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“Devo mangiare qualcosa di sano...” disse Hiss a Gaynor “... qualcosa che lavi via dal mio sangue la porcheria che quella donna mi ha dato... ascoltami... devi cercare di arrivare nelle cucine di questo luogo e prendere da mangiare e da bere... solo così potrò alzarmi da questo letto ed andarcene... ma devi essere prudente, chiaro?”
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Ascoltai la sacerdotessa con un sorrisetto divertito stampato sul volto.
Non poteva essere lì, la stanza del cuore le era preclusa. E una volta entrata avrebbe dovuto rendersi conto che il cuore non era più al suo posto. "Non sono più la guardiana del Cuore, Penelope.." dissi con voce solenne, senza abbassare le armi "La profezia si è compiuta..." continuai con sguardo serio "Ora sono io stessa la padrona del Cuore.." con sguardo fiero. A quelle parole, come per sottolinearle, invocai il potere del Cuore, che mi avvolse completamente. "Abbi cura delle giovani che hai al tuo servizio, istruiscile affinché siano pronte quando il Cuore tornerà.." solennemente "Io lascerò oggi stesso la torre.. Nulla accade se non piace al Cuore, dunque lì fuori ci sarà una missione che il Cuore ha in serbo per me, per noi..". Era inutile che mentissi, dato che la sacerdotessa sapeva benissimo cosa diceva la profezia. |
“Affatto, dottoressa...” disse Hordafren ad Altea, mentre i servitori aprivano i vassoi per la cena “... quella collana credo debba essere composta... dunque vi chiederò di darmi la vostra pietra... oh, assaggiate pure quel pesce che evapora sulla piastra... è una pietanza estremamente gustosa che gli orientali cucinano con alghe e riso nero... provatela...” ai suoi due ospiti.
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Guardai Palos e dissi a bassa voce..."Ora sono nei guai...quella è la regina di cui ti parlavo".
"Non ho fame" guardando il cibo visto la richiesta non mi fidavo.."Non vi darò mai la pietra, l' ha trovata mio padre e me l' ha donata con la promessa di non toglierla mai...è l' unica cosa mi rimane di lui...ma ora perchè vi interessa tanto...non è tutto un mito?" io ti proteggerò....Altea. Udii la voce della regina...uguale alla mia...avevo giurato doveva ammazzarmi prima e io sapevo usare le armi, lui no. |
Oberon si voltò.
“Dacey...” disse “... ho sbagliato ogni cosa... ogni calcolo... ho sbagliato tutto... i mostri non si fermano come pensavo... forse neanche è possibile farlo... forse solo un uomo può riuscirci e non sono io...” In quel momento l'orologio di Oberon che Dacey aveva in tasca, dopo averlo trovato nello studio di suo padre, cominciò a suonare. Oberon però non c'era più, svanito tra il via vai dei servi e dei soldati nel cortile.http://www.ianburton.com/sites/defau...et%20watch.jpg |
Ascoltai le parole di Hiss e annuii. "Ok, farò come dici... tu rimettiti giù e se torna quella pazza fai finta di dormire..." lo salutai con un bacio appassionato e uscii da quella stanza. Pian piano, furtivamente e con il cuore in gola, feci ritorno nella mia camera. Cercare da sola la cucina sarebbe stato troppo difficile, ma se fossi uscita dalla mia stanza facendo un po' di rumore e avessi incontrato qualcuno per avere un po' di cibo, allora sarebbe stato tutto più plausibile. Facendomi il segno della croce, aprii di nuovo la porta e la richiusi sbattendola. Cominciai a camminare a passo pesante verso il salone, l'unica stanza che in teoria avrei dovuto conoscere.
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Prince ascoltò Gwen e poi si avvicinò ai tre.
“Io ed il mio equipaggio” disse “siamo precipitati in queste lande sconosciute a causa di una tempesta magnetica... l'Etimasia ora è danneggiata ed inoltre ben due dei miei uomini sono dispersi... che luogo è mai questo? E da dove spuntano quei mostri giganteschi?” |
“Partiremo presto” disse il padrone a Nyoko “ma non prima di aver mangiato e riposato. Partire per un luogo conosciuto come il cielo in piena notte è quasi un suicidio. Dunque ceneremo, per poi dormire un po'. All'alba partiremo.”
“Immagino non si possa dire nulla noi, giusto?” Erien. “Esatto.” Poco dopo i l nano servì la cena. “Strani tipi questi...” Oltram a Nyoko sottovoce. |
"Siete in uno dei boschi di Retania. Francamente non ho idea da dove provengano. Quel mostro gigantesco, dopo essere uscito dal lago, è volato via senza degnarci nemmeno di uno sguardo. Sembrava sapesse dove andare, se capite cosa intendo."
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A quelle parole di Clio, Icarius si mostrò e la sacerdotessa li fissò impassibile.
“Attenta...” disse a Clio “... il mondo per te è sconosciuto, ignoto... la vita è diversa da come la immagini... quest'uomo...” guardando Icarius per un attimo “... sei certa ti vorrà con sé per sempre? E non ne vorrà un'altra domani, fra un mese o fra un anno?” |
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