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Quel bacio e poi Gwen che salì a cavalcioni su Elv.
E i due si baciarono ancora, l'una sull'altro, con le mani di lei fra i capelli di lui e quelle del pirata a stringere il vestito della ragazza, percorrendo le forme del suo corpo e cercando la sua pelle liscia e morbida. Fu un lungo momento di passione, di trasporto, di impeto e di infinita dolcezza. Cullati, entrambi, dai lievi sussulti della Dama Piacente che galleggiava sulle ampie increspature dell'acqua. |
Sorrisi "Temo di non essere molto brava a distinguere parole dette sul serio da quelle dette per scherzo... È sempre stato un mio difetto.. Tu hai detto di non avere nessuna a cui dedicare le tue note, beh, ti ho preso in parola.." Alzai le spalle "quanto all'aspettarsi qualcosa, parlavo in generale... È il modo migliore per farsi del male..." Sorrisi piano "Ad ogni modo non importa.." Con gli occhi nei suoi "Hai voglia di stare con me?" Divertita "Beh, la mia stanza ha sempre avuto una porta..." Sorrisi "Basta bussare..." Facendogli l'occhiolino per poi allontanarmi dalla finestra.
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“Guarda che puoi darmi del tu...” disse Dension a Dacey, come se avesse letto quegli ultimi pensieri della ragazza “... non sono uscito da un'accademia navale, né sono un ufficiale dell'Ammiragliato... il mio grado è dato dall'esperienza e dalla capacità che ho di condurre questa nave... pago i miei uomini e per questo mi seguono...non per giuramento, grado o casta... solo per denaro...” la guardò bevendo.
Ad un tratto qualcuno bussò. “Capitano...” entrando uno dei suoi “... le riparazioni sono terminate.” “Bene...” finendo il suo bicchiere Dension “... credo che ora devo lasciarti...” a Decey “... perdonami se non posso restare... essere un contrabbandiere rende purtroppo poco cavallereschi e cortesi... naturalmente puoi restare a dormire qui stanotte, visto che presumibilmente io non dormirò affatto... bisogna recuperare il tempo perso... ti auguro una serena notte.” Ed uscì con l'altro contrabbandiere. |
Clio si allontanò dalla finestra e poco dopo qualcuno bussò.
“Sono io...” disse Icarius a Clio “... se vuoi aspetto fuori dalla porta se devi cambiarti... così sai che non mi farò strane idee...” sorridendo. |
Ci baciammo, ci stringemmo, ci sfiorammo, a lungo e con desiderio.
Io che continuavo a stringere i capelli di Elv e lui che vagava sul mio vestito e mi stringeva forte, bramando la mia pelle e facendomi sentire sua. Perche` in quel momento era cosi` che volevo sentirmi ed era li` che volevo stare, su quel letto e fra le sue braccia che mi stringevano con impeto. "Come vedi" ridendo piano, sulle sue labbra "Neanche io so resisterti" col poco fiato che mi restava. Appoggiai la mia fronte alla sua, cinsi il suo collo con le braccia e chiusi gli occhi, assaporando quel momento. |
* Il suo modo sempre così diretto di affrontare la conversazione tendeva a spiazzarmi.
Annuii sorridendo appena. - Scusa é la forza dell'abitudine, mio padre mi obbligava a dare del lei ad ogni cliente, anche il più umile. Bisogna fare sentire i nostri clienti importanti quando stanno qui da noi a comprare, così diceva. Ad ogni modo non mi importa come hai ottenuto il titolo di capitano, hai salvato la mia vita e per quanto mi riguarda é tutto quello che mi basta sapere. - La nostra conversazione fu interrotta. Era tempo di ripartire e la nave richiamava a se il suo capitano ed io non potevo essere così egoista da trattenerlo qui. Lo ringraziai ancora per la sua gentilezza, non tutti avrebbero ceduto il loro comodo letto ad una sconosciuta. -Buona serata anche a te- dissi prima di vederlo sparire fuori dalla porta. Misi via il vassoio ormai vuoto e mi stesi nel letto, cercando di prendere sonno mentre la nave iniziava a muoversi.* |
Elv non rispose nulla a quelle parole sussurrate da Gwen, ma cominciò a sbottonarle piano il vestito.
Aveva voglia di spogliarla. Ma quell'attimo di passione e desiderio fu interrotto da alcuni rumori e da dalle voci che giungevano da fuori. |
Sorrisi nel sentir bussare.
Poi alzai gli occhi al cielo a quelle parole. Andai ad aprire la porta così com'ero. "Se mi fido di te a tal punto da farti entrare nella mia stanza, o da intrufolarmi nottetempo nella tua, quello che indosso non ha molta importanza, non credi?" Sorridendo. Stavo per dirgli che avrei saputo difendermi, ma non lo ritenevo così sciocco da saltarmi addosso. Così non dissi nient'altro, limitandomi ad aprile la porta per farlo entrare e chiuderla dietro di lui. "Entra pure..." Sorrisi. Sentii il cuore accelerare, come ogni volta che rimanevamo soli da quel bacio. Non sapevo come interpretare i miei pensieri, le mie emozioni. Forse avevo anche paura, paura dell'effetto che aveva su di me, delle emozioni che mi suscitava, diverse da ogni cosa avessi mai provato prima. Eppure era strano perché non sapevo niente di lui, anche se stranamente non mi importava. Quando stavo con lui mi sentivo diversa, come se stessi scoprendo una parte di me che non conoscevo. Era strano, ma emozionante. "Allora.." Mormorai, avvicinandomi a lui "Vuoi.. Raccontarmi un po' di questo viaggio?" Sorrisi, con gli occhi nei suoi. |
Dacey si stese sul letto, mentre poco dopo la nave accese i motori.
Qualche istante e cominciò a muoversi. Stavano volando di nuovo, col favore delle tenebre. Un vocio irregolare e confuso proveniva da fuori, tra l'equipaggio e i passeggeri. Non tutti avevano avuto la fortuna di poter coricarsi in un letto comodo ed accogliente. E mentre lo sguardo di Dacey vagava fra i cimeli e gli strumenti di quella stanza, ad un tratto si fermò su un registro che recava un'etichetta sulla copertina: “Diario del capitano” |
Non rispose alle mie parole, ma inizio` a sbottonare lentamente il mio vestito.
Trattenni il fiato, ripensando alle emozioni della scorsa notte, che si ripresentavano una dopo l'altra. Fummo interrotti da alcuni rumori provenienti dal ponte. Maledissi il tempismo, chiunque fosse li` fuori. |
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