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Salimmo sul furgoncino e partimmo verso casa. Dire che fu un ritorno piacevole sarebbe stato stupido, dato che ci accompagnò un senso di inquietudine immenso. "Lo so" dissi poi alla sua risposta sulla pizza, sorridendo soddisfatta e scherzosa. "Ma che strana inquietudine" dissi poi riprendendo il discorso fingendo di guardarmi intorno.
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Quelle parole di Clio, quasi supplicanti.
Allora Icarius la baciò con ardore e riprese a muoversi su di lei. Quella danza così riprese, portando i due amanti a rivivere ancora il piacere forte che li aveva uniti. Ancora Icarius possedette la regina, dominandola con tutto l'impeto che animava il suo desiderio. Lei lo sentì forte dentro di lei, mentre si muoveva con passione. E quella passione lo portò lontano. Lontano fino ad un'intensa estasi. Una travolgente marea di piacere. Un piacere prolungato e totale che condusse il pittore al più dolce ed appagante dei sollievi. Ed infine lui posò il capo sul petto di lei, col respiro ancora irregolare, ma soddisfatto. |
L'uomo anziano sorrise a Gaynor.
“Nella villa del famoso Guisgard...” disse “... il famoso divo del cinema... lei non è forse una sua... come si dice? Ah, si... una sua fan?” Ridendo appena. “Gradisce qualcosa di caldo, signorina? Latte, tè o qualche tisana? Magari accompagnata da dei pasticcini o da una fetta i torta?” |
"Da Guisgard? Ma non è possibile..." risposi stupita "Non ho fame, la ringrazio... Potrebbe per favore riportarmi i miei abiti? E Guisgard dov'è adesso?"
Sembrava di vivere in un sogno, uno di quelli ingarbugliati di cui fai fatica a mettere insieme i pezzi... Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
“Quindi...” disse lui “... cosa posso fare per voi, milord?”
“Nulla, amico mio...” sorridendo la donna, senza distogliere però lo sguardo da Gwen “... sono tuo amico, no? Di me puoi fidarti, giusto? Non ti sono forse amico? Come Mefistofele lo era per Faust?” Ridendo. Lui guardò la donna senza replicare nulla. “Posso sapere il tuo nome?” La donna a Gwen. “Sgualdrina è così spregevole, non credi? Su, dimmelo, per favore...” dolcemente. |
“Già...” disse Pavel guidando.
Ad un tratto il furgoncino frenò di colpo, perchè un grosso albero era caduto bloccando il passaggio. “Accidenti...” scendendo il ragazzo dal furgoncino “... questa non ci voleva... la strada è bloccata...” dando un calcio al tronco dell'albero “... dovremmo trovare un'altra strada...” rivolto a Nyoko. |
Quella conversazione era strana.
E poi perché entrambi si rivolgevano a quella donna al maschile? Era molto molto strano e non capivo, ero confusa, oltre che terribilmente spaventata. La guardai per un attimo, poi distolsi di nuovo lo sguardo e mi strinsi a lui, stringendo la sua camicia. Sottile e affilata cattiveria guantata da vellutata e crudele dolcezza. Questo era la sua voce. "Gwen..." pigolai piano, quasi a bassa voce. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Lo sentii riprendere, con foga e vigore.
Lo seguii e assecondai in quella danza che sembrava non voler finire mai. Lo guardai e lo assaporai mentre raggiungeva il limite. Mi beai di guardare i suoi occhi mentre perdevano il controllo, mi nutrii del suo respiro che era sempre più rotto dalla passione. Il suo corpo in me era teso, e saldo, potevo quasi sentire che stava per essere sommerso dalla marea che aveva già portato me oltre ogni confine. Bramavo e desideravo vivere intensamente quel momento, quell'istante che rendeva tutto compiuto e vero, quello in cui tutta quella passione trovava compimento. Perciò, quando lo sentii perdere il controllo, assaporai ogni momento. Mi persi a guardarlo, imprimendo la sua espressione in me, sentivo il suo corpo pervaso da quel piacere immenso, che ormai ben conoscevo. Mai come in quel momento di intenso piacere, di infinito appagamento, mi era sembrato così bello. Mentre lo sentivo annegare in quel mare intenso ed infinito fatto di piacere sconfinato, il mio corpo fremeva con lui, quasi che il suo piacere fosse la fonte del mio, come quando avevo gustato il suo sapore e scoperto le gioie dell'amore, e il suo sguardo colmo di eccitazione e godimento mi eccitava come mai mi era capitato. E ora, ora quella stessa espressione mi appariva ancora più intensa, ancora più seducente ed eccitante. Osservarlo in quell'attimo di puro godimento, era di certo la cosa più intensa che avessi mai provato. Ero felice, felice come non lo ero mai stata. Mentre si accasciava su di me, dolcemente, pensai che avrei voluto regalargli il mondo intero, tutto l'amore, la passione e il godimento possibile. |
“Sono spiacente, signorina, ma i suoi abiti temo siano un po' malmessi ora...” disse l'anziano a Gaynor “... erano strappati in più punti e con ancora molte schegge di vetro nella stoffa...” sorridendo “... Guisgard? Oh, il padrone non è qui al momento... e credo non tornerà molto presto... per lui è stata una serata alquanto movimentata... lei si riposi... io cercherò un abito per lei... purtroppo in questa casa, con mio dispiacere, non c'è una donna... una donna fissa intendo... quindi dovrò ingegnarmi per trovare un abito... con permesso...” ed andò via.
E dopo qualche minuto la giovane donna sentì freddo. La stanza infatti fu avvolta come da un alone di gelo. Come un fantasma fosse arrivato. Un attimo dopo vide un'ombra accanto al letto. |
Già, la finestra rotta...
"La ringrazio... se non ci sono abiti femminili, mi porti pure dei pantaloni ed una camicia, mi saprò arrangiare..." Quando l'uomo uscì, presi a riflettere. Guisgard era in manette quando era andata via la luce, mentre pochi secondi dopo ero stata trascinata via da un uomo mascherato. Come facevo ora a trovarmi nella sua villa? Mentre mi chiedevo questo, sentii un gelo improvviso e vidi un'ombra materializzarsi accanto al letto. Spaventata, lanciai un urlo. Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
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