Camelot, la patria della cavalleria

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Daniel 22-10-2011 18.39.39

Io non seguii Lyo ma lo seguì Marco.. Decisi comunque di vedere il duello.. Quando arrivai notai Lady Altea nascosta dietro un edificio che ci osservava.. Piano piano mi allontanai dal gruppo che si preparava alla lotta .. Mi avvicinai e le dissi all'orecchio..
<<Se mi aiutate eviteremo uno spargimento di sangue..>>

Altea 22-10-2011 18.45.55

Scrutavo attentamente i cavalieri, cercavo milord Carrinton, quel mattino non voleva offrire un alba calda, ma bensì vi era una leggera nebbia. Ad un tratto sentii un tocco alle spalle...stavo quasi per urlare mi girai di scatto e vidi il giovane scudiero "Che spavento!ma non siete al duello, mi sembra dovevate essere uno dei padrini di Lyo." Ascoltai lo scudiero, di cui ancora ignoravo il nome e annuii "sono qui per questo, vi ho seguito di nascosto. Voglio cercare di parlare con Lord Carrinton, è ovvio che egli non si ritirirà dal duello, significherebbe la sconfitta al duello, ma almeno di risparmiare la vita a Lyo".

Daniel 22-10-2011 19.11.12

Sorrisi e gli indicai la spada di Lord Carrinton..
<<Se li distraete io rubo la spada del Lord..>>
Ma la dama non si muoveva allora feci una cosa che forse non dovevo fare.. Spinsi la dama che finì al centro della piazza tra Lord Carrinton e Lyo.. Tutti gli sguardi erano su di lei.. Sgattaiolai dietro al muretto e grazie alla mia arte di Ladro rubai tre spade.. Quella di Lord Carrinton e quelle dei due soldati..
<<Ahahah come mi piacciono queste situazioni..>> dissi a mè stesso mentre mi nascondevo dietro un palazzo nascondendo le spade in un canale di scolo lì vicino..

Altea 22-10-2011 19.22.11

Improvvisamente mi sentii prendere con la forza e mi ritrovai al centro dei due duellanti, vidi il ragazzo che con il solito guizzo stava prendendo le spade al bel Lord e alcuni cavalieri. Sir Carrinton era disarmato, mentre Lyo sembrava pronto a sventare un fendente. Urlai al giovane scudiero "è stata una sciocca manovra messere, il duello ora non è ad armi pari". Vidi negli occhi di Lyo una ira incontrollabile, temetti per Lord Carrinton, il quale guardava lo scudiero come se volesse ucciderlo con le proprie mani. "Padre mio datemi la forza" pensai. Il giovane scudiero non avrebbe immaginato a questo colpo di scena, posi la sinistra all'interno del mantello ed estrassi dal fodero la spada donatomi da mio padre, il verde smeraldo brillava. "Lord Carrinton" urlai lanciandogli la spada "questa è per voi".

Daniel 22-10-2011 19.27.49

<<MA COSA FATE?>> urlai a Lady Altea
Mi lanciai tra i due duellanti e saltai addosso a Lyo che cadde perdendo la spada.. Velocemente la raccolsi e rubai quella che Lord Carrinton che aveva in mano.. Tutto in pochissimo tempo tanto che mi stupii di me stesso..
<<CORRETE VIA!>> Urlai a Lady Altea
Salii velocemente sul cavallo e iniziai a galoppare freneticamente lontano da li..

Altea 22-10-2011 19.37.45

"la mia spada" urlai a quel ragazzo, non ci pensai due volte, salii a bordo di Darkmoon e più veloce dello scudiero gli dissi mentre il vento scompigliava i nostri capelli "Cosa avete combinato? non conosco il vostro nome...ma prima di tutto ridatemi la mia spada, è dono di mio padre.Ma non avete notato l'ira di Lyo? Avrebbe ammazzato il milord che era disarmato. Non avrei permesso di piangere sopra la sua tomba. Lyo è in preda a una furia tale, che in questo momento potrebbe essere addosso a Lord Carrinton cercando di ammazzarlo con le sue stesse mani. Lui non ha accettato che io ho rifiutato il suo amore, ed è impulsivo di natura." Sospirai nuovamente "Vogliamo tornare nel luogo del duello e restituire il maltolto, correrete seri guai pure voi.....guardate ci parlo io con Lord Carrinton, a volte sembra ascoltarmi". Mi voltai e vidi le guardie del milord che ci stavano raggiungendo, una di loro mi prese e mi intimò di fermarmi. Mi fermai ingenuamente, e prese le briglie di Darkmoon ridendo e dicendomi che mi stava portando alle celle di Lord Carrinton per aver interrotto quel duello e quindi aver cospirato contro il suo padrone.

cavaliere25 22-10-2011 21.28.08

Guardai Giselle e dissi va bene per voi lo farò ma che resti tutto fra noi che non vanfa a saperlo nessun altro al infuori di noi due dissi diventando serio

Chantal 23-10-2011 11.01.33

Quel ricordo fece rabbrividire ancora di più Chantal,era insorto prepotentemente infrangendo il suo desiderio di abbandono e forzandola ad evocare immagini che sentiva non appertenerle.
Ragazzi intenti in discorsi sulla maestria del tirare di spada..
Perchè mai quel ricordo?
Come una beffa,giungeva.
Proprio in quei momenti in cui nessuno spadaccino era stato inviato dalla Divina Provvidenza a sottrarre suo zio da quell'ingiusto arresto da parte della guardia repubblicana.
S'era rannicchiata sulla fredda,sporca e umida pietra del pavimento della sua cella,si strinse il volto nelle mani a non voler vedere,a voler ricacciare quel ricordo da dove era venuto.
E il rumore dei passi provenienti dal passaggio fecero il resto.
Più passi udiva,più si confondeva,ma se anche quelli fossero stati frutto della sua angoscia?
La ragazza comunque si levò,si portò contro la porta,appoggiandosi ad essa,con tutto il corpo si premeva contro il rigido metallo a cercare di vedere attraverso la feritoia un'anima pia.
Ma s'illudeva ancora,e lo sapeva.Non vi era clemenza o misericordia alcuna in quel luogo di perdizione.
Era inzuppata,forse di umidità,forse dell'aspro sudore che le generava la paura sin da quando aveva varcato la soglia di quel luogo di orrore e dannazione.
E non smetteva di tremare un istante,anzi,quel ricordo le aveva solo trasmesso altra irrequietezza e sconcerto.
Gli inglesi..così lontani da Animos.Suo zio li aveva conosciuti,gli inglersi.Alcuni li aveva educati,istruiti alle più dotte discipline letterarie,nonchè ai precetti di Dio,attraverso i sacramenti.Probabilmente,anche quel ragazzo che Chantal ricordava di aver visto solo di spalle figurava,un tempo, tra gli allievi di suo zio.E che fosse davvero abile di spada come ella ricordava,chi s'era ritrovato a liberare padre Adam da quelle sofferenze?
Alcuno.
Chantal ricacciò quel ricordo infelice ed impressionante,e provò pena,pena per le sorti del suo amato tutore.
Ma anche fremeva di rabbia contro l'accademia,le istituzioni,gli amici,tutto e tutti che ora non potevano nulla per mettere fine alla follia in cui imperversava la Repubblica.
Attese,allora,quasi ancorandosi a quella porta chiusa,col viso premuto in quell'angusto spazio,i gomiti piegati e costretti lungo il freddo e arrugginito metallo a sorreggere i pugni che stringevano le sbarre,e le gambe che le cedevano,mentre non ricercava forze in quella disperazione,ma altro cedimento.E strinse gli occhi di nuovo per piangere,inumidendo ancora una volta il volto già deturpato da quel freddo sudore.

Daniel 23-10-2011 12.10.17

Ci ritrovammo chiusi in una cella puzzolente..
<<Come faremo a uscire?>> pensai.. Guardai le sbarre.. Poi un'idea mi balenò in testa.. Non la usavo da molto tempo.. Però mi ricordavo come si faceva..
<<Lady Altea.. Vi fidate di me? Lo scudiero Daniel?>>

Altea 23-10-2011 14.13.11

Guardai lo scudiero, da quando ero entrata in quella cella la mia bocca non proferiva parola. "Daniel, è questo il vostro nome" mi rivolsi al giovane scudiero che aveva proposto un'altra idea e scossi il capo "Pensate, forse il milord si trova qui sopra nelle sue belle stanze e io sono qui, in queste celle fredde e puzzolenti, e senza un motivo. Ho cercato pure di salvargli la vita, non ha visto quella guardia che gli passai la mia spada?Per fortuna me l'avete restituita prima che arrivasse quella antipatica guardia. Dunque è cosi che opera Lord Carrinton, senza sentire le ragione delle persone, li rinchiude in celle e fa operare i suoi cavalieri. Certo, lui ha altro da fare che corteggiare dame, promettere a loro il suo cuore, dare a loro doni, andare a ricevimenti e per i suoi affari del Casato per aumentare le proprie rendite. Che sciocca sono stata!!" Sperai che Lady Kate mandasse qualcuno a cercarmi per uscire da li. "Comunque ditemi la vostra proposta, però vi chiedo di non agire frettolosamente, avete lo stesso impeto di Lyo. Poi valuterò, altrimenti piuttosto voglio starmene in queste celle, almeno saprò che rinchiusa qui dentro finalmente avrò....della pace". Arrivò una guardia con del pane raffermo e una minestra ma rifiutai quel cibo.

Daniel 23-10-2011 21.07.49

<<Ehm.. Come dirvelo.. Quando i miei genitori sono morti io e mio fratello Marco siamo stati un periodo con una nostra zia.. Ehm lei era una strega! E mi ha insegnato la magia.. Se volete posso ridurre in cenre quelle sbarre e andare via..>> Indicai la finestra lì vicino che dava sulla strada.. E aspettai la risposta di Altea

Altea 23-10-2011 21.48.52

Non rimasi sorpresa dalle parole di Daniel "Sapete, vi credo, io provengo da una terra di druidi e sacerdotesse, l'Irlanda. Ho avuto modo di vedere qui un druido, di parlarne e....non ci sono più tracce di lui." Osservai lo scudiero un pò inquieta "poi quando ero assieme a Lyo incontrammo una zingara e un nano, Lyo li trattò con arroganza e loro..è come se gli lanciassero una maledizione. Gli dissero che sarebbe morto a causa della sua impulsività per mano di un cavaliere. Capite ora i miei timori?"
Osservai quelle sbarre, mi sentivo quasi svenire per il forte odore di muffa e la mancanza di aria. "Daniel, se volete potete andarvene, non vi voglio trattenere qui. Io confido nella venuta di Lady Kate...anzi". I miei occhi smeraldini ebbero un bagliore "Potreste recarvi voi stesso da Lady Kate e dirle che mi trovo in queste celle, cosi potrà venire a prendermi e parlerà direttamente con il milord, questo gesto forse gli farà capire che non può ottenere nulla con l'atteggiamento rude che ostenta, che oltre a far male a se stesso lo fa anche alle persone che gli stanno vicino".

Guisgard 24-10-2011 00.59.16

Dopo il gran caos causato da Daniel e la cattura di questi e di Altea da parte delle guardie di lord Carrinton, il duello avvenne regolarmente.
I padrini di Carrinton avevano offerto ai due duellanti delle nuove e spade e la contesa cominciò.
Lyo ed il nobile si fronteggiarono con fierezza, senza risparmiarsi.
Il cavaliere di lord Tudor, potendo usare entrambi gli occhi, si difese bene dagli attacchi di Carrinton.
Almeno inizialmente.
Dopo un po’ l’occhio cominciò a fargli male e la sua difesa iniziò a mostrare falle.
Carrinton era davvero uno spadaccino straordinario ed in breve disarmò Lyo.
Il cavaliere era ora in balia del nobile, quasi in attesa del corpo mortale…
Intanto, nelle prigioni del palazzo dei Carrinton, scesero all’improvviso due guardie.
Una condusse via Altea, mentre l’altra portò Daniel in una nuova cella.
Qui vi erano vari strumenti di tortura ed il giovane scudiero fu legato ad un grosso palo.
Nella cella vi era anche un boia che cominciò a frustare Daniel.
Lo frustò fino a sfinirlo, lacerandogli la schiena.
Alla fine lo scudiero, ormai quasi privo di sensi, fu slegato ed abbandonato sulla paglia di quella cella.
“Così impari ad intrometterti negli affari di lord Tudor…” mormorò il boia prima di uscire “… ora resterai qui dentro a marcire… fino a quando lord Carrinton non avrà deciso sulla tua sorte.”
Così, Daniel restò, quasi svenuto, in quella cella fatta di sole pietre.
Era praticamente impossibile uscire da lì; non solo per l’impenetrabilità di quella prigione, ma anche perché nel corridoio vi erano diversi uomini armati a fare la guardia.

Guisgard 24-10-2011 01.12.36

Altea fu condotta fuori da quella prigione e nel cortile del palazzo dei Carrinton vide lady Kate.
La dama le andò incontro e la salutò calorosamente.
“Baronessa…” sospirò “… grazie al Cielo state bene! Vedete, c’è stato un errore… le guardie di lord Carrinton, nel dare la caccia a quel furfante di uno scudiero, hanno per errore catturato anche voi… appena saputo questo, lord Carrinton, non solo mi ha fatto chiamare per ricondurvi a casa con me, ma ha anche fatto punire gli uomini che avevano osato condurvi in prigione…” sorrise e abbracciò con affetto la dama irlandese “… ora, vi prego, torniamo a casa… avete bisogno di riposo…”.
E mentre si avvicinava la carrozza di lady Kate per riportale a casa, Altea, voltandosi, vide da una delle finestre del palazzo lord Carrinton che le osservava.
Il nobile, dopo il duello, era dunque vivo.

Altea 24-10-2011 01.20.03

Mentre le guardie mi portavano fuori dalle prigioni, le mie orecchie non fecero a meno di sentire le urla di dolore di Daniel "la pagherete anche per questo Lord Carrinton" pensai trattenendo le lacrime. Appena vidi la luce nel giardino mi accorsi che Lady Kate mi aspettava, mi raccontò l'accaduto ma ero turbata. Ad un tratto vidi il bel nobile che ci osservava da una stanza.."Lady Kate, prima vorrei conferire con quel gentile e nobile milord che ci sta osservando e mi creda non sarà una conversazione pacata. Potete aspettarmi a casa, devo sincerarmi che a Lyo non sia successo nulla." Baciai sulla guancia lady Kate la quale contraccambiò con un bacio sulla fronte e mi diressi verso l'ingresso della dimora "Prego, vorrei entrare" dissi a una guardia "sono la contessa Altea, non occorre mi accompagniate o dite al vostro padrone che voglio conferire con lui, so che si trova in dimora".

Guisgard 24-10-2011 01.28.10

Altea sembrava decisa.
“Quanto a messer Lyo…” disse lady Kate “… ecco… è sano e salvo… ora credo sia già ritornato al Belvedere… vedete, baronessa… lord Carrinton l’aveva disarmato ed era suo diritto ucciderlo… ma inspiegabilmente ha invece voluto risparmiarlo… nessuno sa perché… ah, dimenticavo…” mostrando qualcosa ad Altea “… questo è il vostro ciondolo… la mia servitrice mi ha detto che lord Carrinton si è rifiutato di riprenderlo… a volte quell’uomo è impenetrabile nei suoi pensieri… e sia…” aggiunse “… se avete deciso di parlare con lord Carrinton, allora io vi attenderò a casa…” la salutò, per poi lasciare il palazzo con la sua carrozza.
La bella irlandese allora chiese ad una guardia di poter vedere il signore del palazzo.
Fu così condotta in una grande sala, dove lord Carrinton osservava da una finestra la bella ed inquieta campagna inglese.

Altea 24-10-2011 01.35.35

La guardia non volle farmi entrare sola, e mi accompagnò, quella dimora era splendente, non aveva nulla a che fare con Carrinton Hall, seguivo silenziosa ma piena di collera ma ero felice Lyo era salvo. La guardia bussò alla porta, entrò e mi fece poi cenno di entrare. Vidi Lord Carrinton di spalle, guardava verso la finestra. "Voi...." esclamai "non so come definirvi. Mi sembravate diverso da quello che tutti dicevano, anzi che qualcuno mi disse foste, invece vi siete dimostrato irascibile e pieno di odio. E...mi avete messa in una prigione, parlo della vostra dimora di caccia in balia di una governante pazza che ha giurato eterna fedeltà a....Semanide!!!!"

Guisgard 24-10-2011 01.47.07

Lord Carrinton non si voltò subito.
Nemmeno quando udì la voce di Altea.
Ma quando la ragazza pronunciò quel nome, Semanide, si voltò di scatto.
Il suo bel volto era contratto da una sofferenza che sembrava logorarlo ed i suoi occhi apparivano quasi spenti.
La fissò per alcuni interminabili istanti.
“Avrei dovuto uccidere Angry…” mormorò “… si, avrei dovuto farlo… quella donna mi ricorda in ogni istante il mio peccato più grande… la mia vergognosa colpa…” si portò una mano sul volto, per poi passarla nel lungi capelli neri “… se siete qui per il duello…” tornando a fissarla “… sappiate che il vostro cavaliere è salvo… a differenza del mio onore… è tornato credo dal suo padrone… era dunque quello il desiderio che avete chiesto al ciondolo? La sua salvezza? Ebbene, egli è vivo… ho fatto come mi avete chiesto…” chiamò allora un servo “… lady Altea deve ritornare da lady Kate…” disse al servitore “… da ordine che sia condotta lì con la mia carrozza… milady…” rivolgendosi di nuovo ad Altea “… non credo ci sia più nulla da dire… addio…” e qui la voce sembrò quasi mancargli.
“Si, milord.” Annuendo il servo. “Prego, milady, seguitemi e vi farò subito condurre da lady Kate.” Disse ad Altea.

Altea 24-10-2011 01.54.05

"Grazie servitore, ma ho ancora intenzione di fermarmi" feci cenno di allontanarsi e mi accomodai su un divanetto. "Si, era quello il desiderio, ma...vorrei precisare che Lyo non è affatto il mio cavaliere. Il mio cuore è libero, ora! Ma ho chiesto che vi fosse risparmiata la vita pure a voi, ricordate che non si è mai invincibili nella vita. Quanto a Angry, non fu lei che mi parlò di Semanide, anzi cercava il modo di non svelarmi nulla, chiesi informazioni a Lady Kate, poichè vidi il suo ritratto una notte, e da quella volta sentivo la sua voce, una musica soave. Non riuscivo più a rimanere in quella casa. So tutto...milord, so che è venuta a mancare in maniera misteriosa, ma voi non dovevate mettermi in quella casa." Lo fissavo mentre i suoi occhi si rabbuiavano ancor di più, ma subito distolsi lo sguardo.

Guisgard 24-10-2011 02.06.40

“Allora è stata lady Kate a raccontarvi di lei…” disse Carrinton fissando Altea “… era inevitabile… tutti a Camelot conoscono quella storia… quella donna riesce a farmi del male anche da morta…” si voltò a fissare la campagna “… non ho mai permesso a nessuno di entrare a Carrinton Hall dopo la marte di mia…” esitò “… moglie… a nessuno… poi ho incontrato voi… qualcuno una volta disse che dagli spettri del passato può salvarci solo l’amore… ma forse per me quella salvezza non esiste… quei fantasmi continueranno a tormentarmi per sempre…” si abbandonò allora in un lungo silenzio “… essere abili con la spada non è poi una grande virtù…” riprese a dire “… ho vinto tanti di quei duelli da non ricordare più neanche il loro numero… avrei potuto uccidere quel cavaliere… è bravo, ma non abbastanza… ma non l’ho fatto! Perché? Per voi, milady… perché non riuscirei a rifiutarvi nulla… anche a discapito del mio onore… che beffa…” sorridendo malinconicamente “… quante volte ho invocato il Cielo… per incontrare uno spadaccino migliore di me… per trovare la morte per mano sua e liberarmi dai miei tormenti…” ebbe un impeto di rabbia “… vattene via, Altea… ti prego, va via… o non riuscirò più a separarmi da te… portala via!” Voltandosi verso il suo servo.
“Milady, vi prego…” avvicinandosi questi ad Altea “… dobbiamo andare…”

Altea 24-10-2011 02.15.39

"E se invece rimanessi qui milord? Cosa fareste?" esclamai senza nessuna paura.
"Ecco di nuovo la sua irascibilità, se solo sapesse quanto lo stimo, ancora!!"pensavo mentre mi fissava "non merita tanto dolore, ora rivedo quel cavaliere vicino a un fiume."
"Io me ne vado se questo è il vostro volere, ma sappiate non mi vedrete più" gli dissi allora tra le lacrime, lanciando il ciondolo sopra un tavolino di ebano.

Guisgard 24-10-2011 02.26.17

Carrinton non rispose nulla.
Il servitore condusse allora via Altea.
La ragazza fu fatta salire sulla carrozza di Carrinton, che partì poi verso la dimora di lady Kate.
Nella sala, rimasto solo, Carrinton prese quel ciondolo e restò a fissarlo.
In quel momento rivide i tanti momenti trascorsi insieme ad Altea.
E gli tornarono alla mente la sua voce, i suoi sguardi, l’eco del suo sorriso e il profumo dei suoi magnifici capelli rossi.
La carrozza intanto proseguiva verso il palazzo di lady Kate.
In una stradina di campagna alberata, sembrava perdersi tra i mille colori e gli intensi profumi dell’Autunno.
La campagna inglese, col suo intenso verde, con le colline che apparivano quasi incantate in lontananze, i casali tra gli alberi e gli austeri castelli di un’epoca ormai antica era un malinconico scenario per le mille sensazioni che ora animavano l’animo ed il cuore di Altea.
Ad un tratto però la ragazza udì un cavallo.
Sembrava cavalcare a grande velocità verso la carrozza.

Altea 24-10-2011 02.31.55

Senza voltarmi scesi le scale con il servitore che mi fece salire sulla carrozza, osservavo quei paesaggi tanto sognati e decantati...o mia Irlanda, che male ho fatto a lasciarvi. Gli esuli cantano di voi con nostalgia e io invece vi ho ripudiata e vi siete vendicata, ma presto tornerò da Voi, mia dolce Patria.
Udii un trotto veloce di un cavallo, il cuore iniziò a battermi forte, cosa sarebbe successo ora?

Guisgard 24-10-2011 02.50.45

Il veloce Cavallo si accostò alla carrozza ed il suo cavaliere intimò al cocchiere di arrestare la sua corsa.
La porta della vettura si aprì e colui che aveva fatto arrestare la carrozza vi entrò.
“Altea…” sussurrò Carrinton “… ho rinunciato già abbastanza alla vita… ho perso già troppo tempo, chiudendomi così nel mio dolore…” allora prese in braccio la ragazza giunta dall’Irlanda e la fece salire con sé sul cavallo.
“Torna al palazzo!” Ordinò al cocchiere.
“Si, milord.” Rispose questi.
Un attimo dopo Carrinton spronò il suo destriero e questo si lanciò rapido verso la campagna.
Galoppava forte, mentre il nobile stringeva a sé la bella Altea.
E più penetravano in quel bucolico scenario, più quel verdeggiante mondo sembrava aprirsi ed avvolgerli nel suo seno.
Galopparono così fino a raggiungere una radura, immersa in una pace quasi irreale.
Il cavallo aveva finalmente arrestato la sua corsa e Carrinton teneva stretta a sé Altea.
La ragazza poteva quasi udire il cuore di lui che batteva forte.
Il silenzio avvolgeva i due; un silenzio interrotto solo dal battito del cuore di Carrinton.
“Non so come ci sei riuscita…” sussurrò lui a lei “… forse con un gesto, tanto semplice quanto magico… o forse con una parola, o magari un sorriso… o forse solo pronunciando il mio nome… non so come tu ci sia riuscita… ma in un attimo hai cancellato ogni mio rimpianto ed ogni mia tristezza verso il passato…” con un braccio strinse ancora più forte il corpo di lei, morbido e sensuale, al suo “… io non ti lascerò più andare… e se anche tu fuggissi nella tua Irlanda, io verrei a cercarti, per rapirti e tenerti con me…”

Guisgard 24-10-2011 02.59.11

I passi.
Poi il rumore delle chiavi che aprivano la cella.
Un attimo dopo Chantal si ritrovò davanti alcuni soldati della repubblica.
Uno di questi la prese con forza, portandola fuori dalla cella.
La ragazza fu così condotta, attraverso un lungo e freddo corridoio, nel cortile di quel palazzo e fatta poi salire su un carro.
C’era anche un’altra ragazza.
Tremava dalla paura ed un pallore cadaverico sembrava renderla più simile ad un fantasma, che ad una creatura reale.
Aveva gli occhi consumati dal pianto e i lineamenti quasi deformati dal dolore.
Le due prigioniere furono così condotte via con quel carro.
“Signore…” chiamò debolmente quella ragazza ad uno dei soldati che guidavano quel carro.
“Cosa vuoi?”
“Per pietà, vi supplico…” con la voce quasi contratta per la paura “… dove ci state conducendo?”
I due soldati si scambiarono un veloce sguardo.
“In un posto.” Rispose.
“E dove?” Domandò ancora lei.
“Sta zitta!” Con durezza il militare.
Lei allora tornò a fissare il vuoto in silenzio.
E Chantal, fissandola, si accorse che quella ragazza sussurrava a se stessa qualcosa sottovoce: erano preghiere.

Guisgard 24-10-2011 03.15.28

Lord Tudor fissava con ammirazione Rodolfo.
Quel cavaliere era animato da profondi valori e solidi ideali.
Ed era evidente che una forte Fede religiosa sosteneva il suo animo.
“Ora capisco perché monsignor Ulivieri ha scelto voi per indagare su questa storia, messere…” disse il duca “… i nostri nemici sono uomini tanto malvagi quanto astuti. Essi adoperano valori quali la libertà e l’eguaglianza solo per proteggere tutto l’odio e l’astio che provano verso l’aristocrazia e soprattutto la Chiesa. Una tirannide è sempre un male… perchè opprime il popolo fisicamente, fino a schiacciarlo… ma la dittatura ginestrina è ben peggiore… essa non solo opprime nel fisico, ma anche nello spirito. Perché imponendo al suo popolo anche in cosa credere, essa ne affossa l’anima, rendendola sterile alla vita stessa. L’uomo è stato creato per glorificare Dio” continuò lord Tudor “ed è innaturale negare dunque la presenza del Divino.” Si voltò poi a fissare la campagna che avvolgeva il Palazzo del Belvedere. “Il vostro piano è lodevole, cavaliere… ma molto rischioso… l’ambasciatore Missan è un individuo scaltro e velenoso… e quando sarete nella sua dimora nessuno, nemmeno io, potrà proteggervi. Sarete alla mercè delle sue spie e delle sue guardie. Vi sentite dunque di affrontare questa rischiosa impresa da solo?”
In quel momento fu annunciato Lyo.
“I miei omaggi, mio signore.” Entrando questi.
“Salute a te, ragazzo.” Fece lord Tudor. “Ma dove eri finito?”
“Avevo una questione da risolvere, milord.”
“Bene…” annuendo il duca “… lascia che ti presenti un nobile cavaliere giunto ora dall’Italia…. Sir Rodolfo, appartenente all’Ordine dello Scudo Cruciforme. Questi è invece sir Lyo Bahyle, un mio fedele cavaliere.”
“Onorato, messere.” Fece Lyo rivolgendosi a Rodolfo.

Guisgard 24-10-2011 03.21.54

Quella porta si era aperta.
Un uomo dal volto austero e lo sguardo freddo fissava Monsieur ed Elisabeth.
“Cosa cercate nel cuore della notte?” Domandò quasi con disprezzo quell’uomo.
“Riparo.” Rispose Monsieur, per poi fare un segno ad Elisabeth, come a volerla tranquillizzare.
“Non c’è posto qui.” Scuotendo il capo quell’uomo.
Era evidente che non aveva riconosciuto ancora Elisabeth.
“Possiamo pagare noi.” Disse Monsieur.
“Davvero?”
“Certo.”
“E sia…” fece l’uomo “… entrate…”
Un attimo dopo Monsieur ed Elisabeth si ritrovarono davanti ad un camino acceso.
“Che tempo infernale!” Esclamò l’uomo mentre gettava un ceppo sul fuoco. “Anche il demonio, secondo me, preferisce rintanarsi con una simile tempesta! E voi…” fissando i suoi due ospiti “… come mai invece vi ritrovate a viaggiare con un tempo simile?”
“Dobbiamo raggiungere Ostyen.” Rispose Monsieur.
“Capisco…” annuendo l’uomo “… beh, immagino siate marito e moglie, vero?”
“Si…” fece Monsieur.
“Allora vado a prepararvi una stanza per trascorrere la notte…” disse l’uomo “… voi, intanto, riscaldatevi pure…”
Ad un tratto apparve un grosso molosso che ringhiava.
“Buono tu!” Gridò l’uomo al suo cane.
“Tenete lontano da noi quella bestiaccia.” Disse Monsieur.
“State tranquillo…” ridendo l’uomo “… il mio cane aggredisce solo sotto mio ordine!” E andò a preparare la stanza per loro.
“Va tutto bene, madame?” Chiese Monsieur ad Elisabeth, appena rimasero soli.

Guisgard 24-10-2011 03.42.42

Lo spettacolo era andato bene e l’ingenuo e semplice pubblico di Cardien si era divertito non poco davanti al talento della compagnia del Miles Gloriosus.
La poesia di Tafferuille, la delicatezza di Talia e la presenza di Renart avevano conquistato tutti.
Essien non stava più nei panni per la contentezza.
Ma quando il vecchio capocomico aveva visto Tafferuille defilarsi, allora, quasi fosse un segnale, lo seguì.
I due restarono a parlare per alcuni minuti.
Essien poi ritornò fra i membri della sua compagnia, mentre Tafferuille si allontanò.
“Amici miei…” esordì il capocomico “… anche Cardien, come accadde a Capua sotto le milizie puniche di Annibale, è ai nostri piedi. Questa tenera e semplice gente di campagna sembra aver molto apprezzato il nostro estro. Se Alessandro il Grande costruì le sue conquiste con le mirabili battaglie di Gaugamela prima e di Isso poi, anche noi possiamo dire di aver fatto lo stesso, dopo i nostri successi ad Arbey, Cancyell e quello di stasera qui a Cardien.” Riprese fiato. “Ma lo stesso Alessandro dovette poi far rotta verso la splendida capitale Persepoli per dirsi davvero vincitore agli occhi degli uomini e della storia. E anche noi dunque abbiamo un’ultima conquista prima di definirci davvero dei vincitori.”
“Di cosa parlate, padrone?” Chiese Gobert.
“Di Ostyen, amico mio.”
A quel nome la compagnia si ammutolì.
“Già, Ostyen.” Ripeté Essien, quasi a volersi convincere da solo di quell’audace e forse folle impresa.
“Ma non abbiamo mai recitato in un teatro vero…” mormorò Tissier.
“Beh, allora sembra sia giunto il momento.”
“Ma, padrone…” tentò di farlo ragionare Gobert.
“Basta così!” Interrompendolo Essien. “E’ deciso! Ora tutti a cena, offro io, e poi a letto! Si parte domani all’alba per Ostyen!”

Guisgard 24-10-2011 03.48.50

“Grazie, messere!” Disse Giselle a Cavaliere25. “Che Dio vi benedica per la vostra bontà! E speriamo che voi riusciate davvero a trovare l’autore del biglietto nascosto nella Bibbia!”
Poco dopo Mercien ritornò con del cibo e dell’acqua per la prigioniera.
“Ecco…” gettando il tutto nella cella “… mangia che ti occorreranno forze per stanotte!” E si abbandonò ad una grossa risata.

Guisgard 24-10-2011 04.32.28

“Avete assaggiato l’elisir che vi avevo offerto, milady?” Chiese il misterioso uomo a Gaynor. “Gli orientali credono sia capace di ammaliare a tal punto i sensi, da renderci quasi felici…” la fissava dalla penombra che, come una sua alleata, teneva celato il suo volto agli occhi della bella Ginestrina “… curiosa gente gli orientali, sapete? Hanno un concetto molto particolare della vita e degli uomini… l’essere schiava, come voi dicevate, non è per loro segno di degrado o sofferenza… molte delle più belle eroine de Le mille e una notte sono delle schiave…” si avvicinò a lei e con una mano tolse via quelle sete dal corpo di Gaynor.
La ragazza era ora nuda davanti a lui.
Davanti a quell’uomo tanto misterioso, quanto inquietante.
Nella stanza la penombra sembrava giungere ovunque, ma bastava da sola a nascondere il bellissimo corpo di Gaynor agli occhi di quell’uomo?
E se non fosse un uomo?
Se fosse davvero il Giglio Verde?
E chi era il Giglio Verde?
Un Angelo, un demone o davvero soltanto un uomo?
Ad un tratto Gaynor avvertì il calore del corpo di quell’uomo accanto al suo.
Erano vicini, riuscendo quasi a sfiorarsi.
Poi qualcosa coprì la sua sensuale nudità.
Una veste scese leggera sulle forme della ragazza, prima sulle spalle, poi sui seni, fino ad accarezzare i fianchi e le gambe di Gaynor.
“Questa clamide è appartenuta alle schiava favorita del Sultano di Bagdad…” disse quell’uomo “… l’ho acquista per una cifra folle… una cifra capace di far fallire qualsiasi corona Europea… quella schiava era bellissima… da far perdere il senno a chiunque…” sussurrava alle sue spalle “… ma posso dire che era nulla al vostro cospetto, milady… ed ora voi siete qui… abbandonata al mio volere…” per un attimo calò il silenzio nella stanza “… un nome…” riprese a dire “… mi chiedete un nome… può davvero un nome racchiudere l’identità di un uomo? Ma voi siete mia ospite… e voglio accontentarvi, mia bella Criseide… chi volete che io sia , dunque? Vi ho rapita sul mare, potrei dunque essere Sinuhe l’egiziano, o il mitico Gilgamesh… e perché no Giasone, Ulisse o Enea? Potrei essere Sinbad il marinaio...” sorrise “… vi piacciono questi nomi? Ne preferite altri? Sentiamo… avete un grande amore? Un amore passato, come quelli che si leggono nei romanzi? Quelli capaci di farci sentire veramente vivi e ci spingono a credere nell’esistenza dell’Aldilà solo per rivederli? Beh, potreste chiamarmi con quel nome, se lo preferite… se poi invece, milady, desiderate tanto incontrare il Giglio Verde, allora non vi negherò neanche questo…” portò allora la sua mano destra sotto il pallido alone che penetrava nella stanza, mostrando un bellissimo anello che recava il simbolo di un fiore stilizzato… il Giglio Verde…”
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brianna85 24-10-2011 09.51.36

brianna mettre guardava delle vecchie foto cominciò a ricordare i bei momenti passati con la sua amica di infanzia altea come si divertivano quante risate ma crescendo si erano perse um po di vista presero strade diverse allimprovviso la porta si spalanco e si trovò di fronte la balia agitata... saputo dei casini di daniel le prigioni e il rilascio di altea parti immediatamente per andarla a trovare e assicurarsi che stia bene fece preparare la carrozza qualche vestito e parti...

Altea 24-10-2011 11.17.15

Non immaginavo minimamente che il milord ci stava inseguendo, quando lo vidi entrare nella carrozza il cuore mi sussultò, una sorta di sorpresa e gioia nel vedere di nuovo il suo bel volto.
Il destriero galoppava tra il verde intenso delle radure e gli alberi sembravano volessero formare un arco per consentire il nostro passaggio.
Ci fermammo in una vasta radura, c'era silenzio: avvertivo i battiti del cuore del milord, allora quel cuore c'era e batteva ancora dopo molto tempo, dopo gli accadimenti del passato che forse un giorno egli mi avrebbe svelato.
Sentii la sua stretta avvicinarmi a lui, il cuore rimbalzava in gola, ancor più dopo le sue parole.
"Milord" risposi "nemmeno io ho provato un sentimento tanto forte. L'amore non va spiegato, e non si deve cercare di spiegarlo per non sciuparlo. So solo che ogni luogo senza di Voi per me sarebbe un luogo di desolazione e tristezza. Cosa ci ha uniti? Il destino." E mi strinsi a lui in un abbraccio.

Rodolfo 24-10-2011 15.34.33

Tante ipotesi si abbozzavano a cascata nella mente di Rodolfo circa il modo di avvicinare l'ambasciatore del governo usurpatore e di carpirne il maggior numero di informazioni e il più possibile veritiere, nè gonfiate dall'alterigia nè mozzate dal sospetto. Punto fermo era invece la volontà di incontrare quell'uomo,accettando di buon grado ogni possibile rischio che ciò avrebbe potuto comportare.

Ascoltò attentamente ogni parola di Lord Tudor, di tanto in tanto movendo il capo,dimostrandone la sua piena condivisione.
Ebbe modo anche di sussurrare, come interrogandosi " Come può esserci libertà dove si vuole imbrigliare la stessa coscienza dell'uomo?
Come può esserci uguaglianza dove c'è chi impone anche con la minaccia e la violenza delle armi il proprio convincimento e chi invece è perseguitato, privato della libertà e della vita a causa della sua fede?"

Ancor prima che potesse rispondere alla cruciale domanda di Lord Tudor, venne annunciato l'ingresso di un certo messere Lyo.
Rodolfo trattenne la risposta che aveva già formulato in cuor suo, per convenire alle dovute presentazioni con il nuovo arrivato, che gli venne descritto da Lord Tudor essere un suo fedele cavaliere.

Voltatosi verso la porta, portando la destra sull'elsa della spada e il palmo della sinistra sul petto, chinò leggermente il capo in segno di riverenza e lo salutò :

" Ave vobis, messer Bahyle. L'onore è tutto mio."

Tornò a voltarsi verso Lord Tudor, aspettando da lui una parola,un'occhiata o un qualunque altro cenno con il quale gli rinnovasse quanto gli aveva chiesto prima dell'annuncio e poter così alludere in risposta a quella domanda.

Daniel 24-10-2011 15.49.41

Mi risvegliai dopo parecchie ore.. Io qui dentro non ci sto! Ancora frustate.. Ancora sofferenze..
<<BASTA!>> le mie urla frustrate risuonarono nelle segrete ma nessuno le sentì..
Decisi che era ora di rispolverare un pò i vecchi incantesimi di mia Zia..
Mi concentrai tesi la mano verso la porta:
<<Alohomora..>> La serratura scattò e la porta si aprì..
Uscito dalla prigione nel corridoio nel corridoio c'erano tutte le guardie.. Decisi allora di tornare dentro e di aspettare la mia sorte..

elisabeth 24-10-2011 16.22.15

Lasciai parlare solo Monsieur.....non riuscivo a mettere insieme i pensieri sembravano farfalle impazzite, era improbabile che mi riconoscesse, erano passati molti anni ero una bambina quando fui portata via, ormai ero una donna.....Gli anni non avevano cambiato nulla di quell'uomo, la cattiveria sembrava non aver scalfito la sua fisionomia, soldi....il denaro per lui valeva piu' degli affetti......affetti, non aveva amato neanche mia madre, le serviva solo una sguattera a tempo pieno.....e visto che l'aveva sposata non doveva neanche pagarla....un piatto caldo di acqua sporca che lui osava chiamare minestra e un pavimento sudicio dove dormire.......chiusi gli ochhi per non dar di stomaco ...e quando li riaprii vidi un cane bavoso e ringhioso come il suo padrone, l'istinto mi fece guardare negli occhi il cane........gli animali erano degli esseri particolari....erano gli uomini che li rendevano violenti e sanguinari.....non avendo avuto dal padrone nessun tipo di comando...decise di seguirlo ed io mi sedetti...su una sedia vicino al fuoco......l'acqua incomincio' ad evaporare dai miei vestiti.....mi sentivo una nuvola.....".....Grazie Monsieur.....e' la seconda volta per stanotte che vi dovete prendere cura di me da marito.....e pensare che la vostra vita sino a qualche giorno fa era piu' libera e tranquilla o per lo meno non dovevavte occuparvi di nessuno.......L'uomo che e' salito a prepararci la camera..e' il mio padrigno.....e' un ubriacone e' violento....e' un uomo spregevole.....non crede a nulla se non al dio denaro..per lui e' tutta merce in vendita. che si tratti di cose o di esseri umani.......sono stata venduta per molto poco a quello che e' oggi il mio maestro..mi ha tolta dall' inferno della violenza e della fame.......mia madre non mi ha mai potuto dare l'amore che si deve ad una figlia.......neanche lei sapeva bene di cosa si trattasse.....era una bambina quando nacqui io...figuriamoci per lei ero un peso........ma come tutti i bimbi ho avuto il mio angelo custode e ho potuto continuare a vivere in un mondo dove si insegna la pace e il rispetto e la parola Amore assume confini che a pochi e' dato conoscere........Ora era scritto che io lo rincontrassi.....credevo di aver superato molte cose e invece per un attimo ne ho avuto ancora paura, ma ringrazio il buon Dio di aver avuto voi vicino........"........tolsi il cappuccio dalla testa...ero stanca e un misto di sensazioni invasero il mio cuore........avrei diviso la mia stanza con Monsieur, cosi' come avrei diviso un posto vicino al fuoco in mezzo al bosco......speravo solo che si facesse presto giorno...volevo andar via di la'......ma qualcosa mi diceva che la strada era veramente ancora lontana...........

cavaliere25 24-10-2011 20.52.49

Guardai Mercien e poi Giselle dentro di me dissi chissà che avrà fatto di cosi brutto per farsi odiare cosi e rimasi fermo a guardare senza dire una parola

Guisgard 25-10-2011 01.17.41

Lord Tudor scambiò alcune parole con Lyo.
Il cavaliere poi, accusando alcune vertigini, chiese al suo signore il permesso di potersi ritirare.
Rimasto solo con Rodolfo, lord Tudor riprese il discorso che l’arrivo di Lyo aveva interrotto.
“Come vi dicevo, messere, il vostro piano è tanto ambizioso, quanto geniale.” Disse il duca. “Tuttavia non vi nascondo che occorrerà molta prudenza da parte vostra. L’ambasciatore Missan è uomo molto scaltro, oltre che viscido come una serpe.”
Prese allora una cartina di Camelot e delle terre circostanti.
“Ecco…” indicando un punto sulla cartina “… i miei informatori affermano che qui si trova il palazzo nel quale dimora Missan. Si tratta di una residenza aristocratica, ma il suo padrone è rimasto nell’anonimato. Questo ci fa pensare che i Ginestrini possono avere un qualche contatto qui a Camelot…” alzò gli occhi dalla cartina e fissò il cavaliere giunto da Roma “… e qui, messere, anche io vi incaricherò di una missione… oltre ad indagare su Missan e sul suo credo politico, vi chiedo di scoprire se davvero quell’uomo possiede degli appoggi nel nostro reame. Capire, insomma, se a Camelot ci sono traditori che si sono venduti alla causa di quegli sporchi Ginestrini. E’ un incarico molto delicato… ma ho fiducia in voi, cavaliere.”

Guisgard 25-10-2011 01.45.12

A quelle parole di Elisabeth, Monsier le si avvicinò.
“Non dite altro…” sussurrò per non farsi sentire, mentre il ceppo sul fuoco si consumava rumorosamente “… quell’uomo non può più farvi del male… l’alba giungerà presto e ripartiremo da questo posto…”
Ad un tratto riapparve di nuovo quel feroce molosso.
Fissava ora Monsieur, ora Elisabeth con quei suoi occhi neri e carichi di primordiale rabbia.
“Buono tu!” Lo ammonì il suo padrone. “La vostra stanza è pronta… seguitemi…”
Monsieur prese per mano Elisabeth e insieme seguirono il padrone di casa.
Questi mostrò loro una stanza non molto grande, umida e squallida, arredata da un paio di sedie malmesse ed un letto dall’aspetto tutt’altro che accogliente.
“Ora vi lascio soli…” mormorò l’uomo “… sarete stanchi… buonanotte.” E andò via.
“Beh, non sarà la dimora di Circe che accolse Ulisse” disse Monsieur guardandosi attorno “e neanche quella di Armida dove fu incantato Rinaldo, ma per stanotte andrà più che bene.”
Sistemò allora alla meglio le due sedie, vi accomodò sopra il suo mantello ripiegato a mo di cuscino e si sdraiò.
“Mettetevi a letto, madame.” Fissando poi Elisabeth. “Quel letto non sarà certo morbido e profumato, ma vi offrirà un onesto giaciglio per questa notte.”
Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta.
Monsieur saltò su e si avvicinò all’uscio.
“Chi è?”
“Sono io…” rispose il padrone di casa “… ecco, volevo solo offrirvi un bicchiere di vino…”
“Vi ringrazio, ma non importa.” Fece Monsieur.
“Suvvia, non vi ho neanche dato da mangiare…”
“E’ tardi, siamo stanchi.”
“Avanti, un po’ di buon vino non si rifiuta mai.” Insistette l’uomo.
Monsieur allora aprì e l’uomo, sorridendo gli offrì un bicchiere di vino.
“Allora?” Chiese.
“Devo dire che è buono.” Rispose Monsieur.
“Bene.” Sorridendo l’uomo. “Ora sento di aver almeno in parte soddisfatto i miei doveri di padrone di casa. Buonanotte, amici miei.”
Monsieur chiuse la porta e tornò sul suo scomodo giaciglio.
Ma ad un tratto cominciò a tenersi la testa.
Sembrava confuso, quasi intontito.
Tutta la stanza girava attorno a lui.
Cercò allora di alzarsi da quelle sedie, ma perse l’equilibrio e cadde.
In quel momento la porta si aprì.
“Marito e moglie che dormono separatamente…” con un ghigno il padrone di casa “… immagino che la signora allora si sentirà sola…”
Monsieur tentò di rialzarsi, ma l’uomo lo colpì violentemente con un calcio alla testa, facendogli perdere definitivamente conoscenza.
“Ora ti faccio divertire io…” disse poi l’uomo fissando Elisabeth.
Si avvicinò allora alla donna e la schiaffeggiò, per poi buttarla sul letto e immobilizzarla.

Guisgard 25-10-2011 01.52.20

Mercien si sedette accanto alla cella e fissò Cavaliere25.
“Dai, tocca te prendere un po’ d’aria.” Disse. “Va pure a farti un giretto… resterò io di guardia qui.”
A quelle parole, Giselle guardò Cavaliere25, quasi a voler ricordare al giovane servitore ciò che si erano detti prima del ritorno di Mercien.

Guisgard 25-10-2011 01.58.48

Brianna, in pena per la sua amica Altea, giunse così al palazzo di lady Kate.
La nobile dama, vedendo la giovane Brianna, le andò incontro, accogliendola con calore e gentilezza.
La condusse in casa, dove le sue servitrici servirono alle due dame biscotti caldi ed un delicato liquore aromatico.
“A cosa devo l’onore della vostra visita, lady Brianna?” Domandò sorridendo lady Kate.


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