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Penso che il colonnello rimarrebbe alquanto stupido in effetti, è un uomo molto ligio a ciò che dettano le regole sociali.
Il locandiere ci portò due boccali di birra chiara,io e Sesc brindammo. Il giovane mi raccontò che era, come avevo immaginato, un cliente abituale. Mentre eravamo intenti a parlare si avvicinò al nostro tavolo una donna, eccentricamente vestita, che ci propose di leggerci il nostro destino. Trovai la cosa piuttosto divertente e convinsi Sesc a non scacciare la veggente. Le diedi una moneta e le chiesi di rivelare il mio futuro, e anche quello di Sesc. |
Guisgard, Cavaliere25 ed Emas si avvicinarono così a quella vivace folla.
“Oh, i miei omaggi, vostra maestà.” Disse uno di quegli uomini ridendo. “Stamani i vostri abiti non rispettano il decoro di corte.” E spintonò la bambina che stava al centro di quel chiassoso capannello. Era piccola, col viso sporco e gli abiti ridotti a poco più che stracci. I suoi capelli, a metà tra un rosso tenero ed un pallido biondo, erano crespi e sudici e i suoi occhi, ambrati e grandi, fissavano il vuoto davanti a lei, dando al suo piccolo visino un'espressione accigliata, come chi cerca conforto nel chiudersi in se stesso. Stringeva fra le mani una bambola di pezza, quasi fossero due naufraghi scampati a chissà quale tragedia ed avendo ciascuna solo l'altra come sostegno e compagna. “Allora, piccola regina...” avvicinandosi a lei una donna “... possiamo chiedervi aiuto e doni per la nostra misera condizione?” E tutti risero. E con le loro risate sembravano quasi coprire e travolgere la piccola, che come risposta a quel caos intorno lei si limitava a stringere ancor più la sua bambola di pezza. “Su, venite con noi, maestà!” Esclamò un'altra donna, per poi spintonare anche lei la bambina, che finì così con le spalle contro un carro di frutta e verdure posto lungo la strada. “Ah, sei qui!” Saltando qualcuno su quel carro e guardando la bambina e la folla dall'alto verso il basso. “Ed io che ormai disperavo dal ritrovarti!” Fissando la piccola, Guisgard. “La conoscete?” Chiese uno di quegli uomini. “Certo, è mia!” Esclamò Guisgard. “L'ho vinta al gioco da suo padre!” “Oh su, bel marinaio!” Ridendo una donna. “Vuoi dirci che preferisci lei ad una come me?” “Oh, no di certo!” Sorridendo Guisgard. “Ma è piccola e forte! E ci guadagnerò un bel gruzzolo quando la venderò al mercato di schiavi a Vivenmagren!” E saltò giù dal carro. “Non ci ricaverai nulla.” Fece un vecchio. “E' una povera demente. Crede di essere una principessa.” “E noi siamo la Corte dei Miracoli!” Gridò divertita la donna. E tutti risero ancora. “Per un mercante di schiavi come me” replicò Guisgard “poco conta chi crede di essere... ma ciò che la faranno essere i suoi nuovi padroni!” E rise anch'egli insieme agli altri. Prese allora la piccola per mano, ma quella si divincolò subito. “Forse dovreste chiedere udienza!” Esclamò la donna. “Già, forse dovrei.” Sorridendo Guisgard. “Beh, maestà, credo sia ora di andare.” Rivolgendosi alla bambina. “La vostra corte vi reclama. Ed anche la mia borsa.” Tutti risero di nuovo. Guisgard allora prese la piccola in braccio, che cominciò a scalciare e a tirare pugni, per poi salutare la folla con un teatrale inchino e andare via. Tornò da Emas e da Cavaliere25 e fece cenno ai due di seguirlo verso un luogo appartato del molo. |
lo vidi poggiare i due sai sul mio letto e sparire col suo solito sorriso.....non ero una contrabbandiera ?.....se continuavamo cosi' ci sarei diventata, ne ero sicura......torno', con qualcosa da mangiare e fui grata al Signore e a Storm, naturalmente..."....Ve ne sono immensamente grata...."....bevvi la tazza di minestra e mi fermai di colpo.."...Voi, avete mangiato ?...dividiamoci quello che avete portato.....e poi pianificheremo il vostro piano..."..spezzai il pane e il formaggio...." non e' molto ma eviteremo che il nostro stomaco faccia troppo rumore...quando dovremo fare silenzio"...e questa volta fui io a ridere...
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La cosa non era andata come mi aspettavo.....purtroppo non sono riuscito ad imprimere la giusta opera.
Fortuna che riesco ancora a star ritto in piedi......quel tizio la pagherà molto, ma molto cara. Vidi giungere il comandante Gurenaiz e con molta tranquillità gli sorrisi...... "Non si può neanche scherzare......" dissi. "Ci vorrebbe un po' più di humour"..... Presi le casse e seguì il comandante...... Bisognerà ingegnare qualcosa di prettamente connesso alla natura delle correnti, dei venti, mari e clima........mi serviva una carta nautica......ed il piano forse.....avrebbe funzionato....... |
“Si, io sono Talhos...” disse quell'uomo ad Altea.
Fissò allora il manoscritto e poi lo prese. “Sembra molto vecchio...” osservandolo con attenzione, per poi cominciare a sfogliarne le pagine “... sicuramente di almeno una ventina d'anni... anzi, forse anche più... e la scrittura tradisce una mano incerta... sicuramente l'autore non aveva una grande cultura... e molto probabilmente non godeva di buona salute quando ha iniziato a scriverlo...” alzò poi gli occhi sulla ragazza “... cosa volete sapere di questo manoscritto?” Chiese. “Se è autentico forse? Beh, dipende cosa intendete per autentico... è stato scritto molto tempo fa e non credo per ingannare qualcuno, visto che la qualità della carta è pessima. Inoltre è scritto su uno di quei registri che circolano nelle prigioni per elencare scorte, note varie e accadimenti degni di essere ricordati, oltre naturalmente al numero dei prigionieri e dei condannati a morte. Solitamente questi registri vengono dati a detenuti particolari, che posseggono una certa cultura, come prigionieri politici, militari o nobili caduti in disgrazia, sovversivi e così via, per dar loro la possibilità di curare la corrispondenza, scrivere ai familiari o raccogliere confessioni e ultime volontà... invece, l'autore di questo manoscritto non era nulla di simile... dunque, per quanto ne possiamo sapere, poteva trattarsi benissimo di un pazzo o di un visionario... ma ditemi... come ne siete entrata in possesso?” |
La zingara annuì a quelle parole di Cheyenne e prese la mano della ragazza.
“Allora...” disse fissando il palmo della mano di Cheyenne “... vedo un lungo viaggio, ma questo rappresenta il passato... e poi vedo... vedo un uomo ricco, potente e buono... ma vedo anche oscure figure intorno a te... misteriose immagini senza volto, ma molto vicine...” alzò lo sguardo e la fissò “... lascia queste terre... lasciale e ritorna da dove sei venuta... qui corri un grande pericolo... va via, insieme al tuo uomo...” e fissò Sesc. “Smettila di spaventarla!” Fece questi. “Io non credo a queste sciocchezze! E se vuoi saperlo non sei neanche tutto questo granché, visto che noi due non siamo sposati!” Indicando se stesso e Cheyenne. “Ed ora va via o ti farò mettere alla porta dal padrone di questo posto, razza di strega!” |
“No, mangiatelo voi.” Disse Storm ad Elisabeth. “Io sono apposto. Voi invece avete bisogno di rimettervi. Su, mangiate con calma ed io vi illustrerò nel frattempo il mio piano.” Si alzò e cominciò a passeggiare su e giù per la cella. “Nasconderemo i sai e li porteremo via con noi. Una volta fuori dal convento ci nasconderemo da qualche parte per indossarli. E saranno proprio questi sai il nostro lascia passare per il covo di quei dannati che tengono prigioniera la vostra governante.”
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Gurenaiz e Parsifal, obbedendo agli ordini, portarono parte del bottino sull'Antigua Maria.
“Dannati pirati.” Disse a bassa voce il capitano olandese, per poi voltarsi verso il suo Guardiamarina. “Hanno massacrato tutto l'equipaggio di quella nave, per poi incendiarla e farla inabissare... giuro sul mio onore che la pagheranno... inoltre hanno preso come ostaggi anche i due superstiti del veliero olandese... e noi dobbiamo restare con le mani in mano davanti a questi delitti...” scesero nella stiva, dove i pirati stavano raccogliendo tutto il frutto della loro ultima impresa “... ascoltatemi...” mormorò fissando Parsifal appena rimasero soli “... ecco il piano per liberare Clio... a Vivermagren, quando questi corsari si divideranno il bottino, sarà scoperto il suo corpo senza vita... naturalmente Clio non sarà morta ma solo addormentata ad opera di una potente droga... a quel punto questi dannati la seppelliranno sull'isola perchè nessun uomo di mare accetta che la sua nave entri a contatto con una suicida, come erroneamente crederanno Clio... a quel punto, prima di una nuova partenza, io e voi fingeremo di litigare ed uno di noi dovrà anch'egli far finta di morire cadendo in acqua... e quando la nave avrà abbandonato Vivermagren, ritornerà a nuoto sull'isola e si occuperà di Clio... l'altro che resterà con i pirati, naturalmente, dovrà fingere di essere della ciurma ormai, per seguire i loro spostamenti ed attendere che l'altro ritorni a salvarlo con una fregata armata di tutto punto... tutto chiaro?” |
La nave olandese si inabissò pian piano, lasciando a galleggiare sulle acque ciò che restava del suo scafo consumato dal fuoco.
A quel punto l'Antigua Maria sciolse tutte le sue vele al vento e obbedendo al suo malvagio capitano prese la rotta verso l'isola di Vivermagren. Clio era rinchiusa nella sua cabina, in balia di angosce e timori. Dal ponte si udivano giungere i canti e le risate degli uomini di Giuff, entusiasti ed esaltati per quella loro nuova impresa. Il Mar delle Flegee appariva come una sterminata tavola di un blu cobalto, screziata da spumose onde che si infrangevano fra loro, acquistando i medesimi riflessi del cielo che la sovrastava. Grandi banchi di nuvole bianchissime sembravano naufragare oltre l'orizzonte lontano, dove parevano perdersi i confini di quel mondo esotico ed inquieto. Ad un tratto qualcuno entrò nella cabina di Clio. “Preparati, ragazza...” disse Boyuke “... il capitano sta per mettersi a tavola e vuole cenare con te...” si avvicinò ad un vecchio baule, lo aprì e prese alcuni abiti ammassati al suo interno, per poi lanciarli alla ragazza “... indossane uno. Ma che sia bello. Al capitano piacciono le cose belle. Ti aspetto fuori...” ed uscì. |
La zingara mi prese la mano...mi mise in guardia da pericoli oscuri e alla fine mi urlò di andarmene e tornare in Scandinavia insieme a...Sesc!
Fu proprio Sesc allora a minacciare di farla cacciare dal locale. Non appena la zingara si allontanò decidemmo di uscire e passeggiare nel borgo. "Quella zingara mi ha un po' angosciata,anche se mi costa ammetterlo. Quelle ombre di cui parla spero sia solo una sua invenzione. Non vorrei ritrovarmi costretta a tornare nel luogo in cui sono vissuta da schiava perchè qui non ho trovato la felicità" Scossi la testa, come per fare uscire le parole della zingara dalla mia testa. |
Ciò che mi raccontò Talhos era interessante...quindi il manoscritto era vecchio datato e poteva essere stato scritto in prigione..magari sotto dettatura del pirata Topasfier.
"L'ho acquistato in un emporio al molo di Las Baias, io provengo da là, sono in visita a Nisides " prendendo il manoscritto, mi voltai e vidi il sole dalla finestra quasi tramontare verso ovest...ebbi un sussulto.."Messere si è fatto tardi ma tornerò..con un amico". Avevo intenzione di parlare di tutto ciò al maestro sperando di tornarci con lui, uscii dalla bottega e mi diressi verso il molo correndo, mi guardai attorno ma del marinaio non vi era traccia, mi avvicinai a molti pescatori e marinai chiedendo se lo avevano visto, scossero il capo..qualcuno indicava il mare come per dire che pareva se ne fosse già andato..e io avevo speso gli ultimi denari pagando Talhos per la gentilezza, avevo solo 5 fiorini per pagare il viaggio di ritorno. Chiesi a qualcuno se andasse a Las Baias ma scuotevano il capo. Fui colta dal panico...altro che punizione esemplare e se veramente se ne fosse andato non avrei nemmeno saputo dove passare la notte. Mi sedetti su una panchina del molo guardando l'orizzonte e la sfera incandescente che calava piano sul mare. |
Compresi che avrei dovuto mangiare da sola, mentre Storm mi spiegava come avremmo dovuto portare a termine il nostro piano per liberare Ingrid.......mangiai tutto raccogliendone anche le briciole....forse aveva ragione lui, io ero affamata...." Ho fatto onore a cio' che mi avete portato...certo bisognera' stare un giorno in piu' in questo convento, non abbiamo mantelli per nascondervi i sai...dovremmo portali fuori dal convento senza che i monaci si insospettiscano e una volta che tutto e' a posto.....andremo travestiti da monoci verso quei furfanti.....pensate che avranno qualche riguardo verso due uomini di chiesa ?......in genere questa gente lo e' ?...perdonatemi ma non so nulla di come possano comportarsi...il primo siete stato voi che ho conosciuto..e non mi sembrate malaccio...."...
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Compresi il piano:avremo utilizzato la logica delle superstizioni corsare.....appena mi parlò del finto suicidio di Lady Clio mi venne in mente la tragedia di Lord Shakespeare......
Subito dopo presi coraggio e gli chiesi: "comandante Gurenaiz, ma lady Clio e la ragazza che stavate cercando perché da quel che si vede......sembra proprio di sì.......". Continuando nella spiegazione del piano, venne fuori la modalità con cui sarebbe dovuto avvenire il salvataggio e risposi: "quindi, dovremo creare un diversivo....non sarà semplice......Son furbi questi manigoldi." Una volta raccontati i dettagli dovevamo decidere che ruoli avremo ricoperto, rimasi a meditare sul da farsi.... "D'accordo........, adesso c'è da riflettere sulle modalità del come possiamo tenerci in contatto, quale mezzo useremo?" inoltre, "ci vuole una certa esperienza nel convivere con un gruppo di pirati ben addestrati......" |
Malamente, quei pirati ci spinsero sulla loro nave attraverso la stretta e pericolante passerella che avevano fissato tra le due e qui ci rinchiusero in una cabina. Li udii chiudere la porta a chiave dietro di noi e poi discutere sui turni di guardia per sorvegliarci...
dovevano avere davvero paura che il loro bottino fuggisse, pensai... anche se io non riuscivo proprio a vedere in che modo avremmo potuto farlo. Una volta rimasti soli, io e Blind ci scambiammo un’occhiata... poi, in silenzio, ci avvicinammo entrambi alla finestra, dalla quale si poteva vedere il nostro bel vascello olandese... con dolore, osservammo i pirati portare via da esso tutte le merci di qualche valore senza fare alcun caso ai corpi dilaniati dell’equipaggio, poi li vedemmo appiccare il fuoco e ripartire in tutta fretta. Per molti minuti continuammo entrambi a fissare in silenzio il vascello avvolto dalle fiamme sempre più alte, mentre ci allontanavamo... infine sospirai appena... “Quel pirata aveva ragione, non è vero avvocato?” domandai in un sussurro “Occorreranno almeno altri due o tre giorni perché a Minisclosa inizino a preoccuparsi del nostro ritardo... e per allora chissà dove saremo...” Rabbrividii. |
Boyuke chiuse la porta dietro di sé.
Osservai, incuriosita, gli abiti che mi aveva, così delicatamente, mostrato. Giallo zafferano, verde smeraldo, un'altro azzurro. Stoffe soffici e ricercate, vestiti ampi e leggeri, invernali ed estivi. Poi girai lo sguardo verso il baule, giusto per fare un dispetto a Boyuke decisi di vedere se non ne fosse rimasto qualcuno al suo interno. Centro. Come immaginavo ne erano rimasti alcuni che il bucaniere non aveva lanciato. Sorrisi a quell'innocente disobbedienza, e cominciai a guardarli. Sete, broccati : possibile che Giuff possedesse una così grande collezione di abiti femminili? Non volli soffermarmi a pensare alla fine che avevano fatto le proprietarie di quegli abiti, cercando di concentrarmi sul modo per evitare di subire lo stesso destino. Trovai poi un abito di velluto rosso, con degli inserti di pizzo bianchi sul corpetto e sulle maniche. Un vero splendore. "Quando tutto questo sarà finito, mi comprerò un bel vestito..." Sussurrai divertita tra me e me. Tolsi l'abito azzurro, lasciando però la sottoveste e i calzoni, nascosi la fialetta in una loro tasca. Infilai l'abito, e restai a bocca aperta davanti allo specchio, sembrano una nobildonna. Mi acconciai i capelli in qualche maniera. E feci un passo verso la porta, sapevo che la pazienza di Boyuke non era certo immensa. Ma al veder affiorare il mio stivale di umile cuoio sotto il velluto riuscii a stento a reprimere una risata. No, decisamente non sarò mai una principessa... Aprii la porta, e mi trovai davanti Boyuke. Portai le braccia dietro la schiena, come una fanciulla che mostra compiaciuta il suo abito nuovo, e lo guardai con una espressione innocente. "Che te ne pare? É abbastanza bello?" |
“Non pensarci più...” disse Sesc a Cheyenne, scalciando via un ciottolo nel bel mezzo di quella viuzza “... sono solo un mucchio di sciocchezze. Se quella zingara fosse stata davvero una veggente, allora avrebbe visto che noi due non siamo niente...” si voltò a fissarla “... eri una schiava in Scandinavia? Allora cose sei ora? Non sei forse una serva di mio zio? O forse sei qualcos'altro?”
Ad un tratto si udirono canti e balli e diversi giovani che correvano verso il porticciolo del borgo. “Ehi!” Chiamò Sesc. “Dove correte tutti? E da dove giungono questi canti?” “E' l'ultimo giorno della festa di San Martino.” Rispose uno di quelli. “E' il santo patrono di questo borgo, poiché i nostri antenati venivano da Tours, in Francia.” E corse via con gli altri. |
Lo sguardo di Boyuke percorse da capo a piedi l'intera figura di Clio.
“Si...” annuì il pirata “... vedrai che il capitano gradirà.” Fece allora cenno alla ragazza di seguirlo e la condusse nella cabina del capitano. “Ora lasciaci soli.” Disse Giuff appena i due furono entrati. Boyuke annuì. “E fa sorvegliare i nostri ospiti, intesi?” Aggiunse il Gufo Nero. Boyuke annuì di nuovo ed uscì. “Sei un vero incanto, bellezza!” Esclamò poi il pirata voltandosi verso Clio. “Dovresti prendere seriamente in considerazione l'idea di mollare il tuo smidollato innamorato, visto che in tutto questo tempo non ha mosso un dito per venirti a cercare. Io me ne intendo, sai? Di uomini innamorati dico. Un uomo veramente innamorato farebbe qualsiasi cosa per la sua donna.” Un ghigno apparve sul suo volto. “Ma chissà, quaggiù, in mezzo al mare, forse non c'è posto per l'amore.” Rise e riempì due bicchieri con una bottiglia di ottimo vino. “Questa bottiglia” mormorò “era diretta al console spagnolo di Minisclosa... ma purtroppo la nave incaricata di portargliela non è mai giunta a destinazione... brindiamo a noi due?” Porgendo un bicchiere alla ragazza. “Dobbiamo, non credi? Ormai siamo soci.” |
"Come ho cercato di farti capire più volte, non sono più una schiava, ma un'ospite presso il colonnello...Diciamo che potremmo aver conoscenze in comune, comunque non spetta a me parlartene..."
Nel frattempo dei ragazzini chiassosi ci passarono accanto e decidemmo di seguirli. Ero curiosa di sapere che cosa fosse questo "San Martino". Corremmo per delle strette viuzze fino a ritrovarci nella piazza grande, che era stata adobbata a festa dalle massaie e dei bambini. La maggior parte della gente era accalcata lungo le gradinate della chiesa, intenta ad ascoltare un omino paffuto e riccamente vestito, parlare una lingua che non conoscevo. Le persone del borgo ripetevano meccanicamente alcune di queste parole. Poi l'omino si fece largo tra la folla preceduto da un'altro che sorreggeva una croce in legno. La folla allora si mise in coda dietro l'oratore cantando. |
Altea restò così a fissare il calmo mare di Nisides, mentre un meraviglioso tramonto andava, pian piano, a spegnersi in quelle acque divenute purpuree.
Il porto cominciava ad assopirsi, così come il via vai nel borgo. Ormai era quasi certo alla ragazza toccava trascorrere la notte su quell'isola. “Ehilà.” Disse qualcuno alle sue spalle. “Avete cambiato idea?” Chiese Talhos che proprio in quel momento stava chiudendo la sua abitazione. “O forse state attendendo il vostro amico?” |
Storm sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Non bisogna essere dei briganti, dei pirati o dei contrabbandieri” disse “per non avere riguardo verso un religioso. Vi sembrerà strano, ma posso dirvi che i peggiori commenti contro frati, monaci e vescovi li ho uditi in ambienti tutt'altro che clandestini o di malavita. Anzi, quasi sempre sono i cosiddetti bempensanti a mostrare astio verso le istituzioni religiose. Quegli stessi che condannano me e quelli come me per le nostre azioni.” Sorrise. “Tornando al nostro piano... non so come reagiranno i nostri amici” con tono sarcastico “nel vedere due frati, ma sicuramente li coglieremo di sorpresa. E faremo di quella sorpresa la nostra arma. Ciò che conta è entrare in quella torre. Al resto penseremo quando saremo là.” |
Entrai nella cabina di Giuff seguita da Boyuke, che ci lasciò subito soli.
La tavola era imbandita e una bottiglia di vino torreggiava in mezzo al tavolo. Mi sedetti, le parole di Giuff mi colpirono in profondità, lì dove ero più vulnerabile. Già, un uomo innamorato farebbe qualunque cosa per la sua donna.. incluso farle avere sue notizie, quando si trova dall'altra parte dell'oceano.. No, Clio, non è questo il momento di pensarci! Distolsi lo sguardo dal capitano e repressi un sorriso compiaciuto. Eppure, capitano vi sbagliate, Guerenaiz non è rimasto con le mani in mano, ha rischiato tutto per venirmi a salvare... pur non essendo il mio vero fidanzato. Mi voltai, col volto impassibile. "Del vino?" Sorrisi "Mi sembra di non berne da un secolo. Grazie capitano. Alla nostra alleanza allora, che possa rendere voi ricco e me libera" alzando la coppa. "A sistemare il mio fidanzato ci penserò quando tutto questo sarà finito." Strizzando l'occhio a Giuff. "E' davvero squisito" dissi dopo aver assaggiato il vino "non credevo che avesse gusti così raffinati il Gufo Nero." continuai sorridendo. |
Nonostante tutto era impossibile rimanere indifferenti dal fascino di quel tramonto sulla vasta distesa d'acqua. Per un attimo dimenticai tutto a quella vista...il manoscritto, la mia famiglia e il Governatore e tutte le cose negative successe fino ora.
Fui destata dal Cacciatore di Tesori, Talhos...ebbi un attimo di esitazione, e se mi avesse offerto ospitalità. Non lo conoscevo nemmeno e magari potevo rischiare ma anche dormire sotto le stelle in spiaggia non lo era da meno..non lo era da meno? Non lo avevo mai fatto in vita mia..perchè non approffittare? Vidi degli scogli rocciosi e potevano essere un ottimo rifugio..e appena sorta l'alba avrei trovato sicuramente qualcuno che mi portasse a Las Baias. "A dire il vero" risposi in modo sicuro " non è proprio un amico..è il mio maestro e la prossima volta verrò con lui, egli sembra essere esperto quanto voi. E sto aspettando arrivi il marinaio che mi deve riportare a Las Baias...vi auguro..una buona nottata". |
Gurenaiz e Parsifal si trovavano nella stiva dell'Antigua Maria e discutevano sul da farsi.
“Si, questo è il punto da definire...” disse il capitano al suo Guardiamarina “... ossia decidere chi fra noi resterà qui in incognito con questi furfanti, mentre l'altro tornerà a Las Baias per far armare una fregata...” lo fissò “... ed essendo io il capitano, allora è giusto che sia io a restare qui...” In quel momento arrivò uno dei pirati di Giuff. “Cosa diamine fate ancora qui sotto?” Urlò. “Stavamo sistemando il resto del bottino.” Rispose Gurenaiz. “Allora cercate di darvi una mossa.” Fece il pirata. “C'è molto da lavorare sul ponte.” E andò via. “Dicevo...” mormorò Gurenaiz appena rimasti di nuovo soli “... sarò io a restare qui... appena ci appresteremo a lasciare Vivermagren fingeremo di litigare e voi finirete in mare come se vi avessi colpito a morte. Allora, senza farvi vedere dai pirati sulla nave, ritornerete a nuoto sull'isola e attenderete sul luogo della sepoltura che Clio riprenda conoscenza. Dopo di che troverete il modo di ritornare a Las Baias insieme. Intesi?” |
Giuff sorrise a quelle parole di Clio.
“Ora però parliamo d'affari...” disse, per poi voltarsi e prendere da un mobile alle sue spalle carta e penna “... ora tu mi segnerai la rotta verso quel fantomatico tesoro... la rotta che ti ha rivelato la pazza prima di crepare...” mettendole davanti il foglio con la penna. |
Talhos sorrise allora ad Altea.
“Allora ci rivedremo presto.” Disse il cacciatore di tesori alla ragazza. “E' ora che vada anche io. Passerò per la locanda. Dopo una lunga giornata ci vuole un po' di rum per chiudere i giochi in bellezza.” Salutò con un lieve cenno del capo e si allontanò fischiettando, lasciando così Altea al suo giaciglio fatto di scogli, mare e stelle scintillanti. |
Cheyenne e Sesc raggiunsero così il piccolo porto e si ritrovarono nel bel mezzo della festa di San Martino.
Canti, balli, luci colorati, una processione caratteristica e infine tutta una serie di giochi in cui i giovani del borgo si tuffarono con entusiasmo. “Avanti, amici miei.” Disse l'omino paffutello. “Comincia ora il gioco dell'arancia. Ogni coppia presente può partecipare. Ognuna avrà un'arancia e dovrà riuscire a tenerla ferma soltanto stando abbracciati, per portarla poi in un'apposita cesta. La coppia che riuscirà a fare tutto il percorso senza far cadere l'arancia sarà la vincitrice. Su, fatevi avanti!” “Gioco interessante...” sorridendo Sesc “... partecipiamo, o hai troppo timore a stare abbracciata con me? Infondo c'è sempre l'arancia a dividerci...” e fece l'occhiolino a Cheyenne. |
Blind osservò Talia e annuì in maniera incerta alle sue parole.
“Si, temo di si.” Disse. “Ma poi qualcuno da Minisclosa verrà a cercarci.” Poi tentò, con uno stentato sorriso, di tranquillizzare, per quanto possibile, la ragazza. “Ma non abbiate paura. Questi pirati sono feroci, ma non stupidi. Siamo troppo importanti per loro. Ci terranno come ostaggi per poi scambiarci con un pesante riscatto. Se così non fosse, ci avrebbero già eliminati. Inoltre, maltrattare un membro della potente Compagnia delle Flegee Occidentali e la figlia del suo più alto rappresentante in queste terre, beh, credo sia una mossa davvero azzardata anche per uomini come questi.” Si sedette su un piccolo e scomodo sgabello. “Non temete, infondo non corriamo alcun rischio.” |
Segui Guisgard e dissi che succede signore voi avete mentito sul fatto della bambina guardai la piccola e dissi come ti chiami ? domandai sorridendole e aspettai una sua risposta
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Rigirai la penna tra le mani, e osservai attentamente il figlio davanti a me.
Poggiai poi la penna sul tavolo, e fissai Giuff con un uno sguardo malizioso. "Davvero mi credete così ingenua, capitano, da scambiare così facilmente la mia merce di scambio più preziosa?" Allontanai da me mappa e penna. "Se foste un uomo d'onore ve la disegnerei in cambio della vostra parola che mi tratterete coi guanti... Ma.." alzai le spalle ".. Perdonate se non mi fido della vostra parola. Così, ecco come faremo, per essere sicuri che nessuno di noi verrà meno alla parola data." Lo sguardo di Giuff era impenetrabile, ma lo sostenni, fieramente. "Io non vi disegnerò nessuna mappa... Quando partiremo dall'isola di Vortingern, mi terrete con voi al timone, e io... Pezzo per pezzo.. Vi indicherò la rotta..." Mi sporsi verso di lui : "così, se voi o chiunque altro oserà allungare le mani, vi ritroverete sperduti in mezzo al mare, senza sapere da che parte sia la vostra preziosa isola perduta. " Scossi la testa, sorridendo, perfida. "Perché posso assicurarvi che potrete scuoiarmi viva, che non vi dirò una parola. " Mi raddrizzai sulla sedia: "Quindi, capitano, considerando che nessuno di noi ha un buon motivo per infrangere il patto...che mi dite? Siamo ancora soci?" Alzai di nuovo il bicchiere, e buttai giù un altro goccio di vino: "Ah, dimenticavo, se vi aiuterò a trovare il tesoro, non voglio parte dell'oro, ma solo la libertà.". Strizzai l'occhio destro: "che ve ne pare?" |
La volta celeste brillava già di mille coriandoli luccicanti e la luna era al pieno culmine..sentivo le onde contro alcuni scogli lontani e la spuma sulla spiaggia che si ritirava per poi tornare..ecco cosa era la libertà.
Ormai era buio e a piedi nudi giocavo tra la spuma delle onde..ad un tratto sentii rumori e risate. Mi nascosi tra gli scogli, il cuore batteva forte..sarebbe stata una notte lunga e insonne, certo non avrei dormito, non mi fidavo. |
Blind sorrise e si sedette su quello sgabello nel modo più disinvolte che gli riuscì di trovare... ma era teso e preoccupato, potevo vederlo.
E, d'altra parte, come dargli torto? Anche io ero tesa, in fondo... e molto! Lo osservai per qualche momento, poi gli voltai le spalle e tornai verso la piccola finestra rotonda... "Sapete... da piccola, in Olanda, amavo farmi raccontare delle storie da mio nonno... storie di avventure, di viaggi... ed in qualcuna c'erano anche i pirati..." sospirai, sorridendo tra me a quel ricordo "Si... e mi piacevano quelle storie, mi divertivano... le trovavo così avvincenti, intriganti, romantiche..." Esitai... poi chinai la testa, come a voler scacciare cupi pensieri... "Mi sento così sciocca, ora..." sussurrai "Adesso vedo quanto ero ingenua... Adesso che..." rabbrividii "Oddio, se ripenso al modo in cui hanno ucciso tutti quegli uomini, l'equipaggio, il capitano... e poi li hanno lasciati lì sul ponte, quasi fossero oggetti di nessun valore... quanta crudeltà... è stato così orribile..." La mia voce si spense in un sussurro... |
Altea era presso il piccolo molo al centro del porto di Nisides.
La notte era limpida e le stelle scintillavano nel firmamento, donando alle acque del mare bagliori e riflessi vivissimi. In lontananza era possibile scorgere qualche luce distante, di tanto in tanto, che attraversava l'orizzonte, per poi svanire nella notte infinita. Le onde, quasi con una cadenza regolare e melodica, venivano a spegnersi sugli scogli, lasciando i segni della loro spuma come se fossero piccole perle incastonate nei faraglioni, che come giganti addormentati vegliavano su quell'isola. Ad un tratto la ragazza udii delle voci, poi delle risate. Erano due giovani innamorati che passeggiavano poco più avanti, mano nella mano e a piedi nudi nella sabbia umida e fresca. “Quante stelle” disse lei a lui “ci sono in cielo secondo te?” “Non lo so...” rispose lui guardando la volta celeste “... sono così tante che non basterebbe una vita intera per contarle... forse per questo gli innamorati ne scelgono una soltanto...” “Perchè?” Chiese lei. “Perchè le stelle sono eterne” fissandola lui “e ne basta una soltanto per giurare e consacrare il proprio amore...” “Dimmi che mi ami...” sussurrò lei “... dimmelo come se dopo non dovesse accadere altro a questo mondo...” “Ti amo...” abbracciandola lui “... ti amo e voglio per me tutti i battiti del tuo cuore... tutti, anche se fossero mille volte più di tutte le stelle del cielo...” e si baciarono. Si allontanarono poi e le loro sagome scomparvero nella notte. Le stelle, quelle stesse stelle che avevano consacrato l'amore dei due giovani, attraversarono il cielo e svanirono all'albeggiare. Giunse così il mattino e il porto di Nisides riprese le sue vivaci attività. |
Giuff restò a fissare Clio per qualche istante.
I suoi occhi neri come pece ed impenetrabili come il cielo scuro nel bel mezzo di una burrasca, erano dentro in quelli di lei, inclementi ed incapaci di far scorgere emozioni e sensazioni. Ad un tratto il pirata tirò un forte pugno sul tavolo, facendo tintinnare piatti, bicchieri e posate. Poi, inaspettatamente, scoppiò a ridere. “Eh, diavolo di ragazza...” disse ridendo “... si, davvero un diavolo! Ma mi piaci, sai? Si, mi piaci e anche molto!” Riempì di nuovo il suo bicchiere e buttò giù, tutto di un fiato, il vino. “Mi piaci perchè sei coraggiosa, oltre che scaltra...” fissando il fondo annerito del suo bicchiere “...anzi, non coraggiosa... no, molto di più... arguta? Audace? No...” ridendo e scuotendo il capo “... sei imprudente... quasi folle... si, perchè pochi resterebbero sereni, se fossero al tuo posto... si, sarebbero trattati con i guanti di velluto... indubbiamente... ma poi? Giunti sull'isola e trovato il tesoro? Chi darebbe loro la certezza di sopravvivere?” La fissò ed un ghigno apparve sul suo volto. “Ma tu, lo so, tu non hai paura... per questo mi piaci... ed io rispetto sempre il coraggio...” frantumò allora il bicchiere nella sua mano, causandosi tagli fra le dita “... e sia...” annuì ridendo “... saremo soci fino alla fine... ma prega il tuo Dio che quell'isola esista davvero... o mi rifarò con il tuo di tesoro...” e la sua mano insanguinata sfiorò la vellutata pelle di lei. |
Blind ascoltò Talia e poi scosse il capo.
“Già, la realtà è spesso così lontana dalle nostre fantasie...” disse fissando quella stanza in cui erano stati rinchiusi “... ahimè, io purtroppo non conosco storie da raccontarvi come faceva vostro nonno...” sforzandosi di sorridere “... potrei parlarvi dell'amministrazione di uno dei tanti empori commerciali che ci sono tra le Flegee e i mari conosciuti, ma temo di annoiarvi a morte e magari di farvi addormentare...” alzandosi dal suo sgabello “... e forse dovrei ... magari vi farebbe bene riposare un po'...” sorrise di nuovo. Fissò poi anche egli il mare dalla piccola finestra. “A Minisclosa, qualche settimana fa, incontrai un vecchio amico, un inglese. E' un ex capitano di marina e oggi invece membro eminente della Compagnia delle Indie Orientali. E mi parlava di pirati... ma di pirati particolari... di un ufficiale inglese ammutinato e datosi proprio alla pirateria...” Ma proprio in quel momento si udì la voce della vedetta. “Terra in vista!” Gridava. “E' Vivenmagren!” E l'Antigua Maria virò verso quell'isola. |
Guisgard, Cavaliere25 ed Emas avevano preso la bambina e poi raggiunto un angolo appartato del porto di Balunga.
“Si, ho dovuto mentire.” Disse il pirata a Cavaliere25. “Per portarla via da quella folla.” Fissò poi la piccola. “Allora...” rivolgendosi a lei “... hai sentito cosa ti ha chiesto Cavaliere25? Hai un nome? O forse qualcuno si è mangiato la tua lingua?” E la bambina per tutta risposta mostrò una linguaccia ai tre. “Ah, vedo che sei una dama di gran classe!” Esclamò Guisgard. “I miei complimenti!” Scosse lievemente il capo. “Allora immagino che non sarai dei nostri, ora che io e i miei compagni faremo merenda...” ed estrasse dalla sua borsa tre belle arance. “Diavolo di un capitano!” Fece Emas. “Dove le avete prese?” “Su quel carro, quando ci sono saltato sopra.” Rispose il corsaro. “E ora ci delizieremo.” Ne lanciò una a Emas e un'altra a Cavaliere25. “Mh... ottima davvero...” assaggiandone uno spicchio. “Peccato che la nostra dama non ami mangiare in compagnia...” “Davvero buona, capitano!” Esclamò Emas. La piccola li fissava con l'acquolina in bocca. “E poi è così piena di succo...” gustando l'arancia Guisgard “... sei proprio sicura di non voler favorire?” Fissando la piccola. “Dammela!” Sbottò la bambina. “Eh, non posso...” “La voglio!” Disse la piccola. “Ho fame!” “Mi spiace, non posso...” “Perchè?” “Perchè non hai usato la parolina magica...” “Quale?” “Per favore.” Sorridendo Guisgard. “Dammela, ho fame!” “Che delizia...” chiudendo gli occhi il corsaro “... è dolce come miele... e che peccato, ne ho già mangiato metà... altri pochi morsi e sarà finita...” “La voglio!” “Squisita...” “Dammela!” “Eh, solo tre spicchi...” “No, non finirla!” “Eh, ma è troppo buona...” “Dammela...” “Come?” Fingendo di chinarsi il pirata. “Non ho ben capito...” “Per favore...” Guisgard allora sorrise e prese una quarta arancia dalla borsa, per poi sbucciarla e darla alla bambina che la divorò in pochi istanti. “Ne avevi di fame, eh!” Esclamò Emas. “Credo non tocchi cibo da almeno un giorno.” Disse Guisgard. “Ne voglio un'altra!” Fece la piccola. “Dammene un'altra!” “Mi spiace, ma non ce ne sono più.” Fissandola il corsaro. “Uffa, ne voglio ancora!” “Beh, se conoscessi il tuo nome” mormorò Guisgard “potrei chiedere al mio cuoco di prepararti un bel pranzetto... con tanto di dolce.” “Si, voglio il dolce!” “Ma non conosco il tuo nome...” “Uffa!” “Eh...” “Maraiel...” a voce bassa la piccola. “Come?” “Maraiel!” Esclamò la bambina. “Sei sordo oltre che antipatico?” “Beh, è un bel nome.” “E' un nome da principessa!” Orgogliosa Maraiel. “Mio padre è il re!” Li fissò accigliata. “E voi avete osato mangiare senza il mio permesso!” “Avevano ragione quelli...” scuotendo il capo Emas “... è matta da legare...” A quelle parole Maraiel colpì con un calcio un piede di Emas. “Ehi!” Fissandola in cagnesco questi. “Non sono modi da principessa questi.” Sorridendo Guisgard. “Così tratti tre gentiluomini di fortuna come noi tre?” “Voi siete tre canaglie!” “Cosa?” Sorpreso il corsaro. “E dove una principessa può aver imparato parole simili?” “Direi di mollarla qui e andarcene, capitano.” Fece Emas. “Oltretutto è ora di partire.” “Si...” annuì Guisgard “... ma non possiamo lasciarla qui...” voltandosi verso il punto dove si era radunata quella folla poco fa “... finirebbe chissà dove...” “Ma neanche portarcela dietro, capitano.” Scuotendo il capo Emas. “Beh, per poi, magari, lasciarla in un luogo sicuro...” mormorò il pirata “... come un convento...” “Questa peste farebbe perdere la pazienza anche ad un monaco!” Esclamò Emas. “Beh, non abbiamo molta scelta.” Disse Guisgard. “Non vengo con voi!” Sbottò la piccola. “Voglio tornare da mio padre!” “Magari ti ci porteremo” fece il corsaro “quando ci dirai il suo vero nome.” Allora la prese in braccio, nonostante le sue urla, per poi lasciare quel porto insieme a Cavaliere25 e a Emas. Poco dopo i quattro erano già tornati a bordo della Santa Rita. |
Il gioco dell'arancia si svolgeva necessariamente a coppie.
L'invito a partecipare sembrava quasi una sfida, ed io per mia natura non mi tiro certo indietro. Certo ero consapevole della malizia che Sesc metteva in tutte le cose che faceva, ma alla fine mi risolsi ad accettare. Ci mettemmo in fila tra le altre coppie desiderose di partecipare, e di vincere. Venne il nostro turno. A vederlo, il gioco pareva molto più semplice di quanto non fosse in realtà. Per tenere il frutto ben saldo ed evitarne la caduta, era necessario essere vicini, anzi vicinissimi al proprio compagno. Da quando eravano vicini uno con l'altro, riuscii a notare particolari sul volto di Sesc che non avevo mai scorto prima, come una piccola cicatrice vicino all'occhio sinistro, solitamente tenuta nascosta da un ciuffo di capelli. Anche se non senza difficoltà riuscimmo a terminare il percorso piuttosto velocemente non potemmo partecipare alla premiazione. L'orologio aveva appena suonato facendomi rendere conto che da li a un' ora il colonnello mi avrebbe attesa per cena. Corremmo allora a recuperare i cavalli ed arrivammo al galoppo alla villa. " Grazie per la bella giornata, ho scoperto dei nuovi lati di questa città. Ma perchè finalmente non vieni a cena con noi? Mi farebbe piacere e lo farebbe anche al colonnello. Inoltre, chissà, dopo cena potremmo ancora parlare di questa nostra giornata" dissi con un fare lievemente malizioso, per stare al gioco di Sesc. "Ora vado a prepararmi, spero di rivederti nella sala da pranzo". Mi affrettai a raggiungere la mia camera. Mi sistemai velocemente i capelli e mi lavai la faccia con dell'acqua fredda. Presi un abito nell'armadio, senza perdere troppo tempo. Allo specchio il risultato era tutto sommato convincente. La domestica mi informò che Gon era ancora fuori, nel parco e decisi che sarei andata a cercarla dopo cena se non fosse arrivata. Finalmenye arrivai nel salone da pranzo. |
Rimasi ad ascoltarlo a bocca aperta, cosi' come fanno i bimbi a cui si racconta una verita' celata da ali di fata, una verita'......." Gia' avete ragione la gente che tiene il mondo in mano in abiti sfarzosi e borse piene di soldi ha un atteggiamento snervante su molte cose....ricordo mia zia,che l'avvicinarsi della cuoca proveniente dalle cucine , correva via con il fazzoletto al naso..per lei puzzava, ma quando gustava le sue prelibatezze, non la pensava allo stesso modo.......gia' il bel mondo, alle volte non e' cosi' bello, pero' di una cosa sono certa mio padre non e' un contrabbandiere, ma penso che su molte cose potrebbe unirsi al vostro modo di pensare.......fuori dalle mura del convento ho visto che c'e' molta erba canina, dite al prete che ne ho bisogno, questa erba e' ottima per depurare vescica e fegato...e' probabile che il mio malessere dipenda da un'infezioni a una di queste parti.....non diamo per scontato che io sia in dolce attesa...quella potrebbe essere un'altra scusa in un momento con problemi maggiori....se fate il giro del convento io vi attendo sotto la finestrella e vi gettero' i sai.....che nasconderete da qualche parte........se per voi va bene.....possiamo farlo subito....se i vostri nemici non trovano me..non sapranno cosa farsene di Ingrid, e questo mi spaventa.......non vorrei che la uccidessero"....
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Non mi accorsi nemmeno di essermi addormentata, ricordavo quei due ragazzi che si promisero amore eterno..ma non era il momento per pensarci.
Mi scrollai la sabbia dal vestito, sciolsi i capelli ormai dall' acconciatura rovinata..il molo si riempi di pescatori e marinai e io dovevo assolutamente tornare a Las Baias.. già e che sarebbe accaduto tra me e i miei genitori, non osavo immaginarlo.E iniziai la mia ricerca ovvero a chiedere ai vari marinai se andassero a Las Baias. |
Sorrisi appena a quelle parole di Blind ed istintivamente portai la mano alla tasca del mio abito, sfiorando così con la punta delle dita la copertina leggermente consunta del diario del nonno... il nonno e le sue storie... quelle storie che ora sembravano diventare così reali... sì, pensai al nonno e questo pensiero mi scaldò un poco l’anima...
Poi quelle parole... mi voltai a guardarlo, sorpresa... un ufficiale inglese ammutinatosi e divenuto poi pirata, disse... ma un pirata ‘particolare’, sottolineò, non senza, mi parve, una strana nota nella voce... non potevo credere alle mie orecchie... “Particolare?” dissi quindi, con un sorriso amaro “Oh, avvocato, vi prego... adesso siete voi a farvi trascinare troppo dalla fantasia e dalla leggenda, forse... non vi pare? Particolare, dite! E perché mai? Non so, forse mi sbaglio, ma non credo che un uomo così possa essere molto diverso da tutti gli altri che hanno preso la stessa via... compresi i nostri ospiti, qui! E, in fondo, sapete... forse è vero ciò che si dice: chi fa questa vita vive senza regole... e la mancanza di regole, a lungo andare, porta l’animo umano all’eccesso, all’immoralità ed al marciume! E questo è quanto, a mio avviso!” Citazione:
“Bene...” dissi, voltando rigidamente le spalle alla finestra e fronteggiando la porta della cabina a fronte alta “Credo che sarà opportuno prepararci... temo che la nostra breve gita stia per finire!” |
"Dovreste avere più cura di voi, capitano" presi la mano di Giuff e gli tolsi le schegge di vetro, avvolgendola poi nel tovagliolo.
"E sia, almeno abbiamo un accordo.." Dissi senza alzare gli occhi : "e.. Chissà.. Potrei anche finire per innamorarmi di voi, alla fine del viaggio.." E gli feci l'occhiolino. Neanche tra un milione di anni maledetto pirata... piuttosto mi darei in pasto agli squali... Finita la medicazione, sotto gli occhi stralunati di Giuff, iniziai a mangiare, in silenzio. Assaggiai della carne squisita, piatti esotici che non conoscevo, frutta insolita e dolci stupendi. Decisamente, Giuff amava circondarsi di cose belle. D'un tratto, però, udii la vedetta che annunciava l'avvistamento della nostra meta. Trasalii, cercando di non farlo trapelare : "Capitano, avete sentito? L'isola è vicina.. Se permettete, alzandomi dalla sedia.. "Voi avrete i vostri doveri e io comincio ad essere stanca, mi ritirerei nelle mie stanze". Dissi sorridendo, cercando di fare una strana specie di riverenza. |
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