la nostra sincera fede in Lui e gli ideali a cui abbiamo consacrato la nostra vita"

Guisgard 25-10-2011 17.12.38

“Beh, si…” fece Gobert a quelle parole di Talia “… in effetti i nostri spettacoli improvvisati non possono essere adatti alla platea di Ostyen…”
“Voi siete pazzi!” All’improvviso Tissier. “Ostyen… la città simbolo e culto dei Ginestrini, bah! Ma vi chiedo… sapete cosa vuol dire? La classe dirigente! Vi immaginate cosa significa recitare davanti ai pezzi grossi del partito Ginestrino?”
“Oh, Cielo…” sospirò impaurita Fantine.
“Già!” Esclamò Tissier. “E ad Ostyen c’è la Guardia Repubblicana ovunque! Controllano tutto e tutti! E le arti! Ah, dico, le arti!”
“Le arti cosa?” Domandò Renart che ci stava capendo poco.
“Non sapete che i grandi regimi tendono a censurare e controllare le arti?”
“Dacci un taglio!” All’improvviso Tafferuille. “Siamo degli attori, non dei criminali. Non abbiamo nulla da temere.”
Calò il silenzio tra loro, rotto poi solo dall’autorità di Essien.
“Aristofane e Menandro facevano satira nell’antica Grecia!” Disse. “E non vedo dunque quali problemi ci siano!”
“Beh, ci provò anche Cicerone a Roma…” mormorò Tissier “… ma Marco Antonio fu di tutt’altro parere… e De Jeon, da quel che si dice, è molto più simile ad un Domiziano, che ad un Marco Antonio…”
“Bah, chiacchiere!” Sentenziò Essien.
Il giorno trascorse così.
Poi la notte e di nuovo l’alba.
E fu allora che tutti loro intravidero la sagoma di Ostyen in lontananza,

Parsifal25 25-10-2011 17.34.52

La notte era vicina, in quel momento decisi di uscire dalla chiesa poichè le porte erano pronte per la chiusura lanciaì un ultimo sguardo all'affresco di San Giorgio e abbandonaì quel luogo sacro. Notaì che anche cavaliere25 era rimasto lì ad attendere una risposta da sir Hagus, ma l'ora era tarda e avvicinandomi a lui gli porsi i miei saluti e con la speranza di incrociarlo nuovamente domani, tornaì lungo il piazzale e mi diressi alla locanda dove avevo lasciato in custodia Belfagor decidendo di passarvi il crepuscolo. Stendendomi sul letto mi balzava in mente ancora l'affresco di San Giorgio,ma perchè? La figura di Sir Hagus che forse avrebbe potuto aiutarmi e la nascita di una nuova amicizia con cavaliere25. Chiusi gli occhi e aspettaì il nuovo giorno.

Talia 25-10-2011 17.59.41

Seguii in silenzio quello scambio di battute, muovendo gli occhi tra loro...
Tissier aveva ragione, ne aveva da vendere. Ostyen voleva dire un pubblico totalmente diverso da quello cui eravamo abituati, voleva dire controlli e un’attenzione ai retroscena politici di cui non ci eravamo mai curati, voleva dire allargare il nostro scenario e le nostre menti, voleva dire avviare un rapporto con personaggi e personalità molto variegati e dai molteplici, complessi risvolti psicologici...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 39571)
“Beh, ci provò anche Cicerone a Roma…” mormorò Tissier “… ma Marco Antonio fu di tutt’altro parere… e De Jeon, da quel che si dice, è molto più simile ad un Domiziano, che ad un Marco Antonio…”

Mi voltai di scatto a quelle parole e fissai Tissier per qualche istante...
Un Domiziano! Era questo ciò che ci attendeva?
E per un istante mi sentii in colpa... portare la compagnia lì per un capriccio, per quella maledetta rabbia che da quel giorno a Colaubain non mi aveva mai più abbandonata...
Per un istante!
Poi il senso di colpa, pian piano, si dissolse a restare viva e dolorante fu solo quella rabbia, quella furia nera e distruttiva che mi riempiva l’anima fino alla più piccola piega.
Sollevai gli occhi, neri più che mai e più che mai decisi, e incrociai per un istante quelli azzurri di Tafferuille... fu allora che mi resi conto che eravamo soltanto io e lui a sapere la verità: soltanto io e lui sapevamo di dover andare ad Ostyen per qualcosa di diverso dal bene della compagnia... io sapevo perché dovevo andarci, ma il suo motivo qual era?

Guisgard 25-10-2011 18.44.57

“Si, venite avanti, capitano.” Disse Missan a Lancelot.
L’ambasciatore sistemava alcuni documenti.
“Questo paese ci è ostile…” continuò il Ginestrino “… come la Troade lo era per gli Achei e le Gallie per i romani. Ci vedono come eretici, miscredenti… ci fissano con disprezzo dall’alto della loro maledetta nobiltà. Questa Camelot pullula delle loro spie… maledetti aristocratici… ma un giorno il mondo sconfiggerà i loro privilegi e quelli della loro amata Chiesa…” sistemò quei documenti e si alzò in piedi.
“Accompagnatemi…” aggiunse “… abbiamo un appuntamento importante con il nostro uomo a Camelot…”
Chiamò allora un servitore, facendosi portare il mantello.
“Andiamo, capitano Lancelot.”

Lancelot 25-10-2011 18.53.49

"Vi seguo, mio signore."

Condividevo le perplessità di Lord Missan, Camelot si ispirava a principi di uguaglianza e libertà, l'insegnamento del vecchio Re Artù Pendragon era ancora forte negli Ideali e nella morale pubblica di quel regno. Eppure ho avuto modo di vedere con i miei occhi quanto sia misera la condizione del popolino, e di quali privilegi godano coloro che sono nati sotto nobili natali.
Dubito che in un regno come questo, qualcuno di umili origini come me sarebbe potuto diventare capitano e cavaliere.
Anche per questo, non potrò mai ottemperare completamente al mio debito di gratitudine nei confronti di Lord Missan. Lui ha saputo guardare alla nobiltà nel mio cuore, anche quando ero vestito di soli cenci.

Guisgard 25-10-2011 19.48.11

Il carrozzone raggiunse la porta di Ostyen.
Gli ufficiali di guardia controllarono i documenti e la licenza di Essien e lasciarono poi la compagnia entrare in città, ammonendo però che parate in costume dovevano avvenire solo una volta fissato il giorno dello spettacolo.
Ostyen era diversa da ogni altra città di Magnus.
La rivoluzione aveva impoverito molte zone e molti centri della nazione, facendo anche scomparire diversi villaggi.
Ma Ostyen era rimasta delle stesse dimensioni delle altre grandi città europee.
Era la città culto dei Ginestrini e lì convogliavano tutte le risorse della repubblica.
Le strade pullulano di gente, banchetti, carri e quant’altro riempisse lo spazio circostante.
Per alcuni poeti costretti ad emigrare o uccisi dal regime, Ostyen era la città senza voce.
Forse perché i campanili delle chiese non potevano più suonare le loro campane.
Talia fissava la strada davanti al carrozzone.
Era colma di volti, voci, ma le appariva deserta.
Dove conduceva quella strada?
Cosa c’era alla fine di essa?
Sogni o illusioni?
Il Sole morente proiettava lunghe ombre che pian piano avvolgevano le case ammassate su se stesse, dando un senso di malinconia a quello scenario.
E Talia fissava la sua ombra che sembrava galleggiare a causa della traballante andatura del carrozzone.
Ad un tratto un’altra ombra sfiorò la sua.
Era quella di Tafferuille.
Ed insieme, ora, quelle due ombre sembravano percorrere quella strada.
L’uomo dalla maschera variopinta si era adagiato accanto a dei barili usati per la polvere colorata da usare sulla scena.
“Ecco, ci sistemeremo laggiù.” Indicò. Essien alla compagnia.
Era uno spiazzo appena fuori le mura vecchie della città.
Qui la compagnia si sistemò alla meglio.
“Avanti, stasera è festa!” Esclamò Essien. “Avete tutti la serata libera!”
“Ottimo!” Disse Renart. “Avanti, Talia, andiamo a farci un giretto! Siamo finalmente in una grande città!”


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