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Gaynor lasciò la caserma centrale e uscita nel cortile, dove trovò ad attenderla Park e Zac.
“Eccovi di ritorno, milady.” Disse sorridendo il vecchio ex collaudatore. “Vi attendevamo come le stelle aspettano l'aurora, per poi sparire nella sua luce.” “Accidenti che poeta!” Esclamò il fotografo. “Eh, hai molto da imparare, ragazzo.” Ridendo Park. Ma ad un tratto i tre furono distratti da un rumore. Un aereo si stava avvicinando al forte. |
Sbattei le palpebre e quella fu davvero la fine del viaggio. Mi scostai educatamente da Guisgard, leggermente in imbarazzo dalla nostra vicinanza.
<< Chi lo sa... Se ho imparato qualcosa dalla vita é che le cose non vanno mai come si immagina .. Nel bene o nel male... >> sospirai prima di accettare la mano del militare e scendere dall'aereo. << Mi é piaciuto molto... Avete davvero un nell'aereo signor Orko, davvero>> |
Gli uomini si rivelarono per ciò che alla fine dubitavo..ovvero uomini contro Canabias e li seguii.."Siete contro Canabias? Partigiani...fate parte della Resistenza...allora siamo uniti. Poichè noi siamo appena usciti da Cherval, anzi scappati per sfuggire a loro" e li seguimmo in casa. E guardai Rodian, scuotendo il capo.
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Gratificai Park del mio migliore sorriso e mi rivolsi al fotografo. "È proprio vero, signor Heon, avete molto da imparare da questa vecchia volpe. Vi consiglio di stargli appiccicato come un francobollo..."
Mi interruppi al suono del rombo di un motore. Alzammo gli occhi contemporaneamente e avvistammo un aereo che stava volando verso di noi. |
“Bene, mi fido di voi.” Disse Goz a Clio. “Si, un'ultima cosa... sono arrivate le reclute. Bah, sarà pure una dannata seccatura ma abbiamo l'obbligo di addestrare quei cadetti. Anche perchè siamo a corto di piloti. Organizzate voi il corso di addestramento, tenete. Mi raccomando, li voglio in grado di posare il sedere sul sedile di un caccia il prima possibile.” La fissò. “Ora datevi una rinfrescata però. Vi vedo stanca ed avvilita. Ed io detesto vedere così una bella figliola come voi. E' un ordine, non un consiglio. Andate ora.”
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“Si, comprendo” disse Fermer a Marwel “e sono d'accordo con voi. Il bambino si troverà bene con altri come lui. Abbiatene cura, ha subito un forte trauma. Non parla e lo sa il Cielo se lo farà mai.”
In quel momento arrivò Gwen con in braccio il piccolo. Ed il bambino restò a fissare Marwel in silenzio. |
Il medico disse a Marwel che il bambino non parlava e la sua mente tornò di nuovo al giorno in cui trovò i gemelli. Neanche loro parlarono per molti mesi e tutti i tentativi di Marwel di far dir loro anche solo una parola, fallivano, finchè un giorno, da un momento all'altro, avevano cominciato a parlare e non avevano più smesso.
L'infermiera arrivò con in braccio il bambino e il cuore di Marwel si sciolse, mentre sul suo viso si dipingeva un caldo sorriso. Si avvicinò all'infermiera e parlò con il piccolo: "hey giovanotto..." sussurrò accarezzandogli la guancia morbida "il mio nome è Marwel e vorrei tanto portarti con me. Lo sai che ho un bellissimo cavallo che ci aspetta proprio qui fuori? e tanti bambini che attendono il loro nuovo fratello in una casa grande dove si gioca tutto il giorno!" |
Guisgard e Dacey scesero dall'aereo ed Orko apparve lieto ed orgoglioso.
“Forse dovresti farla volare davvero.” Disse poi a Guisgard. “Non essere idiota.” Fissandolo il militare. “Perchè? Non sei forse un pilota.” Orko. “Sono in licenza perenne” mormorò Guisgard “e comunque questo aereo non è tuo.” “Ah, no?” Guardandolo Orko. “No, signore.” Scuotendo il capo il militare. “Ricorda che lo hai fregato all'esercito e nove su dieci ti staranno già dando la caccia.” “Ci staranno già dando la caccia, vorrai dire.” Ridendo Orko. “Cosa c'entro io?” A lui Guisgard. “Beh, tu lo hai pilotato” candidamente Orko “e sempre tu hai fatto fuori due caccia Valchiria.” “Vuoi mettermi in mezzo alle tue buffonate, forse?” Avvicinandosi Guisgard al meccanico. “Andiamo, non ti scaldare...” fece Orko “... piuttosto, aiutami a nasconderlo.” “Nasconderlo?” Ripetè il militare. “E dove? In una tasca come fosse un fazzoletto? Oppure coprendolo con un telone e incollandoci sopra un cartello con la scritta non toccare?” Sarcastico. “Conosco un luogo sicuro...” mormorò Oko “... ma io non posso pilotarlo fin là... lo farai tu...” |
Ascoltai il capitano, annuendo alle sue parole.
Già, le reclute, la storia di Geris me le aveva fatte dimenticare completamente. Era una scocciatura, ma necessaria. Senza contare che a volte le reclute potevano nascondere valide sorprese, ed essere ragazzi in gamba. Lo sperai. "Certo signore.." annuii "Le ho già incontrate ieri, oggi comincerò l'addestramento..". Poi quelle parole sul mio aspetto, scuotere la testa fu difficile. Come se la cosa mi importasse. "È stata una lunga giornata, signore.." dissi soltanto. Salutai così il capitano e lasciai il suo studio, diretta alla mia stanza, ci mancava solo avere un reclamo perché non ero in ordine. Prima però feci una deviazione, avvisando il caporale incaricato di preparare le reclute che li volevo vedere schierati in brevissimo tempo nel cortile centrale perché avremmo cominciato l'addestramento. "Falli vestire comodi e iniziare a scaldarsi.." ordinai "Io arrivo il prima possibile..". Così, raggiunsi la mia stanza, mi concessi un rapido bagno, evitando accuratamente di fermarmici troppo, o avrei fatto più fatica a uscire di nuovo. Considerando che dovevo procedere all'addestramento, lasciai più che volentieri la giacca della divisa nell'armadio, scegliendo un abbigliamento più informale. Pantalone grigioverde e una canottiera nera. Nell'addestramento avevo l'abitudine di mostrare in prima persona gli esercizi, e non avevo mai sopportato il caldo. Dovevo vagliare la loro prestanza fisica prima di mettergli in mano un aereo. Così, uscii dalla mia stanza diretta al cortile centrale, dove sapevo che avrei trovato le reclute. |
Tornai nell'altra stanza e il piccolo osservó la donna.
"Questa donna é qui per te. Andrai con lei e ti porterá in un posto dove ci sono altri bimbi come te, sei contento?" Dissi dolcemente al piccolo, accarezzandogli la testolin |
Farmi volare. Quella si che era una bella idea e avrei davvero voluto poterlo fare ma Giusgard troncò la questione sul nascere. In effetti c'erano non pochi problemi e mi allarmai quando Orko disse che lo cercavano.
<< No... Non fatelo... Dobbiamo andarcene da qui o che ne sarà del nostro piano? Io imparerò velocemente promesso...ma lasciamo questa città ora, é diventata pericolosa>> Temevo per la mia vita oltre che la sua, dovevo salvaguardare me stessa prima di tutto. |
Altea e Rodian furono portati in casa dai partigiani e poi condotti in una cantina.
“Mettetevi in quell'angolo e non fate i furbi.” Disse l'uomo tarchiato. “Cosa ci farete?” Chiese Rodian. “Oh, bella!” Ridendo l'uomo. “Ma vi prepareremo un sontuoso pasto e poi vi alloggeremo in una camera degna di un vescovo.” Divertito. “La ragazza ha detto il vero...” Rodian indicando Altea “... non siamo spie, ma fuggitivi... Cherval, la nostra patria, è stata invasa da Canabias...” “Datemi un motivo per cui dovrei credervi” accendendosi una sigaretta l'uomo tarchiato “invece che giustiziarvi come spie.” |
Gaynor, Park e Zac alzarono la testa e videro quell'aereo che scendeva sulla base.
“Un aereo...” disse Zac “... vola da solo?” “Non è uno dei nostri...” mormorò Park. Ed infatti un attimo dopo suonò l'allarme. “Aereo non identificato in avvicinamento!” L'altoparlante dalla torre di controllo. |
Finimmo in una angusta cantina, sotto minaccia e come in un plotone di esecuzione...eh si Rodian aveva ragione...Io avevo detto il giusto, e forse se non avesse alzato le mani in segno di resa era tutto a posto.
"Un motivo? Mio nonno Mandus, il fu Duca di Cherval presumo...mi disse i partigiani erano uomini giusti, ovvero combattenti per la verità e la libertà, che rischiavano la loro vita per la gente e la giustizia e..devono stare attenti a non farsi scoprire...come noi..come me...la duchessa di Cherval e sto fuggendo da Canabias che ha distrutto la mia Terra, la mia gente e io ho giurato avrò giustizia contro di loro" mostrai loro il mio anello con lo stemma del mio Ducato.."E mie sorelle sono morte mentre eravamo in fuga su un aereo sotto le pallottole di Canabias e quell' aereo è precipitato...vi sembra abbastanza?" e guardai l' uomo tarchiato senza titubanze. |
L'allarme mi spaventò. Un aereo, forse nemico, stava volando sulle nostre teste. "Park!" Esclamai tirandolo per una manica "Per l'amor di Dio, torniamo dentro!"
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Marwel parlò al bambino e questi annuì, per poi guardare prima Gwen e poi Fermer.
Allora il piccolo portò le braccia verso Marwel, per poi ritrovarsi in braccio a lei. “Beh, avete conquistato la sua fiducia.” Disse il medico alla ragazza. “E forse un giorno riuscirete a farlo parlare di nuovo.” |
Il piccolo si convinse e la donna lo prese in braccio.
Lo guardai sorridendo con gli occhi lucidi, per poi avvicinarmi a lui e baciargli dolcemente il visino. "Ciao piccolino" sorridendo e accarezzandogli i capelli. |
Clio arrivò nel cortile e molti di quei cadetti, già radunati ad attenderla, restarono sorpresi nel vederla vestita così.
“Che sventola la bionda...” disse Palos a bassa voce ad Icarius “... che faccio? Me ne innamoro o le sparo?” Ridendo piano. “Attento che è un tipo duro questa...” mormorò piano il cadetto dagli occhi azzurri. Ma in quel momento si udì il motore di un aereo che scendeva in picchiata. Un attimo dopo suonò l'allarme. “Aereo non identificato in avvicinamento!” Dalla torre di controllo. |
Il bambino protese le braccia verso di lei e Marwel non potè far altro che stringerlo a se e sorridergli, proprio come avrebbe fatto una madre con il proprio bambino. Fermer disse che aveva conquistato la sua fiducia e Marwel non se ne stupì affatto. Forse non ci sapeva fare con gli uomini, con i soldati, con le donne militari, ma con i bambini le veniva tutto più naturale e istintivo.
Guardò l'infermiera e lesse nei suoi occhi un po' di tristezza, forse perchè si era un po' affezionata al bambino. "Potrete venire a trovarlo quando vorrete" disse Marwel sorridendo "vale anche per voi" aggiunse rivolgendosi al medico. Ma qualcosa spense il suo sorriso: la sirena che dava l'allarme al forte aveva urlato le sue note e il rumore degli stivali dei soldati cominciarono a farsi sentire, battendo sul pavimento di quel forte. "Dobbiamo andare" disse guardando l'infermiera; non passò molto prima che Marwel uscisse dall'infermeria e si dirigesse all'uscita. L'allarme del borgo non aveva suonato, così pensò che il pericolo fosse lontano e avesse il tempo di arrivare al cavallo e portare via di li il bambino. |
“Calmatevi, non ci accadrà nulla.” Disse Guisgard a Dacey. “Il nostro piano non fallirà, se è questo che vi preoccupa.” Fissandola.
“Non temete, Guisgard è il miglior pilota che io abbia mai visto.” Orko. “E ne ho veduti molti, credetemi.” “Non si preoccupa per me” fissandolo il militare “ma per il nostro lavoro. Comunque ha ragione lei... io ho altro a cui pensare... ho già rischiato per te, ora dovrai cavartela da solo.” Guardò poi Dacey. “Andiamo, vi riporto alla taverna.” “E mi lasci nei guai?” Fece Orko. “Nessuno ti ha detto di fregare l'aereo ai militari.” Sbottò Guisgard. |
Trovai i cadetti nel cortile, come avevo ordinato al caporale.
Ma non ebbi tempo di dire o fare alcunché, che l'allarme si mise a suonare, e vidi un aereo scendere in picchiata verso di noi. Da dove era spuntato? Chi era così pazzo da provare a schiantarsi sul Forte della Legione Straniera? "Maledizione.." imprecai, guardando il cielo. "Caporale riporti dentro le reclute.." ordinai "Dobbiamo abbattere quell'aereo finché siamo in tempo..". Così dicendo corsi all'hangar dove avrei trovato i miei uomini pronti all'azione. |
L'uomo tarchiato ascoltò Altea e poi lanciò una rapida occhiata verso Rodian.
“Già...” disse “... e se invece mi state ingannando?” “Stiamo dicendo la verità...” fece Rodian “... vi propongo un patto... fate in modo che la ragazza raggiunga subito la stazione... che prenda il treno... ed io, se vorrete, resterò qui con voi... così potrete anche giustiziarmi... allora? Accettate?” |
<< Si per favore, gli altri potrebbero preoccuparsi per la nostra assenza... Vi ringrazio per l'ospitalità signor Orko, e per avermi mostrato l'aereo. Le auguro di ehmm insomma buona fortuna per tutto.>>
Detto questo mi voltai per uscire |
“Tranquilla, miss Gaynor...” disse Park alla diva “... non è un Valchiria... non sono così pazzi da svolazzare sulle nostre teste così... no, quell'aereo non appartiene a Canabias... ma vorrei sapere chi mai lo sta pilotando...”
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Scossi il capo, non credevano..."Vi abbiamo chiesto dove si trovava la stazione per prendere il Meridian Express...perchè un anziano che vive a poche miglia da qui e ci ha ospitati, un uomo cieco con un cane, ha detto era l' unico modo per sfuggire a Canabias..lui ci ha creduto, noi dobbiamo raggiungere Capomazda..ma voi avete detto va ad Evangelia..per noi l' importante è fuggire, se mi prenderanno gli uomini di Canabias e mi riconosceranno, mi uccideranno".
Guardai Rodian..finalmente aveva tirato fuori il suo vero carattere. "Rodian, questo ragazzo..vuole arruolarsi ad Evangelia, vuole combattere Canabias, anzi...potete aiutarmi a salire sul treno e magari aiutare lui ad esaudire il suo sogno..diventare un eroe..sconfiggendo Canabias..come diceva mio nonno il Duca...Libertà o Morte". |
"Verremo sicuramente" sorridendo alla donna.
Sentimmo poi l'ennesimo allarme e pregai gli Dèi che non fosse un'altra strage. |
"Ma se non è un aereo nemico, perché danno l'allarme?"
Rimasi allora a fissare il velivolo, in attesa di sapere chi fosse a pilotarlo. |
Marwel lasciò l'infermeria e poi il forte.
Infine col suo cavallo, stringendo a sé il bambino, galoppò via, fino al borgo, dove l'allarme non era suonato. Infatti là la situazione era tranquilla. E raggiunse così il suo orfanotrofio, per presentare agli altri bambini il nuovo arrivato. |
Clio corse verso gli hangar, dove tutti i legionari avevano raggiunto i propri posti di combattimento.
Le batterie antiaeree erano già pronte. Furono puntate contro lo sconosciuto aereo che continuava a scendere sul forte e pochi istanti dopo cominciarono ad fare fuoco verso di esso. Una pioggia di colpi fu riversata verso quel misterioso veicolo, senza però riuscire mai a colpirlo. L'abilità del suo pilota era tale da permettergli di volare fra i proiettili senza essere colpito. Furono allora utilizzate nuove torrette con mitraglieri, pronte ad aprire anch'esse la loro micidiale potenza di fuoco. Ma prima che fossero utilizzate, dal misterioso apparecchio arrivò alla torre di controllo della base il permesso di poter atterrare. E visto il misterioso aereo non aveva aperto il fuoco sul forte, tale permesso fu accordato. Così il veicolo atterrò sulla pista del forte. Tutti allora si avvicinarono per scoprire chi lo guidasse. Anche Gaynor, Park e Zac, oltre naturalmente a Clio ed ai suoi uomini. L'aereo arrestò la sua corsa ed la sua calotta si aprì. All'interno vi era un misterioso pilota. “L'ho sempre detto” disse fissando tutti loro che ora circondavano l'aereo “che i legionari di questo forte sono tutti degli idioti.” Con tono superbo. http://150597036.r.cdn77.net/wp-cont..._1_500x361.jpg |
Anche nell'infermeria fu udito l'allarme.
“Sembra un altro attacco...” disse Fermer a Gwen. Poi si sentirono i colpi delle torrette antiaeree. Lunghe scariche di colpi. Poi più nulla. “Andiamo a vedere cosa succede...” il giovane medico alla sua infermiera. |
L'uomo tarchiato restò un attimo a riflettere.
“E sia...” disse annuendo “... vi faremo arrivare alla stazione, per prendere quel dannato treno...” fissando Altea “... lui però resterà con noi e lo giustizieremo.” Indicando poi Rodian. |
Dacey uscì dal capannone e Guisgard la seguì.
I due tornarono nel borgo, diretti verso la taverna. La raggiunsero infine quando ormai era sera. “Ecco...” disse il militare fermandosi prima dell'ingresso “... entrate e raggiungete i tre borghesi.” Prese un libro dal suo giubbotto da aviatore. “Questo l'ho fregato alla biblioteca...” dandolo poi alla ragazza “... e non fate quella faccia... ci occorreva per farvi studiare... e poi lo sapete che io non sono uno dei principi che tanto sognate... sono una canaglia, un tipaccio arrogante e poco raccomandabile...” ridendo “... ora entrate nella taverna e mettetevi a studiare... io tornerò da quel pazzo di Orko... non voglio si metta nei guai...” fissando la ragazza “... e fatemi un bel sorriso, chissà che non mi porti fortuna.” Facendole l'occhiolino. |
Si sentirono dei colpi. Colpi continui.
"Sí, andiamo" presi la giacca e uscimmo. |
I bambini si erano svegliati da poco e quasi tutti corsero alla porta quando sentirono gli zoccoli di Mantya battere sul terreno.
Marwel scese da cavallo ed aiutò il bambino a fare lo stesso, poi lanciò un'occhiata fugace alla botola che conduceva al rifugio e spero con tutto il cuore di non doverlo utilizzare quel giorno. Aveva in programma di far conoscere il nuovo orfanello ai bambini e di fare in modo che si integrasse al meglio, così, una volta varcata la soglia, presentò il piccolo agli altri. Doveva avere circa nove o dieci anni e come lui solo Charlie aveva quell'età: era un simpatico ragazzino con i capelli rossi e gli occhi verdi e l'aveva trovato perso e in stato confusionale l'anno prima. La guerra mieteva le sue vittime e non risparmiava il dolore nemmeno ai bambini. "Ragazzi, lui è il vostro nuovo compagno. Arriva dal forte e non riesce più a parlare, però noi cercheremo di fargli dire qualcosa, va bene? Nel frattempo dovremo dargli un nome che possa piacergli, finchè non ci dirà il suo!" |
Era tutto illogico..anzi il comportamento di quell' uomo era illogico. Avevo notato come mi aveva guardato appena mi aprì la porta, al fatto che ascoltava me e non considerava Rodian...perchè salvare me solo e non il ragazzo? Se pensava fossi una spia pure io non mi avrebbe fatto scappare e neppure portata sul Meridian e non avrebbe nemmeno ucciso Rodian.
"Non comprendo...voi credete a me e volete portarmi alla stazione ma non al ragazzo...entrambi siamo però nel vero. Questo ragazzo ha combattuto contro Canabias e l'ho visto io..i partigiani non tradiscono un compagno della Resistenza e mai lo ucciderebbero, è una onta per loro..ma io non sono una partigiana ovviamente, ma non lo dico con disprezzo". Guardai Rodian.."Stavolta ti do del tu...hai sbagliato tutto...prima ti sei arreso come se tu fossi un criminale, e poi? Ora pensi di diventare un eroe dando la tua vita per la mia..dovevi combattere e far valere le tue ragioni come ho fatto io non per salvarti ma per dimostrare sei una persona innocente". Sospirai..guardai quelle travi di legno sopra la mia testa..perchè Rodian, effettivamente, ebbe paura quando vide era un combattente questo uomo..sapeva non era di Canabias? Scossi il capo.."Questa guerra è assurda, ci uccidiamo tra alleati, amici, persone dagli stessi ideali per paura tutti siano i nemici.." guardai l' uomo tarchiato "Sono giorni vedo solo morte..mio nonno, il Duca, ha preferito rimanere a Cherval e morire assieme alla gente del popolo e mi ha mandato via con mie sorelle, eravamo in volo e le granate di Canabias hanno distrutto l' aereo di questo ragazzo uccidendo le quattro mie sorelle e un uomo di fiducia di mio padre...e ora volete uccidere questo ragazzo. Quando mio nonno disse di andarmene risposi in un modo e rispondo così a Rodian...sia fatta la tua volontà! Ma non approvo..". Feci un cenno di consenso col capo.."Va bene, portatemi alla stazione...e spero le mie parole vi facciano pensare su questo ragazzo..io sono troppo stanca di vedere sangue, morti, feriti, dolore e guerra...sarà egoistico ma io devo riavere la mia Chevral e devo lottare fino la fine e a favore di chi ci libererà da Canabias...non ho altro da dire..possiamo andare". |
Colpire quel velivolo sembrava impossibile.
Chi diavolo era e che ci faceva lì? Poi chiese il permesso di atterrare e gli fu accordato. Ci avvicinammo al velivolo per vedere chi fosse il pilota. Poche parole bastarono a rendermelo antipatico. "Chi siete voi?" Chiesi, perentoria "Che vi aspettavate, un tappeto rosso di benvenuto?". |
Ero sollevata di essere alla taverna, e prima di entrare mi fermai notando che Guisgard si era fermato. Osservai le sue mosse e una piccola espressione di disappunto, aveva rubato un libro dalla biblioteca. Tuttavia non dissi nulla, era quello con la foto della mia famiglia.
<< Studierò, non temete. Imparo in fretta, ormai lo sapete.. Voi però state attento>> e senza neanche rendermene conto sfiorai lievemente la sua mano. << Tornate presto, conversare con voi mi diverte di più che con i tre borghesi>> cercai così di mascherare la mia preoccupazione per lui, sorrisi timidamente e entrai nella taverna custodendo gelosamente il libro. |
Gwen e Fermer lasciarono l'infermeria e corsero attraverso il cortile, fino a raggiungere la pista di decollo e di atterraggio del forte.
E videro un capannello di persone attorno ad un aereo appena atterrato. Era un bimotore non appartenente a quelli presenti alla base. Il giovane medico prese l'infermiera per mano e cercarono di avvicinarsi per capire cosa stesse succedendo. |
Marwel arrivò col nuovo bambino all'orfanotrofio.
La situazione nel borgo era tranquilla. Qui infatti non era suonato alcun allarme, segno che non vi fosse nessun attacco in vista. Subito gli orfanelli guardarono con viva curiosità il nuovo arrivato. E a sua volta questi fissava tutti loro, come sempre chiuso nel suo immutabile silenzio. “Perchè” disse all'improvviso Benjamin “non lo chiamiamo Bobby? Come il cagnolino del lattaio?” “Bobby è un nome da cane.” Fece Charlie. “Chissà qual'è il suo vero nome...” mormorò Betty. |
A quelle parole di Clio, il misterioso pilota saltò fuori dall'abitacolo, lanciando il suo casco ad uno dei legionari.
“Dal vostro tono” disse fissando il biondo tenente “immagino siate un ufficiale.” Sorrise, per poi scuotere la testa. “Non mi meraviglio che questa guerra duri così tanto, visto che ora la legione arruola pure le donne. Beh, non ho tempo da perdere. Voglio vedere il comandante di questa base. Riferitegli che ho un'offerta che non potrà rifiutare. E portatemi qualcosa da bere... ho la gola secca.” |
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